[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 122
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- Date: Wed, 30 Sep 2015 09:44:25 +0200 (CEST)
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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 122 del 30 settembre 2015
In questo numero:
1. Movimento Nonviolento: 2 ottobre 2015, Giornata internazionale della nonviolenza. Nonviolenza o barbarie
2. Minima agenda
3. "Erinna": Il 2 ottobre in piazza a Viterbo
4. Verso la "Giornata internazionale della nonviolenza" il 2 ottobre
5. Bozza di lettera agli istituti scolastici
6. Bozza di lettera agli enti locali
7. Bozza di lettera alle associazioni democratiche
8. Bozza di lettera ai mezzi d'informazione
9. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"
10. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" il 25 novembre
11. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
12. Alcuni versi di Pietro Ingrao da "Variazioni serali" (2000)
1. EDITORIALE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: 2 OTTOBRE 2015, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA. NONVIOLENZA O BARBARIE
[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: www.azionenonviolenta.it www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]
Quando, nel 2007, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite istitui', nel giorno del compleanno di Gandhi, la Giornata internazionale della nonviolenza, le spese militari mondiali ammontavano a circa 1.400 miliardi di dollari e si contavano 29 guerre in corso.
Oggi, nel 2015, a fronte di 33 conflitti armati ufficiali, la spesa militare mondiale e' di circa 1.800 miliardi di dollari: e' come se ogni due anni si aggiungesse una nuova guerra a quelle gia' in corso - che intanto non si risolvono - che richiede nuove armi, e quindi nuovi costi, provoca ulteriori vittime, genera nuovo terrorismo, produce altri profughi in un esodo ormai incontenibile. Non e' un caso se i ricercatori del Global Peace Index hanno calcolato il costo della violenza globale per il 2015 nel 13,4% della ricchezza mondiale prodotta. E sottratta alle risorse per la vita.
Di fronte alla tragica realta' di questi dati, che coinvolgono le vite di milioni di persone, la Giornata della nonviolenza rischia di diventare una ritualita' retorica se non la si riempie di contenuti incisivi ed efficaci. Se non diventa l'occasione per ricordare - con Gandhi - che non e' vero che "i mezzi in fin dei conti sono mezzi, ma i mezzi in fin dei conti sono tutto", perche' non e' un destino ineludibile che i diversi conflitti che attraversano le genti si trasformino in guerre sanguinarie e crudeli, se solo se ne affrontassero le cause con mezzi e strumenti differenti dalla violenza. Si corre questo rischio se la Giornata della nonviolenza non diventa un'ulteriore, formidabile, occasione per costruire la pace attraverso la realizzazione e la diffusione di mezzi nonviolenti, che soppiantino definitivamente le armi e gli eserciti. A partire dal proprio impegno personale.
Per questo lo scorso anno, il Movimento Nonviolento, insieme a sei Reti della societa' civile italiana, ha scelto proprio il 2 ottobre per lanciare la Campagna "Un'altra difesa e' possibile" con la proposta di legge di iniziativa popolare per promuovere in Italia - uno dei Paesi piu' armati del mondo - la difesa civile, non armata e nonviolenta, da finanziarsi sia attraverso percorsi di disarmo che attraverso la scelta del 6 per mille dei cittadini. Per questo abbiamo raccolto e consegnato oltre 53.000 firme al Parlamento italiano e lo scorso 10 settembre abbiamo incontrato la Presidente della Camera dei Deputati alla quale abbiamo chiesto un impegno di vigilanza sull'iter istituzionale della proposta di legge che vuole collegare l'articolo 11 della Costituzione (il ripudio della guerra) con l'articolo 52 (la difesa della patria) con la valorizzazione del Servizio civile, dei Corpi civili di pace, la Protezione civile: un esercito di pace a difesa della vita e dei diritti di tutti.
Ma tutto questo non basta ancora. La "terza guerra mondiale diffusa" che stiamo vivendo e' una tragedia che ci interpella e necessita del nostro impegno quotidiano e costante, sui luoghi di studio, di lavoro, tra gli amici, tra le associazioni: l'impegno specifico per la nonviolenza e il disarmo. Non come aspirazione generica alla pace, ma come processo di costruzione della nonviolenza organizzata, che operi - culturalmente e politicamente - per realizzare i mezzi e i dividendi di pace.
Questo e', oggi piu' che mai, come scriveva Aldo Capitini, "il varco attuale della storia".
La nonviolenza o la barbarie. Il 2 ottobre e tutti i giorni dell'anno.
Buon compleanno, Mahatma Gandhi. Auguri alla nonviolenza. Ne abbiamo bisogno.
2. REPETITA IUVANT. MINIMA AGENDA
[Riproponiamo ancora una volta]
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.
Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.
In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.
In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.
L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.
L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
3. INIZIATIVE. "ERINNA": IL 2 OTTOBRE IN PIAZZA A VITERBO
[Dalle donne del Centro antiviolenza "Erinna" (per contatti: "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo, tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it) riceviamo e diffondiamo]
In occasione del 2 ottobre - giornata internazionale della nonviolenza - a Viterbo, in piazza del comune dalle ore 17 alle 19, le donne di Erinna organizzano una manifestazione contro le guerre con la modalita' delle "donne in nero".
Le modalita' sono: vestite di nero e in silenzio, con cartelli tematici.
invitiamo chiunque - donne e uomini - consideri inaccettabile quello che ormai da troppo tempo sta accadendo ad unirsi a noi, rispettando le modalita' sopra indicate.
Vi aspettiamo,
Erinna
4. INIZIATIVE. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA" IL 2 OTTOBRE
Occorre fare del 2 ottobre una manifestazione mondiale contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni.
La Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi, e' infatti la migliore delle occasioni per far emergere nitida e forte la volonta' dell'umanita' cosciente che chiede pace, disarmo, smilitarizzazione, democrazia, giustizia, solidarieta', rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, tutela dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
La nonviolenza ci convoca ad assumerci le nostre responsabilita'.
In ogni citta', in ogni paese, in ogni consesso civile, in ogni scuola, il 2 ottobre si celebri la Giornata internazionale della nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
5. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AGLI ISTITUTI SCOLASTICI
Egregio dirigente scolastico,
come gia' sapra' il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.
Con la presente la invitiamo a voler promuovere presso il suo istituto scolastico le iniziative di studio, di riflessione e di testimonianza che riterra' opportune.
Voglia gradire distinti saluti,
Firma
Luogo e data
Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail
6. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AGLI ENTI LOCALI
Egregio Sindaco del Comune / Presidente della Provincia / Presidente della Regione,
come gia' sapra' il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.
Con la presente la invitiamo a voler promuovere le iniziative che riterra' opportune per celebrare l'evento.
Voglia gradire distinti saluti,
Firma
Luogo e data
Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail
7. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA ALLE ASSOCIAZIONI DEMOCRATICHE
Cari amici, egregi signori,
come gia' saprete il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.
Con la presente vi invitiamo a voler promuovere le iniziative di studio, di riflessione, di testimonianza e/o di mobilitazione che riterrete opportune.
Vogliate gradire distinti saluti,
Firma
Luogo e data
Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail
8. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AI MEZZI D'INFORMAZIONE
Egregi signori,
come gia' saprete il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.
Con la presente vi invitiamo a darne notizia ed a segnalare le iniziative che istituzioni, scuole, associazioni realizzeranno per l'occasione.
Vogliate gradire distinti saluti,
Firma
Luogo e data
Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail
9. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"
[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]
Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
10. INIZIATIVE. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" IL 25 NOVEMBRE
Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".
Ovunque si realizzino iniziative.
Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.
Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.
Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.
11. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
12. POESIA E VERITA'. ALCUNI VERSI DI PIETRO INGRAO DA "VARIAZIONI SERALI" (2000)
[Dal sito www.pietroingrao.it riprendiamo i seguenti versi estratti da Pietro Ingrao, Variazioni serali, 2000]
Vocabolari
La luna e' uno spento
cratere di sale
deserto alla vita, la luna
e' un fiato un velo
che travalica in soglie le goffe
pianure della incatenata
terra, la luna
e' solo un assurdo silenzio
una fuga deposta,
un brullo pensiero che bussa
in cerca di un nome.
La luna e' il crollo, l'erranza.
*
Gioghi
La tiepida matrona
che mi guarda,
il viso cinto da un manto a prolungarsi
di giogo in giogo,
dorato il ventre
dal rame precipite, in silenzio
adirato
verso il nido del Nibbio,
non rimanda
a mia madre
non sigilla l'orizzonte che scivola
verso il mare e il padule:
e' la gravida memoria
che solo segnala dal suo essere
il volgersi sepolto
della materia in desiderio:
muta lo culla
ne' sa mordere
la congiunzione di moti
che l'assolve dal nulla,
sottesa e inesorabile
la declina
nella incatenata ragione
della sua lingua.
*
Musiche
Cantano nella notte
ora che caddero
le fronti luminose,
scale, abituri,
solitudini di piazze
si disfano nell'aria
ai sillabati gridi
che ascendono
nell'invenzione di risonanza,
cedono
ai timbri che s'incatenano
a sollevare un lembo, decapitare
cime,
il cielo solo deserto, piegato a quella tentazione di sillaba.
*
Corpi
Oh tenerezza mia
se si puo' dire tenera
l'indichiarata
molle radice
incisa dal tempo
e dall'accendersi,
attingere i fianchi dello stelo ove
s'annida l'iride
che non sa nominarsi:
nella verde invenzione
del confondersi
irride il confine, gli altari,
i gelidi recinti
della norma.
*
Differenze
Dove si serrano
si fendono
singoli e multipli,
nelle grotte
dell'indicibile diverso,
nicchia che non si nomina mai
poiche' disconosce il suo alfabeto,
lo scorge
lo vende
e trascende nella selva dei vincoli,
nativo e bruciante dilatarsi
agli altri, perdersi
nella cangianza
dove mai
nessuna vampa si sazia
nessun cielo sara' uno.
*
Nominazioni
Con la fuggente Pasqua torno
nel tempo ambiguo che ride e chiude,
s'ammanta
e dirada ove ascendono nubi
indecise.
Si smorzano i denti
delle tempeste, gli scontri
delle epifanie.
Sgorga l'ingenuo
interrogarsi sui segni.
Nel suo liquido mantello
s'allontana
il tuono della vita.
*
Timbri
Inclinarsi. Discendere
fuggenti dalle povere determinazioni
del rito, gli scarni
recinti,
usare
del fragile sfioro della materia
a distillare
l'unicita' leggera dei timbri,
il curvarsi di una squilla
come ondulo dell'essere,
esistenza incitata
che svolge il suo intimo riccio
senza porgergli certezza
poiche' non l'ha in potere
non sa dettare confini,
conosce solo
la sua miseria:
ansia di movimento
a denudare l'interna sete,
l'esile piacere dell'eco
che gioca ariosamente
nel suo vizio ribelle.
*
Feudi
I chiusi cacciatori senza nome,
che s'ergono improvvisi
dal fianco d'un colle.
Stanno nel castello. Dormono
a lungo, sepolti
nell'erbe che fanno il nostro
geloso, avido giardino, coperte
le candide pupille.
Curiosi domandiamo
la patria il cammino,
l'ordine del loro levarsi
ineluttabile.
Lievemente sorridono,
scuotono il viso,
piegato lo sguardo a un'eco
della luce.
Chiedono:
non ci riconosci?
*
Innocenze
Al manto viola dell'estate
arde la buganville
nuda
sete di lingua:
non legge
la complicazione delle nuvole
si spande nella sua ripida
invenzione di colore:
mutilata prigione
dello splendere.
*
Variazioni serali
La fine del meriggio
d'un giorno senza macchia
allora che si ritrae il lume
a rifulgere
in ignote lande
divelta dal suo trono
una dominanza.
Sei
nel cono d'ombra, inerme
la mano a sospendere.
Silente
s'insanguina il vetro chiuso
all'impallidire del lume precipite
nel suo diramarsi
avido e segreto.
E accade
lo smarrirsi in cielo della sera,
deluse
nel transito le simulazioni civili,
i gravidi stemmi.
Si sciolgono passi sorpresi,
dilatano voci.
T'inoltri, velo: abbandonato nell'aria
spalanchi esitazioni di mondi. Si leva,
si dirama l'alto dubbio
del mare notturno.
* * *
Addormentatevi adagio
aspirando l'ultimo fiato,
le scalinate senza partenza.
Ospitate quella luce
doppia,
le spezzate cantilene, nel mite
discendere
alla folla del sonno.
Tornano gli empiti,
le verdi clausole
d'autonomia, sfibrate
cedono frontiere.
Nulla
in quel silenzio ti sfiora:
le cattedrali, le piazze,
lo stormire superbo.
Nel limitare morbido del sonno
inaudita s'alza una speranza di calma.
* * *
E solo al tuo tramonto,
falce messaggera, dubbio
abbracciato al fulgore,
ci consegnamo alla legge.
Per mano ci prendi,
ancora sulla soglia
gli insanguinati calzari,
abbagliati deserti testimoni. Crollano
i cieli impossibili
delle violazioni. Schernendoci
si spengono
le innamorate pupille.
Rovescia il mondo
il lume del mattino, avido schianta
le lapidi nei silenti
uragani dell'alba:
con oscuro pianto la mente desiderante
a cancellare
radure di comunioni.
Ti divincoli ansia,
nell'imbiancarsi.
Sono amico e distante
anni luce. Scruto.
In qualche modo fuggo.
*
Varchi
Abbandonatevi al tumulto d'aprile,
spoglio canto dell'essere che strema
la luce.
Sporgete il viso
dalle tavole consumate
dei sillabari infecondi. Chinatevi
sui gridi
e canti in disordine,
a proteggere la fragile invenzione:
o immaginarla soltanto
nel caldo frangente,
dubbio sul segno
che volge la mente
a uno scatto,
irrequieta, gracile
esplorazione di comunanza.
*
Conflitti
Non ci sono morti in pace, ne' tempo per i morti:
vedi come ferisce nell'aria ignara
- torna e scompare -
il fiato molle astruso di primavera,
al sorgere lacerato di una parte
nella citta' che brucia.
Si sfarinano irrise
vie di fuga, nel vacillo
delle frontiere di senso, ora
che non piu' e' data
presunzione di innocenza
e l'ardire di una classe sembra sola salute.
*
Militanze
Cosi' struggente e arioso
l'abito ad alamari della giovinezza,
l'agro apprendere della segreta fratellanza,
un patto,
una sera illuminata,
e la sbiancante memoria del caldo cerchio familiare,
limbo d'un'epoca
inombre,
valico verso l'insanguinato urto
delle potesta' sul fare,
sepolte ancora
le aporie, le ambiguita' della rivolta,
stretti gia' nell'aspra uniforme.
*
Approdi
Si', orme nella melma.
Cieli ora si spengevano. Ai soffici
passi uno
scostava il lembo, dove in alto
incenerivano stelle,
nudo
transito luminoso senza rumore.
Cupo, protervo
saliva l'intorbidarsi di voci,
echi di frane
da lente abbrunate periferie.
Come all'impallidire
d'un bivacco, tornava la sfida.
Attoniti
la sentimmo precipitare
nell'impassibile
novita' dei saperi
che schiantava soglie
negava prodromi,
trascinati
a sommari
spaccati di mondi.
E piu' delle citta' cancellate
assillava la crisalide
di violenza
inseminata nella relazione.
*
Incroci
Ti illudevi che Mary
fosse impatto di animi, prossimo
parente -
ed era
fuggiasca zingara cacciata nel globo
per un istante solo
(da un ciclone)
ramo approdato alla tua stanza
di reduce dubbio, illusione
di caldo linguaggio,
che l'insonne mondo
sbatte su margini di continenti,
trascina amaramente in controversa simiglianza.
Ne' sai
discernere le raggere
d'invenzione virtuale, tra false insorgenze
di idoli brevi
nei gridi al cielo delle borse,
e rozze faide sul cibo,
cosi' prossimi nelle luci del video,
cosi' frastornati
e l'assillo del pane
nell'era superba
dell'opulenza del consumo.
*
Silenzi
Sapessi come stringe il petto
la cavalcata delle nubi
quando a stormi s'allungano
basse:
frangia
di chi neppure piange la sconfitta
perche' non la puo' leggere:
volge le mani pesanti
nell'inedia dei pensieri,
ranicchiato nel suo grembo.
*
Esiti
Viene l'eta' cui
s'addice il soffio velato
che s'affida ai brusii
dei pensieri rochi.
Da nidi di patrie
leggiamo i vacilli,
aggrappati a promontori
i salvati, o chi non ha nessuna
salvezza,
i vincolati
perche' reclusa a loro
e' l'altra terra.
Giriamo nella ressa
del regno. Salutiamo anche,
inchinandoci alle bandiere
con bugiardi pensieri,
tesa la mano ad altri
oscuri,
in urto sugli incunaboli
nella forra
delle indecisioni di lingua.
*
Statue
E ora lente
si riempiono, si nutrono
della pioggia,
figlie della solitudine:
assenti al mondo,
mutilate spoglie
fuggite al loro tempo;
concavi gli occhi
uguali, assorti
sulla vita dispersa.
*
Citta'
E ferivi Vienna
cosi' curva, piegata
nell'incancellabile memoria,
ne' si afferrava
se la furia dei silenzi fra i palazzi,
l'assenza (o imbiancarsi)
del moto nelle stanze
cadesse a rifrangersi
nell'abdicazione del desiderio:
riconoscersi mutilati alla vita,
senza rimorsi o illusione,
ne' spuma di risarcimento.
*
Comunanze
Vedi
come s'alzano in dubbia riga
uccelli a schiera,
e rari stridi: muta rotta
nei chiusi cieli,
cosi' semplicemente abbandonati
al volo.
Deserto coraggio.
*
Sbarco
Tenerissima
la primavera si porge
senza mostrarsi
scuote
la testa arruffata da un orlo
non chiede varchi
chinandosi appena
chi l'avesse cercata
nelle brume
non sa dove stringerla, sparsa
nell'aria
nuda sembianza
del precipizio del tempo.
E ancora ci turba
la fonte, i gracili crolli
d'astri
da cui sbarca,
gioca con i suoi ricci,
ci sfiora la fronte.
*
Opera
Consumiamo il tempo
lo abbandoniamo al suo fuggire
ambiguo,
coperto
l'istante in cui l'evento
si staglia,
ci guarda negli occhi.
Il suo precipizio lo incontriamo
appena
quando vacilla,
aguzza le mani
a incidere la ferita del mutamento
che ancora non si porge,
non si riconosce,
nido ancora tremante.
E sembra l'evento dirsi
nello sgorgare
della sua ombra.
*
Passioni
Oh come semplicemente
patisci la tua debolezza
senza nessuna iattanza
illumini il tuo desiderio
l'esistere
e cercare senso
stringere
suoni
nudamente
piegarsi sul cibo.
Nessuno,
come tu ora, respinge
col braccio gli orpelli,
brucia ha bruciato tutte le menzogne,
puramente
perche' non le puo'.
E domandi:
"che dici?"
Scioccamente alziamo
il dito - noi i pavidi
i lussuriosi.
Tu che non mentisti mai
ostinata
nei tuoi pensieri
nelle tue furie.
*
Doppiezze
Gli oggetti che prolungano
l'umano,
i muti oggetti
piegati ad obbedire,
scrutandoli nell'aria
non li ringraziamo mai:
avvinti al loro sangue inerte
ci dilatiamo
nell'artifizio celeste
del loro erigersi a natura.
Padroni della loro mente
impassibile, esclusa
all'esitare, scavalchiamo densita'
di materie, rovine
dell'andare:
sin dove essi ci pongono lenti
le mani alla gola
guardandoci in viso
s'ergono calmi ridenti,
nel loro augusto manto
di servi sovrani.
*
Identita'
L'imposizione del nome
che non vedemmo,
come ci stringe
lusinga,
ci riconosce e annette
senza dubbi o domande:
carezza nell'umido sbarco
alla vita
di chi non si legge,
limbo e avvento
al celato dei territori
brutali e candidi, le cordigliere
levate sulle
valli indecise del singolo.
Si china l'Altro.
Ci depone nel codice: iscrive
nei gridi, canti
confusi, tra lagrime quiete,
obbligo di nominarsi in eterno
(e tornare
nei monumenti di memoria,
volti redenti su tombe);
recingersi,
uomini e dei,
riga di sangue
a sancire i confini,
cui torna sempre
la domanda sull'inizio,
nido della legge
che fissa il suo laccio.
Ma dimmi: che sai tu
che mi chiudi,
mi ritagli
dai miei vizi
dal mio cielo?
*
Maglie
Tutto: uno stelo, un raggio, un'impresa
tutto e' sospeso all'ignaro
piegarsi d'un cielo, volo
di spore
nella sorpresa d'un angolo,
e nessuno
conosce lo sbarco, l'incalcolato
grido che il generale
non incontro' sulla mappa,
o solo una mancanza,
fatale non essere.
S'inombra
la bianca ragione ordinante:
disperata e superba
insegue lo sdrucio,
nella sommersa plaga
in cui albe di singoli
saggiano avide e acerbe
un nesso, l'alito
di una condivisione.
*
a G.
Tu solitaria nella casa muta, io
che vedo un film sui comunisti, i cenci
lisi della mia vita, gli unici
spesi
per un oltre
la mia carne, e la carne
della mia carne,
come al margine
d'una costa,
deserti Robinson,
inetti ai saperi ineluttabili
delle valenze misurate,
distanti ora
eppure cosi' inestricabili, avvinti nell'aria
da risonanze di lume
memorie di clivi:
mute
sorgendo da un fianco
ci tolgono il fiato,
ci fermano il passo.
*
Continui
Piano ti divincoli,
frughi negli anditi
dove nelle paludi scivola ferito
l'assillo dell'io,
gonfio di sete
t'ergi al desiderio di potenza,
stretto in gola
dall'avvenuto ieri
ripari nell'isola,
fra memoria e promessa
lenta goccia di uno sparire,
inermi le braccia coperte di sale.
*
Parole
L'astruso cosi' dolce
umido "noi":
trepida combinazione di vite
nel mantello sdrucito dell'accadere
o illuso aggrapparsi
mano di naufraghi
a naufraghi, nella selva
dei duomi che fissano
inclusi e banditi;
o gli ultimi che non si dicono,
grigi
resti della mattanza,
cui non e' dato
neppure l'aspro
disegno, l'alta
identita' del peccato.
*
Ipotesi
Non e' la quiete
la fine dei disordini
la liquidazione dei confini,
delle vittorie inique
e vincitori superbi
e fallaci,
non l'indifferenza dei ranghi,
la dissoluzione delle lacrime
il trono ai deboli
ai candidi
oscurati dalla verginita' dei desideri.
Solo un sospendere.
Neppure uno sdegno:
un'esitazione sul morire
per mano d'uomo,
quasi una finzione:
come
il braccio s'inceppasse a trafiggere,
dubbio sull'arte
dello sterminare i nati da donna
chiamati a noi prossimi:
tali che a tratti,
a sorpresa,
li diciamo fratelli.
*
Auspicio
Mai nominiamo le assenze
il nulla
degli inapparenti
senza lingua
i timbri di materia
che si sorreggono
nello spavento
di non essere.
Tu che decidi
(o sembri),
ragione o semplice
stormire del caso,
sopporta
la musica grave
dei taciturni, cosi' sperduta
prossima alla polvere.
*
Vincoli
II segreto delle nuvole,
il loro tacere nel viaggio
che non termina,
si disfano morenti,
risorgono in fuga
nella complicata esitazione,
l'asciugarsi lento
nelle mute separazioni,
avvinte nello sparire improvviso
senza pianto:
indifferenza alla morte,
o speranza
di resurrezione,
vite fuggenti della materia
che s'agita:
fammi conoscere il tuo labbro
spiega i tuoi segni
il morire squarciati
senza dire mai
ai tuoi figli che ti contemplano
nella pupilla,
t'assorbono nelle fughe,
pascolano
nei tuoi incredibili silenzi.
*
Riti
Per il pane e per il corpo, per sostenere
l'alito del giorno,
per generare, scendere
nei viaggi musicali della notte,
salvarsi dai giudici,
farsi prezzo,
pratica i riti,
china la fronte
agli stemmi:
e' l'incielata
finzione che abilita
al concerto del fare,
il numero di schiera.
Ma tu sempre ricorda: solo
artifizi trovati sul campo, quando
nudo
t'inoltrasti dal ventre. Diciamo cosi',
leggi.
*
Dialoghi
Mi chiese l'anno: l'anno
della nascita. Dissi i numeri. Ma scuotendo
il capo mi domando'
com'era il vento
e i monti
che si aprono nel loro ventre
i monti che non hanno occhi.
E io li avevo - disse
e lo fissavo, inerte
e furente.
*
Speranze
E lume ora
cede da un'eco
a un'acuzie dell'aria,
dove
si perdono clivi,
s'aprono
dissidenze:
sporgono al dilatarsi
del soggetto
nel dubbio che lo ferisce:
limitare di linguaggio
insegue curioso una chiave.
Allo sguardo s'apre
una calma,
l'alba, l'indesiderata alba
cosi' lontana da venire.
*
Dare e avere
Vostro e' il sapere
la legittimazione dei capitoli
l'impulso degli animi
chiamati alla luce
dei forti,
la sete
del mondo,
lo splendere del consumo:
tutto
meno
la capacita' d'esitazione.
Siete parte:
solo un angolo della luce,
con la vostra vittoria
evocate
l'inesplorata pagina
che chiede sillaba.
*
Pallori
II nome
che non e' nel decalogo
perche' non ci fu
interrogazione
il campo che non da' luce
poiche' e' diviso
dalle rovine della sconfitta
e si torce, si confonde,
anela una lingua.
Lascia il cielo fulgente:
scruta i ciechi,
da come leggono l'alba
i rami dei pensieri
tastano,
allibiti dal mondo,
dal suo flutto torbido.
*
Purezza
E' calmo ora
il soldato, rivolge
sereno
le mani immacolate.
Al di la' delle nubi
solo il quieto rombo
della macchina fedele:
ne' sangue
ne' squarci,
non s'odono
lamenti
nella vuota distesa
dove scavalcate cedono
le collere degli uragani.
E' il grande deserto della ionosfera
i suoi calmi lenzuoli;
cancellati i fangosi fronti,
cosi' asciutto
l'atto della mano solitaria
che preme il bottone,
e sazio volge la fronte
a discendere
verso le care luci
le molli passioni
che le accendono,
inesistenti il pianto
e il nemico.
*
Poteri
E quando siete perduti
chiedete alla vostra
lenta immaginazione.
Cercate in comune
la fallacia degli ordini
declinati
nella pupilla secreta
dei vincitori.
Senza giurare,
quando il chiaro dorme,
spalancate le fonti.
Ponete i nomi.
*
Schiume
Lo sparo nell'algido
cielo dell'ultimo dicembre: gridi
d'umani s'annuvolano
nella buia volta. Si spengono
i pallidi monti,
le catene di poggi.
Fuggono all'ultimo giogo inesistite
schiume
di spaventato argento:
a designare il valico e il desiderio,
nella soglia di millennio,
cupida
dissoluzione di frontiere,
dove s'aggruma
in provetta la vita scinta
da grembo di madre,
ascende in alto l'arte del massacro,
nell'irrequieto tramestio
di passi
sulla schiena del globo.
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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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