[Nonviolenza] Telegrammi. 2113



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2113 del 21 settembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Accogliere tutti, abolire la guerra

2. Ancora una volta minimo e indispensabile un programma nonviolento

3. Alfio

4. "Social media e democrazia". Un incontro di studio a Viterbo

5. Verso la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre

6. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

7. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" del 25 novembre

8. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

9. In memoria di Rosario Livatino

10. Segnalazioni librarie

11. La "Carta" del Movimento Nonviolento

12. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. ACCOGLIERE TUTTI, ABOLIRE LA GUERRA

 

Questo e' cio' che occorre fare: accogliere tutti, abolire la guerra.

 

2. REPETITA IUVANT. ANCORA UNA VOLTA MINIMO E INDISPENSABILE UN PROGRAMMA NONVIOLENTO

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

3. MEMORIA. ALFIO

[Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2112, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" n. 687-691]

 

Ricorre oggi il novantesimo anniversario della nascita di Alfio Pannega.

Un suo amico e compagno di lotte ha scritto per il nostro foglio il seguente ricordo.

*

Ho conosciuto Alfio Pannega negli anni '70 del secolo scorso.

Ero all'epoca un giovane militante della sinistra rivoluzionaria, e lui era gia' un vecchio compagno antifascista, comunista, libertario.

A Viterbo era conosciutissimo ed amatissimo, ma pochi avevano con lui un rapporto di riflessione condivisa.

Mi capito' invece di ragionare con lui dei compiti dell'ora e delle piu' ardue questioni teoriche e pratiche del nostro movimento - il movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' -, e di cogliere quanto profonda fosse la sua sapienza, quanto acuta e complessa la sua riflessione, come nella sua vita di proletario e nella sua cultura di autodidatta avesse svolto ragionamenti essenziali, si fosse costruito un metodo, si ponesse gli stessi problemi che ci ponevamo noi giovani giunti al marxismo e al comunismo consiliare e antiautoritario attraverso la critica non solo del capitalismo e dell'imperialismo ma anche di ogni totalitarismo e delle vecchie e nuove ideologie e prassi dell'alienazione su cui avevano continuato a riflettere i pensatori della scuole di Francoforte, ed Ivan Illich, ed Ernst Bloch, ed Hannah Arendt, e Murray Bookchin, ed il femminismo che tutti ci interrogava e chiamava ad un approfondimento ed impegno ulteriore, piu' profondo, piu' decisivo.

In quel tempo nella sinistra storica gia' prevalevano burocrazie subalterne all'ideologia borghese ed alle macchine weberiane della ragione strumentale; ma anche nella sinistra di provenienza studentesca o intellettuale vi era una sottovalutazione - coperta da una mitizzazione non meno alienata e alienante - del sapere delle classi oppresse. Si leggeva certo Mariategui e Gramsci, De Martino e la migliore antropologia - e sociologia - fondata sull'osservazione partecipante e la ricerca sul campo, Nuto Revelli e le altre ricerche degli storici orali, i rendiconti delle esperienze operaie di Castellanza e non solo, e Basaglia naturalmente. Ma restava un atteggiamento in sostanza paternalistico, avanguardistico, dirigenziale.

Meno vanto di essere stato un funzionario di partito - un "rivoluzionario di professione" - che invece volle e seppe ascoltare. Sara' per questo che non ho fatto carriere. E ascoltandolo seppi quanto acuto, quanto profondo fosse Alfio Pannega.

Fu per anni un'amicizia di scarsi incontri e lunghe chiacchierate.

*

Poi nell'estate del '93 accadde una cosa che cambio' le nostre vite.

Un gruppo di ragazzi decise di occupare l'ex gazometro da decenni abbandonato, a ridosso delle mura cittadine di Viterbo nella Valle di Faul. E a ridosso dell'area del gazometro c'era la minuscola casa di Alfio.

Ero di molti anni piu' vecchio di quei giovani; partecipai all'occupazione pensando che la presenza di un pubblico amministratore (ero all'epoca consigliere provinciale) e giornalista (erano gli anni in cui redigevamo il settimanale "Sottovoce" che a Viterbo si batteva contro il regime della corruzione e la penetrazione mafiosa) sarebbe stata utile a impedire eventuali intenzioni di sgombero violento; cosi' fin dalla prima mattina fui uno degli occupanti, e mi trovai a condurre le trattative con le istituzioni - con esito positivo: il centro sociale esiste ancora (il che ovviamente non mi risparmio' di essere il primo dei condannati per l'occupazione).

Quella prima mattina avevamo iniziato a ripulire l'area dalle sterpaglie che Alfio usci' di casa e si uni' a noi. Fu un incontro gioioso per entrambi, e per tutti. Se il centro sociale esiste ancora, Alfio ne reca il merito maggiore.

Dal primo giorno iniziammo la formazione alla nonviolenza, e la nonviolenza ha caratterizzato il centro sociale di Viterbo per anni. Ma di questo diro' in un'altra occasione.

Per Alfio il centro sociale fu una rinascita: dopo anni di dura solitudine si ritrovo' una famiglia allargata di giovani e giovanissimi che in lui, attraverso lui, scoprirono un mondo: l'antifascismo negli anni della dittatura, la poverta' e l'oppressione perdurante sotto il regime democristiano corrotto e ladro, la storia della Viterbo popolare che resisteva, il marxismo pensato e vissuto dal proletariato come solidarieta' e come riscatto, come lotta e speranza di un'umanita' finalmente libera e riconciliata. E la storia e le storie "di lunga durata" della citta', del suo popolo, dei suoi monumenti e della sua natura. E la cultura grande dei classici che Alfio aveva appreso bambino in collegio e ancora riteneva a memoria e sapeva recitare col gesto ampio, la voce commossa, gli occhi in lacrime, da Dante a Carducci, in un percorso in cui cultura e lotta di liberazione erano tutt'uno.

E con Alfio e con il centro sociale abbiamo condotto nel corso degli anni Novanta e Duemila - Alfio e' deceduto nel 2010 - lotte nitide e decisive, promosso movimenti e manifestazioni indispensabili. Talora sconfitti e talora vittoriosi - come e' ovvio che accada -, ma quando vittoriosi (come nel caso della lotta che impedi' che un illegale e dissennato mega-aeroporto distruggesse per sempre l'area del Bullicame di dantesca memoria, uno dei piu' importanti beni naturalistici, culturali e terapeutici di Viterbo) con la gioia di avere salvato un bene comune e il bene di tutti; ed anche quando sconfitti con la coscienza comunque di aver fatto la cosa giusta.

*

Di Alfio mi ha sempre soprattutto commosso la generosita' e la concretezza, il primato della relazione di accoglienza e di aiuto, e la consapevolezza che la lotta da condurre e' insieme - come si usa ora dire - locale e globale, ovvero immediata e di prospettiva: attenta a recare aiuto subito a chi soffre dolore o patisce ingiustizia, ed insieme collocata coerentemente e dinamicamente in un orizzonte generale di lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la difesa del mondo vivente.

Dopo la sua morte ho temuto che con il trascorrere degli anni prendesse il sopravvento nella memoria comune della citta', ma anche nella memoria collettiva dei compagni aggrediti e non di rado colonizzati dalla societa' dello spettacolo, una immagine di lui stereotipata, pittoresca, folclorica, alienata e falsificata; e per quanto e' stato in mio potere ho cercato di contrastare questa deriva che ne sfigurava il volto, il pensiero, l'azione, il lascito. Talora ho vissuto come una bruciante ferita anche a me inferta certi tentativi infami di offenderne la memoria da parte dei poteri contro cui lui sempre combatte'. E sovente mi sembra che sempre piu' difficile si faccia tramandare ai giovani la sua testimonianza, la sua lotta, il suo - chiedo venia - messaggio. Chi e' giovane oggi fatica a capire la nostra lotta ed e' frequentemente in balia di retoriche immemori e demagoghi ripugnanti. Nel contesto attuale ricordare Alfio e' un atto di ecologia morale e politica, di resistenza al nichilismo, di resistenza al fascismo che torna.

Sono trascorsi cinque anni dalla sua morte, e ricorre ora il novantesimo suo genetliaco: vorrei che questa occasione fosse propizia a promuovere la costituzione di quell'"Archivio Alfio Pannega" che fin dal decesso con alcuni compagni riteniamo necessario creare, e creare presto, prima che documenti importanti (registrazioni, fotografie, manoscritti) si perdano e le memorie di chi lo ha conosciuto svaniscano ovvero si metamorfosino ed omologhino sotto l'incessante azione del tempo, quel lavoro dell'oblio che rielabora e semplifica ed infine travisa, e travolge, ed annienta. Alcuni segnali a mio avviso inquietanti si sono gia' dati. Occorrerebbe fare presto, e bene.

Credo anche, e credo che come me molte altre persone lo credano, che sarebbe cosa buona e giusta che anche le istituzioni - quelle culturali, quelle civiche - avviino un percorso sincero e adeguato di confronto con la sua figura, di riconoscimento del suo valore e della sua importanza. Ciascuno trovi la sua via per rendergli omaggio, per mettere a disposizione di tutti i doni che Alfio ha recato, a Viterbo, all'umanita'.

 

4. INCONTRI. "SOCIAL MEDIA E DEMOCRAZIA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto domenica 20 settembre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Social media e democrazia. Un'analisi critica, un approccio complesso, alcuni percorsi di ricerca".

All'incontro ha preso parte Marco Graziotti.

*

Marco Graziotti e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Paolo Arena ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Laureato in Scienze della comunicazione, è autore di un apprezzato lavoro su "Nuove tecnologie e controllo sociale nella ricerca di David Lyon"; recentemente ha realizzato una rilevante ricerca su "Riflessi nella letteratura e nel cinema della boxe come realta' complessa e specchio della societa' della solitudine di massa e della sopraffazione e mercificazione universale", interpretando con adeguate categorie desunte dalle scienze umane e filologiche numerose opere letterarie e cinematografiche; piu' recentemente ancora ha realizzato una ricerca sulle istituzioni e le politiche finanziarie europee facendo specifico riferimento alle analisi di Luciano Gallino e di Francesco Gesualdi.

 

5. REPETITA IUVANT. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA" DEL 2 OTTOBRE

 

Occorre fare del 2 ottobre una manifestazione mondiale contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni.

La Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi, e' infatti la migliore delle occasioni per far emergere nitida e forte la volonta' dell'umanita' cosciente che chiede pace, disarmo, smilitarizzazione, democrazia, giustizia, solidarieta', rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, tutela dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

La nonviolenza ci convoca ad assumerci le nostre responsabilita'.

In ogni citta', in ogni paese, in ogni consesso civile, in ogni scuola, il 2 ottobre si celebri la Giornata internazionale della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

6. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

7. REPETITA IUVANT. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" DEL 25 NOVEMBRE

 

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".

Ovunque si realizzino iniziative.

Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.

Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.

Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.

 

8. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

9. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI ROSARIO LIVATINO

 

Ricorre oggi, 21 settembre, l'anniversario dell'uccisione di Rosario Livatino (Canicatti', 3 ottobre 1952 - Agrigento, 21 settembre 1990).

*

Anche nel ricordo di Rosario Livatino proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Lorenzo Gagliardi (a cura di), Cesare e le guerre civili, Rcs, Milano 2015, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

*

Riletture

- Oreste Macri' (a cura di), Poesia spagnola del Novecento, Garzanti, Milano 1974, 1985, 2 voll. per complessive pp. CXXXII + 1238.

*

Riedizioni

- Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso, Newton Compton, Roma 2006, Il sole 24 ore, Milano 2015, pp. 96, euro 0,50 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

 

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

12. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2113 del 21 settembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

 

Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

 

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

 

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

 

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

Gli unici indirizzi di posta elettronica utilizzabili per contattare la redazione sono: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com