[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 113



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 113 dell'8 settembre 2015

 

In questo numero:

1. Annamaria Rivera: La strage infinita, la forza delle immagini, il ritorno del rimosso

2. Enrico Peyretti: Storia, bene, male. Giorni di grazia

3. L'11 settembre a Venezia ed ovunque in Italia la "marcia delle donne e degli uomini scalzi". E necessaria un'aggiunta nonviolenta

4. Verso la "Giornata internazionale della nonviolenza" il 2 ottobre

5. Bozza di lettera agli istituti scolastici

6. Bozza di lettera agli enti locali

7. Bozza di lettera alle associazioni democratiche

8. Bozza di lettera ai mezzi d'informazione

9. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

10. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" il 25 novembre

11. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

 

1. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: LA STRAGE INFINITA, LA FORZA DELLE IMMAGINI, IL RITORNO DEL RIMOSSO

[Dal blog di Annamaria Rivera nel sito di "MicroMega" riprendiamo la versione ampliata e aggiornata dell'editoriale apparso sul "Manifesto" del 4 settembre 2015.

Annamaria Rivera, antropologa, vive a Roma e insegna etnologia all'Universita' di Bari. Fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ha sempre cercato di coniugare lo studio e la ricerca con l'impegno sociale e politico. Attiva nei movimenti femminista, antirazzista e per la pace, si occupa, anche professionalmente, di temi attinenti. Al centro della sua ricerca, infatti, sono l'analisi delle molteplici forme di razzismo, l'indagine sui nodi e i problemi della societa' pluriculturale, la ricerca di modelli, strategie e pratiche di concittadinanza e convivenza fra eguali e diversi. Fra le opere di Annamaria Rivera piu' recenti: (con Gallissot e Kilani), L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave, Dedalo, Bari 2001; (a cura di), L'inquietudine dell'Islam, Dedalo, Bari 2002; Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, DeriveApprodi, Roma 2003; La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'alterita', Dedalo, Bari 2005; Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo, Dedalo, Bari 2009; La Bella, la Bestia e l'Umano. Sessismo e razzismo senza escludere lo specismo, Ediesse, Roma 2010; Il fuoco della rivolta. Torce umane dal Maghreb all'Europa, Dedalo, Bari 2012]

 

Lo sappiamo bene: ricorrere a lemmi come genocidio o Shoah per nominare altre stragi di esseri umani rischia di avallare o alimentare il revisionismo. Eppure le istantanee piu' recenti a riprova del trattamento dei profughi e della loro interminabile ecatombe contengono segni che evocano la semiotica del genocidio: la proliferazione di muri e fili spinati; i mucchi di cadaveri di asfissiati durante trasporti da bestie da macello; la marchiatura di massa degli esuli, bambini compresi, a rendere letterale la loro stigmatizzazione; i campi per migranti irregolari, con topografia, routine e violenza quotidiane simili a quelle dei lager, come mostra il caso esemplare del Cie di Ponte Galeria...

La piu' straziante delle immagini, quella del corpicino, esanime sulla spiaggia, di un bimbo di tre anni - Aylan Kurdi, come poi avremmo saputo -, vestito di tutto punto come per un viaggio di piacere, e' non solo l'icona della vittima assoluta, ma anche la ricapitolazione potente di una strage spesso banalizzata o ridotta a singole cifre ed episodi, sia pur seriali.

Questa ecatombe ha responsabili politici ben definiti, che non sono certo in primis i "trafficanti", ultimo anello della catena del proibizionismo. Essa e', infatti, il frutto di un disegno, sia pur da apprendisti stregoni. I quali, mentre sempre piu' facevano dell'Europa una fortezza, contribuivano a destabilizzare e devastare ampie aree del mondo con politiche di sfruttamento neocoloniale, guerre e altri interventi militari: senza calcolarne le conseguenze in termini di esodi di massa obbligati.

Quella foto - scattata, insieme ad altre, da Nilufer Demir, giornalista turca - ha fatto il giro del mondo, suscitando eco vastissima e scuotendo le coscienze, nonche' le cattive coscienze, di persone comuni come di massimi leader europei. Eppure v'e' ancora chi vorrebbe non essere disturbato nell'opera di rimozione dell'Unheimlich, del perturbante. Infatti, certuni - non pochi cittadini italiani - invece di esprimere empatia e pietas, hanno protestato, tramite radio e web, per "l'intento ricattatorio" di chi, compiendo una scelta coraggiosa, aveva voluto pubblicare le immagini del bimbo annegato: "Vogliono costringerci ad accettare l'invasione", ha commentato in diretta l'ascoltatore di una radio nazionale, dando prova di un cinismo ripugnante nella sua mediocrita'.

E' come dire che Robert Capa avrebbe fatto bene a tener nascosta la fotografia della morte del miliziano durante la guerra civile spagnola. E si sarebbe dovuto cestinare la foto, scattata nel 1943 nel ghetto di Varsavia, del bambino con berretto a visiera, cappotto corto, calze al ginocchio, che solleva le mani mentre un soldato tedesco gli punta alle spalle un fucile automatico. Cosi', anche il vietnamita Nick Ut avrebbe fatto bene a tenersi nel cassetto l'altrettanto celebre immagine del 1972 che, comparsa sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, gli sarebbe valsa un premio Pulitzer: quella dei bambini, una di loro completamente nuda, che fuggono da un attacco al napalm compiuto dall'esercito statunitense. Ne' si sarebbe dovuto render pubblica l'istantanea, scattata nel 2004, che mostra la soldatessa americana Lynndie England mentre, nella prigione-lager di Abu Ghraib, trascina al guinzaglio il corpo di un prigioniero iracheno, oscenamente de-umanizzato: anch'egli nudo e col volto visibile.

Insomma, per quanto scioccanti, vi sono immagini che compendiano con efficacia il senso di eventi della cui portata storica non tutti, in quel momento, sono consapevoli. L'immagine straziante del piccolo Aylan Kurdi e' una di queste. Essa sintetizza dolorosamente la tragedia degli esuli dal disastro provocato in gran parte dall'Occidente e ci ammonisce su un rischio incombente: quello della disfatta morale dell'Europa che volle federarsi all'insegna di valori quali il rispetto assoluto dei diritti umani.

Essa, invece, si e' finora illustrata per due primati. E' la meta piu' migranticida al mondo. E' stata incapace di distribuire equamente, fra i ventotto Paesi federati, finanche la quota irrisoria di trentaduemila richiedenti-asilo: lo 0,0063 per cento in rapporto alla popolazione dell'Unione Europea.

Dopo lo choc provocato da quelle immagini, la Commissione europea ha deciso di elevare a centoventimila quel numero ridicolo. E la Germania - dando prova, essa, di una certa consapevolezza circa il rischio che il cattivo passato, mai sufficientemente elaborato, finisca per riemergere - si spinge fino a dichiarare che accogliera' ottocentomila rifugiati.

C'e' da sperare, senza eccesso d'illusioni, che il sacrificio del piccolo Aylan - come di sua madre e del suo fratellino, come delle almeno duemilasettecento vittime della Fortezza Europa, da gennaio a oggi - non sia presto annegato nel mare della realpolitik; che valga, anzi, a segnare una svolta.

 

2. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: STORIA, BENE, MALE. GIORNI DI GRAZIA

[Dal sito www.azionenonviolenta.it riprendiamo il seguente intervento di Enrico Peyretti del 6 settembre 2015.

Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, che e stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]

 

Non e' difficile essere pessimisti riguardo all'umanita' e alla storia. Ci riusciamo tutti. Lo facciamo spesso, con l'aria di essere intelligenti, critici, e di avere solidi criteri morali, tristemente offesi dalla realta'.

Ma c'e' anche altro. Ci sono i giusti sconosciuti, quelli che reggono il mondo. Ma per lo piu' sono ignoti: tutti godiamo il frutto della loro virtu' umile, coraggiosa, nascosta, e non li riconosciamo, non li vediamo.

Ogni tanto, pero', appaiono momenti di grazia, di luce, apparizioni di verita', di umanita', di bonta'. Cioe', giorni in cui il bene supera il male, snebbia l'orizzonte, e' alba sperante. La storia umana non e' mai definitiva, non e' finita e non e' ferma.

Oggi, davanti ad un fiume umano di profughi in disperata corsa alla salvezza - salvezza dalla guerra, dalle dittature, dal malessere economico; cioe' da tutti i mali a cui tutti noi qui accanitamente cerchiamo di sottrarci, uno per uno, si salvi chi puo', e chi non puo' si arrangi -  davanti a questo fiume umano mosso da bisogno, speranza, volonta', anche astuzia, e decimato da annegamenti, osteggiato da muri e fili spinati, usato da mercanti di vite, odiato da sfruttatori cinici della paura ignorante, condannato da chi adora il sangue nazionale ed e' pronto a spargere quello umano; davanti a un tale fiume di vita abbiamo sentito, dopo un bel po' di esitazione, che siamo tutti ugualmente umani, in realta' ugualmente bisognosi, dietro le nostre fragili sicurezze.

Prima tanta gente comune, poi persino i governi (mica tutti, pero'!), ci siamo convertiti all'accoglienza. Abbiamo accolto e rifocillato i profughi anche con l'"inno alla gioia", di un'Europa rinata. Sappiamo bene che il politico di professione pensa, piu' che alla realta', all'effetto che fa, a cosa serve. Eppure, ad un certo punto, conviene a tutti essere umani. Puo' capitare a me quel che capita a te. Oltre che giusto, per sentirci umani, e' anche il modo meno pericoloso e meno vergognoso di vivere.

E' illusorio un ottimismo sistematico, e' distruttivo un pessimismo sistematico. E' intelligente e benefico osservare e ricordare che siamo tutti capaci di bene e di male, e che dunque l'intero cammino umano puo' procedere alla morte o alla vita, al nulla o all'essere. Impariamo e tratteniamo la lezione alta di questo momento di grazia, di verita' umana, riflesso di una piu' alta verita', che sempre ci sollecita.

Non c'e' sentenza piena sull'esistenza. Si tratta di farla vera, buona. Vorrei parlare di ottimismo dell'ostinazione, della tenacia, che ogni volto umano bisognoso ci impone, al cuore prima che alla politica.

Buona domenica!

 

3. INIZIATIVE. L'11 SETTEMBRE A VENEZIA ED OVUNQUE IN ITALIA LA "MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI". E NECESSARIA UN'AGGIUNTA NONVIOLENTA

 

L'appello promosso da personalita' della solidarieta', della cultura e dello spettacolo affinche' l'11 settembre si manifesti in tutte le citta' d'Italia in solidarieta' con i migranti e contro il razzismo merita di essere accolto e sostenuto.

Facciamo ovunque  dell'11 settembre un giorno di testimonianza e di impegno per salvare le vite.

*

Il testo dell'appello ed i primi firmatari

"E' arrivato il momento di decidere da che parte stare. E' vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo e' sempre piu' complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia e' necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorita' per poter prendere delle scelte.

Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E' difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identita' per poter sperare di trovarne un'altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di la', in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.

Sono questi gli uomini scalzi del XXI secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma e' incivile e disumano non ascoltarle.

La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civilta'. E' l'inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non e' in alcun modo accettabile fermare e respingere chi e' vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano.

Non e' pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.

Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le liberta' di tutte e tutti.

Dare accoglienza a chi fugge dalla poverta', significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.

Venerdi' 11 settembre lanciamo da Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi. In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre citta' d'Italia e d'Europa.

Per chiedere con forza i primi tre necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:

1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature;

2. accoglienza degna e rispettosa per tutti;

3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti;

4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino.

Perche' la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.

L'appuntamento e' venerdi' 11 settembre alle 17 a Lido S. Maria Elisabetta a Venezia".

Primi firmatari: Lucia Annunziata, don Vinicio Albanesi, Gianfranco Bettin, Marco Bellocchio, don Albino Bizzotto, Elio Germano, Gad Lerner, Giulio Marcon, Valerio Mastrandrea, Grazia Naletto, Giusi Nicolini, Marco Paolini, Costanza Quatriglio, Roberto Saviano, Andrea Segre, Toni Servillo, Sergio Staino, Jasmine Trinca, Daniele Vicari, don Armando Zappolini (Cnca)

*

Un'aggiunta nonviolenta

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

4. INIZIATIVE. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA" IL 2 OTTOBRE

 

Occorre fare del 2 ottobre una manifestazione mondiale contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni.

La Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi, e' infatti la migliore delle occasioni per far emergere nitida e forte la volonta' dell'umanita' cosciente che chiede pace, disarmo, smilitarizzazione, democrazia, giustizia, solidarieta', rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, tutela dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

La nonviolenza ci convoca ad assumerci le nostre responsabilita'.

In ogni citta', in ogni paese, in ogni consesso civile, in ogni scuola, il 2 ottobre si celebri la Giornata internazionale della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

5. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AGLI ISTITUTI SCOLASTICI

 

Egregio dirigente scolastico,

come gia' sapra' il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente la invitiamo a voler promuovere presso il suo istituto scolastico le iniziative di studio, di riflessione e di testimonianza che riterra' opportune.

Voglia gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

6. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AGLI ENTI LOCALI

 

Egregio Sindaco del Comune / Presidente della Provincia / Presidente della Regione,

come gia' sapra' il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente la invitiamo a voler promuovere le iniziative che riterra' opportune per celebrare l'evento.

Voglia gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

7. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA ALLE ASSOCIAZIONI DEMOCRATICHE

 

Cari amici, egregi signori,

come gia' saprete il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente vi invitiamo a voler promuovere le iniziative di studio, di riflessione, di testimonianza e/o di mobilitazione che riterrete opportune.

Vogliate gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

8. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AI MEZZI D'INFORMAZIONE

 

Egregi signori,

come gia' saprete il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente vi invitiamo a darne notizia ed a segnalare le iniziative che istituzioni, scuole, associazioni realizzeranno per l'occasione.

Vogliate gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

9. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

10. INIZIATIVE. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" IL 25 NOVEMBRE

 

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".

Ovunque si realizzino iniziative.

Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.

Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.

Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.

 

11. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 113 dell'8 settembre 2015