[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 48



 

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 48 del 13 agosto 2015

 

In questo numero:

1. L'associazione "Respirare" contro il razzismo e la guerra

2. In memoria di August Bebel, di Karl Liebknecht, di Pauline Hopkins

3. Alcuni fogli volanti degli ultimi mesi

4. "Non mi abbandonare"

5. Julio Monteiro Martins

6. Hannah Arendt

7. Laura Conti

8. Bianca Guidetti Serra

9. Simone Weil

10. Quattro pensatrici della nonviolenza in cammino

11. Una vecchia fotografia

12. Dinanzi alla prefettura

13. Tra pochi giorni

14. La nostra bandiera (quasi un comizio)

15. La cavatina del sottosegretario

16. Intorno al fuoco

 

1. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" CONTRO IL RAZZISMO E LA GUERRA

[Riceviamo e diffondiamo. L'associazione "Respirare" e' stata promossa da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente]

 

L'associazione "Respirare" ancora una volta chiede che l'Italia riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

L'associazione "Respirare" ancora una volta chiede che l'Italia abroghi tutte le scellerate misure razziste che violano la Costituzione della repubblica.

L'associazione "Respirare" ancora una volta chiede che l'Italia cessi di partecipare a guerre, rapine, devastazioni della biosfera, e cessi di essere complice di regimi dittatoriali e poteri criminali.

L'associazione "Respirare" ancora una volta chiede che l'Italia torni al rispetto dei diritti umani: ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

 

2. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI AUGUST BEBEL, DI KARL LIEBKNECHT, DI PAULINE HOPKINS

 

Ricorre oggi, 13 agosto, l'anniversario della scomparsa di August Bebel (Deutz, 22 febbraio 1840 - Passugg, 13 agosto 1913), l'anniversario della nascita di Karl Liebknecht (Lipsia, 13 agosto 1871 - Berlino, 15 gennaio 1919), l'anniversario della scomparsa di Pauline Hopkins (Portland, Maine, 1859 - Cambridge, Massachusetts, 13 agosto 1930).

*

Anche nel ricordo di August Bebel, di Karl Liebknecht, di Pauline Hopkins, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

3. SILENZI E PAROLE. ALCUNI FOGLI VOLANTI DEGLI ULTIMI MESI

 

Riproponiamo alcuni testi pubblicati negli scorsi mesi sul nostro foglio.

 

4. "NON MI ABBANDONARE"

 

"Non mi abbandonare"

e ti guarda con occhi di acqua

nel buio, nel fetore della notte

"Sono qui, non la lascio" rispondi

"sono qui". Ed il vento nei tubi

canta una di morte canzone

con sottili plurali di donne

melodiose voci e paurose.

"Non mi abbandonare", "Sono qui"

ed intanto si sente la morte

il suo soffio pestifero, i tubi

le acri luci piu' buie del buio.

 

"Sto morendo" lui dice, tu dici

"Non e' vero, lei restera' vivo",

"Sto soffrendo" lui dice "preferisco

il morire a questo dolore".

E tu dici "Non dica sciocchezze

non lo dica neppure per scherzo

una lunga una degna una buona

vita ancora l'attende, resista".

 

"Non mi abbandonare"

"Sono qui".

Questa notte di segreti e menzogne

questa notte di strazio e d'incanti

questa notte che viene la morte

tu resisti, resisti quest'ora

tu resisti, che l'alba gia' viene.

Questa notte la morte non vince

qui nessuno abbandona nessuno.

 

5. JULIO MONTEIRO MARTINS

 

Mio buon amico, savio ascoltatore

di tutte le voci del mondo senza voce

di tutti i canti del mondo ammutolito

da tutti i canti riconoscendo il luogo

ove l'umanita' muore e risorge.

 

Qui ti saluto, ottimo compagno.

La lotta

per la liberazione dell'umanita'

la lotta

per la dignita' di ogni persona

continua.

 

6. HANNAH ARENDT

 

Un cosi' vivo amore per la verita'

e' la risorsa estrema

per la salvezza dell'umanita'.

 

Leggi Hannah Arendt e l'anima ti trema

invasa dalla luce, dalla felicita'.

 

7. LAURA CONTI

 

Piu' passano gli anni e piu' ci manca

la tua saggia parola

la tua lotta inesausta

il tuo amore per l'umanita', la tua cura

per quest'unico vivente mondo.

 

Piu' passano gli anni e piu' ci fa luce

la tua riflessione, la tua azione, la tua

testimonianza che non si estingue.

 

8. BIANCA GUIDETTI SERRA

 

Il 24 giugno 2014 e' deceduta

Bianca Guidetti Serra partigiana.

Per sempre lottatrice

per l'umanita'.

 

Dinanzi alla bruta violenza che sbrana

nessuno si arrenda, la lotta continua.

 

Dinanzi alla menzogna che nega ogni valore

nessuno si spezzi all'urto del dolore

e trovi invece forza nell'altrice

memoria, nella felice

certezza

che non e' mai vana

la lotta delle persone buone.

 

Non prevarra' il male finche' tu resisti.

 

9. SIMONE WEIL

 

Parole di nudo pensiero

Testimonianza che rompe ogni menzogna

Coraggio che smaschera ogni vilta'

Nonviolenza in cammino

 

L'irrompere del nudo vero

dal cuore dal coro che sogna e che veglia

dal volto dal corpo dolente piagato vicino

La forza della pieta'

 

10. QUATTRO PENSATRICI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

 

Olympe de Gouges

 

Quella testa che pensava i pensieri

che gli estremi oppressori non vogliono si pensi

gli estremi oppressori spiccarono dal collo

ma quei pensieri ancora e ancora vivono

e vive Olympe de Gouges ed il suo nome

e' ancora la nostra bandiera, compagne e compagni.

 

*

 

Mary Wollstonecraft

 

Sempre i diritti sono li', nascosti nello scrigno

sotterrato sotto strati di argilla e pietrisco

e gli scorpioni e le frustate

e il drago guardiano sopra.

 

Ma quando una persona dal profondo del cuore

li scava e li reca alla luce e li mette in parole

li schiude ed allora fioriscono

e nessun drago potra' piu' affogarli.

 

Cosi' Mary Wollstonecraft

armata solo di carta e di penna

per sempre libero' l'umanita'

dalla prima menzogna, dalla prima schiavitu'.

 

Forse molti anni ancora occorreranno

generazioni si avvicenderanno

ma quando diverra' l'umanita' umana

grata sara' a Mary Wollstonecraft.

 

*

 

Flora Tristan

 

La lotta degli oppressi non e' la lotta

per la liberazione di tutti gli oppressi

se non e' anche la lotta delle oppresse

per la liberazione di tutte le oppresse.

 

La lotta delle oppresse liberando

tutte le oppresse libera al contempo

anche gli oppressi, e gli oppressori stessi

estingue trasformandoli in compagni.

 

Solo la lotta delle oppresse libera

l'umanita', l'intera umanita'

l'umanita' di tutte e di ciascuna

l'umanita' di tutti e di ciascuno.

 

*

 

Harriet Hardy

 

Non e' forse una donna un essere umano?

Non nascono forse da donna gli esseri umani tutti?

Non e' diritto di ogni persona il sapere?

Non e' diritto di ogni persona la propria indipendenza?

Non e' diritto di ogni persona pienamente partecipare

alla vita comune che ogni persona riguarda?

 

Chiamiamo civilta', chiamiamo repubblica

la societa' proposta da Harriet Hardy.

Il mondo pensato da Harriet Hardy

e' il mondo in cui vorremmo vivere.

Nostra e' la lotta iniziata da Harriet Hardy.

 

11. UNA VECCHIA FOTOGRAFIA

 

Sembra camminino sul selciato

di una citta' che e' tutte le citta'

la punta di una scarpa che sporge dalle lunghe gonne

Clara con un berretto che pare una frittella

Rosa con una paglietta da guappo

intorno degli uomini che non le vedono

tranne forse uno poco dietro

che guarda verso la macchina fotografica.

 

La bocca di Rosa socchiusa sembra che parli

quella di Clara forse sorride.

L'immagine sgranata, la mia presbiopia

non mi consentono di cogliere lo sguardo.

 

Vedono forse il fotografo, e forse

guardano oltre e in quell'oltre

c'e' anche la nostra lotta di oggi

le donne insorte danzando il 14 febbraio

questo nostro otto marzo del duemilaquindici

l'internazionale futura umanita'.

 

12. DINANZI ALLA PREFETTURA

[Ricostruite a memoria queste sono alcune cose dette parlando a braccio il 21 aprile 2015 a Viterbo in piazza del Comune dinanzi alla prefettura in occasione della Giornata di mobilitazione nazionale per fermare la strage nel Mediterraneo]

 

Cinque storie io so.

*

Nella prima un uomo nudo e coperto di sale giunge naufrago in un'isola, ed il re di quell'isola non lo fa uccidere, non lo fa imprigionare, non lo fa torturare, non lo fa ricacciare in mare, ma lo ospita nella sua casa, gli dona i suoi vestiti, lo invita alla sua mensa, e dopo la cena gli fa ascoltare un cantore che racconta la storia di un uomo che e' tutti gli uomini, la storia di un uomo che e' Ulisse. E quel naufrago e' Ulisse.

*

Nella seconda storia un prigioniero condannato a morte mentre gia' e' nella fila dei destinati al carnefice si rivolge al re che assiste alle esecuzioni e gli dice: "Potente re, luce delle genti, siamo tuoi prigionieri, destinati a morte sicura, ma prima di farci uccidere di' ai tuoi servitori che ci diano da bere; abbiamo sete, non negarci questo estremo sollievo". Ed il re acconsente. Dissetatisi il prigioniero e i suoi compagni di sventura, egli ancora apostrofa il re: "Potente re, luce delle genti, ci hai dissetato, sazia anche la nostra fame, facci dare da mangiare". Ed il re dispone che i condannati a morte siano anche sfamati. Ed allora il prigioniero: "Potente re, luce delle genti, prima eravamo tuoi prigionieri ma ora tu ci hai dissetato e ci hai sfamato, e quindi siamo ormai tuoi ospiti; ed essendo tuoi ospiti, salva dunque le nostre vite". Ed il re salva loro la vita.

*

La terza storia e' quella di un professore tedesco che con teutonica regolarita' e cronometrica precisione ogni giorno alla stessa ora si reca da casa all'universita' e dall'universita' a casa. E mentre cammina per le strade di Koenigsberg Herr Professor Immanuel Kant pensa a come si possa realizzare la pace perpetua tra gli esseri umani, e questo ragionamento svolge: se la Terra fosse una distesa piatta e infinita, all'essere umano costretto dalla sofferenza e dalla persecuzione ad abbandonare la sua casa e il suo paese che si presentasse in un luogo ove altri esseri umani vivono, costoro potrebbero dire: qui ci siamo insediati gia' noi, ma la Terra e' infinita, spostati dunque ancora oltre e troverai dove abitare. Ma la forma della Terra e' invece sferica, e se quel sofferente, perseguitato fuggiasco trovasse solo persone che gli negassero solidarieta' e gli imponessero di proseguire il suo viaggio per trovare un luogo ove abitare, finirebbe per tornare al punto di partenza, dove vivere non puo': ed allora, conclude il professore, quell'essere umano ha diritto di essere accolto dagli altri esseri umani e vivere con loro, e cosi' salvare la propria vita. Pensa questo pensiero il professor Kant, e continua la sua passeggiata: e senza parere ha dato il suo contributo a rendere l'umanita' piu' libera, piu' giusta, piu' umana.

*

La quarta storia e' di uomini e donne usciti di pianto in ragione che scrivono insieme una legge che valga per sempre. Ed essendo uomini e donne che hanno conosciuto la persecuzione, la dittatura e la guerra, essendo donne e uomini che hanno conosciuto le bastonature delle squadracce e gli agguati dei sicari, le carceri e l'esilio, la deportazione e il Lager, essendo le donne e gli uomini della Resistenza al fascismo, queste donne e questi uomini scrivono nella legge della loro Repubblica che "L'Italia ripudia la guerra"; scrivono nella legge della loro Repubblica che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo"; scrivono nella legge della loro Repubblica che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". E quella legge che quelle donne e quegli uomini hanno scritto e' la Costituzione della Repubblica Italiana, alla quale tutte le altre leggi italiane devono adeguarsi, e che e' una buona legge, una legge buona. E quella legge dice: salva tutte le vite, nessun essere umano ti e' estraneo, salva tutte le vite.

*

La quinta storia e' la storia di un saggio cinese, di un sapiente ebreo, di un condannato a morte dall'imperialismo romano, e di innumerevoli altri uomini, di innumerevoli altre donne, che in tempi e luoghi infinitamente distanti tutte e tutti affermano questa medesima massima morale, questa stessa regola di condotta: "Tratta le altre persone come vorresti essere trattato tu; salva le altrui vite in pericolo come vorresti fosse salvata la tua; rispetta l'altrui dignita' come vorresti lo fosse la tua; reca soccorso alle altre persone nel bisogno come vorresti che a te nel bisogno soccorso fosse recato".

*

Vi e' una sola umanita', in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere di ogni persona decente, ed a maggior ragione di ogni civile istituzione, e' quello di salvare le vite.

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C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, consenta a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame, dalla guerra, dall'orrore e dalla morte di giungere in modo legale e sicuro ove trovare scampo, accoglienza e assistenza.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, metta a disposizione degli innocenti in pericolo mezzi di trasporto pubblici e gratuiti che li traggano in salvo.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, permetta a tutti gli esseri umani costretti a lasciare le loro case e le loro terre di poter giungere in modo legale e sicuro ove siano accolti ed assistiti, con mezzi di trasporto pubblici, legali, idonei, e trovando infine soccorso, accoglienza, assistenza e rispetto nel nostro continente, nel nostro paese.

C'e' un modo semplice per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nel Mediterraneo: e' sufficiente che l'Unione Europea, che l'Italia, riconosca a tutti gli esseri umani il diritto alla vita; soccorrendo ed accogliendo gli innocenti in fuga, ed insieme cessando di fare le guerre, cessando di rapinare interi continenti, cessando di alimentare dittature, mafie e terrorismi, cessando di praticare razzismo, colonialismo e imperialismo, cessando di devastare la biosfera.

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Fermare la strage nel Mediterraneo e' possibile. Annientare le mafie dei trafficanti e' possibile. Salvare tutte le vite a rischio di naufragio e' possibile.

E' sufficiente che l'Unione Europea o almeno l'Italia consentano l'ingresso legale e sicuro nel nostro continente e nel nostro paese, viaggiando con mezzi di trasporto pubblici e idonei, a tutte le persone in fuga dalla fame, dalla guerra, dall'orrore, dalla morte.

E' sufficiente che l'Unione Europea o almeno l'Italia rispettino quanto e' proclamato solennemente nella Costituzione della Repubblica Italiana, nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

13. TRA POCHI GIORNI

 

Tra pochi giorni

ancora una volta

tutto sara' dimenticato.

 

I morti resteranno morti

i vivi parleranno d'altro.

 

Poi verra' un nuovo massacro

e poi altri ancora.

 

Finche' i governi europei non saranno costretti

dai popoli europei a riconoscere

che ogni essere umano ha diritto alla vita

che ogni essere umano va accolto e assistito.

 

Che occorre cessare di fare le guerre

cessare di rapinare e schiavizzare

cessare la strage dei fragili e degli indifesi

cessare di saccheggiare e desertificare il mondo vivente.

 

Salvare le vite e' il primo dovere.

Unico e' il nostro destino.

Una sola Terra, una sola umanita'.

 

14. LA NOSTRA BANDIERA (QUASI UN COMIZIO)

 

Siamo il partito dei morti di fame

abbiamo giurato con l'ultimo respiro:

mai piu' nessuno muoia di fame.

Compagni che restate, non ci dimenticate

compagni che restate, vendicateci

compagni che restate, abolite la fame.

 

Siamo il partito degli annegati

con l'acqua nei polmoni abbiamo giurato:

mai piu' nessuno muoia annegato.

Compagni che restate, non ci dimenticate

compagni che restate, vendicateci

compagni che restate, salvate le vite.

 

Siamo il partito dei fucilati

dei bombardati, degli sgozzati

abbiamo giurato soffiando sangue e anima:

mai piu' nessuno muoia assassinato.

Compagni che restate, non ci dimenticate

compagni che restate, vendicateci

compagni che restate, abolite la guerra

abolite gli eserciti, abolite le armi.

 

Siamo il partito delle schiave e degli schiavi

strozzati dalle catene abbiamo giurato:

mai piu' nessuno sia messo in catene.

Compagni che restate, non ci dimenticate

compagni che restate, vendicateci

compagni che restate, abolite il fascismo.

 

E siamo il partito delle donne uccise

delle donne violate, pestate, spezzate

delle donne fatte merce, e rotte, e annientate

e con l'ultimo respiro abbiamo giurato:

mai piu' nessuna donna subisca violenza

cessi l'orrore del patriarcato

cessi la strage voluta dai maschi

degli orchi il regime sia estinto per sempre.

Compagne e compagni, non ci dimenticate

compagne e compagni, vendicateci

compagne e compagni, abolite il fascismo.

 

Compagne e compagni, abolite il fascismo.

Compagne e compagni, salvate le vite.

 

15. LA CAVATINA DEL SOTTOSEGRETARIO

 

Se io avessi la parola

che salvar sapesse vite

canterei a squarciagola

per sanare le ferite.

 

Ah, se avessi questa sola

facolta' soave e mite

che risveglia e che consola

fermerei l'eterna lite.

 

Se potessi, per la pace

farei tutto, come no,

che' beneficar mi piace.

 

Ma siccome non si puo'

io che sono perspicace

me ne frego anzicheno'.

 

16. INTORNO AL FUOCO

 

Presto sara' colmo di cadaveri questo mare

e allora verranno a piedi camminando sulle acque

i superstiti delle nostre guerre, delle nostre rapine.

 

Non verranno allora da vittime, ma da giudici.

 

Della nostra ferocia ci chiederanno conto

della nostra cecita', del nostro autismo.

 

Saranno un'umanita' migliore

del dolore patito serberanno memoria

volendo il bene il bene faranno, al male

si opporranno.

 

Intorno ai fuochi la notte racconteranno

di quando gli uomini erano lupi

come leggende di un tempo impossibile

ai bambini non metteranno paura

per assicurarsene l'obbedienza

ma la verita' diranno, che e' un altro nome dell'amore.

Un'umanita' migliore saranno.

 

Della nostra scomparsa non riesco a dolermi:

la fine dell'Europa fascista

non sara' la fine, ma l'inizio del mondo.

 

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 48 del 13 agosto 2015

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/