[Nonviolenza] Telegrammi. 2035
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- Date: Sat, 4 Jul 2015 20:50:25 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2035 del 5 luglio 2015
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Quattro proposte ai Comuni, quattro proposte al Parlamento
2. Grecia: che fare
3. Al Sindaco di Viterbo, proposta di istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti
4. Anna Bravo ricorda Bruno Vasari (2007)
5. Lietta Tornabuoni: Un profilo di Bruno Vasari (2006)
6. Benito D'Ippolito presenta "Raccontare per la storia" di Anna Bravo
7. Giobbe Santabarbara presenta "La conta dei salvati" di Anna Bravo
8. Giovanni Schifuccicchi presenta "A colpi di cuore" di Anna Bravo
9. Alcune pubblicazioni di Francuccio Gesualdi e del "Centro nuovo modello di sviluppo"
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. QUATTRO PROPOSTE AI COMUNI, QUATTRO PROPOSTE AL PARLAMENTO
Proponiamo a chi ci legge di scrivere al Comune di residenza ed al Parlamento della Repubblica per sostenere le seguenti proposte.
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1. Quattro richieste ai Comuni:
1.1. affinche' il sindaco - qualora non lo abbia gia' fatto - informi, inviando loro una lettera, tutte le persone straniere diciottenni residenti o domiciliate nel territorio del Comune che siano nate in Italia ed in Italia legalmente residenti senza interruzioni fino al compimento del diciottesimo anno di eta', che la vigente legislazione prevede che nel lasso di tempo tra il compimento del diciottesimo ed il compimento del diciannovesimo anno di eta' hanno la possibilita' di ottenere la cittadinanza italiana facendone richiesta davanti all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza con una procedura alquanto piu' semplice, rapida e meno dispendiosa di quella ordinaria per tutte le altre persone aventi diritto;
1.2. affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - attribuisca la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli);
1.3. affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune";
1.4. affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti".
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2. Quattro richieste al Parlamento:
2.1. affinche' legiferi il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti;
2.2. affinche' legiferi l'abolizione dei Cie e di tutte le forme di detenzione di persone che non hanno commesso reati;
2.3. affinche' legiferi l'abolizione di tutte le ulteriori misure palesemente razziste ed incostituzionali purtroppo tuttora presenti nell'ordinamento;
2.4. affinche' legiferi il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia.
*
Le quattro proposte ai Comuni intendono estendere al maggior numero possibile di Comuni italiani quattro provvedimenti che gia' sono stati variamente promossi ed attuati in piu' luoghi. Laddove i Comuni siano amministrati da una maggioranza fedele alla Costituzione della Repubblica italiana, e quindi non razzista, non dovrebbe essere troppo arduo riuscire a persuadere l'ente locale a deliberare queste ragionevoli proposte.
Le quattro proposte al Parlamento quand'anche non venissero accolte serviranno almeno a contrastare la deriva razzista e la generale acquiescenza ad essa, coscientizzando i parlamentari, richiamandoli al rispetto dei diritti umani oggi cosi' flagrantemente violati.
*
Opporsi al razzismo e' un diritto e un dovere di ogni essere umano.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
2. RIFLESSIONE. GRECIA: CHE FARE
Se l'Unione Europea fosse l'unione europea dovrebbe agire per l'azzeramento di tutti i debiti della Grecia, e sostenere l'attuale governo greco nella buona, necessaria politica di giustizia sociale, di pace, di solidarieta', di difesa dei diritti dei poveri (ovvero dei rapinati), di tutela dei beni culturali e ambientali, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la protezione della civilta' e della biosfera.
E se non l'Unione Europea, almeno l'Italia, che cosi' tanto ha in comune con la Grecia, nella storia dell'umanita' e nella presente distretta.
E se non gli stati, almeno le persone.
*
E' l'ora di promuovere raccolte di fondi e di aiuti da inviare direttamente in Grecia alle comunita' locali, alle esperienze solidali, alle organizzazioni dell'autogestione popolare, ai movimenti delle oppresse e degli oppressi.
Ed e' l'ora di premere sui governi a sostegno del popolo greco, della democrazia, dell'umanita'.
Solo la politica della solidarieta' puo' sconfiggere la politica dell'avidita'.
Solo l'azione nonviolenta puo' sconfiggere la violenza dei poteri rapinatori e oppressori.
*
Ogni popolo, come ogni persona, ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Dalla Grecia tutte e tutti discendiamo. E' l'ora di restituirle almeno una parte degli immensi doni che da essa tutte e tutti abbiamo ricevuto.
3. DOCUMENTAZIONE. AL SINDACO DI VITERBO, PROPOSTA DI ISTITUZIONE DEI CONSIGLIERI COMUNALI STRANIERI AGGIUNTI
Al Sindaco del Comune di Viterbo
e per opportuna conoscenza:
a tutti gli assessori della Giunta Comunale
a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale
alla Segretaria generale del Comune
Oggetto: Reiterazione della proposta di istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti
Signor Sindaco,
a Viterbo vivono e lavorano molte persone straniere, che contribuiscono con la loro presenza, il loro lavoro ed i loro tributi al bene comune della citta'; ma queste persone non avendo la cittadinanza italiana non vedono riconosciuto il loro diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche che tutte le persone riguardano;
mentre prosegue la pluridecennale iniziativa affinche' il Parlamento italiano finalmente renda effettivo il fondamentale diritto democratico "una persona, un voto" con una legge ordinaria che riconosca l'elettorato attivo e passivo agli oltre cinque milioni di immigrati regolarmente residenti in Italia perlomeno per quanto riguarda le elezioni amministrative comunali e regionali (per le elezioni politiche occorrerebbe invece una modifica costituzionale), in vari Comuni d'Italia gia' da alcuni decenni e' stata istituita la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", proprio per consentire a rappresentanti dei residenti stranieri - eletti dagli stessi stranieri residenti nel territorio comunale - di partecipare ai lavori dei consigli comunali e delle commissioni consiliari con pieno diritto di parola, quand'anche senza diritto di voto deliberativo.
Mentre siamo ancora in attesa che il Consiglio comunale di Viterbo deliberi l'istituzione della Consulta comunale per l'immigrazione (ricordera' che in un incontro con il "Tavolo per la pace" di un anno fa lei espresse il suo persuaso sostegno alla proposta, ricordera' anche che gia' da un anno il Consiglio comunale ha incluso detta consulta nel novero delle consulte comunali, e ricordera' altresi' che una dettagliata proposta di regolamento ad hoc e' stata formalmente presentata da diversi mesi ma ancora non e' giunta al definitivo voto del Consiglio comunale), e questo ritardo va colmato al piu' presto, propongo altresi' - come gia' piu' volte in passato - che il Comune di Viterbo istituisca anche (oltre alla Consulta, che ha caratteristiche diverse) la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", prendendo a modello una o piu' delle deliberazioni a tal fine assunte gia' da molti anni da vari Comuni d'Italia (tra cui il Comune di Roma).
Allego in calce una lettera che le indirizzai un anno fa nella quale formulavo gia' la medesima proposta.
Restando a disposizione per ogni opportuno approfondimento, ed in attesa di un sollecito riscontro, voglia gradire distinti saluti,
Peppe Sini,
responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 4 luglio 2015
*
Allegato: Una lettera del primo giugno 2014
Al Sindaco del Comune di Viterbo
e per opportuna conoscenza:
a tutti gli assessori della Giunta Comunale
a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale
alla Segretaria generale del Comune
Oggetto: Istituire al piu' presto la Consulta comunale per l'immigrazione ed i consiglieri comunali stranieri aggiunti.
Signor Sindaco,
credo che lei si renda conto di quanto numerosa ed importante sia la presenza a Viterbo di persone qui residenti nate in altri paesi e non cittadine italiane.
Esse svolgono lavori indispensabili particolarmente nei settori produttivi agricolo ed artigiano, cosi' come nell'assistenza alle persone in condizioni di difficolta'.
Costituiscono una preziosa risorsa per l'economia locale e svolgono una essenziale funzione di solidarieta' sociale. Ma sovente subiscono condizioni di sfruttamento assai gravi, che violano i piu' fondamentali diritti umani.
Quanti di questi lavoratori dispongono di regolari contratti contribuiscono altresi' al sistema previdenziale a vantaggio della popolazione italiana.
Non pochi di loro hanno ricongiunto o stanno ricongiungendo qui le loro famiglie scegliendo di essere concittadini viterbesi a tutti gli effetti per il presente e per l'avvenire. E vi sono famiglie i cui figli sono nati a Viterbo e quindi a maggior ragione sono nostri concittadini in primis et ante omnia.
Ebbene, occorre che queste persone, che a Viterbo sono migliaia in un comune di sessantamila abitanti, abbiano finalmente voce in capitolo nelle politiche locali, abbiano modo di partecipare alla vita pubblica locale, siano messe in condizione di prendere parte ai processi decisionali dell'amministrazione comunale.
Sono pertanto a proporre nuovamente che:
1. sia al piu' presto istituita a Viterbo la Consulta comunale per l'immigrazione, che sia primo strumento di promozione della partecipazione alla vita pubblica ed all'amministrazione locale;
2. sia al piu' presto istituita una rappresentanza di consiglieri comunali stranieri aggiunti, adottando una delle forme gia' ampiamente sperimentate in vari Comuni d'Italia, da Nonantola (che diede avvio all'esperienza nel secolo scorso) fino a Roma.
Personalmente ritengo che il Parlamento debba procedere celermente con legge ordinaria al riconoscimento del diritto di voto amministrativo per tutti i residenti; e che debba altresi' procedere celermente con legge di rilevanza costituzionale al riconoscimento del diritto di voto politico per tutti i residenti trascorso un ragionevole lasso di tempo (vi sono esperienze europee significative: un tempo adeguato potrebbe essere di sei mesi di residenza effettiva); cosi' come in merito alla cittadinanza il Parlamento debba anche legiferare il passaggio dal criterio dello ius sanguinis al criterio dello ius soli; ma in attesa che il Parlamento assuma questi provvedimenti di civilta' necessari in un mondo sempre piu' interconnesso, credo sia bene che fin d'ora a livello locale e nell'ambito delle leggi vigenti si sperimentino buone pratiche di partecipazione democratica: la Consulta comunale per l'immigrazione e l'istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti sono appunto due buone pratiche da avviare al piu' presto.
Restando a disposizione per ogni opportuno approfondimento, distinti saluti
Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani
Viterbo, primo giugno 2014
4. MAESTRI. ANNA BRAVO RICORDA BRUNO VASARI (2007)
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 22 luglio 2007 col titolo "Addio Vasari, testimone del Lager".
Anna Bravo, storica e docente universitaria, vive e lavora a Torino, dove ha insegnato Storia sociale. Si occupa di storia delle donne, di deportazione e genocidio, resistenza armata e resistenza civile, cultura dei gruppi non omogenei, storia orale; su questi temi ha anche partecipato a convegni nazionali e internazionali. Ha fatto parte del comitato scientifico che ha diretto la raccolta delle storie di vita promossa dall'Aned (Associazione nazionale ex-deportati) del Piemonte; fa parte della Societa' italiana delle storiche, e dei comitati scientifici dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte, della Fondazione Alexander Langer e di altre istituzioni culturali. Luminosa figura della nonviolenza in cammino, della forza della verita'. Tra le opere di Anna Bravo: (con Daniele Jalla), La vita offesa, Angeli, Milano 1986; Donne e uomini nelle guerre mondiali, Laterza, Roma-Bari 1991; (con Daniele Jalla), Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall'Italia, Angeli, Milano 1994; (con Anna Maria Bruzzone), In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza, Roma-Bari 1995, 2000; (con Lucetta Scaraffia), Donne del novecento, Liberal Libri, 1999; (con Anna Foa e Lucetta Scaraffia), I fili della memoria. Uomini e donne nella storia, Laterza, Roma-Bari 2000; (con Margherita Pelaja, Alessandra Pescarolo, Lucetta Scaraffia), Storia sociale delle donne nell'Italia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2001; Il fotoromanzo, Il Mulino, Bologna 2003; A colpi di cuore, Laterza, Roma-Bari 2008; (con Federico Cereja), Intervista a Primo Levi, ex deportato, Einaudi, Torino 2011; La conta dei salvati, Laterza, Roma-Bari 2013; Raccontare per la storia, Einaudi, Torino 2014.
Su Bruno Vasari dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la seguente scheda: "Bruno Vasari (Trieste, 9 dicembre 1911 - Torino, 20 luglio 2007) e' stato uno scrittore, partigiano e antifascista italiano. Nato a Trieste quando la citta' apparteneva ancora all'impero asburgico in una famiglia della media borghesia, Vasari fu allievo di Giani Stuparich al liceo ginnasio 'Dante Alighieri' e si iscrisse poi alla facolta' di Giurisprudenza, conseguendo la laurea a Torino. Nel 1935 venne assunto all'Eiar a Trieste, poi trasferito a Venezia e infine nella sede di Torino. Nel 1940 sposo' Felicina De Giorgio detta Nanni. Il primo giugno 1943 venne licenziato dalla direzione fascista dell'azienda dove lavorava per motivi politici; dopo il licenziamento si trasferi' a Milano e intensifico' i rapporti con la Resistenza. Il 6 novembre 1944 venne arrestato a Milano mentre prendeva contatti con Manlio Magini, comandante delle Divisioni Giustizia e Liberta' della Lombardia. Deportato al Campo di transito di Bolzano e da li' al Campo di concentramento di Mauthausen, venne liberato il 5 maggio 1945. Ritornato in Italia, gia' nel 1945 scrisse Mauthausen, bivacco della morte, che fu il primo libro di testimonianze di un ex deportato pubblicato in Italia. Nello stesso anno fu immediatamente riassunto alla Rai, dove giunse a ricoprire ben presto la carica di direttore centrale amministrativo e, quindi, di vicedirettore generale dal 1970 al pensionamento nel 1977. Dal 1974 per venti anni diresse la rivista 'Lettera ai Compagni', organo della Fiap (Federazione Italiana Associazioni Partigiane) e dal 1991 rivesti' la carica di presidente in seno all'Aned (Associazione nazionale ex deportati politici nei campi di concentramento nazisti). In questo ruolo, con la collaborazione della Regione Piemonte e dell'Universita' di Torino, promosse una vasta attivita' culturale volta a preservare la memoria della Deportazione e della Resistenza; in particolare favori' la raccolta di piu' di duecento testimonianze dei reduci dai campi di concentramento e sterminio nazisti residenti in Piemonte. Questo patrimonio e' stato raccolto nella banca dati Adp (Archivio della Deportazione piemontese), consultabile in rete a partire dal 2010. Rimasto vedovo nel 1958, nel 1963 si risposo' con Maria Valentina Appiotti, dirigente Ilte del gruppo Iri, scomparsa nel 1996. Dopo la morte di quest'ultima Vasari comincio' a scrivere poesie, strumenti di una nuova stagione di testimonianza che si e' conclusa con la sua morte, avvenuta a Torino il 20 luglio del 2007. Ha pubblicato numerosi scritti autobiografici e altre opere sulla Deportazione e la Resistenza e raccolte di poesie. Tutti gli scritti, i documenti e la biblioteca di Bruno Vasari sono depositati presso l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della societa' contemporanea. Opere principali: Mauthausen, bivacco della morte (Milano, La Fiaccola, 1945); Frammenti nella memoria (Torino, Omega, 1977); Il presente del passato (Torino, Omega, 1979); La resistenza dei deportati politici italiani nei lager nazisti (Mauthausen, Dachau, Buchenwald). Cenni e riflessioni preliminari (Alessandria, dell'Orso, 1995); Il balcone fiorito (raccolta di poesie, Torino, Omega, 1996); Giani Stuparich. Ricordi di un allievo (Trieste, Lint, 1999); Tecnica dei rapporti scritti (con prefazione di Daniele Jalla, Torino, Omega, 1999); Una battaglia culturale (a cura di Federico Cereja, Milano, M&B, 2001); Il riposo non e' affar nostro (libro-intervista a cura di Veronica Ujcich, Udine, Campanotto Editore, 2001); Di giorno in giorno (raccolta di poesie, Reggio Emilia, Diabasis, 2004); La liberta' allo stato nascente (a cura di Barbara Berruti, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2004); Tramonti (Udine, Campanotto, 2005)"]
Senza Bruno Vasari: parole difficili da scrivere, idea difficile da concepire per una quantita' di persone diverse. Perche' Vasari e' stato (e') molte cose: un antifascista, un resistente, un grande testimone del Lager, un catalizzatore culturale, il massimo custode della memoria della deportazione italiana. Si deve a lui, e ai suoi compagni dell'Aned, la raccolta iniziata nell'81 delle storie di vita delle deportate e dei deportati piemontesi, una ricerca unica per la sua ampiezza e per l'accuratezzza storiografica. Ne e' nato un Archivio di 224 interviste biografiche, risorsa straordinaria per la ricerca e la comprensione. Si devono sempre a lui l'Archivio degli scritti di memoria della deportazione dall'Italia, i tanti convegni nazionali e internazionali promossi dall'Aned, fra cui quello sulla deportazione delle donne, il primo in Europa. E i moltissimi libri, le rappresentazioni teatrali, la ricerca sulla storia della deportazione italiana di cui sono gia' usciti risultati importanti. Nell'insieme, un'impresa pluridecennale, che solo la sua energia felicemente e proverbialmente ostinata ha consentito.
Bruno era fiero di questo suo sforzo per moltiplicare i narratori e i temi, dell'appoggio fattivo e affettuoso delle istituzioni piemontesi, della collaborazione con studiosi esterni all'Aned, delle nuove leve di ricercatori, del lavoro con la scuola cui molti ex prigionieri si sono dedicati e si dedicano. "Il dovere di testimoniare", titolo del primo convegno organizzato a Torino, era il suo pensiero centrale. Lo era gia' all'indomani del ritorno dal Lager: il suo Mauthausen, bivacco della morte e' uno dei primi testi italiani di memoria della deportazione, in cui l'autore si fa portavoce della desolazione e della morte di massa, e dei singoli che non potranno testimoniarla che per interposta persona. Seguiranno altre opere e interventi profondi e originali, dedicati alla resistenza in Lager, a compagni di prigionia, alla sua cara Trieste, alla Versilia.
Bruno e' stato (e') anche un interlocutore critico e solidale, forte di una cultura sterminata e di una curiosita' avvertita ma simpatetica verso il nuovo. Nei primi anni Ottanta, la deportazione era per gran parte degli storici un tema di pertinenza delle scienze sociali, le sole ritenute in grado di andare al di la' del compianto e della denuncia del male incarnato dal Lager. Negli stessi anni, la storia orale stava suscitando polemiche negli ambienti universitari. La memoria era accusata di inaffidabilita', i testimoni di presentare una versione degli eventi troppo personale. La scelta di promuovere una ricerca di ampio respiro fondata su fonti orali era dunque doppiamente innovativa. E coraggiosa. Decidendo di far intervistare tutti i deportati e le deportate della regione, ci si esponeva alla possibilita' di discorsi e intepretazioni magari in contrasto fra loro; ma il primo intervento di Bruno che ricordo e' il sostegno alla metologia ricca e complessa della storia di vita. Con la stessa apertura aveva guardato al concetto di resistenza civile, su cui all'inizio degli anni Novanta si addensavano diffidenze. Dopo averlo vagliato in prima persona, Bruno l'aveva accettato come strumento utile a mettere in valore alcuni aspetti della deportazione, precedendo anche in questo caso studiosi piu' giovani secondo l'anagrafe, incomparabimente meno giovani quanto a disposizione mentale.
Per queste e tante altre ragioni, Bruno e' stato (e') uno dei padri simbolici che svettano nel nostro paesaggio mentale. E uno splendido settantenne, ottantenne, novantenne (e non dubito che fosse splendido a qualsiasi eta') capace di inaugurare in questi ultimi anni un nuovo registro espressivo - poesie, versi sparsi, filastrocche, cosi' musicali e visive che leggerle e' come ascoltare un canto o muoversi fra i colori. Questo Bruno imprevisto e senza eta' si accompagnava di buon grado al Bruno testimone di Mauthausen e anima di tante ricerche; l'uomo che non dimenticava l'enormita' degli eventi e l'enormita' dello sforzo necessario a farli conoscere, era lo stesso che custodiva l'amore per le piccole cose, il frammento, il dettaglio. Ecco perche' la sua scomparsa provoca insieme al dolore, una sorta di stordimento. E un bisogno prepotente di dirgli ancora una volta grazie.
5. MAESTRI. LIETTA TORNABUONI: UN PROFILO DI BRUNO VASARI (2006)
[Dal quotidiano "La Stampa" del 26 gennaio 2006 con il titolo "Il dottore che non dimentica".
Lietta Tornabuoni (Pisa, 24 marzo 1931 - Roma, 11 gennaio 2011) e' stata una prestigiosa giornalista, critica cinematografica, saggista di forte impegno civile]
Bruno Vasari, triestino allievo di Giani Stuparich, dirigente industriale ma anche poeta raffinato, specialista in Problem Solving (nel lessico aziendale, la formula indica naturalmente la capacita' di risolvere i problemi), insofferente di ogni ipocrisia, grande lavoratore, amico di Primo Levi che dedico' "a B. V." la poesia "Il superstite" pubblicata per la prima volta da "La Stampa" nel 1984, sostenitore de "l'absolu de la memoire" rispetto al "relatif" della Storia, ex deportato nel lager nazista di Mauthausen con il numero di matricola 114119, amante del cambiamento e della novita', non ha bisogno d'una giornata speciale dedicata a quella memoria che e' divenuta la forma di militanza della sua vita.
Le classificazioni razziali fasciste lo indicavano come "possibile ebreo"; era partigiano combattente per le formazioni di Giustizia e Liberta' addetto a informazioni, contatti, collegamenti. Nel 1944 venne arrestato "per spionaggio", chiuso nel carcere milanese di San Vittore, internato a Bolzano, spedito a Mauthausen. E' sua la prima testimonianza italiana sull'esperienza concentrazionaria, un piccolo libro pubblicato nel 1946: "Mauthausen bivacco della morte". Torno' a lavorare alla radio, dove raggiunse i vertici direttivi. All'eta' della pensione o quasi, nel 1971, comincio' la sua seconda esistenza, il suo nuovo lavoro nell'Aned, Associazione nazionale degli ex deportati, legata al Consiglio regionale del Piemonte.
Come presidente o vicepresidente dell'Associazione, realizza molti Convegni nazionali o internazionali; escono 23 pubblicazioni. Nel 1981, Bruno Vasari progetta la raccolta delle storie di vita degli ex deportati. Centinaia di interviste, un archivio prezioso che nel 1991 viene versato all'Istituto piemontese per la storia della Resistenza: da alcune di quelle storie nasce il libro "La vita offesa" di Anna Bravo e Daniele Jalla, dal libro uno spettacolo teatrale dello Stabile di Torino. Nel 2002 Vasari ottiene dalla Fondazione San Paolo finanziamenti per realizzare una storia della deportazione italiana, una ricerca affidata all'Universita' torinese, coordinata dal professor Nicola Tranfaglia, che si concludera' quest'anno: 40.000 nomi di donne e uomini inviati nei lager dall'Italia, un immenso atlante di morte (soltanto il 10% dei deportati torno'), una registrazione di dolore che comprende ebrei e partigiani ma anche renitenti alla leva, disertori dell'esercito di Salo', religiosi, zingari, detenuti comuni, omosessuali, prigionieri alleati.
In un giorno come questo, Bruno Vasari insegna molto: coraggio, fattivita', nobile costanza, coerenza mai stanca, il fatto che (come ricorda Alberto Cavaglion) "la memoria e' il presente del passato, il presente del futuro e' la speranza". Peccato che, con tanta dedizione e fatica, le cose d'Italia siano poi andate come sono andate.
6. LIBRI. BENITO D'IPPOLITO PRESENTA "RACCONTARE PER LA STORIA" DI ANNA BRAVO
[Primo Levi e' nato a Torino nel 1919, e qui e' tragicamente scomparso nel 1987. Chimico, partigiano, deportato nel lager di Auschwitz, sopravvissuto, fu per il resto della sua vita uno dei piu' grandi testimoni della dignita' umana ed un costante ammonitore a non dimenticare l'orrore dei campi di sterminio. Le sue opere e la sua lezione costituiscono uno dei punti piu' alti dell'impegno civile in difesa dell'umanita'. Opere di Primo Levi: fondamentali sono Se questo e' un uomo, La tregua, Il sistema periodico, La ricerca delle radici, L'altrui mestiere, I sommersi e i salvati, tutti presso Einaudi; presso Garzanti sono state pubblicate le poesie di Ad ora incerta; sempre presso Einaudi nel 1997 e' apparso un volume di Conversazioni e interviste. Altri libri: Storie naturali, Vizio di forma, La chiave a stella, Lilit, Se non ora, quando?, tutti presso Einaudi; ed Il fabbricante di specchi, edito da "La Stampa". Ora l'intera opera di Primo Levi (e una vastissima selezione di pagine sparse) e' raccolta nei due volumi delle Opere, Einaudi, Torino 1997, a cura di Marco Belpoliti. Opere su Primo Levi: AA. VV., Primo Levi: il presente del passato, Angeli, Milano 1991; AA. VV., Primo Levi: la dignita' dell'uomo, Cittadella, Assisi 1994; Marco Belpoliti, Primo Levi, Bruno Mondadori, Milano 1998; Anna Bravo, Raccontare per la storia, Einaudi, Torino 2014; Massimo Dini, Stefano Jesurum, Primo Levi: le opere e i giorni, Rizzoli, Milano 1992; Ernesto Ferrero (a cura di), Primo Levi: un'antologia della critica, Einaudi, Torino 1997; Ernesto Ferrero, Primo Levi. La vita, le opere, Einaudi, Torino 2007; Giuseppe Grassano, Primo Levi, La Nuova Italia, Firenze 1981; Gabriella Poli, Giorgio Calcagno, Echi di una voce perduta, Mursia, Milano 1992; Claudio Toscani, Come leggere "Se questo e' un uomo" di Primo Levi, Mursia, Milano 1990; Fiora Vincenti, Invito alla lettura di Primo Levi, Mursia, Milano 1976. Cfr. anche il sito del Centro Internazionale di Studi Primo Levi (www.primolevi.it)]
Anna Bravo, Raccontare per la storia. Narratives for history, Einaudi, Torino 2014, pp. VI + 216, euro 18. Volume della serie delle "Lezioni Primo Levi" promosse dal Centro internazionale di studi Primo Levi (sito: www.primolevi.it). Traduzione inglese a fronte di Jonathan Hunt.
*
Dei libri su Primo Levi che ho avuto occasione di leggere questo e' di quelli che amo di piu'.
Si compone di due parti: la prima parte (pp. 1-113) consiste di una lezione (meditazione e testimonianza) di Anna Bravo sull'opera di Primo Levi, e particolarmente su tre temi decisivi di essa, che costituiscono anche altrettanti cruciali contributi alla storiografia e alle scienze umane, alla riflessione morale, sociale, politica: "Il suo ruolo decisivo nel portare in primo piano l'esperienza e l'immagine della deportazione per motivi razzisti. La zona grigia, in particolare il rapporto fra privilegio da un lato, sopravvivenza e memoria dall'altro; e l'importanza di questo concetto per la storiografia della resistenza e della guerra. Infine, il dolore che la violenza inflitta dai 'giusti' provoca, non solo a chi ne e' colpito, ma anche a chi la esercita" (p. 5); la seconda parte (pp. 115-211) consiste di una vasta e preziosa appendice di testi di Primo Levi e di altre autrici ed altri autori (Hannah Arendt, Italo Calvino, Lilia Davite).
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Io che scrivo queste righe sono una di quelle innumerevoli persone per cui l'opera e la persona di Primo Levi costituiscono un riferimento morale e politico fondamentale. Non una, ma tutte le volte in cui ero incerto tra scelte gravose ed irreversibili la domanda che mi sono posto e' stata: "Cosa avrebbe pensato, cosa avrebbe detto, cosa avrebbe fatto Primo Levi?", ed ho deciso di conseguenza. Come Diderot, come Leopardi, come Hannah Arendt, come Virginia Woolf, mi aiuta ad orientarmi nel labirinto della vita. Ed in quanto testimone e studioso - il piu' acuto, a mio avviso - dell'evento cruciale del Novecento, la sua lezione mi convoca e mi sostiene nel compito di fare quanto in mio potere perche' quell'orrore non sia dimenticato ne' banalizzato, e perche' non si ripeta ancora; mi chiama alla lotta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
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Sono anche un lettore grato e fedele delle opere di Anna Bravo, il cui contributo alla storiografia ed il cui contributo alla nonviolenza sono a mio parere di enorme valore. Leggendo i suoi libri mi sembra sovente di pensare i suoi stessi pensieri; nelle sue opere trovo sempre un alimento intellettuale - un acquisto di conoscenza e di comprensione - e un conforto morale.
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Al gentile lettore, alla gentile lettrice, l'invito a procurarsi quest'opera degna e leggerla tutta (tutta d'un fiato dapprima, dipoi con piu' lento, piu' fermo respiro, con esatta attenzione): ne trarranno nutrimento e speranza, impulso all'impegno per il bene comune.
7. LIBRI. GIOBBE SANTABARBARA PRESENTA "LA CONTA DEI SALVATI" DI ANNA BRAVO
Anna Bravo, La conta dei salvati. Dalla Grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato, Laterza, Roma-Bari 2013, pp. VI + 246, euro 16.
*
Un libro vivo. Un appello a pensare. Uno strumento per l'azione nonviolenta.
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Questo ne e' l'indice.
Capitolo primo: Violenza, nonviolenza, storia. Voracita' delle guerre; Una "koine'"; Alterne fortune; Perche' la lotta inerme funziona; La nonviolenza: cosa non e'; Risparmiare il sangue; Amor proprio, amor di patria; Autopresentazione.
Capitolo secondo: Guerre evitate, esplose, contrastate. Un prima e un dopo; Inevitabile; "Nessuna guerra e inevitabile finche non scoppia"; Churchill: guerre ritardate, guerre evitate, p. 23 - La guerra in Europa; Uomini; Sistemi; Da pace a guerra; Una guerra indesiderata; La corsa agli armamenti; L'autonomia della violenza; Due villaggi dei Balcani; Perche si combatte?; Prove di nonviolenza; Vicini di casa; La cosa giusta.
Capitolo terzo: Un maestro. Il gioco degli altri; Tre patrie; "Ahimsa" e "satyagraha"; Piu' donna che uomo; Il giocodi Gandhi; Contro la violenza degli oppressi; Integrare lavoro, societa', poteri; L'indipendenza; Contro l'India per gli intoccabili; Contro l'India per l'unita'; Il Gandhi musulmano; Sangue indiano, sangue britannico; Incoerente, effeminato, folle; Rimuovere Gandhi?
Capitolo quarto: Senza armi contro Hitler: in Italia. Premessa; Meritevoli fantasmi; L'8 settembre; Un "maternage"; Donne; I prigionieri alleati; Una strana alleanza; Il mondo alla rovescia; La spirale del bene; Di massa, ma una minoranza; Questioni d'onore; Gente buona in tempi bui; Racconti; "Siamo dell'avviso"; Uno sguardo lento; Ricordare insieme.
Capitolo quinto: Senza armi contro Hitler: in Danimarca. Un paese riprovevole?; Voltare le spalle; I tedeschi al potere; Nazisti, danesi, ebrei; I gerarchi si dividono; Il ponte sull'Oeresund; Una leggenda quasi vera; Per amore della democrazia?; I danesi e i "loro" ebrei; Resistenze; Una smitizzazione superflua; La vischiosita' del bene; Onore e umorismo; Salvare le galline.
Capitolo sesto: Kosovo. "Non e' una tragedia"; I Balcani, un po' meno Europa; Due storie; La fine dell'autonomia; Un risveglio; La campagna per la riconciliazione; Semi-resistenza, semi-impotenza; La "serbizzazione" del Kosovo; Il governo parallelo; La scuola disseminata; I punti ciechi; Un leader; Mitografia; La crisi della nonviolenza; La guerra; La fine di un padre di famiglia; Fra due genealogie; Un fallimento senza appello?
Capitolo settimo: Tibet. La cautela dei potenti; La fine dell'autonomia; Ne' inferno ne' paradiso; La rivoluzione esportata; No alle armi; Un popolo ostinato; Le riforme; Resistenza e religione; Il ciclo nonviolenza-repressione-violenza; La resistenza della parola; Nazionalismo e diritti umani; Il XIV Dalai Lama; La Via di mezzo e la seduzione della violenza; Le Olimpiadi; Il Dalai Lama si dimette; Una storia incompleta; Uomo della Cia, popstar, "Oceano di saggezza"; Un politico; Risparmiare il sangue.
Seguono i ringraziamenti, l'indice dei nomi e l'indice dei luoghi.
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Introduce l'ignaro a verita' essenziali, e conferma la persona amica della nonviolenza a perseverare in cio' che e' buono e giusto.
Ci ricorda (se possiamo usare formulazioni che tante volte su questo foglio vengono ripetute) che ogni vittima ha il volto di Abele, che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta', che quindi il primo dovere e' salvare le vite. Ci ricorda che la nonviolenza e' in cammino, e che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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Un libro vivo. Un appello a pensare. Uno strumento per l'azione nonviolenta.
8. LIBRI. GIOVANNI SCHIFUCCICCHI PRESENTA "A COLPI DI CUORE" DI ANNA BRAVO
Anna Bravo, A colpi di cuore. Storie del sessantotto, Laterza 2008, pp. IV + 322, euro 15.
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Mi pare dica cose giuste e vere, ricorda il bene e non nasconde il male, rigetta il vile e salva quel che vale, convoca ancora a fare il tuo dovere.
9. MATERIALI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI FRANCUCCIO GESUALDI E DEL "CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO"
[Riproponiamo ancora una volta]
- Franco Gesualdi, Signorno', Guaraldi, Rimini-Firenze 1972.
- Franco Gesualdi, Economia: conoscere per scegliere, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982.
- Franco Gesualdi e Pierangelo Tambellini del Centro nuovo modello di sviluppo (Vecchiano - Pi), Energia nucleare. Cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento, Perugia 1987.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Lettera ad un consumatore del Nord, Emi, Bologna 1990, 1994.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Boycott! Scelte di consumo scelte di giustizia. Manuale del consumatore etico, Macro/edizioni, San Martino di Sarsina (Fo) 1992.
- Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Sulla pelle dei bambini, Emi, Bologna 1994, 1995.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti. Guida alla comprensione e al superamento dei meccanismi che impoveriscono il Sud del mondo, Emi, Bologna 1993, 1996.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al consumo critico. Informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, Emi, Bologna 1996.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Sud-Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro, Emi, Bologna 1996, 1997.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Geografia del supermercato mondiale. Produzione e condizioni di lavoro nel mondo delle multinazionali, Emi, Bologna 1996.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai figli del pianeta. Scelte per un futuro vivibile, Emi, Bologna 1998.
- Francesco Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo, Manuale per un consumo responsabile. Dal boicottaggio al commercio equo e solidale, Feltrinelli, Milano 1999.
- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Paola Costanzo, Te', infusi e tisane dal mondo, Sonda, Torino-Milano 2001.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al risparmio responsabile. Informazioni sui comportamenti delle banche per scelte consapevoli, Emi, Bologna 2002.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al telefono critico. Il mondo della telefonia messo a nudo, Terre di mezzo, Milano 2002.
- Willy Mutunga, Francesco Gesualdi, Stephen Ouma, Consumatori del nord lavoratori del sud. Il successo di una campagna della societa' civile contro la Del Monte in Kenya, Emi, Bologna 2003.
- Francesco Gesualdi, Acquisti trasparenti, Emi, Bologna 2005.
- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Tutti i tipi di te', Sonda, Torino-Milano 2005.
- Francesco Gesualdi, John Pilger, Comprare con giustizia, Emi, Bologna 2005.
- Francesco Gesualdi, Centro nuovo modello di sviluppo, Sobrieta'. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, Feltrinelli, Milano 2005.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai giovani figli del pianeta. Scegliamo insieme un futuro per tutti, Emi, Bologna 2005.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al vestire critico, Emi, Bologna 2006.
- Francesco Gesualdi, Acqua con giustizia e sobrieta', Emi, Bologna 2007.
- Francesco Gesualdi, Il mercante d'acqua, Feltrinelli Milano 2007.
- Francesco Gesualdi, Lorenzo Guadagnucci, Dalla parte sbagliata del mondo. Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante, Terre di mezzo, Milano 2008.
- Francesco Gesualdi, Vito Sammarco, Consumattori. Per un nuovo stile di vita, La Scuola, Brescia 2009.
- Francesco Gesualdi, L'altra via. Dalla crescita al benvivere, programma per un'economia della sazieta', Terre di Mezzo, Milano 2009.
- Francesco Gesualdi, Dario Bossi, Il prezzo del ferro. Come si arricchisce la piu' grande multinazionale del ferro e come resistono le vittime a livello mondiale, Emi, Bologna 2010.
- Francesco Gesualdi, Cercatori del regno. Cammino missionario verso la Pasqua 2011. Una Quaresima per crescere nella spiritualita' dei nuovi stili di vita, Emi, Bologna 2011.
- Francesco Gesualdi, I fuorilega del nordest, Dissensi, 2011.
- Centro nuovo modello di sviluppo, I mercanti della notizia. Guida al controllo dell'informazione in Italia, Emi, Bologna 2011.
- Francesco Gesualdi, Facciamo da soli. Per uscire dalla crisi, oltre il mito della crescita: ripartiamo dal lavoro e riprendiamoci l'economia, Altreconomia, Milano 2012.
- Francesco Gesualdi, Le catene del debito. E come possiamo spezzarle, Feltrinelli, Milano 2013.
- Francesco Gesualdi, L'economia del bene comune, Feltrinelli, Milano 2013.
- Francesco Gesualdi, Cambiare il sistema. La storia e il pensiero del padre del consumo critico, fondatore del "Centro nuovo modello di sviluppo", Altreconomia, Milano 2014.
- Francesco Gesualdi, Risorsa umana. L'economia della pietra scartata, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2015.
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Ovviamente cfr. inoltre anche almeno:
- Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1967.
- AA. VV., La Rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Emi, Bologna 2001.
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Nando dalla Chiesa, Le ribelli. Storie di donne che hanno sfidato la mafia per amore, Melampo, Milano 2006, pp. 152.
- Nando dalla Chiesa, I fiori dell'oleandro. Donne che fanno piu' bella l'Italia, Melampo, Milano 2014, pp. 232.
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Riedizioni
- Alessia Candito, Chi comanda Milano. Mafie, soldi, potere nell'era di Expo, Lit Edizioni - Il sole 24 ore, Milano 2015, pp. 400, euro 8,90.
- Joao Magueijo, La particella mancante. Vita e mistero di Ettore Majorana, genio della fisica, Rcs, Milano 2010, 2015, pp. 384, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2035 del 5 luglio 2015
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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