[Nonviolenza] Telegrammi. 1987
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- Date: Fri, 15 May 2015 23:00:09 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1987 del 16 maggio 2015
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Per fare la pace
2. Mao Valpiana: Facciamo pace con la difesa. La campagna prosegue
3. Il testo della proposta di legge di iniziativa popolare "Istituzione e modalita' di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta"
4. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
5. Per Gloria Anzaldua
6. Parole al vento, cadaveri in mare
7. Primo maggio
8. Se non e' recita la commozione. Quasi un comizio per il primo maggio
9. Cosa si aspetta ancora?
10. Cosa intendiamo dire quando diciamo "salvare le vite"?
11. La strage continua
12. Riconoscere subito a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese
13. Si potrebbe
14. Un esule, un condannato a morte
15. Soccorrere, accogliere, assistere
16. La morte che non fa piu' notizia
17. Se non si comincia
18. Cose cosi' ovvie che ci si vergogna a dirle
19. Ripetiamolo ancora una volta
20. Ogni etica, ogni politica
21. Il ministero delle stragi, il ministero della schiavitu'
22. Omissione di soccorso
23. Se fosse facile far finta di niente
24. Il bambino nella valigia
25. "Opporsi al razzismo". Un incontro di riflessione e di testimonianza a Viterbo
26. Sulla zattera della Medusa
27. Senza girarci intorno
28. Dopo la battaglia delle Arginuse
29. Fino a quando
30. Vittime
31. Antigone, naturalmente
32. Primo
33. Soccorrere tutti
34. Segnalazioni librarie
35. La "Carta" del Movimento Nonviolento
36. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PER FARE LA PACE
Per fare la pace bisogna abolire la guerra.
Per fare la pace bisogna abolire gli eserciti.
Per fare la pace bisogna abolire le armi.
Per fare la pace bisogna scegliere la nonviolenza.
2. EDITORIALE. MAO VALPIANA: FACCIAMO PACE CON LA DIFESA. LA CAMPAGNA PROSEGUE
[Dal sito www.difesacivilenonviolenta.org riprendiamo l'editorale di Mao Valpiana su "Azione nonviolenta" n. 608 di marzo-aprile 2015, dedicato alla conclusione della fase di raccolta delle firme della Campagna "Un'altra Difesa e' possibile".
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E' stato fondamentale ideatore, animatore e portavoce dell'"Arena di pace e disarmo" del 25 aprile 2014. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]
La raccolta di firme a sostegno della proposta di Legge di iniziativa popolare per la "Istituzione e modalita' di finanziamento del Dipartimento della difesa civile, non armata e nonviolenta", sta giungendo al termine. Al momento in cui scrivo non sappiamo ancora quanti cittadini hanno sottoscritto, la fase di conteggio e' in corso. La meta delle 50.000 firme e' raggiungibile, ma non certa. In ogni caso entro il 23 maggio dobbiamo procedere con la consegna dei moduli compilati alla Camera dei Deputati, concludendosi i sei mesi di raccolta a disposizione.
Possiamo comunque dire che e' stata un'esperienza assolutamente positiva. Ringraziamo tutti i gruppi sparsi sul territorio che si sono prodigati nell'impegno. In tutte le regioni si sono attivati comitati locali, ben al di la' del naturale bacino d'utenza dei nostri movimenti. Sono state centinaia le iniziative pubbliche che abbiamo registrato. Molti sindaci hanno sottoscritto, tanti Comuni hanno aderito e in diversi consigli comunali e regionali sono state approvate mozioni a sostegno della Campagna. Le regioni "forti" dove abbiamo raccolto piu' firme sono state la Lombardia, il Veneto, l'Emilia Romagna, nel resto d'Italia ci si e' mossi a macchia di leopardo, segno evidente che dove ci sono radicati gruppi locali che agiscono, i risultati arrivano. Dunque l'obiettivo politico di allargare l'interesse e aprire una discussione pubblica sul tema della "difesa civile non armata e nonviolenta" e' stato raggiunto, e di questo dobbiamo essere contenti e soddisfatti.
Ora il cammino prosegue. Dopo la consegna delle firme alla Camera dei Deputati dovremo agire per effettuare una "pressione politica" sul Parlamento, sui partiti e sui singoli deputati, affinche' i contenuti e le proposte sulla Difesa civile trovino una risposta istituzionale. E' questo il nostro obiettivo: ottenere il riconoscimento culturale, politico, giuridico e quindi economico della difesa civile, non armata e nonviolenta. Insomma, vogliamo vedere riconosciuta piena attuazione agli articoli 11 e 52 della Costituzione (l'Italia ripudia la guerra, la difesa e' affidata ai cittadini).
Per questo particolare importanza assumera' quest'anno la data del 2 giugno. La Festa della Repubblica (nata da un referendum, fondata sul lavoro, la cui sovranita' appartiene al popolo, che ripudia la guerra...) e' intrinsecamente la Festa della Difesa civile (che sara' nata da una legge di iniziativa popolare, fondata sul lavoro dei cittadini e delle loro associazioni, la cui sovranita' e' affidata ai difensori civili, e che attua il ripudio della guerra...). La difesa civile, non armata e nonviolenta e' difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; difesa dell'integrita' della vita, dei beni e dell'ambiente dai danni che derivano dalle calamita' naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni. Diremo questo quando consegneremo le firme alla Presidente della Camera a Montecitorio, e chiederemo ancora una volta che si ponga fine allo scandalo della Festa repubblicana celebrato con la parata militare e delle armi. L'elemento unificante e rappresentativo del nostro Paese non e' l'esercito, ma il popolo stesso. Il popolo con la sua capacita' (ora smarrita, ma da ritrovare e ricostruire) di difendere civilmente la liberta' e la giustizia. Per questo proponiamo che a sfilare il 2 giugno siano le forze del lavoro, i sindacati, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i disoccupati, bambini con le madri e i padri, le ragazze e i ragazzi del servizio civile, i singoli cittadini che ogni giorno lottano per la dignita'...
Terminata la fase della raccolta firme, la Campagna prosegue. La difesa civile non armata e nonviolenta deve rimanere al centro dell'agire delle sei Reti promotrici. La difesa, il sostegno e la valorizzazione del Servizio Civile come elemento di difesa della patria, la mobilitazione contro gli F35, la solidarieta' sul tema dei profughi, delle stragi in mare, la costruzione dei Corpi civili e la visione di un'Europa come potenza di pace, sono solo alcuni degli obiettivi comuni sui cui continueremo a lavorare.
3. DOCUMENTAZIONE. IL TESTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE "ISTITUZIONE E MODALITA' DI FINANZIAMENTO DEL DIPARTIMENTO DELLA DIFESA CIVILE NON ARMATA E NONVIOLENTA"
Art. 1 (Difesa civile non armata e nonviolenta)
1. In ottemperanza al principio costituzionale del ripudio della guerra, di cui all'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, ed al fine di favorire l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale, di cui all'articolo 2 della Costituzione, e l'adempimento del dovere di difesa della Patria di cui all'articolo 52 della Costituzione, viene riconosciuta a livello istituzionale una forma di difesa alternativa a quella militare denominata "Difesa civile non armata e nonviolenta", quale strumento di difesa che non comporti l'uso delle armi ed alternativo a quello militare.
2. Ai fini di cui al comma precedente, viene istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta", dal quale dipendono:
a) i Corpi Civili di Pace, la cui sperimentazione e' inserita nella Legge 27 dicembre 2013, n. 147 che prevede l'istituzione di un contingente da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale;
b) l'Istituto di ricerca sulla Pace e il Disarmo, da istituirsi con apposita Legge successiva.
3. Per i fini di cui all'Articolo 1 Comma 1 della presente legge, il "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta" deve prevedere forme di interazione e collaborazione con:
a) il Dipartimento della Protezione Civile come organo di riferimento del Servizio Nazionale di Protezione Civile regolato dalla Legge 12 luglio 2012, n. 100 e successive modifiche ed integrazioni;
b) il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile incardinato presso il Ministero dell'Interno;
c) il Dipartimento della Gioventu' e del Servizio Civile Nazionale regolato dal Dpcm 21 giugno 2012;
in particolare con l'istituzione di un "Consiglio Nazionale per la difesa civile, non armata e nonviolenta" fra i suddetti Dipartimenti con compiti paritetici di indirizzo e di confronto da normare con successivo Regolamento emesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministero degli Interni.
4. Il "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta" ha i seguenti compiti:
a) difendere la Costituzione, affermando i diritti civili e sociali in essa enunciati, la Repubblica e l'indipendenza e la liberta' delle istituzioni democratiche del Paese;
b) predisporre piani per la difesa civile non armata e nonviolenta, coordinarne la loro attuazione, e curare ricerche e sperimentazioni, nonche' forme di attuazione della difesa civile non armata, ivi compresa la necessaria formazione e l'educazione della popolazione;
c) svolgere attivita' di ricerca per la pace, il disarmo, per la graduale differenziazione produttiva e la conversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa e la giusta e duratura risoluzione dei conflitti, e predisporre studi finalizzati alla graduale sostituzione della difesa armata con quella civile nonviolenta, provvedere alla formazione del personale appartenente alle sue strutture;
d) favorire la prevenzione dei conflitti armati, la riconciliazione, la mediazione, la promozione dei diritti umani, la solidarieta' internazionale, l'educazione alla pace nel mondo, il dialogo inter-religioso ed in particolare nelle aree a rischio di conflitto, in conflitto o post-conflitto;
e) organizzare e dirigere le strutture della Difesa civile non armata e nonviolenta e pianificare e coordinare l'impiego dei mezzi e del personale ad essa assegnati;
f) contrastare le situazioni di degrado sociale, culturale ed ambientale e difendere l'integrita' della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni cagionati dalle calamita' naturali.
5. Le attivita', l'organizzazione ed il funzionamento del Dipartimento di cui al comma 2, e delle sue articolazioni, sono disciplinati con regolamento da emanarsi ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della Legge 23 agosto 1988, n. 400 e successive modificazioni, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, entro sei mesi dalla data di approvazione della presente legge.
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Art. 2 (Fondo nazionale per la Difesa civile non armata e nonviolenta)
1. Per il funzionamento del Dipartimento di cui al precedente articolo 1, si provvede mediante costituzione presso la Presidenza del Consiglio, nell'ambito del relativo Programma della Missione "Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio", di un apposito Fondo denominato "Fondo nazionale per la Difesa civile non armata e nonviolenta", con una dotazione annua iniziale pari a 100 milioni di euro per l'anno 2015, di cui non oltre il 10% per le spese di funzionamento, ed alimentato, per gli anni successivi, anche dalle risorse derivanti dalla disposizione di cui al successivo articolo 3.
2. Al fine di sostenere per l'anno in corso l'onere finanziario derivante dalla precedente disposizione le spese sostenute dal Ministero della Difesa relative all'acquisto di nuovi sistemi d'arma sono ridotte in misura tale da assicurare risparmi pari ad almeno 100 milioni di euro.
3. Le modalita' di gestione e di rendicontazione delle risorse del Fondo e delle spese di funzionamento del "Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta", sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
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Art. 3 (Scelta di destinazione del sei per mille dell'Irpef)
1. A decorrere dall'anno d'imposta 2015 e' riconosciuta al contribuente la facolta' di destinare una quota pari al sei per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, dovuta e liquidata dall'amministrazione finanziaria sulla base della dichiarazione annuale, all'incremento della copertura delle spese di funzionamento del Dipartimento per la Difesa civile non armata e nonviolenta ed al finanziamento delle attivita' dei Corpi Civili di Pace e dell'Istituto di ricerca sulla Pace e il Disarmo di cui all'articolo 1, comma 2, lettera a) e b) della presente legge. A tal fine, per la destinazione delle relative somme e' necessario che il contribuente, con opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi, scelga di sostenere le spese per la Difesa civile non armata e nonviolenta.
2. Il ministro dell'Economia e delle finanze e' delegato a stabilire, con proprio decreto, da emanarsi entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le modalita' di esercizio, in sede di dichiarazione annuale ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, dell'opzione fiscale di cui al comma 1, anche prevedendo a tal fine le dovute modifiche alla modulistica.
3. Il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro dell'economia e delle finanze presentano annualmente al Parlamento una dettagliata relazione sull'entita' e sulle modalita' di utilizzazione delle risorse rivenienti dalle opzioni fiscali di cui al precedente comma 1, e sullo stato di attuazione della presente legge.
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Art. 4 (Copertura finanziaria)
1. A decorrere dall'anno d'imposta 2015 l'ammontare delle risorse disposte ai sensi dell'articolo 3 e' compensato da corrispondenti risparmi derivanti dai meccanismi di revisione e di razionalizzazione della spesa pubblica di cui alla missione "Difesa e sicurezza del territorio" del bilancio statale secondo le procedure di cui alla legge 7 agosto 2012, n. 135 nonche' dai risparmi derivanti dalla dismissione di caserme e presidi di pertinenza del demanio militare.
2. Il Ministero dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio.
4. BUONE AZIONI. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
Per sostenere il centro antiviolenza di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
5. MAESTRE. PER GLORIA ANZALDUA
Ricorreva il 15 maggio l'anniversario della scomparsa di Gloria Anzaldua (Valle del Rio Grande, 26 settembre 1942 - Santa Cruz, 15 maggio 2004), la grande poetessa, scrittrice, docente universitaria, pensatrice ed attivista per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Anche nel ricordo di Gloria Anzaldua proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi nella lotta per la comune liberazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
6. RIFLESSIONE. PAROLE AL VENTO, CADAVERI IN MARE
Non dimentichiamo le persone che vengono fatte morire nel Mediterraneo.
Non dimentichiamo che tutte potrebbero essere salvate se i governi europei riconoscessero a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Europa in modo legale e sicuro.
Di seguito ripubblichiamo alcuni testi gia' apparsi su questo foglio tra il primo maggio e ieri.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
7. REPETITA IUVANT. PRIMO MAGGIO
In questo primo maggio, giorno in cui il movimento delle classi sfruttate ed oppresse fa memoria dei soprusi subiti e riafferma l'impegno alla lotta per la liberazione dell'umanita', noi ricordiamo tra i nostri compagni di lotta Alfio Pannega e Gianni Fiorentini.
In questo primo maggio di memoria e d'impegno, noi ricordiamo tutte le vittime di tutte le guerre, di tutte le stragi, di tutte le uccisioni, di tutte le violenze; e fedeli alla loro memoria riaffermiamo le ragioni della nostra lotta per un'umanita' di persone libere ed eguali in diritti, per una societa' libera, egalitaria, fraterna.
In questo primo maggio di memoria e d'impegno, noi torniamo ad affermare che a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dall'orrore deve essere riconosciuto il diritto di entrare in Italia e in Europa in modo legale e sicuro; noi torniamo ad affermare che l'Italia e l'Europa devono cessare di partecipare alle guerre e di produrre e commerciare armi; noi torniamo ad affermare che l'Italia e l'Europa devono cessare di rapinare interi continenti.
In questo primo maggio di memoria e d'impegno, noi riaffermiamo che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; noi riaffermiamo che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; noi riaffermiamo che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Viva il primo maggio.
Viva l'internazionale futura umanita'.
La nonviolenza e' in cammino.
8. REPETITA IUVANT. SE NON E' RECITA LA COMMOZIONE. QUASI UN COMIZIO PER IL PRIMO MAGGIO
Dopo ogni strage la commozione.
Ma quella commozione deve dare impulso all'azione necessaria per evitare altre stragi.
In questo primo maggio diciamole queste parole.
*
La commozione esibita da molti rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee dopo la strage nel Mediterraneo del 18 aprile, quali concrete conseguenze ha avuto? Quali decisioni ha promosso adeguate a impedire nuove stragi? Quale consapevolezza ha fatto emergere e quali provvedimenti conseguenti ha indotto ad assumere?
Stiamo ai fatti: ogni persona ragionevole sa che nessuno morirebbe nei naufragi dei barconi nel Mediterraneo se i governi europei consentissero di giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla guerra, dai disastri e dall'orrore, dalla persecuzione e dalla morte.
Basterebbe quindi che i governi europei consentissero l'ingresso legale e sicuro in Europa a tutte le persone che ne hanno bisogno per salvare le loro vite, e non vi sarebbero piu' naufragi.
E' tutto qui.
Finche' i governi europei non abrogheranno le misure razziste che condannano le vittime dell'orrore ad affidarsi ai trafficanti illegali per cercar di sfuggire alla morte, fino ad allora le stragi continueranno.
E il cordoglio dei governanti per i morti, la tristezza e la commozione, saranno solo una trista recita.
In questo primo maggio diciamole queste parole.
*
E' possibile salvare le vite di tutti i fuggiaschi in pericolo di morte: basta decidere di soccorrerli, di accoglierli, di assisterli, basta decidere di riconoscere loro il diritto umano di salvare le loro vite; basta riconoscere loro il diritto di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro.
Sono le politiche razziste dei governi europei ad aver creato l'illegale mercato gestito dalle mafie dei trafficanti; sono le politiche razziste dei governi europei le prime responsabili delle stragi nel Mediterraneo; sono le politiche razziste dei governi europei a far morire tanti innocenti.
Decidano finalmente i governi europei di salvare le vite invece di sopprimerle.
Decidano finalmente i governi europei di riconoscere ad ogni persona il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Decidano finalmente i governi europei di permettere a tutti gli esseri umani di entrare in Europa in modo legale e sicuro.
E poiche' i governi europei ancor oggi non fanno cio' che sarebbe giusto, non si adoperano per salvare innumerevoli vite, ebbene, siano allora i popoli europei ad insorgere nonviolentemente per ottenere che quelle vite siano salvate, per imporre ai propri governi il rispetto del primo principio della morale e del diritto: non uccidere, salva le vite.
In questo primo maggio diciamole queste parole.
*
Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
9. REPETITA IUVANT. COSA SI ASPETTA ANCORA?
Cosa si aspetta ancora a salvare le vite dei migranti che attraversano il Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna in fuga dalla fame, dall'orrore e dalla morte?
Cosa si aspetta ancora a consentire a tutti gli esseri umani l'ingresso legale e sicuro nel nostro paese?
Cosa si aspetta ancora a mettere a disposizione mezzi di trasporto pubblici e gratuiti a persone innocenti vittime di inaudita violenza?
Cosa si aspetta ancora a soccorrere, accogliere, assistere bambine, bambini, donne e uomini la cui vita e' in pericolo?
Cosa si aspetta ancora a rispettare l'impegno scritto nella nostra Costituzione, che recita che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica"?
Cosa si aspetta ancora?
10. REPETITA IUVANT. COSA INTENDIAMO DIRE QUANDO DICIAMO "SALVARE LE VITE"?
Intendiamo dire: salvare le vite.
E per salvare le vite di tutte le persone che oggi muoiono nei naufragi dei barconi nel Mediterraneo e' sufficiente che i governi europei riconoscano il diritto di entrare in Europa in modo legale e sicuro a tutti gli esseri umani, ed a maggior ragione agli esseri umani in fuga dalla fame e dalla morte.
Continuare a negare questo diritto significa continuare a far morire innumerevoli innocenti.
Cosa intendiamo dire quando diciamo "salvare le vite"?
Intendiamo dire: salvare le vite.
11. REPETITA IUVANT. LA STRAGE CONTINUA
Altre persone morte nel Mediterraneo.
La strage continua.
*
E noi lo sappiamo che di questo massacro la responsabilita' principale e' dei governi europei che impediscono che esseri umani innocenti, costretti ad abbandonare le loro case ed i loro paesi, possano giungere nel nostro continente in modo legale e sicuro, e trovarvi accoglienza e assistenza, rispetto e solidarieta'.
Noi lo sappiamo che basterebbe un tratto di penna per salvare tutte le vite che oggi vengono soppresse nei naufragi dei barconi nel Mediterraneo: un tratto di penna con cui i governi o i parlamenti europei, o almeno uno di essi, il governo o il parlamento italiano, riconoscesse il diritto di tutti gli esseri umani ad entrare in modo legale e sicuro in Europa, in Italia.
Salvare le vite: il primo dovere.
*
Noi lo sappiamo: vediamo questo orrore, ne riconosciamo le cause e gli esiti, sappiamo interpretarlo.
Perche' allora non insorgiamo a costringere i governanti a rispettare le stesse leggi cui hanno giurato fedelta' e che fanno obbligo di salvare le vite?
Perche' non riusciamo a promuovere una massiva mobilitazione delle intelligenze e delle coscienze per questo semplice, elementare scopo: imporre ai governi dei paesi democratici di cessare di provocare l'eccidio che si consuma da anni ed anni ed anni nel mar Mediterraneo per loro diretta responsabilita'?
Perche' non agiamo, con la scelta della nonviolenza, con la forza della verita', per ottenere il rispetto del primo diritto di ogni essere umano, il diritto a non essere ucciso, il diritto ad essere soccorso, il diritto ad essere salvato dalla morte?
Non solo i nostri governi hanno le mani sporche di sangue.
Anche le nostre, anche le mie lo sono.
Salvare le vite: il primo dovere.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Sia riconosciuto immediatamente ad ogni essere umano il diritto di entrare nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Sia approntato immediatamente un servizio di trasporto pubblico e gratuito che porti in salvo nel nostro paese tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle persecuzioni e dalle devastazioni, dall'orrore e dalla morte.
Sia garantita immediatamente accoglienza e assistenza nel nostro paese a tutte le persone che ne hanno pieno diritto ai sensi dell'art. 3 e dell'art. 10 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Salvare le vite: il primo dovere.
*
Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite: il primo dovere.
12. REPETITA IUVANT. RICONOSCERE SUBITO A TUTTI GLI ESSERI UMANI IL DIRITTO DI GIUNGERE IN MODO LEGALE E SICURO NEL NOSTRO PAESE
Riconoscere subito a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
E' l'unico modo per salvare innumerevoli vite.
E' l'unico modo per rispettare e applicare il dettato della Costituzione della Repubblica Italiana.
E' l'unico modo per essere un paese civile, un ordinamento democratico, un popolo non dimentico della sua umanita'.
Riconoscere subito a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
13. REPETITA IUVANT. SI POTREBBE
Si potrebbe salvarle tutte le persone che oggi muoiono attraversando il Mediterraneo sui barconi della disperazione.
Semplicemente consentendo a tutti gli esseri umani di giungere in Italia in modo legale e sicuro.
*
Invece li si condanna a mettersi nelle mani dei trafficanti ed a subire altre violenze, a rischiare ancora una volta la vita.
Poi, se la fortuna arride loro, se ne salvano una parte, quando si potrebbe salvarli tutti, tutti.
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Perche' si potrebbe salvarle tutte, tutte, quelle vittime innocenti: semplicemente consentendo a tutti gli esseri umani di giungere in Italia in modo legale e sicuro.
14. REPETITA IUVANT. UN ESULE, UN CONDANNATO A MORTE
Era un esule, era un condannato a morte Dante Alighieri.
Un nostro compagno.
Come le sorelle e i fratelli migranti stipati sui barconi.
15. REPETITA IUVANT. SOCCORRERE, ACCOGLIERE, ASSISTERE
Salvare le vite e' il primo dovere.
Soccorrere, accogliere, assistere le persone in pericolo di morte.
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di salvare la propria vita.
Consentire a tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Aiutare chi e' in fuga dall'orrore.
Cessare di uccidere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita'.
16. REPETITA IUVANT. LA MORTE CHE NON FA PIU' NOTIZIA
Continuano a morire i migranti nel Mediterraneo, ma la loro morte fa notizia solo se si raggiunge un nuovo record dell'orrore.
Sono piu' di mille i cadaveri? E' una notizia. Poche decine? Un trafiletto, giusto per fare da spalla allo sproloquio brutale e demente del razzista di turno.
Continuano a morire i migranti nel Mediterraneo, ma la loro morte non commuove piu'.
Continuano a morire i migranti nel Mediterraneo, ma la loro morte non viene riconosciuta come un'enorme questione morale e politica.
Ed invece e' un'enorme questione morale e politica. Ci convoca a chiederci cosa ne e' della nostra umanita'. E ci convoca a chiederci cosa ne e' della nostra democrazia, del nostro ordinamento giuridico, della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza al fascismo.
Poiche' queste morti gravano sulle nostre coscienze e sulle nostre istituzioni: infatti basterebbe assai poco per far cessare il massacro, ovvero per salvare tutte, tutte le vite umane che oggi vengono condannate a morire nel Mediterraneo: basterebbe che lo stato italiano riconoscesse a tutti gli esseri umani il diritto ad entrare in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Ma lo stato italiano, come gli altri stati dell'Unione Europea, preferisce il massacro.
Ed i popoli europei non trovano la forza, la dignita', l'umanita' d'insorgere contro il massacro.
E il massacro continua.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
17. REPETITA IUVANT. SE NON SI COMINCIA
Se non si comincia il disarmo, non finiranno mai le uccisioni.
Se non si comincia ad abolire gli eserciti, la guerra non finira' mai.
Se non si comincia a salvare le vite, non finira' mai la strage.
Se non si comincia a praticare la nonviolenza, la violenza non cessera' mai.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
La nonviolenza e' in cammino.
18. REPETITA IUVANT. COSE COSI' OVVIE CHE CI SI VERGOGNA A DIRLE
Che ogni essere umano ha diritto alla vita.
Che l'omissione di soccorso e' un crimine.
Che salvare le vite e' il primo dovere.
*
Semplice e' salvare le vite di tutti i migranti che oggi muoiono nel Mediterraneo: basta consentire a tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Europa, in Italia.
Disponendo di mezzi di trasporto legali e sicuri, nessuno si metterebbe nelle grinfie delle reti criminali dei trafficanti.
Decida il governo italiano di rispettare la morale e il diritto, di dare concreta e coerente applicazione all'inequivocabile dettato della Costituzione della Repubblica: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo"; "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica".
Decida il governo italiano di non far morire piu' tanti innocenti.
Semplice e' salvare le vite di tutti i migranti che oggi muoiono nel Mediterraneo: basta consentire a tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Europa, in Italia.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
19. REPETITA IUVANT. RIPETIAMOLO ANCORA UNA VOLTA
Nel Mediterraneo degli esseri umani stanno morendo.
Potrebbero tutti essere salvati.
Consentendo a tutti l'ingresso legale e sicuro nel nostro paese.
Innumerevoli vite verrebbero salvate.
E le mafie dei trafficanti perderebbero il loro lucroso mercato.
Questo devono decidere i governi europei, o almeno il governo italiano: consentire a tutti gli esseri umani l'ingresso legale e sicuro in Europa, in Italia.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Un unico pianeta, una sola umanita'.
20. REPETITA IUVANT. OGNI ETICA, OGNI POLITICA
Ogni etica degna di questo nome, ogni politica degna di questo nome, deve porsi dal punto di vista dell'umanita'.
Ed il compito primo, il fine ultimo, di ogni etica, di ogni politica, deve essere: salvare le vite. Le vite di tutti gli esseri umani.
Alla luce di cio' valutiamo la politica dei governi dell'Unione Europea, e dell'Italia tra essi, rispetto alla strage in corso nel Mediterraneo.
C'e' un solo modo per adempiere adeguatamente al primo dovere di salvare le vite, tutte le vite: consentire a tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente, nel nostro paese.
21. REPETITA IUVANT. IL MINISTERO DELLE STRAGI, IL MINISTERO DELLA SCHIAVITU'
Mancava qualcosa all'orrore e all'infamia?
Ed allora un eccellentissimo uomo di stato propose che i sopravvissuti alla strage nel Mediterraneo fossero ridotti in schiavitu'.
*
Diciamolo una volta ancora: il primo dovere e' salvare le vite.
Il primo dovere e' soccorrere, accogliere, assistere gli esseri umani in pericolo.
Il primo dovere morale, il primo dovere giuridico, il primo dovere politico.
Diciamolo una volta ancora: vi e' un modo semplice e adeguato per salvare le vite di tutti gli innocenti che oggi muoiono nella traversata del Mediterraneo in fuga dalla fame e dalle guerre, dai disastri e dagli orrori: e il modo per salvare tutte le vite e' riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto - il diritto umano - di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese, nel nostro continente.
Uccidere e' un crimine. Ed e' un crimine l'omissione di soccorso.
Ridurre in schiavitu' e' un crimine.
Ed e' un crimine fare la guerra, e produrre e vendere armi assassine.
*
Questo occorre: pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti.
Questo occorre: soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Questo occorre: la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga.
Questo occorre: la nonviolenza che sola puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
22. REPETITA IUVANT. OMISSIONE DI SOCCORSO
All'articolo 593 del Codice Penale e' previsto il reato di omissione di soccorso.
Dovrebbero ricordarsene quei signori amministratori di Regioni e Comuni d'Italia che rifiutano di accogliere persone innocenti costrette a lasciare le loro case, i loro paesi, dalla fame e dalla guerra, dalle devastazioni e dalle persecuzioni, dall'orrore e dalla morte, e che per giungere qui sperando di trovare salvezza (quella salvezza e quell'asilo che garantisce loro la legge fondamentale della Repubblica Italiana) hanno intrapreso un viaggio in cui mille volte le loro vite sono state in estremo pericolo.
Dovrebbero ricordarsene quei signori amministratori di Regioni e Comuni d'Italia che sembrano ignorare che la civilta' umana comincia con questo atto: salvare le vite, soccorrere l'afflitto, dare ospitalita' allo straniero, condividere il bene, riconoscere che una e' l'umanita'.
E dovrebbero ricordarsene anche quei governi europei che negando a quegli innocenti il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente sono corresponsabili della loro strage tra le sabbie dei deserti, tra i flutti del mare. Quei governi europei il cui agire configura non solo il gia' grave reato dell'omissione di soccorso, ma assai piu' gravi delitti.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Il primo dovere e' salvare le vite.
Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta vivente casa comune dell'umanita' intera.
23. REPETITA IUVANT. SE FOSSE FACILE FAR FINTA DI NIENTE
Potessi non sapere che i morti nel Mediterraneo siamo noi che li facciamo morire.
Potessi non sapere che le armi italiane fanno strage nel mondo.
Potessi non sapere che nel nostro paese esseri umani sono ridotti in schiavitu'.
Potessi non sapere, potessi respirare.
24. REPETITA IUVANT. IL BAMBINO NELLA VALIGIA
Siano abolite le scellerate misure razziste dei governi europei che violano i piu' fondamentali diritti umani.
Sia riconosciuto ad ogni essere umano il diritto di entrare in modo legale e sicuro nel continente europeo.
Sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
25. REPETITA IUVANT. "OPPORSI AL RAZZISMO". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE E DI TESTIMONIANZA A VITERBO
Si e' svolto nel pomeriggio di sabato 9 maggio 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione e di testimonianza sul tema: "Opporsi al razzismo: ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'".
L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio per le vittime delle stragi nel Mediterraneo.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati estratti da fondamentali testi giuridici, documenti, saggi e testimonianze; particolare attenzione e' stata dedicata alla "Carta di Lampedusa".
Ancora una volta e' stato evidenziato che vi e' un modo semplice per far cessare immediatamente le stragi nel Mediterraneo: consentire a tutti gli esseri umani l'ingresso legale e sicuro nel continente europeo.
Ancora una volta e' stato evidenziato che il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ancora una volta e' stato evidenziato che il primo dovere di ogni essere umano e di ogni ordinamento civile e' salvare le vite.
L'incontro si e' concluso con la riaffermazione dell'impegno a proseguire nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
La nonviolenza e' in cammino.
26. REPETITA IUVANT. SULLA ZATTERA DELLA MEDUSA
Subito una legge che riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente, nel nostro paese.
Facciamo cessare immediatamente e del tutto la strage nel Mediterraneo provocata dalle scellerate misure hitleriane dei governi europei.
Subito una legge che riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente, nel nostro paese.
Siamo una sola umanita'.
Subito una legge che riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente, nel nostro paese.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Subito una legge che riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro continente, nel nostro paese.
27. REPETITA IUVANT. SENZA GIRARCI INTORNO
O ci si impegna per la pace e la giustizia, o si e' complici della guerra.
O ci si impegna per il disarmo e la smilitarizzazione, o si e' complici della guerra.
O ci si impegna per salvare le vite e difendere i diritti di tutti gli esseri umani, o si e' complici della guerra.
O ci si impegna per la solidarieta' che tutti gli esseri umani riconosce e raggiunge e protegge e conforta, o si e' complici della guerra.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
28. REPETITA IUVANT. DOPO LA BATTAGLIA DELLE ARGINUSE
Cessare di uccidere.
Cessare di lasciar morire per omissione di soccorso.
Scegliere la nonviolenza.
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Consentire a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro in Europa.
Scegliere la nonviolenza.
Cessare di fare le guerre.
Cessare di armare gli assassini.
Scegliere la nonviolenza.
29. REPETITA IUVANT. FINO A QUANDO
Le stragi nel Mediterraneo continueranno fino a quando i governi europei non riconosceranno a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.
Le stragi nel Mediterraneo cesseranno solo quando i governi europei decideranno di rispettare finalmente la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
E' dovere dei popoli europei imporre ai propri governi il rispetto del diritto di ogni essere umano a non essere ucciso.
E' dovere dei popoli europei imporre ai propri governi l'abrogazione di tutte le infami, scellerate misure hitleriane attualmente vigenti.
E' dovere dei popoli europei imporre ai propri governi il riconoscimento del diritto di ogni essere umano a giungere in Europa in modo legale e sicuro.
E' dovere dei popoli europei imporre ai propri governi il rispetto delle leggi che salvano le vite.
Vi e' una sola umanita'.
30. REPETITA IUVANT. VITTIME
Le vittime della guerra.
Le vittime dei naufragi.
Le vittime delle catastrofi naturali.
*
E molto si potrebbe fare per prevenire e per limitare i danni delle catastrofi naturali.
E moltissimo si potrebbe fare per evitare i naufragi.
E le guerre si potrebbe semplicemente cessare di farle.
*
E' nel pieno potere dell'umanita' far cessare le guerre. Facciamole cessare, dunque.
Cessando di produrre le armi, abolendo gli eserciti, scegliendo la nonviolenza.
*
E' nel pieno potere dei governi dell'Unione Europea far cessare i naufragi dei barconi dei migranti nel Mediterraneo.
Facciamoli cessare, dunque.
Semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Europa in modo legale e sicuro.
*
Molto si puo' fare per prevenire le catastrofi naturali.
E moltissimo si puo' fare per limitare i danni, per salvare le vite delle vittime.
Facciamolo, dunque.
*
Una sola umanita', in un unico pianeta vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
31. REPETITA IUVANT. ANTIGONE, NATURALMENTE
Quello che e' abituale, e quello che e' giusto.
Sappi scegliere.
*
E quello che e' abituale e' questo infinito massacro.
E quello che e' giusto e' porvi fine.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
Una sola umanita', in un unico mondo vivente.
Salvare le vite, il primo dovere.
32. REPETITA IUVANT. PRIMO
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di entrare in Europa in modo legale e sicuro.
Questo e solo questo puo' far cessare immediatamente la strage dei migranti.
Questo e solo questo puo' salvare subito innumerevoli vite.
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di entrare in Europa in modo legale e sicuro.
33. REPETITA IUVANT. SOCCORRERE TUTTI
Gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle devastazioni e dall'orrore: soccorrerli tutti occorre.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
A tutti gli esseri umani deve essere consentito di entrare in modo legale e sicuro in Italia e in Europa.
A tutti gli esseri umani deve essere data accoglienza e assistenza.
Il primo dovere e' salvare le vite.
Vi e' una sola umanita'.
34. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Varlan Salamov, I racconti di Kolyma, Einaudi, Torino 1999, 2009, 2 voll. per complessive pp. XLIV + 1322.
- Aleksandr Solzenicyn, Arcipelago Gulag, Mondadori, Milano 1974, 1975, 1978, 1995, 3 voll. per complessive pp. XXII + 1958.
- Anne Applebaum, Gulag. Storia dei campi di concentramento sovietici, Mondadori, Milano 2004, 2005, pp. VIII + 696 (+ 16 pp. di documentazione fotografica).
- Elena Dundovich, Francesca Gori, Emanuela Guercetti (a cura di), Gulag. Storia e memoria, Feltrinelli, Milano 2004, pp. 320.
35. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
36. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1987 del 16 maggio 2015
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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