[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 685



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 685 del 24 aprile 2015

 

In questo numero:

1. "Lei sa". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

2. Benito D'Ippolito: Per Renato Solmi

3. Sostenere il Centro antiviolenza "Erinna"

 

1. APPELLI. "LEI SA". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei sa che la rete criminale dei trafficanti di esseri umani - che gestisce il trasporto illegale attraverso il Mediterraneo dei migranti in fuga dalla fame e dalla guerra, dall'orrore e dalla morte - esiste e trae ingenti profitti dal suo illecito e scellerato mercato solo perche' ai migranti e' proibito dai governi europei di giungere in Europa in modo legale e sicuro.

E quindi: decida il governo italiano di consentire a tutti gli esseri umani in fuga dalla miseria e dall'orrore di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ed innumerevoli vite sarebbero salve, ed ipso facto la mafia degli scafisti sarebbe annientata.

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Non dica che gli accordi in sede di Unione Europea proibiscono all'Italia un atto di umanita' peraltro stabilito nella Costituzione della nostra Repubblica; quegli sciagurati accordi che violano superiori e supremi diritti e doveri - il diritto alla vita, il dovere di soccorso - sono gia' nel comune sentire delle genti e nella coscienza di ogni essere umano null'altro che pactum sceleris, carta straccia e marchio d'infamia.

E non acceda alla barbara idea di impedire di lasciare il suolo africano a migranti innocenti e indifesi - che gia' hanno attraversato deserti e affrontato pericoli immani e subito vessazioni indicibili - facendoli recludere nei lager libici: non voglia rendersi complice di un crimine effettualmente nazista che cumula altresi' le abominevoli eredita' del razzismo e del colonialismo.

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E' in suo potere, e' in potere del governo italiano, come di tutti i governi dell'Unione Europea, salvare innumerevoli vite riconoscendo a tutte le persone in pericolo, a tutti i migranti, a tutti gli esseri umani, il diritto di ingresso legale e sicuro in Italia e in Europa viaggiando con mezzi di trasporto legali e sicuri.

Non perseverate nell'errore e nell'orrore di impedire a innumerevoli innocenti di salvare le proprie vite; non perseverate in una criminale politica razzista e disumana che gia' troppe stragi ha provocato.

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Vi e' una sola umanita', in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

La prego di ascoltare e meditare queste parole, di interrogare la sua stessa coscienza e di farsi da essa guidare.

Le rivolgo fraterno un saluto di pace.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 24 aprile 2015, vigilia dell'anniversario della Liberazione

 

2. MAESTRI. BENITO D'IPPOLITO: PER RENATO SOLMI

[Renato Solmi e' stato tra i pilastri della casa editrice Einaudi, ha introdotto in Italia opere fondamentali della scuola di Francoforte e del pensiero critico contemporaneo, e' uno dei maestri autentici e profondi di generazioni di persone impegnate per la democrazia e la dignita' umana, che attraverso i suoi scritti e le sue traduzioni hanno costruito tanta parte della propria strumentazione intellettuale; e' stato impegnato nel Movimento Nonviolento del Piemonte e della Valle d'Aosta. E' deceduto il 25 marzo 2015. Dal risvolto di copertina del recente volume in cui sono raccolti taluni dei frutti maggiori del suo magistero riprendiamo la seguente scheda: "Renato Solmi (Aosta 1927) ha studiato a Milano, dove si e' laureato in storia greca con una tesi su Platone in Sicilia. Dopo aver trascorso un anno a Napoli presso l'Istituto italiano per gli studi storici di Benedetto Croce, ha lavorato dal 1951 al 1963 nella redazione della casa editrice Einaudi. A meta' degli anni '50 ha passato un periodo di studio a Francoforte per seguire i corsi e l'insegnamento di Theodor W. Adorno, da lui per primo introdotto e tradotto in Italia. Dopo l'allontanamento dall'Einaudi, ha insegnato per circa trent'anni storia e filosofia nei licei di Torino e di Aosta. E' impegnato da tempo, sul piano teorico, e da un decennio anche su quello della militanza attiva, nei movimenti nonviolenti e pacifisti torinesi e nazionali. Ha collaborato a numerosi periodici culturali e politici ("Il pensiero critico", "Paideia", "Lo Spettatore italiano", "Il Mulino", "Notiziario Einaudi", "Nuovi Argomenti", "Passato e presente", "Quaderni rossi", "Quaderni piacentini", "Il manifesto", "L'Indice dei libri del mese" e altri). Fra le sue traduzioni - oltre a quelle di Adorno, Benjamin, Brecht (L'abici' della guerra, Einaudi, Torino 1975) e Marcuse (Il "romanzo dell'artista" nella letteratura tedesca, ivi, 1985), che sono in realta' edizioni di riferimento - si segnalano: Gyorgy Lukacs, Il significato attuale del realismo critico (ivi, 1957) e Il giovane Hegel e i problemi della societa' capitalistica (ivi, 1960); Guenther Anders, Essere o non essere (ivi, 1961) e La coscienza al bando (ivi, 1962); Max Horkheimer e Theodor W. Adorno, Dialettica dell'illuminismo (ivi, 1966 e 1980); Seymour Melman, Capitalismo militare (ivi, 1972); Paul A. Baran, Saggi marxisti (ivi, 1976); Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918 (Boringhieri, Torino 1976)". Opere di Renato Solmi: segnaliamo particolarmente la sua recente straordinaria Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007]

 

Il 25 marzo, un mese fa, e' deceduto Renato Solmi.

E' la persona che ha introdotto in Italia con le sue traduzioni per Einaudi alcune opere fondamentali di Theodor W. Adorno, di Guenther Anders, di Walter Benjamin, di Max Horkheimer, di Gyorgy Lukacs, e bastera' dire due titoli: Minima moralia e Dialettica dell'illuminismo, per cogliere la decisivita' della funzione che svolse nella formazione di piu' di una generazione di militanti.

Io sono uno di quei militanti di quella che allora si chiamo' nuova sinistra che attraverso i saggi scritti ed i libri tradotti, introdotti, curati da Solmi costruirono tanta parte della propria "cassetta degli attrezzi", della propria percezione di se', della propria - leopardiana e marxiana - visione del mondo. E poiche' gia' negli anni Settanta mi parve evidente che la prospettiva politica per cui lottavamo richiedeva la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, provai una gioia profonda quando anni dopo seppi che anche Renato Solmi condivideva quella persuasione e quell'impegno.

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Vivo poveramente e non frequento intellettuali. Ma sempre mi ha molto sorpreso che molti intellettuali che pure hanno fatto letture ed esperienze affini alle mie (che intellettuale non sono ma da militante mi e' pur capitato di riflettere sul mondo grande e terribile e sui compiti dell'ora, sulla missione del dotto e sulla missione dell'uomo) non siano arrivati a cogliere la necessita' della nonviolenza, come essa sia irrinunciabile "aggiunta" (l'aggettivo capitiniano, che significa anche fondazione, fondamento) all'impegno per il socialismo, per quel socialismo che e' l'alternativa alla barbarie: sempre ho saputo che la rivoluzione socialista urgente e indispensabile, o sara' nonviolenta o non sara'. E sempre ho saputo che il primo dovere di ogni persona decente e' contrastare la guerra e le uccisioni, opporsi a tutte le oppressioni e le devastazioni, difendere la vita - e il valore, la dignita' - degli esseri umani e del mondo. Che il movimento e il progetto socialista di emancipazione e salvezza dell'umanita' deve essere nonviolento, che l'unico comunismo possibile ed ammissibile e' nell'azione nonviolenta, e' nella realizzazione della societa' nonviolenta, nella comune liberazione attraverso la concreta coerenza tra mezzi e fini.

Renato Solmi lo sapeva.

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Mi fece una volta il dono immenso di venirmi a trovare. Vivo una vita ritirata, alla periferia di Viterbo, che e' una piccola citta' fuori dalle grandi direttrici di trasporto ferroviario o stradale, e lui qualche anno fa scendendo in treno da Torino a Roma devio', prolungo' e rese alquanto piu' scomodo il suo viaggio affinche' potessimo incontrarci. Che e' come se Giacomo Leopardi, o Karl Marx, o Mohandas Gandhi, bussassero un giorno alla tua porta. Fu un breve incontro che commosse profondamente mia moglie e me, che sovente poi lo abbiamo ricordato: quell'uomo che era la summa della cultura e della coscienza morale della tradizione civile dell'Occidente era anche una persona non solo di squisita cortesia, ma di un'umanita' cosi' calda, cosi' mite, cosi' comprensiva e sollecita ed affettuosa come assai di rado o quasi mai ti capita la fortuna di incontrare: l'umanita' come dovrebbe essere.

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Non ultimo dei suoi meriti, la rinuncia alle carriere e al successo: usci' dall'Einaudi per un gesto di solidarieta' che era anche un atto di fermezza politica e morale; insegno' nelle scuole con autentica dedizione; preferi' porre la sua intelligenza al servizio del sapere comune, dell'emancipazione di tutti, anziche' all'affermazione di se stesso; si dedico' ai libri degli altri rinunciando a pubblicarne di suoi (l'Autobiografia documentaria - che e' un capolavoro - in cui in tarda eta' per richiesta degli amici raccolse gli sparsi saggi da decenni introvabili che avevano segnato la cultura italiana, reca testi che sarebbero stati sufficienti non ad uno ma a molti volumi e tali che gli avrebbero garantito la celebrita' e gli ossequi che non volle).

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Nella sua ironia e nella sua pazienza, nel suo sapere e nella sua sapienza, nella sua militanza e la sua critica, era davvero il miglior fabbro. Qui lo ringrazio ancora.

 

3. REPETITA IUVANT. SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Proponiamo a chi ci legge, e ne abbia la possibilita', di inviare al Centro antiviolenza "Erinna" un contributo economico affinche' possa continuare nella sua indispensabile azione.

I contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

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L'associazione "Erinna" e' un'associazione di donne impegnate contro la violenza alle donne che da molti anni opera a Viterbo: ha realizzato un centro antiviolenza e una casa rifugio in cui ospita donne, bambine e bambini.

In questo momento "Erinna" ha bisogno di un aiuto straordinario da parte di tutte le persone di volonta' buona.

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Grazie a chi aderira' a questo appello, grazie a chi lo diffondera' ulteriormente.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 685 del 24 aprile 2015

 

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