[Nonviolenza] Telegrammi. 1805
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- Date: Sat, 1 Nov 2014 22:58:50 +0100 (CET)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1805 del 2 novembre 2014
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Movimento Nonviolento, Peacelink, Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, Associazione Antimafie Rita Atria: 4 novembre 2014. Ogni vittima ha il volto di Abele
2. Le vittime (2013)
3. Breve un ragionamento (2013)
4. Tutti i morti parlano ai vivi (2013)
5. "All'ascolto della voce dei morti, deducendone il dovere dei vivi" (2013)
6. La strage, l'artiglio (2013)
7. Lo scandalo, il compito (2013)
8. Il primo e l'ultimo comandamento (2013)
9. Diciamo il 4 novembre cio' che ogni persona ragionevole sa (2013)
10. Commemorate a Viterbo le vittime della guerra. Scandalo per le dichiarazioni del Presidente della Repubblica (2013)
11. Miracolo a Messina (2013)
12. Quando noi morti ci destiamo (2013)
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK, CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO, ASSOCIAZIONE ANTIMAFIE RITA ATRIA: 4 NOVEMBRE 2014. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
4 novembre 2014: non festa, ma lutto
Cento anni dopo: basta guerre. Un'altra difesa e' possibile
Ogni vittima ha il volto di Abele
Il Movimento Nonviolento, PeaceLink, il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo e l'Associazione Antimafie Rita Atria, propongono per il 4 novembre la campagna "Ogni vittima ha il volto di Abele", affinche' in ogni citta' si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.
*
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
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In particolare quest'anno, a cento anni dal primo conflitto mondiale, vogliamo sostenere la Campagna "Un'altra difesa e' possibile" con la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta. Un Dipartimento che comprenda i Corpi civili di pace e l'Istituto di ricerche sulla Pace e il Disarmo e che abbia forme di interazione e collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ed il Dipartimento della Gioventu' e del Servizio Civile Nazionale.
Si tratta di dare finalmente concretezza a cio' che prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra, e che gia' oggi e' previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale, cioe' la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l'opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.
Obiettivo della Campagna e' quello di dare uno strumento in mano ai cittadini per far organizzare dallo Stato la difesa civile, non armata e nonviolenta - ossia la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell'integrita' della vita, dei beni e dell'ambiente dai danni che derivano dalle calamita' naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni - anziche' finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo.
Lo strumento politico della legge di iniziativa popolare vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralita' alla Costituzione che "ripudia la guerra" (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il "sacro dovere della difesa della patria" (art. 52).
Per informazioni sulla Campagna "Un'altra difesa e' possibile"
vai al sito www.difesacivilenonviolenta.org
Segreteria della Campagna c/o il Movimento Nonviolento
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A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803
e-mail:an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo
per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Associazione Antimafie Rita Atria
per contatti: e-mail: abruzzo at ritaatria.it, sito: www.ritaatria.it
2. REPETITA IUVANT. LE VITTIME (2013)
Le vittime delle stragi nel Mediterraneo.
Le vittime della schiavitu' e dell'apartheid.
Le vittime delle misure hitleriane imposte dai governi razzisti dell'Unione Europea e dell'Italia.
*
E le vittime delle guerre in corso.
Le vittime della produzione e del commercio di armi.
Le vittime degli eserciti e delle milizie.
Le vittime delle dittature e delle mafie tutte.
*
Le vittime che non riesco a togliermi dalla mente.
Le vittime che basterebbe un nonnulla a salvarle.
Basterebbe prender sul serio la Carta dell'Onu, la Costituzione italiana che ripudia la guerra.
Basterebbe proibire le armi: la loro produzione, il loro commercio, il loro possesso, il loro uso.
Basterebbe riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di spostarsi legalmente e liberamente su tutto il pianeta.
*
Questo vogliamo dire questo quattro novembre.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, ha diritto alla dignita', ha diritto alla solidarieta' degli altri esseri umani.
Vi e' una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
3. REPETITA IUVANT. BREVE UN RAGIONAMENTO (2013)
Non si oppone alle uccisioni chi non si oppone alla guerra.
Non si oppone alla guerra chi non si oppone agli eserciti.
Non si oppone agli eserciti chi non si oppone alle armi.
Non si oppone alle armi chi non si oppone alla violenza.
Non si oppone alla violenza chi non sceglie la nonviolenza.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
4. REPETITA IUVANT. TUTTI I MORTI PARLANO AI VIVI (2013)
"d'aprir lo core a l'acque de la pace"
(Purg., XV, 131)
Tutti i morti parlano ai vivi
ed e' questa la loro parola:
non uccidere, e' questa la sola
buona regola finche' tu vivi.
Questo dice la voce dei morti
ai viventi che porgono ascolto:
non uccidere, non fare torti
alla carne che soffre ed al volto.
Tutti ancora scorrono i rivi
tutti ancora s'ingemmano gli ulivi.
Piu' sottile del soffio del vento
va la voce dei morti ai viventi:
reca aita a chi soffre tormento,
alla vita degli altri consenti.
Quando i vivi ascoltano i morti
solo odono questa parola:
non uccidere, e' questa la sola
buona norma dei cuori dei forti.
5. REPETITA IUVANT. "ALL'ASCOLTO DELLA VOCE DEI MORTI, DEDUCENDONE IL DOVERE DEI VIVI" (2013)
Nel giorno del ricordo di tutti i morti, sabato 2 novembre 2013 il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha realizzato a Viterbo un incontro di riflessione "All'ascolto della voce dei morti, deducendone i doveri dei vivi".
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi di Lucrezio, di Giacomo Leopardi, di Rosa Luxemburg, di Virginia Woolf, di Simone Weil, di Ernesto De Martino, di Hannah Arendt, di Primo Levi, di Franco Fortini, di Luce Fabbri.
Dall'ascolto delle grandi autrici e dei grandi autori si e' dipanato il filo di un ragionamento che convoca alla scelta di opporsi ad ogni ingiustizia e ad ogni menzogna, alla scelta di contrastare ogni oppressione con la forza della verita', con la lotta nonviolenta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, in difesa dell'intero mondo vivente.
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Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha riassunto la riflessione svolta.
La vita e' quel bene senza del quale nessun altro bene si da'. Togliere a un essere umano la vita significa quindi togliergli tutti i beni. La guerra di questo consiste: dell'uccisione di esseri umani, ed essa e' quindi il crimine piu' vasto e piu' radicale, l'agire piu' scellerato. Gli strumenti della guerra, gli apparati della guerra, sono ordinati pertanto alla commissione del crimine piu' grave. Abolire la guerra richiede altresi' di abolire gli eserciti e le armi, tutti gli strumenti e tutte le organizzazioni funzionali alla commissione di uccisioni. Ricordare le vittime delle guerre passate implica il dovere morale di opporsi alle guerre presenti e future, implica il compito di adoperarsi hic et nunc per il disarmo e la smilitarizzazione, implica agire oggi per salvare le vite.
In questi giorni non di festa, ma di lutto, rinnovando la fedelta' di ogni essere umano all'umanita' intera di cui ciascuna persona e' parte, risuoni ovunque l'appello alla pace, a salvare le vite: si affermi la consapevolezza che ogni vittima ha il volto di Abele, si affermi la consapevolezza della responsabilita' di tutti e di ciascuno, si affermi la consapevolezza che l'unico modo degno di onorare i defunti e' prendersi cura dei vivi.
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso il loro sostegno alle iniziative in corso contro il femminicidio, contro il razzismo, contro la guerra, per il disarmo, in difesa della biosfera.
In particolare hanno ancora una volta espresso sostegno all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro", ed all'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" promosso dal Movimento Nonviolento, da Peacelink e dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, "affinche' il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze; affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni".
6. REPETITA IUVANT. LA STRAGE, L'ARTIGLIO (2013)
Sembro' che la strage di migranti del 3 ottobre sommovesse le coscienze in questo paese.
Sembro' che finanche il presidente del Consiglio dei ministri si rendesse conto che quel crimine era l'ennesimo lugubre frutto di sangue delle scellerate antileggi razziste italiane ed europee.
Sembro' che finalmente nel paese e nel parlamento si fosse capito che occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di salvare la propria vita lasciando i luoghi in cui essa e' in estremo pericolo e recandosi ove poter trovare rispetto e protezione.
Sembro' che vi fosse un'ampia volonta' di abrogare le infami misure razziste e assassine che precedenti governi golpisti hanno imposto in questo paese nella complice indifferenza di troppi.
Sembro' nei giorni successivi alla strage che vi fosse un sussulto di dignita', di umanita'.
Invece un mese e' passato, e nulla e' stato fatto di cio' che era e resta necessario fare.
Nulla.
Ed anzi si sono vieppiu' scatenati i razzisti, senza neppure la maschera dell'ipocrisia.
*
Quello che occorre fare e' chiaro ed evidente, e lo andiamo ripetendo da tempo anche in forma di semplice esplicito appello: il parlamento italiano faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte.
*
Il parlamento italiano cessi di essere insieme al governo primario corresponsabile delle stragi, e deliberi finalmente il semplice provvedimento legislativo che salverebbe innumerevoli vite e restituirebbe dignita' di ordinamento giuridico democratico al nostro paese.
7. REPETITA IUVANT. LO SCANDALO, IL COMPITO (2013)
Lo scandalo delle uccisioni che continua. Lo scandalo delle guerre.
Uccidere ed essere uccisi: ci puo' essere qualcosa di piu' barbaro, di piu' folle, di piu' scellerato?
Eppure questa barbarie, questa follia, questa scelleraggine continua.
Quale persona non sente, non sa, che ogni essere umano ha diritto alla vita?
Quale persona non sente, non sa, che la guerra e' nemica dell'umanita'?
Abolire le guerre e' il primo dovere di ogni persona sensata, il primo dovere di ogni ordinamento giuridico democratico, il primo dovere dell'umanita'.
Il 4 novembre, nel ricordo delle vittime di tutte le guerre, questo diremo con le nostre commemorazioni nonviolente: che occorre abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Opporsi a tutte le guerre, opporsi a tutte le uccisioni, opporsi a tutte le persecuzioni, opporsi a tutte le sopraffazioni; riconoscere, rispettare e difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; proteggere la biosfera casa comune dell'intera umanita'; costruire la pace e la giustizia, la solidarieta' e la condivisione: e' il compito cui tutte le persone senzienti e pensanti, tutte le esperienze associative e comunitarie, tutte le istituzioni legittime sono chiamate.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
8. REPETITA IUVANT. IL PRIMO E L'ULTIMO COMANDAMENTO (2013)
Non essere tu la lama di vento
non essere tu la frusta di sabbia.
Troppi sono gia' morti.
Tutti dovremo morire.
Troppo e' gia' breve la vita.
Non altro comando conosco che questo cogente:
tu non uccidere, tu non precipitare
nessuno nel pozzo del niente.
Non altro comando conosco che questo pietoso:
tu non uccidere, tu non annegare
nessuno nell'abisso doloroso.
Non altro comando conosco che questo benigno:
tu non uccidere, tu non schiacciare
nessuno sotto un macigno.
Troppo e' gia' breve la vita.
Tutti dovremo morire.
Troppi sono gia' morti.
Non essere tu l'artiglio nel buio
non essere tu il seme del pianto.
9. REPETITA IUVANT. DICIAMO IL 4 NOVEMBRE CIO' CHE OGNI PERSONA RAGIONEVOLE SA (2013)
Ogni persona ragionevole sa che occorre lottare contro l'ingiustizia, contro la menzogna, contro l'oppressione, contro la violenza. Per difendere la propria vita e la propria dignita', la vita e la dignita' di ogni essere umano, la vita e la dignita' dell'umanita' intera.
E nessuna ingiustizia, nessuna menzogna, nessuna oppressione, nessuna violenza e' piu' scellerata che uccidere un essere umano.
La guerra dunque, che dell'uccisione di esseri umani consiste, e' il crimine piu' scellerato.
Le armi dunque, che per uccidere e solo per uccidere servono, e che della guerra sono l'ingrediente indispensabile, sono strumento del crimine piu' scellerato.
Gli eserciti e tutti i gruppi armati dunque, che per uccidere si organizzano, si addestrano, si schierano ed operano, e che della guerra sono la fondamentale macchina, sono strumento del crimine piu' scellerato.
*
Il 4 novembre si ricorda in Italia la fine dell'inutile strage della "grande guerra" 1914-1918; all'epoca ovviamente non la si chiamava "la prima guerra mondiale", poiche' non si immaginava che ve ne sarebbe stata una seconda ancora piu' terrificante. Ne' si poteva immaginare che il progresso tecnologico avrebbe presto creato armi di tale potenza che negli arsenali da vari decenni ve ne sono a sufficienza per distruggere piu' e piu' volte la civilta' umana e devastare e contaminare irreversibilmente la biosfera.
Le vittime di quella guerra che si concluse il 4 novembre 1918, e le vittime di tutte le guerre, ci convocano a un impegno: all'impegno a far cessare le guerre, all'impegno a far cessare le stragi, all'impegno a non fare altre vittime.
Ricordare ed onorare le vittime di quella guerra, e le vittime di tutte le guerre, e' possibile ad una sola condizione: adempiendo quell'impegno doveroso contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni, adempiendo quell'impegno a non fare altre vittime.
Il 4 novembre cessi quindi di essere l'oscena, insensata, scellerata festa dei poteri armati guerrieri e assassini, e diventi invece finalmente il giorno del lutto per tutte le vittime e quindi il giorno dell'impegno contro tutte le guerre e le violenze, contro tutti gli eserciti e gli armigeri, contro tutte le armi assassine.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Vi e' una sola umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
10. REPETITA IUVANT. COMMEMORATE A VITERBO LE VITTIME DELLA GUERRA. SCANDALO PER LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (2013)
Si e' svolta il 4 novembre 2013 a Viterbo la commemorazione nonviolenta delle vittime di tutte le guerre.
Una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", come ogni anno dal 2002, ha reso omaggio alle vittime di tutte le guerre anche questo 4 novembre, nell'anniversario della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale.
Anche quest'anno la commemorazione nonviolenta si e' svolta in orario distinto e distante dagli scandalosi festeggiamenti dei poteri assassini. Solo chi si oppone alla guerra fa sincera, meditata, empatica memoria delle vittime della guerra; chi stolidamente, ipnoticamente, barbaramente festeggia le armi assassine offende ancora una volta le vittime delle armi assassine.
Anche quest'anno la commemorazione nonviolenta si e' svolta nel modo consueto: nel silenzio reverente e commosso, nel dolore immedicabile del lutto di chi ricorda le innumerevoli vite umane troncate, ed in loro nome si impegna affinche' cessino le uccisioni, cessino le guerre.
Al termine della commemorazione e' stato letto un brano dai Vangeli in greco, un brano di Lucrezio in latino, un brano di Dante in italiano.
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Come d'abitudine, conclusa l'austera celebrazione, una breve dichiarazione ha ribadito le forti ragioni delle commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre e l'impegno a fare del 4 novembre un giorno di lutto pietoso e di appello all'impegno morale e civile per la pace e il disarmo che salva le vite, facendo infine cessare l'assurda, macabra, lugubre, oscena festa dei poteri assassini.
Vi e' una sola umanita'. Ogni vittima ha il volto di Abele.
Le guerre, gli eserciti, le armi, sempre e solo uccidono gli esseri umani. La guerra e' nemica dell'umanita'.
L'umanita' abolisca la guerra, gli eserciti, le armi; e realizzi il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, promuova l'universale solidarieta', difenda la biosfera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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Successivamente il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha commentato con vivo sdegno ed amarezza profonda il messaggio e il discorso odierni del Presidente della Repubblica (entrambi disponibili nel sito del Quirinale).
Quelle del capo dello Stato sono state ancora una volta dichiarazioni scandalosamente militariste che offendono la memoria delle vittime delle guerre passate ed in corso, un esercizio di ipocrisia privo di pieta', una vacua retorica che occulta l'orrore della guerra, che e' sempre omicida, stragista. Alla violenza incapsulata nella scandalosa propaganda riarmista, militarista e quindi guerrafondaia dell'attuale Presidente della Repubblica ogni persona dotata del ben dell'intelletto agevolmente sa replicare con le severe e nobili parole di un altro, indimenticabile Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che seppe dire chiaro e forte il compito attuale dell'umanita': "Si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai, sorgente di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame".
Con l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" i movimenti nonviolenti e le persone di volonta' buona che ad essa aderiscono intendono evidenziare l'assurdita' e l'illiceita' dei festeggiamenti dei poteri armati e delle uccisioni alla cui commissione quei poteri sono disposti, e concretamente propongono invece che il 4 novembre sia giorno di lutto per le vittime di tutte le guerre e quindi giorno di monito ed impegno contro tutte le guerre, per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
Ogni vittima ha il volto di Abele. Uccidere e' un crimine sempre.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
11. REPETITA IUVANT. MIRACOLO A MESSINA (2013)
Questo 4 novembre e' avvenuto un miracolo a Messina.
Che e' poi il secondo miracolo, il primo e' stato mesi addietro quando dalla cittadinanza e' stato eletto sindaco Renato Accorinti, amico della nonviolenza, animatore del comitato "No al ponte".
Ed e' stato proprio il sindaco Renato Accorinti ad aver realizzato questo secondo miracolo: nella celebrazione istituzionale del 4 novembre ha finalmente fatto risuonare la voce della Repubblica italiana che ripudia la guerra, la voce dell'umanita' straziata da tutte le stragi, la voce della ragione, la voce della civilta': la voce che dice no alla guerra, no alle uccisioni, si' all'umana solidarieta', si' al riconoscimento che tutti gli esseri umani sono fratelli.
Verra' un tempo, e noi lavoriamo affinche' giunga presto, in cui tutte le celebrazioni del 4 novembre saranno come quella del sindaco di Messina, in cui in tutta Italia il 4 novembre, anniversario della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale, nel ricordo delle vittime di tutte le guerre si affermera' il dovere di non uccidere, il dovere di salvare le vite.
Verra' un tempo in cui l'umanita' si sara' liberata dagli eserciti e dalle armi, e guardando al passato provera' stupore di tanta e tanto atroce follia.
Al sindaco di Messina il nostro ringraziamento per il suo profetico gesto.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
La nonviolenza e' in cammino.
12. REPETITA IUVANT. QUANDO NOI MORTI CI DESTIAMO (2013)
1. L'intervento del sindaco di Messina alla celebrazione del 4 novembre e' stato un kairos: un tempo di verita'. Nelle sue parole sincere e nei suoi semplici gesti si e' fatta chiara l'essenza di cio' che il 4 novembre autenticamente significa: anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale; memoria di tutte le vittime della guerra; impegno a salvare le vite attraverso il ripudio della guerra, il disarmo, la fraternita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e soccorre.
In quelle poche parole, in quei nudi gesti, il primo cittadino rappresentante di tutti i cittadini di Messina ha smascherato ogni violenza, ha denunciato la guerra come crimine contro l'umanita', ha messo in luce la cosa decisiva, il vero dovere, l'assoluta ed irrefutabile necessita': che devono cessare tutte le guerre, che devono cessare tutte le uccisioni, e quindi che devono essere aboliti tutti gli eserciti, che devono scomparire tutte le armi; ovvero ha espresso la consapevolezza dirimente, il riconoscimento ineludibile, il fondamento della civile convivenza, dell'unica civilta': che vi e' una sola umanita', che ogni essere umano ha diritto a vivere, che ogni persona ha ed e' un valore infinito, che il primo dovere e' la solidarieta'.
*
2. Cio' che ha dato straordinario rilievo all'intervento del sindaco di Messina era il fatto che egli rappresentasse la sua citta' e fosse cola' il piu' autorevole rappresentante dell'ordinamento giuridico democratico, dello stato italiano retto dalla Costituzione repubblicana e nato dalla Resistenza antifascista; il fatto quindi che in quella circostanza fosse la piu' autorevole personalita' istituzionale presente: e che abbia saputo rappresentare nel modo piu' degno ed autentico il popolo di Messina, il popolo italiano, l'umanita'.
*
3. Finalmente almeno a Messina la cerimonia istituzionale del 4 novembre e' divenuta quello che dovrebbe sempre essere: memoria delle vittime e giuramento nel loro nome ad adoperarsi sempre, concretamente, coerentemente, per salvare le vite: opponendosi a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le omissioni di soccorso, a tutte le violenze: affermando la nonviolenza come fondamento - sia di diritto che di fatto - della civilta' umana, della legalita', della convivenza.
*
4. Dobbiamo ora premere su tutti gli altri sindaci italiani, ed in primis su quelli che aderiscono al Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, quelli che aderiscono alla Rete dei Comuni virtuosi, quelli che aderiscono all'associazione degli enti locali collegati alla rete antimafia di Libera, quelli che aderiscono alle tante altre forme associative degli enti locali persuasamente impegnati per la Costituzione che ripudia la guerra, ed insomma dobbiamo premere su tutti i sindaci e su tutti gli enti locali affinche' il prossimo anno tutti i sindaci, tutti i rappresentanti istituzionali, il 4 novembre cessino di essere subalterni alla retorica infame dei poteri assassini, cessino di essere complici dell'oscena, macabra, ignobile festa delle armi e degli armigeri uccisori, e facciano finalmente delle celebrazioni istituzionali del 4 novembre commemorazioni adeguate al giorno del lutto per tutte le vittime di tutte le guerre, facciano finalmente del 4 novembre il giorno dell'affermazione nitida ed intransigente dell'impegno ad adempiere il compito indicato dalla Costituzione della Repubblica Italiana che, come recita lapidario e luminoso l'incipit dell'articolo 11, "ripudia la guerra".
*
5. Ma contemporaneamente, congiuntamente, contestualmente, e soprattutto, dobbiamo rilanciare l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele": poiche' laddove non si ha ancora una rappresentanza istituzionale persuasa del bene, fedele alla Costituzione ed all'umanita', bisogna costruire dal basso il vero 4 novembre dalla parte delle vittime contro tutte le uccisioni e quindi contro tutti gli strumenti e gli apparati assassini: sostituendo le commemorazioni nonviolente alla scellerata festa dei poteri assassini, dei mandanti, degli esecutori e dei complici delle stragi.
Costruire dal basso l'alternativa nonviolenta ed intanto premere per spostare i rappresentanti istituzionali: praticare la democrazia e promuovere la legalita', agire la nonviolenza e risvegliare con adeguata maieutica le coscienze e le intelligenze di tutte le persone, convocare le istituzioni democratiche alle loro responsabilita' ed essere frattanto noi voce veritiera del popolo italiano.
Come abbiamo scritto nell'appello che da anni promuove l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele": "... il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni. (...) solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani".
*
6. Ed al termine di un lungo percorso di presa di coscienza e di richiamo delle istituzioni al rispetto della Costituzione, dello Statuto delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani, si dovra' giungere ad una legge che lavi il 4 novembre dalla scandalosa macchia della "festa" della macchina bellica e dello stolto sciovinismo, e ne riconosca e sancisca anche in termini legislativi l'obiettiva realta' di ricordo della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale, di memoria addolorata di tutte le vittime, di impegno concreto e coerente per la pace che salva le vite.
*
7. Vi e' una poesia di Primo Levi che abbiamo frequentemente letto, anche dinanzi ai sacelli delle vittime della guerra il 4 novembre; essa s'intitola "La bambina di Pompei", e recita cosi':
Poiche' l'angoscia di ciascuno e' la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre
Quasi volessi ripenetrare in lei
Quando al meriggio il cielo si e' fatto nero.
Invano, perche' l'aria volta in veleno
E' filtrata a cercarti per le finestre serrate
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
Lieta gia' del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si e' pietrificata
A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Cosi' tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
Agonia senza fine, terribile testimonianza
Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
La sua cenere muta e' stata dispersa dal vento,
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
Vittima sacrificata sull'altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.
Ed un'altra poesia di Primo Levi abbiamo letto sovente dinanzi ai sacelli delle vittime della guerra il 4 novembre, intitolata "Canto dei morti invano":
Sedete e contrattate
A vostra voglia, vecchie volpi argentate.
Vi mureremo in un palazzo splendido
Con cibo, vino, buoni letti e buon fuoco
Purche' trattiate e contrattiate
Le vite dei vostri figli e le vostre.
Che tutta la sapienza del creato
Converga a benedire le vostre menti
E vi guidi nel labirinto.
Ma fuori al freddo vi aspetteremo noi,
L'esercito dei morti invano,
Noi della Marna e di Montecassino
Di Treblinka, di Dresda e di Hiroshima:
E saranno con noi
I lebbrosi e i tracomatosi,
Gli scomparsi di Buenos Aires,
I morti di Cambogia e i morituri d'Etiopia,
I patteggiati di Praga,
Gli esangui di Calcutta,
Gl'innocenti straziati a Bologna.
Guai a voi se uscirete discordi:
Sarete stretti dal nostro abbraccio.
Siamo invincibili perche' siamo i vinti.
Invulnerabili perche' gia' spenti:
Noi ridiamo dei vostri missili.
Sedete e contrattate
Finche' la lingua vi si secchi:
Se dureranno il danno e la vergogna
Vi annegheremo nella nostra putredine.
*
8. Il 4 novembre cessi di essere abominevole ed usurpatrice orgia dei poteri assassini, eruzione di barbarie sciovinista e militarista; il 4 novembre deve essere quello che effettualmente e': un giorno di lutto per le vittime della guerra, e quindi un giorno di impegno affinche' non vi siano altre vittime, non vi siano piu' guerre, non vi siano piu' uccisioni.
Il lutto resta lutto e non puo' mai essere festa; il 4 novembre resta il giorno del ricordo delle vittime dell'"inutile strage". Ogni guerra e' un'inutile strage, ogni vittima ha il volto di Abele.
L'umanita' chiede pace, disarmo smilitarizzazione; l'umanita' chiede difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; l'umanita' chiede rispetto e protezione dell'intero mondo vivente patria comune dell'umanita' intera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
9. Dal profondo del cuore un ringraziamento a Renato Accorinti, sindaco di Messina, amico della nonviolenza, che il 4 novembre ha saputo porsi all'ascolto delle vittime, ed ha saputo essere voce dell'Italia democratica ed antifascista, voce dell'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
La nonviolenza e' in cammino.
13. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Alda Merini, L'anima innamorata, Frassinelli, Milano 2000, Sperling & Kupfer, Milano 2010, Rcs, Milano 2014, pp. 96, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Alda Merini, Superba e' la notte, Einaudi, Torino 2000, Rcs, Milano 2014, pp. 96, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
15. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1805 del 2 novembre 2014
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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