[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 641
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- Date: Thu, 14 Aug 2014 07:59:33 +0200 (CEST)
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)
Numero 641 del 14 agosto 2014
In questo numero:
Una lettera al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio
INIZIATIVE. UNA LETTERA AL SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI GRAZIANO DELRIO
Al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio
Oggetto: richiesta di un impegno del Governo per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza
Egregio sottosegretario Delrio,
le segnaliamo che numerosi senatori hanno recentemente presentato ben tre proposte di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
E precisamente il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014.
Firmatari delle tre proposte le senatrici ed i senatori Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinnà, Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe; ed altre senatrici ed altri senatori ancora hanno espresso il loro sostegno.
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Le ricordiamo altresì che un disegno di legge analogo fu già presentato nel 2001, sottoscritto e sostenuto da senatori di tutti gli schieramenti politici (i primi firmatari e sostenitori erano i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan; ed espressero interessamento e sostegno anche i deputati Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Lucà, Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante, ed i parlamentari europei Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella), ma allora non giunse ad essere calendarizzato nella competente Commissione parlamentare e restò pertanto, purtroppo, lettera morta.
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Le comunichiamo inoltre che la Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, ha trasmesso alla competente Commissione di quel ramo del Parlamento, "affinché i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la nostra proposta per una legge che disponga la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
La informiamo anche che è prossima la presentazione di altri disegni di legge anche alla Camera dei Deputati da parte di più parlamentari di varie forze politiche.
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Richiamiamo la sua attenzione sul fatto che la nonviolenza come campo di ricerche e di esperienze che ha ormai in Italia e nel mondo una consistente tradizione storica, scientifica ed accademica mette a disposizione risorse di fondamentale importanza particolarmente utili per gli operatori pubblici che per compiti di istituto debbono affrontare situazioni altamente critiche e che sono specificamente preposti alla tutela dell'ordine pubblico e alla difesa dei diritti umani.
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Pertanto con la presente sollecitiamo che il Governo promuova, in via legislativa o regolamentare, la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse messe a disposizione dalla nonviolenza.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 14 agosto 2014
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Allegati:
I. una breve nota informativa;
II. una minima bibliografia essenziale.
Allegato I. una breve nota informativa
La proposta di legge affinché tutti gli appartenenti alle forze di polizia statali e locali siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza prevede che nel curricolo formativo e nell'addestramento degli operatori della sicurezza pubblica venga compresa la conoscenza dei valori e dei concetti gnoseologici e deontologici, delle metodologie ermeneutiche, comunicative e relazionali, e delle tecniche operative della nonviolenza, e quindi l'educazione e l'addestramento ad esse.
Ciò in considerazione della delicatezza del servizio pubblico prestato dalle forze dell'ordine, sulle quali incombe il gravoso ed importantissimo impegno di difendere la sicurezza pubblica, l'incolumità delle persone, la legalità, e dato che esse per funzione istituzionale si trovano sovente ad agire in situazioni fortemente critiche e d'emergenza.
La proposta di legge mira pertanto a:
- mettere a disposizione delle forze dell'ordine strumenti interpretativi ed operativi adeguati per agire in modo costantemente legale, efficace e rispettoso della dignità umana nello svolgimento delle proprie mansioni;
- fornire agli operatori addetti al controllo del territorio ed alla protezione dei diritti, un quadro di riferimento categoriale ed applicativo coerente con la Costituzione, e quindi con la fonte stessa della legalità nel nostro paese; e con la Dichiarazione universale dei diritti umani, che costituisce un comune orizzonte di riferimento per le codificazioni giuridiche e le prassi amministrative dei paesi democratici;
- offrire un'occasione di riflessione sulle dinamiche relazionali e sulle strategie operative e cooperative nel rapporto interpersonale e particolarmente nel conflitto con la persona o le persone nei cui confronti si interviene e con cui quindi si interagisce;
- mettere a disposizione indicazioni utili ad un approfondimento delle problematiche non solo giuridiche, procedurali, amministrative e tecniche, ma anche psicologiche, sociologiche, comunicative e antropologico-culturali connesse ed implicate dall'attività che si svolge.
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La nonviolenza nella legislazione e nella storia d'Italia
Nella legislazione italiana il termine, ed il concetto, di "nonviolenza" è entrato relativamente tardi: con la legge 8 luglio 1998, n. 230, che all'art. 8, comma 2, lettera e) attribuisce all'Ufficio nazionale per il servizio civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di "predisporre, d'intesa con il Dipartimento per il coordinamento della protezione civile, forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta".
In realtà già da molti anni erano stati effettualmente accolti termini ed esperienze sovente fortemente connessi alla teoria e prassi della nonviolenza. E del resto analogo orientamento è possibile leggere in autorevoli documenti internazionali: come la Carta delle Nazioni Unite, e la Dichiarazione universale dei diritti umani.
Nella ricerca accademica e nelle agenzie formative ormai da decenni la nonviolenza è un tema rilevante. E' così a livello internazionale (a partire dalle attività di peace research promosse dall'Onu), ed è così anche in Italia, in cui lo studio della nonviolenza e la formazione ai valori, alle tecniche e alle strategie della nonviolenza costituiscono esperienze consolidate sia in ambito accademico che in ambito più generalmente istituzionale che nell'alveo delle esperienze dell'associazionismo democratico, delle agenzie formative, delle variegate formazioni in cui si articola la società civile e particolarmente l'impegno sociale e civile.
Del resto nella cultura e nella storia d'Italia la nonviolenza è radicata in esperienze e riflessioni che risalgono ad esempio fino alla proposta di vita e di pensiero di Francesco d'Assisi. E nel Novecento un illustre filosofo e pedagogista italiano, Aldo Capitini, ha dato un contributo di riflessione e di proposta di enorme rilevanza a livello internazionale; così come Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto (che di Gandhi fu direttamente discepolo); così come Danilo Dolci: personalità italiane che a livello internazionale sono tra le figure più note e più luminose della nonviolenza. Ad Aldo Capitini risale altresì la coniazione del termine stesso "nonviolenza". Peraltro in Italia anche la figura di Gandhi fu conosciuta con relativa tempestività: anche grazie alla sua visita nel nostro paese nel 1931, ed alla pubblicazione nello stesso anno dell'edizione italiana della sua autobiografia con prefazione di Giovanni Gentile; ed alla nonviolenza si ispirarono alcune delle figure più nobili e delle attività più profonde e luminose dell'opposizione alla dittatura fascista.
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Formazione del personale delle forze dell'ordine e ordinamento giuridico
Attualmente le forze dell'ordine in Italia sono articolate in diversi corpi, con statuti specifici ed organizzazioni interne peculiari. Tale situazione si riflette anche sui percorsi formativi ed addestrativi. Ma fondamento unitario di tutti i percorsi formativi è e deve essere il riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana su cui si incardina tutto il sistema legislativo ed istituzionale italiano e si basa il nostro ordinamento giuridico.
E quindi in uno stato di diritto, in un paese democratico come l'Italia, la funzione dello Stato preposta all'ordine pubblico è vincolata all'affermazione della legalità, alla difesa della democrazia, alla promozione della sicurezza, dell'incolumità e dei diritti delle persone che nel territorio italiano si trovino.
Sempre più la riflessione giuridica contemporanea ha evidenziato il nesso inscindibile tra sicurezza pubblica e diritti umani, diritti che sono propri di ogni essere umano e che per essere inverati abbisognano di un impegno positivo delle funzioni pubbliche.
Si evince pertanto la necessità di una sempre più adeguata formazione del personale delle forze dell'ordine ordinata all'espletamento più coerente ed efficace dei compiti che inverino le finalità dalla Costituzione enunciate nell'ambito delle specifiche funzioni, modalità ed aree di intervento. A tal fine la formazione alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza si dimostra di estrema utilità.
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Esperienze di riferimento in Italia, in Europa e nel mondo
Anche in Italia da anni in vari luoghi e contesti si sperimentano percorsi formativi alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie dalla nonviolenza di personale preposto alla sicurezza pubblica.
In altri paesi europei la riflessione e le esperienze in tal senso sono sovente assai rilevanti, come si evince dal dibattito in merito.
Infine si consideri come a livello internazionale vi siano ormai molteplici e qualificatissime esperienze storiche, di grande rilievo anche sul piano giuridico, con particolar riferimento a situazioni di partenza decisamente assai critiche.
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Ambiti formativi in cui si fa già ampio uso dei valori e delle tecniche della nonviolenza
Segnaliamo infine, come mera elencazione, alcuni ambiti in cui da molti anni esiste ormai una lunga ed ampia tradizione di studi e di esperienze formative e addestrative alla conoscenza e all'uso della nonviolenza. Questa tradizione ha diverse esplicazioni: in sede di istituzioni sovranazionali; in sede di istituzioni nazionali; in sede di istituzioni locali; in sede universitaria; in sede scolastica; in sede di altre agenzie formative; in sede di enti assistenziali, sociali, sanitari, di protezione civile; in sede di enti di servizio civile; in sede di associazionismo democratico; in sede di formazione ed aggiornamento nel management; in sede di agenzie informative; in sede di intervento psicoterapeutico; in sede di training sportivo; in sede di facilitazione in consessi deliberativi; in sede di promozione e coordinamento di campagne sociali.
Gli esempi sono infiniti: si va dalla formazione ad altissima qualificazione del personale specializzato in interventi di peace-keeping a livello internazionale (in primo luogo dell'Onu); alle cattedre e ai dipartimenti universitari di peace-research; fino alla formazione dei giovani in servizio civile.
Analogamente esempi attuativi e fonti normative e regolamentari di riferimento già esistono a tutti i livelli, sia in campo internazionale che per quel che concerne specificamente l'Italia.
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Allegato II. una minima bibliografia essenziale
1. Alcuni testi specifici
- Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, Codice etico per una polizia democratica, Sapere 2000, Roma 2002;
- Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, Conflitti e mediazione, Bruno Mondadori, Milano 2003;
- Andrea Cozzo, Gestione creativa e nonviolenta delle situazioni di tensione. Manuale di formazione per le Forze dell'ordine, Gandhi Edizioni, Pisa 2007;
- Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili, Bruno Mondadori, Milano 2003.
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2. Alcuni testi di riferimento
- Vittorino Andreoli, La violenza, Rcs Rizzoli Libri, Milano 1993, 2003;
- Hannah Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1964, 1993;
- Franco Basaglia, Scritti, Einaudi, Torino 1981-1982;
- Zygmunt Bauman, La società sotto assedio, Laterza, Roma-Bari 2003, 2005;
- Zygmunt Bauman, Paura liquida, Laterza, Roma-Bari 2008, 2009;
- Zygmunt Bauman, David Lyon, Sesto potere. La sorveglianza nella modernità liquida, Laterza, Roma-Bari 2014;
- Joanna Bourke, Paura. Una storia culturale, Laterza, Roma-Bari 2005;
- Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, Milano s. d. (ma 1967), Linea d'ombra, Milano 1989 (ed anche in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992);
- Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli, Milano 2007;
- Alessandro Dal Lago, La produzione della devianza. Teoria sociale e meccanismi di controllo, Feltrinelli, Milano 1981;
- Franco Fedeli, Polizia e democrazia, Edizioni Studio Tesi, 1978;
- Erich Fromm, Fuga dalla libertà, Edizioni di Comunità, Milano 1963, 1979;
- Michel Foucault, Sorvegliare e punire, Einaudi, Torino 1976;
- Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996;
- Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986;
- Emmanuel Levinas, Ethique et infini, Fayard, Paris 1982, Libraire Generale Française, Paris 1997;
- Stanley Milgram, Obbedienza all'autorità, Einaudi, Torino 2003;
- Salvatore Palidda, Polizia postmoderna, Feltrinelli, Milano 2000;
- Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006;
- Giuliano Pontara, La personalità nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996;
- Stefano Rodotà, La vita e le regole, Feltrinelli, Milano 2007;
- Françoise Sironi, Persecutori e vittime. Strategie di violenza, Feltrinelli, Milano 2001;
- Edith Stein, L'empatia, Franco Angeli, Milano 1986, 2006;
- Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi, Astrolabio Ubaldini, Roma 1971.
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3. Dizionari
- Nicola Abbagnano, Dizionario di filosofia, Utet, Torino 1971, 1977;
- Norberto Bobbio, Nicola Matteucci, Gianfranco Pasquino (diretto da), Dizionario di politica, Utet, Torino 1983, 1990, Tea, Milano 1990, 1992;
- Umberto Galimberti, Enciclopedia di psicologia, Garzanti, Milano 1999, 2003;
- Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, Utet, Torino 1978, 1993, Tea, Milano 1993.
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)
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Numero 641 del 14 agosto 2014
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