[Nonviolenza] Telegrammi. 1724



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1724 del 9 agosto 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Per le vittime di Nagasaki nell'anniversario dell'eccidio atomico

2. Un incontro di studio su "Vie, proposte e strumenti per la pace"

3. Bertolt Brecht: Per chi sta in alto

4. Bertolt Brecht: Il pane degli affamati e' stato mangiato

5. Bertolt Brecht: Quelli che portano via la carne dalle tavole

6. Bertolt Brecht: Chi sta in alto dice: pace e guerra

7. Bertolt Brecht: Quando chi sta in alto parla di pace

8. Bertolt Brecht: Quelli che stanno in alto

9. Bertolt Brecht: Sul muro c'era scritto col gesso

10. Bertolt Brecht: Chi sta in alto dice

11. Bertolt Brecht: La guerra che verra'

12. Bertolt Brecht: al momento di marciare molti non sanno

13. Bertolt Brecht: Generale, il tuo carro armato e' una macchina potente

14. Bertolt Brecht: Quando la guerra comincia

15. Bertolt Brecht: Mio fratello aviatore

16. Bertolt Brecht: Domande di un lettore operaio

17. Aldo Capitini: Il manuale di Charles C. Walker sull'azione diretta nonviolenta

18. Segnalazioni librarie

19. La "Carta" del Movimento Nonviolento

20. Per saperne di piu'

 

1. I COMPITI DELL'ORA. PER LE VITTIME DI NAGASAKI NELL'ANNIVERSARIO DELL'ECCIDIO ATOMICO

 

Ricorre il 9 agosto l'anniversario della bomba atomica su Nagasaki, quell'immane orrore che reduplico' l'orrore di Hiroshima tre giorni dopo.

Non una sola volta avvengono nella storia le piu' abominevoli mostruosita'.

Ebbe a scrivere Primo Levi nel suo ultimo libro sui lager, I sommersi e i salvati (un libro che dovrebbe essere imparato a memoria in tutte le scuole): "E' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo".

Il primo compito dell'umanita' intera e' impedire che l'orrore di Auschwitz, che l'orrore di Hiroshima, che l'orrore di Nagasaki, che gli infiniti orrori della guerra, del totalitarismo, dei genocidi possano continuare ad accadere di nuovo.

Il primo compito di ogni persona decente e' lottare con tutte le proprie forze per abolire le armi, gli eserciti, le guerre, le stragi, gli omicidi.

Il primo compito di tutte e tutti e' salvare le vite.

Il primo compito e' difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita'.

Nel ricordo di tutte le vittime adoperiamoci qui ed ora affinche' non vi siano piu' vittime.

Nel ricordo di tutte le vittime adoperiamoci qui ed ora per salvare le vite.

Solo la pace salva le vite.

Solo il disarmo salva le vite.

Solo la smilitarizzazione salva le vite.

Solo la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene salva le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. INCONTRI. UN INCONTRO DI STUDIO SU "VIE, PROPOSTE E STRUMENTI PER LA PACE"

 

Si e' svolto nel pomeriggio di venerdi' 8 agosto 2014 a Viterbo un incontro di studio su "Vie, proposte e strumenti per la pace".

All'incontro ha preso parte il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani".

 

3. TESTI. BERTOLT BRECHT: PER CHI STA IN ALTO

[Riproponiamo ancora una volta i seguenti versi contro la guerra estratti da Bertolt Brecht, Poesie di Svendborg, Einaudi, Torino 1976, nella traduzione di Franco Fortini.

Bertolt Brecht (1898-1956), scrittore, poeta, drammaturgo tedesco tra i maggiori del Novecento, nella sua opera e' rilevante l'impegno contro la guerra, contro il fascismo, contro l'oppressione sociale. Tra le opere di Bertolt Brecht segnaliamo in particolare l'utile volumetto per la scuola curato da Renato Solmi e dal Ccm di Torino: Bertolt Brecht, L'abici' della guerra, Einaudi, Torino 1975 e successive riedizioni. Ed ovviamente almeno le Poesie di Svendborg, sempre presso Einaudi, 1976 e successive riedizioni. Ma tantissime altre sue opere occorrerebbe citare qui, tutte in Italia edite da Einaudi. Opere su Bertolt Brecht: per un'introduzione cfr. il volume a cura di Roberto Fertonani, Per conoscere Bertolt Brecht, Mondadori, Milano 1970 e successive riedizioni]

 

Per chi sta in alto

parlare di mangiare e' cosa bassa.

Si capisce: hanno gia'

mangiato, loro.

 

Chi sta in basso deve andarsene dal mondo

senza aver mangiato

un po' di carne buona.

 

Per pensare di dove venga e dove

vada, chi e' in basso,

nelle belle serate,

troppo e' sfinito.

 

I monti e il mare grande

non li hanno ancora visti

che il loro tempo gia' e' passato.

 

Se chi e' in basso non pensa

alla bassezza, mai

potra' venire in alto.

 

4. TESTI. BERTOLT BRECHT: IL PANE DEGLI AFFAMATI E' STATO MANGIATO

 

Il pane degli affamati e' stato mangiato.

Non si sa piu' cos'e' la carne. inutilmente

e' stato versato il sudore del popolo.

Gli allori sono stati

tagliati.

 

Dalle ciminiere delle fabbriche di munizioni

sale fumo.

 

5. TESTI. BERTOLT BRECHT: QUELLI CHE PORTANO VIA LA CARNE DALLE TAVOLE

 

Quelli che portano via la carne dalle tavole

insegnano ad accontentarsi.

Coloro ai quali il dono e' destinato

esigono spirito di sacrificio.

I ben pasciuti parlano agli affamati

dei grandi tempi che verranno.

Quelli che portano all'abisso la nazione

affermano che governare e' troppo difficile

per l'uomo qualsiasi.

 

6. TESTI. BERTOLT BRECHT: CHI STA IN ALTO DICE: PACE E GUERRA

 

Chi sta in alto dice: pace e guerra

sono di essenza diversa.

La loro pace e la loro guerra

sono come il vento e la tempesta.

 

La guerra cresce dalla loro pace

come il figlio dalla madre.

Ha in faccia

i suoi lineamenti orridi.

 

La loro guerra uccide

quel che alla loro pace

e' sopravvissuto.

 

7. TESTI. BERTOLT BRECHT: QUANDO CHI STA IN ALTO PARLA DI PACE

 

Quando chi sta in alto parla di pace

la gente comune sa

che ci sara' la guerra.

 

Quando chi sta in alto maledice la guerra

le cartoline precetto sono gia' compilate.

 

8. TESTI. BERTOLT BRECHT: QUELLI CHE STANNO IN ALTO

 

Quelli che stanno in alto

si sono riuniti in una stanza.

Uomo della strada

lascia ogni speranza.

 

I governi

firmano patti di non aggressione.

Uomo qualsiasi,

firma il tuo testamento.

 

9. TESTI. BERTOLT BRECHT: SUL MURO C'ERA SCRITTO COL GESSO

 

Sul muro c'era scritto col gesso:

vogliono la guerra.

Chi l'ha scritto

e' gia' caduto.

 

10. TESTI. BERTOLT BRECHT: CHI STA IN ALTO DICE

 

Chi sta in alto dice:

si va alla gloria.

Chi sta in basso dice:

si va alla fossa.

 

11. TESTI. BERTOLT BRECHT: LA GUERRA CHE VERRA'

 

La guerra che verra'

non e' la prima. Prima

ci sono state altre guerre.

Alla fine dell'ultima

c'erano vincitori e vinti.

Fra i vinti la povera gente

faceva la fame. Fra i vincitori

faceva la fame la povera gente egualmente.

 

12. TESTI. BERTOLT BRECHT: AL MOMENTO DI MARCIARE MOLTI NON SANNO

 

Al momento di marciare molti non sanno

che alla loro testa marcia il nemico.

La voce che li comanda

e' la voce del loro nemico.

E chi parla del nemico

e' lui stesso il nemico.

 

13. TESTI. BERTOLT BRECHT: GENERALE, IL TUO CARRO ARMATO E' UNA MACCHINA POTENTE

 

Generale, il tuo carro armato e' una macchina potente

spiana un bosco e sfracella cento uomini.

Ma ha un difetto:

ha bisogno di un carrista.

 

Generale, il tuo bombardiere e' potente.

Vola piu' rapido d'una tempesta e porta piu' di un elefante.

Ma ha un difetto:

ha bisogno di un meccanico.

 

Generale, l'uomo fa di tutto.

Puo' volare e puo' uccidere.

Ma ha un difetto:

puo' pensare.

 

14. TESTI. BERTOLT BRECHT: QUANDO LA GUERRA COMINCIA

 

Quando la guerra comincia

forse i vostri fratelli si trasformeranno

e i loro volti saranno irriconoscibili.

Ma voi dovete rimanere eguali.

 

Andranno in guerra, non

come ad un massacro, ma

ad un serio lavoro. Tutto

avranno dimenticato.

Ma voi nulla dovete dimenticare.

 

Vi verseranno grappa nella gola

come a tutti gli altri.

Ma voi dovete rimanere lucidi.

 

15. TESTI. BERTOLT BRECHT: MIO FRATELLO AVIATORE

 

Avevo un fratello aviatore.

Un giorno, la cartolina.

Fece i bagagli, e via,

lungo la rotta del sud.

 

Mio fratello e' un conquistatore.

Il popolo nostro ha bisogno

di spazio. E prendersi terre su terre,

da noi, e' un vecchio sogno.

 

E lo spazio che s'e' conquistato

sta sui monti del Guadarrama.

E' di lunghezza un metro e ottanta,

uno e cinquanta di profondita'.

 

16. TESTI. BERTOLT BRECHT: DOMANDE DI UN LETTORE OPERAIO

 

Tebe dalle Sette Porte, chi la costrui'?

Ci sono i nomi dei re, dentro i libri.

Sono stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?

Babilonia, distrutta tante volte,

chi altrettante la riedifico'? In quali case,

di Lima lucente d'oro abitavano i costruttori?

Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia,

i muratori? Roma la grande

e' piena d'archi di trionfo. Su chi

trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio

Aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella favolosa Atlantide

la notte che il mare li inghiotti', affogavano urlando

aiuto ai loro schiavi.

 

Il giovane Alessandro conquisto' l'India.

Da solo?

Cesare sconfisse i Galli.

Non aveva con se' nemmeno un cuoco?

Filippo di Spagna pianse, quando la flotta

gli fu affondata. Nessun altro pianse?

Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi

oltre a lui, l'ha vinta?

 

Una vittoria ogni pagina.

Chi cucino' la cena della vittoria?

Ogni dieci anni un grand'uomo.

Chi ne pago' le spese?

 

Quante vicende,

tante domande.

 

17. MATERIALI. ALDO CAPITINI: IL MANUALE DI CHARLES C. WALKER SULL'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

[Riproponiamo ancora una volta il testo del capitolo dodicesimo, "Il Manuale di Charles C. Walker (1961)", del libro di Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, 1967 (poi ristampato da Linea d'ombra, Milano 1989; e successivamente ripreso anche in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992). L'opuscolo di Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta, arricchito da ulteriori materiali, e' stato successivamente pubblicato dalle Edizioni del Movimento Nonviolento nei "Quaderni di azione nonviolenta", cui puo' essere richiesto; e' un materiale di lavoro utilissimo (per richieste: tel. 0458009803, e-mail: azionenonviolenta at sis.it); il solo testo dell'opuscolo di Walker abbiamo anche piu' volte riprodotto sul nostro foglio.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Tra le opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra]

 

Nel 1961 e' uscito il Manuale dell'organizzatore dell'azione diretta nonviolenta, redatto da Charles C. Walker, direttore del Laboratorio della nonviolenza (Cheney, Pa, USA). Jean Fremont lo ha tradotto in francese. L'opuscolo e' edito dalla War Resisters' International, 88 Park Avenue, Enfield, Middlesex, Inghilterra. E' un ampio e organico lavoro, e il confronto con il Piano De Ligt mostra quanto l'esperienza dell'azione nonviolenta si sia accresciuta negli anni, specialmente per le grandi campagne gandhiane e per quelle degli Stati Uniti d'America e di altrove. Del resto, il manuale integra spesso i suoi suggerimenti con indicazioni bibliografiche. Metteremo in luce la struttura del lavoro, e i punti piu' rilevanti e utilizzabili.

Il Manuale e' diviso in quindici sezioni.

*

1. Preparazione

Bisogna scegliere e presentare chiaramente gli scopi da raggiungere, dando rilievo ad una situazione ingiusta e cercando di ottenere l'appoggio del pubblico. La volonta' di resistenza viene sviluppata diffondendo continuamente notizie, commentandole e facendo appello all'azione immediata, indicando alle vittime anche una situazione migliore. Inoltre: assicurarsi il nome e l'indirizzo di persone che possono cooperare, e consultare gruppi e associazioni che possono simpatizzare.

Gia' in questa prima sezione si trovano i suggerimenti sempre dati per le azioni nonviolente: cercare le piu' larghe solidarieta', diffondere apertamente notizie sulla situazione e sulle prospettive di mutamento. Se ne deduce: prima di un'azione impiantare un bollettino apposito da diffondere largamente.

*

2. Lancio di un programma costruttivo

Il programma deve colpire un male alla radice, venire in aiuto alle vittime, stimolare gli atteggiamenti nonviolenti. Reagire, quindi, attivamente all'apatia, con pieno altruismo e ispirando fiducia. L'azione puo' essere preparata da un lavoro costruttivo come campi di lavoro, cooperative, assistenza alle vittime di ingiustizie, lavoro caritatevole, lavoro in comunita'. Utile anche un lavoro fisico dopo un'estrema tensione nervosa.

*

3. Apprendimento del metodo

Anzitutto una ricerca sui fatti, sulle forze sociali, politiche, economiche, implicate nella situazione (come abbiamo gia' visto), sull'atteggiamento dei vari gruppi.

Impostare la possibilita' di negoziati (uno stadio molto importante prima di ogni azione nonviolenta).

Appello vastissimo all'opinione pubblica, con tutti i mezzi possibili.

Giorni di digiuno e (oppure) di preghiera, rinuncia a distinzioni onorifiche date dagli autori dell'ingiustizia; dirsi disposti ad una concessione importante, purche' non leda il principio.

Presentare un "ultimatum" che espone le lagnanze, i tentativi fatti per rimediare, le concessioni proposte, e fissare una data limite. Informare tutti gli implicati nella cosa.

Infine, dopo aver tutto tentato, intraprendere l'azione diretta, senza rompere definitivamente la possibilita' di riprendere i negoziati.

L'azione diretta ha questi aspetti:

- Veglia in un luogo simbolico;

- Picchetti di militanti;

- Digiuno o sciopero della fame;

- Noncooperazione;

- Boicottaggio;

- Arresto del lavoro per un certo periodo;

- Sciopero;

- Sciopero a rovescio (lavorando dove e quando non permesso);

- Intervento p. es. in un luogo proibito;

- Disobbedienza civile;

- Migrazione;

- Manifestazioni: riunioni, sfilate, proteste.

*

4. L'addestramento

Studiare la teoria e la messa in pratica della nonviolenza, le campagne nonviolente; organizzare un laboratorio della nonviolenza, proiettare film, fare riunioni e discussioni pubbliche e anche "scene drammatiche" di realizzazione di iniziative nonviolente; meditare, cantare in coro, raccontare fatti eroici, prendere pasti in comune, formare bene gli individui per i compiti che saranno a loro affidati; distinguere tra l'addestramento generale e quello per determinate azioni.

*

5. Il piano di campagna dell'azione diretta nonviolenta

L'organizzazione realizzatrice deve avere delle infrastrutture con un comitato d'insieme e un comitato amministrativo, un direttore del progetto e comitati speciali (per la pubblicita', per i mezzi di trasporto, per stampare, per l'alloggio, il cibo ecc.), e deve fare un bilancio preliminare.

Mettere a punto il piano di esecuzione (utilizzando anche un consiglio giuridico).

*

6. La preparazione dell'azione

Scegliere un quartiere generale delle operazioni, esponendo materiale pubblicitario, inaugurandolo con una conferenza stampa. Lettere e visite ai funzionari interessati; avvisi ai giornali. Raccogliere fondi. Fare riunioni pubbliche. Tener pronto materiale indispensabile: macchina da scrivere, anche per fare molte copie, letti e sacchi per dormire, materiale per affissioni, automobili ecc. (e vedere quali servizi di trasporto sono nella zona). Stabilire un indirizzo postale. Sviluppare i mezzi di comunicazione: telefono, altoparlanti, bollettini giornalieri. Preparare istruzioni appropriate per i capi di gruppi, fare l'elenco dei partecipanti, preparare manifesti e volantini (da apprestare molto per tempo).

*

7. Studio preliminare della situazione dal punto di vista legale

Conoscere le disposizioni legali del luogo e cercar di avere assistenza legale.

*

8. Messa a punto di una disciplina collettiva

Il comitato d'azione deve concretare i termini di questa disciplina.

*

9. Sviluppo di una campagna di propaganda

Esporre con grande chiarezza. Fare un "memorandum" generale, e brevi biografie dei capi e dei partecipanti importanti, frequenti comunicati alla stampa e alla radio, registrare sul nastro magnetico importanti discorsi, visitare (o scrivere a) persone influenti della stampa, raccogliere ritagli di giornali.

*

10. La riunione dei partecipanti all'azione

Farne l'elenco; tenere una riunione degli aderenti, esponendo il piano dell'azione e discutendolo; scegliere un presidente adatto per le riunioni (alcune questioni possono esser trattate non dalle riunioni generali, ma dai comitati).

*

11. L'avvio dell'azione

Scegliere il gruppo che comincera' l'azione; e formare anche il secondo gruppo d'urto. Recarsi sul luogo (sfilare o star seduti, sempre a testa alta e tranquillamente). Esser pronti a rispondere ai giornalisti, alle guardie. Seguire le istruzioni dei capi e non lasciare il proprio posto senza averli avvisati. Distribuire i fogli (non disturbare mai il passaggio dei pedoni), e se piove, tenere i fogli in un sacco di materia plastica. Conservare, in quanto possibile, un silenzio assoluto.

*

12. Fronteggiare le rappresaglie

L'avversario puo' provocare a condursi in modo agitato, a farsi prendere dal disordine, a lanciare insulti, a fare recriminazioni di un capo verso l'altro, a far sorgere defezioni nelle file dei nonviolenti, a reagire con la violenza. Percio' bisogna restare calmi e affabili, stare al proprio posto disciplinati. Se ci sono urti, il capo fa allontanare i feriti.

In caso di arresto, non opporre resistenza, e accettare i regolamenti della prigione in cio' che non siano contro la propria coscienza.

Le rappresaglie possono essere molto gravi (colpi, tortura, presa di ostaggi, linciaggio, cacciata dal posto, proibizioni di assemblee ecc.), e in tale caso insistere presso i responsabili della societa' perche' agiscano e reprimano la violenza, chiedere un'inchiesta, aiutare le vittime (le sofferenze redentrici possono liberare dal veleno della violenza accumulatosi da tanto tempo).

*

13. Mantenere la vitalita' del movimento

Valersi di nuovi simboli (azioni eroiche, gli eroi di esse, le vittime delle rappresaglie, gl'imprigionati, anniversari, saluti, vesti, insegne, ecc.).

Sforzi costanti di persuasione anche presso gli avversari, tenere al corrente gli aderenti.

Incoraggiare e organizzare azioni di sostegno (dichiarazioni di personalita' eminenti, di gruppi di simpatizzanti ecc.).

Trattare i dissidenti in modo paziente e leale; educare e allenare gli aderenti, formare nuovi capi, incoraggiare il lavoro teorico e pratico; far agire il maggior numero di volontari che sia possibile.

*

14. I capi

Sono dei primi tra eguali, sono dei coordinatori, abituati a lavorare in gruppo.

*

15. Quando la lotta si fa lunga

Secondo Gandhi una campagna nonviolenta provoca cinque reazioni: l'indifferenza, il ridicolo, l'insulto, la repressione, il rispetto. Per arrivare al quinto punto talvolta ci vuole molto tempo.

Non si deve tendere alla "sconfitta" dell'avversario, ma ad una trasformazione dei rapporti tra le parti interessate (una vittoria della giustizia e dell'onesta' umana).

 

18. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Marco Fortunato (a cura di), Kierkegaard, Rcs, Milano 2014, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

20. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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