[Nonviolenza] Telegrammi. 1691
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- Date: Sun, 6 Jul 2014 22:36:21 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1691 del 7 luglio 2014
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Una lettera al Comune di Viterbo per la cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani
2. "Stampa e opinione pubblica da Gutenberg al 1848". Un incontro di studio a Viterbo
3. "Shakespeare e la critica". Un incontro di studio
4. Cinque lettere di documentazione per la proposta di legge per la formazione delle forze di polizia alla nonviolenza
5. Una bozza di lettera al governo
6. Una bozza di lettera ai parlamentari
7. Una bozza di lettera ai Comuni
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA AL COMUNE DI VITERBO PER LA CITTADINANZA ONORARIA ALLE BAMBINE ED AI BAMBINI NON CITTADINE E CITTADINI ITALIANI
[Riproponiamo la seguente lettera del Tavolo per la pace di Viterbo]
Stesura definitiva della lettera al Comune di Viterbo recante in forma di schema di delibera del Consiglio Comunale la proposta di attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa
Al Sindaco, alle Assessore ed agli Assessori della Giunta Comunale, alle Consigliere ed ai Consiglieri Comunali, alla Segretario Generale del Comune di Viterbo
Egregio Sindaco, egregie Assessore ed egregi Assessori della Giunta Comunale, egregie Consigliere ed egregi Consiglieri Comunali, egregia Segretario Generale del Comune di Viterbo,
il Tavolo per la Pace di Viterbo, che si riunisce da alcuni mesi, su invito dell'assessore comunale ai servizi sociali e del consigliere comunale delegato alle iniziative di pace, con la libera partecipazione delle rappresentanti e dei rappresentanti di varie associazioni impegnate in citta' per la pace, la solidarieta', i diritti umani e la nonviolenza, come di ogni persona eventualmente interessata, propone all'Amministrazione Comunale di Viterbo l'adozione di un atto deliberativo di cui, dopo ampia e condivisa valutazione e approvazione all'unanimita', si rimette bozza per il Consiglio Comunale:
*
Il Consiglio Comunale di Viterbo
- premesso che le bambine ed i bambini (intendendo qui tutte le persone minorenni, in eta' da zero a 18 anni) sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanita', e pertanto dell'umanita' intera sono il bene piu' prezioso, ed e' quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto e' in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;
- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana cosi' come di ogni consesso civile e' rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di tutte le persone umane, ed in primo luogo delle persone piu' fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;
- affermato che Viterbo vuole essere citta' amica delle bambine e dei bambini;
- riconosciuto che della comunita' viterbese fanno parte tutte le persone che a Viterbo nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla citta' il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;
- evidenziato in particolare che della comunita' cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a Viterbo si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;
- richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riconosce che vi e' una sola umanita' e che tutte le persone umane sono portatrici di inalienabili diritti;
- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutte le persone umane usando a tal fine la formula universalistica "uomo" - intesa in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo -); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge" (anche in questo caso usando l'espressione "lo straniero" in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo); che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutte le persone umane presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;
- dando adempimento agli impegni di solidarieta' e quindi di civilta' espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;
- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e successivamente esposto nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari;
- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;
- sottolineando specificamente che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia (approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176) fin dal Preambolo ai commi IV-VI evidenzia che "l'infanzia ha diritto a un aiuto e a un'assistenza particolari", "la famiglia, unita' fondamentale della societa' e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita", "il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso della sua personalita' deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicita', di amore e di comprensione" (ed e' opportuno ricordare che l'Unicef-Italia sottolinea che sarebbe preferibile tradurre il termine inglese "child", anziche' con "fanciullo", con "bambino, ragazzo e adolescente" - scilicet, in una formulazione ancor piu' adeguatamente riconoscente ed inclusiva: "bambina e bambino, ragazza e ragazzo, adolescente" -);
- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parita' e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;
- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadine e cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alla civilta' umana ed alla sua possibilita' di bene;
- intendendo altresi' dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresi' la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parita' e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;
- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento Italiani, cosi' come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, cosi' come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;
- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verita': che tutte le persone umane nascono libere ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia;
- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione viterbese e la voce ferma e profonda dell'umanita' intera cosi' come espressa dalle piu' alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:
delibera di
1. attribuire la Cittadinanza Onoraria di Viterbo:
a) a tutte le bambine e a tutti i bambini nate e nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani;
b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono a Viterbo;
c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli (ovviamente laddove a cio' non ostino cogenti motivi di necessaria particolare protezione e tutela, da parte delle istituzioni pubbliche, delle persone minori come di altre persone componenti il nucleo familiare).
2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalita' democratica, della civile convivenza. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca (in italiano e nelle lingue delle varie comunita' alloglotte presenti nel territorio comunale, e con gli opportuni accorgimenti grafici per la miglior comprensione e diffusione) la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunita' cittadina. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
4. Chiedere al Governo e al Parlamento Italiani nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
5. Proporre agli altri Comuni della provincia di Viterbo di assumere deliberazioni analoghe. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.
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Questa che precede e' la proposta di deliberazione.
Egregio Sindaco, egregie Assessore ed egregi Assessori della Giunta Comunale, egregie Consigliere ed egregi Consiglieri Comunali, egregia Segretario Generale del Comune di Viterbo,
al fine di illustrarne adeguatamente le premesse, il significato e il fine (quantunque essi emergano gia' del tutto evidenti), ed al fine di poter svolgere una fraterna e sororale riflessione comune affinche' le Amministratrici e gli Amministratori Comunali tutte e tutti possano addivenire ad una espressione di volonta' auspicabilmente unanime, il Tavolo per la Pace di Viterbo richiede anche di essere ascoltato in uno o piu' incontri nelle modalita' che, separatamente o congiuntamente, il Sindaco, le Assessore e gli Assessori, le Consigliere ed i Consiglieri Comunali tutte e tutti riterranno piu' opportune.
Al fine di rendere piu' agevole la definizione di date, orari e sedi in cui potersi incontrare, il Tavolo per la Pace delega l'assessore Fersini ed i consiglieri comunali Moricoli e Scorsi, che hanno partecipato ai lavori del Tavolo stesso, a prendere gli opportuni accordi.
Vogliate gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene,
il Tavolo per la Pace di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2014
2. INCONTRI. "STAMPA E OPINIONE PUBBLICA DA GUTENBERG AL 1848". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Si e' svolto la mattina di domenica 6 luglio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Stampa e opinione pubblica. Da Gutenberg al 1848" con la partecipazione di Marco Ambrosini.
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Marco Ambrosini, con una pluriennale pratica di formatore alla nonviolenza e di impegno in difesa dei diritti umani e della biosfera, operatore culturale, videomaker, cooperante agricolo, e' impegnato nell'esperienza del movimento degli ecovillaggi ed e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo; fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; tra il 2010 e il 2012 insieme a Paolo Arena e Marco Graziotti e' stato uno degli animatori dell'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese (inchiesta che e' restata un esempio unico di ricerca sociologica in questo ambito e costituisce tuttora uno strumento di riflessione cui far riferimento). E' stato tra i principali promotori ed animatori dell'attivita' di accostamento alla nonviolenza svoltasi con cadenza settimanale per alcuni anni a Viterbo e a Blera (Vt) ed ha preso parte come formatore al ciclo di incontri di accostamento alla nonviolenza a Soriano nel Cimino (Vt). Cura il blog "Note minime - Gruppo di informazione nonviolenta" (per contatti: e-mail: noteminime at tiscali.it, sito: noteminime.wordpress.com).
3. INCONTRI. "SHAKESPEARE E LA CRITICA". UN INCONTRO DI STUDIO
Si e' svolto nel pomeriggio di domenica 6 luglio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Shakespeare e la critica", con la partecipazione di Giselle Dian.
Nel corso dell'incontro sono state esaminate alcune delle principali interpretazioni critiche dell'opera scespiriana, soffermandosi in particolare su alcuni dei suoi capolavori teatrali.
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Giselle Dian, disegnatrice, pittrice, grafica, studiosa di fenomeni artistici e comunicazione multimediale, collaboratrice del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta"; nel 2010 ha realizzato un ampio studio su Keith Haring dal titolo "Keith Haring: segno artistico, gesto esistenziale, impegno civile", per il quale ha anche effettuato una serie di interviste a varie personalita' di vari campi del sapere (critici d'arte, filologi, filosofi, psicologi, sociologi, storici, operatori sociali, studiosi dei nuovi linguaggi artistici e dei media...). Ha pubblicato saggi, interviste e recensioni sul quotidiano telematico "La nonviolenza e' in cammino"; ha tenuto conferenze presso biblioteche pubbliche, mostre in spazi di impegno sociale e culturale, e sta realizzando un progetto artistico sui temi della memoria storica e della dignita' umana.
4. REPETITA IUVANT. CINQUE LETTERE DI DOCUMENTAZIONE PER LA PROPOSTA DI LEGGE PER LA FORMAZIONE DELLE FORZE DI POLIZIA ALLA NONVIOLENZA
1. Una lettera al Presidente della Repubblica (2001)
Egregio Presidente,
vorremmo segnalare alla sua attenzione la seguente proposta:
che tutti gli operatori delle forze dell'ordine, cui incombe il gravoso ed importantissimo impegno di difendere la sicurezza pubblica, l'incolumita' delle persone, la legalita', siano specificamente formate e addestrate alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie di comunicazione e di intervento della nonviolenza.
Data la delicatezza del servizio pubblico dalle forze dell'ordine prestato, e dato che esse per funzione istituzionale si trovano sovente ad agire in situazioni fortemente critiche e d'emergenza, e' assolutamente necessario che la formazione e l'addestramento del personale in esse impiegato prevedano anche questa grande risorsa che e' la conoscenza e la capacita' di applicazione di tecniche comunicative e relazionali, di strategie di intervento e di interpretazione, di solido radicamento in fondamentali valori giuridici e morali, tecniche, strategie e valori che la teoria-prassi della nonviolenza nel corso della storia ha esplorato, elaborato, tematizzato, sperimentato e che mette a disposizione di tutti gli operatori sociali, come di tutti gli esseri umani.
In Italia esistono esperienze formative alla nonviolenza, tradizioni culturali della nonviolenza, illustri studiosi ed educatori alla nonviolenza (sia in ambito accademico che nel servizio sociale), che possono essere adeguatamente valorizzati a tal fine.
Tra le esperienze formative vi sono prestigiose ed ormai consolidate tradizioni di corsi tenuti in universita', in scuole, in istituzioni, in enti di servizio sociale e di servizio civile, in tante sedi dell'associazionismo democratico e della societa' civile.
Tra le tradizioni culturali della nonviolenza in Italia bastera' ricordare la riflessione e la proposta di Aldo Capitini, con il suo richiamo a Francesco d'Assisi, a Giuseppe Mazzini, a Mohandas Gandhi; le esperienze e riflessioni di Danilo Dolci ed il suo straordinario intervento sociale e lavoro maieutico; ed ancora le cospicue ricerche di Guido Calogero e Norberto Bobbio; l'esperienza di don Lorenzo Milani; l'elaborazione di Ernesto Balducci, e molte altre figure esemplari si potrebbero citare tra quanti nel nostro paese hanno dato un grande contributo alla promozione della teoria e della pratica della nonviolenza.
Tra gli studiosi, formatori ed educatori oggi attivi in Italia vi sono prestigiose figure accademiche come Alberto L'Abate, Antonino Drago, Giuliana Martirani, Giuliano Pontara, Giovanni Salio, Giovanni Scotto e molti, molti altri illustri docenti e ricercatori, riconosciuti ed apprezzati a livello internazionale.
Ebbene, poiche' queste risorse esistono e sono dunque a disposizione, che siano valorizzate al fine indicato.
Egregio Presidente,
si faccia autorevole patrocinatore della proposta di un necessario ed urgente intervento delle istituzioni competenti (il parlamento se con una legge, il governo se con un decreto, il ministero se con una circolare, organi di direzione delle forze dell'ordine se con un mero provvedimento amministrativo interno) affinche' tutti i membri delle forze dell'ordine vengano formati alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie nonviolente.
Questo aumenterebbe la loro professionalita', e sarebbe certo di grande utilita'.
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2. Una lettera al Ministro dell'Interno (2000)
Proposta di prevedere la formazione e l'addestramento ai valori, le strategie e le tecniche della nonviolenza per tutti gli operatori pubblici addetti alla pubblica sicurezza
Signor Ministro,
la crescita della violenza va contrastata nel modo piu' rigoroso e coerente: ovvero promuovendo quanto piu' possibile la nonviolenza.
- La nonviolenza, intervento attivo per promuovere diritti e dignita' di tutti
La nonviolenza e' il portato delle scelte assiologiche e giuriscostituenti inscritte nei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
La nonviolenza e' l'applicazione dei principi etici e giuridici promulgati dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.
La nonviolenza e' proposta operativa fondamentale e fondante per la civile convivenza in un'epoca, come quella attuale, di grandi conflitti, di grandi opportunita' evolutive come di immani pericoli di regresso e catastrofe.
La nonviolenza ovviamente non e' passivita', ma opposizione alla violenza la piu' nitida, intransigente ed efficace; non e' un sottrarsi ai conflitti ed alle situazioni di crisi, ma un farvi fronte e gestirli con chiaroveggenza ed energia affinche' essi producano acclaramento e ricomposizione, evolvano in esiti di maggiore giustizia, di maggiore umanizzazione; la nonviolenza non e' contemplazione atterrita o inerme ritrarsi, ma presenza viva e operante per affermare sempre ed ovunque, e quindi in primo luogo ove piu' occorra, la dignita' della persona e i diritti umani; la nonviolenza e' il dispiegarsi del principio di legalita' in quanto esso fonda la convivenza e difende e promuove i diritti di tutti.
- Una proposta pratica: formare e addestrare tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza ai valori, le strategie e le tecniche della nonviolenza
E' necessario che tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza conosca e sia in grado di utilizzare nello svolgimento delle sue mansioni le tecniche, le strategie, i valori, e dunque le acquisizioni e gli strumenti conoscitivi, ermeneutici ed operativi della nonviolenza.
E' infatti assai penoso che proprio le persone che, per il lavoro di altissima responsabilita' che svolgono, piu' hanno bisogno di disporre di una formazione, un addestramento ed una strumentazione (teorica ed applicativa) adeguati a difendere e promuovere sicurezza, convivenza, rispetto dei diritti delle persone tutte, proprio queste persone siano private di una opportunita' formativa massimamente adeguata all'incombenza che la legge e le istituzioni loro attribuiscono.
E' assurdo che proprio quegli operatori dei pubblici servizi che devono intervenire in situazioni di massima crisi ed emergenza, non abbiano a disposizione gli strumenti piu' adatti alla bisogna: le tecniche operative, le strategie comunicative, gli strumenti interpretativi, i valori di riferimento che la nonviolenza propone.
E', quello qui segnalato, un paradosso gravido di conseguenze pericolose: e' un paradosso che deve cessare. Si ponga rimedio istituendo al piu' presto la prassi e l'obbligatorieta' della formazione e dell'addestramento alla nonviolenza per tutti gli operatori addetti alla sicurezza pubblica.
Beninteso: questa non e' una panacea, ma senza ombra di dubbio costituirebbe un contributo di grande valore e di sicura utilita'.
- Benefiche ricadute
Non vi e' dubbio, infatti, che la formazione e l'addestramento alla nonviolenza per il personale addetto alla difesa e promozione della sicurezza e dei diritti di tutti avrebbe immediati effetti benefici sia per i lavoratori destinatari di tale formazione e addestramento, sia per gli utenti tutti del loro intervento, includendo tra gli utenti anche le persone oggetto dei loro interventi: persone che anche quando commettono crimini e pertanto debbono essere perseguite e punite ai sensi di legge, restano comunque esseri umani ed in quanto tali non possono essere fatti oggetto di trattamenti degradanti, di minacce, di violenze e lesioni.
La Costituzione e' chiara: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" (art. 2); non sono ammessi "trattamenti contrari al senso di umanita'" (art. 27, comma secondo); e naturamente "non e' ammessa la pena di morte" (art. 27, comma quarto).
La nonviolenza, e' una constatazione empirica e non un'asserzione ideologica o fideistica, degnifica le parsone che vengono in contatto con essa; la conoscenza della nonviolenza, dei suoi valori e concetti, come delle sue strategie comunicative e delle sue tecniche relazionali, umanizza le persone e i rapporti, adegua l'agire a valori e fini che sono quelli fondanti la civilta' giuridica, che sono quelli sanciti dalla Costituzione, che sono i valori ed i fini che rendono degna la vita e civile la convivenza.
A tutti andrebbe garantita, fin dalle scuole di base, la conoscenza e la formazione alla nonviolenza; ebbene, che si cominci intanto a mettere questo patrimonio di risorse a disposizione almeno di chi, per il lavoro che svolge, piu' ne ha bisogno.
Che le istituzioni democratiche si adoperino affinche' proprio nelle situazioni in cui di contrastare la violenza si tratta, si abbia a disposizione la ricchezza di strumenti teorici e pratici che la nonviolenza offre.
Signor Ministro,
le saremmo grati se, preferendo riconoscersi nella Costituzione della Repubblica Italiana e nella civilta' giuridica, anziche' nelle correnti obbrobriose ideologie della violenza, del delirio, della barbarie, lei volesse prendere in considerazione tale proposta e farne oggetto di un intervento operativo in forma o di decreto, o di disegno di legge da proporre con la maggior tempestivita' all'organo legislativo.
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3. Una lettera a vari parlamentari (2000)
Una proposta di legge per stabilire che tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza sia educato e addestrato ai valori ed alle tecniche della nonviolenza
Cari amici ed egregi signori,
con questa lettera aperta vi formuliamo la proposta di voler promuovere, d'intesa con gli altri parlamentari a cio' disponibili, una proposta di legge finalizzata a stabilire che tutto il personale addetto alla pubblica sicurezza, all'attivita' di repressione del crimine, all'intervento delle istituzioni in situazioni di conflitto e di crisi, abbia nel suo curriculum formativo lo studio dei valori e delle esperienze della nonviolenza, e l'addestramento all'uso delle strategie e delle tecniche della nonviolenza.
Gia' mesi addietro, in una lettera inviata ad alcune figure istituzionali locali, proponevamo ad esse "di voler promuovere un corso di formazione ai valori ed alle tecniche della nonviolenza per tutto il personale preposto alla pubblica sicurezza".
E gia' cola' chiarivamo che "la nonviolenza non e' passivita', ma contrasto efficace ed opposizione integrale alla violenza; e le sue specifiche tecniche comunicative, di accostamento psicologico, di interpretazione sociologica e di intervento sociale, costituiscono strumenti sia di formazione morale e intellettuale di se stessi, sia di interazione adeguata e costruttiva con gli altri; particolarmente in situazioni di conflitto, di tensione e di crisi le tecniche della nonviolenza sono di grandissima utilita', e pressoche' insostituibili.
E' evidente la necessita' che particolarmente coloro che svolgono il delicatissimo e difficilissimo compito di contrastare crimine e violenza, di promuovere e difendere con la legalita' la serenita' e il benessere di tutti, devono avere conoscenze e capacita' tali da saper intervenire adeguatamente in primo luogo in aiuto di chi e' in difficolta'.
Conoscere le tecniche della nonviolenza, ed essere addestrati al loro uso, significa avere a disposizione una strumentazione interpretativa ed operativa di grande valore ed efficacia.
Contrastare la violenza significa contrastare effettivamente ed efficacemente il crimine (che sulla violenza si fonda), significa altresi' garantire autentica sicurezza, che solo puo' nascere dal rispetto piu' scrupoloso dei diritti della persona, di ogni persona, dal rispetto e dalla promozione della dignita' umana, dall'aiuto a chi di aiuto ha bisogno".
E' nostra ferma convinzione che la conoscenza della nonviolenza, dei suoi valori, delle sue tecniche, delle sue strategie di intervento comunicativo, sociale, solidale e umanizzante, sia indispensabile per ogni operatore pubblico e soprattutto per quelli addetti alla sicurezza ed alla protezione dei diritti.
Naturalmente non si tratta di "convertire" delle persone, bensi':
- in primo luogo, di mettere a disposizione strumenti interpretativi ed operativi adeguati per agire in modo costantemente legale, efficace e rispettoso della dignita' umana nello svolgimento delle proprie mansioni;
- in secondo luogo, di fornire agli operatori addetti al controllo del territorio ed alla protezione dei diritti, un quadro di riferimento categoriale ed applicativo coerente con la Costituzione, e quindi con la fonte stessa della legalita' nel nostro paese; e con la Dichiarazione universale dei diritti umani, che costituisce un comune orizzonte di riferimento per le codificazioni giuridiche e le prassi amministrative dei paesi democratici;
- in terzo luogo, di offrire un'occasione di riflessione sulle dinamiche relazionali e sulle strategie operative e cooperative nel rapporto interpersonale e particolarmente nel conflitto con la persona o le persone nei cui confronti si interviene e con cui quindi si interagisce;
- in quarto luogo di mettere a disposizione indicazioni utili ad un approfondimento delle problematiche non solo giuridiche, procedurali, amministrative e tecniche, ma anche psicologiche, sociologiche, comunicative e antropologico-culturali connesse ed implicate dall'attivita' che si svolge.
I valori teoretici, le strategie d'intervento e le tecniche operative della nonviolenza, e quindi l'educazione e l'addestramento ad essi ed esse, costituiscono una opportunita' formativa che a nostro parere sarebbe necessario ed urgente che entrasse nel bagaglio di conoscenze, nei curricula studiorum e nell'addestramento di tutti gli operatori addetti alla sicurezza pubblica.
Vi saremmo assai grati se voleste prendere in considerazione questa proposta, e - qualora la riteneste persuasiva ed opportuna - se voleste impegnarvi per tradurla in una proposta di legge o in altro atto legislativo equipollente.
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4. Una lettera ai responsabili degli organi dello Stato preposti alla sicurezza pubblica (2001)
Egregio signor ministro dell'Interno,
egregi signori comandanti e dirigenti responsabili dei corpi preposti alla sicurezza pubblica: Arma dei Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Corpi di Polizia Locale, ed altri organi aventi competenze e funzioni in materia,
egregi signori prefetti e questori,
e per opportuna conoscenza:
egregi signori rappresentanti dell'associazionismo professionale, sindacale, assistenziale e culturale,
gentili operatori dell'informazione,
onorevoli parlamentari,
vi scriviamo per nuovamente formularvi e segnalarvi la proposta che tutti i dipendenti delle forze preposte alla sicurezza pubblica siano formati e addestrati alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.
Riteniamo che proprio per la delicatezza ed importanza della funzione svolta, e' necessario che tutto il personale adibito al compito di difendere la legalita', di contrastare il crimine, e di garantire la sicurezza, l'incolumita', i diritti e la dignita' di tutti, possa giovarsi degli strumenti e delle conoscenze che la teoria-prassi nonviolenta mette a disposizione.
Crediamo che la presenza dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza nei percorsi formativi, addestrativi e di aggiornamento delle forze dell'ordine sia di grandissima utilita'.
Vorremmo pertanto pregarvi di un vostro autorevole e fattivo impegno affinche' venga recepita ed attuata la proposta che tutto il personale degli organi preposti alla sicurezza pubblica sia formato e addestrato alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.
Restando a disposizione per ogni chiarimento o approfondimento, e disponibili fin d'ora ad inviarvi tutto il materiale di documentazione italiano ed internazionale da noi raccolto a tal fine, auspichiamo un vostro interessamento e restiamo in attesa di un cenno di riscontro.
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5. Una lettera ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati (2001)
Un impegno del Parlamento per una legge che stabilisca per tutto il personale delle forze dell'ordine la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.
Una proposta per migliorare la preparazione delle forze dell'ordine e l'attivita' di difesa della legalita', di tutela della sicurezza pubblica, di protezione dei diritti, della dignita', dell'incolumita' e della sicurezza di tutti gli uomini e le donne in Italia.
Signori Presidenti,
vorremmo rivolgervi la richiesta di un vostro impegno a sostegno della proposta di una legge che stabilisca per tutto il personale delle forze dell'ordine la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.
Tale iniziativa legislativa garantirebbe alle forze dell'ordine una migliore preparazione, una maggiore serenita', una piu' efficace azione nell'adempimento della loro importante e delicata funzione.
Essa garantirebbe altresi' un piu' efficace rapporto tra istituzioni e cittadini, una migliore attivita' di difesa della legalita', di tutela della sicurezza pubblica, di protezione dei diritti, della dignita', dell'incolumita' e della sicurezza di tutti gli uomini e le donne in Italia.
La formazione e l'addestramento ai valori, le tecniche e le strategie della nonviolenza ha ormai una secolare tradizione, ed e' entrata nella prassi di istituzioni, di organismi, di ambiti associativi e di servizio, pubblico e non, i piu' diversificati.
Non vi e' dubbio che essa sarebbe di grandissima utilita' per il personale delle forze dell'ordine: uomini e donne che svolgono una funzione importante e delicata spesso in situazioni di emergenza e di stress, e per i quali gli strumenti analitici, interpretativi, comunicativi, relazionali ed operativi approntati dalla teoria e dalla pratica della nonviolenza possono essere di fondamentale importanza per un intervento adeguato.
In altri paesi sia europei che a livello mondiale si sono realizzate esperienze in questo senso di grandissimo valore e interesse; esperienze analoghe si sono gia' realizzate localmente anche in Italia. E' giunto il momento che si produca un quadro legislativo nazionale e che la formazione e l'addestramento alla conoscenza e all'uso della nonviolenza diventi parte integrante del percorso formativo e addestrativo di tutto il personale degli organi istituzionali preposti alla sicurezza pubblica, alla difesa della legalita', alla protezione dei diritti delle persone.
Vari deputati, senatori e parlamentari europei hanno gia' espresso attenzione e disponibilita' alla promozione di una proposta di legge a tal fine.
A sostegno di tale proposta si sono gia' espresse anche altre illustri personalita' della cultura, della vita civile, delle istituzioni.
Sollecitiamo un vostro autorevole interessamento in tal senso.
5. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AL GOVERNO
Al/alla Ministro/a ...
Oggetto: proposta di un impegno suo personale, ovvero collegiale nell'ambito del Consiglio dei Ministri di cui fa parte, per la promozione e l'adozione di un atto normativo che disponga la formazione di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza
Gentile ministro/a ...,
le scrivo per formularle la richiesta di un atto legislativo ovvero regolamentare che disponga la formazione di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse teoriche e pratiche della nonviolenza.
Non vi e' bisogno di sottolineare la grande utilita' di tale formazione e addestramento, dovendo le forze dell'ordine intervenire anche in situazioni assai critiche, in cui le risorse della nonviolenza possono essere di insostituibile utilita'.
Distinti saluti,
FIRMA
LUOGO, DATA
Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html
INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE
6. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AI PARLAMENTARI
Al/alla senatore/senatrice/onorevole ...
Oggetto: proposta di presentazione di un disegno di legge affinche' tutti gli appartenenti alle forze di polizia statali e locali siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza
Gentile parlamentare,
le scrivo per formularle una proposta: di voler presentare un disegno di legge affinche' tutti gli appartenenti alle forze di polizia siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Lei gia' sapra' che un analogo disegno di legge fu gia' presentato nel 2001, dopo la tragedia di Genova, sottoscritto da parlamentari di tutti gli schieramenti politici, ma allora non fu poi "calendarizzato" nei lavori parlamentari e quindi non giunse a buon fine.
Non vi e' bisogno di sottolineare la grande utilita' di tale formazione e addestramento, dovendo le forze dell'ordine intervenire anche in situazioni assai critiche, in cui le risorse della nonviolenza possono essere di insostituibile utilita'.
Distinti saluti,
FIRMA
LUOGO, DATA
Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html
INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE
7. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA AI COMUNI
Al Sindaco del Comune di ...
e per opportuna conoscenza:
a tutti gli assessori della Giunta Comunale
a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale
alla Segretaria generale del Comune
Oggetto: Proposta che il Comune di ... realizzi un corso di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per tutti gli operatori del Corpo di Polizia Locale.
Gentile sindaco,
forse sapra' gia' che in varie realta' territoriali, da Milano a Palermo, da diversi anni si svolgono attivita' di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per gli operatori dei vari Corpi di Polizia.
La nonviolenza appronta infatti strumenti di grande utilita', anche dal punto di vista comunicativo e relazionale, per gli operatori pubblici che nello svolgimento delle loro delicate funzioni possono trovarsi a dover fronteggiare situazioni complesse e critiche.
Con la presente lettera si avanza la proposta che il Comune di ... realizzi un corso di formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza per tutti gli operatori del Corpo di Polizia Locale.
Distinti saluti
FIRMA
LUOGO, DATA
Post scriptum: segnalo che una minima documentazione essenziale e' disponibile nella rete telematica, ad esempio nel fascicolo n. 1627 del 4 maggio 2014 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino", url: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2014/05/msg00003.html
INDIRIZZO COMPLETO DEL MITTENTE
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1691 del 7 luglio 2014
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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