[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 588



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)

Numero 588 del 16 giugno 2014

 

In questo numero:

1. Nonviolenza significa...

2. "Operazione Colomba": Dal 22 giugno al primo luglio la marcia internazionale per la pace in Albania

3. "Operazione Colomba": Appello per la marcia internazionale per la pace in Albania

4. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Crispino Scotolatori (2010)

5. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Pancrazio Degnente (2010)

 

1. EDITORIALE. NONVIOLENZA SIGNIFICA...

 

Nonviolenza significa opposizione alla violenza, e' quindi il contrario della violenza e della vilta', e' la lotta contro la violenza.

Nonviolenza significa antimilitarismo, opposizione agli eserciti e alle armi, e quindi significa disarmo, democrazia e responsabilita', libera associazione e cooperazione per il bene comune, uguaglianza nella diversita', aiuto a chi ne ha bisogno.

Nonviolenza significa antibarbarie, opposizione alla barbarie, quindi significa civilta', convivenza, condivisione, solidarieta'.

Nonviolenza significa antirazzismo, opposizione a tutte le ideologie e le prassi del pregiudizio e della discriminazione e dell'oppressione e della denegazione, quindi significa riconoscimento dell'umanita' di tutti gli esseri umani, e riconoscenza per l'esistenza di tutti gli esseri umani e dell'umanita' come cammino, eredita' ed impresa comune. Una sola umanita', incarnata in persone tutte diverse e tutte uguali in diritti, tutte bisognose dell'aiuto altrui e tutte capaci di dono.

Nonviolenza significa antifascismo, antimafia, antimaschilismo. Perche' la nonviolenza e' riconoscimento e lotta per l'affermazione del diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla pace, alla giustizia, alla solidarieta', alla condivisione dei beni e del bene comune.

Nonviolenza significa valore infinito di ogni essere vivente e del mondo vivente tutto.

Nonviolenza significa forza della verita', amore della verita', la verita' che e' amore, l'amore che riconosce e libera, protegge ed unisce.

Infine, nonviolenza significa che tu, come tutte e tutti, sei responsabile di tutto.

 

2. INIZIATIVE. "OPERAZIONE COLOMBA": DAL 22 GIUGNO AL PRIMO LUGLIO LA MARCIA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN ALBANIA

[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]

 

Quando? Il periodo di realizzazione della marcia e' dal 22 giugno al primo luglio 2014.

Dove? In Albania, da Bajrami Curri a Tirana.

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Un popolo si muove contro le vendette di sangue

Abbiamo pensato di organizzare una marcia per la pace che percorra l'Albania toccando le localita' piu' significative al fine di sensibilizzare e coinvolgere la societa' civile presente in tutto il territorio nazionale e contare anche sulla partecipazione di realta' (singoli, associazioni...) internazionali.

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Iniziative di sensibilizzazione in Albania

Nel marzo 2013 i volontari di Operazione Colomba hanno promosso una campagna di raccolta di firme contro il perpetrarsi delle vendette di sangue, rivolta a tutti i cittadini, denominata "5.000 firma per Jeten", conclusasi nel settembre 2013, nel corso della quale sono state raccolte e consegnate alle principali autorita' albanesi quasi 6.000 firme affinche' fossero prese misure efficaci per contrastare il fenomeno della gjakmarrja.

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Chi e' Operazione Colomba

Operazione Colomba e' il corpo nonviolento di pace dell'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII. Fanno parte del progetto tutti coloro che vogliono sperimentare in maniera diretta che la nonviolenza e' la via per ottenere una pace giusta e duratura. I componenti sono volontari che danno una disponibilita' piu' o meno lunga, scegliendo di condividere la vita con le vittime su diversi fronti del conflitto, in maniera disinteressata. Attualmente e' presente e opera in Israele/Palestina, Colombia e Albania, e si sta cercando di aprire una presenza stabile anche in Libano. Dal 2010 Operazione Colomba e' presente in Albania, a Scutari, con una presenza anche a Tropoja, per sostenere il lavoro che la Comunita' Papa Giovanni XXIII svolge dal 2004 sul tema delle "vendette di sangue". I volontari, insieme ai membri della Comunita' e ai volontari del servizio civile internazionale, condividono la quotidianita' con le famiglie in situazioni di vendetta, anche attraverso sostegni nell'assistenza medica e scolastica, con l'obiettivo di giungere a percorsi di riconciliazione (Pajtimi) e perdono fra queste famiglie in primis, ma anche con l'intento di portare all'attenzione dell'opinione pubblica albanese (e non) questo fenomeno drammatico, al fine di contribuire ad avviare percorsi virtuosi tra le genti e con le associazioni, in vista di una riconciliazione a livello nazionale.

 

3. APPELLI. "OPERAZIONE COLOMBA": APPELLO PER LA MARCIA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN ALBANIA

[Dalle amiche e dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: tel. 054129005, cell. 328.5857263, e-mail: albania at operazionecolomba.it, operazione.colomba at apg23.org, web: www.operazionecolomba.it, www.operazionecolomba.com, www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania) riceviamo e diffondiamo]

 

Cambiare? Si puo'. Un popolo si muove per la pace, contro le vendette di sangue.

Marcia internazionale per la pace in Albania, 22 giugno - primo luglio 2014, Bajram Curri - Tirana

La gjakmarrja (vendetta di sangue) e' un fenomeno estremamente lesivo dei diritti fondamentali degli esseri umani, a partire dal piu' importante, quello alla vita. Tale pratica mina, inoltre, l'unita', la stabilita' e il futuro di tutta l'Albania.

Il suo superamento puo' avvenire solo attraverso la promozione di una cultura di pace e nonviolenza che favorisca sia percorsi di riconciliazione tra le famiglie in vendetta, sia percorsi di riconciliazione collettiva: i cittadini albanesi non dovranno mai piu' sentire la necessita' di farsi giustizia da soli, perche' lo Stato sara' presente e in grado di tutelare i loro diritti.

Per fare questo e' indispensabile la mobilitazione della societa' civile nazionale (in primo luogo) ed internazionale, pertanto chiediamo alle Istituzioni albanesi, sottoscrivendo questo appello, di impegnarsi: a dotare il Paese di un sistema giuridico/istituzionale adeguato a sostenere un processo di superamento del fenomeno; ad applicare immediatamente la legge 9389 del 4/5/2005 per la creazione e il funzionamento del Consiglio di coordinamento per la lotta contro le "vendette di sangue", previsto dalla stessa; a rendere certa la pena per quanti si macchieranno di crimini legati alle "vendette di sangue"; a promuovere una cultura di pace e rispetto dei diritti umani, prima di tutto il diritto alla vita.

Come attori della societa' civile (singoli o associati) nazionale ed internazionale, sottoscrivendo questo appello, ci impegniamo: a non usare la violenza in caso di conflitto e a rispettare sempre la vita umana; a promuovere tra i nostri associati/amici/parenti la prassi della risoluzione nonviolenta dei conflitti e della riconciliazione; a ricordare le vittime di ogni violenza, delle gjakmarrje e hakmarrje; a diffondere la storia e le esperienze delle persone che al posto della vendetta hanno scelto di riconciliarsi perdonando; a sostenere la creazione in Albania di un movimento popolare che promuova la cultura della vita, del rispetto dell'altro e della riconciliazione (pajtimi) e che sensibilizzi le istituzioni locali affinche' garantiscano il rispetto e la promulgazione delle norme tese a contrastare il fenomeno delle "vendette di sangue".

Anche chi non puo' partecipare fisicamente alla marcia puo' sottoscrivere questo appello inviando una e-mail a: albania at operazionecolomba.it con scritto: "nome cognome aderisce all'appello per la vita contro le 'vendette di sangue' in Albania".

Per maggiori informazioni (modalita' di partecipazione, percorso, adesioni...): www.operazionecolomba.it/marciapaceinalbania

Operazione Colomba e' il corpo nonviolento di pace dell'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII. Dal 2010 Operazione Colomba e' presente in Albania, a Scutari e a Tropoja, per sostenere il lavoro che la Comunita' Papa Giovanni XXIII svolge dal 2004 sul tema delle "vendette di sangue".

I volontari, insieme ai membri della Comunita' e ai volontari in servizio civile internazionale, condividono la quotidianita' con le famiglie in situazioni di vendetta, offrendo loro anche assistenza medica e scolastica, ma con l'obiettivo principale di promuovere percorsi di riconciliazione (Pajtimi) e perdono fra queste famiglie.

Operazione Colomba promuove inoltre iniziative di sensibilizzazione dell'opinione pubblica (albanese e non) su questo drammatico fenomeno, affinche' si avviino anche processi virtuosi che portino a percorsi di riconciliazione nazionale.

 

4. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO CRISPINO SCOTOLATORI (2010)

[Estratto dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 291. Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta". Crispino Scotolatori e' un vecchio amico di questo foglio]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Crispino Scotolatori: Negli anni Settanta del secolo scorso, per un insieme di esperienze e riflessioni.

Negli anni della strategia della tensione, negli anni delle stragi di stato, negli "anni di piombo", dinanzi alla diffusa allucinata banalizzazione, supina accettazione e fin infame adorazione della violenza, ed ai concreti tragici ed abominevoli esiti di cio', mi parve evidente la necessita' di scegliere la nonviolenza.

Come mi parve evidente la necessita' di scegliere la nonviolenza dinanzi ai cancelli del cantiere della centrale nucleare di Montalto di Castro, mentre lottavamo per difendere il pianeta dall'inquinamento e la societa' dalla militarizzazione.

Come mi parve evidente la necessita' di scegliere la nonviolenza nella lotta contro i manicomi e le altre istituzioni totali, e quindi per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Come mi parve evidente la necessita' di scegliere la nonviolenza nell'opposizione agli euromissili, perche' il disarmo e' l'unica via per costruire la pace.

E ancora: riflettendo sugli esiti delle rivoluzioni socialiste novecentesche e solidarizzando coi movimenti che si battevano per la liberazione dell'umanita' intera da ogni oppressione; riflettendo sull'orrore dei gulag, dei lager, di Hiroshima e Nagasaki, della guerra del Vietnam, dei regimi dittatoriali e dei poteri terroristici; riflettendo sul dovere di contrastare il colonialismo, l'imperialismo, il totalitarismo, e il militarismo, il maschilismo e il patriarcato: cosi' mi accostai alla nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Crispino Scotolatori: E' difficile dirlo, anche perche' la mia interpretazione della nonviolenza e' articolata, complessa, contestuale ed aperta, cosicche' in essa colloco persone, esperienze e riflessioni che forse per altri (e soprattutto per chi riduce la nonviolenza a museo e canone, a sfilata di autorita' e ricettario di dogmi - ed e' evidente che la mia opinione e' esattamente opposta a tale impostazione) non sarebbero ad essa omogenei; e viceversa non condivido affatto talune esperienze e riflessioni di personalita' pur illustri e comunemente ritenute simboli della nonviolenza.

Inoltre alla scelta della nonviolenza non arrivai per cosi' dire come una tabula rasa, da ingenuo apprendista, ma da militante e dirigente politico gia' formatosi alla scuola del marxismo critico e antitotalitario, nella nonviolenza trovando non una conversione, ma un approfondimento e un inveramento dei miei stessi pensieri, una rigorizzazione delle mie stesse idee e pratiche e per cosi' dire un'apertura ulteriore, sperimentale, coerente e aggettante.

Detto questo, volendo pur rispondere, distinguerei tra autori che hanno influito su di me per averne letto le opere, come ad esempio Mohandas Gandhi e Vinoba Bhave, Martin Buber ed Erich Fromm, Herbert Marcuse e Gyorgy Lukacs, Ernst Bloch e Guenther Anders, Aldo Capitini e Lanza del Vasto, Virginia Woolf e Carla Lonzi, Ivan Illich e Murray Bookchin, Emmanuel Levinas e Gregory Bateson, Hans Jonas e Colin Ward; persone le cui lotte mi sono parse condivisibili ed esemplari, come ad esempio quelle di Rosa Luxemburg e di Martin Luther King; e persone che ho avuto la ventura di incrociare nel cammino della vita, e tra queste ultime i primi nomi che mi vengono in mente sono quelli di Tomaso Serra, Primo Levi, Ernesto Balducci, Rosanna Benzi, Franco Fortini, Alexander Langer, Vittorio Emanuele Giuntella, Benny Nato, Danilo Dolci, Norberto Bobbio...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Crispino Scotolatori: Se dovessi dire undici riferimenti che hanno contato nel mio personale accostamento: i tragici greci, Erasmo, Cervantes, Diderot, Leopardi, Melville, Dostoevskij, le lettere dei condannati a morte della Resistenza, Primo Levi, Franco Basaglia, il femminismo.

Se dovessi dire undici libri per un giovane d'oggi: Giuliano Pontara, L'antibarbarie; Vandana Shiva, Il bene comune della terra; gli atti del processo a don Lorenzo Milani, L'obbedienza non e' piu' una virtu'; l'antologia a cura di Ernesto Balducci e Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia; Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza; Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza; di Hannah Arendt tutte le opere; tutti gli scritti di Simone Weil; la Bibbia (ebraica e cristiana) tradotta in francese da Andre' Chouraqui; l'Autobiografia di Bertrand Russell; Politica dell'azione nonviolenta di Gene Sharp.

Se dovessi dire undici libri che sarebbe bene fossero in ogni biblioteca: la storia della letteratura greca di Albin Lesky, quella della letteratura latina di Concetto Marchesi, quella italiana di Francesco De Sanctis; qualunque opera di Norberto Bobbio; la storia e il dizionario di filosofia di Nicola Abbagnano e la storia del pensiero filosofico e scientifico di Ludovico Geymonat; i Quaderni del carcere di Gramsci; Arcipelago Gulag di Solzenicyn; Nato di donna di Adrienne Rich; tutti i racconti di Tolstoj; la Brevissima relazione di Bartolome' de Las Casas.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Crispino Scotolatori: Quanto alle iniziative nel mondo: credo di non avere un'informazione sufficiente, e temo quindi di dire cose ovvie, o generiche. Tutte quelle per la pace, la smilitarizzazione e il disarmo; tutte quelle per la difesa della biosfera; tutte quelle per i diritti umani di tutti gli esseri umani; e comunque solo quelle che esplicitamente si oppongano al maschilismo e al patriarcato, che e' il criterio dirimente per decidere se una iniziativa meriti di essere sostenuta: dove non c'e' opposizione alla violenza maschilista e patriarcale, quell'iniziativa puo' essere molte cose ma comunque non e' nonviolenta.

In Italia: su molte cose spacciate per "nonviolente" ho opinioni alquanto critiche; e talune le ritengo scandalose mistificazioni. Due impegni che ritengo fondamentali sono quello contro la guerra e quello contro il colpo di stato razzista.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Crispino Scotolatori: Cosa rispondere? In tutti.

Ma se si intende su cosa proporrei di concentrare oggi le forze qui in Italia, allora direi - lo ripeto - nell'opposizione alla guerra e nell'opposizione al colpo di stato razzista.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Crispino Scotolatori: Il Movimento Nonviolento, che con tutti i suoi limiti resta un punto di riferimento fondamentale.

Poi questo notiziario.

E comunque solo quei centri, quelle organizzazioni e quelle iniziative che tra i criteri-valori di riferimento hanno l'opposizione al potere maschilista e patriarcale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Crispino Scotolatori: La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

Poi: la nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

Infine: la nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

E poi e' molte altre cose ancora: l'ascolto e il rispetto dell'altro; la compresenza dei criteri dell'empatia, della contestualita', del fallibilismo e della reversibilita'; la coerenza tra i mezzi e i fini; la responsabilita'; la misericordia.

Ad ogni dogmatismo e ad ogni astrattezza opporre l'amore per il particolare, il concreto, l'irriducibilmente singolare. Mai accettare la massima totalitaria "Fiat iustitia, pereat mundus".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Crispino Scotolatori: Il femminismo e' l'esperienza storica maggiore e decisiva della nonviolenza. Senza lotta contro il potere maschilista e patriarcale non si da' nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Crispino Scotolatori: La nonviolenza essendo amore per la vita e prendersi cura del mondo, la difesa della biosfera e' suo compito primario.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Crispino Scotolatori: La nonviolenza e' esattamente questa impegno, questa lotta, questo riconoscimento.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Crispino Scotolatori: Nonviolenza e antimafia sono esattamente la stessa cosa. La nonviolenza e' la lotta antimafia. Nonviolenza infatti significa: opposizione alla violenza. Antimafia infatti significa: opposizione alla violenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Crispino Scotolatori: Dalla nascita del movimento operaio la nonviolenza e' la sua cassetta degli attrezzi. Altre forme di lotta si sono rivelate subalterne ed effettualmente complici dell'oppressione (e della sua riproduzione).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Crispino Scotolatori: La nonviolenza e' l'unica risorsa dei popoli oppressi in lotta per la comune liberazione. Ogni altra via ha fallito, o provocato catastrofi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo, tra nonviolenza e antimilitarismo, tra nonviolenza e disarmo?

- Crispino Scotolatori: Nell'opposizione alla guerra, agli eserciti e alle armi la nonviolenza e' l'unica scelta limpida, coerente ed efficace.

 

5. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO PANCRAZIO DEGNENTE (2010)

[Estratto da "Coi piedi per terra" n. 370. Pancrazio Degnente e' un vecchio amico di questo foglio]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Pancrazio Degnente: Mi sembra che piu' che un singolo episodio abbiano contato una temperie e una prassi. La temperie: quella degli anni Sessanta-Settanta del secolo scorso in Italia, in cui e' avvenuta la mia formazione. La prassi: l'impegno politico nella sinistra che si chiamava nuova in un'esperienza che contrastava ogni dogmatismo, ogni autoritarismo, ogni totalitarismo, e che solidarizzava con il dissenso dell'est cosi' come con i movimenti di liberazione del sud del mondo, che si opponeva ad ogni delirio violentista, ad ogni perversione militarista, e - decisivamente - al maschilismo e al patriarcato. E che - particolarmente nella realta' territoriale in cui vivevo ed in cui ebbi in quel tempo un ruolo di organizzazione e direzione del movimento - aveva colto la centralita' dell'emarginazione sociale e della lotta alle istituzioni totali, era impegnata nella nascita della nuova ecologia (e del nuovo pacifismo) nel vivo dell'esperienza del movimento antinucleare, e soprattutto - almeno nelle persone migliori - praticava la verifica critica e pratica e la coerenza meditata e vissuta tra le parole e le azioni, tra i mezzi e i fini, tra il personale e il politico. La scelta della nonviolenza per me fu la cosa piu' logica e naturale del mondo: scaturiva da tutto cio' per cui ed in cui ero impegnato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Pancrazio Degnente: Tutte quelle che si oppongono alla guerra e alle stragi, alle armi e alle organizzazioni armate, alle uccisioni e alle persecuzioni. Questo innanzitutto conta: salvare le vite, salvare l'integrita' dei corpi, salvare la dignita' e i diritti degli esseri viventi; e cosi' salvare la biosfera dalla devastazione, la civilta' dalla barbarie.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Pancrazio Degnente: Lottare sempre contro la violenza e la menzogna. Riconoscere a tutti il diritto di vivere. Prendere sul serio e pensare onestamente le proprie idee. Ascoltare e rispettare l'alterita' degli altri. Avere cura dell'unico mondo che abbiamo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Pancrazio Degnente: Se non vi fosse il femminismo, la nonviolenza non esisterebbe.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Pancrazio Degnente: Uscendo dalla subalternita'. E quindi dalle ambiguita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento?

- Pancrazio Degnente: Il cielo ce ne scampi e liberi.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 588 del 16 giugno 2014

 

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