[Nonviolenza] Telegrammi. 1621



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1621 del 28 aprile 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Per Gramsci

2. Alcuni interventi a proposito dell'"Arena di pace e disarmo"

3. Da Viterbo a Verona

4. Breve una lettera ad alcuni amici (a sostegno dell'iniziativa del 25 aprile a Verona)

5. Senza disarmo non ci sara' mai pace

6. Nella Giornata della Terra

7. Cosa significa il 25 aprile

8. Dinanzi alla lapide del martire antifascista Mariano Buratti

9. Il nostro 25 aprile

10. "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo"

11. Dopo il 25 aprile

12. Il disarmo e la nonviolenza

13. Segnalazioni librarie

14. La "Carta" del Movimento Nonviolento

15. Per saperne di piu'

 

1. MEMORIA. PER GRAMSCI

 

Nell'anniversario della scomparsa, avvenuta il 27 aprile 1937, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ricorda Antonio Gramsci.

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Antonio Gramsci nacque ad Ales, in provincia di Cagliari, nel 1891. Muore a Roma il 27 aprile 1937. La sua figura e la sua riflessione, dal buio del carcere fascista, ancora illumina la via per chi lotta per la dignita' umana, per un'umanita' di liberi ed eguali. Opere di Antonio Gramsci: l'edizione critica completa delle Opere di Antonio Gramsci e' ancora in corso di pubblicazione presso Einaudi. E' indispensabile la lettura delle Lettere dal carcere e dei Quaderni del carcere. Opere su Antonio Gramsci: nell'immensa bibliografia gramsciana per un avvio si vedano almeno le monografie di Festa, Fiori, Lajolo, Lepre, Paladini Musitelli, Santucci, Spriano. Un utile strumento di lavoro e' l'edizione ipertestuale dei Quaderni del carcere in cd-rom a cura di Dario Ragazzini, Einaudi, Torino 2007, ed anche in supplemento a "L'unita'", Nuova iniziativa editoriale, Roma 2007. Alcuni siti utili: www.fondazionegramsci.org e www.gramscitalia.it

*

La riflessione, l'azione, la testimonianza di Gramsci costituisce un appello ineludibile alla lotta per la liberazione dell'umanita', alla difesa nitida e intransigente della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, alla scelta dell'universale solidarieta', costituisce uno dei contributi maggiori alla teoria e alla pratica della nonviolenza.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. EDITORIALE. ALCUNI INTERVENTI A PROPOSITO DELL'"ARENA DI PACE E DISARMO"

 

Riproponiamo qui alcuni interventi gia' apparsi nel nostro notiziario negli ultimi giorni a proposito dell'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" svoltasi a Verona il 25 aprile 2014 (altri riproponemmo gia' nei "Telegrammi" n. 1593 del 31 marzo 2014).

Nella speranza che quell'iniziativa sia avvio di una nuova, necessaria ed urgente mobilitazione nonviolenta contro la guerra e contro il razzismo, per la pace e i diritti umani, mobilitazione di cui vi e' assoluto bisogno.

"La Resistenza oggi si chiama nonviolenza, la Liberazione oggi si chiama disarmo".

 

3. REPETITA IUVANT. DA VITERBO A VERONA

 

Si e' svolto sabato 5 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in preparazione del 25 aprile.

Nel corso dell'incontro e' stato presentato l'appello che promuove l'iniziativa nonviolenta nazionale denominata "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' appunto il 25 aprile 2014 all'Arena di Verona, promossa da innumerevoli personalita', associazioni, movimenti ed istituzioni impegnati per la pace, la democrazia, la giustizia, la solidarieta', i diritti umani.

I partecipanti all'incontro viterbese hanno espresso ancora una volta sostegno all'iniziativa e condivisione del suo motto: "La resistenza oggi si chiama nonviolenza. La liberazione oggi si chiama disarmo".

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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ribadito ancora una volta che la guerra, che sempre e solo consiste nell'uccisione di esseri umani, e' sempre nemica dell'umanita'; che la pace si costruisce con la smilitarizzazione, il disarmo, la solidarieta' che salva le vite; che opporsi alla guerra significa anche opporsi al razzismo, opporsi a tutte le uccisioni ed a tutte le persecuzioni; rispettare e difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; rispettare e difendere il mondo vivente minacciato di distruzione.

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Qui ed ora occorre pertanto opporsi ad ogni scellerato stravolgimento golpista della Costituzione nata dalla Resistenza antifascista: la Costituzione va mantenuta, difesa ed applicata.

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Qui ed ora occorre pertanto lottare per la cessazione immediata della illegale partecipazione militare italiana alla guerra afgana ed alle altre "missioni internazionali" che sotto il pretesto dell'antiterrorismo e dell'antipirateria hanno portato le forze armate italiane a fare da truppe d'occupazione per le dominazioni mafiose ed imperialiste, da plotoni d'esecuzione per conto dei petrolieri, da carne da macello a vantaggio dei signori della guerra e dei divoratori di vite umane.

Qui ed ora occorre pertanto lottare per il disarmo: a cominciare dalla definitiva rinuncia alla produzione e all'acquisto dei famigerati cacciabombardieri F-31.

Qui ed ora occorre pertanto lottare per la smilitarizzazione, sostituendo all'apparato militare i Corpi civili di pace e la Difesa popolare nonviolenta.

Qui ed ora occorre pertanto lottare per la proibizione della produzione, del commercio, della detenzione e dell'uso delle armi, e per la riconversione dell'industria bellica e armiera a produzioni unicamente civili.

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Qui ed ora occorre pertanto lottare per l'abolizione immediata di tutte le abominevoli misure razziste, per far cessare la criminale persecuzione dei migranti e ripristinare il rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani; occorre pertanto lottare per abolire i campi di concentramento; occorre pertanto lottare per abolire le deportazioni; occorre pertanto lottare per abolire il favoreggiamento della schiavitu' da parte dello stato italiano; occorre pertanto lottare per consentire a tutti gli esseri umani di entrare in Italia in modo legale e sicuro, cosi' sconfiggendo le mafie schiaviste dei trafficanti e facendo cessare le stragi nel Mediterraneo.

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Qui ed ora occorre pertanto lottare per inverare il programma scritto nei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, il programma della Liberazione, il programma della Resistenza.

Pace e giustizia, liberta' e solidarieta': solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

"La resistenza oggi si chiama nonviolenza. La liberazione oggi si chiama disarmo".

 

4. REPETITA IUVANT. BREVE UNA LETTERA AD ALCUNI AMICI (A SOSTEGNO DELL'INIZIATIVA DEL 25 APRILE A VERONA)

 

Il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal fascismo, presso l'arena di Verona si svolgera' un incontro nazionale di tutte le persone amiche della nonviolenza persuase del fatto che la guerra e' il suicidio dell'umanita', e quindi - come recita il motto di apertura dell'appello di convocazione - persuase che la Resistenza oggi si chiama nonviolenza, e che la Liberazione oggi si chiama disarmo.

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Sara' un incontro per commemorare degnamente tutte le vittime delle guerre e delle dittature, per riaffermare il valore della Resistenza, della Liberazione dal nazifascismo, e - aggiungo - della Costituzione della Repubblica Italiana (che della Resistenza e della Liberazione e' il frutto, delle nostre liberta' la prima difesa, e del nostro ordinamento giuridico democratico il fondamento).

Un incontro per opporsi alle guerre e alle uccisioni, per salvare le vite, per proporre due indispensabili scelte: il disarmo, la nonviolenza.

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Il senso dell'incontro del 25 aprile a Verona implica a mio modesto avviso un impegno immediato al fine di:

- far cessare immediatamente l'illegale partecipazione militare italiana alla guerra afgana e le altre "missioni" militari fuori del territorio italiano;

- cessare di sperperare i pubblici denari per l'acquisto di armi, cominciando naturalmente con l'immediata definitiva rinuncia alla criminale e insensata realizzazione e al criminale e insensato acquisto dei famigerati cacciabombardieri F-35;

- vietare la presenza in Italia di bombe atomiche;

- rinegoziare le alleanze internazionali, ed in primo luogo adoperarsi per lo scioglimento della Nato e chiedere che siano messi sotto processo i suoi responsabili per gli illegittimi e criminali interventi militari svolti negli scorsi anni in palese conflitto con i principi del diritto internazionale, con la Carta delle Nazioni Unite, con le Costituzioni di almeno alcuni degli stati membri (l'Italia, ad esempio), e - last but not least - con i suoi stessi originari fini cosi' come esplicitamente statuiti e dichiarati.

Ed implica altresi' un impegno immediato al fine di far cessare la persecuzione razzista dei migranti; un impegno immediato per l'immediata abolizione di tutte le scellerate misure razziste, persecutorie e assassine che governi disumani e golpisti hanno imposto in Italia in questi ultimi decenni; e quindi in primo luogo un impegno immediato per abolire i campi di concentramento, per abolire le deportazioni, per abolire il favoreggiamento della schiavitu' da parte dello stato italiano; un impegno immediato per consentire a tutti gli esseri umani di entrare in Italia in modo legale e sicuro, cosi' sconfiggendo le mafie schiaviste e facendo cessare le stragi nel Mediterraneo.

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Il senso dell'incontro del 25 aprile a Verona implica inoltre a mio modesto avviso un'azione continua e progressiva al fine di:

- cessare di produrre, commerciare, usare (ed addestrare persone ad usare) le armi; e riconvertire a produzioni esclusivamente civili, di pace e di utilita' sociale le industrie belliche ed armiere;

- abolire l'apparato militare sostituendolo con la Difesa popolare nonviolenta ed i Corpi civili di pace;

- recuperare ed utilizzare a fini civili, di pace e di utilita' sociale le attuali strutture logistiche militari;

- sciogliere le alleanze militari internazionali e sostituirle con forme nonviolente di cooperazione internazionale e di difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani;

- praticare politiche nonviolente di pace e di giustizia su scala planetaria, essendovi una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera, una sola umanita' composta di esseri umani tutti diversi e tutti eguali in diritti, tutti parimenti titolari del diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

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Poiche' negli scorsi anni in nome di ipocriti appelli ad una unita' che di fatto si rivelava subalternita' a poteri, pratiche e logiche di violenza molti si sono lasciati indurre a diventare ad un tempo complici sia di politicanti immorali (pretesamente pacifisti quando si trovano all'opposizione ed effettualmente guerrafondai quando si trovano al governo), sia di squadristi e mandanti che sul sangue fatto versare agli altri hanno costruito le loro carriere, mi e' sembrato opportuno scrivere queste parole e proporle alla riflessione.

Ed ugualmente opportuno mi sembra concludere questa lettera citando integralmente la carta programmatica del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, carta programmatica che ancora mi persuade: "Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli".

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La Resistenza continua nella nonviolenza.

La Costituzione repubblicana s'invera nella nonviolenza.

La liberazione dell'umanita' richiede il disarmo.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

5. REPETITA IUVANT. SENZA DISARMO NON CI SARA' MAI PACE

 

Finche' si continuera' a produrre armi, non ci sara' mai pace.

Finche' si continuera' ad addestrare esseri umani ad uccidere esseri umani, non ci sara' mai pace.

La pace richiede il disarmo.

La pace richiede la smilitarizzazione.

Solo la pace salva le vite.

Solo la pace libera le persone oppresse.

Solo la pace consente la democrazia.

Solo nella pace sono possibili giustizia e liberta'.

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Il 25 aprile ricordiamo e proseguiamo la Resistenza: con l'impegno per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per il rispetto del mondo vivente: con l'azione per il disarmo, con la scelta della nonviolenza.

Il 25 aprile festeggiamo ed inveriamo la Liberazione: con l'impegno per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per il rispetto del mondo vivente: con l'azione per il disarmo, con la scelta della nonviolenza.

Il 25 aprile onoriamo e difendiamo la Costituzione della Repubblica: con l'impegno per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per il rispetto del mondo vivente: con l'azione per il disarmo, con la scelta della nonviolenza.

Il 25 aprile aderiamo all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" all'arena di Verona: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

6. REPETITA IUVANT. NELLA GIORNATA DELLA TERRA

 

Nella Giornata della Terra indetta dalle Nazioni Unite per ricordarci la nostra responsabilita' nei confronti del mondo vivente che ci ospita e di cui siamo parte, una parola ci sembra raccolga e riverberi il senso e il fine dell'agire adeguato: nonviolenza.

Cessare di uccidere, cessare di distruggere.

Prendersi cura degli altri come di noi stessi.

Essere lievi nei passi e nella voce, nei gesti e negli occhi, nel fare e nel disfare, nell'incontro con gli altri e col mondo.

Rispettare i corpi e le anime.

Sapere che tutti siamo di vento e di polvere, di luce e di acqua.

Comprendere, ovvero accogliere senza sottrarre; e perdonare, ovvero dare in dono.

Riconoscere il limite che e' anche la soglia che rende possibile la relazione.

E quindi opporsi a tutte le violenze e le menzogne; soccorrere ogni umiliato, ogni offeso, ogni perseguitato; abolire la guerra, gli eserciti, le armi; abolire lo sfruttamento che devasta ed annienta ad un tempo umanita' e natura.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

7. REPETITA IUVANT. COSA SIGNIFICA IL 25 APRILE

 

Il 25 aprile rinnova la memoria e riafferma il valore della Resistenza al nazifascismo, della Liberazione dalla dittatura e dalla guerra, della Costituzione repubblicana che della Resistenza e della Liberazione e' il frutto.

E rinnovando questa memoria e questo valore il 25 aprile e' quindi appello a proseguire quell'impegno, ad inverare quella scelta, a realizzare giustizia e liberta', pace e solidarieta'.

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Il 25 aprile significa memoria e pratica della Resistenza contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni, contro tutte le schiavitu'.

Il 25 aprile significa memoria e pratica della Liberazione da ogni violenza e da ogni menzogna.

Il 25 aprile significa memoria e pratica della Costituzione della Repubblica che riconosce e difende i diritti di tutti gli esseri umani.

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Il 25 aprile convoca ad opporsi alla guerra, che sempre consiste nell'uccisione di esseri umani.

Il 25 aprile convoca ad opporsi al totalitarismo, ai poteri criminali, al razzismo, al maschilismo, ad ogni forma di oppressione.

Il 25 aprile convoca ad opporsi ad ogni ritorno della barbarie fascista, comunque camuffata.

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Si e' fedeli al significato del 25 aprile solo se si agisce per la cessazione delle guerre, per la smilitarizzazione e per il disarmo.

Si e' fedeli al significato del 25 aprile solo se si agisce per difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Si e' fedeli al significato del 25 aprile solo se si agisce per impedire la distruzione di quest'unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

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Come recita l'appello di convocazione dell'iniziativa nazionale nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".

Il disarmo e la nonviolenza sono le scelte oggi necessarie per salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

8. REPETITA IUVANT. DINANZI ALLA LAPIDE DEL MARTIRE ANTIFASCISTA MARIANO BURATTI

 

La lapide che ricorda Mariano Buratti all'ingresso del liceo viterbese a lui intitolato e' seminascosta da due tavole da cantiere, prigioniera dietro una cancellata chiusa da una catena e un lucchetto; per "lavori in corso" da molti mesi quell'ingresso e' chiuso e la pavimentazione tra il colonnato e il muro ove e' la pietra che reca memoria del martire antifascista e' coperta dalla polvere, dagli escrementi di uccelli e da altra sporcizia.

Domani e' il 25 aprile e tradizionalmente si depone una corona dinanzi alla lapide. Spero che in fretta e furia una qualche istituzione oggi provveda a pulire e rendere accessibile l'area e a restituire pienamente visibile la lapide.

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Questa mattina, 24 aprile, mi sono recato a meditare dinanzi a quella lapide.

Lo faccio quando posso, memore della mia lontana gioventu' quando la lapide di Mariano Buratti leggevo ogni mattina prima di entrare al liceo allora in piazza Dante, ed ogni mattina mi dicevo che occorreva essere degni di quella memoria, fedeli a quel martire. E fedele a quella memoria, a quel martire, erano certo i maestri di vita che in quella scuola incontravi: tra i quali per me "primi e principi" (per riprendere una formulazione leopardiana) Raimondo Pesaresi ed Alessandro Balicchi. Sono passati molti anni, la mia lunga barba e' bianca, il mio passo si e' fatto lento, confido di non aver tradito quei valori, quella memoria, quell'insegnamento, quel dovere morale e civile.

E meditando dinanzi a quella lapide, semioccultata dai tavolacci, tenuta a distanza dalle sbarre e dalla catena e dal lucchetto, in un luogo sporco e abbandonato, mi e' parso sia di cogliere un segno di questo amaro tempo, sia di sentire nitido e forte un appello, quel medesimo appello: a resistere contro l'inumano, a lottare per la liberazione dell'umanita', a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

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La Resistenza fu infatti innanzitutto rivolta morale di persone che vollero restare umane di fronte all'inumano.

Fu rivolta contro la guerra assassina.

Fu rivolta contro la dittatura che intrinsecamente era gia' guerra e persecuzione e omicidio, e che la guerra mondiale e i suoi cinquanta milioni di uccisi preparava, incubava, recava in grembo come la nube porta la tempesta.

E' una menzogna la museificazione della memoria della Resistenza: la Resistenza non finisce finche' una sola persona e' ancora oppressa.

E' una menzogna la ritualizzazione della memoria della Resistenza: chi la officia come una liturgia la pensa morta e sepolta, ed invece essa e' viva nella lotta contro ogni menzogna, contro ogni violenza, contro ogni barbarie.

E' una menzogna la burocratizzazione della memoria della Resistenza: la burocrazia e' sovente la prima complice del totalitarismo, e' sovente - insieme all'esercito, macchina assassina - l'organizzazione della banalita' del male e lo strumento principe del male radicale.

E' una menzogna la militarizzazione della memoria della Resistenza: la Resistenza fu innanzitutto un grande moto nonviolento di opposizione alla guerra e alle stragi, alle uccisioni ed alle persecuzioni, alle gerarchie e all'ubbidienza cieca e vile; il militarismo e' precisamente l'opposto della Resistenza.

La Resistenza nel nostro paese e' stata l'autentico contributo italiano, del popolo italiano, alla liberazione dell'umanita' dal fascismo, quell'immondo crimine che proprio in Italia era nato e dall'Italia aveva contagiato l'Europa  e il mondo con gli esiti piu' atroci.

Frutto maggiore della Resistenza e' la Costituzione repubblicana, la fedelta' ad essa e' fedelta' alla Resistenza e sua prosecuzione, eredita' e adempimento della Liberazione.

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Oggi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione, e' continuarne l'impegno e il programma, difendendo la democrazia e i diritti umani, opponendosi alla guerra, alle dittature, al razzismo, alla schiavitu', ad ogni forma di sfruttamento e di oppressione, di devastazione e distruzione.

In primo luogo quindi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione qui ed ora significa impegnarsi per la cessazione della partecipazione militare italiana alla guerra afgana ed a tutte le altre cosiddette "missioni internazionali" che gia' troppe morti hanno provocato.

In primo luogo quindi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione qui ed ora significa impegnarsi per il disarmo, poiche' le armi sempre e solo servono a uccidere: occorre cessare di produrre, commerciare ed usare le armi; occorre far cessare ogni addestramento all'uso delle armi ed ogni assuefazione all'uccidere; occorre abolire gli eserciti; occorre riconvertire l'industria bellica a produzioni civili: meno armi, piu' vite umane salvate.

In primo luogo quindi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione qui ed ora significa impegnarsi per l'abrogazione di tutte le infami misure razziste imposte nel nostro paese da governi golpisti: occorre abolire i campi di concentramento, occorre abolire le deportazioni, occorre abolire la schiavitu', occorre accogliere tutti gli esseri umani in fuga dalla guerra e dalla fame, occorre riconoscere e difendere i diritti di tutti gli esseri umani: vi e' una sola umanita'.

In primo luogo quindi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione qui ed ora significa impegnarsi per difendere la biosfera, casa comune dell'umanita' intera.

In primo luogo quindi fedelta' alla Resistenza, alla Liberazione, alla Costituzione qui ed ora significa impegnarsi affinche' la nonviolenza divenga il criterio, il programma e il metodo della civile convivenza, delle istituzioni democratiche, della politica necessaria.

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Per tutto cio' ricordare la Resistenza e la Liberazione, onorare e difendere la Costituzione della Repubblica Italiana, richiede la scelta del disarmo e della nonviolenza, come giustamente evidenzia l'iniziativa nonviolenta nazionale "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' questo 25 aprile a Verona col motto: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".

Ripetiamolo una volta ancora: il disarmo e la nonviolenza sono le scelte oggi necessarie per salvare l'umanita' dalla catastrofe.

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Questi pensieri questa mattina ho meditato dinanzi alla lapide del martire antifascista Mariano Buratti. Con questi pensieri ho voluto rendergli omaggio. Con questi pensieri rivolgo a chi legge queste parole l'invito a proseguirne la lotta: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".

 

9. REPETITA IUVANT. IL NOSTRO 25 APRILE

 

Il 25 aprile non e' solo il giorno in cui festeggiamo la Liberazione d'Italia nel 1945 e del Portogallo nel 1974, e' anche il giorno in cui nel 1992 ci ha lasciato Ernesto Balducci, indimenticabile maestro e compagno, una delle figure piu' vive del pensiero e dell'azione per la pace, la solidarieta' universale, la liberazione comune, la nonviolenza.

E quindi il nostro 25 aprile e' un giorno insieme di festa e di lutto; festa per la Liberazione dal fascismo, e lutto per le innumerevoli vittime del fascismo e delle guerre fasciste; ed anche lutto per le innumerevoli vittime di tutte le dittature e di tutte le guerre; e infine lutto per tutti coloro che hanno lottato contro il fascismo, per la pace e la dignita' umana, e che non sono piu' vivi: e padre Balducci tutti li rappresenta.

Ma il nostro 25 aprile e' un giorno di memoria che convoca all'agire, un giorno di impegno nel presente, un giorno di lotta; il nostro 25 aprile e' un giorno di lotta nonviolenta contro tutte le uccisioni e le persecuzioni, e' un giorno di lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita'.

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Ed in Italia oggi due sono le lotte principali e decisive da condurre con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza: la lotta contro la guerra e per il disarmo; la lotta contro il razzismo e per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Infatti tragicamente l'Italia ancora partecipa a guerre scellerate come quella afgana in flagrante violazione della Costituzione repubblicana posta a fondamento del nostro ordinamento giuridico; e ancora in flagrante violazione della Costituzione l'Italia tuttora attua una mostruosa persecuzione razzista nei confronti dei migranti con tanto di campi di concentramento, deportazioni, schiavitu', morti.

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Non festeggi il 25 aprile chi e' complice delle politiche di guerra e di riarmo; non festeggi il 25 aprile chi e' complice delle politiche razziste. Chi impone o favoreggia la guerra e il riarmo, chi impone o favoreggia il razzismo, costui e' complice del fascismo, costui tradisce la Costituzione della Repubblica italiana, costui non e' degno di commemorare la Resistenza e la Liberazione.

Festeggia degnamente il 25 aprile, onora degnamente le vittime del fascismo e della guerra, ricorda degnamente i martiri antifascisti e tutte le donne e gli uomini costruttori di pace, di giustizia e di liberta', solo chi si impegna, oggi ed ogni giorno, contro la guerra e contro le armi, contro il razzismo e contro tutte le discriminazioni, le persecuzioni, le violenze; solo chi si impegna, oggi ed ogni giorno, in difesa dei diritti di tutti gli esseri umani, e in difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.

Festeggia degnamente il 25 aprile solo chi rispetta e difende la Costituzione della Repubblica Italiana, la Costituzione antifascista, la Costituzione democratica, la Costituzione che ripudia la guerra, che difende i diritti di tutti gli esseri umani, che accoglie e protegge tutte le persone che cercano pace, giustizia e liberta'.

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Ma non solo il 25 aprile la memoria della Resistenza e della Liberazione deve tradursi in pensiero coerente ed azione costruttiva: tutti i giorni occorre lottare contro la guerra assassina, contro le armi assassine, contro le strutture armate assassine; tutti i giorni occorre lottare contro il razzismo, l'imperialismo, il totalitarismo, il maschilismo, lo sfruttamento; tutti i giorni occorre lottare per la pace e la solidarieta'.

E per inverare il senso e i fini, i valori e il progetto della Resistenza, della Liberazione, della Costituzione repubblicana, occorre la scelta della nonviolenza.

La nonviolenza deve divenire non solo scelta personale e collettiva quotidiana, regola e metodo condivisi, ma anche politica comune, principio organizzatore della civile convivenza, delle relazioni e delle istituzioni, fondamento delle leggi e dei costumi, realizzazione della democrazia nella sua estensione piu' ampia: omnicrazia, ovvero potere di tutti.

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Per tutto cio' questo 25 aprile 2014 trova in Italia il suo luogo di chiarificazione e la sua traduzione in proposta d'azione adeguata nell'iniziativa nonviolenta nazionale che si svolge a Verona, l'"Arena di pace e disarmo" che giustamente afferma che "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo" e quindi propone un'autentica e adeguata politica di pace fondata sul disarmo immediato, sul passaggio immediato alla nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

10. REPETITA IUVANT. "LA RESISTENZA OGGI SI CHIAMA NONVIOLENZA. LA LIBERAZIONE OGGI SI CHIAMA DISARMO"

 

Il 25 aprile e' il giorno di chi non ha ceduto all'inumano e sa che la Resistenza continua.

E quest'anno ha trovato nell'arena di Verona la sua espressione piu' viva, nel necessario motto "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".

Questo appello non resti inascoltato: abolire la guerra, gli eserciti, le armi; abolire il razzismo, i campi di concentramento, le deportazioni, la schiavitu'; realizzare l'impegno dichiarato nella Costituzione repubblicana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. REPETITA IUVANT. DOPO IL 25 APRILE

 

Si e' dunque svolta il 25 aprile all'arena di Verona l'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che ha proposto al popolo della pace e della solidarieta', e all'intera popolazione che vive in Italia, una riflessione, un programma, precisi obiettivi.

La riflessione: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".

E quindi il programma del disarmo e della nonviolenza.

Ovvero, se possiamo esplicitare almeno parzialmente ed orientativamente gli obiettivi in quella riflessione e in quel programma contenuti:

1. La cessazione della partecipazione alle guerre; lo scioglimento delle alleanze militari e l'abolizione delle organizzazioni e delle strutture finalizzate alle guerre e all'oppressione; la cessazione della produzione, del commercio, dell'uso delle armi; lo smantellamento degli arsenali esistenti e la distruzione delle armi disponibili; la cessazione dell'addestramento ad uccidere e l'abolizione delle strutture a cio' finalizzate; la conversione dell'industria bellica ed armiera a produzioni unicamente civili di autentica utilita' sociale; l'abolizione delle forze armate e la loro sostituzione con i Corpi civili di pace e la Difesa popolare nonviolenta.

2. La cessazione della persecuzione razzista dei migranti; l'abolizione dei campi di concentramento; la cessazione della deportazioni; la cessazione del favoreggiamento della schiavitu' da parte dello stato; l'accoglienza e l'assistenza a chi giunge in Italia in fuga da guerre, fame, regimi oppressivi, condizioni di violenza e di sofferenza; la difesa intransigente della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

3. La lotta al maschilismo, ai poteri criminali, al regime della corruzione, al sistema dello sfruttamento, alla devastazione della biosfera.

4. La difesa della Costituzione repubblicana e della legalita' che salva le vite, l'integrale realizzazione della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Si e' dunque svolta il 25 aprile all'arena di Verona l'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che ha proposto al popolo della pace e della solidarieta', e all'intera popolazione che vive in Italia, una riflessione, un programma, precisi obiettivi.

Da oggi cominci - ovvero prosegua con ancora maggior persuasione - l'impegno per diffondere quella riflessione, per svolgere concretamente ed efficacemente quel programma, per realizzare quei precisi, necessari, urgenti obiettivi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

12. REPETITA IUVANT. IL DISARMO E LA NONVIOLENZA

 

Il disarmo, condizione indispensabile per la cessazione delle guerre e delle oppressioni, condizione indispensabile per l'abolizione degli eserciti e delle mafie, condizione indispensabile per relazioni di giustizia e di solidarieta', condizione indispensabile per la democrazia planetaria, condizione indispensabile per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, il disarmo e' il primo impegno dell'umanita' consapevole che vuole far cessare le violenze, impedire la catastrofe della civilta' e della biosfera e garantire un mondo vivibile alle generazioni che verranno, realizzare qui ed ora la nostra umanita'.

La nonviolenza, scelta necessaria per contrastare il fascismo, scelta necessaria per difendere e promuovere il bene comune, scelta necessaria per affermare la verita' che salva le vite e da' senso all'esistere, scelta necessaria per l'etica e la politica che fondano e garantiscono la civile convivenza, scelta necessaria per la liberazione comune e l'universale condivisione, la nonviolenza e' il primo dovere dell'umanita' consapevole che vuole far cessare le violenze, impedire la catastrofe della civilta' e della biosfera e garantire un mondo vivibile alle generazioni che verranno, realizzare qui ed ora la nostra umanita'.

 

13. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Juan Jose' Arreola, Confabulario definitivo, Catedra, Madrid 1997, pp. 248.

- Herman Melville, Clarel. Poema e pellegrinaggio in Terrasanta, Einaudi, Torino 1999, pp. XLII + 646.

 

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

15. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1621 del 28 aprile 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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