[Nonviolenza] Telegrammi. 1608



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1608 del 15 aprile 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Una conversazione su Herman Melville

2. Un incontro sulla figura e l'opera di Leone Ginzburg

3. Arena di pace e disarmo il 25 aprile a Verona: per informazioni, adesioni e contatti

4. L'appello che promuove l'iniziativa "Arena di pace e disarmo"

5. Segnalazioni librarie

6. La "Carta" del Movimento Nonviolento

7. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. UNA CONVERSAZIONE SU HERMAN MELVILLE

 

Si e' svolta nel pomeriggio di lunedi' 14 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" una conversazione su Herman Melville.

Nel corso dell'incontro e' stata ripercorsa la vicenda biografica e l'intera opera letteraria del grande scrittore americano e sono state lette e commentate in particolare alcune pagine da Moby Dick, Benito Cereno, Bartleby lo scrivano e Billy Budd, come anche alcune illuminanti pagine critiche su Melville di Lewis Mumford, di C.L.R. James, di Cesare Pavese e di Beniamino Placido.

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Concludendo la conversazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha sottolineato una volta di piu' come i capolavori di Melville costituiscano un possente appello alla solidarieta' umana, alla lotta per la dignita' e per la verita', all'impegno contro la menzogna  e l'oppressione.

La durezza e la chiarezza con cui Melville smaschera, anatomizza ed affronta il male; il coraggio con cui denuncia le forme tutte dell'ingiustizia ed impavido descrive quanto vi e' di piu' doloroso, i soprusi piu' feroci, le sofferenze piu' lancinanti, le piu' intime contraddizioni, i piu' laceranti conflitti; ed insieme l'arte magnifica con cui riflette nelle opere sue il mondo grande e terribile, il suo vertiginoso mistero e la sua abbacinante bellezza, la tragedia del caos e della distruzione - di cui l'ordine sanguinario e totalitario dell'oppressione schiavista, classista, sessista, razzista, militarista, capitalista ed imperialista costituisce una delle espressioni piu' torbide e brutali - e l'insopprimibile esigenza di senso ed armonia, di riconoscimento e di pace, di fraternita' liberatrice e di riconciliazione tra umanita' e mondo; ebbene, tutto cio' fa dell'opera di Melville - di tutti i suoi libri, anche i meno celebrati - un'alta e ferma testimonianza per l'umanita'; un impareggiabile strumento di educazione alla liberta', all'uguaglianza, alla democrazia; un profondo richiamo alla consapevolezza ed alla comprensione; una ineludibile esortazione alla lotta nonviolenta contro ogni iniquita', contro ogni potere che sfrutta ed opprime ed assoggetta e mercifica ed annienta altrui, e contro ogni rassegnazione e vilta', contro ogni complicita' col male; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, e per il rispetto dell'intero mondo vivente.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".

 

2. INCONTRI. UN INCONTRO SULLA FIGURA E L'OPERA DI LEONE GINZBURG

 

Si e' svolto la sera di lunedi' 14 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sulla figura e l'opera di Leone Ginzburg, il grande intellettuale e militante antifascista assassinato dai nazisti nel 1944.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi di Leone Ginzburg.

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Leone Ginzburg, eroe antifascista, nato a Odessa nel 1909 e trasferitosi ben presto a Torino, fu fin da giovanissimo punto di riferimento morale ed intellettuale per l'antifascismo attivo. Mori' a Roma nel carcere di Regina Coeli il 5 febbraio 1944 a seguito delle torture naziste. Dal sito dell'Anpi (www.anpi.it) riprendiamo la seguente scheda: "Nato a Odessa (Ucraina) il 4 aprile 1909, morto nel carcere di Regina Coeli a Roma il 5 febbraio 1944, letterato. Di famiglia ebrea di origine russa ma naturalizzato italiano, Leone aveva frequentato tra il 1914 e il 1919 le scuole elementari a Viareggio, localita' di vacanza dei Ginzburg. I primi anni delle secondarie li aveva pero' seguiti in una scuola russa di Berlino, dove la famiglia si era trasferita, per continuare poi al liceo "d'Azeglio", quando i Ginzburg si stabilirono a Torino. Leone frequenta ancora il liceo quando comincia a scrivere lunghi racconti, traduce da Gogol Taras Bul'ba, scrive un saggio su Anna Karenina. Non sorprende, quindi, che dopo essersi iscritto alla facolta' di Legge, l'abbia abbandonata l'anno dopo per Lettere. Non sorprende nemmeno se le frequentazioni con Norberto Bobbio, Augusto Monti e altri intellettuali torinesi (a Parigi, dove si era recato per completare la tesi di laurea, aveva anche avuto modo di incontrare Croce, Carlo Rosselli, Salvemini), hanno in qualche modo influenzato i suoi orientamenti politici. E' cosi' che Leone Ginzburg, che dopo la laurea in lettere moderne aveva subito ottenuto la libera docenza e che con Giulio Einaudi aveva appena costituito l'omonima casa editrice, viene estromesso dall'Universita': l'8 gennaio del 1934, infatti, rifiuta di prestare giuramento di fedelta' al regime fascista. Non solo: intensifica l'attivita' clandestina nel movimento di Giustizia e Liberta' e poche settimane dopo viene arrestato con Carlo Levi, Augusto Monti ed altri. Il Tribunale speciale condanna Ginzburg a quattro anni di reclusione. Un'amnistia gliene risparmia due, e lui esce dal carcere di Civitavecchia il 13 marzo del 1936. Come sorvegliato speciale non puo' svolgere attivita' pubblicistica, cosi' svolge, con Cesare Pavese, un intenso lavoro alla Einaudi. Si sposa nel '38 e lo stesso anno, a causa delle leggi razziali, perde la cittadinanza italiana. Quando, nel 1940 l'Italia entra nel conflitto Ginzburg e' arrestato e confinato, come "internato civile di guerra" in Abruzzo, a Pizzoli. Con la caduta del fascismo il giovane intellettuale ritorna a Roma ed e' tra gli organizzatori del Partito d'Azione e poi delle formazioni partigiane di Giustizia e Liberta'. Lavora alla sede romana dell'Einaudi e, durante l'occupazione, adotta il nome di copertura di Leonida Gianturco. Dirige "Italia Libera", giornale del Partito d'Azione, sino a che viene sorpreso nella tipografia clandestina. E' il 20 novembre del 1943. A Regina Coeli i fascisti scoprono presto chi e' davvero Leonida Gianturco e il 9 dicembre Leone Ginzburg viene trasferito nel braccio controllato dai tedeschi. Interrogatori, torture, una mascella fratturata. Nel gennaio del 1944 il prigioniero e' trasferito, quasi incosciente, nell'infermeria del carcere. Un mese dopo, mentre i suoi compagni stanno organizzando un'improbabile evasione, Leone Ginzburg viene trovato morto". Opere di Leone Ginzburg: Scritti, Einaudi, Torino 1964, nuova edizione 2000. Opere su Leone Ginzburg: AA. VV. (a cura di Nicola Tranfaglia), L'itinerario di Leone Ginzburg, Bollati Boringhieri, Torino 1996.

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Ovviamente le persone partecipanti all'incontro hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona.

 

3. INIZIATIVE. ARENA DI PACE E DISARMO IL 25 APRILE A VERONA: PER INFORMAZIONI, ADESIONI E CONTATTI

 

Si svolgera' a Verona il 25 aprile l'iniziativa "Arena di pace e disarmo".

Per informazioni, adesioni e contatti: e-mail: segreteria at arenapacedisarmo.org, sito: http://arenapacedisarmo.org

 

4. APPELLI. L'APPELLO CHE PROMUOVE L'INIZIATIVA "ARENA DI PACE E DISARMO"

 

La guerra e' il suicidio dell'umanita' (Papa Francesco)

Solo la nonviolenza ci salvera' (Mahatma Gandhi)

 

25 aprile 2014, all'Arena di Verona, una giornata di resistenza e liberazione

La resistenza oggi si chiama nonviolenza

La liberazione oggi si chiama disarmo

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Premessa

L'Italia ripudia la guerra, ma noi continuiamo ad armarci.

Crescono le spese militari, si costruiscono nuovi strumenti bellici.

Il nostro Paese, in piena crisi economica e sociale, cade a picco in tutti gli indicatori europei e internazionali di benessere e di civilta', ma continua ad essere tra le prime dieci potenze militari del pianeta, nella corsa agli armamenti piu' dispendiosa della storia.

Ne sono un esempio i nuovi 90 cacciabombardieri F35, il cui costo di acquisto si attesta sui 14 miliardi di euro, mentre l'intero progetto Joint Strike Fighter superera' i 50 miliardi di euro; il nostro paese, inoltre, "ospita" 70 bombe atomiche statunitensi B-61 (20 nella base di Ghedi a Brescia e 50 nella base di Aviano a Pordenone) che si stanno ammodernando, al costo di 10 miliardi di dollari, in testate nucleari adatte al trasporto sugli F-35.

Gli armamenti sono distruttivi quando vengono utilizzati e anche quando sono prodotti, venduti, comprati e accumulati, perche' sottraggono enormi risorse al futuro dell'umanita', alla realizzazione dei diritti sociali e civili, garanzia di vera sicurezza per tutti.

Gli armamenti non sono una difesa da cio' che mette a rischio le basi della nostra sopravvivenza e non saranno mai una garanzia per i diritti essenziali della nostra vita - il diritto al lavoro, alla casa e all'istruzione, le protezioni sociali e sanitarie, l'ambiente, l'aria, l'acqua, la legalita' e la partecipazione, la convivenza civile e la pace; e inoltre generano fame, impoverimento, miseria, insicurezza perche' sempre alla ricerca di nuovi teatri e pretesti di guerra; impediscono la realizzazione di forme civili e nonviolente di prevenzione e gestione dei conflitti che salverebbero vite umane e risorse economiche.

Per immaginare e costruire gia' oggi un futuro migliore e' indispensabile, urgente, una politica di disarmo, partendo da uno stile di vita disarmante.

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Proposta

Per questo proponiamo la convocazione di una iniziativa nonviolenta nazionale: un grande raduno, di tutte le persone, le associazioni, i movimenti della pace, della solidarieta', del volontariato, dell'impegno civile, che faccia appello non solo ai politici ma innanzitutto a noi stessi, chiedendo a chi vi partecipera' di assumersi la responsabilita' di essere parte del cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.

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Obiettivo

Scrollarsi dalle spalle illusioni e paure, rimettersi in piedi con il coraggio della responsabilita' e della partecipazione per disarmarci e disarmare l'economia, la politica, l'esercito.

 

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Joseph Roth, Romanzi brevi (La tela di ragno. Hotel Savoy. La ribellione. Il peso falso), Adelphi, Milano 1983, Bompiani, Milano 1988, pp. 466.

 

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

7. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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