[Nonviolenza] Telegrammi. 1607
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- Date: Sun, 13 Apr 2014 21:45:08 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1607 del 14 aprile 2014
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Verso il 25 aprile: con Rosa Luxemburg, Simone Weil, Hannah Arendt
2. Arena di pace e disarmo il 25 aprile a Verona: per informazioni, adesioni e contatti
3. L'appello che promuove l'iniziativa "Arena di pace e disarmo"
4. Al Presidente del Consiglio dei Ministri per l'immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. VERSO IL 25 APRILE: CON ROSA LUXEMBURG, SIMONE WEIL, HANNAH ARENDT
Si e' svolto la mattina di domenica 13 aprile 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema "Verso il 25 aprile: pensare e praticare l'antifascismo e la nonviolenza oggi ricordando la riflessione e l'opera di Rosa Luxemburg, Simone Weil, Hannah Arendt".
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni passi dalle opere delle tre grandi pensatrici e militanti per la liberazione dell'umanita'.
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Rosa Luxemburg, 1871-1919, e' una delle piu' limpide figure del movimento dei lavoratori e dell'impegno contro la guerra e contro l'autoritarismo. Assassinata, il suo cadavere fu gettato in un canale e ripescato solo mesi dopo; ci sono due epitaffi per lei scritti da Bertolt Brecht, che suonano cosi': Epitaffio (1919): "Ora e' sparita anche la Rosa rossa, / non si sa dov'e' sepolta. / Siccome ai poveri ha detto la verita' / i ricchi l'hanno spedita nell'aldila'"; Epitaffio per Rosa Luxemburg (1948): "Qui giace sepolta / Rosa Luxemburg / Un'ebrea polacca / Che combatte' in difesa dei lavoratori tedeschi, / Uccisa / Dagli oppressori tedeschi. Oppressi, / Seppellite la vostra discordia". Opere di Rosa Luxemburg: segnaliamo almeno due fondamentali raccolte di scritti in italiano: Scritti scelti, Einaudi, Torino 1975, 1976; Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976 (con una ampia, fondamentale introduzione di Lelio Basso). Opere su Rosa Luxemburg: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg, Mondadori, Milano 1977; Paul Froelich, Rosa Luxemburg, Rizzoli, Milano 1987; P. J. Nettl, Rosa Luxemburg, Il Saggiatore, Milano 1970; Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita' rivoluzionaria, Mursia, Milano 1974; AA. VV., Rosa Luxemburg e lo sviluppo del pensiero marxista, Mazzotta, Milano 1977.
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Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stante la persecuzione antiebraica). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil. Biografia di un pensiero, Garzanti, Milano 1981, 1990; Eadem, Simone Weil. Una donna assoluta, La Tartaruga edizioni, Milano 1991, 2009; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna 1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994.
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Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005; Alois Prinz, Io, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1999, 2009. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000.
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Le persone partecipanti all'incontro, ribadendo l'impegno contro il totalitarismo e contro l'abbrutimento, contro la guerra e contro il razzismo, contro le uccisioni e contro le persecuzioni, contro il maschilismo e contro lo sfruttamento, contro la violenza sugli esseri viventi e contro la devastazione della biosfera, hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa nonviolenta "Arena di pace e disarmo" che si svolgera' il 25 aprile all'arena di Verona: "La Resistenza oggi si chiama nonviolenza. La Liberazione oggi si chiama disarmo".
2. INIZIATIVE. ARENA DI PACE E DISARMO IL 25 APRILE A VERONA: PER INFORMAZIONI, ADESIONI E CONTATTI
Si svolgera' a Verona il 25 aprile l'iniziativa "Arena di pace e disarmo".
Per informazioni, adesioni e contatti: e-mail: segreteria at arenapacedisarmo.org, sito: http://arenapacedisarmo.org
3. APPELLI. L'APPELLO CHE PROMUOVE L'INIZIATIVA "ARENA DI PACE E DISARMO"
La guerra e' il suicidio dell'umanita' (Papa Francesco)
Solo la nonviolenza ci salvera' (Mahatma Gandhi)
25 aprile 2014, all'Arena di Verona, una giornata di resistenza e liberazione
La resistenza oggi si chiama nonviolenza
La liberazione oggi si chiama disarmo
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Premessa
L'Italia ripudia la guerra, ma noi continuiamo ad armarci.
Crescono le spese militari, si costruiscono nuovi strumenti bellici.
Il nostro Paese, in piena crisi economica e sociale, cade a picco in tutti gli indicatori europei e internazionali di benessere e di civilta', ma continua ad essere tra le prime dieci potenze militari del pianeta, nella corsa agli armamenti piu' dispendiosa della storia.
Ne sono un esempio i nuovi 90 cacciabombardieri F35, il cui costo di acquisto si attesta sui 14 miliardi di euro, mentre l'intero progetto Joint Strike Fighter superera' i 50 miliardi di euro; il nostro paese, inoltre, "ospita" 70 bombe atomiche statunitensi B-61 (20 nella base di Ghedi a Brescia e 50 nella base di Aviano a Pordenone) che si stanno ammodernando, al costo di 10 miliardi di dollari, in testate nucleari adatte al trasporto sugli F-35.
Gli armamenti sono distruttivi quando vengono utilizzati e anche quando sono prodotti, venduti, comprati e accumulati, perche' sottraggono enormi risorse al futuro dell'umanita', alla realizzazione dei diritti sociali e civili, garanzia di vera sicurezza per tutti.
Gli armamenti non sono una difesa da cio' che mette a rischio le basi della nostra sopravvivenza e non saranno mai una garanzia per i diritti essenziali della nostra vita - il diritto al lavoro, alla casa e all'istruzione, le protezioni sociali e sanitarie, l'ambiente, l'aria, l'acqua, la legalita' e la partecipazione, la convivenza civile e la pace; e inoltre generano fame, impoverimento, miseria, insicurezza perche' sempre alla ricerca di nuovi teatri e pretesti di guerra; impediscono la realizzazione di forme civili e nonviolente di prevenzione e gestione dei conflitti che salverebbero vite umane e risorse economiche.
Per immaginare e costruire gia' oggi un futuro migliore e' indispensabile, urgente, una politica di disarmo, partendo da uno stile di vita disarmante.
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Proposta
Per questo proponiamo la convocazione di una iniziativa nonviolenta nazionale: un grande raduno, di tutte le persone, le associazioni, i movimenti della pace, della solidarieta', del volontariato, dell'impegno civile, che faccia appello non solo ai politici ma innanzitutto a noi stessi, chiedendo a chi vi partecipera' di assumersi la responsabilita' di essere parte del cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.
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Obiettivo
Scrollarsi dalle spalle illusioni e paure, rimettersi in piedi con il coraggio della responsabilita' e della partecipazione per disarmarci e disarmare l'economia, la politica, l'esercito.
4. LETTERE. AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI PER L'IMMEDIATA ABOLIZIONE DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Oggetto: richiesta di immediata abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
con il decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, "Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari", e' stata nuovamente rinviata la chiusura dei manicomi criminali dal primo aprile 2014 al 31 marzo 2015.
Lo stesso Presidente della Repubblica ha espresso "estremo rammarico" per il rinvio di una disposizione, l'abolizione dei manicomi criminali, "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli".
Da anni il Parlamento si e' espresso per l'abolizione dei manicomi criminali: i manicomi criminali sono infatti una istituzione totale la cui intrinseca disumanita' ripugna alla coscienza civile, una istituzione totale in flagrante conflitto con il rispetto dei diritti umani e con lo spirito e la lettera della Costituzione della Repubblica Italiana e della legislazione democratica vigente.
Gia' troppo a lungo si e' atteso, attendere oltre e' vieppiu' inammissibile.
Rinviare l'applicazione di una norma - l'abolizione dei manicomi criminali - "ispirata a elementari criteri di civilta' e di rispetto della dignita' di persone deboli" (ripetiamo le parole del Presidente della Repubblica) significa mantenere una struttura contraria agli elementari criteri di civilta', ovvero una struttura incivile, barbara, disumana; significa mantenere una struttura contraria al rispetto della dignita' di persone deboli, ovvero una struttura violenta, illegittima, inumana.
Nessun rinvio e' ammissibile: il governo rispetti la volonta' del parlamento, rispetti la legalita' costituzionale, rispetti i diritti umani; sia revocato quell'inammissibile rinvio, e si proceda pertanto all'immediata chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani
Viterbo, 13 aprile 2014
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- AA. VV., Manicomi criminali: ipotesi di superamento. Alienazione, malattia e controllo sociale, volume monografico di "Citta', crimine e devianza", anno II, n. 4, 1980, Il Mulino, Bologna 1980, pp. XXXII + 144.
- AA. VV., Liberta' e salute: la nuova legislazione psichiatrica, volume monografico de "La questione criminale", anno V, n. 3, settembre/dicembre 1979, Il Mulino, Bologna 1979, pp. 345-468.
- Alfredo Bonazzi, Squalificati a vita. Inchiesta e testimonianze sui manicomi criminali italiani, Gribaudi, Torino 1975 (terza edizione riveduta e ampliata), pp. 208 (con un inserto fotografico di 24 pp.).
- Alberto Manacorda, Il manicomio giudiziario. Cultura psichiatrica e scienza giuridica nella storia di un'istituzione totale, De Donato, Bari 1982, pp. 222.
- Maria Luisa Marsigli, La marchesa e i demoni. Diario da un manicomio, Feltrinelli, Milano 1973, pp. XXIV + 208.
- Giovanna Pugliese e Giovanna Giorgini (a cura di), Mi firmo per tutti. Dai manicomi criminali agli ospedali psichiatrici giudiziari. Un'inchiesta e una proposta, Datanews, Roma 1997, pp. 144.
- Marina Valcarenghi, I manicomi criminali, Mazzotta, Milano 1975, pp. 228.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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