[Nonviolenza] Concludendo una settimana di digiuno contro la persecuzione dei migranti
- Subject: [Nonviolenza] Concludendo una settimana di digiuno contro la persecuzione dei migranti
- From: "nbawac at tin.it" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 16 Feb 2014 17:47:04 +0100 (CET)
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CONCLUDENDO UNA SETTIMANA DI DIGIUNO CONTRO LA PERSECUZIONE DEI MIGRANTI
Concludo oggi una settimana di digiuno contro la persecuzione dei migranti.
Digiuno che voleva essere in primo luogo un umile gesto di solidarieta' con i migranti che nel campo di concentramento di Ponte Galeria hanno cucito le loro bocche per poter far vedere ed udire, attraverso il digiuno e il silenzio, il loro volto e la loro voce di esseri umani perseguitati; in secondo luogo un sincero interrogarmi sulla mia responsabilita' dinanzi alla barbarie razzista in cui l'Italia da anni e' precipitata; in terzo luogo quindi un'azione nonviolenta di illimpidimento della riflessione, di condivisione della sofferenza, di richiamo al comune sentire, al comune dovere.
So bene quanto inadeguato sia questo gesto, e quanto facilmente fraintendibile. E tuttavia mi e' sembrato necessario compierlo ancora una volta, come fin dalle piu' antiche culture dell'umana storia si fa quando si vuole cercare in se stessi la verita', quando si vuole affermare il legame che unisce la nostra esistenza all'altrui, quando dinanzi a un'ingiustizia si vuole esprimere la propria morale e civile opposizione, la necessaria, doverosa rivolta di cui parlava Albert Camus.
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In questa settimana nel digiuno e nel silenzio mi sono chiesto ancora una volta, incessantemente, come sia stato possibile che in Italia si arrivasse a questo orrore: l'orrore dei campi di concentramento, delle deportazioni, della riduzione in schiavitu', del consentire ed addirittura favoreggiare e finanche provocare da parte dello stato la tortura e la morte di innumerevoli esseri umani innocenti.
E valga il vero.
1. E' evidente che aver istituito dal 1998 i campi di concentramento in cui sono reclusi per mesi e mesi esseri umani che non hanno commesso nulla di male, ebbene, questo e' un crimine contro l'umanita'.
2. E' evidente che deportare degli esseri umani nei luoghi, nelle condizioni di miseria e sofferenza e negli artigli dei poteri violenti e oppressivi da cui erano fuggiti per salvare la loro vita, ebbene, questo e' un crimine contro l'umanita'.
3. E' evidente che favoreggiare la riduzione in schiavitu' di esseri umani che i pubblici poteri dovrebbero invece liberare, ebbene, questo e' un crimine contro l'umanita'.
4. E' evidente che aver imposto misure che impedendo l'accesso nel nostro paese in condizioni di legalita' e sicurezza espongono innumerevoli esseri umani al rischio di violenze inaudite e della stessa morte - e troppe stragi nel Mediterraneo gia' si sono verificate -, ebbene, questo e' un crimine contro l'umanita'.
5. E' evidente che perseguitare brutalmente degli esseri umani attribuendo loro come "colpa" il solo fatto di esistere e di voler salvare e migliorare la propria vita e quella dei propri familiari, ebbene, questo e' un crimine contro l'umanita'.
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Tutto e' cosi' chiaro, tutto e' cosi' evidente: perche' allora il governo e il parlamento non fanno quello che sarebbe necessario ed urgente fare per tornare alla legalita', al rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano? Perche' il governo e il parlamento non abrogano subito tutte le criminali e criminogene misure razziste con cui ancor oggi lo stato italiano perseguita i migranti?
E perche' il popolo italiano non insorge per chiedere il ripristino del rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, democratica ed antifascista, che riconosce e protegge i diritti umani? Perche' il popolo italiano accetta di essere complice di una criminale politica razzista, della barbara persecuzione dei migranti?
Lungo gli ultimi vent'anni governi golpisti e parlamenti ridotti a bivacco di manipoli e a teatrino di sconcezze hanno imposto questi orrori nel nostro paese, e ne' le buone leggi ne' i buoni costumi sono riusciti a impedirlo; ed una progressiva narcotizzazione, desensibilizzazione, disumanizzazione dell'opinione pubblica, del corpo elettorale, dei cittadini italiani ha reso il nostro vivo paese complice di un regime razzista e complice di stragi di stato, poiche' le stragi dei migranti morti in mare sono vere e proprie stragi di stato dipendendo dalla politica italiana che a quegli esseri umani impediva di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, negando a quegli esseri umani l'adempimento della luminosa promessa che loro faceva la nostra legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 10 recita che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica".
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Non siamo riusciti a impedire questo crimine, non siamo riusciti a fermare questa barbarie, non siano riusciti a sconfiggere la deriva razzista del nostro paese, del nostro stato. Ne provo dolore e vergogna.
E quindi dobbiamo continuare la lotta.
Dobbiamo continuare la lotta affinche' tutte le misure razziste siano abolite.
Dobbiamo continuare la lotta affinche' l'Italia torni ad essere un paese in cui la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano siano rispettati e difesi.
Queste cose ho meditato in questi sette giorni. Questo impegno sento il dovere di proseguire. Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
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Cessi la persecuzione razzista dei migranti.
Siano immediatamente abrogate tutte le scellerate misure hitleriane che governi golpisti hanno imposto nel nostro paese.
Torni l'Italia ad essere un paese civile, democratico, solidale.
Torni lo stato italiano a rispettare la sua legge fondamentale che "riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" (articolo 2 della Costituzione).
Vi e' una sola umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", al settimo ed ultimo giorno di digiuno contro la persecuzione razzista dei migranti
Viterbo, 16 febbraio 2014
Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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