[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 507
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- Date: Fri, 15 Nov 2013 06:42:14 +0100 (CET)
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Numero 507 del 15 novembre 2013
In questo numero:
1. "Il paese delle donne", quotidiano on line
2. Il 25 novembre la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
3. Alcuni testi del mese di ottobre 2013 (parte ottava e conclusiva)
4. Nella quarta giornata della Settimana internazionale per il disarmo un appello per il 4 novembre
5. Celebrata anche a Viterbo la XII Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
6. Con don Lorenzo Milani contro la guerra
7. Ci sono due cose che vengono prima di tutte le altre
8. Una lettera aperta al Parlamento e al Governo: chiamata al disarmo
9. Mentre tristemente si conclude la Settimana internazionale per il disarmo
10. In memoria di Alessandro Galante Garrone, nel decimo anniversario della scomparsa
11. Conclusa la Settimana internazionale per il disarmo, il 4 novembre contro tutte le guerre: ogni vittima ha il volto di Abele
12. Quattro settimane
1. STRUMENTI. "IL PAESE DELLE DONNE", QUOTIDIANO ON LINE
E' sempre utile leggere "Il paese delle donne", quotidiano on line disponibile nel sito www.womenews.net e diffuso anche come newsletter. Vivamente lo raccomandiamo.
2. INIZIATIVE. IL 25 NOVEMBRE LA GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Ovunque si promuovano iniziative.
Sosteniamo la proposta dello sciopero contro il femminicidio. Per contatti: sito: www.scioperodelledonne.it, http://scioperodonne.wordpress.com/, e-mail: organizza.scioperodonne at gmail.com
3. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI OTTOBRE 2013 (PARTE OTTAVA E CONCLUSIVA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di ottobre 2013.
4. NELLA QUARTA GIORNATA DELLA SETTIMANA INTERNAZIONALE PER IL DISARMO UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE
Nella quarta giornata della Settimana internazionale per il disarmo da Viterbo il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" propone un appello per il 4 novembre, invitando a realizzare quel giorno in tutte le citta' italiane commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.
Il 4 novembre, anniversario della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale, deve essere giorno di lutto per le vittime di tutte le guerre e non giorno di festa per i poteri uccisori, deve essere giorno di memoria degli esseri umani uccisi e non giorno di complicita' coi poteri che li uccisero, deve quindi divenire giorno di impegno par la pace, per il disarmo, per la smilitarizzazione, per il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' tra tutti gli esseri umani e per la cura della biosfera. Giorno di verita' e di pace: e la pace e' la verita' dell'umana convivenza, poiche' salvare le vite e' il primo dovere di ogni essere umano.
Con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" a Viterbo fin dal 2002 le persone amiche della nonviolenza il 4 novembre realizzano commemorazioni nonviolente delle vittime della guerra e rinnovano l'impegno contro la guerra assassina.
Con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" da anni queste commemorazioni nonviolente si sono estese ad altre citta' italiane.
Con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" il Movimento Nonviolento, Peacelink e la struttura nonviolenta viterbese hanno promosso da alcuni anni un appello e una campagna nazionale affinche' il 4 novembre cessi di essere il giorno dell'oscena festa di chi fabbrica, commercia, reca ed usa le armi assassine, e sia il giorno di un autentico lutto per le vittime e di un fedele impegno affinche' cessino le guerre, cessino le uccisioni.
Nel cuore della Settimana internazionale per il disarmo indetta dall'Onu che si svolge ogni anno tra il 24 e il 30 di ottobre, nel giorno centrale di questa centrale settimana di verita' e di impegno che dall'Onu e' proposta a tutti gli ordinamenti giuridici legittimi e democratici ed a tutte le persone di volonta' buona, in questo 27 di ottobre in cui ci guardiamo in viso e nel cuore, si levi l'appello nel nome di tutte le vittime a far cessare per sempre le guerre e le uccisioni.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
5. CELEBRATA ANCHE A VITERBO LA XII GIORNATA ECUMENICA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO
Si e' svolto nel pomeriggio di domenica 27 ottobre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in occasione della XII Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi della Bibbia ebraica, della Bibbia cristiana e del Corano e alcuni articoli della Costituzione della Repubblica Italiana e della Dichiarazione universale dei diritti umani.
E' stato confermato l'impegno contro il femminicidio e contro la violenza maschilista e patriarcale; l'impegno contro la guerra e le uccisioni; l'impegno contro il razzismo ed ogni persecuzione; l'impegno contro la devastazione della biosfera; l'impegno contro lo sfruttamento e l'oppressione.
E' stato argomentato come la nonviolenza sia la teoria-prassi coerente con tutte le tradizioni di fede e/o di pensiero orientate al bene comune e al rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
L'incontro si e' concluso con l'augurio che si diffondano ovunque iniziative di dialogo, di condivisione e di convivenza, di riconoscimento di umanita', di impegno alla responsabilita' ed alla solidarieta'.
6. CON DON LORENZO MILANI CONTRO LA GUERRA
Nella quinta giornata della "Settimana internazionale per il disarmo" la mattina di lunedi' 28 ottobre 2013 a Viterbo per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' tenuto un incontro di lettura e commento della Lettera ai cappellani militari e della Lettera ai giudici di don Lorenzo Milani, successivamente raccolte nel libro L'obbedienza non e' piu' una virtu'.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso adesione all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro", ed all'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" promosso dal Movimento Nonviolento, da Peacelink e dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, "affinche' il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze; affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni".
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Una breve notizia su Lorenzo Milani
Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi ha pubblicato ancora la Lef. Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di recente: il testo su don Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002; Jose' Luis Corzo Toral, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione pedagogica, Servitium, Sotto il Monte (Bergamo) 2008.
7. CI SONO DUE COSE CHE VENGONO PRIMA DI TUTTE LE ALTRE
E queste due cose sono: l'opposizione a tutte le uccisioni; l'opposizione a tutte le persecuzioni.
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L'opposizione a tutte le uccisioni: e quindi anche e innanzitutto l'opposizione alla guerra, agli eserciti, alle armi.
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L'opposizione a tutte le persecuzioni, e quindi anche e innanzitutto l'opposizione al maschilismo, al razzismo, allo schiavismo.
8. UNA LETTERA APERTA AL PARLAMENTO E AL GOVERNO: CHIAMATA AL DISARMO
Nella sesta e penultima giornata della Settimana internazionale per il disarmo (24-30 ottobre) riprendiamo e rilanciamo l'appello dell'Onu contro il flagello della guerra.
Il disarmo e' l'unica via per opporsi concretamente alla guerra e alle uccisioni.
Il disarmo e' l'unica via per fermare la deriva che porta alle stragi e al totalitarismo.
Il disarmo e' l'impegno piu' urgente nell'epoca in cui esistono arsenali in grado di distruggere piu' e piu' volte l'intera civilta' umana.
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Questo occorre: pace, disarmo, smilitarizzazione.
Questo occorre: rispetto per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Prima che si concluda la Settimana internazionale per il disarmo chiediamo al Parlamento e al Governo italiano un impegno a tal fine.
Il disarmo salva le vite.
Il disarmo invera i diritti umani.
Il disarmo e' la politica necessaria e urgente.
9. MENTRE TRISTEMENTE SI CONCLUDE LA SETTIMANA INTERNAZIONALE PER IL DISARMO
Si conclude oggi, 30 ottobre, la Settimana internazionale per il disarmo indetta dall'Onu.
E si conclude tristemente nella sostanziale indifferenza di istituzioni ed associazioni, movimenti e mezzi d'informazione.
Pochissime in questi sette giorni le iniziative di informazione, documentazione, coscientizzazione. Nulle - per quanto ne sappiamo - le iniziative legislative, amministrative, concretamente operative.
Eppure il disarmo e' evidentemente la prima necessita' dell'umanita'.
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Il disarmo e' condizione indispensabile per opporsi realmente alle guerre e alle uccisioni.
E' infatti la disponibilita' di armi che rende non solo possibili, ma fin troppo agevoli le violenze, gli omicidi e i massacri, tutte le attivita' criminali, dalla sopraffazione individuale alla guerra.
Il disarmo e' l'atto di civilta' piu' necessario ed urgente.
Chi non si impegna per il disarmo ha gia' ceduto all'uccidere e alla guerra.
Un ordinameno giuridico che mantiene apparati militari e produzione di armi ha gia' cessato di essere democratico e rispettoso dei diritti umani, ha gia' ceduto alla violenza assassina.
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La Settimana internazionale per il disarmo del 2013 si conclude cosi', desolatamente.
Anche dove abbiamo realizzato iniziative, promosso appelli e diffuso informazioni tutti i giorni, anche qui abbiamo percepito la disattenzione diffusa, la passivita' della societa' civile e delle istituzioni democratiche: e' evidentemente necessario un lavoro di lunga lena per ricostruire una consapevolezza pubblica adeguata.
Ma l'impegno per il disarmo diventa ogni giorno piu' necessario. Almeno le persone amiche della nonviolenza si adoperino affinche' l'umanita' esca dall'apatia, dalla subalternita', dalla rassegnazione, e si impegni nella lotta contro le armi assassine.
A cominciare dalle iniziative nonviolente del 4 novembre contro tutte le guerre, gli eserciti, le armi; le iniziative noviolente del 4 novembre in memoria di tutte le vittime della violenza assassina; le iniziative nonviolente del 4 novembre per ricordare che "Ogni vittima ha il volto di Abele"; le iniziative nonviolente del 4 novembre per la pace che salva le vite.
10. IN MEMORIA DI ALESSANDRO GALANTE GARRONE, NEL DECIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA
Si e' svolto nella mattinata di mercoledi' 30 ottobre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria di Alessandro Galante Garrone nel decimo anniversario della scomparsa.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi dell'illustre magistrato, antifascista, maestro di impegno civile.
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L'incontro si e' svolto nella giornata conclusiva della Settimana internazionale per il disarmo indetta dall'Onu, e le persone partecipanti alla commemorazione di Alessandro Galante Garrone hanno colto l'occasione per riaffermare l'impegno di ogni persona pensante e sollecita del pubblico bene contro tutte le guerre e contro tutte le dittature, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani. Questo impegno, e' stato sottolineato, richiede il disarmo; la democrazia richiede il disarmo; la civilta' richiede il disarmo; la convivenza e la solidarieta' tra tutti gli esseri umani richiede il disarmo; la responsabilita' e la cura da parte degli esseri umani per la biosfera richiede il disarmo.
Nel ricordo dell'insigne giurista, nel ricordo dell'eroico antifascista, nel ricordo del maestro generoso e luminoso che fu Alessandro Galante Garrone, e nella riaffermazione del'impegno contro il flagello della guerra e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani che e' a fondamento delle Nazioni Unite, chiediamo ancora una volta ai governi ed ai parlamenti, alle istituzioni tutte, e ad ogni persona di volonta' buona, un impegno di pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solo la nonviolenza invera la civilta' giuridica.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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Una breve notizia su Alessandro Galante Garrone
Alessandro Galante Garrone, nato a Vercelli il primo ottobre 1909, scomparso a Torino il 30 ottobre 2003, e' stato magistrato, partigiano, docente universitario, storico. Scrivemmo di lui in occasione del decesso nel 2003: "Dei piu' grandi maestri di vita civile che l'Italia abbia avuto, Alessandro Galante Garrone era uno dei piu' grandi. Uomo della Resistenza, magistrato, storico, limpido e strenuo difensore dei valori della civilta', del rigore morale e intellettuale, della dignita' umana, del buono e del vero cultore, sollecito sempre del pubblico bene, fraterno con tutti e generoso sempre. Ed avversario sempre alla menzogna e alla sopraffazione, nemico sempre e per sempre di ogni violenza ed oltraggio e degradazione. Una persona civile, una persona buona, un nostro maestro".
Tra le opere di Alessandro Galante Garrone: Buonarroti e Babeuf; Filippo Buonarroti e i rivoluzionari dell'Ottocento; Gilbert Romme. Storia di un rivoluzionario; I radicali in Italia. 1849-1925; Cavallotti; Salvemini e Mazzini; I miei maggiori; Padri e figli; Calamandrei; L'albero della liberta'. Dai giacobini a Garibaldi; Amalek: il dovere della memoria; Liberta' liberatrice; Un affare di coscienza; L'Italia corrotta. 1895-1996.
Tra le opere su Alessandro Galante Garrone: Paolo Borgna, Un Paese migliore, Laterza, Roma-Bari 2006.
Dal sito www.torinoscienza.it/accademia riprendiamo la seguente scheda biografica a cura di L. Guerci: "Alessandro Galante Garrone, 1909 - 2003. Fu magistrato per un trentennio, dedicandosi al tempo stesso agli studi storici. Nel 1969 divenne professore ordinario di Storia del Risorgimento nell'Universita' di Torino. Esponente della cultura laica e democratica torinese. Nato a Vercelli nel 1909, si laureo' nel 1931 presso la Facolta' di Giurisprudenza con Federico Patetta, ma i suoi veri maestri furono Gioele Solari e Francesco Ruffini, piu' volte ricordati nei suoi scritti. Entrato in magistratura nel 1933, esercito' la funzione di magistrato per trent'anni, coltivando al tempo stesso gli studi storici. Durante la Resistenza rappresento' il Partito d'Azione nel Comitato di liberazione del Piemonte. Il suo primo libro fu Buonarroti e Babeuf (1948), dedicato a Franco Venturi; segui' nel 1951 il fondamentale lavoro Filippo Buonarroti e i rivoluzionari dell'Ottocento, 1828-1837 (II edizione 1972). Studio' la storiografia rivoluzionaria e curo' la traduzione e l'introduzione de L'Ottantanove di Georges Lefebvre (1949), cosi' come di La Rivoluzione di Edgar Quinet (1951; splendido il saggio introduttivo). Fece parte della Societe' des etudes robespierristes e intrattenne rapporti con i piu' importanti storici della Rivoluzione francese, da Georges Lefebvre a Albert Soboul, a Richard Cobb. Del 1959 e' la biografia di Gilbert Romme (Gilbert Romme. Storia di un rivoluzionario, con prefazione di Georges Lefebvre; traduzione francese 1971), frutto di lunghe ricerche. Sul personaggio torno' in anni successivi. Professore incaricato dal 1953-'54 presso la Facolta' di Giurisprudenza dell'Ateneo torinese, poi vincitore, nel 1965, di concorso a cattedra, insegno' a Cagliari, e nel 1969 fu chiamato a ricoprire la cattedra di Storia del Risorgimento presso la Facolta' di Lettere dell'Universita' di Torino. Nel secondo dopoguerra divenne uno dei punti di riferimento della cultura laica e democratica torinese, in fecondo sodalizio con Norberto Bobbio e Franco Venturi. Sia sul piano dell'attivita' scientifica sia su quello delle scelte etico-politiche due dei suoi ispiratori furono Adolfo Omodeo e Gaetano Salvemini. Di Salvemini si occupo' in libri appositi (Salvemini e Mazzini, 1981; Zanotti-Bianco e Salvemini. Carteggio, 1983), e a lui riservo' ampio spazio nel volume I miei maggiori (1984). Altro maestro fu Piero Calamandrei, largamente presente in I miei maggiori e in Padri e figli (1986), nonche' oggetto di una monografia nel 1987. Studioso espertissimo della tradizione democratica italiana, in cui si sentiva inserito, pubblico' i volumi I radicali in Italia, 1849-1925 (1973) e Felice Cavallotti (1976). Occorre altresi' segnalare L'albero della liberta'. Dai giacobini a Garibaldi (1987), raccolta di contributi apparsi nell'arco di molti anni. Preziosa testimonianza della sua personalita' e delle sue idee e' Il mite giacobino. Conversazione su liberta' e democrazia raccolta da Paolo Borgna (1994)".
11. CONCLUSA LA SETTIMANA INTERNAZIONALE PER IL DISARMO, IL 4 NOVEMBRE CONTRO TUTTE LE GUERRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
Diciamolo in poche semplici parole: dopo la Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre, conclusa la Settimana internazionale per il disarmo, tra una manciata di giorni e' il 4 novembre, l'anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale che governanti non sazi di sangue vollero fosse macabra e oscena festa dei poteri assassini, e che noi vogliamo diventi invece memoria di tutte le vittime della guerra, e nella memoria delle vittime, nel lutto per le vittime, diventi giorno d'impegno contro tutte le guerre, e quindi contro gli strumenti assassini e gli assassini apparati che le guerre e le stragi eseguono.
Diciamolo in poche semplici parole: vogliamo che il 4 novembre sia monito e invito a una politica di pace con mezzi di pace; sia quindi giorno di effettivo ripudio della guerra e delle uccisioni, di denuncia delle armi e degli armigeri che le guerre e le uccisioni compiono; sia giorno della piena e chiara coscienza che per far cessare le guerre e le uccisioni occorrono pace, disarmo, smilitarizzazione; sia giorno di richiamo a governo e parlamento affinche' si legiferi nella giusta direzione: per salvare le vite. Le armi sono nemiche dell'umanita'. Gli eserciti servono a uccidere. La guerra e' il crimine piu' grande.
Diciamolo in poche semplici parole: l'umanita' deve affrontare una drammatica crisi ecologica che richiede interventi urgenti per evitare il collasso della biosfera; in Italia - come in molti altri luoghi - vi e' una profonda crisi economica e sociale che richiede interventi urgenti per dare sollievo e speranza alla maggioranza della popolazione che sta subendo un impoverimento e una disperazione crescenti; questi interventi indispensabili per il bene comune richiedono di cessare immediatamente di sperperare ingentissime risorse per il riarmo e per la guerra; questi interventi indispensabili per il bene comune richiedono una politica di pace, disarmo, smilitarizzazione.
Facciamo del 4 novembre il giorno della memoria attiva, del lutto sincero, dell'amore per l'umanita'.
Facciamo del 4 novembre il giorno in cui nel ricordo delle vittime della guerra si testimonia il dovere della pace, del disarmo, della smilitarizzazione, e si convoca quindi il governo e il parlamento alla politica e alle leggi necessarie: mai piu' guerra; subito disarmo e smilitarizzazione; le enormi risorse sperperate per le guerre e le armi e l'apparato militare siano subito riconvertite per le piu' urgenti necessita' civili: casa, lavoro, assistenza, istruzione, sanita' per tutti.
Solo la pace salva le vite.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
12. QUATTRO SETTIMANE
Quattro settimane sono trascorse dal giovedi' 3 ottobre della strage nel Mediterraneo che provoco' centinaia di vittime. Che si aggiungono ad innumerevoli altre, prima e dopo.
E ancora nulla e' stato realizzato degli impegni solennemente assunti da governanti e parlamentari ad abolire finalmente le scellerate misure piu' flagrantemente razziste, schiaviste e assassine che di questo continuo massacro sono le prime responsabili.
Ancora nulla e' stato realizzato degli impegni solennemente assunti da governanti e parlamentari a varare adeguati e coerenti provvedimenti intesi a salvare le vite consentendo l'ingresso nel nostro paese in modo legale e sicuro a tutti gli esseri umani che fuggono da guerre e dittature, da fame e persecuzioni.
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Quattro settimane sono trascorse dal giovedi' 3 ottobre della strage nel Mediterraneo che provoco' centinaia di vittime.
Salvare le vite umane e' il primo dovere.
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 507 del 15 novembre 2013
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