[Nonviolenza] Telegrammi. 1440



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1440 del 29 ottobre 2013

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Ci sono due cose che vengono prima di tutte le altre

2. Wilpf - Lega internazionale di donne per la pace e la liberta': Appello ai governanti europei per far cessare le stragi nel Mediterraneo

3. Un appello al parlamento italiano: faccia cessare le stragi nel Mediterraneo

4. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

5. Ogni vittima ha il volto di Abele. Una commemorazione a Viterbo il 4 novembre 2010

6. Segnalazioni librarie

7. La "Carta" del Movimento Nonviolento

8. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: CI SONO DUE COSE CHE VENGONO PRIMA DI TUTTE LE ALTRE

 

E queste due cose sono: l'opposizione a tutte le uccisioni; l'opposizione a tutte le persecuzioni.

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L'opposizione a tutte le uccisioni: e quindi anche e innanzitutto l'opposizione alla guerra, agli eserciti, alle armi.

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L'opposizione a tutte le persecuzioni, e quindi anche e innanzitutto l'opposizione al maschilismo, al razzismo, allo schiavismo.

 

2. APPELLI. WILPF - LEGA INTERNAZIONALE DI DONNE PER LA PACE E LA LIBERTA': APPELLO AI GOVERNANTI EUROPEI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO

[Dalla Wilpf - Lega internazionale di donne per la pace e la liberta' (per contatti: sezione italiana, via Misurina 69, 00135 Roma, e-mail: antonia.sani at alice.it, telefax: 063723742) riceviamo e diffondiamo]

 

Lampedusa, 3 ottobre 2013: una agghiacciante tragedia che non deve ripetersi

*

E' il sistema economico mondiale che costringe i popoli a fuggire da guerre, miseria, carestie, disastri ambientali, dittature, cercando reali opportunita' di un lavoro dignitoso e di uno sviluppo personale, affrontando un viaggio della speranza carico di sogni per se' e per le proprie famiglie verso l'Europa, che si trasforma in viaggio della morte o della delusione.

E' la lentezza dell'Europa nel trovare soluzioni a causare la morte, un'Europa che sembra aver perso la coscienza di cosa sia la drammaticita' della guerra, delle dittature e della poverta' estrema. Non a caso gia' nel novembre 2012, dopo due tragedie recenti, in occasione dell'assegnazione del Premio Nobel per la Pace il sindaco di Lampedusa e di Linosa Giusi Nicolini scriveva all'Europa chiedendo delle soluzioni.

L'attuazione dell'accordo di Schengen, le misure introdotte nell'ambito del regime dei visti e dei controlli delle frontiere esterne, i meccanismi di sorveglianza estesi ai territori dei Paesi terzi, le sanzioni ai vettori, l'attuazione delle attivita' di Frontex in "aree sensibili", l'applicazione del regolamento di Dublino I e II, il respingimento indiscriminato dei migranti e dei richiedenti asilo verso i Paesi di origine o di transito, i centri di detenzione temporanea, hanno limitato fortemente il diritto di asilo.

In Italia la Legge 189/2002 Bossi-Fini, che prevede nel suo articolo 12 il reato di "clandestinita'" imponendo l'immediata espulsione amministrativa dalle frontiere italiane e il "pacchetto sicurezza" Legge 94/2009 art. 10 bis, che ha introdotto il reato di clandestinita', di ingresso e di soggiorno illegale nel territorio italiano, hanno impedito ai pescatori siciliani di prestare soccorso ai migranti e di agire secondo il loro codice, come ricordato a Lampedusa dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, ex funzionaria dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Non si puo' penalizzare il ricorso a chi specula economicamente organizzando il traffico di esseri umani se questi avventurieri sono l'unico vettore disponibile per espatriare nell'emergenza. Intercettare "la nave madre" che trasporta le imbarcazioni piene di emigrati puo' scoraggiare questa pirateria ma non certo risolvere la questione dell'accesso sicuro all'Europa.

Anche se l'Italia dal luglio 2012 ha rinunciato alla politica scellerata dei respingimenti e anche se il Consiglio d'Europa, la Commissione delle Comunita' europee e il Parlamento europeo hanno fatto progressi rispetto al sistema europeo comune di asilo con Cecilia Malstrom e nella dimensione esterna della politica migratoria, adottando programmi di cooperazione con Governi, organizzazioni della societa' civile, organizzazioni non governative di Paesi Terzi di transito, stimolando la ratifica della Convenzione di Ginevra, rinforzando le capacita' istituzionali in materia di asilo e di protezione internazionale, stimolando l'elaborazione legislativa, la registrazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo per la protezione, l'accoglienza e l'integrazione nei Paesi di primo rifugio, l'ultima tragedia impone una accelerazione del meccanismo della protezione in due direzioni.

Da una parte e' imperativo adottare e attuare i suggerimenti individuati da tanti organismi specializzati come la creazione di canali legali, sicuri e protetti per la presentazione di domande d'asilo, come le rappresentanze diplomatiche in Paesi Terzi o itinerari organizzati ad hoc verso postazioni di frontiera attrezzate. In questo modo si sottraggono i migranti alle reti dei trafficanti e alle insidie del mare, senza il dispendioso ricorso a mezzi militari di contrapposizione.

Dall'altra, nell'attesa di una pronta attuazione delle nuove procedure, tutti gli sforzi devono essere dispiegati nel proteggere coloro che continuano, in mancanza di alternative, a fuggire affidandosi a viaggi di fortuna. La logica del soccorso in mare deve prendere il sopravvento in Frontex (Agenzia di controllo dei flussi) e in Eurosur (sistema di sorveglianza militare attraverso navi, aerei, droni e attrezzature radar). L'emergenza profughi non puo' giustificare pratiche militari presentate come interventi umanitari di prevenzione, sorveglianza, monitoraggio del flusso migratorio nel Mediterraneo.

Chiediamo al Governo Italiano, alla vigilia del semestre di Presidenza europea, di adottare una legge organica o un Testo unico per il diritto di asilo con riferimento all'art. 10 della Costituzione; l'abolizione dei Centri di Identificazione e di Espulsione (C.I.E.), che hanno rappresentato una espansione delle forme di penalita' come i centri di detenzione finanziati in Libia hanno rappresentato un'estensione all'estero del nostro sistema penitenziario; la revisione in questo senso del Trattato di amicizia italo-libico; l'abrogazione della Legge 189/2002 Bossi-Fini e del pacchetto sicurezza Legge 94/2009; il rafforzamento del sistema dell'accoglienza e dell'integrazione (in questi giorni molte cooperative che gestiscono centri di accoglienza per richiedenti asilo - C.A.R.A. - a Roma protestano per il mancato rinnovo delle convenzioni da parte del Comune di Roma).

Chiediamo all'Unione Europea di seguire con attenzione i Paesi esportatori di richiedenti asilo in Europa, di incrementare la cooperazione con l'Unione del Maghreb Arabo, l'Organizzazione per l'Unita' Africana e la Lega Araba, per il superamento dei conflitti in corso nel rispetto del diritto internazionale e delle Nazioni Unite.

L'investimento economico dell'Europa deve essere canalizzato per gestire l'accoglienza, la formazione e il lavoro dei rifugiati e dei beneficiari di protezione internazionale; per progetti di sviluppo economico nei Paesi di origine dei migranti e per un'autentica politica di Pace che includa lo sviluppo dell'integrazione culturale attraverso percorsi scolastici interculturali e il rispetto della filosofia dei diritti umani, che viene continuamente sbandierata e pretesa come precondizione per l'ingresso nell'Unione Europea...

Facciamo giungere prontamente il nostro appello alla coscienza dei politici.

La morte di oltre 360 esseri umani e tra loro di moltissimi bambini dev'essere ricordata. I sopravvissuti e i famigliari rimarranno segnati a vita dall'agghiacciante dramma subito. Proponiamo di erigere un monumento alla memoria con i nomi dei morti e dei dispersi, in un mare che si e' trasformato in un cimitero di esseri umani e dei loro sogni.

 

3. INIZIATIVE. UN APPELLO AL PARLAMENTO ITALIANO: FACCIA CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO

 

Rivolgiamo un appello al parlamento italiano: faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.

Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

 

4. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

5. MATERIALI. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. UNA COMMEMORAZIONE A VITERBO IL 4 NOVEMBRE 2010

 

Il 4 novembre 2010, nell'anniversario della conclusione della "inutile strage"della prima guerra mondiale, una delegazione del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha reso omaggio a tutte le vittime di tutte le guerre.

Con una cerimonia silenziosa e addolorata, senza e contro lo strepito e la retorica di chi inneggia alla guerra che sempre consiste di omicidi di massa; senza e contro l'ipocrisia e la menzogna di chi produce, vende, usa le armi che sono sempre assassine; senza e contro la violenza di chi usa esseri umani perche' uccidano e si lascino uccidere.

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Il responsabile della struttura pacifista viterbese, Peppe Sini, ha dichiarato al termine della cerimonia: "Come ricordava Heinrich Boll, ogni vittima ha il volto di Abele. Vi e' una sola umanita' e nulla e' piu' assurdo ed atroce che l'uccisione di esseri umani da parte di altri esseri umani. La guerra e' un crimine contro l'umanita'. Vi e' un solo modo onesto di commemorare e onorare le vittime di tutte le guerre: opporsi a tutte le guerre, impegnarsi perche' non vi siano piu' uccisioni. Per questo opporsi alla guerra e' dovere morale di ogni essere umano fedele all'umanita', ed e' altresi' dovere civile di ogni cittadino italiano fedele al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che solennemente afferma che l'Italia ripudia la guerra. Per questo hic et nunc occorre impegnarsi perche' cessi immediatamente l'illegale e criminale partecipazione militare italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan. Solo la pace salva le vite. La guerra e' sempre nemica dell'umanita'".

 

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Jorge Mario Bergoglio, E' l'amore che apre gli occhi, Rcs, MIlano 2013, pp. 414, euro 12,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Aldo Busi, E baci, Editoriale Il Fatto, Roma 2013, pp. 576, euro 13,80 (in supplemento a "Il Fatto Quotidiano").

- Umberto Veronesi, La grande sfida. Sconfiggere il cancro con la prevenzione, la cura e la ricerca, Rcs - Corriere della Sera - Fondazione Umberto Veronesi, Milano 2013, pp. 320, euro 12,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

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Riletture

- Katherine Mansfield, Tutti i racconti, Newton Compton, Roma 1996, pp. 528.

- Jeffrey Meyers, Katherine Mansfield, Rusconi, Milano 1982, pp. 400.

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Riedizioni

- Katherine Mansfield, La piccola istitutrice e altri racconti, Rcs, Milano 1954, 2013, pp. 260, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

8. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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