Nonviolenza. Femminile plurale. 461



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 461 del 15 agosto 2013

 

In questo numero:

1. "Viterbo oltre il muro": Una lettera aperta ai parlamentari contro la guerra

2. Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

3. Alcuni testi del mese di luglio 2013 (parte settima e conclusiva)

4. Difendere la Costituzione, naturalmente

5. Alla ministra Cecile Kyenge

6. In memoria di Ernst Cassirer nell'anniversario della nascita

7. Con Cecile Kyenge

8. Contro il razzismo, ora

9. Per Herbert Marcuse, con Herbert Marcuse

10. Fuori dal governo i complici di Berlusconi

11. Rocco Chinnici, trent'anni dopo

12. Con la ministra Cecile Kyenge

13. Un invito ai parlamentari per farla finita col razzismo

14. All'ascolto di Murray Bookchin e Gabriele Giannantoni

15. Se oggi sara' emessa la sentenza di condanna...

16. Con la ministra Cecile Kyenge

 

1. APPELLI. "VITERBO OLTRE IL MURO": UNA LETTERA APERTA AI PARLAMENTARI CONTRO LA GUERRA

 

"Viterbo oltre il muro" condivide e ripropone l'appello ai parlamentari affinche' si impegnino per la cessazione della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan.

*

Gentili senatrici, gentili senatori,

gentili deputate, gentili deputati,

vi chiediamo un impegno per la cessazione immediata della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan.

Vi chiediamo un impegno affinche' l'Italia cessi di essere coinvolta nella guerra e nelle stragi di cui la guerra consiste.

Vi chiediamo un impegno affinche' l'Italia si adoperi per far cessare la guerra.

Vi chiediamo un impegno per salvare le vite.

La guerra consiste di uccisioni.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

Distinti saluti,

"Viterbo oltre il muro", gruppo di formazione e informazione nonviolenta

Viterbo, 15 agosto 2013

*

Il gruppo di formazione e informazione nonviolenta "Viterbo oltre il muro" ha realizzato tra il 2009 e il 2011 una intensa attivita' formativa, con una prolungata serie di incontri a cadenza settimanale. Alcuni dei suoi animatori hanno realizzato nel 2010 una rilevante ricerca sulla situazione attuale della nonviolenza in Italia, con centinaia di interviste ai principali studiosi ed attivisti della nonviolenza nel nostro paese. Il gruppo ha sostenuto altre associazioni impegnate in iniziative di difesa dei diritti umani, per la pace, per la difesa della biosfera, sia partecipando ad incontri formativi, di studio e di riflessione, sia contribuendo a mobilitazioni civiche caratterizzate dalla scelta nitida e intransigente della democrazia, della solidarieta', della responsabilita' e della nonviolenza, sia collaborando attivamente col "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo che dagli anni Settanta del secolo scorso e' la memoria storica e il principale punto di riferimento dell'impegno pacifista, antimilitarista, ecologista e nonviolento nell'Alto Lazio e che da quattordici anni pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".

 

2. INIZIATIVE. SCIOPERIAMO. PER FERMARE LA CULTURA DELLA VIOLENZA

[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello che abbiamo ricevuto alcune settimane fa da Barbara Romagnoli (per contatti: duepunti2 at yahoo.it) e dal centro interculturale "Trama di terre" (per contatti: info at tramaditerre.org). Per contattare le promotrici dell'appello e aderire ad esso: scioperodonne2013 at gmail.com]

 

Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

*

Alla presidente della Camera, Laura Boldrini

Alla ministra delle Pari Opportunita', Josefa Idem

Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso

A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri

A tutte noi

*

Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che e' stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge - da un'altra donna - dice molto piu' di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.

Non basta piu' il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo piu' limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di piu'.

Chiediamo di poter vivere in una societa' che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalita' maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.

Chiediamo che la parola femminicidio non venga piu' sottovalutata, svilita, criticata. Perche' racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanita' nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita', il ruolo multiforme delle donne.

Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.

Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perche' sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'e' societa' che tenga. Perche' la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.

Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.

scioperodonne2013 at gmail.com

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Barbara Romagnoli (giornalista freelance)

Adriana Terzo (giornalista freelance)

Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)

 

3. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI LUGLIO 2013 (PARTE SETTIMA E CONCLUSIVA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di luglio 2013.

 

4. DIFENDERE LA COSTITUZIONE, NATURALMENTE

 

Ancora una volta occorre difendere la Costituzione dall'ennesima aggressione dei golpisti.

E' evidente che non si puo' permettere ai berlusconiani di realizzare il golpe proprio quando il loro potere sta per crollare, con la condanna all'interdizione dai pubblici uffici del loro capo, demiurgo e padre-padrone; interdizione dai pubblici uffici che la Corte di Cassazione con tutta evidenza confermera' in via definitiva il 30 luglio.

La Costituzione non si tocca.

E piuttosto: occorre immediatamente estromettere dal governo i messeri della destra golpista berlusconiana.

E subito dopo la condanna di Berlusconi si dimetta il governo, si sciolga il parlamento, si torni al voto.

E per le elezioni si unisca in un'unica coalizione l'intero fronte antifascista democratico, e la sinistra della nonviolenza sia di questa coalizione non solo promotrice e parte, ma anima e guida.

Finisca il regime berlusconiano.

Si torni alla legalita' costituzionale.

Siano immediatamente abrogate tutte le infami ed incostituzionali misure razziste imposte negli scorsi anni da governi golpisti.

Cessi immediatamente la criminale ed incostituzionale partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.

Sia sconfitta dall'impegno comune delle persone oneste la destra golpista, razzista, maschilista, mafiosa, fascista, corruttrice.

Subito nuove elezioni per la democrazia, la pace, la solidarieta', il bene comune.

La nonviolenza e' in cammino.

 

5. ALLA MINISTRA CECILE KYENGE

 

Alla ministra Cecile Kyenge il sostegno dell'intero popolo italiano affinche' con la sua azione guidi il nostro paese alla democrazia, al rispetto dei diritti umani, alla convivenza, alla civilta'.

Alla ministra Cecile Kyenge la stima e l'affetto dell'umanita' cosciente e responsabile.

 

6. IN MEMORIA DI ERNST CASSIRER NELL'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA

 

Si e' svolto domenica 28 luglio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria di Ernst Cassirer nell'anniversario della nascita avvenuta a Breslavia il 28 luglio 1874.

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Ernst Cassirer, nato nel 1874 a Breslavia (Breslau in Slesia, oggi Wroclaw in Polonia), filosofo, docente universitario, esule, muore nel 1945 a New York. Ha dato contributi fondamentali in vari campi della ricerca filosofica, epistemologica, storiografica. Tra le opere di Ernst Cassirer: in traduzione italiana cfr. particolarmente Individuo e cosmo nella filosofia del Rinascimento; La filosofia dell'Illuminismo; Saggio sull'uomo; Il mito dello Stato; Storia della filosofia moderna; Linguaggio e mito; Filosofia delle forme simboliche. Tra le opere su Ernst Cassirer: Giulio Raio, Introduzione a Cassirer, Laterza, Roma-Bari 1991.

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Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani dalle sue opere.

Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ricordato come Ernst Cassirer sia stato un nitido e intransigente difensore della dignita' umana e della cultura di contro alla barbarie razzista e totalitaria.

Erede ed esegeta del Kant illuminista e sostenitore dei diritti umani, storiografo acutissimo del problema della conoscenza nell'eta' moderna, persuasivo argomentatore del passaggio dal concetto di sostanza a quello di funzione, elaboratore della filosofia delle forme simboliche che ha consentito sviluppi decisivi nell'ambito dell'analisi del linguaggio, del mito, della conoscenza scientifica, della morale e dell'estetica, della politica e dell'antropologia filosofica, Cassirer e' stato non soltanto lo storiografo lucidissimo ma anche l'apologeta e il testimone, il combattente della cultura come impresa comune dell'umanita', come processo di chiarificazione e di liberazione comune, come scelta per l'umano che riconosce ed unifica, preserva e dispiega, eredita e salva, tramanda e dona, di contro alla violenza che abbrutisce, disgrega ed annienta.

Nella sua alacre opera di storico e di filosofo, di umanista cui nulla di umano e' estraneo, di lottatore per la verita' e la liberta' con gli strumenti del pensiero, di promotore della solidarieta' e della responsabilita'; con i suoi studi che nutrono ogni persona che ad essi si accosti ed insieme la esortano ancora e ancora alla missione inesauribile e allo sforzo magnanimo del sapere, del capire, del condividere, del cercare ancora, del recare lume ed aiuto; con l'esempio di un accostarsi attento e sollecito ai problemi del sapere e della societa', ed alla riflessione di intere epoche come di singoli pensatori; con la sua riflessione sull'essere umano quale animal symbolicum, con la sua meditazione unitaria e complessa sulla cultura, con la sua attenzione ed apertura al progredire del processo unitario della ricerca e quindi della civilta', ed insieme con la sua ferma opposizione ad ogni potere violento che umilia e denega l'altrui e quindi la comune umanita', ebbene, Cassirer e' uno dei maestri della nonviolenza in cammino, e la sua opera un protrettico e una cassetta degli attrezzi per ogni persona impegnata per il bene comune.

*

(...)

 

7. CON CECILE KYENGE

 

Con Cecile Kyenge, contro il razzismo.

Con Cecile Kyenge, contro tutte le persecuzioni, contro tutte le uccisioni.

Con Cecile Kyenge, per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Con Cecile Kyenge, per il riconoscimento del fatto che vi e' una sola umanita', in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Con Cecile Kyenge, per la pace, contro la guerra.

Con Cecile Kyenge, per la solidarieta', contro l'odio.

Con Cecile Kyenge, per il diritto, contro la violenza.

Con Cecile Kyenge, per la dignita' umana, contro ogni oppressione.

Con Cecile Kyenge, la nonviolenza e' in cammino.

 

8. CONTRO IL RAZZISMO, ORA

 

Ripetiamolo una volta ancora.

Siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte da precedenti governi golpisti.

Sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e all'articolo 10 afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica".

Cessi la persecuzione dei migranti.

Sia abolito il cosiddetto "reato di clandestinita'".

Siano aboliti i campi di concentramento.

Siano abolite le deportazioni.

Cessi la schiavitu'.

Sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune.

Sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia.

Cessi la complicita' istituzionale con le mafie schiaviste.

Cessi finalmente anche in Italia il regime dell'apartheid.

Vi e' una sola umanita'.

 

9. PER HERBERT MARCUSE, CON HERBERT MARCUSE

 

Si e' svolto la mattina di lunedi' 29 luglio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su Herbert Marcuse, nell'anniversario della scomparsa avvenuta il 29 luglio 1979.

L'incontro ha fatto seguito a quello di pochi giorni precedente del 19 luglio (nell'anniversario della nascita). Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni altri testi ed interventi del filosofo della scuola di Francoforte, la cui riflessione (in particolare quella consegnata a molti saggi e ad alcuni suoi libri come L'uomo a una dimensione ed Eros e civilta') fu un fondamentale punto di riferimento per i movimenti sociali degli anni Sessanta.

Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha nuovamente sottolineato l'importanza di Marcuse per l'elaborazione di una teoria e una pratica della nonviolenza adeguate ai compiti dell'ora presente, e come nel lascito marcusiano - nell'opera scritta, ma anche nell'azione educativa e militante di Marcuse - siano tematizzate e sovente chiarificate questioni cruciali per la nostra riflessione e per il nostro agire: la coerenza tra mezzi e fini; come la sfera personale sia gia' politica; il nesso tra menzogna e violenza; la denuncia del consumismo come una delle forme della disumanizzazione; la tolleranza repressiva; una rinnovata riflessione sul rapporto tra dimensione etica ed esperienza estetica; la critica del totalitarismo comunque esso si travesta; il rapporto tra lotte politiche e sociali, sofferenza psicologica e trama relazionale nel continuum storico ed esistenziale; lo smascheramento e la denuncia della violenza nelle pratiche e nelle ideologie del dominio. Questo incontro in ricordo di Herbert Marcuse, e' anche un incontro con Herbert Marcuse: nel triplice senso di una testimonianza di gratitudine per Marcuse, di una ricognizione critica delle acquisizioni e delle interrogazioni che la sua opera ci consegna, ma anche di una condivisione con Marcuse della lotta ancora da condurre per la liberazione dell'umanita'.

*

(...)

*

Herbert Marcuse, filosofo, nato a Berlino nel 1898, fa parte della scuola di Francoforte; costretto all'esilio dal nazismo, si trasferisce in America; sara' uno dei punti di riferimento della contestazione studentesca e dei movimenti di liberazione degli anni '60 e '70. Muore nel 1979. Tra le opere di Herbert Marcuse segnaliamo almeno Ragione e rivoluzione, Il Mulino, Bologna 1966, 1974; Eros e civilta', Einaudi, Torino 1964, 1974; Soviet marxism, Guanda, Parma 1968; L'uomo a una dimensione, Einaudi, Torino 1967, 1975; Saggio sulla liberazione, Einaudi, Torino 1969, 1975. Tra le opere su Herbert Marcuse: Tito Perlini, Che cosa ha veramente detto Marcuse, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1968; Juergen Habermas (a cura di), Risposte a Marcuse, Laterza, Bari 1969; Hauke Brunkhorst, Gertrud Koch, Herbert Marcuse, Erre Emme, Roma 1989; cfr. inoltre tra gli studi complessivi e le monografie introduttive sulla scuola di Francoforte: Paul-Laurent Assoun, La scuola di Francoforte, Lucarini, Roma 1988; Giuseppe Bedeschi, Introduzione alla scuola di Francoforte, Laterza, Roma-Bari 1985, 1987; Martin Jay, L'immaginazione dialettica, Einaudi, Torino 1979; Gian Enrico Rusconi, La teoria critica della societa', Il Mulino, Bologna 1968; Goeran Therborn, Critica e rivoluzione, Laterza, Bari 1972; Pierre V. Zima, Guida alla scuola di Francoforte, Rizzoli, Milano 1976.

 

10. FUORI DAL GOVERNO I COMPLICI DI BERLUSCONI

 

Se non vi saranno scandalose sorprese dell'ultimo momento, oggi la Cassazione confermera' con sentenza definitiva la condanna di Berlusconi e l'interdizione dai pubblici uffici del capo della destra golpista e corruttrice.

Siano subito allontanati i suoi manutengoli dal governo del paese.

Si dimetta il governo, si sciolgano le Camere, si torni al voto.

Ed alle elezioni si presenti una coalizione dell'intero fronte antifascista democratico per sconfiggere una volta per tutte la destra eversiva e criminale, fascista e razzista.

Si presenti una coalizione dell'intero fronte antifascista democratico e di tale coalizione sia parte promotrice, integrante, ispiratrice ed egemone la sinistra della nonviolenza.

Il momento e' ora.

 

11. ROCCO CHINNICI, TRENT'ANNI DOPO

 

Trenta anni fa, il 29 luglio 1983, la mafia assassinava Rocco Chinnici.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ha ricordato con una commemorazione, nel corso della quale e' stata rievocata la sua figura e il suo impegno, e sono stati riletti alcuni suoi interventi, ed un ricordo di lui scritto da Paolo Borsellino.

Concludendo la commemorazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha riletto le seguenti righe scritte alla fine del secolo scorso.

*

Quando Rocco Chinnici fu assassinato forse il potere mafioso ed i suoi molti complici pensarono di aver vinto una decisiva partita. Quell'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo cosi' cruentemente decapitato, avranno calcolato mandanti, esecutori e beneficiari della strage, sarebbe stato ridotto alla resa. Ma Rocco Chinnici non era morto.

Pensarono che quel massacro fosse un messaggio inequivocabile, che metteva la parola fine a tante cose, oltre che alla vita di Rocco Chinnici, di Mario Trapassi, di Salvatore Bartolotta, di Stefano Li Sacchi. Ma Rocco Chinnici non era morto.

Perche' Rocco Chinnici era vivo nelle teste e nei cuori di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, di Giuseppe Di Lello, di quello che ben presto sarebbe diventato per tutti e per sempre "il pool antimafia". Dunque Rocco Chinnici non era morto.

Perche' Rocco Chinnici era risorto in un silenzioso, ascetico, fragile anziano magistrato di Firenze che senti' la chiamata e volle andare a Palermo a prenderne il posto, a proseguirne la lotta. Cosicche' Rocco Chinnici non era morto.

Oh, amici, quante volte ci siamo detti che i buoni non muoiono del tutto, ma vivono nell'umanita' tutta che ne prosegue la lotta, che ne raccoglie il testimone, che ne serba memoria.

E quante volte ci siamo detti che questo e' insieme vero e falso. E  che sia vero lo prova anche il piccolo fatto che tu stai leggendo queste righe, che io le ho scritte, ed entrambi, anche se diciassette anni ci separano da quell'omicidio, quel nome e quella figura sentiamo viva e presente. E che non sia vero ce lo dice il fatto roccioso e tremendo, ineludibile, che quella vita umana, quelle vite umane, sono state soppresse, annientate per sempre.

Ma chi legge di nuovo le parole di Chinnici gli da' la sua voce e cosi' lo fa vivere ancora, allontana l'oblio che tutto divora. Ma chi prosegue la lotta di Chinnici, e di Terranova e di Costa, e di Falcone e di Borsellino, e di tutti gli altri caduti nella lotta contro la mafia, ne salva e prolunga un frammento di vita, le idee, la luce.

 

12. CON LA MINISTRA CECILE KYENGE

 

Con la ministra Cecile Kyenge c'e' tutto il popolo italiano.

Con la ministra Cecile Kyenge c'e' tutta l'umanita'.

 

13. UN INVITO AI PARLAMENTARI PER FARLA FINITA COL RAZZISMO

 

Gentili senatrici e gentili senatori,

gentili deputate e gentili deputati,

siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte da precedenti governi golpisti.

Sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e all'articolo 10 afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica".

Cessi la persecuzione dei migranti.

Sia abolito il cosiddetto "reato di clandestinita'".

Siano aboliti i campi di concentramento.

Siano abolite le deportazioni.

Cessi la schiavitu'.

Sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune.

Sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia.

Cessi la complicita' istituzionale con le mafie schiaviste.

Cessi finalmente anche in Italia il regime dell'apartheid.

Vi e' una sola umanita'.

 

14. ALL'ASCOLTO DI MURRAY BOOKCHIN E GABRIELE GIANNANTONI

 

Si e' svolto la mattina di martedi' 30 luglio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Murray Bookchin, di cui ricorre l'anniversario della scomparsa (30 luglio 2006), e di Gabriele Giannantoni, di cui ricorre l'anniversario della nascita (30 luglio 1932).

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Murray Bookchin, pensatore e militante libertario americano, e' stato tra i principali punti di riferimento della "ecologia sociale"; nato a New York nel 1921, figlio di emigrati russi (la nonna materna era una rivoluzionaria populista), ha fatto l'operaio metalmeccanico, il sindacalista, lo scrittore, il docente universitario; e' deceduto sul finire di luglio 2006. Tra le opere di Murray Bookchin: I limiti della citta', Feltrinelli, Milano 1975; Post-scarcity anarchism, La Salamandra, Milano 1979; L'ecologia della liberta', Eleuthera, Milano 1988 (terza edizione); Per una societa' ecologica, Eleuthera, Milano 1989; Filosofia dell'ecologia sociale, Ila Palma, Palermo 1993; Democrazia diretta, Eleuthera, Milano 1993. Un'ampia scheda biografica e un'ampia bibliografia di Bookchin sono nel n. 1438 de "La nonviolenza e' in cammino".

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Gabriele Giannantoni (Perugia, 1932 - Roma, 1998), illustre studioso della filosofia classica e maestro di rigore filologico ed esegetico e di impegno morale e civile, fu docente universitario di storia della filosofia, curatore di edizioni e traduzioni di classici, deputato del partito comunista italiano. Tra le opere di Gabriele Giannantoni: Che cosa ha veramente detto Socrate, Ubaldini-Astrolabio, Roma 1971; Il marxismo di Galvano Della Volpe, Editori Riuniti, Roma 1976; La ricerca filosofica. Storia e testi, Loescher, Torino 1981, 3 voll.; Dialogo socratico e nascita della dialettica nella filosofia di Platone, Bibliopolis, Napoli 2005 (disponibile gratuitamente on line). Tra le opere su Gabriele Giannantoni: AA. VV., Anthropine Sophia. Studi di filologia e storiografia filosofica in memoria di Gabriele Giannantoni, Bibliopolis, Napoli 2009.

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Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi dei due autori.

Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha rilevato come la coincidenza dei due anniversari consente di far interagire alcune suggestioni del pensiero del grande filosofo anarchico dell'"ecologia della liberta'" con quelle della rigorosa ricerca filologica e storiografica del grande studioso della filosofia antica.

Murray Bookchin e' un imprescindibile punto di riferimento della nonviolenza in cammino: le sue analisi e le sue proposte costituiscono altrettanti percorsi teorici e pratici che approntano contributi indispensabili al progetto e all'azione nonviolenti. Degli autori occidentali del secondo Novecento e' forse insieme ad Ivan Illich ed a pochissime e pochissimi altri quello che presenta le affinita' piu' profonde con elementi essenziali dell'elaborazione e della sperimentazione di Gandhi, e che le idee e le pratiche gandhiane meglio sa mettere in relazione con le tradizioni socialiste e libertarie e le teorie critiche della societa' otto-novecentesche, dandone svolgimenti di estremo interesse ed estrema efficacia. La prospettiva ecologica e libertaria elaborata da Bookchin e' una proposta d'azione e una "cassetta degli attrezzi" di cui il movimento di liberazione dell'umanita' persuaso della necessita' della nonviolenza non puo' fare a meno.

Nell'opera di Gabriele Giannantoni il riferimento a Socrate e' centrale; e dire Socrate e' dire uno degli archetipi, e una delle scaturigini, della scelta nonviolenta. Ma Giannantoni ha curato anche fondamentali edizioni italiane di altri pensatori greci - dai presocratici ad Epicuro - che apportano materiali di riflessione a nostro giudizio non meno imprescindibili. Ed ha dato una lezione di rigore filologico, di impegno per la verita', di esortazione al lavoro comune dell'umanita' intera per la comune solidarieta' e la comune liberazione, che costituisce un esempio di cio' che chiamiamo civilta'. Poiche' nel reciproco riconoscimento e nella giusta ed armoniosa convivenza si realizza la dignita' umana, condizione necessaria della quale e' il rispetto dei diritti di ogni persona e l'impegno responsabile di ciascuno per il bene di tutti. Il Giannantoni studioso, docente, legislatore, filosofo ha dato testimonianza di questa socratica sequela, di questo impegno di verita' e di solidarieta' con la lotta delle oppresse e degli oppressi per la comune liberazione, ed ha saputo educare al sobrio e severo rigoro intellettuale, morale e civile quanti alla sua lezione si sono accostati.

Da Murray Bookchin, uno dei maggiori pensatori politici della nonviolenza in cammino, cosi' come da Gabriele Giannantoni, acuto interprete di quanto di piu' prezioso la filosofia greca ancora reca all'umanita', viene a noi un insegnamento, una testimonianza e un appello a condurre ancora la lotta contro ogni menzogna, contro ogni ingiustizia, contro ogni violenza, per una societa' di persone libere ed eguali in diritti, in cui da ciascuno sia dato secondo le sue capacita', ed a ciascuno sia dato secondo i suoi bisogni.

*

(...)

 

15. SE OGGI SARA' EMESSA LA SENTENZA DI CONDANNA...

 

Se oggi sara' emessa la sentenza di condanna di Berlusconi per frode fiscale, ed il padre-padrone e demiurgo della destra golpista sara' interdetto dai pubblici uffici, quali le conseguenze necessarie?

Se oggi sara' emessa la sentenza di condanna possono i manutengoli del boss condannato all'interdizione dai pubblici uffici restare al governo del paese?

No, che non possono.

E quindi se oggi sara' emessa la sentenza di condanna si dimetta il governo di cui fa parte la destra golpista e criminale dei manutengoli del boss condannato all'interdizione dai pubblici uffici.

E quindi se oggi sara' emessa la sentenza di condanna si sciolgano le Camere condizionate dalla destra golpista e criminale dei manutengoli del boss condannato all'interdizione dai pubblici uffici.

E quindi se oggi sara' emessa la sentenza di condanna si torni alle urne.

Ed alle elezioni si presenti finalmente una coalizione dell'intero fronte antifascista democratico che sconfigga finalmente la destra golpista e criminale.

E della coalizione dell'intero fronte antifascista democratico sia promotrice, parte integrante, persuasa animatrice la sinistra della nonviolenza.

 

16. CON LA MINISTRA CECILE KYENGE

 

Con la ministra Cecile Kyenge ci sono tutte le persone ragionevoli.

Con la ministra Cecile Kyenge ci sono tutte le persone oneste.

Con la ministra Cecile Kyenge c'e' tutta l'Italia democratica e civile.

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 461 del 15 agosto 2013

 

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