Nonviolenza. Femminile plurale. 459
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- Date: Tue, 13 Aug 2013 12:36:02 +0200 (CEST)
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Numero 459 del 13 agosto 2013
In questo numero:
1. Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza
2. Nel centenario della scomparsa di August Bebel
3. Alcuni testi del mese di luglio 2013 (parte quinta)
4. Ricordato Nuto Revelli a Viterbo
5. Non solo il sintomo, il male
6. In memoria di Lucien Febvre un incontro a Viterbo
7. Scibbolet
8. Tutto comincia e tutto finisce in Afghanistan
9. Il ministro della guerra ama gli F-35
10. "Non e' possibile occuparsi di tutto"
1. INIZIATIVE. SCIOPERIAMO. PER FERMARE LA CULTURA DELLA VIOLENZA
[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello che abbiamo ricevuto alcune settimane fa da Barbara Romagnoli (per contatti: duepunti2 at yahoo.it) e dal centro interculturale "Trama di terre" (per contatti: info at tramaditerre.org). Per contattare le promotrici dell'appello e aderire ad esso: scioperodonne2013 at gmail.com]
Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza
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Alla presidente della Camera, Laura Boldrini
Alla ministra delle Pari Opportunita', Josefa Idem
Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso
A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri
A tutte noi
*
Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che e' stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge - da un'altra donna - dice molto piu' di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.
Non basta piu' il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo piu' limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di piu'.
Chiediamo di poter vivere in una societa' che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalita' maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.
Chiediamo che la parola femminicidio non venga piu' sottovalutata, svilita, criticata. Perche' racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanita' nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita', il ruolo multiforme delle donne.
Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.
Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perche' sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'e' societa' che tenga. Perche' la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.
Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.
Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.
scioperodonne2013 at gmail.com
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Barbara Romagnoli (giornalista freelance)
Adriana Terzo (giornalista freelance)
Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)
2. INCONTRI. NEL CENTENARIO DELLA SCOMPARSA DI AUGUST BEBEL
Si e' svolto la mattina di martedi' 13 agosto 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria di August Bebel, nel centenario della scomparsa del grande militante e dirigente del movimento operaio.
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August Bebel, nato a Deutz, nei pressi di Colonia, il 22 febbraio 1840, e deceduto a Passugg, in Svizzera, il 13 agosto 1913, operaio, tra i fondatori ed i massimi dirigenti del movimento socialdemocratico in Germania, parlamentare, e' stato una delle figure piu' grandi e piu' luminose della storia del movimento operaio: oltre che fondamentale organizzatore della classe operaia ed animatore delle lotte socialiste e democratiche, fu tra le figure piu' impegnate (anche subendo persecuzioni e carcere) nella lotta per la pace, contro l'imperialismo, il colonialismo e il militarismo, nella lotta per i diritti delle donne, nella lotta antirazzista.
Su tutte le questioni cruciali del nostro tempo la lotta di Bebel, la riflessione di Bebel, la testimonianza di Bebel, la lezione di Bebel, a cento anni dalla morte, e' ancora decisiva.
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Nel nome di August Bebel continua la lotta contro la guerra e le uccisioni.
Nel nome di August Bebel continua la lotta contro lo sfruttamento e l'oppressione.
Nel nome di August Bebel continua la lotta contro la violenza maschilista.
Nel nome di August Bebel continua la lotta contro la violenza razzista.
Nel nome di August Bebel continua la lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa della biosfera.
Nel nome di August Bebel la nonviolenza e' in cammino.
3. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI LUGLIO 2013 (PARTE QUINTA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di luglio 2013.
4. RICORDATO NUTO REVELLI A VITERBO
Si e' svolto domenica 21 luglio 2013 a Viterbo per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in memoria di Nuto Revelli, di cui ricorre l'anniversario della nascita (Cuneo, 21 luglio 1919).
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Nuto Revelli e' nato a Cuneo nel 1919 ed e' scomparso nel 2004; ufficiale degli alpini nella tragedia della campagna di Russia, eroe della Resistenza, testimone della cultura contadina e delle sofferenze delle classi popolari in guerra e in pace. Nelle sue opere una grande testimonianza storica, un lucido impegno civile, e una limpida guida morale. Opere di Nuto Revelli: La guerra dei poveri, La strada del davai, Mai tardi, L'ultimo fronte, Il mondo dei vinti, L'anello forte, Il disperso di Marburg, Il prete giusto, Le due guerre, tutti pubblicati presso Einaudi. Opere su Nuto Revelli: AA. VV., Memorie di vita e di Resistenza. Ricordi di Nuto Revelli 1919-2004, Nuova Iniziativa Editoriale - L'Unita', Roma 2004.
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Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani dalle opere dell'eroe della Resistenza e grande memorialista, storico, ricercatore e testimone della cultura popolare.
Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha osservato: "E' immensa la gratitudine che ogni oppositore della guerra e del fascismo, ogni persona impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani, ogni persona amica della nonviolenza, prova per Nuto Revelli. Forse nessuno meglio di lui ha saputo raccontare l'orribile verita' della guerra e del fascismo, recando la propria straordinaria testimonianza e salvando e tramandando quelle altrui. E forse nessuno meglio di lui ha saputo tenacemente, empaticamente, lucidamente ricercare, raccogliere, ascoltare ed infine far conoscere la testimonianza, la voce e il volto delle vittime, ed ha saputo restituire ad esse il valore di una resistenza che continua, il valore di una lotta per la dignita' contro la violenza che disumanizza e annienta, il valore del bene incarnato in umane esistenze che si oppongono al male, persone che si battono per salvare le vite e il mondo, la civilta' e la storia, gli affetti e la memoria, il legame umano che si realizza in scelte di responsabilita' e solidarieta', di amore per il prossimo. Nuto Revelli e' stato testimone autentico dell'esperienza della menzogna e della violenza fascista, della criminale follia della guerra, del dolore che affratella e della Resistenza che riscatta e libera e schiude una vita finalmente degna; e' stato ricercatore e studioso, ascoltatore e trascrittore sensibilissimo ed acutissimo delle vite dolorose e generose delle oppresse e degli oppressi - ricercatore e studioso al di fuori di ogni specialismo e di ogni accademia, e quindi piu' grande antropologo, piu' grande sociologo, piu' grande psicologo, piu' grande politologo e compiuto moralista; e' stato scrittore di classica misura e perfetto nitore nel narrare le esperienze proprie e le altrui con un linguaggio fondato sull'ascolto sincero, sulla ricerca dell'essenziale, sull'adesione al vero e al giusto, privo di ogni retorica e di ogni zavorra; e' stato uno dei nostri maestri maggiori: come eroe della Resistenza, come cronista del mondo dei vinti, come irriducibile combattente per la causa dell'umanita', che e' la causa della verita', della giustizia, del riconoscimento dell'umanita' di ogni essere umano, del soccorso fraterno ad ogni essere umano recato. E' anche nel riferimento alle sue esperienze e alle sue riflessioni, alle sue dialogiche ricerche ed alla sua lotta costante contro ogni oppressione e contro ogni mistificazione, che in piena coscienza sosteniamo che la nonviolenza e' la Resistenza che continua, che la nonviolenza e' l'antifascismo vivente in cammino ed in lotta per una societa' universale di persone libere ed eguali in diritti, responsabili e solidali. Come Primo Levi, come Vittorio Emanuele Giuntella, come Danilo Dolci, come Laura Conti, come tante e tanti che difesero l'umanita' lottando contro la violenza piu' disumana, Nuto Revelli ci lascia un'eredita' impegnativa: il dovere di continuarne la lotta fedeli alla sua e alla loro testimonianza, il dovere di lottare senza sosta per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani. Vi e' una sola umanita'. La nonviolenza e' in cammino".
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I partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno a varie iniziative di pace, di solidarieta' e per i diritti:
a) all'iniziativa contro i cacciabombardieri F-35 e le navi da guerra del programma Fremm; iniziativa che deve proseguire anche dopo lo sciagurato voto del Senato il 16 luglio;
b) all'iniziativa per la cessazione immediata della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan;
c) all'appello allo sciopero delle donne contro il femminicidio, ed alla richiesta che siano immediatamente concretamente realizzate tutte le iniziative adeguate contro la violenza sulle donne previste dalla Convenzione di Istanbul recentemente ratificata all'unanimita' dal parlamento italiano;
d) all'appello per l'asilo ad Edward Snowden;
e) alla richiesta di liberazione di Bradley Manning;
f) all'impegno affinche' siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte da precedenti governi golpisti: ed in particolare affinche':
- sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e all'articolo 10 afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica";
- cessi la persecuzione dei migranti;
- sia abolito il cosiddetto "reato di clandestinita'";
- siano aboliti i campi di concentramento;
- siano abolite le deportazioni;
- cessi la schiavitu';
- sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera;
- sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune;
- sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia.
I partecipanti all'incontro hanno altresi' espresso profonda gratitudine e persuasa solidarieta' alla ministra Cecile Kyenge e pieno sostegno al suo impegno per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ugualmente hanno espresso gratitudine e solidarieta' anche alla presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, e formulato l'auspicio che essa possa essere la prossima Presidente della Repubblica.
5. NON SOLO IL SINTOMO, IL MALE
I. Il turpiloquio maschilista e razzista e' il segno distintivo dei fascisti quale che sia la casacca che indossino.
Ma quel turpiloquio non e' solo lo sfogo di un animo turpe o gravato. E' anche il sintomo di un'ideologia condivisa. E quell'ideologia e' legata da un rapporto di corrispondenza biunivoca a una prassi: una prassi schiavista e assassina.
Maschilismo e razzismo si rafforzano reciprocamente. Il disprezzo dell'altro, dell'altra, e la volonta' di assoggettamento, di umiliazione estrema, di ridurre degli esseri umani a cosa da possedere, usare e poi rompere, sono elementi costitutivi di entrambi. E sono gia' il fascismo.
Per questo la lotta contro il maschilismo e contro il razzismo e' la stessa. E senza questa lotta non si puo' sconfiggere il fascismo, sconficcarne la lama assassina dalla societa' e dalle menti.
E per questo non basta scandalizzarsi per le infami idiozie dette da loschi individui per cavare uno sghignazzo dal branco dei loro sodali, occorre altresi' e decisivamente contrastare le pratiche reali del maschilismo e del razzismo, l'effettuale violenza che ogni giorno aggredisce, perseguita, uccide degli esseri umani.
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II. E per essere chiari, ed andare sul concreto: occorre abolire subito le infami misure hitleriane imposte nel nostro paese da governi razzisti e golpisti.
Occorre abolire le deportazioni. Le deportazioni.
Occorre abolire i campi di concentramento. I campi di concentramento.
Occorre abolire il cosiddetto "reato di clandestinita'", ovvero la punizione hitleriana di una persona per il solo fatto di esistere e di cercare di restare viva nel mondo. Il cosiddetto "reato di clandestinita'" e' uno degli orrori piu' ripugnanti di questo inizio di millennio; e' il ritorno delle leggi di Norimberga, e' l'inizio della fine dell'umanita'. Finche' non si abolisce il "reato di clandestinita'" il nostro e' un paese nazista.
Occorre abolire il criminale divieto, oggi imposti a gran parte degli esseri umani, di muoversi liberamente nel mondo, nell'unico mondo che e' casa comune di tutti - tutti - gli esseri umani.
Occorre abolire la riduzione in schiavitu'. La riduzione in schiavitu'. La riduzione in schiavitu' esplicitamente favoreggiata ed effettualmente istituzionalmente imposta dalla scellerata antilegge Bossi-Fini.
Last, but not least: occorre abolire l'apartheid. L'apartheid in Italia. L'apartheid in Europa. L'apartheid che i poteri dominanti hanno imposto su scala planetaria.
Per essere chiari, ed andare sul concreto: questo sono le prime cose da fare per tornare ad essere un paese decente, un ordinamento giuridico democratico, uno stato di diritto, e non piu' una dittatura razzista.
Ed occorre anche, senza indugio alcuno, che sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune.
Ed occorre anche, senza indugio alcuno, che sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia.
Come si vede, occorre passare dalla mera deprecazione del razzismo urlato alla lotta democratica e nonviolenta contro il razzismo praticato e finanche depositato in oscene misure amministrative, in scellerati atti istituzionali. Occorre passare dalle parole alle cose, combattere - con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, con la fedelta' alla Costituzione - non solo le dichiarazioni razziste, ma gli atti razzisti, il razzismo istituzionale che governi golpisti hanno introdotto da anni nel nostro paese.
Se non si abolisce la concreta violenza razzista che governi golpisti hanno introdotto da anni nell'ordinamento dello stato italiano, si continua ad essere assassini e complici degli assassini. Assassini e complici degli assassini, si'.
Se non si abolisce la concreta violenza razzista che governi golpisti hanno introdotto da anni nell'ordinamento dello stato italiano, la povera gente innocente che muore sul fondo del Mediterraneo siamo noi che la uccidiamo.
Se non si abolisce la concreta violenza razzista che governi golpisti hanno introdotto da anni nell'ordinamento dello stato italiano, la povera gente innocente che vediamo ridotta in schiavitu' siamo noi che la schiavizziamo.
Se non si abolisce la concreta violenza razzista che governi golpisti hanno introdotto da anni nell'ordinamento dello stato italiano, la povera gente innocente reclusa, torturata, deportata, ne siamo noi gli aguzzini.
Si risparmino i proclami roboanti quanto vacui e le lacrimucce coccodrillesche, e si passi alla lotta democratica e nonviolenta per abolire il regime razzista nel nostro paese.
Analogamente, occorre prendere sul serio la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Convenzione che il parlamento italiano ha recentemente ratificato con voto unanime. Ebbene: si realizzino subito gli interventi necessari ed urgenti che la Convenzione elenca. Ogni giorno che si lascia passare senza mettere in pratica quei provvedimenti altre donne vengono uccise. Si realizzino subito gli interventi necessari ed urgenti che la Convenzione di Istanbul prevede.
In questo drammatico quadro ci sembra di straordinario valore l'azione coraggiosa della ministra Cecile Kyenge, e tale che ad essa esprimiamo profonda gratitudine e persuasa solidarieta', e pieno sostegno alle sue iniziative per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ed ugualmente ci sembra di straordinario valore l'azione coraggiosa della presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, ed anche ad essa esprimiamo gratitudine e solidarieta', e dichiariamo non solo il nostro auspicio ma anche la nostra disponibilita' all'impegno affinche' essa - che oggi e' gia' la terza carica istituzionale del paese - sia la prossima Presidente della Repubblica. L'Italia ne ha davvero bisogno.
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III. Dopo la condanna in primo grado tanto di Berlusconi quanto di alcuni dei suoi principali complici nell'approvvigionamento di carne umana fresca e femminile, e' evidente a chiunque non solo quale sia la weltanschauung, ma anche la condotta di questi personaggi, il loro way of life e il loro sistema di potere.
Che e' l'ideologia e la pratica che tutti conoscono gia' per averla vista esibita in televisione giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Un'ideologia e una pratica del generalizzato prossenetismo e della generalizzata prostituzione, della violenza maschilista eletta ed eretta a metodo e sistema, a metodo e sistema totalitario.
Non solo deve essere interdetto dai pubblici uffici chi e' responsabile di questo orrore, ma altresi' ostracizzato dalla societa' civile. Civile, non barbara. La societa' delle persone libere, non degli schiavisti e degli schiavizzati.
E poiche' il 30 luglio la Cassazione confermera' in via definitiva un'altra condanna di Berlusconi, per un altro reato tra tanti commessi, ebbene, sia quello il punto di svolta per cacciare finalmente la destra golpista, razzista, mafiosa, fascista, rapinatrice e corruttrice berlusconiana dal governo del nostro paese dopo vent'anni di infamie e disastri.
Sia quello il punto di svolta per la caduta del governo dell'insensato e ripugnante compromesso coi golpisti; sia quello il punto di svolta per nuove elezioni in cui tutto il fronte antifascista democratico si coalizzi per sconfiggere definitivamente la destra golpista, razzista, mafiosa, fascista, rapinatrice e corruttrice berlusconiana.
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IV. Occorre organizzare subito la sinistra della nonviolenza, il programma politico di governo della sinistra della nonviolenza, la proposta politica della sinistra della nonviolenza per la costruzione della coalizione del fronte antifascista democratico che possa sconfiggere la destra golpista, razzista, mafiosa, fascista, rapinatrice e corruttrice berlusconiana.
Subito l'iniziativa nonviolenta perche' l'Italia torni al rispetto della legalita' costituzionale.
Subito l'iniziativa nonviolenta perche' l'Italia sia governata da una coalizione che faccia della legalita' costituzionale, della democrazia, dell'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, della difesa della biosfera, il cuore della sua politica.
Subito il risorgimento morale e civile nonviolento per la legalita': contro la guerra.
Subito il risorgimento morale e civile nonviolento per la legalita': contro il femminicidio.
Subito il risorgimento morale e civile nonviolento per la legalita': contro il razzismo.
Subito il risorgimento morale e civile nonviolento per la legalita': contro la mafia.
Subito il risorgimento morale e civile nonviolento per la legalita': contro la devastazione ambientale.
Subito il risorgimento morale e civile nonviolento per la legalita': contro la rapina e lo sfruttamento schiavista.
Subito il risorgimento morale e civile nonviolento per la legalita': per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Subito il risorgimento morale e civile nonviolento per la legalita': per l'internazionale futura umanita'.
Il momento e' ora.
La nonviolenza e' in cammino.
6. IN MEMORIA DI LUCIEN FEBVRE UN INCONTRO A VITERBO
Si e' svolto lunedi' 22 luglio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria dell'illustre storico Lucien Febvre, di cui ricorre l'anniversario della nascita (Nancy, 22 luglio 1878).
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Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani dalle opere principali del fondatore, insieme a Marc Bloch, della rivista e della scuola delle "Annales" che ha profondamente rinnovato l'attivita' storiografica nel Novecento.
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Lucien Febvre (1878 - 1956), illustre storico e docente universitario, fondatore col martire della Resistenza Marc Bloch delle "Annales d'histoire economique et sociale" e della scuola storiografica che da esse prese il nome. Tra le opere di Lucien Febvre: Martin Lutero, Barbera, Firenze 1949, Laterza, Bari 1969; Studi su Riforma e Rinascimento e altri scritti su problemi di metodo e di geografia storica, Einaudi, Torino 1966; Problemi di metodo storico, Einaudi, Torino 1976; (con Henri-Jean Martin), La nascita del libro, Laterza, Roma-Bari 1977; Il problema dell'incredulita' nel secolo XVI. La religione di Rabelais, Einaudi, Torino 1978; Filippo II e la Franca Contea, Einaudi, Torino 1979; La terra e l'evoluzione umana. Introduzione geografica alla storia, Einaudi, Torino 1980; Amor sacro, amor profano. Margherita di Navarra: un caso di psicologia nel '500, Cappelli, Bologna 1980; Onore e patria, Roma, Donzelli, 1997; Il Reno. Storia, miti, realta', Donzelli, Roma 1998; L'Europa. Storia di una civilta'. Corso tenuto al College de France nell'anno accademico 1944-1945, Donzelli, Roma 1999.
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Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ricordato l'importanza della scuola delle "Annales" nel promuovere una riflessione e una pratica storiografica piu' attenta alla storia delle popolazioni e della vita quotidiana, piu' attenta alla globalita' della vicenda umana ed alle sue interazioni con la biosfera, piu' attenta alle esperienze e alle ragioni delle vittime, finalmente accanto alle oppresse e agli oppressi la cui lingua il potere pretendeva tagliare, la cui umanita' i potenti pretendevano sminuire e fin negare. E' anche grazie al lascito di Marc Bloch - che fu un eroe della Resistenza e mori' assassinato dai nazisti -, di Lucien Febvre, dei loro collaboratori e dei prosecutori dell'opera loro, che la storiografia ci offre strumenti di lavoro piu' che utili necessari alla lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera, per la liberazione dell'umanita'. Nella ricerca della verita', nel risorgimento della memoria degli esseri umani che furono e soffrirono, nell'impegno contro la violenza che tutto annienta, nella solidarieta' che l'intero genere umano ed il mondo vivente tutto raggiunge, riconosce ed abbraccia, la nonviolenza e' in cammino.
7. SCIBBOLET
I. Alma e Alua e le loro sorelle
Quante Alma e Alua sono state deportate in questi decenni, e consegnate ai loro aguzzini, e finite nelle segrete, nelle stanze della tortura, nei lager che infestano ancora il mondo?
La vicenda di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua e' giunta all'attenzione della stampa e quindi del parlamento e quindi dell'opinione pubblica probabilmente per la mera circostanza che il loro marito e padre e' Mukhtar Ablyazov, che non e' semplicemente "un dissidente" ma un ex-ministro del Kazakistan, un ex-banchiere di regime ed un oligarca finanziario transnazionale al centro di procedimenti penali per gravi reati finanziari, attualmente rifugiato in Gran Bretagna e sembra resosi ultimamente irreperibile. Ablyazov ha ricchezza, potere, entrature. Ed ha utilizzato le sue risorse per difendere i suoi familiari che il governo italiano servile e complice dei persecutori aveva riconsegnato agli aguzzini.
Diciamolo forte e chiaro: l'Italia deve ora ottenere il ritorno immediato nel nostro paese della donna e della bambina che sono perseguitate dal regime kazako per ricattare il loro marito e padre. L'Italia deve ottenerne il ritorno immediato nel nostro paese sane e salve.
Ed i ministri responsabili dell'infamia della loro cattura e deportazione, e dei successivi tentativi di sminuire la vicenda o di mistificarne aspetti essenziali, devono dimettersi. Ed essi ministri sono il Ministro dell'Interno, il Ministro degli Esteri, il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Questo implica la caduta del governo? Certo che si'. E ben venga.
Questo implica nuove elezioni? Certo che si', e ben vengano.
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II. Una inelegante autocitazione
Ma quante Alma e Alua sono state deportate in questi decenni, e consegnate ai loro aguzzini, e finite nelle segrete, nelle stanze della tortura, nei lager che infestano ancora il mondo?
Innumerevoli, ben lo sappiamo.
Quanti e quali crimini contro l'umanita' ha commesso il nostro paese negli ultimi decenni. E quante vittime ha provocato: nel fondo del Mediterraneo, deportate e riconsegnate agli aguzzini, recluse innocenti nei campi di concentramento, gettate nelle mani degli schiavisti e delle mafie, costrette a un regime di apartheid. Sfruttate, umiliate, torturate, uccise. Uccise ed uccise ed uccise. Quanti e quali crimini contro l'umanita' ha commesso il nostro paese negli ultimi decenni.
E quindi occorrera' porre rimedio. Subito.
E se ci e' lecito autocitarci, ripetiamo ancora una volta cio' che a nostro giudizio e' indispensabile fare subito. Subito.
Ed ecco l'inelegante autocitazione: "occorre abolire subito le infami misure hitleriane imposte nel nostro paese da governi razzisti e golpisti.
Occorre abolire le deportazioni. Le deportazioni.
Occorre abolire i campi di concentramento. I campi di concentramento.
Occorre abolire il cosiddetto "reato di clandestinita'", ovvero la punizione hitleriana di una persona per il solo fatto di esistere e di cercare di restare viva nel mondo. Il cosiddetto "reato di clandestinita'" e' uno degli orrori piu' ripugnanti di questo inizio di millennio; e' il ritorno delle leggi di Norimberga, e' l'inizio della fine dell'umanita'. Finche' non si abolisce il "reato di clandestinita'" il nostro e' un paese nazista.
Occorre abolire il criminale divieto, oggi imposti a gran parte degli esseri umani, di muoversi liberamente nel mondo, nell'unico mondo che e' casa comune di tutti - tutti - gli esseri umani.
Occorre abolire la riduzione in schiavitu'. La riduzione in schiavitu'. La riduzione in schiavitu' esplicitamente favoreggiata ed effettualmente istituzionalmente imposta dalla scellerata antilegge Bossi-Fini.
Last, but not least: occorre abolire l'apartheid. L'apartheid in Italia. L'apartheid in Europa. L'apartheid che i poteri dominanti hanno imposto su scala planetaria.
Per essere chiari, ed andare sul concreto: questo sono le prime cose da fare per tornare ad essere un paese decente, un ordinamento giuridico democratico, uno stato di diritto, e non piu' una dittatura razzista.
Ed occorre anche, senza indugio alcuno, che sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune.
Ed occorre anche, senza indugio alcuno, che sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia.
Come si vede, occorre passare dalla mera deprecazione del razzismo urlato alla lotta democratica e nonviolenta contro il razzismo praticato e finanche depositato in oscene misure amministrative, in scellerati atti istituzionali. Occorre passare dalle parole alle cose, combattere - con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, con la fedelta' alla Costituzione - non solo le dichiarazioni razziste, ma gli atti razzisti, il razzismo istituzionale che governi golpisti hanno introdotto da anni nel nostro paese.
Se non si abolisce la concreta violenza razzista che governi golpisti hanno introdotto da anni nell'ordinamento dello stato italiano, si continua ad essere assassini e complici degli assassini. Assassini e complici degli assassini, si'.
Se non si abolisce la concreta violenza razzista che governi golpisti hanno introdotto da anni nell'ordinamento dello stato italiano, la povera gente innocente che muore sul fondo del Mediterraneo siamo noi che la uccidiamo.
Se non si abolisce la concreta violenza razzista che governi golpisti hanno introdotto da anni nell'ordinamento dello stato italiano, la povera gente innocente che vediamo ridotta in schiavitu' siamo noi che la schiavizziamo.
Se non si abolisce la concreta violenza razzista che governi golpisti hanno introdotto da anni nell'ordinamento dello stato italiano, la povera gente innocente reclusa, torturata, deportata, ne siamo noi gli aguzzini.
Si risparmino i proclami roboanti quanto vacui e le lacrimucce coccodrillesche, e si passi alla lotta democratica e nonviolenta per abolire il regime razzista nel nostro paese.
Analogamente, occorre prendere sul serio la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Convenzione che il parlamento italiano ha recentemente ratificato con voto unanime. Ebbene: si realizzino subito gli interventi necessari ed urgenti che la Convenzione elenca. Ogni giorno che si lascia passare senza mettere in pratica quei provvedimenti altre donne vengono uccise. Si realizzino subito gli interventi necessari ed urgenti che la Convenzione di Istanbul prevede.
In questo drammatico quadro ci sembra di straordinario valore l'azione coraggiosa della ministra Cecile Kyenge, e tale che ad essa esprimiamo profonda gratitudine e persuasa solidarieta', e pieno sostegno alle sue iniziative per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ed ugualmente ci sembra di straordinario valore l'azione coraggiosa della presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, ed anche ad essa esprimiamo gratitudine e solidarieta', e dichiariamo non solo il nostro auspicio ma anche la nostra disponibilita' all'impegno affinche' essa - che oggi e' gia' la terza carica istituzionale del paese - sia la prossima Presidente della Repubblica. L'Italia ne ha davvero bisogno".
Cosi' scrivevamo, cosi' ripetiamo.
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III. Proni al regime kazako, proni all'impero amerikano, brutali e sadici nei confronti dell'umanita'
Il caso Snowden tutti sanno cosa sia; in breve si tratta di questo: "Il signor Edward Snowden ha pubblicamente rivelato attivita' segrete illegali del suo governo. Ed altre sembra apprestarsi a rivelarne se ne avra' la possibilita'. Il signor Edward Snowden ha denunciato dei crimini commessi dal suo governo contro il suo popolo, contro altri paesi, contro l'umanita'. Il governo del suo paese non smentisce quanto denunciato dal signor Snowden, cosi' implicitamente ammettendo la veridicita' delle informazioni rese pubbliche; cerca invece di privare della liberta' la persona che ha denunciato evidenti abusi, flagranti reati. Non solo la liberta', ma l'incolumita' e la vita stessa del signor Edward Snowden sono in pericolo. Non si permetta che sia consegnato nelle mani dei carnefici di Guantanamo e di Abu Ghraib". Cosi' scrivevamo, cosi' ripetiamo.
E l'Italia che c'entra? C'entra perche' dei reati commessi dalle spie americane e' stata vittima; e tra questi reati non ci sono solo quelli denunciati da Snowden, c'e' ad esempio il rapimento di un essere umano in territorio italiano da parte della Cia: uno dei responsabili del rapimento e' stato gia' condannato da un tribunale italiano, ma nonostante sia stato recentemente trovato ed arrestato a Panama, e prontamente richiesto dall'Italia, sembra essere gia' tornato negli Stati Uniti. Ed in cosa sia consistita l'attivita' dei servizi segreti americani nel secolo scorso ne sappiamo qualcosa noi che nel secolo scorso ci abbiamo vissuto: di tutte le organizzazioni terroristiche che hanno operato dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi la Cia e' sicuramente tra quelle che hanno compiuto piu' crimini, che hanno provocato piu' stragi, che hanno mietuto piu' vittime.
Cosicche' l'Italia dovrebbe essere assai interessata all'incolumita' del signor Snowden, ed a consentirgli di proseguire nella sua documentata denuncia dei reati commessi dalle organizzazioni di spionaggio americane. E a dire il vero ogni paese del mondo, Stati Uniti d'America compresi, dovrebbero condividere questo legittimo interesse a conoscere i delitti compiuti da strutture dello stato e da pubblici funzionari che palesemente hanno violato le piu' fondamentali delle leggi e i piu' basilari dei valori di quel popolo e di quel paese, e di ogni altro, e insomma dell'intera umanita'.
Invece il governo italiano sembra essere giunto al punto di aver negato il permesso di attraversare lo spazio aereo italiano al presidente della Bolivia Evo Morales, sulla base del presupposto (peraltro falso) che nell'aereo del presidente boliviano potesse aver trovato ospitalita' il signor Snowden. Ed i mezzi d'informazione hanno riferito giorni addietro che il governo italiano avrebbe deciso di non concedere asilo al signor Snowden per motivi tali che se la stampa ha riferito il vero i ministri coinvolti in quella decisione dovrebbero essere allontanati per sempre da tutti i pubblici uffici.
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IV. Kairos
Si avvicina il 30 luglio. Quando la Corte di Cassazione condannera' in via definitiva Berlusconi alla galera e all'interdizione dai pubblici uffici.
Se fossimo un paese decente Berlusconi e la sua organizzazione di complici sarebbero stati gia' da tempo allontanati dai luoghi in cui si decide delle sorti del paese. Ma certo dopo il 30 luglio la cessazione della partecipazione dei manutengoli berlusconiani al governo si impone.
Si impone quindi la caduta del governo.
Si impongono nuove elezioni.
Ed a queste nuove elezioni occorre che la sinistra della nonviolenza finalmente si presenti. La sinistra della nonviolenza, cioe' la sinistra femminista ed ecologista, socialista e libertaria.
E non solo occorre che la sinistra della nonviolenza si presenti, ma che sia parte integrante e promotrice della coalizione del fronte antifascista democratico che comprenda tutte - tutte - le forze politiche democratiche che si oppongono alla destra golpista, razzista, mafiosa, fascista, rapinatrice e corruttrice berlusconiana. La coalizione del fronte antifascista democratico che comprenda tutte - tutte - le forze che si riconoscono nei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani, nella democrazia come metodo e come sistema, nella legalita' come garanzia della civile convivenza.
Ed occorre altresi' che nel costruire la propria presenza istituzionale e nel promuovere questa coalizione, la sinistra della nonviolenza abbia come suo programma fondamentale le direttrici della carta del Movimento Nonviolento: "1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo".
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V. Il dito e la luna
Concludere cosi', senza uno svolazzo?
Concludere cosi', senza uno svolazzo.
8. TUTTO COMINCIA E TUTTO FINISCE IN AFGHANISTAN
La catastrofe del movimento pacifista in Italia nasce dalla complicita' con la guerra afgana.
In questa complicita' abbiamo visto precipitare la quasi totalita' del movimento.
E non solo coloro che hanno sostenuto la guerra quando si sono trovati al governo; e non solo le onlus e le ong che hanno accettato di farsi pagare dagli assassini; ma anche quei signori ad un tempo urlatori ed ipocriti che di tutto vogliono occuparsi tranne che dell'Afghanistan, ovvero della guerra che effettualmente anche l'Italia conduce, e che ovviamente rispetto alle cose su cui urlano o pontificano sono del tutto ininfluenti, e rispetto alla guerra afgana contro la quale potrebbero esercitare un'azione efficace sono del tutto latitanti.
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Invece la prima cosa da dire e':
- cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana;
- si impegni finalmente l'Italia per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione;
- pace e difesa dei diritti umani sono la stessa cosa;
- la fine della guerra in Afghanistan non e' la resa alla dittatura patriarcale, ma l'inizio dell'azione nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani;
- la lotta per i diritti delle donne e' il cuore della lotta per la pace;
- la lotta delle donne contro la violenza maschilista e patriarcale e' la nonviolenza in cammino.
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La prima lotta da condurre e' quella contro la guerra e le uccisioni.
La prima lotta da condurre e' quella contro il razzismo e le persecuzioni.
La prima lotta da condurre e' quella contro il maschilismo e il patriarcato.
La prima lotta da condurre e' quella contro la schiavitu' e la distruzione della biosfera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
9. IL MINISTRO DELLA GUERRA AMA GLI F-35
Sento parlare in televisione il ministro della guerra. Che vende il suo prodotto.
Boccali di sangue.
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Il ministro della guerra non perde occasione per esternare il suo amore per i cacciabombardieri F-35.
Perversi e polimorfi sono talora i sentimenti umani. Ed immensa la bibliografia anche clinica su eros e thanatos.
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Il ministro della guerra e' coniatore di aforismi.
"Per amare la pace, armare la pace. F35 risponde a questa esigenza".
"Ove perdessimo la posizione acquisita altri Paesi potrebbero rimpiazzarci nelle commesse produttive".
Gli aforismi: quando li rileggi sono sempre stupidi.
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Il ministro della guerra.
Chissa' se si chiede mai cosa sia la guerra.
Chissa' se si chiede mai a cosa servano le armi.
Chissa' se nei suoi sogni lo visitano mai i morti afgani.
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Piccolo promemoria per il ministro della guerra.
Le guerre consistono dell'uccisione di esseri umani.
Le armi servono a uccidere.
Tanto il sicario quanto il mandante sono assassini.
Il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto a non essere ucciso.
Fine del piccolo promemoria.
10. "NON E' POSSIBILE OCCUPARSI DI TUTTO"
Certo, ma almeno quel poco che possiamo fare facciamolo.
Opporre le proprie parole alle armi assassine: almeno questo facciamolo.
Chiedere alle istituzioni democratiche di rispettare le leggi che le fondano: almeno questo facciamolo.
Esprimere il nostro sostegno a chi subisce ingiustizia, cercar di recare aiuto alle vittime, lottare contro il potere che offende: almeno questo facciamolo.
Dire la verita' per quanto possibile: almeno questo facciamolo.
Opporci alle uccisioni e alle persecuzioni: almeno questo facciamolo.
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
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Numero 459 del 13 agosto 2013
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