Nonviolenza. Femminile plurale. 450



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 450 del 4 agosto 2013

 

In questo numero:

1. Nell'anniversario della strage dell'Italicus

2. Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

3. Ricordando Raoul Wallenberg e Raul Hilberg

4. Teorie bioetiche ed esperienza della sofferenza umana

 

1. EDITORIALE. NELL'ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DELL'ITALICUS

 

Maschilismo, razzismo, schiavismo, militarismo, terrorismo, fascismo: una stessa ideologia, una stessa prassi.

Solo la teoria e la pratica nonviolenta del movimento di liberazione delle donne puo' salvare l'umanita' e il mondo vivente.

Solo la teoria e la pratica nonviolenta del movimento di liberazione delle donne invera la dignita' umana.

Solo la teoria e la pratica nonviolenta del movimento di liberazione delle donne realizza la societa' dell'umana ed universale convivenza.

 

2. INIZIATIVE. SCIOPERIAMO. PER FERMARE LA CULTURA DELLA VIOLENZA

[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello che abbiamo ricevuto alcune settimane fa da Barbara Romagnoli (per contatti: duepunti2 at yahoo.it) e dal centro interculturale "Trama di terre" (per contatti: info at tramaditerre.org). Per contattare le promotrici dell'appello e aderire ad esso: scioperodonne2013 at gmail.com]

 

Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

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Alla presidente della Camera, Laura Boldrini

Alla ministra delle Pari Opportunita', Josefa Idem

Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso

A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri

A tutte noi

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Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che e' stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge - da un'altra donna - dice molto piu' di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.

Non basta piu' il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo piu' limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di piu'.

Chiediamo di poter vivere in una societa' che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalita' maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.

Chiediamo che la parola femminicidio non venga piu' sottovalutata, svilita, criticata. Perche' racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanita' nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita', il ruolo multiforme delle donne.

Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.

Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perche' sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'e' societa' che tenga. Perche' la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.

Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.

scioperodonne2013 at gmail.com

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Barbara Romagnoli (giornalista freelance)

Adriana Terzo (giornalista freelance)

Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)

 

3. MEMORIA. RICORDANDO RAOUL WALLENBERG E RAUL HILBERG

 

Si e' svolto la mattina di domenica 4 agosto 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Raoul Wallenberg, nato il 4 agosto 1912, e di Raul Hilberg, deceduto il 4 agosto 2007.

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Raoul Wallenberg e' uno dei Giusti che con l'azione e con l'esempio salvo' decine e forse centinaia di migliaia di perseguitati dal nazismo. Nato nel 1912, diplomatico svedese, la sua eroica azione a Budapest durante la seconda guerra mondiale salvo' la vita a innumerevoli persone. "Raoul Wallenberg fu il piu' inventivo, il piu' audace e il piu' efficiente fra i soccorritori degli ebrei perseguitati dal nazismo" (Charles Fenyvesi, in Walter Laqueur (a cura di), Dizionario dell'Olocausto Einaudi, Torino 2004, 2007, p. 823). Sul finire della guerra fu fatto prigioniero dai sovietici, scomparve e forse mori' in carcere o nel gulag in Unione Sovietica nel 1947 (ma sulla sua morte ancora non e' stata fatta completa chiarezza). Raoul Wallenberg e' uno dei piu' grandi eroi dell'umanita'.

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Raul Hilberg e' uno dei piu' grandi storici della Shoah; la sua opera fondamentale, La distruzione degli ebrei d'Europa, e' un testo la cui lettura e' semplicemente imprescindibile. Raul Hilberg, nato a Vienna nel 1926, esule negli Stati Uniti con la famiglia dal 1939, nel 1944 come volontario nell'esercito americano combatte' in Europa nella guerra contro il nazismo. Allievo di Franz Neumann, docente universitario, storico, e' il piu' autorevole studioso dello sterminio degli ebrei compiuto dai nazisti. E' deceduto nell'agosto 2007. Opere di Raul Hilberg: la sua opera fondamentale e' La distruzione degli Ebrei d'Europa, Einaudi, Torino 1995 ed edizioni successive (con approfondimenti ed ampliamenti alla luce della nuova documentazione via via disponibile), un libro che e' indispensabile leggere. Cfr. anche Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994. L'opera storica di Hilberg e' essa stessa un atto di Resistenza.

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Concludendo la commemorazione, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha evidenziato come l'azione del Giusto che salva le vite presenti, e l'azione dello storico che preserva la memoria e cosi' contribuisce anche a salvare vite future, convergano nel medesimo impegno in difesa dell'umanita' e della sua verita'; dell'unica umanita' composta di concreti esseri umani, ognuno diverso dall'altro ed all'altro uguale in diritti e dignita', ognuno un valore infinito; un'unica umanita' di persone unite in una relazione di condivisione, di cura reciproca, di universale solidarieta', di costitutiva responsabilita'.

Il diplomatico Wallenberg e lo storico Hilberg, nella loro comune lotta contro il nazismo, nella loro comune lotta per l'umanita', ci convocano tutti a un impegno di solidarieta', all'impegno per salvare le vite, all'impegno contro tutti i poteri criminali, contro tutti i poteri assassini.

Vi e' una sola umanita'.

Il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto a non essere ucciso.

Alla violenza assassina ogni persona ha il dovere di opporsi.

Alla richiesta di aiuto di ogni essere umano ogni essere umano deve recare soccorso.

Nel ricordo e alla scuola di Raoul Wallenberg, nel ricordo e alla scuola di Raul Hilberg, la nonviolenza e' in cammino.

 

4. INCONTRI. TEORIE BIOETICHE ED ESPERIENZA DELLA SOFFERENZA UMANA

 

Si e' svolto nel pomeriggio di domenica 4 agosto 2013 a Viterbo un incontro di riflessione su "Teorie bioetiche ed esperienza della sofferenza umana: un approccio nonviolento".

All'incontro ha preso parte il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo.

 

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Numero 450 del 4 agosto 2013

 

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