Telegrammi. 1287
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- Date: Sun, 26 May 2013 23:00:39 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1287 del 27 maggio 2013
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Nel novantesimo anniversario della nascita di don Milani
2. Giorgio Nebbia: Laura Conti, un amore per la vita
3. Peppe Sini: Il nostro 2 giugno, la nostra Repubblica, l'internazionale futura umanita'
4. Segnalazioni librarie
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. NEL NOVANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI DON MILANI
[Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi ha pubblicato ancora la Lef. Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di recente: il testo su don Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002; Jose' Luis Corzo Toral, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione pedagogica, Servitium, Sotto il Monte (Bergamo) 2008]
Ricorre il 27 maggio l'anniversario della nascita di don Lorenzo Milani (Firenze, 27 maggio 1923 - 26 giugno 1967).
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda con un incontro di studio.
Nel ricordo e seguendo l'esempio di Lorenzo Milani prosegua l'impegno di ogni persona decente contro la guerra, gli eserciti e le armi; contro la violenza, l'oppressione, lo sfruttamento; per la dignita' di ogni persona e la salvaguardia dell'intero mondo vivente; per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
La nonviolenza e' in cammino.
2. MEMORIA. GIORGIO NEBBIA: LAURA CONTI, UN AMORE PER LA VITA
[Ringraziamo di tutto cuore Giorgio Nebbia per averci messo a disposizione questo intervento in ricordo di Laura Conti gia' apparso in Chiara Certoma', Laura Conti, La Biblioteca del Cigno, Legambiente, 2012, pp. 127-128.
Giorgio Nebbia, nato a Bologna nel 1926, docente universitario di merceologia, gia' parlamentare, impegnato nei movimenti ambientalisti e pacifisti, e' una delle figure di riferimento della riflessione e dell'azione ecologista nel nostro paese. Dal sito di Peacelink riprendiamo la seguente piu' ampia scheda: "Giorgio Nebbia, nato a Bologna nel 1926, professore ordinario di merceologia dell'Universita' di Bari dal 1959 al 1995, ora professore emerito, e' stato deputato e senatore della sinistra indipendente. Giorgio Nebbia si e' dedicato all'analisi del ciclo delle merci, cioe' dei materiali utilizzati e prodotti nel campo delle attivita' umane, agricole e industriali. Nel settore dell'utilizzazione delle risorse naturali ha condotto ampie ricerche sull'energia solare, sulla dissalazione delle acque e ha contribuito all'elaborazione dell'analisi del flusso di acqua e materiali nell'ambito di bacini idrografici. Nel corso delle sue ricerche, di ambito nazionale e internazionale, ha studiato il rapporto fra le attivita' umane e il territorio, con particolare riferimento al metabolismo delle citta', allo smaltimento dei rifiuti e al loro recupero, ai consumi di energia. Giorgio Nebbia e' autore di numerosissime pubblicazioni scientifiche e di alcuni libri divulgativi: L'energia solare e le sue applicazioni (Feltrinelli); Risorse merci materia (Cacucci); Il problema dell'acqua (Cacucci); Sete (Editori Riuniti); La merce e i valori. Per una critica ecologica del capitalismo (Jaca Book). Si e' occupato inoltre di storia della tecnica ed ha fatto parte di commissioni parlamentari sulle condizioni di lavoro nell'industria. E' unanimemente considerato tra i fondatori e i principali esponenti dell'ambientalismo in Italia". Tra le sue molte pubblicazioni segnaliamo particolarmente: Lo sviluppo sostenibile, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1991; La merce e i valori. Per una critica ecologica del capitalismo, Jaca Book, Milano; cfr. anche: Il problema dell'acqua, Cacucci, Bari 1965, 1969; La societa' dei rifiuti, Edipuglia, Bari 1990; Sete, Editori Riuniti, Roma 1991; Alla ricerca di un'Italia sostenibile, Tam tam libri, Mestre 1997; La violenza delle merci, Tam tam libri, Mestre 1999; tra le opere recenti: con Virginio Bettini (a cura di), Il nucleare impossibile. Perche' non conviene tornare al nucleare, Utet Libreria, Torino 2009; Ambientiamoci, Nuovi Equilibri, Viterbo 2011. Si veda anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 360 (che contiene anche la seguente risposta a una domanda sulla sua biografia: "Sono nato nel 1926 in una famiglia piccolo borghese, ho il diploma di liceo classico, sono laureato in chimica. Dopo la laurea sono stato assunto come assistente di Merceologia, una disciplina che si insegna (sempre meno) nelle Facolta' di Economia, ho avuto quindi l'occasione di vivere una strana esperienza di una persona di educazione naturalistica fra docenti di cultura umanistica (economisti, storici, giuristi). A 32 anni ho "vinto il concorso" alla cattedra di Merceologia nella Facolta' di Economia e Commercio dell'Universita' di Bari dove ho insegnato fino alla pensione, nel 1995. Ho una laurea honoris causa in Discipline economiche e sociali nell'Universita' del Molise e due laurea in Economia e Commercio delle Universita' di Bari e di Foggia. Sono stato coinvolto nei movimenti di difesa dei consumatori, di difesa dell'ambiente, nelle lotte contro l'inquinamento, la caccia e l'energia nucleare, nella protesta contro tutte le forme di armi, a cominciare da quelle nucleari, e contro la guerra. Sono stato impegnato nella diffusione delle conoscenze sulle fonti di energia rinnovabili, soprattutto solare, e mi sono impegnato nell'insegnamento del carattere violento di molte tecnologie, di molte macchine, di molte forme urbane. Sono stato candidato ed eletto al Parlamento come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano e ho fatto parte del gruppo della Sinistra Indipendente alla Camera (1983-1987, collegio di Bari) e al Senato (1987-1992, collegio di Brindisi). Mi sono sposato nel 1955 con una donna che mi ha accompagnato per tutto la vita con una presenza silenziosa e continua anche nelle scelte scomode e che e' morta dopo 54 anni di matrimonio felice nell'agosto 2009. Ho un figlio nato nel 1956, laureato in architettura, impiegato nel campo dell'informatica. Sono un cattolico credente e turbato").
Laura Conti, nata a Udine nel 1921, partigiana, deportata e sopravvissuta al lager. Medico, parlamentare, rappresentante autorevole dell'ambientalismo scientifico e del movimento ecologista. E' scomparsa nel 1993. Opere di Laura Conti: Assistenza e previdenza sociale, Feltrinelli, Milano 1958; Cecilia e le streghe, Einaudi, Torino 1963; La condizione sperimentale, Mondadori, Milano 1965; Sesso ed educazione, Editori Riuniti, Roma 1971, 1975; Le frontiere della vita, Mondadori, Milano 1972; Visto da Seveso, Feltrinelli, Milano 1978; Una lepre con la faccia di bambina, Editori Riuniti, Roma 1978; Che cos'e' l'ecologia, Mazzotta, Milano 1977, 1981; Il tormento e lo scudo, Mazzotta, Milano 1981; Imparare la salute, Zanichelli, Bologna 1983; Questo pianeta, Editori Riuniti, Roma 1983; Terra a rendere, Ediesse, Roma 1986; Ambiente terra, Mondadori, Milano 1988; Discorso sulla caccia, Editori Riuniti, Roma 1992. L'archivio di molti suoi scritti, lettere e documenti si trova presso la Fondazione Luigi Micheletti di Brescia che ha curato l'inventario di tale archivio: cfr. www.fondazionemicheletti.it Opere su Laura Conti: un breve profilo e' nel libro di Andrea Poggio, Ambientalismo, Bibliografica, Milano 1996; Chiara Certoma', Laura Conti, Legambiente, 2012. Presso l'Ecoistituto del Veneto e' istituito un Premio ecologia "Laura Conti" a persone autrici di tesi di laurea impegnate concretamente per un futuro sostenibile]
Laura Conti e' stata moltissime cose insieme: ci piace ricordarne due aspetti, quello di studiosa di problemi ambientali e quello di comunista. Ho usato apposta il termine di "studiosa" piuttosto che quello piu' comune di "ambientalista", perche' alla difesa della natura e dell'ambiente Laura Conti e' arrivata con il suo bagaglio di studi e di conoscenze di medico e quindi di umanita' e di amore per gli esseri viventi.
La sua storia - che spero qualcuno un giorno scrivera' compiutamente, anche utilizzando le testimonianze della sua avventura umana che Laura ha lasciato nei molti libri e negli innumerevoli colloqui con innumerevoli persone - l'ha portata ad una visione unitaria dei rapporti fra natura e esseri umani: donne e uomini lavoratori, inquinati, giovani militanti del cambiamento.
Cosi' e' stata in mezzo agli operai nelle lotte per migliori condizioni di lavoro; al centro di ogni iniziativa ecologica; fra le donne di Seveso (investite da un dramma umano senza precedenti, dopo la fuoriuscita della diossina dall'Icmesa, il 10 luglio 1976), a cui ha dedicato "con amore" delle pagine bellissime; e' stata protagonista di infinite polemiche per una agricoltura diversa, per una caccia diversa.
Lo stesso amore l'aveva animata, giovane partigiana, nella lotta di Liberazione, e l'ha portata nelle amministrazioni provinciale di Milano, regionale della Lombardia, nel Parlamento nazionale.
Eppure, per come la ricordo, mai ho pensato di associare a lei nessun appellativo di quelli a cui i miserabili tengono tanto: "onorevole", "presidente". Eppure onorevole e' stata davvero perche' ha fatto onore alla Regione e al Parlamento con la sua passione e il suo rigore, nelle commissioni e nelle piazze; presidente e' stata, fra l'altro, a lungo, del Comitato scientifico della Legambiente. Nel suo lavoro, nei dibattiti, era "la Laura", non una donna del palazzo, quella che scriveva, che testimoniava, che dava suggerimenti, che litigava, anche, talvolta anche stizzosa nei confronti delle cose che riteneva che non fossero giuste.
Non avrebbe, a mio parere, potuto essere quella che e' stata se non avesse deciso di essere comunista: una comunista convinta e austera, una delle prime persone che ha riconosciuto nella violenza alla natura uno dei tanti aspetti della lotta del capitale contro la vita, contro gli esseri umani. Quando ancora pochi discutevano dei rapporti fra capitalismo e distruzione della natura aveva messo in evidenza che il rispetto della natura e della vita sarebbe stato possibile solo con una dura e continua lotta alla societa' del profitto.
Ma Laura Conti non era soltanto la militante comunista e delle lotte ecologiche: era anche una donna straordinariamente generosa e disponibile. Era disposta ad andare a parlare dovunque, negli affollati congressi, dove era sempre ascoltata con rispettosa attenzione, e nei piccoli circoli dove la sua presenza era invocata (mi si passi questo verbo) e dove forse andava ancora piu' volentieri che altrove.
Era generosa con gli amici e con le persone che appena conosceva e con tutte le forme della vita, vegetale e animale, come dimostra il suo amore per i gatti. Tutti i giornali che l'hanno ricordata hanno citato questo aspetto, talvolta con un filo di ironia come puo' venire da chi non ha un rapporto umano con gli altri animali. Ricordo di averla vista piangere per la morte di una sua anziana gatta; le volevo molto bene anche per questo.
3. EDITORIALE. PEPPE SINI: IL NOSTRO 2 GIUGNO, LA NOSTRA REPUBBLICA, L'INTERNAZIONALE FUTURA UMANITA'
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo aderisce all'appello dei movimenti nonviolenti, per la pace, il disarmo e il servizio civile, per un 2 giugno che sia veramente festa della Repubblica che ripudia la guerra e salva le vite, e promuove per quella data un incontro di coscientizzazione e mobilitazione anche a Viterbo.
*
La festa della Repubblica e' la festa del bene comune.
Nulla essa ha a che vedere con l'esibizione del potere armato, con l'ostentazione della disponibilita' ad uccidere, con l'antiumana violenza militarista.
La Repubblica e' il contrario della guerra, la Repubblica e' la civile convivenza, la Repubblica e' la solidarieta' che unisce nella comune liberta', nell'eguaglianza di diritti, nella mutua solidarieta'.
La Repubblica si fonda sulla pace, sulla convivenza, sulla solidarieta'. Lo affermano con parole inequivocabili i primi undici articoli della Costituzione, che della Repubblica italiana costituiscono i principi fondamentali, ovvero i valori supremi.
La guerra e' nemica dell'umanita'. Solo la pace salva le vite.
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La Costituzione della Repubblica italiana indica la via della democrazia progressiva che ad ogni essere umano riconosce tutti i diritti umani; la Costituzione della Repubblica italiana, come poi anche la Dichiarazione universale dei diritti umani, indica il diritto e il dovere dell'universale solidarieta'; convoca alla scelta della nonviolenza, ovvero alla lotta nitida e intransigente contro tutte le violenze, alla difesa nitida e intransigente della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, alla difesa nitida e intransigente di tutto il mondo vivente.
*
Il 2 giugno e' la festa della civilta' contro la barbarie; e' la festa dell'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni, a tutte le persecuzioni e a tutte le devastazioni; e' la festa del riconoscimento dell'altro e quindi di quell'altro dell'altro che e' la tua stessa persona radicata e nutrita e protetta dalle innumeri umane relazioni d'amore e d'aiuto; e' la festa della condivisione dei beni e del rispetto per l'umanita' e per la biosfera.
Il 2 giugno e' la festa dell'antifascismo vittorioso; della Costituzione che ne e' scaturita; della Repubblica bene comune, casa di tutti, legame sociale; e' la festa della nonviolenza in cammino.
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Repubblica significa: da ciascuno secondo le sue capacita', a ciascuno secondo i suoi bisogni.
Repubblica significa: non abbandonare nessuno, mettere i beni in comune.
Repubblica significa: vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.
4. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli, Milano 2007, pp. 174.
- Steven Marcus, Engels, Manchester e la classe lavoratrice, Einaudi, Torino 1980, pp. XX + 288.
- Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le Madri di Plaza de Mayo, Rcs-Bompiani, Milano 2005, pp. 432.
- Leandro Rossi, Ambrogio Valsecchi (diretto da), Dizionario enciclopedico di teologia morale, Edizioni Paoline, Roma 1973, 1981, pp. 1440.
5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
6. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 1287 del 27 maggio 2013
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