Telegrammi. 1283



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1283 del 23 maggio 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Nell'anniversario della strage di Capaci

2. Nel ricordo di Matteotti contro il fascismo che torna

3. Peppe Sini: Dodici storie di quotidiana indignazione, piu' un pistolotto finale

4. Segnalazioni librarie

5. La "Carta" del Movimento Nonviolento

6. Per saperne di piu'

 

1. MEMORIA. NELL'ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI CAPACI

 

Il 23 maggio 1992 la mafia trucidava Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

In ricordo delle vittime della strage di Capaci il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo terra' un incontro di commemorazione e di riflessione giovedi' 23 maggio 2013.

*

Noi non dimentichiamo le vittime dei poteri criminali.

Noi non dimentichiamo le donne e gli uomini onesti e coraggiosi che ai poteri criminali si sono opposti.

La loro lotta e' la nostra lotta.

Nel loro ricordo, nel loro nome, la lotta contro la mafia continua.

Nel loro ricordo, nel loro nome, il cammino dell'umanita' verso giustizia e liberta' prosegue.

I poteri criminali non vinceranno.

La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' piu' forte.

 

2. INIZIATIVE. NEL RICORDO DI MATTEOTTI CONTRO IL FASCISMO CHE TORNA

 

Si e' svolto mercoledi' 22 maggio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in memoria di Giacomo Matteotti, nell'anniversario della nascita del martire antifascista il 22 maggio 1885.

Nel corso dell'incontro sono stati letti alcuni brani da scritti e discorsi del parlamentare socialista assassinato dai sicari mussoliniani nel 1924.

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"L'uomo che sapeva dare l'esempio" e i nostri compiti oggi

Al termine della commemorazione il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ribadito la necessita' di restare fedeli all'esempio di Matteotti e di proseguirne la lotta contro il sistema dello sfruttamento, contro il regime della corruzione, contro la violenza fascista.

Giacomo Matteotti e' un autentico maestro della nonviolenza in cammino; un inflessibile oppositore della guerra; un socialista antiautoritario; un difensore nitido e intransigente della democrazia integra e progressiva; un suscitatore della consapevolezza e dell'impegno morale, civile, sociale, politico; uno strenuo sostenitore del dovere della verita'.

Nel ritratto che di Matteotti scrisse Piero Gobetti all'indomani dell'omicidio e' rievocata l'opposizione di Matteotti alla guerra, la militanza socialista avversa ad ogni demagogia ed ogni politicantismo, la difesa dei lavoratori delle campagne, l'austerita' dei costumi, l'opposizione al fascismo: "Egli rimane come l'uomo che sapeva dare l'esempio".

E basta scorrere una qualunque raccolta degli scritti e dei discorsi di Matteotti per cogliere il rigore intellettuale, morale e politico con cui conduceva le sue inchieste e presentava le sue denunce, rischiarava le coscienze, organizzava la lotta.

Dalle pagine che ancora una volta oggi abbiamo riletto emerge tutta la chiarezza e la precisione con cui ricostruiva e smascherava le violenze degli agrari, del militarismo e della guerra, degli squadristi assassini, della macchina dello stato asservita a una cricca criminale; emerge tutta l'acutezza e la profondita' della sua analisi dell'oppressione, mirabilmente descritta ed interpretata e denunciata nelle sue premesse e nei suoi effetti, nei suoi meccanismi e nelle sue complicita', nella sua ideologia e nelle sue pratiche scellerate; emerge tutta la grandezza del suo appello alla solidarieta' in difesa della dignita' umana, alla lotta contro lo sfruttamento e l'oppressione e la violenza, all'impegno per la liberazione dell'umanita'.

Scriveva: "Mai come in questo periodo di tempo la legge e' divenuta una finzione, che non offre piu' nessuna garanzia per nessuno... Ottanta cittadini italiani sono stati in quest'anno uccisi impunemente dai cittadini che godono il privilegio fascista... Migliaia di cittadini sono stati bastonati, percossi, feriti...". Scriveva: "Nel nome della Patria si riducono in servitu' i tre quarti degli Italiani e si lascia che, sotto la etichetta del bene della Nazione, la nuova classe dirigente soddisfaccia interessi personali, sfoghi rancori, vendette o meschine ambizioni. E per trastullare il popolo asservito, si torna a largirgli, come nei tempi corrotti di schiavitu' politica, lo spettacolo di feste, parate, cortei, gesti retorici...". Sono parole che non si possono rileggere senza fremere, senza sentirne l'appello anche a noi rivolto, il richiamo ai nostri odierni doveri, alla lotta che ancora e di nuovo oggi e' da condurre contro il regime della violenza e della corruzione, contro l'eversione dall'alto, contro i poteri criminali, contro il fascismo che torna.

Come dicevamo anche nella commemorazione dello scorso anno, "possa il suo rigore morale e politico, la sua limpida onesta' e intransigenza, illuminarci ancora nella lotta contro la guerra assassina, nella lotta contro i regimi e i poteri criminali, nella lotta per la liberazione dell'umanita' oppressa e sfruttata, nella lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani".

*

Una breve notizia biobibliografica

Giacomo Matteotti, nato a Fratta Polesine nel 1885, laureato in giurisprudenza, militante socialista, pubblico amministratore, organizzatore dei lavoratori, parlamentare, oppositore fierissimo del fascismo, il 10 giugno 1924 venne sequestrato ed assassinato dai sicari fascisti. Tra le riflessioni e testimonianze in sua memoria particolarmente commovente il saggio commemorativo pubblicato da Piero Gobetti nello stesso 1924, dapprima su "La rivoluzione liberale" poi in opuscolo. In esso leggiamo anche la seguente lapidaria definizione di Matteotti: "Egli rimane come l'uomo che sapeva dare l'esempio". Opere di Giacomo Matteotti: una raccolta di interventi di Matteotti e' nel volumetto Reliquie, Dall'Oglio, Milano 1964. Opere su Giacomo Matteotti: cfr. almeno Piero Gobetti, Per Matteotti. Un ritratto, Il Melangolo, Genova 1994; cfr. anche almeno la raccolta documentaria a cura di Giuseppe Rossini, Il delitto Matteotti, Il Mulino, Bologna 1966. Dal sito de "La storia siamo noi" riprendiamo per estratti la seguente breve notizia biografica: "Giacomo Matteotti nasce a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, il 22 maggio del 1885. I Matteotti sono una famiglia benestante. Dopo il liceo, Giacomo si iscrive alla facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Bologna, dove si laurea con una tesi in diritto penale. Le prime testimonianze della sua militanza politica risalgono al 1904, quando inizia a collaborare al periodico socialista di Rovigo 'La Lotta'. Non sappiamo su quali letture maturi la sua fede politica, ne' come viva i contrasti interni al partito socialista dei primi anni del secolo. I biografi di Matteotti ci raccontano che dalla fine del 1910 il giovane socialista e' fra i protagonisti della vita politica e amministrativa di Rovigo, che nel 1912 e' un fiero avversario della guerra di Libia, e che allo scoppio della prima guerra mondiale si schiera risolutamente per la neutralita'... Quando viene eletto deputato - nelle elezioni del 1919 -, ha notevoli competenze, acquisite attraverso l'esperienza di amministratore locale. Ma e' con l'opposizione al regime fascista che Matteotti diviene un leader politico di livello nazionale. Come la maggior parte dei suoi compagni di partito, egli vede nel fascismo la reazione della borghesia alle lotte del movimento operaio. Vuole combattere il regime coniugando socialismo e democrazia e rivendicando l'importanza della questione morale. Nell'ottobre del 1921, al congresso socialista di Roma, la spaccatura fra riformisti e massimalisti diventa insanabile. Matteotti si schiera con i riformisti di Turati ed esce dal partito dando vita ad una nuova formazione politica: il Partito socialista unitario... Il 30 maggio del 1924 denuncia alla Camera dei deputati le violenze e i brogli elettorali che hanno portato il partito di Mussolini al 66,3% dei consensi. Nei mesi precedenti ha anche scoperto il giro d'affari che lega il fascismo alla compagnia petrolifera Sinclair Oil, ed e' pronto a rivelarlo. Si iscrive a parlare alla Camera per la seduta dell'11 giugno, ma il giorno prima e' rapito e trucidato dai fascisti". Dalla voce a Matteotti dedicata nella Wikipedia riprendiamo per estratti la seguente notizia bibliografica: a) opere di Giacomo Matteotti: "La recidiva. Saggio di revisione critica con dati statistici, Milano, Fratelli Bocca, 1910; Un anno di dominazione fascista, Roma, Tip. italiana, 1923; edizione inglese: The fascisti exposed. A Year of Fascist Domination, translated by E. W. Dickes, Londra, Indipendent Labour Party Publication Department, 1924; rist. Howard Fertig, 1969; edizione tedesca: Fascismus in Italien. Grundlagen - Aufstieg - Niedergang (con Hanns Erich Kaminski), Berlino, Verlag fur Sozialwissenschaft, 1925; edizione francese: Une annee de domination fasciste, Bruxelles, Maison nationale d'edition, 1924; Il fascismo della prima ora. Pagine estratte dal "Popolo d'Italia", Roma, Tipografica italiana, 1924; Reliquie, Milano, Corbaccio, 1924; Contro il fascismo, Milano-Roma, Avanti!, 1954; Discorsi parlamentari, 3 voll., Roma, Stabilimenti tipografici Carlo Colombo, 1970; Scritti e discorsi, Milano, Aldo Garzanti, 1974; Scritti e discorsi, Venezia, Marsilio, 1981; Scritti sul fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1983; Giacomo Matteotti 1885-1985. Riformismo e antifascismo. Scritti e discorsi, testimonianze, contributi, Roma, Ediesse, 1985; Lettere a Velia, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1986; Sulla scuola, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1990; Sul riformismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 1992; Lettere a Giacomo, a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2000; Scritti giuridici, 2 voll., a cura di S. Caretti, Pisa, Nistri-Lischi, 2003; La questione tributaria, a cura di S. Caretti, Manduria, P. Lacaita, 2006; Scritti economici e finanziari, a cura di S. Caretti, 2 voll., Pisa, Plus, 2009; L'avvento del fascismo, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2011; Epistolario: 1904-1924, a cura di S. Caretti, Pisa, Plus, 2012"; b) opere su Giacomo Matteotti: "Luigi Cyaheled, Matteotti e' vivente, Napoli, Casa Editrice Vedova Ceccoli & Figli, 1924; Giuseppe Rossini (a cura di), Il delitto Matteotti tra il Viminale e l'Aventino, Bologna, Il Mulino, 1968; Antonio G. Casanova, Matteotti. Una vita per il socialismo, Milano, Bompiani, 1974; Ives Bizzi, Da Matteotti a Villamarzana. 30 anni di lotte nel Polesine (1915-1945), Treviso, Giacobino, 1975; Stefano Caretti, Matteotti. Il mito, Pisa, Nistri-Lischi, 1994; Mauro Canali, Il delitto Matteotti. Affarismo e politica nel primo governo Mussolini, Bologna, Il Mulino, 1997; Valentino Zaghi, Giacomo Matteotti, Sommacampagna, Cierre, 2001; Omaggio a Matteotti nell'ottantesimo anniversario della morte (1924-2004), a cura di Matteo Monaco. Roma, Ulisse, 2005; Mauro Canali, Il delitto Matteotti, Bologna, Il Mulino, 2004; Stefano Caretti, Il delitto Matteotti tra storia e memoria, Manduria- Bari-Roma, Lacaita Editore, 2004; Nunzio Dell'Erba, Matteotti: azione politica e pensiero giuridico, in "Patria indipendente", 28 maggio 2004, a. LIII, nn. 4-5, pp. 21-23; Stanislao G. Pugliese, Fascism, Anti-fascism, and the Resistance in Italy: 1919 to the Present, Rowman & Littlefield, 2004; Enrico Tiozzo, La giacca di Matteotti e il processo Pallavicini. Una rilettura critica del delitto, Roma, Aracne, 2005; Gianpaolo Romanato, Un italiano diverso. Giacomo Matteotti, Milano, Longanesi, 2010; Giovanni Borgognone, Come nasce una dittatura. L'Italia del delitto Matteotti, Bari, Laterza, 2012".

 

3. EDITORIALE. PEPPE SINI: DODICI STORIE DI QUOTIDIANA INDIGNAZIONE, PIU' UN PISTOLOTTO FINALE

 

"O insensata cura de' mortali,

quanto son difettivi sillogismi

quei che ti fanno in basso batter l'ali!

Chi dietro a iura e chi ad amforismi

sen giva, e chi seguendo sacerdozio,

e chi regnar per forza o per sofismi,

e chi rubare e chi civil negozio,

chi nel diletto de la carne involto

s'affaticava e chi si dava a l'ozio"

(Par., XI, 1-9)

 

1. Un profanatore di sepolcri

Ho davanti agli occhi una lettera, ricevuta qualche settimana fa, a firma di un tal signor Silvio Berlusconi, indirizzata a una mia parente morta da anni. Con la quale lettera quel signore chiede alla mia parente defunta il suo voto. E glielo chiede chiamandola confidenzialmente per nome, come se si conoscessero. Ma quella mia parente era una persona onesta, e quindi col signor Berlusconi nulla ebbe mai a che spartire. Mi chiedo come possa il signor Berlusconi pensare di potersi permettere di insultarla cosi'. Vorrei vivere in un paese in cui vi sia rispetto per i morti, e per i vivi.

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2. Picchiatori e prosseneti

Il candidato a sindaco di Viterbo di una lista di picchiatori fascisti propone di insediare nel centro storico della citta' delle aree a luci rosse, se interpretiamo bene la sua contorta prosa e il grottesco suo argomentare: "zone dove sara' possibile riscoprire il proprio erotismo, non piu' ghettizzato e costretto a sfociare nel degrado o peggio nello sfruttamento". Qualcuno dovrebbe spiegargli che l'infamia delle case chiuse e' stata abolita, e che lo sfruttamento della prostituzione e' un reato. Qualcuno dovrebbe spiegargli che la compravendita del corpo di una persona ridotta a merce come se fosse un oggetto, e' una pratica criminale che ha un nome preciso: schiavismo. Qualcuno dovrebbe spiegargli che va rispettata la dignita' di ogni essere umano.

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3. Fratelli, coltelli

Leggo che i neofascisti canterini di "Fratelli d'Italia" si esprimono contro il diritto di tutti coloro che nascono in Italia ad avere gli stessi diritti di tutti coloro che nascono in Italia. C'e' un nome per questa posizione: apartheid, segregazione, razzismo. Non c'e' limite all'umana insipienza, all'inumana ferocia.

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4. La difesa della razza

Non ci sono solo i neofascisti nostalgici del segretario di redazione dell'infame "La difesa della razza", c'e' ovviamente anche la Lega che del razzismo fin dalle origini ha fatto una bandiera. E che ha una propaggine in quel di Viterbo con certi signori che prima si chiamavano "Lega federalista" e adesso si ricandidano nella coalizione berlusconiana con l'eteronimo di "Civica per Viterbo". Oltre ad essere idolatri di sciagurati personaggi e di ideologie scellerate, costoro si caratterizzano per ricandidare un messere intimamente coinvolto nel tentativo ignobile di devastare irreversibilmente la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame per realizzarvi un nocivo, distruttivo, illegale e insensato mega-aeroporto (che tra altri disastri avrebbe provocato anche un danno enorme alla salute della popolazione viterbese). Non occorrono commenti.

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5. Las Vegas

Il candidato a sindaco di un altro partito neofascista, "Fiamma tricolore" (en passant: c'e' piu' nessuno che si ricorda cosa significasse il simbolo missino, e cosa rappresentasse quel basamento da cui la fiamma scaturiva? e c'e' piu' nessuno che ricorda vent'anni di dittatura assassina e stragista sfociati infine in una guerra mondiale con cinquanta milioni di morti?), in una intervista dichiara che "Se solo si evitassero la meta' degli sprechi... si avrebbero i soldi per far divenire Viterbo una piccola Las Vegas". Forse qualcuno dovrebbe fargli sapere che Las Vegas e' una citta' che si regge su attivita' immorali e illecite, gestite dalla mafia.

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6. Il governo dell'arsenico

Questo imputiamo in primo luogo al governo berlusconiano della citta' di Viterbo: di aver favoreggiato l'avvelenamento della popolazione tutta consentendo che dai rubinetti venisse erogata acqua contaminata dall'arsenico, avvelenamento che tuttora continua. Una pubblica amministrazione degna di questo nome dal 1998 ad oggi avrebbe dedicato ogni suo sforzo al fine di garantire acqua potabile ai cittadini; questi signori no. Rieleggere costoro sarebbe impresa degna di un Mitridate all'ennesima potenza, o del signor Leopoldo di Sacher-Masoch, o dell'allegra famigliola del duca Valentino.

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7. Slogan calcistici

Un giovane neofascista gia' pupillo del pupillo di Almirante prima e di Berlusconi poi e una volta divorziato o ripudiato da Berlusconi infine alleato di Monti e poi svanito nel nulla (sono le avventure del narcisismo); un giovane neofascista noto per organizzare spettacoli estivi che ricordano i fasti dei circenses in una citta' in cui manca l'acqua ed e' scarso il pane per troppe famiglie; un giovane neofascista si fa la sua listarella che lo candida a sindaco e si accompagna ad un "candidato vicesindaco" che mentre viene spacciato per redivivo Indiana Jones salvatore dei beni culturali e ambientali e' stato invece proprio il principale compare della lobby affaristica di estrema destra dell'illegale e folle mega-aeroporto che ha lungamente mestato per devastare irreversibilmente la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame e massacrare salute e diritti dei viterbesi, signore che e' altresi' tuttora assessore della giunta berlusconiana in un altro Comune in un'altra regione, e che e' stato infine per mesi l'oscuro oggetto e il vezzeggiato protagonista delle segrete trattative dell'estrema destra affinche' fosse il candidato sindaco di tutti i gentiluomini uniti dalla passione per il passo dell'oca. Sembra un B-movie della commedia all'italiana nella sua fase epigonale, ed invece sono le elezioni comunali a Viterbo.

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8. Bonjour, jeunesse

Ben due liste sostengono la candidatura a sindaco di una persona che a poco piu' di vent'anni e' gia' stata a capo dei giovani berlusconiani viterbesi e tutt'altro che memorabile assessore comunale per una manciata di mesi. E che adesso cambiando d'abito con agile volteggio ed elegantemente sputando nel piatto in cui fino a ieri ha mangiato pretende di dirsi alternativa ai suoi pigmalioni. Suvvia...

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9. Quasi una denuncia all'Accademia della Crusca per oltraggio alla lingua italiana

I candidati della lista "Ego sum leo" (quante tocca sentirne) scrivono nel frontespizio di un loro foglio volante di propaganda: "Il centro storico di Viterbo... collaboriamo alla diffusione della sua storicita'". Chi sa spiegare cosa diamine significhi "collaborare alla diffusione della storicita' del centro storico di Viterbo" vince un mappamondo. Poeti paroliberi? No, truppe berlusconiane.

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10. L'assessore e le sue astuzie

L'assessore ai lavori pubblici della Provincia di Viterbo, gia' democristiano, poi berlusconiano, poi casiniano e tuttora su piazza, si presenta con una lista ad personam denominata "Fondazione!" con tanto di punto esclamativo. Basterebbe quel punto esclamativo per noi vecchi lettori di Benedetto Croce a smascherare l'indecenza di tale operazione. Ma naturalmente c'e' ben di peggio, e ne abbiamo gia' detto or non e' guari. Ed a proposito: gli affissori di manifesti di quel signore si sono distinti per aver illegalmente occupato e imbrattato gli spazi elettorali altrui dando abbagliante prova fin dalla campagna elettorale del sommo loro rispetto per le leggi, i diritti degli altri, la civile convivenza.

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11. Lische ciniche

Nulla diciamo di talune altre cosiddette liste civiche. E nulla della nuova destra totalitaria grillina. Basti il silenzio. Ed entri Fortebraccio.

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12. Andreottiani in servizio permanente effettivo e di complemento

Dimenticavo: il cosiddetto centrosinistra candida a sindaco un democristiano sostenuto dai vecchi satrapi andreottiani del regime della corruzione e della penetrazione mafiosa, ed ha infarcito le liste che lo sostengono di personaggi fascisti e berlusconiani. Congratulazioni vivissime.

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13. Cosa resta? (il solito, immancabile pistolotto finale del vecchio comiziante)

Votare a sinistra, quand'anche non dovesse servire ad altro (poiche' le due liste di sinistra non asservite a operazioni innominabili in queste elezioni comunali hanno ben poche possibilita' di eleggere un consigliere - per errori sesquipedali di ingenuita' e di presunzione dai loro stessi promotori commessi), almeno riafferma il rifiuto di essere complici del regime della corruzione, dell'eversione dall'alto, del fascismo che torna. Almeno riafferma la scelta di essere fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana, alla Dichiarazione universale dei diritti umani.

Votare a sinistra occorre: e non solo per uno dei due candidati a sindaco di sinistra, ma anche per la lista che lo sostiene (poiche' se potra' entrare in consiglio comunale sara' come consigliere, ovvero unicamente grazie ai voti di lista).

Votare a sinistra. E continuare la lotta.

La lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita'.

La lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera.

La lotta di e per un'umanita' di persone libere ed eguali in diritti: per l'internazionale futura umanita', per una societa' mondiale in cui da ogni persona sia dato secondo le sue capacita', e ad ogni persona sia dato secondo i suoi bisogni.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Ettore Segatori, Viterbo innocente e colpevole, Edizioni "Sottovoce" - Gescom, Viterbo 1985, pp. 216.

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Riedizioni

- David Means, Episodi incendiari assortiti, Minimum fax, 2003, 2013, Il sole 24 ore, Milano 2013, pp. 144, euro 9,90.

 

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

6. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1283 del 23 maggio 2013

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