Piccola orazione per Alfio Pannega, tre anni dopo
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- Date: Tue, 30 Apr 2013 18:55:06 +0200 (CEST)
PICCOLA ORAZIONE PER ALFIO PANNEGA, TRE ANNI DOPO
"Io e ' compagni eravam vecchi e tardi"
(Dante, Inf., XXVI, 106)
Questo 30 aprile sono gia' tre anni che Alfio Pannega ci ha lasciato.
E mi chiedo se anche noi che abbiamo avuto alto l'onore e la fortuna grande di essergli stati amici e compagni abbiamo saputo restar fedeli alla sua lezione, portare avanti la sua lotta.
E la sua lezione era l'amore per tutto il mondo vivente, e nel mondo vivente in particolare per l'umanita' tutta, e nell'umanita' tutta in particolare per gli sfruttati e oppressi, gli umiliati e offesi, i deboli e dimenticati.
E la sua lotta era in difesa della biosfera, in cui tutti viviamo e di cui siamo parte, e nella biosfera in particolare per le piante e gli animali di cui sapeva tutti i segreti e tutti i linguaggi tanto li amava, e tra gli animali in particolare quel bizzarro essere che e' l'essere umano, che ha bisogno di una casa per ripararsi, di vestiti per coprirsi, di aria da respirare, di acqua da bere, di pane da mangiare, di luoghi e beni in cui ritrovarsi, riconoscersi e di cui gioire, e soprattutto di relazioni di cui nutrire i suoi affetti e i suoi pensieri, i suoi piu' delicati sentimenti e le sue piu' alte cogitazioni e deliberazioni e imprese, e soprattutto di corale colloquio in cui godere la dolcezza di essere persona tra persone, umano tra umani.
*
Alfio l'antifascista, Alfio il compagno comunista, Alfio l'amico della nonviolenza; Alfio il poeta dalle perfette stanze e dalle parole esatte, di sguardo acuto e chiaroveggente visione; Alfio il proletario consapevole orgoglioso portatore della coscienza di classe degli oppressi in lotta per la liberazione dell'intera umanita'; Alfio dei mille lavori operai e delle mille tecniche artigiane, Alfio il contadino sapiente e l'ecologo ante litteram.
Ma anche Alfio che aveva vissuto una lunga solitudine, e una condizione di sfruttamento estremo, e che aveva resistito: perche' un uomo di valore resiste sempre, poiche' sa che anche dalla sua resistenza e dal suo esempio, dalla sua rettitudine e dalla sua compassione, dipende l'affermazione della dignita' umana nel mondo; Alfio che solo negli ultimi vent'anni di vita aveva ritrovato una famiglia: quella dei compagni - le donne, gli uomini, le bambine e i bambini - del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul", che lo hanno amato di un amore viscerale, donandogli infine la gioia piu' grande, riconoscendone infine pienamente le virtu': gli anni dal 1993 al 2010 sono stati per Alfio anche anni di lotte appassionate - contro la guerra e contro il razzismo, per difendere Viterbo dalla speculazione e dal malgoverno, per l'ambiente e per i diritti sociali, primo fra tutti quello alla casa -, ma anche anni di intenso impegno educativo per tramandare ai giovani suoi compagni profonde le sue conoscenze ed appassionati i suoi amori (la natura e il ricordo della madre, Dante e la poesia, la liberta' e la solidarieta', il lavoro ben fatto e la generosita' senza riserve - ed in verita' tutti questi amori erano poi uno stesso amore), e pur tra i malanni dell'eta' fu per lui anche un tempo di iridescente serenita'.
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La morte lo ha rapito ancora integro, ancora sulla barricata, nel vivo della lotta in difesa del Bulicame, nel vivo della lotta per il diritto alla casa, nel vivo della lotta contro il razzismo, nel vivo della lotta per la pace, nel vivo della lotta contro tutte le ingiustizie, contro tutte le violenze.
Nel ricordarlo ancora ci illumina Alfio Pannega. Ancora ci convoca a realizzare giustizia e liberta', responsabilita' e solidarieta', il bene comune, la dignita' di ognuno e di tutti, splendente la verita'.
Peppe Sini
Viterbo, 30 aprile 2013
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