Archivi. 174
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- Date: Sat, 20 Apr 2013 07:15:00 +0200 (CEST)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Numero 174 del 20 aprile 2013
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di novembre 2007 (parte prima)
2. Perche' la nonviolenza e' invincibile
3. Per dirla tutta
4. Il fascismo dei maschi, il razzismo degli sfruttatori. Apocalypsis cum figuris
5. Don Oreste Benzi
6. Il pastorello non rispose. O della sicurezza
7. Quando
8. E tu
9. L'eredita' vivente di Aldo Capitini
10. Il congresso nazionale del Movimento Nonviolento per la riduzione del trasporto aereo
11. Alcuni messaggi di saluto al congresso del Movimento Nonviolento
12. Brevi tre considerazioni
13. Minime due glosse
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI NOVEMBRE 2007 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di novembre 2007.
2. PERCHE' LA NONVIOLENZA E' INVINCIBILE
Coloro che pensavano che la repressione in Myanmar avrebbe spento la lotta nonviolenta, non sapevano quel che si dicevano.
La nonviolenza e' invincibile: le forze della dittatura possono reprimere, massacrare, umiliare e terrorizzare, ma la nonviolenza e' piu' forte.
Non garantisce la vittoria immediata: ma nulla puo' sconfiggerla.
Non prevale d'impeto: e' lenta, profonda, richiede un coraggio paziente, un lungimirante eroismo, una coscienza limpida e una capacita' immensa di preferir soffrire anziche' far soffrire, di ricevere il male anziche' infliggerlo, di combattere la violenza interamente negandola nel proprio agire.
La nonviolenza sa di essere una difficile, difficile strada: ma e' l'unica via attraverso cui si riconosce e s'invera l'umanita'.
*
Coloro che proclamavano di star aiutando il popolo birmano che ha scelto di lottare con la forza della nonviolenza, non sapevano quel che si dicevano.
E' il popolo birmano che sta aiutando noi: indicandoci la via, infondendoci coraggio, salvando anche le nostre vite e rivendicando anche la nostra dignita' umana col suo opporsi al militarismo e al modello di sviluppo schiavista e onnicida che con la forza delle armi viene imposto in Birmania, e in tutto il mondo.
*
Al popolo birmano, sulle cui gambe oggi cammina la nonviolenza, dobbiamo gratitudine.
La nostra solidarieta' non e' che una minima restituzione di quanto ci stanno donando.
*
Nessuna dittatura puo' durare in eterno.
La nonviolenza e' piu' forte.
3. PER DIRLA TUTTA
Ad essere vecchi del mestiere non si ha piu' voglia di fingersi ingenui.
Cosi', con tutto il rispetto per talune iniziative e campagne su temi pacifisti e umanitari caldamente e callidamente appoggiate da taluni partiti di governo, ministri e sottosegretari, non possiamo fingere di non sapere che esse hanno corso e da essi sostegno in quanto diversivi, per distrarre l'attenzione e comprare il silenzio sulla guerra in atto, sulla guerra terrorista e stragista cui l'Italia partecipa in violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale.
Non dubito che molti a quelle iniziative - in se' appunto apprezzabili - aderiscano in buonissima fede, e bene ha fatto questo foglio a segnalarle e ad esprimere ad esse attenzione e quindi appoggio. Ma non dubito neppure che alcuni - non pochi, e forse la totalita' - dei promotori di esse sappiano benissimo a quale operazione si stanno prestando.
*
Non sappiamo se il governo italiano arreso al fascismo planetario della guerra cadra' adesso o tra qualche anno, sappiamo che - ceteris paribus - essendosi esso arreso al fascismo planetario, e all'ideologia e alla prassi della corruzione che questa scelta accompagna - gli succedera' il ritorno dei fascisti al potere anche in Italia.
Alle prossime elezioni politiche sara' quindi necessario che si presenti almeno una lista che al fascismo planetario della guerra si opponga.
Una lista, una lista di liste, che faccia la scelta della nonviolenza.
Che ponga la scelta della nonviolenza come criterio decisivo. Come politica prima, come fondamento che non vacilla, come impegno morale oltre che come progetto politico e programma amministrativo.
Una lista che naturalmente si collochi nello schieramento che si oppone al fascismo, e ne sia il nucleo nitido ed intransigente - e che esso schieramento sia composto da tutto il cosiddetto centrosinistra (se avra' un moto di pentimento e sapra' far pulizia al suo interno di quanto di marcio e scellerato oggi vi domina) o solo dalla lista della nonviolenza poco importa. Conta che si possa votare per la Costituzione e per la democrazia, contro la guerra e contro il fascismo, contro la mafia e contro il regime della corruzione, per il bene comune e per l'umanita', per la nonviolenza.
*
A coloro che, arresisi allo status quo e di esso ridottisi quindi a complici, vorrebbero traviarci col penoso sofisma secondo cui si deve votare Mussolini contro Hitler, non abbiamo esitazione alcuna a rispondere che noi non votiamo ne' l'uno ne' l'altro. Noi votiamo per la Resistenza.
4. IL FASCISMO DEI MASCHI, IL RAZZISMO DEGLI SFRUTTATORI. APOCALYPSIS CUM FIGURIS
Come si fa a non vedere a quale livello di ferocia e pervasivita' e' ormai giunta quella guerra dei maschi contro l'altra meta' dell'umanita', guerra, si', che ormai chiamiamo - con termine terribile e ineludibile - femminicidio?
E come si fa a non vedere a quale livello di ferocia e pervasivita' e' ormai giunto il razzismo della casta dei privilegiati - e privilegiati perche' godono del frutto della rapina genocida ai danni dei quattro quinti dell'umanita', rapina che si presenta ora sotto lo pseudonimo di "nuovo ordine mondiale" - al punto che anche il sindaco di Roma, che solitamente viene spacciato per persona mite, dimenticando il principio di diritto secondo cui la responsabilita' penale e' personale e quello secondo cui una persona puo' essere punita solo se ha commesso un reato, arriva a promuovere una sorta di crociata contro le persone provenienti dalla Romania (ben sapendo che quando i prominenti e i bennati lanciano raffiche di folli feroci parole in tv, i nazisti nostrani nei loro sottoscala gia' affilano i pugnali pronti all'uso, da quelle medesime folate di parole sentendosi a un tempo eccitati e legittimati)?
Come si fa a non vedere che proseguendo nella devastazione ambientale recata con se' dal modello di sviluppo industrialista e consumista, dalla logica della massimizzazione del profitto e dello sfruttamento totale e totalitario di natura e persone, la biosfera sta giungendo al collasso, e con essa, entro essa, la civilta' umana si estingue, e l'umanita' presente e futura va incontro a sofferenze indicibili?
Come si fa a non vedere che la partecipazione militare italiana alla mattanza in Afghanistan, in spregio della legge che l'omicidio e le stragi proibisce, in spregio della legge che la guerra ripudia, ci rende terroristi, complici di terroristi, mandanti, esecutori, seminatori ed alimentatori di terrorismo, ci rende un paese assassino, un ex-ordinamento giuridico che abdica al diritto in favore della mafia, uno "stato canaglia" (nel gergo di lorsignori), e cosi' si apre un varco, si aprono le cateratte, al dilagare di ogni orrore?
*
Come si fa a non vedere questa fiumana di sangue?
E a restare inerti e pusillanimi sulla soglia di casa in attesa che ci investa, e allora non basteranno ne' i sacchetti di sabbia, ne' i cavalli di frisia, ne' la mitraglia, ne' il girar dell'elica e il rombo del motor. Tutti saremo sommersi.
*
Il tempo disponibile e' ormai poco: o la nonviolenza si fa forza politica e programma politico, o la nonviolenza si pone l'obiettivo del governo del nostro paese e delle cose del mondo, o la nonviolenza torna al programma di Gandhi: programma politico rivoluzionario per l'autogoverno, per la presa e la condivisione del potere, per la liberazione dell'umanita' e la responsabilita' di ciascuno per tutto, o non ci sara' scampo per nessuno. Per nessuno ci sara' scampo.
La nonviolenza in cammino, la nonviolenza del movimento delle donne, la nonviolenza dell'ecologia fondata sul principio responsabilita', la nonviolenza che rivendica tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, la nonviolenza socialista e libertaria, la nonviolenza dell'internazionale futura umanita', e' oggi a questa prova e non puo' eluderla.
Deve organizzare la lotta politica per il potere politico, deve rovesciare le sorti del mondo. Deve fermare la guerra, le stragi, le devastazioni. Deve affrontare e sconfiggere patriarcato, sfruttamento, inquinamento, militarismo, totalitarismo, barbarie.
Deve inverare il progetto politico di Simone Weil e di Hannah Arendt, di Virginia Woolf e di Rosa Luxemburg, di Rigoberta Menchu' e di Vandana Shiva. Di Luce Fabbri. Di Aung San Suu Kyi.
La nonviolenza in cammino. Questa unica umanita'.
5. DON ORESTE BENZI
Mio buon vecchio don Oreste, maestro e compagno di lotta di tutte e di tutti gli oppressi.
Oggi piangero' soltanto, per la tua morte.
Domani scrivero' della gratitudine e della gioia, per la tua vita.
6. IL PASTORELLO NON RISPOSE. O DELLA SICUREZZA
1. Che tutti abbiano un tetto sulla testa, questa e' una politica della sicurezza.
Che tutti abbiano un paio di scarpe, un cappotto, una scodella di riso, questa e' una politica della sicurezza.
Che tutti abbiano un letto per dormire in una stanza calda, questa e' una politica della sicurezza.
Che nessuno sia abbandonato con una bestia, questa e' una politica della sicurezza.
Che nessuno subisca fame e violenza, umiliazioni e inganni, questa e' una politica della sicurezza.
Che nessuno derubi nessuno, che cessi il terrorismo dei ricchi e dei potenti, questa e' una politica della sicurezza.
*
2. Dice il vero Robin Morgan quando scrive che ogni donna che sente alle sue spalle il passo di un uomo ha motivo di avere paura.
E dicono il vero quei greci che sapevano tutto che tutto l'orrore comincia coi padri che ammazzano le figlie, le guerre per far preda di donne, la famiglia che gronda sangue e odio, la citta' che le donne priva di diritti.
Questa lunga storia di orrori inaugurata nel segno del patriarcato, del maschilismo, della guerra senza quartiere di meta' del genere umano per opprimere e torturare l'altra meta' - colpevole di avere il potere di generare la vita, che ai maschi e'precluso.
*
3. Tanti anni fa chi scrive queste righe coordinava per l'Italia la campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora recluso nelle carceri del regime razzista sudafricano. Dicevo allora che il Sudafrica non era il nostro passato, ma il nostro presente e futuro: che l'apartheid era il paradigma delle relazioni internazionali effettualmente date, che il razzismo non era residuale ma costruiva cultura e istituti di dominazione planetaria, negli ordinamenti giuridici come nei rapporti sociali come nei modi di produzione e nell'appropriazione delle risorse come nelle coscienze. Aver sconfitto l'apartheid in Sudafrica non basta: occorre sconfiggere l'apartheid nel mondo. E per farlo occorre prendere esempio dalla lotta di Mandela: fare la scelta concreta della nonviolenza, la scelta rivoluzionaria della nonviolenza, la scelta politica della nonviolenza.
*
4. Sara' perche' il mio marxismo era quello di Fortini e Timpanaro, e la mia storia di militante del movimento operaio non e' mai stata complicita' con i regimi fascisti del socialismo reale o con i sanguinari seguaci nostrani del totalitarismo e del dogmatismo uccisore pre e post '68, sono diventato una persona amica della nonviolenza senza dover gettare alle ortiche quello che gia' pensavo, ma tutto ulteriormente approfondendo e filtrando, criticando, dialettizzando, rigorizzando, rendendo piu' vivo e coerente, piu' nitido e piu' intransigente.
Cosi' assisto alla catastrofe morale e politica, teorica e pratica dei gruppi dirigenti di grandi e piccine organizzazioni della ex-sinistra italiana, e dei burocrati e cattedratici loro; con lo sguardo di chi prova pena e ribrezzo per chi ieri inneggiava all'assassinio contro il capitale ed oggi inneggia all'assassinio a vantaggio del capitale: restano quello che erano, sciagurati e dementi. Lame pronte alle basse bisogne. Fascisti ritinti di rosso prima, di verde e di rosa adesso, domani di bianco o di blu.
La nostra sinistra era altra cosa, e' altra cosa. Il partito dei fucilati, il partito del discorso della montagna, l'internazionale futura umanita'. La sinistra delle oppresse e degli oppressi, della solidarieta' e della liberazione. La sinistra che nessun gruppo dirigente puo' portare al postribolo o al macello.
La nonviolenza non ti chiede di rinunciare alle tue idee, ma di pensarle fino in fondo. Cosi' si puo' essere persone amiche della nonviolenza muovendo dalle piu' diverse visioni del mondo. La nonviolenza solo questo ti chiede: di pensare seriamente i tuoi pensieri, di riconoscere la dignita' umana tua propria e di tutti gli esseri umani, di ripudiare e contrastare ogni violenza, di aiutare ogni essere che soffre, di prenderti cura di questo giardino che e' di tutti. La nonviolenza e' la politica dell'umanita' in cammino.
*
5. Se tu trovassi all'angolo di casa il monello o il furfante o il commando mafioso che tenti appiccare ad essa il fuoco, certo lo fermeresti, certo chiameresti al soccorso, certo verrebbero a darti man forte tutti gli altri inquilini. La Terra e' questa casa. Ma tu te ne dimentichi.
*
6. I fermati che ogni notte vengono picchiati nelle caserme, nelle questure.
Che ogni notte vengono picchiati nelle caserme, nelle questure.
Ogni notte vengono picchiati.
Nelle caserme, nelle questure, vengono picchiati.
Che questo cessi: questa e' sicurezza.
*
7. Chi in fuga dalla miseria tende la mano, e riceve scorpioni e frustate.
Chi in fuga dalla miseria tende la mano, e subisce una nuova schiavitu'.
Chi in fuga dalla miseria tende la mano, a quella persona si lasci dire cosa sia sicurezza.
*
8. Sono stato ospite negli accampamenti zingari: mi hanno accolto con lo stesso rispetto che ho avuto per loro. Quanto avevano di migliore mi hanno offerto. Abbiamo bevuto il caffe' dell'alleanza.
Sono stato nei palazzi dei potenti: solo odio e disprezzo e vilta' ne trasudava.
Sono gli zingari i miei fratelli, le mie sorelle.
Chi oggi eccita al pogrom, io so le gesta di chi riproduce. Un governo che deporta, che interna nei campi, che eccita ai rastrellamenti dei poveri e degli oppressi, io so a quale scuola si e' messo, io so a quale ordine porta.
*
9. "Scusi, che ne pensa del pacchetto sicurezza del governo italiano?", chiese il cronista al pastorello afgano dopo che il raid dell'Isaf - la congrega di stragisti di cui l'Italia fa parte - aveva raso al suolo la sua casa e sterminato tutti i suoi parenti. Il pastorello non rispose.
"Che ne pensa, scusi, del pacchetto sicurezza del governo italiano?", chiese il cronista al sopravvissuto del naufragio dell'ultima carretta del mare che dopo aver visto l'intera sua famiglia finire in pasto ai pesci e' stato tratto in campo di concentramento per essere riconsegnato agli aguzzini da cui era scappato finendo nelle mani di altri aguzzini. Il sopravvissuto non rispose.
"E lei, lei che ne pensa del pacchetto sicurezza del governo italiano?", chiese il cronista alla ragazza sinta cui le ruspe stavano abbattendo la misera baracca. La ragazza non rispose.
*
10. E' stato scritto gia' su questo foglio, lo si ripete qui una volta ancora: e' giunta l'ora che la nonviolenza ritorni alle origini sue: di lotta politica di liberazione degli oppressi; di lotta politica per l'indipendenza e l'autogoverno; di lotta politica dell'umanita' per un mondo in cui i diritti umani a tutti gli esseri umani siano riconosciuti, alle donne e agli uomini; di lotta politica in difesa della madre Terra; di lotta politica, di programma politico, di progetto politico per la conquista del potere che tutti i poteri irresponsabili e oppressivi atterri; e inveri il programma di Giacomo Leopardi. Il programma di Luce Fabbri. Il programma di Vandana Shiva. La politica della misericordia, la politica della comunita' della Terra.
7. QUANDO
Quando tu cedi a un orrore
un altro subito ne segue.
Cosi' non chiedere quando sia il momento
di iniziare a resistere. Il momento
e' adesso.
8. E TU
La guerra uccide.
Gli eserciti uccidono.
Le armi uccidono.
Tu non uccidere.
Tu opponiti a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, a tutte le armi.
Tu non uccidere, tu salva le vite.
9. L'EREDITA' VIVENTE DI ALDO CAPITINI
Con la manifestazione antimilitarista per le vie di Verona il 4 novembre "non festa ma lutto" si e' concluso il XXII congresso del Movimento Nonviolento.
Il movimento fondato da Aldo Capitini all'indomani della prima marcia Perugia-Assisi si conferma un fondamentale punto di riferimento per quante e quanti alla nonviolenza si accostano, per quante e quanti in essa persuasi persistono.
Con la sua rivista mensile "Azione nonviolenta" che da oltre quarant'anni costituisce uno strumento di informazione e formazione insostituibile nel panorama editoriale italiano; con il suo sito www.nonviolenti.org che mette a disposizione di tutte e tutti materiali indispensabili per la costruzione di una cultura della pace; con le sue sedi, le sue iniziative, i suoi militanti che nelle mobilitazioni sociali, nelle iniziative di solidarieta', nelle lotte politiche per la verita' e la giustizia recano l'aggiunta nonviolenta, la coerenza tra mezzi e fini, l'impegno per il riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani; con la sua esemplare lezione di rigore morale e intellettuale, la sua azione pedagogica nel farsi stesso delle lotte contro ogni oppressione e devastazione, contro ogni violenza e contro ogni menzogna, il Movimento Nonviolento e' la prova vivente che l'appello e la proposta di Mohandas Gandhi, di Aldo Capitini, di Danilo Dolci, e di Virginia Woolf, di Simone Weil, di Hannah Arendt, vivono e crescono nella coscienza e nell'agire di sempre piu' numerose persone, persuase della necessita' di scegliere la nonviolenza per fermare le guerre e le stragi, lo sfruttamento e l'oppressione delle donne e degli uomini, l'inquinamento e la devastazione dell'unica casa comune dell'umanita' intera.
La nonviolenza e' oggi l'unica proposta politica in grado di fermare le stragi, la barbarie, il collasso della biosfera.
La nonviolenza e' in cammino. Il XXII congresso del Movimento Nonviolento ha confermato questa verita', ed e' stato altresi' vibrante un appello a un sempre piu' ampio e profondo e consapevole e condiviso impegno di ogni persona di volonta' buona a scegliere la nonviolenza. A scegliere l'umanita'.
10. IL CONGRESSO NAZIONALE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO
[Riportiamo il seguente comunicato, dal titolo "Il congresso nazionale del Movimento Nonviolento riunito a Verona ha approvato all'unanimita' la mozione presentata dal professor Alessandro Pizzi per la riduzione del trasporto aereo" diffuso il 3 novembre 2007 dal Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo...]
Nella sessione conclusiva del congresso del Movimento Nonviolento, tenutosi a Verona dal primo al 3 novembre 2007, e' stata approvata all'unanimita' (con tre soli astenuti e nessun voto contrario) la mozione per la riduzione del trasporto aereo presentata dal professor Alessandro Pizzi del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo.
Il Movimento Nonviolento, fondato da Aldo Capitini (1899-1968, l'illustre filosofo ideatore della marcia Perugia-Assisi), e' la principale esperienza organizzata della nonviolenza in Italia, e una struttura di grande rilevanza culturale e civile e di immenso prestigio morale.
*
Il testo della mozione approvata recita:
"Il Congresso del Movimento Nonviolento
- impegnato nella difesa della biosfera fortemente minacciata dal surriscaldamento del clima;
- consapevole del pesante contributo che al surriscaldamento del clima da' il trasporto aereo;
- cosciente altresi' che il trasporto aereo costituisce una forma di mobilita' altamente inquinante e devastante per l'ambiente e dannosa per la salute e il benessere delle persone, fortemente energivora, interna ad un modello di sviluppo ecologicamente insostenibile, assai costosa per l'intera collettivita' locale e l'intera umanita' vivente che in larghissima parte neppure ne fruisce;
esprime sostegno ai movimenti che si impegnano per la drastica riduzione del trasporto aereo;
ed in tal ambito sostiene i movimenti e le iniziative che con la scelta della nonviolenza e la forza della democrazia, in difesa della legalita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani:
a) si oppongono alla realizzazione di nuovi aeroporti (e all'ampliamento degli aeroporti esistenti) laddove non ve ne sia una vera necessita' ma essi siano realizzati per promuovere forme di turismo "mordi e fuggi" legate a una fruizione consumista, alienata, usurante e mercificata dei beni ambientali e culturali, e ad un'esperienza del viaggiare che non sia arricchimento di conoscenza ma asservimento agli imperativi delle agenzie della narcosi pubblicitaria;
b) si impegnano per la riduzione drastica ed immediata del carico di voli dei sedimi aeroportuali collocati a ridosso di centri abitati gia' pesantemente gravati e fin soffocati dall'attivita' aeroportuale;
c) chiedono la cessazione dello sperpero di pubblico denaro per finanziare le compagnie aeree;
d) chiedono che cessino le agevolazioni e le esenzioni fiscali alle compagnie aeree;
e) si oppongono alle condotte gravemente antisindacali e violatrici dei diritti dei lavoratori messe in atto da eminenti compagnie aeree;
f) difendono il diritto alla salute, i beni culturali e ambientali, gli ecosistemi locali e l'ecosistema planetario, i diritti dell'umanita' presente e delle generazioni future, minacciati dal dissennato incremento del trasporto aereo;
g) si impegnano per il rigoroso rispetto della legislazione in materia di difesa dell'ambiente, della salute, dei beni comuni;
h) chiedono che tutte le strutture aeroportuali realizzate e realizzande siano sottoposte senza eccezioni alla dirimente verifica della compatibilita' con quanto disposto dalla vigente legislazione italiana ed europea in materia di Valutazione d'impatto ambientale (Via) e di Valutazione ambientale strategica (Vas);
i) si oppongono alle attivita' militari che violano l'art. 11 della Costituzione e ad ogni ampliamento delle basi aeronautiche militari, e particolarmente alla presenza e all'ampliamento di basi aeronautiche militari di stati stranieri e di coalizioni intese a, o impegnate in, attivita' belliche che la Costituzione ripudia;
l) promuovono forme di mobilita' sostenibile, modelli di sviluppo autocentrati con tecnologie appropriate, scelte economiche ecocompatibili, eque e solidali;
m) promuovono una cultura della mobilita' e del viaggio sostenibile, conviviale, solidale, aperta all'incontro e all'ascolto reciproco, rispettosa delle persone e dell'ambiente;
n) si impegnano per la riduzione del surriscaldamento climatico e per la difesa della biosfera".
11. ALCUNI MESSAGGI DI SALUTO AL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Ringraziamo Mao Valpiana per averci messo a disposizione i messaggi di saluto al XXII congresso del Movimento Nonviolento svoltosi dal primo al 4 novembre 2007 a Verona. Pubblichiamo di seguito una prima serie di essi; gli altri pubblicheremo via via che saranno trascritti e ci saranno messi a disposizione.
Anche da questi messaggi si evince come il congresso del movimento fondato da Aldo Capitini abbia avuto la capacita' di essere punto di riferimento ed appello alla riflessione comune. Voci diverse vi si sono incontrate in un dibattito non reticente.
E' tempo che le persone amiche della nonviolenza escano dalla subalternita' e della marginalita'; e' tempo che chiamino ogni persona di volonta' buona ad uscire dall'apatia o dalla rassegnazione; e' tempo di dismettere ogni ambiguita' e di rompere ogni collusione con i poteri assassini, con le ideologie violentiste, con le pratiche dell'oppressione e della devastazione. E' tempo di proporre la nonviolenza come proposta politica, come prassi politica, come azione politica, come organizzazione politica.
La nonviolenza cosi' come l'ha pensata e praticata Mohandas Gandhi, organizzatore politico di lotte politiche per obiettivi politici. La nonviolenza cosi' come l'ha pensata e praticata Martin Luther King, organizzatore politico di lotte politiche per obiettivi politici. La nonviolenza cosi' come l'ha pensata e praticata Danilo Dolci, organizzatore politico di lotte politiche per obiettivi politici.
La nonviolenza del movimento delle donne, che della nonviolenza in cammino e' stata ed e' la massima esperienza storica.
La nonviolenza dell'ecologia fondata sul principio responsabilita'.
La nonviolenza della tradizione socialista e libertaria.
La nonviolenza del riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.
La nonviolenza giuriscostituente.
La nonviolenza e' la politica del XXI secolo. Qui e adesso e' il luogo e il momento di passare dalla mera testimonianza personale all'azione politica collettiva.
Solo la nonviolenza puo' fermare la guerra. Solo la nonviolenza puo' sconfggere la barbarie. Solo la nonviolenza puo' impedire la devastazione della biosfera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
12. BREVI TRE CONSIDERAZIONI
Una nonviolenza meramente declamatoria, meramente scolastica, meramente professorale, non e' nonviolenza, ma dissipazione.
Una nonviolenza che delega la politica ad altri, non e' nonviolenza, ma vilta'.
Una nonviolenza che non trasforma il mondo, che non salva le vite, che non ferma la guerra e le stragi, che non organizza la resistenza alla barbarie, che non si pone l'obiettivo del potere, del potere per la liberazione di tutte e tutti, del potere di tutte e di tutti, non e' nonviolenza, ma complicita'.
13. MINIME DUE GLOSSE
Molte sono le visioni della nonviolenza, e le vie. La nonviolenza non e' un insieme di dogmi e di autorita', ma di concrete esperienze e riflessioni. Ad esempio per me che scrivo queste righe sono state migliori maestre di accostamento alla nonviolenza Rosa Luxemburg e Virginia Woolf, Hannah Arendt e Simone Weil, che non Mohandas Gandhi e Aldo Capitini, Lev Tolstoj e Martin Luther King. E poco conta che gli ultimi quattro esplicitamente teorizzassero, tematizzassero e praticassero la nonviolenza dichiarandola come tale e le prime quattro no.
Cosi' al bel saggio che precede - e che nitidamente ricostruisce alcuni elementi essenziali della visione e della proposta gandhiana - forse non sara' inopportuno aggiungere due glosse.
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La prima: credo che quando Gandhi e molte altre persone amiche della nonviolenza parlano di Dio o della religione, dicano con altro linguaggio cose che io materialista chiamo con altro nome; se "religio" e', nell'etimo, legame, collegamento, relazione, non si puo' - in quanto esseri umani, ovvero animali sociali, e parlanti, cioe' dialogici - non essere in questo senso religiosi; se con la parola Dio si intende cio' che altri chiama sommo bene, ed altri ancora intende come percezione del cosmo e sintesi dei valori, allora anche noi modesti amici della scuola di Lucrezio e Diderot, di Feuerbach e Leopardi, di Luxemburg e di Camus, di Arendt e di Russell, possiamo essere ammessi alla mensa comune dell'umanita' pur essendo ateisti senza equivoci.
Se il concetto di religione e la nominazione dell'Altissimo fossero invece strumento atto ad escludere ed opprimere e disumanizzare chi di una narrazione e di un linguaggio non partecipa, allora almeno io preferisco stare tra gli esclusi, e combattere chi esclude ed opprime e disumanizza.
Con tanto affetto per gli amici detentori di una fede salvifica, quella fede io non l'ho (e non avendola ne discendono altresi' alcune conseguenze pratiche cui non sempre gli amici teisti mi sembra siano abbastanza attenti: che non essendoci riscatto dal male in un altro mondo o in un'altra vita o in un'altra dimensione, mai tu devi opprimere o lasciar opprimere chicchessia; che "sacrificare" e' parola ed azione che riferita ad esseri umani designa e costituisce il crimine piu' orribile; che non la sofferenza autoinflitta ma una sobria e condivisa felicita' merita di essere vissuta e proposta alla vita altrui, e cosi' via).
*
La seconda: l'insistenza sul coraggio fino al sacrificio e sulle metafore militaresche e guerriere, fino ad espressioni raccapriccianti, aveva un senso nel contesto comunicativo - storico e culturale - in cui l'azione politica di Gandhi si collocava, oggi non piu'; anzi: esse sono ormai un residuo di un linguaggio, e di un'ideologia, che anch'essa e anch'esso dobbiamo affrontare, smascherare, sconfiggere, liberandocene infine.
*
E' vero: tanta parte del nostro riflettere e colluttare consiste sovente di questioni linguistiche; ma gli esseri umani questo sono: corpo, linguaggio, relazioni. E breve maravigliosa una vita bisognosa di cure e attenzione, di reciproco ascolto ed aiuto.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Numero 174 del 20 aprile 2013
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