Telegrammi. 1244



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1244 del 14 aprile 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Un buon Presidente della Repubblica

2. Un percorso di approfondimento verso il 25 aprile

3. Un incontro di studio su Rosa Luxemburg e Hannah Arendt

4. Confessioni di un bevitore di arsenico, che con una domanda si concludono

5. Segnalazioni librarie

6. Alcuni testi del mese di settembre 2003 (parte prima)

7. Da Viterbo a Riva con la nonviolenza e la nonmenzogna

8. Buon cammino

9. Un quesito per amatori

10. L'esposto del 24 febbraio 2003

11. In cammino da Assisi a Gubbio

12. Con Alfio Pannega

13. Giudici

14. La nonviolenza a Gubbio

15. Da Gubbio all'umanita'

16. La "Carta" del Movimento Nonviolento

17. Per saperne di piu'

 

1. IDEE. UN BUON PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

Stefano Rodota'.

 

2. INIZIATIVE. UN PERCORSO DI APPROFONDIMENTO VERSO IL 25 APRILE

 

In preparazione del 25 aprile, anniversario della liberazione dal nazifascismo, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo promuove un ciclo di incontri di studio nel corso dei quali si leggeranno e commenteranno alcuni testi classici dell'antifascismo e della cultura democratica: da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Piero Gobetti ad Antonio Gramsci, da Giacomo Matteotti a Carlo e Nello Rosselli, dalla Rosa Bianca a Dietrich Bonhoeffer, dalle lettere dei caduti della Resistenza alla Costituzione della Repubblica Italiana, da Primo Levi a Nelson Mandela, da Etty Hillesum a Germaine Tillion, dalle epigrafi di Piero Calamandrei alle memorie di Margarete Buber Neumann, da Albert Camus a George Orwell, da Virginia Woolf a Franco Basaglia e Franca Ongaro Basaglia, da Tzvetan Todorov a Stephane Hessel, da Simone de Beauvoir a Eve Ensler, da Simone Weil a Vandana Shiva.

 

3. INCONTRI. UN INCONTRO DI STUDIO SU ROSA LUXEMBURG E HANNAH ARENDT

 

Si e' svolto sabato 13 aprile 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Per una cultura e una prassi dell'antifascismo vivente e operante: la lezione di Rosa Luxemburg e di Hannah Arendt".

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni passi dalle lettere e dalle opere delle due grandi pensatrici e militanti per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

L'incontro era parte un ciclo di incontri di studio in preparazione del 25 aprile, incontri nel corso dei quali si leggeranno e commenteranno alcuni testi classici dell'antifascismo e della cultura democratica.

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Rosa Luxemburg, 1871-1919, e' una delle piu' limpide figure del movimento dei lavoratori e dell'impegno contro la guerra e contro l'autoritarismo. Assassinata, il suo cadavere fu gettato in un canale e ripescato solo mesi dopo; ci sono due epitaffi per lei scritti da Bertolt Brecht, che suonano cosi': Epitaffio (1919): "Ora e' sparita anche la Rosa rossa, / non si sa dov'e' sepolta. / Siccome ai poveri ha detto la verita' / i ricchi l'hanno spedita nell'aldila'"; Epitaffio per Rosa Luxemburg (1948): "Qui giace sepolta / Rosa Luxemburg / Un'ebrea polacca / Che combatte' in difesa dei lavoratori tedeschi, / Uccisa / Dagli oppressori tedeschi. Oppressi, / Seppellite la vostra discordia". Opere di Rosa Luxemburg: segnaliamo almeno due fondamentali raccolte di scritti in italiano: Scritti scelti, Einaudi, Torino 1975, 1976; Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976 (con una ampia, fondamentale introduzione di Lelio Basso). Opere su Rosa Luxemburg: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg, Mondadori, Milano 1977; Paul Froelich, Rosa Luxemburg, Rizzoli, Milano 1987; P. J. Nettl, Rosa Luxemburg, Il Saggiatore 1970; Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita' rivoluzionaria, Mursia, Milano 1974; AA. VV., Rosa Luxemburg e lo sviluppo del pensiero marxista, Mazzotta, Milano 1977.

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Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005; Alois Prinz, Io, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1999, 2009. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000.

 

4. LETTERE. CONFESSIONI DI UN BEVITORE DI ARSENICO, CHE CON UNA DOMANDA SI CONCLUDONO

[Riportiamo il seguente comunicato]

 

Prima ancora che le agenzie di stampa nazionali si accorgessero di quel che gia' tutti a Viterbo sapevamo, finanche la "Talete spa" - che gestisce i servizi idrici in quasi tutta la provincia capoluogo incluso - insieme alla bolletta dell'acqua salata (la bolletta, naturalmente) dall'inizio di quest'anno ci invia anche un prospetto con cui ci rende edotti che quell'acqua che paghiamo a caro prezzo per potabile in realta' potabile non e' ma avvelenata, e non solo non dobbiamo berla, ma neppure usarla per cucinare e neanche per lavarci i denti.

E' la stessa acqua che fino a non molto tempo fa in un sol coro amministratori e funzionari della medesima "Talete spa" e di tutte le istituzioni dal Comune fino al Governo (con codazzo di "tecnici", "esperti" ed altri prezzolati imbonitori) pretendevano a un dipresso che bevessimo a garganella. La stessa acqua che l'Unione Europea aveva dichiarato fuorilegge per eccesso di arsenico fin dal secolo scorso e che dal 2001 una legge dello stato italiano dichiarava avvelenata: ma per Viterbo ed altri luoghi era stata richiesta e ripetutamente concessa una deroga, ovvero una licenza di avvelenare. Licenza di avvelenare ora finalmente revocata, ma naturalmente solo a parole, visto che i dearsenificatori che dovevano essere realizzati dodici anni fa sono ancora pressoche' tutti da fare.

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Il prossimo mese a Viterbo si vota per il rinnovo dell'amministrazione comunale e come d'incanto sono fiorite cento liste, quasi tutte di prominenti del regime della corruzione o di giovini loro acrobatici valletti - e di Fregoli agilissimi allievi -, e la generalita' di esse per soprammercato esplicitamente neofasciste o di neofascisti infarcite.

Il prossimo mese si vota, e non c'e' candidato trasformista che non proclami la sua indignazione e minacci sfracelli per l'indegno scandalo dell'arsenico, e subito tenda l'orecchio all'applauso come il Nerone di Petrolini. Ma la generalita' di costoro, ed in particolare tutti coloro che hanno ricoperto incarichi pubblici con effettive responsabilita' di governo della citta' e del territorio (e quando diciamo tutti intendiamo dire: tutti), hanno taciuto per anni ed anni, o peggio hanno pontificato che il problema non sussisteva o lo hanno cinicamente minimizzato, e si sono ben guardati dal realizzare tempestivamente gli adeguati interventi concretamente possibili ed assolutamente necessari di cui vi era (e vi e' tuttora) una drammatica, disperata urgenza. Ed anche quei pochi candidi candidati che qualcosina hanno detto prima che l'ultima deroga scadesse, lo hanno fatto col contagocce, quanto bastava per timbrare il cartellino da esibire al momento buono. Sono - verrebbe da dire - le intermittenze del cuore.

Ne' c'e' da aspettarsi alcunche' di buono da chi in questi anni di avvelenamento pensava solo ad organizzare spettacoli circensi mentre a sempre piu' persone mancava il pane, e per tutti era anch'esso come l'acqua dall'arsenico avvelenato. E nulla aggiungiamo sugli speculatori e gli sciacalli che in circostanze simili non mancano mai.

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Chi invece sulla questione ha condotto da anni ed anni una straordinaria azione di informazione e di coscientizzazione, di denuncia e di documentazione, di incessante promozione di iniziative in difesa della salute di tutte le persone, e' stata la dottoressa Antonella Litta, referente nel viterbese dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" - e merito gliene sia dato.

La quale dottoressa Litta, sia detto en passant, e' stata altresi' la portavoce del comitato che ha guidato la lotta che ha salvato la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria dall'irreversibile devastazione che sarebbe stata provocata dalla realizzazione a Viterbo (propugnata da una lobby affaristica di estrema destra con la complicita' della quasi totalita' dell'insipiente ed irresponsabile quanto famelico e vandalico ceto politico ed amministrativo) di un mega-aeroporto nocivo e distruttivo, fuorilegge e insensato.

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Non sarebbe cosa buona che la dottoressa Antonella Litta venisse candidata a sindaco alle imminenti elezioni comunali di Viterbo, alla guida di una lista ovvero di una coalizione della sinistra delle persone oneste e sollecite del pubblico bene e dei diritti di tutti?

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Peppe Sini, civis viterbiensis atque mundi

Viterbo, 13 aprile 2013

 

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Luis Fernando Arean Alvarez, Fermat. Il teorema di Fermat, Rba Italia, Milano 2013, pp. 160, euro 9,99.

- Marzio Breda (a cura di), Il grande gioco del Quirinale, Rcs, Milano 2013, pp. 216, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

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Riedizioni

- Antonio Machado, Tutte le poesie e prose scelte, Mondadori, Milano 2010, 2013, 2 voll. per complessive pp. CLXIV + 1592, euro 12,90 + 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).

 

6. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI SETTEMBRE 2003 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di settembre 2003.

 

7. DA VITERBO A RIVA CON LA NONVIOLENZA E LA NONMENZOGNA

 

Nei prossimi giorni oltre alla camminata nonviolenta Assisi-Gubbio promossa dal Movimento Nonviolento ed alla carovana per la pace 2003 dei giovani e dei missionari comboniani, si terranno iniziative per la pace e la giustizia anche a Viterbo e a Riva del Garda, in occasione di vertici dei ministri europei.

Mentre nel caso della Assisi-Gubbio e della carovana per la pace la scelta della nonviolenza e' presupposto condiviso da tutti i partecipanti, e quelle iniziative hanno una motivazione e dimensione fortemente caratterizzata e non subalterna, scevra da rischi di ambiguita'; nel caso degli incontri che si terranno a Viterbo e a Riva vi e' il rischio che essi in qualche misura possano essere, per le manovre e negli intendimenti dei soliti provocatori (che, ripetiamolo, non mancano mai), subalterni e speculari ai vertici dei rappresentanti dei governi, e possano quindi riprodurne in scala le menzogne propagandistiche, l'esibizionismo narcisista, atteggiamenti di asservimento alla violenza e di idolatria della violenza col conseguente pericolo di contribuire allo scatenamento di essa.

Per questo e' necessario adoperarsi tutti per rendere inefficace ogni possibile provocazione che possa aggredire e comunque danneggiare le iniziative di necessaria e coerente opposizione al "disordine costituito" fondato su sfruttamento, inquinamento e guerra; iniziative che devono essere di critica precisa e meditata, di analisi adeguata e consapevole, di proposta ragionata e praticabile; iniziative che devono essere ispirate al "principio responsabilita'" non solo nei contenuti, ma anche nei metodi; nelle relazioni, nei gesti, negli atteggiamenti.

Per questo e' necessario che sia chiaro a tutte le persone di volonta' buona che prenderanno parte alle iniziative del movimento per la pace e la giustizia globale, che quelle iniziative avranno nitidi e forti un valore e una dignita' - e, conseguentemente, anche una effettuale utilita' - solo se saranno caratterizzate dalla nonviolenza e dalla nonmenzogna.

La scelta della nonviolenza e della nonmenzogna deve essere, ed occorre che sia chiaro ed evidente a tutti, la chiave interpretativa e il programma costruttivo degli incontri pacifisti ed equosolidali di Viterbo e di Riva, l'impegno di tutti e di ciascuno di coloro che prenderanno parte alle iniziative di riflessione e testimonanza contro la barbarie dominante e per l'umanita'.

E' indispensabile che sia cosi', ed e' indispensabile che sia chiaro, esplicito ed esplicitato che e' cosi'. In caso contrario si corre il rischio di essere - oltre che di apparire, e quindi di essere percepiti e fatti percepire - per l'ennesima volta come una sorta di sudditi e complici della violenza e della menzogna dominanti; e si corre il rischio - terribile, inammissibile rischio - di mettere ancora una volta, assurdamente e scelleratamente, a repentaglio l'incolumita' di persone innocenti: e questo non e' ammissibile oggi, come non lo era ieri, come non lo e' mai.

Le persone che si oppongono alla guerra deve essere costruttrici di pace, le persone che vogliono lottare per la verita' e la giustizia devono adottare esclusivamente metodi coerenti con la verita' e la giustizia, le persone che vogliono difendere i diritti umani devono cominciare con il rispettarli loro stesse, sempre.

La scelta della nonviolenza e della nonmenzogna: cosi' impegnativa, cosi' necessaria.

 

8. BUON CAMMINO

 

"Hay dos modos de conciencia: / una es luz, y otra, paciencia" (cosi' Antonio Machado, nel distico che apre il XXXV dei Proverbios y cantares (CXXXVI), in Poesias completas, Espasa-Calpe, Madrid 1975, 1983, p. 225).

A tutte le persone di volonta' buona che dal 4 al 7 settembre si incammineranno sulla via del buon Francesco, da Assisi a Gubbio, dal profondo del cuore l'augurio di buon cammino.

Questa camminata, e il convegno che la concludera', e' oggi occasione di chiarificazione grande, non chiusura di un ciclo, non celebrazione di se', ma apertura ulteriore che tocca nel vivo il sentire di tutti coloro che hanno a cuore la vita depauperata e minacciata degli esseri umani e del pianeta; voce e tragitto che invita tutti coloro che - magari anche solo in questi ultimi anni e mesi e giorni ed ancora vedendo come in uno specchio e per enigma - si sono schiusi e vanno schiudendosi all'ascolto della nonviolenza cogliendo in essa la scelta logico-assiologica, la prospettiva esistenziale ed ermeneutica, la proposta metodologica e politica e giuriscostituente necessaria per condurre a buon fine la lotta contro la guerra, contro l'inquinamento e contro lo sfruttamento che tutti ci opprime ed aliena e minaccia di annichilimento. Le persone di volonta' buona che vedono il volto dell'altro e ne sentono l'appello; le persone di volonta' buona che si sentono ognuno responsabile di tutto, come proponeva don Milani.

A tutte le persone di volonta' buona che dal 4 al 7 settembre si incammineranno sulla via del buon Francesco, da Assisi a Gubbio, dal profondo del cuore l'augurio di buon cammino.

"Caminante, son tus huellas / el camino, y nada mas: / caminante, no hay camino, / se hace camino al andar. / Al andar se hace camino, / y al volver la vista atras / se ve la senda que nunca / se ha de volver a pisar. / Caminante, no hay camino, / sino estelas en la mar" (ancora don Antonio, CXXXVI, XXIX, ivi p. 223).

 

9. UN QUESITO PER AMATORI

 

Cari amici,

nel periodo in cui dall'Italia partivano armi americane destinate a far strage in Iraq, presentai un esposto ad alcune Procure "contro i responsabili di detenzione e trasporto in territorio italiano di materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando; recante la richiesta di un intervento urgente delle autorita' preposte affinche' si proceda al sequestro di detto materiale bellico e all'incriminazione e all'arresto dei responsabili e dei complici di tale flagrante violazione della legalita'".

E questa e' la premessa.

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Noi archivisti

Qualche settimana fa mi e' giunta la notifica della richiesta di archiviazione presentata al Gip da parte della Procura di Viterbo, ho letto la motivazione, mi e' sembrata fondamentalmente corretta (i fatti che segnalavo non si sono svolti nel territorio di competenza, ed io stesso avevo provveduto a segnalarli anche ad altre Procure giurisdizionalmente competenti), e pur essendo in mio potere di presentare opposizione ho ritenuto giusto accettare quella decisione.

Mi e' giunta il 2 settembre la notifica di analoga richiesta di archiviazione da parte della Procura di Pisa al relativo Gip.

E qui la situazione e' un po' diversa.

Poiche' non vi e' dubbio che i trasporti di armi destinate alla guerra illegale e criminale in Iraq, ed alla commissione di crimini di guerra e contro l'umanita' in quel luogo, hanno riguardato sicuramente anche il territorio che ricade sotto la competenza degli uffici giudiziari di Pisa.

Come e' noto ho dieci giorni di tempo dalla notifica per prendere visione degli atti e presentare opposizione con richiesta motivata di prosecuzione delle indagini preliminari.

E qui mi si pone il problema di decidere cosa devo fare; problema che ha, direi, due aspetti particolamente rilevanti, uno di carattere generale, l'altro - chiedo venia - personale.

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Il primo aspetto

Il primo aspetto e' presto detto: mi sembra che varrebbe la pena di insistere nella richiesta alla magistratura affinche' con un processo penale in un'aula di giustizia si verifichi se vi fu violazione della legalita', se vi fu commissione di crimini, ed affinche' di quei crimini, se crimini vi sono stati ed a me pare ovviamente di si', si perseguano i responsabili tutti.

E' evidente, dal momento che all'epoca presentai quell'esposto, che personalmente sono persuaso del fatto che gravissima violazione della legalita' vi fu, e che ritengo doveroso che la magistratura intervenga e si pronunci (avrei preferito che intervenisse allora, forse avrebbe potuto contribuire a salvare tante vite umane).

Alla luce di questo vorrei andare a Pisa, leggere le carte, estrarne copia e, se la richiesta di archiviazione non fosse motivata con argomentazioni incontrovertibili (cosa che ignoro non avendone ancora preso visione), presentare opposizione ed impegnarmi per la prosecuzione dell'azione giudiziaria.

Credo che sarebbe la cosa giusta. Credo che il figlio della levatrice di Atene o il professor Immanuel Kant mi direbbero di farlo.

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Il secondo aspetto

Il secondo aspetto e' piu' spiacevole da dirsi, ma non meno cogente: non credo di avere risorse economiche sufficienti a poter proporre una prosecuzione del procedimento, gia' solo dover andare a Pisa piu' volte, spendere quel che occorre di marche da bollo, chiedere a un amico avvocato di assistermi cola', dover sperare che si arrivi a un dibattimento ed affrontare i costi che gia' anche solo una persona offesa e forse possibile parte civile deve affrontare, implica un carico di spesa al di fuori della mia portata.

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Una digressione

E qui devo fare una digressione, e me ne scuso, ma chi vuole puo' saltare questo paragrafo, non ci perde niente.

Lo dico con dispiacere e so che e' antipatico: il fatto e' che io non sono di quelli che - beati loro - hanno le tasche gonfie di soldi, che godono di prebende, e che passano soffice la vita ad andare in giro da un convegno all'altro, da una manifestazione all'altra, da una conferenza stampa all'altra (e - sia detto per inciso - mi sono sempre chiesto dove trovino i soldi e il tempo per poter condurre vite cosi' agiate, il lavoro di chi produce il loro agio e consente i loro consumi, e se questo tenore di vita non sia in contrasto con le affemazioni, che sovente odo da parte di taluni di essi i meno avvertiti, di essere i rappresentanti dei poveri e degli oppressi: i poveri e gli oppressi raramente fanno turismo, e sia pure turismo convegnistico e militante). So che e' ancor piu' antipatico dirlo, ma valga il vero: per le scelte di vita e di militanza che ho fatto ho gia' avuto la mia razione di fame e di persecuzioni (tra altre piacevolezze ho ancora in corso, e da molti anni, non so neppure quanti processi in cui imprenditori e faccendieri collegati ai poteri mafiosi, imprese di tangentopoli, politicanti corrotti e corruttori, mi accusano di diffamazione a mezzo stampa per aver denunciato le loro malefatte; e pur avendo io del tutto ragione, ed essendo assistito da eccellenti avvocati amici, i costi dei procedimenti sono comunque per me cosi' esorbitanti che se ci penso mi toglie il fiato).

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In breve: non credo di poter sostenere i costi di un procedimento che pure ho fortissimamente voluto avviare e che adesso devo decidere, e decidere in pochissimi giorni, se cercare di far proseguire o lasciare che finisca in archivio.

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In guisa di superflua postilla

Mi dico: sarebbe cosa buona e giusta, ed utile assai, se si riuscisse ad ottenere il pronunciamento di una corte di giustizia sul crimine che nel mio esposto segnalavo.

Mi dico anche: ti rendi conto che rischi di andare incontro a costi di gran lunga esorbitanti le tue possibilita'?

Mi dico ancora: non so se anche altri hanno presentato denunzie o esposti in quel frangente, e magari altri procedimenti sono stati avviati e magari sono gia' incardinati i dibattimenti (in questo caso questa archiviazione sarebbe ininfluente e mi potrei mettere l'anima in pace). Ma se questo fosse l'unico procedimento avviato, e potesse sortire qualche esito utile a contrastare guerre e stragi, come potrei lasciare che si archivi senza almeno presentare opposizione?

In questa situazione mi trovo, sono gia' passati due giorni su dieci. E mastico amaro.

Ho voluto almeno scriverne, e farvelo sapere.

 

10. L'ESPOSTO DEL 24 FEBBRAIO 2003

 

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa

alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza

alla Procura Generale della Repubblica, Roma

E per opportuna conoscenza:

al Prefetto e al Questore di Pisa, Vicenza, Viterbo, Roma

alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo

al Presidente della Repubblica Italiana

al Presidente del Consiglio dei Ministri

al Ministro della Difesa

al Ministro dell'Interno

al Ministro della Giustizia

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Oggetto: esposto contro i responsabili di detenzione e trasporto in territorio italiano di materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando; recante la richiesta di un intervento urgente delle autorita' preposte affinche' si proceda al sequestro di detto materiale bellico e all'incriminazione e all'arresto dei responsabili e dei complici di tale flagrante violazione della legalita'.

*

Con il presente esposto il sottoscritto Giuseppe Sini, direttore del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, con sede in Viterbo, strada S. Barbara 9/E,

- alla luce della dimostrata presenza e trasporto nel territorio italiano di materiale bellico di una potenza straniera, presenza e trasporto predisposti al fine di una utilizzazione terroristica e stragista di detti armamenti nella guerra illegale e criminale che si va preparando, guerra nei cui confronti l'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana vincola il nostro paese alla piu' intransigente delle opposizioni, e specificamente al "ripudio" di essa;

- alla luce del dovere di tutti i cittadini italiani di rispettare e inverare quanto disposto dalla Costituzione, fondamento del nostro ordinamento giuridico; ed alla luce del dovere di ogni essere umano di opporsi alle stragi e di difendere la vita di altri esseri umani e dell'umanita' intera che una nuova scellerata e criminale guerra minaccia; richiede l'intervento urgente delle competenti autorita' giudiziarie affinche':

a) si proceda a perseguire penalmente, e ad immediatamente mettere in condizione di non nuocere, i responsabili della detenzione e del trasporto in Italia di materiale bellico a fini di prossima e dichiarata utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando;

b) si proceda al sequestro di detto materiale bellico;

c) si intervenga a tutela della salute e dell'incolumita' dei cittadini italiani, minacciati dalla presenza di armi, tra cui anche armi di sterminio, sia presso le basi militari statunitensi dislocate in territorio italiano, sia lungo importanti arterie viarie e ferroviarie italiane;

d) si incriminino per favoreggiamento della presenza e del trasporto in Italia di detto materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando, tutte quelle autorita' pubbliche e quei pubblici dipendenti che invece di opporsi a tale gravissima e pericolosissima presenza e circolazione sul territorio nazionale italiano di strumenti di sterminio, sostengono gli stragisti che si dispongono ad usare tali strumenti di morte contro esseri umani innocenti nella guerra che si va preparando;

e) si incriminino per violazione della Costituzione quei pubblici poteri che alla guerra illegale e criminale che si va preparando hanno dato la loro complicita' mettendo illegalmente a disposizione degli stragisti il territorio, le risorse e le infrastrutture italiane;

f) si incriminino quanti abusando del proprio potere e commettendo un ulteriore reato non solo non difendono la legalita' costituzionale e il popolo italiano, ma impediscono ad altri la difesa della legalita' costituzionale e del popolo italiano, e con cio' stesso si mettono al servizio dei golpisti, degli stragisti, dei detentori e trafficanti di armi;

g) si incriminino per omissione di soccorso quanti, pur sapendo della presenza e della circolazione di questi materiali bellici di probabile prossima utilizzazione terroristica e stragista, omettono di agire per impedire che essi siano utilizzati per uccidere innocenti;

h) si incriminino per omissione di atti d'ufficio quanti investiti di specifici pubblici poteri, pur sapendo della presenza e della circolazione di questi materiali bellici di probabile prossima utilizzazione terroristica e stragista, omettono di agire nell'ambito dei propri poteri e delle proprie responsabilita' al fine di impedire il loro prossimo criminale uso ed hic et nunc la loro criminale circolazione, disponendo in forza della legge ed in considerazione delle rispettive prerogative istituzionali la cessazione di tale circolazione, la denuncia di tali presenze, il sequestro di tali armi, l'arresto dei detentori di esse, l'incriminazione dei mandanti, degli esecutori e dei complici per i molteplici reati che tale situazione di gravissima violazione della legalita' italiana configura.

Si richiede il piu' tempestivo intervento.

Si sottolinea che il presente esposto reca palesemente una "notitia criminis", e di eccezionale gravita'; cosicche' esso rende doveroso a qualsiasi pubblico ufficiale che ne venga a conoscenza sia di segnalare a sua volta quanto sopra all'autorita' giudiziaria, sia di intervenire nell'ambito delle proprie competenze affinche' i reati qui denunciati vengano fatti cessare ed i responsabili di essi vengano perseguiti penalmente.

Restando a disposizione per ogni ulteriore comunicazione ed eventuale opportuno chiarimento, e richiedendo altresi' di essere informato dell'eventuale archiviazione del presente esposto, vogliate gradire distinti saluti.

 

11. IN CAMMINO DA ASSISI A GUBBIO

 

E' in corso la camminata da Assisi a Gubbio promossa dal Movimento Nonviolento (per informazoni dettagliate: e-mail: azionenonviolenta at sis.it; sito: www.nonviolenti.org) lungo il sentiero francescano che collega attraverso Valfabbrica le due importanti citta' umbre.

Iniziata il 4 settembre, il 5 settembre si concludera' la camminata vera e propria con l'arrivo a Gubbio della "assemblea itinerante" che nel suo andare nuovamente creativamente sperimenta esperienze e riflessioni dense e profonde di Francesco d'Assisi e di Aldo Capitini, il cammino come interrogazione e scoperta, come incontro con l'altro, come attenzione, meraviglia, comprensione reciproca; il 6 e 7 settembre a Gubbio si terranno mostre, colloqui con autorevolissime costruttrici e costruttori di pace, e momenti caldi e forti di condivisione e convivialita'.

Un invito ancora una volta ci e' grato rivolgere a tutte le persone amiche della nonviolenza, ma anche alle tante persone incerte e dubbiose che pur avvertono in se' l'esigenza di una chiarificazione interiore e di una degnificazione e difesa dell'umanita' tutta, perche' siano parte di parte almeno di questa esperienza, che fra le varie iniziative per la pace in corso e in programma in questo torno di tempo reca specifico un messaggio e limpida una persuasione: che la nonviolenza e' "il varco attuale della storia" (Capitini), che solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza che minaccia l'umanita' intera di distruzione, che la nonviolenza e' oggi la scelta, la scelta necessaria e urgente, cui tutte le persone di volonta' buona sono chiamate.

 

12. CON ALFIO PANNEGA

 

Diciamolo subito e non parliamone piu': e' apparsa una fandonia colossale sul quotidiano "Il manifesto" nell'articolo in cui dando conto delle iniziative del movimento per la pace e la giustizia a Viterbo in questi giorni in alternativa all'incontro dei ministri europei delle telecomunicazioni, si e' scritto en passant di una inesistente iniziativa di contestazione della festa patronale, contestazione che ovviamente non c'e' stata e che sarebbe stata del tutto insensata.

In verita', a fronte della fatua gita turistica dei ministri europei e del vacuo loro sedere a convegno e convitto in Viterbo (poiche' il cosiddetto vertice era pressoche' null'altro che turismo e reclame), le iniziative del movimento per la pace e la giustizia sono state caratterizzate dalla scelta della nonviolenza, e nel punto piu' alto, visibile e veggente, da una proposta di elevata qualita' culturale, morale e civile, splendida nel confronto con la sciatteria grigia e la vanesia pompa delle eccellenze loro.

E la piu' bella delle iniziative del movimento per la pace e la giustizia e' stata l'esordio, la sera del 4 settembre, della televisione di quartiere che ha iniziato le sue trasmissioni dal centro sociale occupato "Valle Faul" di Viterbo, con una diretta televisiva in cui a spiegare le ragioni sia della televisione neonata, sia della decennale esperienza di questo centro sociale che da anni ha scelto la nonviolenza come riferimento fondamentale, c'erano due di quegli "occupanti del primo giorno" che il centro sociale hanno fatto nascere: il sottoscritto e Alfio Pannega, che di Viterbo e' una delle figure storiche, senza dubbio la persona piu' amata dai viterbesi tutti, un monumento vivente della citta'.

Aver condiviso con Alfio anche questa esperienza e' una gioia profonda che non riesco qui a descrivere, me ne inibisce la commozione grande. Ma almeno questo ho voluto scrivere qui: che nelle iniziative del movimento per la pace e la giustizia almeno a Viterbo i provocatori non hanno avuto spazio alcuno; e nell'oblio che presto sopravvera' del pavoneggiarsi di ministri asserviti ai padroni dei media, di questa edizione del 2003 della festa di Santa Rosa patrona di Viterbo forse proprio questo piu' sara' ricordato dal popolo viterbese: la prima trasmissione della televisione di strada dal centro sociale nella valle di Faul, con il volto e il gesto e la voce di Alfio, eroe popolare, poeta a braccio, vecchio saggio, figura e presagio dell'internazionale futura umanita', che si protende ad istituire nuova comunicazione, che liberi e non opprima, che promuova comprensione e condivisione e si opponga a narcosi e barbarie, che promuova verita' e dignita' e contrasti mercificazione e menzogna, per dare voce ai senza voce, per fare luce insieme e insieme fare un cammino di solidarieta' e di liberazione.

Con Alfio, con il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul", con la neonata televisione di strada, abbiamo celebrato una festa, mosso ancora un passo in un lungo cammino, il cammino che anche altre sorelle e fratelli hanno fatto in questi giorni ad esempio tra Assisi e Gubbio, dove ci incontreremo oggi. La nonviolenza e' in cammino.

 

13. GIUDICI

 

Come molti anch'io fin da giovane m'interrogai sui giudici e sulla funzione metuenda del giudicare, leggendo del processo di Socrate e di quello di Gesu', di quello di Sacco e Vanzetti; e leggendo Kafka e La peste di Camus con quell'indimenticabile discorso di Tarrou, e leggendo nel secondo Chisciotte come Sancho sciolse quel dilemma; ma anche Fuenteovejuna, e i tragici greci.

E presto fui anche nelle aule di giustizia, tante volte e in ruoli dversi, e quante volte ho assistito a iniquita' cosi' patenti che uscendone l'indignazione ti divorava.

E' per esperienza che so che i giudici sono esseri umani soggetti ad errare, che neppure quella funzione e' al riparo dalle tempeste della storia e dalle ragioni del cuore e della borsa.

Ma anche questo so, e so per esperienza: che al di fuori del giuridico c'e' la giungla. La giungla, intendo, d'asfalto in cui il piu' crudele uccide chi lo e' meno, in cui il piu' forte sbrana il piu' debole.

Ho vissuto in Italia, il paese in cui forse piu' magistrati sono stati assassinati dai poteri criminali e terroristici piu' feroci; il paese in cui piu' donne e uomini della magistratura e delle forze dell'ordine sono stati assassinati per aver fatto delle loro vite una barriera a difesa della nostra comune liberta', per aver fatto delle loro vite uno scudo umano a difesa della vita di tutti noi. Io so che queste donne e questi uomini ci hanno salvato la liberta' e la vita a costo della vita loro. E che tanti altri loro colleghi delle forze dell'ordine e della magistratura ogni giorno si espongono al piu' grave dei pericoli a questo stesso fine. Come potrei dimenticare? Come potrei non essere loro grato fino alle lacrime?

Chi finge di non sapere questo, ha fatto una scelta che reca all'abisso.

*

Vi e' in Italia un potente, avventurato avventuriero, divenuto per nostra mala ventura grande seduttore degli istinti piu' bassi di una popolazione narcotizzata e imbarbarita da secoli di regime della corruzione e da decenni di mass-media totalizzanti e totalitari; ed in forza di cio' asceso altresi' al piu' grande dei poteri dello stato.

E costui con lena diuturna teorizza e pratica lo scardinamento della divisione dei poteri, la cancellazione dei controlli di legalita', il golpe che fu programmato e messo su carta nel 1975 da quella loggia Propaganda 2 cui peraltro anche essolui era iscritto.

E dinanzi a cio' quasi l'intero arco delle opposizione parlamentari di sua maesta' e' subalterno, o complice, forse ricattato, comunque in larga misura inadeguato, meschino e omertoso; e le opposizioni sociali talora, anzi sovente, anche peggio: a questo scardinamento con certe gravi proprie ambiguita' e insufficienze e irresponsabilita', forse inconsciamente, certo incoscientemente, contribuiscono.

E quasi solo le magistrature restano, hic et nunc, a resistere in difesa del diritto e di uno stato di diritto, che per quanto assai vulnerato e offuscato, e' sempre e sempre sara' assai migliore dello stato dell'arbitrio e della dissolutezza, del crimine eretto a sistema.

*

E qundi a chiusura di questa concione ci sia concesso ancora una volta dire la nostra solidarieta' ai giudici aggrediti, la nostra indignazione per il golpe in corso, e chiamare tutte le persone di volonta' buona a difendere il diritto, il primato delle leggi uguali per tutti, la separazione dei poteri, i controlli di legalita', la funzione giudiziaria, la civile convivenza; chiamare tutte le persone di volonta' buona a resistere alla barbarie; con la resistenza civile, democratica, nonviolenta.

 

14. LA NONVIOLENZA A GUBBIO

 

Si conclude oggi, domenica 7 settembre, la stupenda iniziativa "Assisi-Gubbio: in cammino per la nonviolenza" che nei giorni 4 e 5 ha portato i camminanti lungo il sentiero francescano da Assisi attraverso Valfabbrica fino a Gubbio, dove sabato 6 sono state inaugurate due bellissime e commoventi mostre sui quarant'anni del mensile "Azione nonviolenta" e su Aldo Capitini, ed ha preso avvio un convegno sul tema "Al posto della guerra, un'Europa disarmata", convegno che si conclude oggi, ed al quale molti relatori illustri hanno dato e daranno il loro contributo. Ne' sono mancati altri, alti momenti corali, di animazione e festa e convivio, di incontro amitiale e dialogico intenso e profondo.

Dovremo parlarne ancora, e a lungo, di questa iniziativa: che come gia' la marcia specifica per la nonviolenza Perugia-Assisi del 2000, di cui e' ideale e concreta prosecuzione e sviluppo, indica una necessita', un'urgenza e una via a tutto il movimento per la pace e la giustizia; indica la scelta della nonviolenza non solo come metodo, non solo come criterio logico-assiologico e teoria-prassi nella condotta individuale, nelle relazioni interpersonali, nei processi deliberativi ed operativi dei movimenti sociali, nelle strategie  e nella progettualita' delle esperienze di solidarieta', di resistenza e di liberazione; ma anche - e in senso forte - come principio giuriscostituente, fondamento di una convivenza sociale, civile, di liberi ed eguali, solidale e responsabile, fondamento di relazioni giuridiche e tra ordinamenti giuridici che siano adeguate alla gravita' dell'ora e indichino una via perche' l'umanita' abbia un futuro, perche' la violenza annichilista oggi dominante nelle relazioni internazionali e nelle dominanti ideologie possa essere sconfitta, prima che essa violenza tutto degradi e distrugga.

 

15. DA GUBBIO ALL'UMANITA'

 

Si e' conclusa domenica 7 settembre a Gubbio l'iniziativa del Movimento Nonviolento "In cammino per la nonviolenza" che muovendo da Assisi alla citta' in cui Francesco incontro' e converti' il lupo per quattro giorni ha proposto alla meditazione e al dialogo le ragioni ed i sentimenti della scelta nonviolenta, in un intenso, appassionato, aperto e persuaso colloquio corale.

Ma invero essa non si e' conclusa: poiche' i suoi frutti saranno altrettanti semi e ispirazioni ed appelli e strumenti per il lavoro che tutti ci attende, lavoro necessario ed urgente.

Poiche' solo la nonviolenza puo' fermare la guerra, solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. Al lavoro, dunque.

 

16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

17. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1244 del 14 aprile 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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