Archivi. 159
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- Date: Fri, 5 Apr 2013 05:35:44 +0200 (CEST)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Numero 159 del 5 aprile 2013
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di agosto 2003 (parte terza e conclusiva)
2. Per fermare e impedire le guerre sono indispensabili disarmo e smilitarizzazione
3. Un incontro e un appello da Assisi a Gubbio
4. Uscire dalla subalternita' al potere militare
5. Estratto dalla relazione conclusiva del corso di educazione alla pace svoltosi presso il liceo scientifico di Orte nell'anno scolastico 2002-2003
6. Clandestini ed assassini. Dialoghetto
7. Due stragi
8. Gita a Guantanamo. Parla la guida turistica
9. Una lettera aperta al Presidente della Repubblica
10. Anche a Viterbo e a Riva del Garda la scelta della nonviolenza e della nonmenzogna
11. Sosteniamo i pacifisti israeliani e palestinesi
12. Sandro Penna
13. Dallo statuto dell'associazione "Mani sporche"
14. Dalle miniere della storia ansiosi
15. Il 4 settembre a Viterbo la scelta della nonviolenza
16. Da Assisi a Gubbio
17. Un improvvisato saluto agli amici del Centro di educazione alla mondialita' riuniti a Viterbo in questi giorni
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2003 (PARTE TERZA E CONCLUSIVA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2003.
2. PER FERMARE E IMPEDIRE LE GUERRE SONO INDISPENSABILI DISARMO E SMILITARIZZAZIONE
La marcia Perugia-Assisi specifica per la nonviolenza svoltasi nel settembre 2000 poneva un messaggio e un obiettivo preciso: "Mai piu' eserciti e armi".
Poiche' per impedire la guerra sono indispensabili disarmo e smilitarizzazione, essendo eserciti ed armi di essa strumenti e condizione.
Quell'obiettivo, e quel percorso, riprende in settembre, dal 4 al 7, con la camminata nonviolenta da Assisi a Gubbio, che della Perugia-Assisi del 2000 e' la prosecuzione diretta; e verra' riproposto ancora il 4 novembre dalle iniziative pacifiste e nonviolente che commemorando tutte le vittime di tutte le guerre col motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" ricorderanno che le vittime delle guerre sono uccise in primo luogo dalle armi e dagli eserciti, e che l'unico modo per rendere omaggio alla loro memoria e' impegnarsi per abolire le guerre, e per abolire le guerre occorre cessare di produrre armi e di organizzare, addestrare ed usare persone per usarle. Poiche' le armi servono a uccidere, gli eserciti servono a uccidere, uccidere esseri umani. Ed occorre dunque scegliere: tra le armi e gli eseciti da un lato, e il diritto alla vita dell'umanita'.
La nonviolenza e' questa scelta necessaria.
3. UN INCONTRO E UN APPELLO DA ASSISI A GUBBIO
La camminata nonviolenta da Assisi a Gubbio, assemblea itinerante e prosecuzione della marcia nonviolenta Perugia-Assisi del Duemila, contro le guerre gli eserciti e le armi, per la convivenza dei popoli e delle persone, riproporra' dal 4 al 7 settembre la necessita' e l'urgenza di un salto di qualita' nel movimento che si oppone o almeno vorrebbe opporsi alle guerre e alle ingiustizie: il salto di qualita' dalla generica indignazione al programma costruttivo, il salto di qualita' dalla predicazione astratta alla pratica concreta, il salto di qualita' dal rimbrotto agli altri all'assunzione di responsabilitra' personale: proporra' quel passaggio dal pacifismo generico alla nonviolenza specifica che e', per usare ancora una volta quell'espressione di Aldo Capitini, il varco attuale della storia.
Ma nulla garantisce che questo appello sia ascoltato, nulla garantisce che la voce delle persone amiche della nonviolenza sia adeguatamente nitida e forte. Anzi, in questi ultimi anni insieme e complementarmente a un sempre piu' banalizzato e talora addirittura insensato uso della parola nonviolenza si e' andata vieppiu' offuscando nel sentire non solo comune ma dei movimenti di partecipazione e di solidarieta' la percezione del concetto della nonviolenza, sostituendosi ad esso - cosi' denso e cosi' impegnativo - una rappresentazione stereotipata, trivializzata, depauperata, ambigua, menzognera e fin caricaturale, che della nonviolenza come la pensarono e praticarono Mohandas Gandhi e Marianella Garcia, Martin Luther King e Danilo Dolci, Virginia Woolf e Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto, Albert Luthuli e Chico Mendes, e' peggio che la parodia, il rovesciamento.
E dunque e' cosa assai buona che il Movimento Nonviolento abbia proposto un incontro e un cammino come quello che culminera' nell'anfiteatro eugubino: per fare chiarezza in noi e tra noi, per proporre una parola alta e forte ad altri. Con umilta' ma senza timidezze.
Amiamo ripetere che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'; sarebbe gia' qualcosa se riuscissimo hic et nunc almeno a persuadere quanti vogliono impegnarsi per la pace e la giustizia a dismettere atteggiamenti e condotte tuttora anche in questo ambito dominanti palesemente subalterne e fin omologate e asservite a modelli autoritari, maschilisti, intimamente militaristi e carrieristi, consumisti e sopraffattori; poiche' solo la scelta della nonviolenza, della nonmenzogna, della responsabilita', puo' fornire quel sostrato esistenziale, morale e intellettuale, e costituire quel programma e quel metodo, che a noi sembrano indispensabili perche' si dia un movimento per la pace e la convivenza che di questa qualificazione svolga ed inveri premesse e fini. E di cui vi e' bisogno estremo.
4. USCIRE DALLA SUBALTERNITA' AL POTERE MILITARE
La proposta che il 4 novembre le persone di volonta' buona impegnate per la pace promuovano iniziative pubbliche di ricordo delle vittime delle guerre, e commemorazioni dinanzi ai sacrari e ai monumenti ai caduti, in cui quegli esseri umani assassinati siano onorati con l'impegno solonne ad opporsi alle guerre ed ai loro strumenti e apparati; e in silenzio reverente e solenne, e severo ed austero, con la mera presenza ed ascolto, si smascherino l'ipocrisia e l'infamia del chiassoso e cialtrone festeggiare le strutture che quelle persone hanno assassinato; e' proposta che chiama quanti hanno orecchie per ascoltare a un gesto limpido e corale, di impegno e di esame di coscienza.
Vorremmo venisse ripresa e riproposta ovunque in Italia l'iniziativa gia' realizzata lo scorso anno a Viterbo di una cerimonia pubblica il 4 novembre di deposizione di un omaggio floreale e di un recarsi e sostare in meditazione composta e silente dinanzi a lapidi e sacelli delle vittime delle guerre, cola' rinnovando un impegno di pace perche' mai pu' nessuno quell'atroce sorte debba subire, celebrazione in tutto alternativa alle fanfare e alle menzogne che connotano le cerimonie in quella data promosse in complicita' alle strutture che quelle vittime hanno assassinato.
Si puo' e si deve uscire dalla subaternita' al potere militare e promuovere una coscienza di pace che si traduca - come peraltro gia' previsto nel corpus legislativo italiano - nella promozione di un modello di difesa - la difesa popolare nonviolenta - che inveri il dettato costituzionale che "ripudia la guerra"; e che si traduca altresi' nella decisione del disarmo e della smilitarizzazione, poiche' le armi servono a uccidere, gli eserciti servono a uccidere, e uccidere esseri umani e' il crimine piu' grande ed occorre che si cessi di commetterlo e di permettere che commesso sia; e che si traduca ancora e infine in aiuto a chi di guerre e violenze e' vittima presente ancora in vita (o potenziale e di gia' nel terrore) - un aiuto necessario e urgente affinche' la morte e la sofferenza non lo divori, e con lui l'umanita' intera.
Si puo' e si deve far cessare l'ignobile festaggiamento delle "forze armate" che offende le vittime dalle forze armate assassinate; si puo' e si deve cominciare ad agire, anche con gesti simbolici e memoriali, di coscientizzazione propria ed altrui, di presa in carico e testimonianza personale - come appunto anche la realizzazione da parte dei movimenti di pace, umanitari e per la nonviolenza della commemorazione pubblica delle vittime delle guerre - l'idea che il quattro novembre, ricordo che non cicatrizza della "inutile strage", cessi di essere per i pubblici uffici e nel comune sentire occasione per una vile idolatria dei poteri uccisori e delle ideologie della morte, e diventi piuttosto la cerimonia dell'impegno contro le guerre e contro gli strumenti e apparati alle guerre intesi; la festa dell'abolizione delle forze armate.
Poiche' - come ha scritto una volta Heinrich Boell - ogni vittima ha il volto di Abele; e solo costruendo la pace si ricordano e si onorano in commozione e devozione filiale, fraterna e sororale, le vittime di tutte le guerre; e solo impedendo nuove guerre si adempie al messaggio che dai luoghi al ricordo di quelle vittime deputati promana: la voce del coro degli assassinati, che chiede ancora e ancora pace, e luce, e vita.
5. ESTRATTO DALLA RELAZIONE CONCLUSIVA DEL CORSO DI EDUCAZIONE ALLA PACE SVOLTOSI PRESSO IL LICEO SCIENTIFICO DI ORTE NELL'ANNO SCOLASTICO 2002-2003
Premessa
Questa relazione conclusiva del corso di educazione alla pace e' scritta come documento e verifica delle attivita' svolte, e per informare altri sull'esperienza condotta.
*
1. Descrizione del corso
L'esperienza del corso di educazione alla pace di questo anno scolastico faceva seguito a quelle condotte nei tre anni scolastici precedenti.
Il programma originario del corso, del 16 settembre 2002, prevedeva 17 incontri curricolari e 3 possibili incontri integrativi, e come periodo di realizzazione i mesi tra ottobre 2002 e marzo 2003.
Per varie ragioni il corso ha avuto inizio con grande ritardo, il numero degli incontri e' stato ridotto, ed il programma modificato.
1. 1. Incontri ed attivita'
Sono stati effettuati i seguenti incontri e svolte le seguenti attivita':
a) 6 settembre 2002: incontro preliminare di definizione del programma;
b) 15 novembre 2002: incontri preliminari di presentazione del corso in cinque diverse classi;
c) incontri curricolari:
- 10 marzo 2003: primo incontro: presentazione del corso; riflessione e decisione consensuale sulle variazioni del programma, le date e gli orari; riflessione sulla nonviolenza; lettura e commento di Matteo, IV, 1-11; esercitazione al metodo del consenso con il gioco delle "Cinque cose da fare contro la guerra";
- 21 marzo 2003: secondo incontro: dialogo su guerre, dittature, terrorismo; analisi di un manifesto manoscritto affisso nella scuola;
- 28 marzo 2003: terzo incontro: lettura e commento di Ernesto Cardenal, Oracion por Marilyn Monroe; dialogo sulla guerra, sull'uccidere, sulla violenza; lettura e commento di William Shakespeare, Otello, III, III; dialogo sui sentimenti, la comunicazione, la manipolazione e il rispetto delle persone;
- 4 aprile 2003: quarto incontro: analisi di un altro manifesto affisso nella scuola; dialogo sulle guerre e sull'impegno per la pace e i diritti umani; dialogo su cosa sia la politica; riflessione sulla parola, la voce, la respirazione, l'interazione comunicativa; dialogo sul rapporto tra studenti, professori e scuola;
- 11 aprile 2003: quinto incontro: riflessione sul potere e la violenza attraverso l'analisi di episodi del Don Giovanni di Mozart e Da Ponte e del Don Giovanni di Moliere; riflessione sulla figura e la testimonianza di Giuseppe Impastato (in preparazione dell'incontro di studio del 29 aprile);
- 16 aprile 2003: sesto incontro: riflessione sui poteri criminali e sulle esperienze di lotta contro la mafia, con particolar riferimento alla testimonianza di Giuseppe Impastato ed al lavoro teorico e pratico di Umberto Santino (in preparazione dell'incontro di studio del 29 aprile);
- 2 maggio 2003: settimo incontro: analisi e decisione consensuale sui criteri per l'attribuzione del credito formativo, all'interno di questa riflessione si e' sviluppato un dialogo sui temi (e sui valori) della giustizia, della solidarieta', della responsabilita' e della misericordia; dialogo sull'esperienza del corso e sulla scuola;
- 9 maggio 2003: ottavo incontro: dialogo sulla scuola e il suo modo di funzionare, all'interno di questa riflessione si e' sviluppato un dialogo sui temi della lealta' e della cooperazione, del rapporto tra sapere e potere, delle contraddizioni dell'istituzione scolastica e di come esse si riverberino nelle relazioni interpersonali e sovente contraddicano le stesse finalita' educative e condizionino le modalita' di socializzazione; dialogo sull'andamento e gli esiti del corso (per la stesura della relazione conclusiva);
- 16 maggio 2003: nono ed ultimo incontro: dialogo sull'andamento e gli esiti del corso (per la stesura della relazione conclusiva), all'interno di questa riflessione si e' sviluppato un dialogo sui temi della testimonianza e della memoria, della condivisione, della socializzazione, dell'educazione, del rapporto tra l'io e gli altri, tra persona e societa'; dialogo sui concetti di amicizia, fiducia, tradimento, violenza (anche con specifico riferimento ad alcune forme di mercificazione e violenza sessuale).
d) collegamenti con altre attivita':
- 29 aprile 2003: giornata di studio e di testimonianza su Giuseppe Impastato, con la partecipazione del presidente del "Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato" di Palermo, Umberto Santino.
e) incontri per la redazione di tesine:
- 11 aprile 2003: primo incontro;
- 6 maggio 2003: secondo incontro;
- 14 maggio 2003: terzo incontro.
- 21 maggio 2003: quarto incontro.
f) incontro di consegna della bozza della relazione conclusiva:
Il 21 maggio 2003 il coordinatore del corso ha effettuato incontri individuali con pressoche' tutti i partecipanti al corso e distribuito a tutti il testo della bozza della relazione conclusiva al fine di consentire a chiunque di verificare il testo e proporre eventuali ulteriori modifiche.
Il 28 maggio 2003, non essendo pervenute modifiche, e' stata redatta la presente stesura definitiva della relazione.
1. 2. Dati statistici sulla partecipazione
(...)
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2. Giudizio sul corso
I partecipanti hanno espresso, durante gli ultimi tre incontri prevalentemente dedicati alla riflessione sugli esiti del corso, un giudizio globalmente positivo ed un consenso alla riproposizione dell'esperienza il prossimo anno scolastico.
Vari partecipanti hanno messo in rilievo l'opportunita' di un maggior numero di incontri, poiche' la scarsita' di tempo ha impedito l'esame di molti argomenti e lo svolgimento di diverse attivita' previste nel programma originario; inoltre e' stato da piu' persone segnalato il fatto che essendosi svolto il corso nei mesi conclusivi dell'anno scolastico, questo ha disincentivato una piu' ampia partecipazione a causa della coincidenza con impegni di studio particolarmente intensi e con altri corsi pressoche' vincolanti.
*
3. Attribuzione del credito formativo
Sulla base del criterio stabilito collegialmente con il metodo del consenso, si e' attribuito il credito formativo agli studenti che avessero preso parte a piu' della meta' degli incontri ed avessero partecipato a letture, esercitazioni e dialoghi di riflessione.
(...)
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4. Ringraziamenti
Come di consueto i partecipanti al corso ringraziano tutti coloro che hanno contribuito al buon esito di esso.
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5. Una necessaria postilla
(...)
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Appendice. Materiali messi a disposizione dei corsisti
- Hannah Arendt, estratto da La banalita' del male, Feltrinelli, Milano 1964, 1993;
- Ingeborg Bachmann, Alle Tage / Tutti i giorni;
- Bertolt Brecht, alcune poesie;
- Centro di ricerca per la pace, schede biobibliografiche e documentarie su Giulio Girardi; Vittorio Emanuele Giuntella; Jean-Marie Muller; Renate Siebert; Alessandro Zanotelli; Jean Ziegler;
- Lorenzo Milani, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1983;
- Programma del corso;
- Proposta di canovaccio per la relazione conclusiva;
- Proposta di questionario per l'autovalutazione;
- Franco Restaino, Adriana Cavarero, Indice e bibliografia da Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999;
- Nelly Sachs, alcune poesie;
- Peppe Sini, Contro la guerra, la nonviolenza;
- Peppe Sini, La nonviolenza contro la guerra;
- Peppe Sini, Per una definizione del concetto di nonviolenza;
- Peppe Sini, Per una riflessione sulla Shoah (serie di schede biobibliografiche);
- Wislawa Szymborska, alcune poesie;
- Vangelo secondo Matteo, IV, 1-11;
- Chiara Zamboni, Bibliografia ragionata da Eadem, La filosofia donna, Demetra, Colognola 1997.
Altri materiali sono stati messi a disposizione di singoli partecipanti con riferimento a richieste specifiche.
*
Allegato
Schema preliminare del programma del corso di educazione alla pace presso il Liceo Scientifico di Orte nell'anno scolastico 2002-2003: "Costruire la pace, dal dialogo alla nonviolenza".
Parte prima. Premessa
Il progetto del corso di educazione alla pace di questo anno scolastico tiene conto delle esperienze condotte negli scorsi anni e delle indicazioni emerse e riportate nelle relazioni conclusive di esse.
Anche quest'anno gli incontri di studio saranno di tipo seminariale, ed alle attivita' di esposizione e lettura di testi, di commento e discussione dei temi e dei materiali proposti, si affiancheranno esercitazioni, testimonianze ed occasioni di riflessione anche non previste e non strutturate, valorizzando e sviluppando spunti, richieste e proposte provenienti dai corsisti.
Rispetto agli scorsi anni si cerchera' di approfondire maggiormente i seguenti due temi:
a) le strutture e le dinamiche dell'interazione comunicativa, con particolar riferimento ai temi del linguaggio, della comunicazione dialogica, del discorso orale, del testo scritto;
b) la nonviolenza come teoria-prassi di inveramento di un coerente e concreto impegno di pace e di difesa e promozione dei diritti umani.
Interagendo anche con esigenze e richieste sovente emerse nel corso degli scorsi anni scolastici si propone altresi' la possibilita' di dedicare momenti specifici di approfondimento sui temi dell'impegno per la legalita' contro i poteri criminali; dell'impegno di solidarieta' e affermazione della dignita' umana contro il razzismo; dell'mpegno per la difesa dell'ambiente ed un'economia di giustizia.
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Parte seconda. Programma e calendario
L'ipotesi che formuliamo e' scandita in 17 incontri di due ore ciascuno, a cadenza tendenzialmente settimanale, tra ottobre e marzo (eventualmente integrabili con tre incontri aggiuntivi su temi specifici se richiesto dai corsisti).
Gli incontri dovrebbero avere cadenza settimanale e svolgersi come di consueto tra le ore 14 e le ore 16 di un medesimo giorno della settimana concordato tra tutti i partecipanti in occasione del primo incontro.
Il percorso e' cosi' modulato:
- incontri 1-2: introduttivi e propedeutici;
- incontri 3-8: centrati sulla comunicazione (come risorsa fondamentale, situazione decisiva e coscienza indispensabile per il riconoscimento di umanita', la promozione della dignita' umana, un agire orientato alla civile convivenza e alla pace);
- incontri 9-15: centrati sulla nonviolenza (come scelta teorico-pratica fondativa di una cultura e una prassi di solidarieta', di costruzione della pace e di affermazione dei diritti umani);
- incontri 16-17: dedicati alla stesura ed approvazione della relazione conclusiva (che e' parte integrante e verifica ineludibile del piano di lavoro del corso).
1. Primo incontro: presentazione reciproca e discussione del programma;
2. Secondo incontro: la pace e la dignita' umana presi sul serio: premesse terminologiche, metodologiche, concettuali;
3. Terzo incontro: persona e umanita', identita' e apertura, memoria e scoperta: strutture esistenziali, profili psicologici e sociologici, forme di appercezione linguistica della relazione del se' con gli altri;
4. Quarto incontro: strutture e dinamiche della comunicazione; alcuni elementi basilari ed alcuni approcci e modelli interpretativi; la comunicazione non verbale; la comunicazione linguistica;
5. Quinto incontro: il linguaggio; espressione, esplorazione, conoscenza e interpretazione: l'ermeneutica infinita;
6. Sesto incontro: il monologo, l'orazione, il racconto, il dialogo: parlare ed ascoltare come riconoscimento di umanita';
7. Settimo incontro: il discorso persuasivo tra interazione sociale, strategie di potere, ricerca della verita', principio responsabilita'; la retorica e le ideologie;
8. Ottavo incontro: il testo scritto: forme, fini e paradossi di una modalita' cruciale dell'espressione e della comunicazione;
9. Nono incontro: di fronte alla violenza: percorsi di analisi dell'impatto distruttivo della violenza sulla persona (con riferimento sia a vicende storiche ed a ricerche sociologiche e psicologiche particolari, sia a situazioni quotidiane di oppressione, umiliazione, sopraffazione e sofferenza);
10. Decimo incontro: la nonviolenza: questioni terminologiche e concettuali preliminari;
11. Undicesimo incontro: la nonviolenza come insieme di ipotesi e criteri logici ed assiologici;
12. Dodicesimo incontro: la nonviolenza come insieme di tecniche ermeneutiche, deliberative ed operative;
13. Tredicesimo incontro: la nonviolenza come strategia e come progetto;
14. Quattordicesimo incontro: pensatrici e pensatori della nonviolenza;
15. Quindicesimo incontro: esperienze storiche di lotta nonviolenta;
16. Sedicesimo e penultimo incontro: stesura della relazione conclusiva;
17. Diciassettesimo e ultimo incontro: approvazione della relazione conclusiva.
Se richiesto dai corsisti potranno aggiungersi tre ulteriori incontri specifici su:
A. cenni sulle esperienze di lotta nonviolenta contro i poteri criminali;
B. cenni sulle esperienze di lotta nonviolenta contro il razzismo;
C. cenni sulle esperienze di lotta nonviolenta in difesa dell'ambiente, i diritti umani e per un'economia di giustizia.
Come gia' negli scorsi anni se se ne dovesse ravvisare l'opportunita' si potranno svolgere anche eventuali incontri riassuntivi.
Come gia' negli scorsi anni il coordinatore del corso sara' disponibile a sostenere e supervisionare il lavoro degli studenti del V liceo che intendessero presentare agli esami di maturita' delle tesine su argomenti oggetto del corso stesso.
*
Parte terza: questioni organizzative
Vale quanto gia' stabilito ed attuato negli scorsi anni scolastici.
6. CLANDESTINI ED ASSASSINI. DIALOGHETTO
- Lei che mestiere fa?
- Oh bella, il clandestino.
- E che ci sarebbe venuto a fare costi'?
- Quel che ci fa gia' lei, mio buon signore: cercar di vivere.
- E non poteva restarsene a casa sua?
- Me la bruciarono, caro signore.
- Capisco, le guerre tribali...
- Veramente sono guerre tecnologiche, e a dirsela tutta le armi ce le avete messe voi e gli stipendi alle bande armate vengono dalle vostre banche e compagnie d'affari, e l'addestramento di chi guida le milizie e' avvenuto qui da voi, e...
- Vorrebbe forse dire che e' colpa nostra?
- Certo non mia che me ne stavo al paese a campare la vita, stentata del resto, perche' le risorse del mio paese ci vengono sottratte, e per dire il vero: rapinate; e finiscono - chiedo venia - nei vostri magazzini.
- Ah, e insiste a offendere...
- Ohime', dico quel che anche lei vede.
- E allora adesso ci invade.
- Suvvia, gentile amico, converra' che un'invasione - che so, guardi l'Iraq - e' ben altra cosa.
- Ah, fellone, giammai, giammai il piede straniero sul nostro sacro suolo...
- Ma la prego...
- Vade retro, vade retro.
- E dove, di grazia?
- In mare! In mare! (Estrae la pistola e fa fuoco ripetutamente. Poi si allontana cantando a squarciagola l'inno nazionale, come allo stadio, per la gioia del presidente).
7. DUE STRAGI
Scrivo queste righe in timore e tremore, esitando e chiedendomi se ancora una volta non farei meglio a dar retta alla stretta che sento nel cuore, e tacere. So che quanto scrivo si presta ad essere frainteso, so che molto occorrerebbe aggiungere e bilanciare. Sara' la bonta' di chi legge a svolgere l'implicito, a dialettizzare e integrare il parziale, a cogliere la direzione cui questo dire allude, a sentire che e' tra le lacrime che questa voce parla, a sapere che e' dalla parte delle vittime che questo ragionamento si colloca.
*
La strage di Bagdhad reca due messaggi, anzi tre.
Il primo: che vi e' una guerra in corso.
Il secondo: che l'Onu in questa guerra sciaguratamente non e' parte terza, ma responsabile diretto di oltre un decennio di embargo genocida.
Il terzo: che se non ci si affretta a far cessare l'occupazione militare coloniale (cui anche l'Italia follemente, illegalmente, scelleratamente partecipa), la mattanza si intensifichera' sempre piu'. E far cessare l'occupazione militare e' l'unico modo per promuovere credibili ed efficaci interventi umanitari e per favorire la costruzione di una dialettica democratica fondata sulla sovranita' popolare, con la consapevolezza degli immani problemi da affrontare, ma con la consapevolezza altresi' che la guerra e l'occupazione militare, in se' e col loro portato di stragi, devastazioni e rapine, tutto aggravano e incancreniscono e portano alla catastrofe.
*
La strage di Gerusalemme reca un messaggio, sempre lo stesso: che ogni percorso di pace che con grande strazio e incertezza e fatica si riesca ad avviare trovera' ad ostacolarlo le stragi piu' efferate, i massacri piu' abominevoli, una spirale di orrori e di disperazione che nuovi orrori e nuova disperazione genereranno.
Ma la pace e' l'unica via, l'unica possibilita' di salvezza per tutti. Che fare, dunque?
Occorre spezzare la spirale della violenza assassina, occorre disarmare tutti i terroristi. Come e' possibile farlo?
E' facolta' e possibilita' nelle mani del governo di Israele di fare un primo passo unilaterale: di ritiro dai territori occupati, di smantellamento degli insediamenti, di riconoscimento dell'esistenza dello stato palestinese. Un passo unilaterale che aiuti concretamente, efficacemente, il popolo palestinese e le sue legittime rappresentanze istituzionali a disarmare i terroristi. Un passo unilaterale come atto di realismo politico e di scelta ideale.
Un passo unilaterale che chiediamo a Israele per l'amore che a Israele portiamo, perche' nella vicenda storica del suo popolo riconosciamo in concreto e in figura cio' che piu' conta di noi stessi e dell'umanita'.
Un passo unilaterale che sia l'esatto contrario del cedimento a un mostruoso ricatto di gruppi stragisti, un passo unilaterale che sia un gesto di verita'-amore al mondo intero, un atto di forza, della forza piu' grande e piu' pura, la forza della nonviolenza che si traduce in politica e legge (nell'attuale distretta dell'umanita', su questo crinale apocalittico - per usare le parole di Ernesto Balducci -, la nonviolenza puo' e deve divenire fondamentale principio giuriscostituente, e gia' ad esempio e' avvenuto in Sudafrica con la Commissione per la verita' e la riconciliazione).
A questo passo unilaterale la comunita' internazionale dovrebbe affiancare un altro passo unilaterale: un grande piano di aiuti e garanzie sia allo stato di Israele che allo stato di Palestina. Poiche' li' e' in gioco un conflitto che tanti ne innerva, e la possibilita' di una gestione e risoluzione civile e nonviolenta di quel conflitto e' banco di prova e necessita' la piu' urgente per l'umanita' intera.
8. GITA A GUANTANAMO. PARLA LA GUIDA TURISTICA
E quelle sono le gabbie dei feroci
neppure il sole li rincivilisce
pensi che pregano parlando in arabo
lei si figuri se Nostro Signore
li puo' capire senza traduttore.
Oltre le mine ci sono i comunisti
intera un'isola di comunisti;
lei non ci credera', sanno giocare
a baseball e sono comunisti.
Non so perche' non li annientiamo tutti,
per i sigari, forse, e per l'esempio
di come li teniamo sotto tiro.
E questi qui sono i nostri ragazzi
a tutto pronti per la liberta'
in tutto il mondo, e questo e' il nostro motto:
a costo di ammazzarvi tutti quanti
difenderemo 'sti diritti umani.
I bagni stanno la', la' c'e' il fast-food.
9. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
[Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha inviato ieri al Presidente della Repubblica Italiana, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e per opportuna conoscenza a vari altri soggetti istituzionali, la seguente lettera aperta avente a oggetto la "richiesta urgente di ripristino della legalita' costituzionale e di cessazione della partecipazione di forze armate italiane alla guerra in corso in Iraq"]
Egregi signori,
come e' a tutti evidente in Iraq e' in corso una guerra sanguinosissima, la commissione di reiterati crimini di guerra e crimini contro l'umanita', una occupazione militare illegale e criminale.
*
Come e' a tutti noto in questo momento nell'Iraq in guerra, devastato e occupato militarmente dagli eserciti invasori di potenze straniere, anche l'Italia e' presente con proprie forze armate, le quali - indipendentemente dalle buone intenzioni e dalle dichiarazioni ufficiali - tanto dal punto di vista della popolazione occupata, quanto dal punto di vista del diritto internazionale, cosi' come alla luce della nostra legislazione correttamente interpretata, cosi' come secondo la coscienza di ogni persona di retto discernimento, sono a tutti gli effetti parte delle truppe di invasione ed occupazione, sono a tutti gli effetti parte della guerra in corso.
Con la conseguenza - peraltro - che i militari italiani cola' dislocati sono esposti al rischio - enorme e crescente - tanto di perdere la vita quanto di assassinare altre persone; e con la sola loro presenza sono gia' coinvolti nel delitto della guerra e dell'occupazione illegale e criminale, e sono gia' altresi' resi complici - oltre che vittime - della violazione della legalita' costituzionale.
*
Come voi ben sapete, l'Italia non puo' prender parte a una guerra che non sia di difesa del nostro popolo e del nostro paese, ed a maggior ragione a una guerra di aggressione, ed a maggior ragione a una guerra di aggressione stragista e di occupazione militare coloniale, come e' quella in corso in Iraq.
L'Italia non puo' prendervi parte perche' glielo proibisce la Costituzione della Repubblica Italiana oltre che i fondamentali trattati internazionali dal nostro Paese sottoscritti.
La partecipazione alla guerra e' quindi un duplice crimine: in se' e per le sue conseguenze concrete a danno di esseri umani, ed in quanto infrange il nostro ordinamento giuridico nel suo fondamento costituzionale configurando un vero e proprio colpo di stato.
*
E' quindi assolutamente indispensabile che con la massima tempestivita' si provveda:
a) al ritiro immediato delle forze armate italiane dal teatro di guerra iracheno;
b) ad un energico impegno diplomatico del nostro paese sia per la cessazione della guerra e dell'invasione ed occupazione militare dell'Iraq, sia per la promozione della democrazia e della difesa dei diritti umani in Iraq nel riconoscimento della sovranita' del popolo iracheno;
c) ad un piano di invio di ingenti aiuti umanitari, piano del tutto incompatibile con la partecipazione alla guerra, con l'illegale e criminale occupazione militare.
*
Egregi signori,
vi chiediamo il piu' tempestivo intervento affinche' si ripristini immediatamente la legalita' costituzionale e cessi la partecipazione italiana alla guerra e all'invasione ed occupazione miltare dell'Iraq.
*
Egregi signori,
per quanto sgradevole sia ricordarlo, tuttavia ci corre l'obbligo di evidenziare che voi avete il dovere di assumere iniziative in tal senso; che voi avete l'obbligo di ottemperare a quanto disposto dalla Costituzione cui avete giurato fedelta' ed in forza della quale esercitate la vostra autorita' istituzionale e la vostra funzione di rappresentanza del popolo italiano.
Un vostro atteggiamento corrivo allo status quo, implicherebbe da parte vostra il persistere nel reato - gravissimo - di violazione della Costituzione, e di effettuale complicita' in crimini di guerra e crimini contro l'umanita'.
*
Egregi signori,
Voi avete il potere di far cessare la partecipazione italiana alla guerra, voi avete il dovere di esercitarlo. E' la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico che ve lo impone. Sappiate, in questo terribile frangente, seguire cio' che la legge e la coscienza dettano.
10. ANCHE A VITERBO E A RIVA DEL GARDA LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA E DELLA NONMENZOGNA
Nelle prossime settimane molte saranno le iniziative dei movimenti per la pace, la solidarieta' e la giustizia: alcune occasionali e subalterne, altre piu' nitide e aggettanti, tutte saranno occasione di incontro, di riflessione, di coscientizzazione, tutte possono - e devono - essere caratterizzate da una scelta ad un tempo di metodo e di sostanza che a nostro modesto avviso e' la chiave di volta affinche' si possa costruire la pace, la convivenza, il riconoscimento della dignita' dell'umanita' intera e di ogni singolo essere umano: la scelta della nonviolenza e della nonmenzogna.
Di queste occasioni ne elenchiamo alcune, a volo d'uccello: il 4 settembre a Viterbo e' prevista una riunione dei ministri delle telecomunicazioni dei paesi europei: e' prevista altresi' la realizzazione di forum alternativi da parte del "movimento dei movimenti" sui temi della comunicaziona e dei diritti; a Riva del Garda ai primi di settembre si terra' il vertice dei ministri dell'economia dell'Unione Europea: si terra' altresi' un forum del movimento per la globalizzazione dei diritti; poi in occasione della riunione del Wto a Cancun la Rete Lilliput promuovera' iniziative di sensibilizzazione in varie citta'; dal 4 al 7 si terra' la camminata per la nonviolenza da Assisi a Gubbio, che riteniamo sia fra tutti l'appuntamento di importanza fondamentale; e sempre il 4 da Assisi prendera' il via la carovana per la pace promossa dai giovani che insieme ai missionari comboniani attraverseranno varie citta' d'Italia; e poi la marcia promossa dalla Rete Radie' Resch; poi in ottobre l'assemblea dell'Onu dei popoli a Perugia, e il 12 ottobre la marcia Perugia-Assisi, fondamentale appuntamento delle persone e dei movimenti impegnati per la pace; e il 4 novembre contiamo che in varie citta' si svolga l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" gia' realizzata lo scorso anno a Viterbo. E poi le assemblee, i dibattiti, i seminari, i convegni, le tante occasioni di dialogo e di incontro, di studio e di meditazione: dal convegno di "Cem mondialita'" all'incontro internazionale delle Donne in nero, ai molti altri gia' annunciati.
Un elemento puo' e deve unificare tutte queste iniziative: l'assunzione della scelta della nonviolenza e della nonmenzogna, la centralita' della forza della verita' (il satyagraha di Gandhi) come proposta teorica e pratica, esistenziale e politica, come riforma intellettuale e morale, come criterio ermeneutico e metodo di deliberazione e di azione, come asse del cambiamento necessario per contrastare e sconfiggere la violenza e la menzogna a cominciare da noi stessi. Prima che la violenza annienti l'umanita'.
11. SOSTENIAMO I PACIFISTI ISRAELIANI E PALESTINESI
Molte sono le persone, le associazioni e le istituzioni che in Israele e in Palestina si impegnano per la pace (e la solidarieta', e la verita', e la giustizia, e i diritti umani: che rettamente intese sono formulazioni diverse che designano un medesimo oggetto, il diritto di ogni essere umano e dell'umanita' intera a vivere una vita degna, e il dovere di ognuno di porgere aiuto all'altro): dalle luminose iniziative di dialogo promosse dai familiari delle vittime, all'esperienza grande delle Donne in nero; dagli obiettori di coscienza ai volontari locali ed internazionali della solidarieta' e della nonviolenza; a iniziative come l'esperienza di "Partners in kindness" (per contatti: e-mail: info at partnersinkindness.org, sito: www.partnersinkindness.org) promossa da Shmuel Greenbaum: Greenbaum, dopo che un attentato terrorista uccise sua moglie che era in attesa di un bambino, ha deciso di dedicarsi a combattere il terrore promuovendo la benevolenza e costruendo una rete che raggiunge e unisce oltre cinquemila persone in sei continenti con l'invio settimanale di una e-mail che da' notizie di atti quotidiani di benevolenza (siamo grati a Bruno Segre - per contatti: brunosegre at iol.it -, illustre storico, una delle figure piu' prestigiose della cultura della pace, direttore dell'ottima rivista "Keshet", e presidente dell'associazione italiana "Amici di Neve' Shalom / Wahat al-Salam", per averci segnalato questa iniziativa).
Nei territori occupati che gia' sono nella coscienza del mondo lo stato di Palestina che dovra' pur sorgere libero, democratico e indipendente, cosi' come in Israele la cui esistenza statuale non deve essere mai piu' minacciata di annientamento, molte sono le donne e gli uomini che questa volonta' di pace, di convivenza, di rispetto della vita e della dignita' dell'altro, rappresentano concretamente, e con straordinaria tenacia e coraggiosa coerenza la pace e la convivenza costruiscono giorno per giorno, e la dignita' umana costantemente difendono e promuovono.
Queste persone di volonta' buona hanno diritto al nostro aiuto, all'aiuto di tutti. Conoscerle e' un primo sostegno, un sostegno maggiore e' contribuire alla loro lotta nonviolenta. Molte sono le forme, ciascuno di noi faccia qualcosa.
12. SANDRO PENNA
... Sandro Penna (1906-1977) e' autore di poesie cosi' luminose, terse, tenere, straziate e appassionate, da stare alla pari dei lirici greci.
13. DALLO STATUTO DELL'ASSOCIAZIONE "MANI SPORCHE"
1. E' costituito, col patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri di questa imperial-regia repubblica, il sodalizio denominato Associazione '"Mani sporche".
2. Ad essa associazione possono aderire tutte le persone di dimostrata larghezza di vedute in campo morale, civile e penale, di provata attitudine ai giochi di destrezza, di spiccata propensione ad emergere costi quel che costi, di serena disponibilita' alla commissione e all'avallo di ogni sorta di azione giovevole al progresso e alle fortune del sodalizio, dei suoi associati, e massime del leader suo.
3. Ragione sociale dell'Associazione "Mani sporche" e':
a) redigere ed emanare leggi che depenalizzino i crimini commessi da aderenti al sodalizio;
b) ottenere in appalto funzioni legislative, agenzie di diporto, traffici di spezie psicoattive e di strumenti (anche NBC) per la security, milizie private, commerci con le Indie, encomiendas nelle Americhe, colonie in Africa ed Asia, concessioni di schiavi, grandi opere (costruzione di nuove piramidi ed altre meraviglie del mondo), servizi pubblici privatizzati, reti televisive e tranci di pubblicita';
c) abolire i codici residuo della sovversione illuministica e napoleonica e sostituirli con la legge dei signori Colt, Lynch, Clint & Bush;
d) confezionare e propalare barzellette aventi ad oggetto la magistratura cosi' da rendere questa - che e', la sciagurata, una abominevole congrega sovversiva di scellerati persecutori della piu' nobile figura oltre che piu' generoso figlio ed illuminato statista e sublime procacciatore d'affari e provvidenziale riformatore dei costumi e inarrivabile bricoleur della nostra terra - piu' simpatica al pubblico, come gia' avviene con altri corpi dello stato;
e) ripristinare il culto dovuto all'imperatore in carica;
f) e per quanto non previsto dal presente articolo valga la volonta' e l'ingegno del grazioso sovrano del sodalizio.
4. E' compito di ogni aderente al sodalizio partecipare alla cerimonia quotidiana dei Due Minuti d'Odio (il kit specifico con tutte le facili istruzioni e l'onomastica gia' calendarizzata con relativi epiteti puo' essere richiesto alla sede centrale).
5. Inno ufficiale dell'Associazione "Mani sporche" e' La societa' dei magnaccioni; in particolari ricorrenze sono tuttavia ammessi altri inni, quali Giovinezza, Padania ueber alles, la sigla di Beautiful, Nessuno mi puo' giudicare; e' invece in ogni caso tassativamente vietata la Canzone di Mackie Messer, essendosi appurato che gli autori di essa erano mostri comunisti e che e' stata sovente interpretata da tal Armstrong di origine non ariana (sebbene americano e in quanto tale grande amico del nostro paese).
6. Motto ufficiale (cosa tocca fare per darsi un tono culturale) sono i versi 11-12 della scena prima dell'atto primo del Macbeth di tal William Shakespeare (N. B.: trovandosi in un libro e' probabile che essi siano inaccessibili a gran parte degli aderenti al sodalizio; si potra' provvedere a un'adeguata diffusione tramite messaggino su cellulare, musicato con apposito jingle - ricordarsi di cercare uno sponsor); motto ufficioso, di piu' facile memorizzazione e di non minor spessore storico e di recupero delle tradizioni popolari: "Me ne frego".
7. Per adesioni inviare apposita richiesta con allegata fedina penale sporca e mazzetta di banconote (N. B.: non contraffatte) all'apposito ufficio di reclutamento presso l'imperial-regia Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono previsti sconti speciali per chi e' gia' iscritto alla loggia Propaganda 2, al Ku klux klan, ai fasci di combattimento (iscrizione gratuita per gli antemarcia), o possa esibire un attestato di benemerenza della Cupola, un autografo di uno o piu' membri del Caf, o possa vantare una passata appartenenza alla sinistra storica o rivoluzionaria allegando dichiarazione di abiura debitamente autenticata con atto notarile (o videocassetta amatoriale del richiedente l'iscrizione mentre e' scosso da conati di vomito dinanzi a riproduzione dell'opera d'arte degenerata denominata Il quarto stato del noto sovversivo Pellizza da Volpedo).
Che domineddio salvi l'imperatore.
14. DALLE MINIERE DELLA STORIA ANSIOSI
[Di colpo sovvenne al nostro Benito D'Ippolito questo suo testo di tanti anni fa, e a memoria ce lo ridisse]
Serba memoria anche di quel Margite, eroe leale
che molte cose seppe, e viste e udite, e tutte male.
Riscatta dall'oblio l'umanita':
le mura degli inferni silenziosi
frantumale via, non tu poesia
ma tu, liberta'.
15. IL 4 SETTEMBRE A VITERBO LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA
Il 4 settembre a Viterbo si terra' un incontro dei ministri delle telecomunicazioni di alcuni paesi europei.
Ed e' assai probabile che, perlomeno per quanto concerne lo stato ospitante, l'iniziativa rischiera' di essere l'apoteosi ipocrita, ridicola e scandalosa, di uno status quo caratterizzato da una gestione dell'informazione e delle comunicazioni di massa omologa alla violenza planetaria del pensiero unico e del comando imperial-coloniale, devastatore e consumista, ovvero atta alla manipolazione ideologica e alla narcosi intellettuale e morale, ed efficiente a cooperare alla violenza e alla menzogna tragicamente dominanti.
Particolarmente per quanto concerne il nostro paese, infatti, il potere mediale e' stato ed e' luogo di pratiche illegali e criminali, di sistematica violazione delle leggi e devastazione dello stato di diritto; e' stato ed e' la testa di ponte e lo strumento di corruzione di massa alla base del trionfo politico e culturale della coalizione organizzata da un piduista di successo unendo razzisti neopagani, residui neofascisti, rottami vari del regime della corruzione di lungo corso, personaggi apprezzati dai poteri criminali, ed una famelica orda di seguaci senza scrupoli dell'indecente motto della Nep: "arricchitevi".
Ma il 4 settembre a Viterbo e' anche un giorno di festa, di festa grande: e' infatti la festa patronale, la festa di quella giovinetta, Rosa, che al cuore del popolo viterbese e' cara sopra ogni altra persona e cosa (e duplice festa e' per chi scrive queste righe: poiche' per avventura e' anche il mio compleanno).
Il 4 settembre a Viterbo si terranno anche alcuni incontri di riflessione e di sensibilizzazione promossi dal movimento per la globalizzazione dei diritti con la partecipazione di persone di volonta' buona che in umilta' e onesta', in rigore e dignita', in buona fede e piena coscienza, in solidarieta' e testimonianza, si oppongono al "disordine costituito" (per usare l'acuta espressione di Emmanuel Mounier) in nome della dignita' umana e del diritto alla vita di ogni essere umano, in nome dei principi della ragion pratica di Immanuel Kant, in nome di quei convincimenti profondi che legano tante e diverse tradizioni di pensiero e che affermano il principio del rispetto dell'altro, della civile convivenza, della solidarieta'.
Una cosa deve essere chiara, e va detta prima che i soliti provocatori che non mancano mai possano elaborare, organizzare e mettere in atto le loro scempiaggini e scelleraggini: che le iniziative di quante e quanti si oppongono ai poteri della violenza e della menzogna organizzata, devono essere e saranno rigorosamente nonviolente e nonmenzognere, cioe' intese al dialogo, alla riflessione critica, alla coscientizzazione di tutti, alla promozione della democrazia e dei diritti umani, all'impegno per un'umanita' di donne e uomini liberi ed eguali, all'impegno contro tutte le guerre e le uccisioni, contro tutte le lesioni e le oppressioni, contro tutte le umiliazioni e le aggressioni, contro tutte le devastazioni e le corruzioni, contro tutti gli inquinamenti e contro tutte le menzogne, contro ogni barbarie.
Devono essere e saranno iniziative di pace, per la pace, con metodi di pace.
Questo deve essere chiaro, questo nessuno deve ignorare.
16. DA ASSISI A GUBBIO
La camminata nonviolenta da Assisi a Gubbio dal 4 al 7 settembre sara' il cuore pulsante delle iniziative che le persone di volonta' buona andranno realizzando nel prossimo mese per la pace, i diritti delle persone e dei popoli, la difesa dell'ambiente, la giustizia globale.
Sara' il cuore pulsante poiche' essa con la massima chiarezza pone la questione centrale: la scelta della nonviolenza e della nonmenzogna che e' il passo decisivo per salvare il pianeta dalla catastrofe della guerra, dell'inquinamento, dello sfruttamento che ogni giorno menano strage di donne e di uomini e sempre piu' degradano l'unica terra che abbiamo, che abbiamo in comune, noi: l'umanita' intera.
La scelta della nonviolenza che implica il ripudio di guerre e aggressioni, menzogne e umiliazioni, lesioni e devastazioni; la scelta della nonviolenza che e' la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente per affermare la dignita' umana di tutti e di ognuno; la lotta la piu' limpida e la piu' tenace contro tutte le violenze e le menzogne; la scelta della nonviolenza, che implica hic et nunc in primo luogo la lotta per abolire la produzione delle armi e l'esistenza degli eserciti, per sostituire la difesa militare con la difesa popolare nonviolenta, quella difesa popolare nonviolenta gia' recepita da anni nella legislazione italiana ma restata sin qui inattuata.
Altre iniziative si svolgeranno nel medesimo torno di tempo, talune legate ancora a una logica debole e subalterna (quella delle manifestazioni al traino degli incontri dei potenti, quella delle iniziative innanzitutto mirate alla visibilita' sui media dei potenti), talaltre gia' svolgimento ed estensione della scelta della nonviolenza anchenella sua dimensione di autonomia intellettuale e morale, di non subalternita', di capacita' di una resistenza al contempo progettuale, di prospettiva giuriscostituente.
Che tutte queste iniziative siano caratterizzate dalla consapevolezza che la pace si costruisce con metodi di pace, che l'opposizione alla violenza si realizza con la nonviolenza, che l'adesione alla verita' e' ricerca e dialogo, umilta' e pazienza, comprensione e coscientizzazione, e testimonianza e lotta che riconoscano e promuovano umanita': pratica della critica e critica della pratica, conflitto che umanizza ed umanizzazione del conflitto, incontro che liberi e liberazione che favorisca l'incontro.
L'incontro di esseri umani: uguali e diversi, diversi ed uguali.
17. UN IMPROVVISATO SALUTO AGLI AMICI DEL CENTRO DI EDUCAZIONE ALLA MONDIALITA' RIUNITI A VITERBO IN QUESTI GIORNI
Amici carissimi, nostri e del mondo,
che giorno dopo giono edificate
i ponti necessari per convivere
parlandoci, trovandoci, riconoscendoci
reciprocamente ospitandoci
umani fra gli umani, donne e uomini
di volonta' buona e dignita' splendente.
Qui vi saluta e vi ringrazia uno
che alla vostra scuola e al vostro impegno
ultimo servo e compagno di strada
si sente chiamato al cammino.
E ancora vi ringrazia
per la mitezza, per la conviviale
ricerca, per lo stare insieme e fare
esistere di gia', tra tutti noi,
la solidarieta' che tutta unisce
l'umana famiglia; la liberazione
che e' da farsi senza indugi adesso;
la nonviolenza, che regoli la vita
e salvi il mondo prima che sia tardi.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 159 del 5 aprile 2013
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