Archivi. 124



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 124 del primo marzo 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di febbraio 2003 (parte seconda)

2. Il 15 febbraio a Roma

3. Verso l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace

4. In cammino

5. Si puo'

6. Un'urgenza

7.In nome della legge

8. Le cinque cose da fare adesso: l'azione diretta nonviolenta per bloccare la macchina bellica

9. Le cinque cose da fare adesso: una campagna di disobbedienza civile di massa per mettere in condizione di non nuocere i poteri golpisti e le organizzazioni assassine

10. Le cinque cose da fare adesso: preparare lo sciopero generale ad oltranza contro la guerra

11. Le cinque cose da fare adesso: denunciare all'autorita' giudiziaria i potenti golpisti e stragisti che violano la Costituzione

12. Le cinque cose da fare adesso: l'ora della nonviolenza

13. Nelle nostre mani

14. "Los mineros salieron de la mina"

15. Archivi della disobbedienza civile: "Che cosa fai li' dentro, Henry?"

16. Una lettera al sindaco di Aviano

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI FEBBRAIO 2003 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di febbraio 2003.

 

2. IL 15 FEBBRAIO A ROMA

 

Domani a Roma, come in molte altre grandi citta' del mondo, milioni di persone che hanno a cuore l'umanita' intera manifesteranno per la pace.

Sia ascoltata questa saggia parola, questa volonta' buona si adempia.

 

3. VERSO L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA DELLE MONGOLFIERE DELLA PACE

 

Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha inviato ieri una lettera aperta al comandante della base delle forze armate statunitensi (Usaf) di Aviano, in territorio italiano, con la quale la struttura pacifista viterbese comunica che nei prossimi giorni avviera' colloqui con le istituzioni e sopralluoghi sul terreno al fine di realizzare, qualora iniziasse una guerra che per la Costituzione Italiana e per la Carta delle Nazioni Unite e' illegale e criminale, l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace con la quale impedire i decolli degli aerei dalla base di Aviano; azione diretta nonviolenta gia' realizzata con successo per alcune ore nel 1999 durante la guerra dei Balcani.

La struttura pacifista viterbese ritiene che sia dovere di ogni cittadino italiano rispettare ed inverare quanto previsto dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, che inequivocabilmente "ripudia la guerra". Il ripudio della guerra non consiste in un mero sottrarsi ad essa, ma nell'opporsi ad essa in modo limpido ed intransigente.

Al presente comunicato si allega per opportuna conoscenza:

1. La "Lettera aperta al Comandante della base Usaf di Aviano" del 12 febbraio 2003;

2. Una notizia sul responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo;

3. Un estratto dalla "Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri" del 1999;

4. Un articolo "Per una definizione del concetto di nonviolenza";

5. Una nota su "Tre caratteristiche fondamentali dell'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace".

(...)

 

4. IN CAMMINO

 

Questo di oggi e' un popolo in cammino

non sa verso dove ma sa da dove viene

da cosa fugge, a cosa si oppone.

 

E si oppone alla guerra, la guerra nemica

di tutte le genti e del mondo

divoratrice.

 

Fugge dall'apatia, la complicita'

che consiste nel dire decidano altri.

 

Viene da una storia di sangue e furore

la storia che uccide la storia e le storie

la storia che mena al piu' nulla.

 

E' gente in cammino e camminando

fa strada. Far strada

e' gia' opporsi alla morte.

 

Cammin facendo costruisce la vita

raccoglie i feriti e li cura,

raccoglie le armi e le spezza,

ascolta ed intreccia parole, fa luce

tutti accogliendo.

 

E' un duro cammino di gente che spera e che lotta

che vuole che il mondo continui

che ancora e di nuovo sia sera e mattina

 

per te, per Maria, per tutti.

 

5. SI PUO'

 

Si puo' passsare la vita a lanciare appelli perche' altri facciano qualcosa, e si puo' decidere di farla tu la cosa giusta e necessaria.

E la cosa necessaria e urgente e' fermare la guerra, e  per fermare la guerra occorre impedire l'operativita' e l'uso di eserciti ed armi (e in prospettiva, e alla radice, abolire gli eserciti e le armi distruggere).

L'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace con cui ostruire lo spazio aereo di decollo dei bombardieri e' questo: un atto concreto di contrasto della guerra, bloccando i decolli dei bombardieri, mettendo in condizioni di non nuocere le basi dell'aviazione militare impegnate nella guerra.

Senza tante chiacchiere, contando sulle nostre forze, abbiamo iniziato a organizzare l'azione diretta nonviolenta con cui fermarla noi direttamente la guerra, facendoci carico noi di bloccare la macchina bellica piu' potente del mondo.

Poiche' anche la macchina bellica piu' potente del mondo puo' essere resa impotente dalla nonviolenza: la nonviolenza e' piu' forte.

E perche' sarebbe ora di prendere sul serio quello che la Costituzione della Repubblica Italiana ci chiede: "ripudia la guerra". E "ripudia la guerra" non significa squagliarsela o lamentarsene: significa fronteggiarla e sconfiggerla la macchina della guerra; significa non fuggire, ma contrastare e impedire la guerra.

 

6. UN'URGENZA

 

Che tutto il movimento per la pace assuma un impegno chiaro contro l'antisemitismo; che tutto il movimento per la pace ripudi atteggiamenti e slogan hitleriani che purtroppo lo hanno a lungo contaminato; che tutto il movimento per la pace capisca che la nostra solidarieta' con il popolo palestinese e la richiesta che nasca uno stato palestinese libero, indipendente e democratico, e la nostra solidarieta' con il popolo di Israele e la richiesta che lo stato di Israele possa esistere in pace, sicurezza e democrazia, devono essere un unico, medesimo impegno.

 

7. IN NOME DELLA LEGGE

 

In nome della legge scritta nella carta delle Nazioni Unite: siamo noi, noi popoli, "noi popoli delle Nazioni Unite" a dover fermare la guerra. In nome della legge.

In nome della legge scritta nella Costituzione italiana: siamo noi, noi popolo italiano, a dover realizzare l'appello e il comando "ripudia la guerra". In nome della legge.

In nome della legge non scritta ma incisa nella coscienza di ogni essere umano, la legge di Antigone la pietosa, Antigone la resistente: non sottometterti all'ingiustizia, non accettare l'empieta'; alla violenza opponi l'umanita'. In nome della legge.

In nome della legge recata da tutte le grandi tradizioni culturali dell'umanita': "tu non uccidere". Tu non uccidere e non permettere che altri uccida. In nome della legge.

 

8. LE CINQUE COSE DA FARE ADESSO: L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA PER BLOCCARE LA MACCHINA BELLICA

 

La macchina bellica non e' invincibile. Puo' essere bloccata, con l'azione diretta nonviolenta. Gia' nel '99 sperimentammo la possibilita' di impedire i decolli dei bombardieri ostruendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le basi militari con delle mongolfiere di carta. Se scoppiera' la guerra vogliamo riprodurre sulla scala piu' ampia possibile e ad oltranza quella iniziativa: vogliamo, con la forza della nonviolenza, impedire tutti i decolli degli aerei stragisti.

 

9. LE CINQUE COSE DA FARE ADESSO: UNA CAMPAGNA DI DISOBBEDIENZA CIVILE DI MASSA PER METTERE IN CONDIZIONE DI NON NUOCERE I POTERI GOLPISTI E LE ORGANIZZAZIONI ASSASSINE

 

Se il governo italiano violando la Costituzione della Repubblica Italiana (e commettendo quindi un vero e  proprio colpo di stato che lo collocherebbe fuorilegge), desse la disponibilita' del nostro paese a favorire la guerra (anche solo mettendo a disposizione dei bombardieri stragisti lo spazio aereo italiano), rendendosi ipso facto complice di crimini di guerra e crimini contro l'umanita' aderendo a una guerra illegale e criminale sia per la nostra Costituzione sia per la Carta dell'Onu, sia per la nostra legalita' interna che per il diritto internazionale; allora e' dovere di ogni cittadino, e massime di ogni pubblico ufficiale, opporsi a un governo fuorilegge in difesa della legalita' costituzionale, e rendere inefficace la catena di comando di un governo golpista. Occorre quindi preparare una campagna di disobbedienza civile di massa che metta il governo golpista e stragista in condizioni di non nuocere, una campagna che prefiguri quella "difesa popolare nonviolenta" prevista nel corpus legislativo italiano che inveri quanto dalla Costituzione richiesto. Una forma di questa campagna potrebbe consistere nel paralizzare le strutture sia logistiche che militari che il governo mettesse a disposizione dell'attivita' bellica nel momento in cui la guerra iniziasse.

 

10. LE CINQUE COSE DA FARE ADESSO: PREPARARE LO SCIOPERO GENERALE AD OLTRANZA CONTRO LA GUERRA

 

Se la guerra verra' scatenata occorrera' che l'opposizione alla guerra si manifesti con efficacia cogente. Occorre preparare fin d'ora lo sciopero generale contro la guerra, da condurre ad oltranza fino alla caduta del governo golpista e alla cessazione della partecipazione italiana alla guerra (in qualunque forma tale partecipazione si desse).

 

11. LE CINQUE COSE DA FARE ADESSO: DENUNCIARE ALL'AUTORITA' GIUDIZIARIA I POTENTI GOLPISTI E STRAGISTI CHE VIOLANO LA COSTITUZIONE

 

Quel governo, quel parlamento, quel capo dello Stato che non obbedissero al dettato costituzionale che "ripudia la guerra" e si rendessero complici della guerra e violatori della legalita' costituzionale, cioe' golpisti e stragisti, devono essere denunciati all'autorita' giudiziaria: occorre che siano perseguiti ai sensi di legge, processati e puniti per il loro crimine.

A tal fine e' bene che ovunque si promuovano azioni penali affinche' la magistratura li persegua, affinche' le forze dell'ordine mettano i golpisti e stragisti in condizione di non nuocere, affinche' le istituzioni dello stato preposte all'amministrazione della giustizia, alla tutela dell'ordine pubblico e alla difesa della legalita' intervengano come e' nelle loro competenze. Occorre mettere i golpisti e stragisti in condizioni di non nuocere e assicurarli alla giustizia, affinche' rispondano dei loro reato cosi' come la legge prevede.

 

12. LE CINQUE COSE DA FARE ADESSO: L'ORA DELLA NONVIOLENZA

 

Opporsi alla guerra e' possibile e necessario. Ma perche' l'azione contro la guerra sia credibile ed efficace, persuasiva poiche' persuasa, essa deve essere limpida ed intransigente: occorre fare la scelta della nonviolenza.

Veniamo da amare esperienze, ed una convinzione dovremmo aver tutti maturato: che il movimento per la pace ha una sola risorsa, ma grande, ma immensa, da contrapporre alla violenza dei potenti, da contrapporre alla furia della guerra: la scelta della nonviolenza, della lotta nonviolenta, dell'azione diretta nonviolenta. Che e' la scelta che invera i principi stabiliti dalle grandi fonti di diritto, dalla nostra Costituzione, dalla Carta delle Nazioni Unite, dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.

Ma la scelta della nonviolenza richiede un impegno autentico e rigoroso. E la capacita' di promuovere o prender parte a una lotta nonviolenta richiede una formazione e un addestramento specifici ed impegnativi. Ed organizzare e condurre un'azione diretta nonviolenta richiede una preparazione prolungata e profonda.

Per questo la prima cosa che il movimento per la pace deve fare e' rompere ogni ambiguita', uscire dalla subalternita' come dall'apatia, assumere direttamente la responsabilita' di salvare le vite umane minacciate dalla guerra e l'umanita' intera, e con esse ed essa salvare il diritto e i diritti di tutti. Per far questo occorre fare la scelta della nonviolenza.

E questo e' il passo che devi fare, senza del quale non vi e' azione per la pace ma pressoche' solo ipocrisia, subalternita', stoltezza, e quindi effettuale complicita' con la guerra.

 

13. NELLE NOSTRE MANI

 

Fermare la guerra e' ormai

solo nelle nostre mani.

 

Sei tu che devi fermarla, non altri.

 

Non chiedere ad altri, agisci.

 

Non attendere, il momento e' adesso.

 

La vita o la morte di molti

sono nelle nostre mani.

 

Sei tu che devi salvarli.

 

14. "LOS MINEROS SALIERON DE LA MINA"

 

"E' fatto giorno, siamo entrati in giuoco anche noi

con i panni e le scarpe e le facce che avevamo"

(Rocco Scotellaro)

 

La bella giornata di sabato (le centinaia e piu' probabilmente migliaia di iniziative in tante citta' del mondo, da New York a Vetralla) non deve essere immiserita ne' nelle polemiche di piccolo cabotaggio, ne' in un trionfalismo fuori luogo, ne' in un malinconico ritorno a casa, ne' in occasione di sognante nostalgia.

Moli lo hanno detto, e lo hanno detto perche' lo hanno sentito col cuore: uno spicchio grande di umanita' presente ha detto no alla guerra, e lo ha detto chiaro a quei potenti che una nuova guerra preparando mettono in pericolo, nel piu' grave pericolo, l'umanita' intera.

E questo no alla guerra uno spicchio grande di umanita' presente lo ha detto a nome dell'umanita' intera, di quella presente la cui enorme maggioranza non ha voce poiche' strozzata dal doppio raffio della fame e delle armi, di quella futura che dipendera' da noi se potra' esistere o no e se vivra' in un mondo vivibile o avra' una vita infera di sofferenze tra macerie e cancrena, e in nome di quella passata il senso del cui travaglio sarebbe cancellato dalla cancellazione della civilta' umana, e la cui esistenza sarebbe per la seconda volta e per sempre uccisa, annichilita infine.

Questo ci pare sia il messaggio chiaro delle manifestazioni di sabato: no alla guerra, si' all'umanita'.

*

Sabato era il giorno dei cortei. Una parola e' stata detta, andava detta, deve essere ascoltata. E' importante, non basta.

Oggi e' lunedi': e la lotta continua. Poiche' fermare la guerra, costruire la pace, difendere l'umanita', richiede un impegno di lotta, e questo impegno di lotta solo puo' alimentarsi di una scelta intellettuale e morale limpida e intransigente: la scelta della nonviolenza.

Occorre dar seguito, risposta, inveramento a quella domanda, a quell'invocazione, a quell'appello che sabato milioni di esseri umani hanno lanciato al mondo: fermare la guerra. E per farlo occorre agire. Con la forza del diritto, con la forza della verita', con la forza della nonviolenza.

Ed occorre quindi predisporci:

- a contrastare la macchina bellica con l'azione diretta nonviolenta: si tratta di paralizzare gli apparati militari che verranno impiegati e coinvolti nella guerra. E' possibile farlo: ad esempio con l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace possiamo impedire i decolli dei bombardieri dalle basi militari.

- a inceppare la catena di comando e le strutture logistiche ed amministrative dei poteri golpisti e stragisti che la guerra promuovessero o avallassero in violazione della Carta delle Nazioni Unite e della Costituzione della Repubblica Italiana. Possiamo con una campagna nonviolenta di disobbedienza civile di massa bloccare nodi strategici e mettere in condizione di non nuocere quei poteri che la guerra scatenassero ed avallassero (e con cio' stesso si rendessero ipso facto fuorilegge, criminali promotori, esecutori e complici di crimini di guerra e crimini contro l'umanita', e per quanto specificamente concerne il nostro paese colpevoli altresi' del reato di violazione della Costituzione cui pure hanno giurato fedelta').

- a preparare lo sciopero generale ad oltranza contro la guerra, fino alla completa cessazione di ogni coinvolgimento in essa, e fino alle dimissioni del governo, del parlamento e del capo dello stato che la guerra illegale e criminale avallassero (con cio' infrangendo la legalita' ed attentando alla Costituzione, alla democrazia, alla Repubblica: a questa azione golpista deve opporsi la piu' nitida ed energica azione delle istituzioni, dei pubblici ufficiali e dei cittadini fedeli alla legalita' costituzionale, alla democrazia, al nostro paese in quanto stato di diritto, ordinamento giuridico, spazio di liberta' e di civile convivenza).

- a denunciare i golpisti e stragisti all'autorita' giudiziaria: chiedendo alle forze dell'ordine di metterli in condizione di non nuocere, chiedendo al potere giudiziario di procedere contro i violatori della legalita' costituzionale, chiamando tutte le autorita' a tal fine preposte alla difesa della repubblica dall'eversione golpista e stragista.

*

Ma per far tutto cio' occorre la scelta della nonviolenza; occorre uscire dalle ambiguita' e dalla subalternita', farla finita con le ipocrisie. Ipocrisie, subalternita' e ambiguita' ancora fortemente presenti in ampi settori del cosiddetto movimento per la pace, settori dai quali dobbiamo separarci nel modo piu' netto nel momento delle scelte e dell'azione: e il momento e' adesso.

Cosicche' ai tanti ciarlataneschi appelli all'unita' noi opponiamo l'appello alla nonviolenza. E quindi a rompere ogni complicita' con la violenza, chi la utilizza e chi la adora.

Agli osceni equilibrismi di chi e' contro una guerra e a favore di un'altra, noi opponiamo la scelta della nonviolenza, che e' opposizione a tutte le guerre, tutti gli eserciti, tutti gli armamenti (e va da se': tutte le dittature, tutti i terrorismi, tutti i poteri criminali; e tutte le offese all'incolumita' ed alla dignita' di ogni persona).

Alle ignobili furberie di chi chiede ad altri il rispetto delle regole e poi vuol lasciare mano libera a se stesso e ai suoi amici, noi opponiamo la discriminante della nonviolenza, che e' l'impegno alla nonmenzogna, ed alla noncollaborazione con chiunque voglia opprimere o umiliare altri esseri umani.

Allo strabismo di chi dice di provare dolore per alcune vittime e se ne infischia di altre, noi opponiamo la nonviolenza come sentimento di fraternita' e sororita' con l'umanita' intera.

Alle retoriche e alle ideologie totalitarie, autoritarie, militariste, razziste e sessiste degli scocchi e dei mascalzoni che pensano di potersi opporre alla guerra e all'ingiustizia ed insieme nel loro meditare e parlare ed agire ed atteggiarsi riproducono la stessa logica  e cultura della violenza, noi opponiamo la nonviolenza come lotta esplicita e senza equivoci anche a quelle ideologie e retoriche, e condotte e prassi.

Al fascismo maschilista e classista, ed al privilegio, al trasformismo ed all'irresponsabilita' di tanta parte della sedicente leadership del movimento per la pace, noi opponiamo il ripudio di ogni leaderismo, di ogni carrierismo, di ogni privilegio e oppressione di classe e di genere; noi opponiamo la scelta della nonviolenza come progetto e pratica di solidarieta' e di liberazione di un'umanita' sessuata di donne e uomini uguali in dignita' e diritti nel rispetto della originalita' irriducibile di ogni persona.

Alle amnesie di chi dimentica il suo stesso passato di ancor pochi anni fa noi opponiamo la memoria, in dolore e speranza: affinche' non si dimentichi di dove veniamo, quali siano le responsabilita' di ciascuno, cio' a cui occorre porre rimedio in noi e tra noi, quali i lutti da elaborare, quali i segreti e bugie da portare alla luce e affrontare e superare. Non per algidamente condannare, non per ergersi e calcare, non per offendere ancora, ma perche' si possa procedere ad una riconciliazione fondata su una comune lotta alla violenza e alla menzogna, sul riconoscimento di responsabilita', sulla verita' come presupposto della giustizia, su un cambiamento che deve cominciare da noi stessi nel nostro riconoscimento reciproco, nel nostro agire quotidiano, nella personale e quindi comune assunzione di responsabilita'.

La nonviolenza e' un cammino faticoso, ed e' anche un lavoro analitico, un reciproco dirsi e ascoltarsi, un viaggio che si fa insieme facendosi carico l'una e l'uno dell'altro e dell'altra, la percezione della relazione, il tu e i tutti.

Ma certo queste cose occorrerebbe dire in modo assai meno raccorciato, e con ben diversa scansione, e con piu' visibile tenerezza. Lo so. E mi spiace di scriver cosi'.

*

"Los mineros salieron de la mina" e' un verso di Cesar Vallejo. E' cosi' bello che non l'ho tradotto.

 

15. ARCHIVI DELLA DISOBBEDIENZA CIVILE: "CHE COSA FAI LI' DENTRO, HENRY?"

[L'antefatto e' noto: Henry David Thoreau come protesta contro la guerra rifiuto' di pagare le tasse, e fu incarcerato. La descrizione del fulminante dialogo tra i due grandi americani ("Una storia apocrifa, mi e' stato detto, ma se non e' vero e' ben trovato - se non e' realmente accaduto, sarebbe dovuto accadere") la riprendiamo dal breve, pungente saggio del 1967 di Dwight Macdonald, "La necessita' della disobbedienza civile", in Idem, Controamerica, Rizzoli, Milano 1969, p. 339. Henry David Thoreau (1817-1862) e' l'autore di Walden e de La disobbedienza civile (disponibili in italiano in varie edizioni); Ralph Waldo Emerson (1803-1882) e' il grande pensatore e saggista trascendentalista]

 

"Che cosa fai li' dentro, Henry?" gli chiese il suo vicino ed amico, Emerson, attraverso le sbarre della prigione di Concord. "Che cosa fai tu li' fuori, Waldo?" egli replico'.

 

16. UNA LETTERA AL SINDACO DI AVIANO

 

Egregio Sindaco,

preliminarmente, in primo luogo ci permetta di dirle che apprezziamo l'impegno per la pace del Comune di Aviano.

E' importante che gli enti locali siano rigorosamente fedeli al dettato costituzionale ed al suo articolo 11 che esplicitamente dichiara che "l'Italia ripudia la guerra".

E' importante che gli enti locali rappresentino ed inverino la volonta' di pace espressa inequivocabilmente dalla legge fondamentale del nostro paese e fortemente sentita dal popolo italiano, volonta' di pace ribadita ancora nei giorni scorsi dalle numerose e partecipatissime manifestazioni popolari contro la guerra ed insieme contro le dittature, contro il terrorismo, per la difesa della vita di ogni essere umano.

Sempre preliminarmente, in secondo luogo ci permetta di dirle che comprendiamo come la situazione del Comune di Aviano sia evidentemente fortemente condizionata dalla presenza della locale base militare americana, la cui importanza e rilevanza non sono sottovalutabili.

Gli americani costi' residenti o domiciliati sono a tutti gli effetti ospiti del nostro paese, ed e' giusto e doveroso che ad essi, in quanto esseri umani, si garantisca una benevola accoglienza, la stessa che a nostro avviso in ogni luogo dell'unica terra che abbiamo deve essere offerta e garantita a tutti gli esseri umani.

Nel contempo anch'essi, in quanto e fin quando in Italia si trovano, devono rispetto e obbedienza alle nostre leggi, e quindi innanzitutto a quanto stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

Ed ecco l'oggetto di questa lettera: con essa le preannunciamo che qualora dovesse iniziare una nuova terribile guerra contro la popolazione irachena, come piu' volte irresponsabilmente preannunciato dal presidente degli Stati Uniti d'America, e' nostra ferma intenzione agire per ottenere il rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, e quindi impedire che l'Italia sia resa complice di una guerra che per la nostra Costituzione e' illegale e criminale.

Riteniamo infatti che sia dovere di ogni cittadino (ed a maggior ragione di ogni pubblico ufficiale e di ogni istituzione democratica) difendere la legalita' costituzionale che a tutti i cittadini italiani fa obbligo di opporsi alla guerra.

E per quanto ci riguarda ci stiamo predisponendo ad agire riproponendo l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace, con la quale bloccare i decolli dei bombardieri dalla base di Aviano ostruendo lo spazio aereo antistante e sovrastante le piste di decollo occupandolo con dei palloni gonfiati ad elio e delle mongolfiere di carta recanti componenti metallici.

Come e' proprio delle azioni dirette nonviolente, ci assumeremo la piena responsabilita' della nostra iniziativa, la realizzeremo nel modo piu' trasparente e coerente, la preannunceremo per tempo e richiederemo incontri preliminari con tutti i soggetti interessati e coinvolti nel teatro delle operazioni, sia istituzionali che della societa' civile, affinche' essa si realizzi senza mettere in pericolo l'incolumita' di alcuno e senza danneggiare i legittimi interessi di alcuno.

*

Lei ricordera' come gia' nel 1999, durante la scellerata e tragica guerra dei Balcani, realizzammo per alcune ore questa iniziativa, e ci prendemmo cura di controllare l'innalzamento delle mongolfiere affinche' non vi potessero essere pericoli ne' per le persone ne' per le colture agricole e gli insediamenti abitativi; lei ricordera' come gia' nel 1999 ci facemmo carico di comunicare per tempo data e modalita' dell'iniziativa; lei ricordera' come gia' nel 1999 caratterizzamo la nostra iniziativa con il massimo del rigore e della limpidezza, interrompendola immediatamente non appena altre persone - che non prendevano parte ad essa - inscenarono inammissibili comportamenti contrari alla nonviolenza.

Lei ricordera' anche che nel 1999 chiedemmo l'autorizzazione del Comune allo svolgimento dell'iniziativa, e tale autorizzazione non avendo ottenuto la nostra azione nonviolenta realizzammo ugualmente sapendo che questo ci esponeva anche a sanzioni amministrative, ma ritenendo che fosse prevalente il dovere di fedelta' al dettato costituzionale e l'esigenza di cercar di salvare delle vite umane. Anche in questo frangente, se la guerra dovesse avere inizio, intendiamo agire cosi'.

Con una differenza rispetto al 1999: che se la guerra dovesse iniziare cercheremo fin dall'inizio di organizzare il blocco dei decolli con la nostra azione nonviolenta non con un piccolo numero di persone e per un tempo limitato, ma puntando ad un coinvolgimento popolare e all'obiettivo di bloccare ad oltranza i decolli degli aerei stragisti.

E' per verificare sul terreno la situazione, e per avere anche questa volta un rapporto costruttivo - oltre che rispettoso delle specifiche prerogative e competenze - con tutte le istituzioni locali, che intendiamo fin d'ora avviare un dialogo con le amministrazioni pubbliche del posto, ed ovviamente in primis con il Comune di Aviano.

A tal fine nei prossimi giorni la contatteremo direttamente, cosi' come contatteremo direttamente i rappresentanti delle altre istituzioni cui inviamo per conoscenza questa lettera.

Cio' che intendiamo fare, le motivazioni e gli obiettivi che ci proponiamo, sono descritti nella lettera al comandante dela base Usaf di Aviano che ci permettiamo di allegare alla presente per opportuna conoscenza.

*

Ma con questa lettera intendiamo sottoporre alla sua attenzione anche un tema ulteriore: qualora la guerra iniziasse, e qualora sciaguratamente - come pare purtroppo probabile alla luce delle dichiarazioni infauste e a nostro avviso del tutto illegittime del Ministro della Difesa - le strutture militari americane in territorio italiano vi venissero coinvolte ed il governo italiano non si opponesse a questo crimine, ebbene, ci permetta di sottoporle anche i seguenti quesiti:

a) poiche' in quanto Sindaco lei ha giurato fedelta' alla Costituzione nelle mani del Prefetto, non crede che avrebbe il dovere di intervenire affinche' nel territorio del Comune di Aviano non si violi la Costituzione della Repubblica Italiana?

b) a tal fine non crede di poter e dover disporre con ordinanza che nessuna azione bellica abbia avvio dal territorio del Comune di Aviano?

c) e quindi non crede che lei stesso in prima persona abbia il potere e il dovere di agire affinche' nessuna forma di partecipazione o contributo alla guerra abbia luogo dalla base militare americana sita nel territorio di Aviano?

Le poniamo questi quesiti, come intendiamo porli a tutti i sindaci nei territori dei cui Comuni si trovano strutture militari che potrebbero essere coinvolte nella guerra che si preannuncia, proprio perche' pensiamo che le istituzioni democratiche devono concretamente agire in difesa della legalita' costituzionale e contro una guerra che per la nostra legislazione e' inequivocabilmente illegale e criminale.

Le saremmo grati se anche su questo tema lei ed i suoi collaboratori, cosi' come l'intero consiglio comunale di Aviano, voleste riflettere con specifico riferimento alla vostre prerogative e responsabilita', a quanto e' in vostro potere di fare in difesa della legalita' costituzionale, del diritto internazionale, della pace, della vita di innumerevoli esseri umani e del futuro dell'umanita' intera.

Confidiamo che avremo occasione di incontrarci nel comune impegno per la pace e per il rispetto della legalita' costituzionale della Repubblica Italiana.

E speriamo vivamente che la guerra non venga scatenata, ma qualora essa avesse inizio dovremmo tutti assumerci le nostre responsabilita' ed agire per quanto in nostro potere a difesa del diritto, della legge, della pace, della vita umana. Noi lo faremo cercando di bloccare la macchina bellica con gli strumenti che come cittadini italiani ed amici della nonviolenza abbiamo a disposizione; coloro che hanno compiti di governo degli enti locali possono e devono farlo anche avvalendosi degli strumenti che l'ordinamento giuridico mette specificamente a loro disposizione.

Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione, voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro; saluti ed auguri che la preghiamo di estendere a tutti i suoi collaboratori ed a tutti i membri del consiglio comunale di Aviano.

Cordialmente.

[Segue allegata la lettera aperta al Comandante della base Usaf di Aviano del 12 febbraio, che gia' abbiamo riprodotto nel n. 506 del 13 febbraio 2003 di questo notiziario, cui rinviamo]

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

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Numero 124 del primo marzo 2013

 

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