Archivi. 95



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 95 del 31 gennaio 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di agosto 2008 (parte prima)

2. Nei cpt

3. Da Tricastin

4. Terrorista e stragista la guerra

5. Eis eauton

6. Oggi

7. Al Presidente della Repubblica una richiesta di intervento

8. Aleksandr Solzenicyn, un maestro

9. L'umanita' dopo Hiroshima

10. Dopo Hiroshima l'umanita'

11. Giobbe Santabarbara presenta "A colpi di cuore" di Anna Bravo

12. Se

13. Fermare la guerra

14. Mahmoud Darwish

15. Contro la guerra, e senza ipocrisie

16. Dell'unica politica possibile nell'eta' aperta da Auschwitz e da Hiroshima

17. E adesso, pover'uomo?

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2008 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2008.

 

2. NEI CPT

[Cpt, come e' noto, e' acronimo per "Centri di permanenza temporanea", i campi di concentramento riaperti in Italia da dieci anni - in violazione della legalita' costituzionale, dei fondamenti dello stato di diritto, della dignita' e dei diritti umani. In essi gia' troppi han trovato la morte. Di simili strutture l'esistenza denega in radice la democrazia]

 

Nei cpt le morti silenziose

nei cpt della paura il morso

nei cpt le voci dolorose

nei cpt ove il sangue e' gia' scorso.

 

Sono dieci anni che queste obbrobriose

istituzioni hanno nuovo corso

e del fascismo le gesta piu' odiose

rinnovano in un macabro ricorso.

 

Che sono campi di concentramento

e campi son d'iniqua prigionia

e sono campi di vile tormento

 

per chi gia' abbandono' la sua natia

terra e subi' persecuzione e stento:

e qui ha accoglienza si' malvagia e ria.

 

3. DA TRICASTIN

 

Da Tricastin nessuna voce giunge?

Su Tricastin nessuno vuol parlare?

gli araldi del ritorno al nucleare

insisteranno e alcuna spina punge

 

i cori loro? E da presso e da lunge

a quali dei si elevan turpi are

e quante vittime sacrificare

ancora occorre? E quale mano unge

 

questo ingranaggio onnidevastatore

e quale braccio sega questo ramo

su cui ristiamo e sotto vi e' l'abisso?

 

E tutto e' disquatrato e tutto e' scisso

e tutto putrido e' reso, e gramo.

E tu contrastalo il potere distruttore.

 

4. TERRORISTA E STRAGISTA LA GUERRA

 

Enuncio tre semplici verita'.

In Afghanistan e' in corso una guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, a vantaggio di poteri mafiosi e totalitari.

E la partecipazione militare italiana alla guerra terrorista e stragista viola la legalita' costituzionale, viola il diritto internazionale, viola i fondamenti stessi dello stato di diritto e della civile convivenza in un mondo ormai pienamente interdipendente.

Solo con la pace si difendono e si promuovono i diritti umani di tutti gli esseri umani: e la pace si costruisce solo con mezzi di pace, salvando le vite e non sopprimendole, con il disarmo e l'aiuto umanitario, affrontando i conflitti con metodi civili, nonarmati, nonviolenti. Solo la scelta della nonviolenza come criterio ispiratore della politica puo' salvare l'umanita' dalla terribile distretta in cui si trova.

*

Se non ci opponiamo alla guerra, di cosa andiamo cianciando?

 

5. EIS EAUTON

 

La guerra e chi la guerra ha consentito

la guerra e chi la guerra ha sostenuto

la guerra e chi la vita altrui ha venduto

la guerra e chi la vita altrui ha rapito.

 

La guerra in cui si uccide con un dito

la guerra in cui si uccide stando muto

la guerra e come disfa ogni tessuto

la guerra ed il deserto suo infinito.

 

E cosa hai fatto tu per contrastarla?

E cosa hai fatto tu per salvar vite?

Eri distratto dalla vacua ciarla?

 

Eri sedotto dal vile sorite?

Eri ingannato da chi sempre parla?

Degli assassini ormai complice mite.

 

6. OGGI

 

Opporsi alla guerra.

Salvare le vite.

Difendere la Costituzione.

Se non si fa questo, cosa siamo gia' diventati?

 

7. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA UNA RICHIESTA DI INTERVENTO

 

Al Presidente della Repubblica

e per opportuna conoscenza:

al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

al Presidente dell'Enac

al Presidente della Provincia di Viterbo

al Sindaco del Comune di Viterbo

al Prefetto di Viterbo

e sempre per opportuna conoscenza:

alla Ministra dell'Ambiente

al Ministro del Welfare

al Ministro per i Beni Culturali

al Commissario europeo per i Trasporti

*

Oggetto: Richiesta di intervento del Presidente della Repubblica affinche' sia impedita la realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma, un'opera illecita e scandalosa, nociva per la salute dei cittadini, distruttiva di insostituibili preziosissimi beni pubblici, che costituirebbe un immenso sperpero di pubbliche risorse a grave danno della comunita' ed in flagrante violazione di legge.

*

Signor Presidente della Repubblica,

con la presente siamo a richiedere un suo autorevole intervento affinche' siano rispettate le vigenti normative - di rilevanza fin costituzionale - a difesa della salute e della sicurezza dei cittadini, di rilevantissimi e peculiari beni ambientali e culturali, di diritti soggettivi e legittimi interessi della comunita' viterbese ed altolaziale e di singoli cittadini ivi residenti; normative vigenti e cogenti diritti minacciati dalla prospettiva della realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma, un'opera semplicemente illecita e scandalosa.

*

La realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost avrebbe i seguenti inaccettabili e disastrosi esiti:

a) grave nocumento per la salute della popolazione, come dimostrato dal documento dell'Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) del 18 marzo 2008;

b) grave devastazione dell'area termale del Bulicame, peculiare bene naturalistico e storico-culturale, terapeutico e sociale, economico e simbolico, gia' citato da Dante nella Divina Commedia ed elemento fondamentale dell'identita' di Viterbo;

c) grave impatto su un rilevante bene archeologico come l'emergenza in situ del tracciato dell'antica via consolare Cassia, come ammesso dall'assessore e vicepresidente della Regione Lazio Esterino Montino;

d) grave impatto inquinante sull'Orto botanico dell'Universita' degli Studi della Tuscia, bene scientifico, di ricerca e didattico di cospicua rilevanza;

e) grave impatto inquinante sulle colture agricole - di qualita' e biologiche - insistenti nell'area maggiormente investita;

f) grave danno economico per la citta' con deprezzamento di attivita', esercizi ed immobili;

g) conflitto con attivita' ed esigenze di interesse strategico nazionale dell'Aeronautica Militare, come evidenziato da ultimo dal "Centro Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile" in un recente documento diffuso il 2 agosto 2008 in cui si afferma testualmente "l'incompatibilita' tra l'intensa attivita' di aviazione civile commerciale e la permanenza di un'attivita' di volo militare importante - quella della Cavalleria dell'Aria - che rende Viterbo tra gli aeroporti militari di primaria importanza strategica (come fissato da un recente decreto)" e come gia' precedentemente puntualmente segnalato nella seduta del Consiglio comunale di Viterbo del 25 luglio 2008;

h) immenso sperpero di fondi pubblici per un'opera nociva e distruttiva, quando Viterbo e l'Alto Lazio hanno bisogno di ben altri interventi della mano pubblica: e particolarmente di un forte sostegno a difesa e valorizzazione dei beni ambientali e culturali, dell'agricoltura di qualita', delle peculiari risorse locali; e per quanto concerne la mobilita' un forte sostegno al trasporto ferroviario (riaprendo la linea Civitavecchia-Capranica-Orte; potenziando la linea Viterbo-Orte; potenziando la linea Viterbo-Capranica-Roma);

i) aggravamento di una condizione di servitu' per l'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesantissime servitu' energetiche, militari e speculative e da fenomeni di inquinamento ed aggressione criminale alla salute, alla sicurezza e alla qualita' della vita dei cittadini;

l) concreto pericolo che l'opera veicoli interessi ed affari non trasparenti, conflitti di interessi in figure investite di ruoli e funzioni istituzionali, operazioni economiche illecite e penetrazione dei poteri criminali, come segnalato da autorevoli figure istituzionali;

m) infine, poiche' il punto di riferimento da parte dei promotori dell'opera e' il sedime di Ciampino e l'attivita' che in esso si svolge, si rileva come proprio la situazione di Ciampino sia insostenibile e gravemente lesiva dei piu' elementari diritti della popolazione locale, ed e' quindi evidentemente scandaloso voler "ciampinizzare" un'altra citta' (occorre invece una drastica e immediata riduzione dei voli su Ciampino).

*

A cio' si aggiunga che:

n) l'opera e' tuttora priva di adeguata progettazione, anzi della stessa precisa definizione di collocazione e dimensioni, come ammesso dallo stesso Consiglio comunale di Viterbo nella parte narrativa dell'atto deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008 in cui si afferma testualmente che "devesi fare presente che a tutt'oggi non si conoscono ne' la lunghezza della pista che potrebbe arrivare a superare i 3000 m, ne' il suo orientamento"; peraltro il gia' citato "Centro Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile" ha rilevato "l'impossibilita' oggettiva - dimostrata dagli studi del nostro centro - di allungare la pista di almeno altri due chilometri mantenendone l'orientamento e, tanto meno, di smantellare l'attuale per costruirne altra - come sostenuto da ambienti dell'assessorato al volo - disassata di 10 gradi verso nord o sud";

o) l'opera confligge con il Piano territoriale paesaggistico regionale e le relative norme di salvaguardia, come riconosciuto dallo stesso Consiglio comunale di Viterbo con l'atto deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008;

p) l'opera e' totalmente priva di fondamentali verifiche e di fondamentali requisiti previsti dalla legislazione italiana ed europea in materia di Valutazione d'impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica, Valutazione d'impatto sulla salute.

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Quanto alla procedura di individuazione di Viterbo come sede di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma:

q) la relazione ministeriale del novembre 2007 che ha dato il via ad una serie di atti amministrativi successivi e' destituita di fondamento in punto di diritto e di fatto, come dimostrato ad abundantiam da un documento del 18 gennaio 2008 del "Centro studi Demetra" che conclude la sua ampia ricognizione dichiarando che "gli atti ministeriali risultano palesemente affetti da gravi vizi di illegittimita' sotto il rilevato profilo dell'eccesso di potere per carenza dell'istruttoria tecnica condotta dalla commissione istituita presso il Ministero dei Trasporti";

r) non solo: quella relazione contiene dichiarazioni semplicemente dereistiche e si rivela nel merito come non rispondente ad un'analisi fattuale della realta' territoriale: essa infatti ignora del tutto il fatto che il sedime indicato ricade nel cuore dell'area termale del Bulicame e a ridosso di emergenze archelogiche, naturalistiche, scientifiche, culturali, agricole, terapeutiche, economiche ed insediative tali da rendere l'opera ipso facto irrealizzabile; cadendo quindi la validita' di quella relazione, cadono con essa tutti gli atti amministrativi conseguenti, viziati in radice dal vizio dell'atto presupposto e fondativo;

s) peraltro la stessa compagnia aerea Ryan Air - che nelle dichiarazioni dei proponenti l'opera avrebbe dovuto essere il soggetto imprenditoriale maggior fruitore della nuova struttura aeroportuale - ha esplicitamente dichiarato di non intendere affatto trasferire la sua attivita' nell'eventuale scalo viterbese (cfr. intervista trasmessa dalla Rai il 27 aprile 2008 nell'ambito del programma "Report").

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Infine:

t) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce della situazione aeroportuale italiana (cfr. la gia' citata inchiesta televisiva della Rai ("Report", 27 aprile 2008);

u) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce dell'attuale trend del trasporto aereo internazionale (cfr. ad esempio l'intervento dell'europarlamentare Giulietto Chiesa del primo luglio 2008 che rinvia tra l'altro a un servizio dell'"International Herald Tribune" del 28-29 giugno 2008);

v) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce dell'esigenza di ridurre il trasporto aereo per ridurre il surriscaldamento globale del clima (come richiesto dall'Onu, dalla comunita' scientifica internazionale, dagli statisti piu' avvertiti);

z) occorre procedere alla riduzione drastica e immediata del trasporto aereo (particolarmente a fini di diporto), come richiesto da interventi di autorevoli personalita' come i premi Nobel Desmond Tutu e Wangari Maathai; e sostenere invece un modello di mobilita' piu' adeguato, sostenibile e democratico.

*

Signor Presidente della Repubblica,

tutto quanto precede, da un anno a questa parte abbiamo piu' volte segnalato ai Ministeri competenti, all'Ente nazionale per l'aviazione civile, al Parlamento europeo ed a quello nazionale, alla Regione Lazio, alla Provincia e al Comune di Viterbo, a  molti altri soggetti istituzionali variamente competenti.

*

Hanno peraltro sostenuto la nostra iniziativa di opposizione al devastante mega-aeroporto molte personalita' illustri come il magistrato Ferdinando Imposimato, la vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, padre Alex Zanotelli, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani.

Scienziati come Angelo Baracca, Virginio Bettini, Luigi Cancrini, Marcello Cini, Paul Connett, Giorgio Cortellessa, Stefano Montanari, Giuseppe Nascetti, Giorgio Nebbia, Gianni Tamino, Federico Valerio.

Altri cattedratici universitari come Rocco Altieri, Anna Bravo, Andrea Canevaro, Andrea Cozzo, Giovanna Fiume, Nella Ginatempo, Domenico Jervolino, Fulvio Cesare Manara, Raffaele Mantegazza, Arnaldo Nesti, Luigi Piccioni, Giuliano Pontara, Lorenzo Porta, Elena Pulcini, Claudio Riolo, Annamaria Rivera, Antonella Sapio, Giovanni Scotto, Sergio Tanzarella, Silvia Vegetti Finzi.

Scrittrici e saggiste come Dacia Maraini, Lea Melandri.

Intellettuali come Maria D'Asaro, Franco Barbero, Eleonora Bellini, Valeria Borgia, Patrizia Caporossi, Augusto Cavadi, Chiara Cavallaro, Giancarla Codrignani, Bruno Dei, Paola Del Zoppo, Francesco De Notaris, Maria G. Di Rienzo, Daniele Gallo, Pupa Garribba, Giorgio Giannini, Federica Giardini, Angela Giuffrida, Fulvio Grimaldi, Letizia Lanza, Elena Liotta, Fiora Luzzatto, Paola Mancinelli, Attilio Mangano, Enzo Mazzi, Sara Michieletto, Elena Monguzzi, Daniela Musumeci, Diana Napoli, Nadia Neri, Helene Paraskeva', Sergio Paronetto, Francesco Pistolato, Rosangela Pesenti, Enrico Peyretti, Tiziana Plebani, Giovanna Providenti, Elio Rindone, Giovanna Rossiello, Anna Saleppichi, Brunetto Salvarani, Bruno Segre, Paola Sessa, Renato Solmi, Giuseppe Tacconi.

Personalita' della vita civile e dell'impegno sociale ed educativo come Normanna Albertini, Giacomo Alessandroni, Alessandro Ambrosin, Roberto Barcaroli, Luciano Benini, Norma Bertullacelli, Carla Biavati, Michele Boato, Liliana Boranga, Franco Borghi, Adriana Bottini, Elena Buccoliero, Paolo Buffoni, Giuseppe Burgio, Elisabetta Caravati, Tiziano Cardosi, Giovanni Colombo, Marinella Correggia, Sergio Dalmasso, Leila Lisa D'Angelo, Riccardo Dello Sbarba, Emilio De Paolis, Gabriele De Veris, Giuliano Falco, Carlo Ferraris, Gianni Ghirga, Agnese Ginocchio, Dario Giocondi, Carlo Gubitosa, Pasquale Iannamorelli, Floriana Lipparini, Francesco Lo Cascio, Daniele Lugli, Luigi Malabarba, Maria Antonietta Malleo, Giovanni Mandorino, Nello Margiotta, Carla Mariani, Gian Marco Martignoni, Luca Martinelli, Raffaella Mendolia, Michele Meomartino, Carmine Miccoli, Maddalena Micotti, Mauro Mocci, Luisa Mondo, Adriano Moratto, Fiamma Negrini, Beppe Pavan, Paola Pavese, Strato Petrucci, Enzo Piffer, Luciano Polverari, Anna Puglisi, Piercarlo Racca, Fabio Ragaini, Elio Romano, Carlo Ruta, Silvana Sacchi, Raffaello Saffioti, Luca Salvi, Antonia Sani, Umberto Santino, Giovanni Sarubbi, Eugenio Scardaccione, Anna Schgraffer, Silvano Tartarini, Tiziano Tissino, Amedeo Tosi, Mao Valpiana, Claudio Vedovelli, Marcello Vigli.

Il magistrato Gennaro Francione.

L'ex-sottosegretario Paolo Cento.

I parlamentari europei Vittorio Agnoletto, Vincenzo Aita, Giovanni Berlinguer, Giusto Catania, Giulietto Chiesa, Claudio Fava, Monica Frassoni, Sepp Kusstatscher, la gia' citata Luisa Morgantini, Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano.

I senatori e deputati al parlamento italiano della precedente legislatura Maurizio Acerbo, Angelo Bonelli, Salvatore Bonadonna, Paolo Cacciari, Salvatore Cannavo', Giovanna Capelli, Anna Donati, Rina Gagliardi, Haidi Giuliani, Salvatore Iacomino, Vladimir Luxuria, Francesco Martone, Lidia Menapace, Maria Cristina Perugia, Paolo Russo, Gianpaolo Silvestri, Massimiliano Smeriglio, Gino Sperandio, Tiziana Valpiana.

I consiglieri regionali del Lazio Roberto Alagna, Enrico Luciani, Ivano Peduzzi, Anna Pizzo.

Numerosissime persone del viterbese, tra cui autorevoli figure delle istituzioni e della vita civile.

*

E sara' opportuno aggiungere che gli stessi sostenitori della nociva e devastante opera hanno dovuto progressivamente sempre piu' esplicitamente ammettere che la loro precedente propaganda era fallace e mistificante, e via via hanno dovuto riconoscere la validita' di quanto da noi rappresentato.

*

Signor Presidente della Repubblica,

giunti a questo punto, ed ormai chiarito inconfutabilmente che l'opera cosi' come prospettata da una propaganda tanto mistificante quanto irresponsabile e' semplicemente nociva, distruttiva, irrealizzabile e fuorilegge, sarebbe ragionevole attendersi che tutte le rappresentanze istituzionali desistano dal continuare a sostenerne la realizzazione; invece purtroppo sembra che alcune figure istituzionali ed alcune cordate affaristiche stiano tuttora operando a favoreggiamento della realizzazione del devastante mega-aeroporto e a danno dei cittadini, a danno dell'ambiente e dei beni pubblici, in violazione delle norme e dei vincoli in vigore.

E' perche' la situazione e' questa, che ci siamo determinati a richiedere un suo autorevole intervento affinche' sia impedita la realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma, un'opera illecita e scandalosa, nociva per la salute dei cittadini, distruttiva di insostituibili preziosissimi beni pubblici, che costituirebbe un immenso sperpero di pubbliche risorse a grave danno della comunita' ed in flagrante violazione di legge.

Ovviamente confidiamo che un suo intervento possa essere risolutivo; ma qualora tale intervento non si desse o non sortisse effetto, e si prospettasse la necessita' di richiedere l'ulteriore intervento delle competenti magistrature italiane ed europee in sede amministrativa, civile e penale, ovviamente procederemmo in tal senso, naturalmente richiamando tutto il pregresso ed anche le eventuali resposabilita' - anche per profili omissivi - da parte di vari soggetti istituzionali che fin qui non solo non hanno operato in modo adeguato e corretto ma hanno anche commesso ripetuti atti di cui evidentemente dovranno essere chiamati a rispondere.

*

Ringraziandola per l'attenzione, e restando a disposizione per ogni ulteriore opportuno chiarimento, ed eleggendo sede presso il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, voglia gradire distinti saluti.

La portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, Antonella Litta

Il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Peppe Sini

Viterbo, 4 agosto 2008

 

8. ALEKSANDR SOLZENICYN, UN MAESTRO

 

Arcipelago Gulag e' una delle opere capitali del XX secolo. Chi oggi ne scrive frettolosamente come di un classico imbalsamato evidentemente non immagina l'impatto che ebbe su di noi alla meta' degli anni Settanta.

Proprio in quel torno di tempo venivo facendo scelte che sarebbero state irreversibili. Anche dalla lettura di Solzenicyn (come di Primo Levi, di Heinrich Boell, di Margarete Buber Neumann, di Andrej Sinjavskij, e di Victor Serge, George Orwell, Albert Camus, Hannah Arendt, Nuto Revelli...) fui confermato nella scelta della militanza politica - come si dice: "a tempo pieno" (per quanto ridicola suoni questa formula, e non immaginavo allora che quel tempo sarebbe stata tutta la mia vita a venire) - nella sinistra critica e rivoluzionaria su posizioni che con linguaggio di oggi chiameremmo forse socialiste e libertarie, ed all'epoca comuniste consiliari, sempre consapevoli della necessita' dell'impegno antitotalitario; la scelta e il lessico della nonviolenza, come "aggiunta", ovvero approfondimento e illimpidimento e rigorizzazione di quei medesimi pensieri e quelle stesse scelte, venne per me alcuni anni dopo.

*

Ricordo ancora bene quanta infame pubblicistica venne diffuse contro Solzenicyn in quegli anni, e ancora successivamente - e ne e' traccia ancora in lividi commenti di queste ore; e nel mio archivio conservo ancora alcuni sordidi documenti che i loro acrobatici protervi autori forse preferirebbero ora non aver mai partorito.

Solzenicyn, e quanto si e' fatto per imporgli il silenzio. Ed e' stata per me una gioia grande quando mi e' capitato qualche anno fa di vedere un recente film di Sokurov che colloquia con Solzenicyn. Di contro alle calunnie, era ancora e sempre un maestro e un compagno di lotta per l'umana dignita'. Ne fui confortato al punto che piansi.

Che poi anche talune sue opinioni potessero essere discutibili, che avesse come tutti le sue radici ed i suoi limiti, che poi possa talvolta aver detto e fatto anche cose non condivisibili, anche questo e' nel novero dell'umano, e me lo rende piu' caro.

*

Resta uno dei grandi testimoni dell'orrore del secolo e dell'imperitura dignita' delle persone. Una voce delle vittime che contro tutti i poteri oppressivi leva il suo grido che e' il grido di tutte le vittime. Un combattente grande per l'umanita'. Un esempio di costante ricerca della parola onesta; un esempio di sollecito ascolto del volto altrui e di visione attenta della muta sua sofferenza che ti colma il cuore ed alla responsabilita' ti convoca; un esempio di incessante lotta contro ogni offesa alla dignita' umana e all'unica casa comune che abbiamo.

Un maestro indimenticabile di verita' e di nonviolenza.

E qui ancora gli attestiamo la nostra gratitudine.

E qui ancora gli rendiamo omaggio.

 

9. L'UMANITA' DOPO HIROSHIMA

 

Ora sappiamo che ci basta il cuore

di fare cenere del mondo intero.

 

Ora sappiamo che l'intelligenza

sa esser piu' feroce di ogni bruto.

 

Ora sappiamo di avere lo strumento

che eradica ogni seme e tutti i sogni

che dell'intera umanita' sa fare

un unico falo', un silenzio immenso,

l'ultima notte senza piu' respiro:

 

ed e' questo strumento l'obbedienza.

 

10. DOPO HIROSHIMA L'UMANITA'

 

Elenco adesso i compiti dell'ora:

sii vigile, abbiamo un solo mondo.

 

Sii vigile, da quell'azione astieniti

che toglie altrui la luce e la parola.

 

Sii vigile, alla guerra sempre opponiti

opponiti agli eserciti e alle armi.

 

Sii vigile, la dignita' difendi

di ogni essere umano, una e' la carne.

 

Sii vigile. E misericordioso.

 

Dopo Hiroshima ogni persona deve

sapersi responsabile di tutto.

 

11. GIOBBE SANTABARBARA PRESENTA "A COLPI DI CUORE" DI ANNA BRAVO

 

Anna Bravo e' una delle poche persone che in Italia pensano la nonviolenza concretamente. A mia conoscenza sono quasi tutte donne, e significhera' pur qualcosa.

Rispetto a tanti che pensano la nonviolenza come canone di autori, repertorio di formule, astratta professura (per non dire di quanti usano la parola per designare tutt'altro, e sono legione), in Anna Bravo riconosco quella chiarezza e quella consapevolezza senza le quali non si da' nonviolenza vissuta ed agita, pensata e detta veritieramente; nelle sue parole e nel suo operare colgo la sobrieta', la misura di chi sa cosa dice per averlo lungamente pensato, riconosco quella pietas senza di cui tutto il sapere e' nulla, trovo una finezza di ascolto, una limpidezza di sguardo e una profondita' di meditazione che ognor mi commuovono.

*

Mi commuove questo suo nuovo libro (A colpi di cuore. Storie del Sessantotto, Laterza, Roma-Bari 2008), e mi commuove soprattutto perche' restituisce voce al silenzio, indaga - con la sensibilita' dell'etica della cura - la verita' storica cosi' come essa s'incarna nell'animo e nei volti e nelle voci di coloro che essa agiscono e da essa sono agiti. Fra tanti libri chiassosi e offuscati o algidi ed esangui, questo finalmente parla con voce meditata e modulata, ferma e flessibile, nitida e insieme affettuosa: sincera. Fra tanti libri che imbragano i fatti come stanze di tortura, o che dai fatti e dai vissuti sono travolti in cavalcate folli in notti illuni, questo mi sembra abbia la dote - mirabile dote - di interpretare senza forzare, di non occultare cio' che non piace, di non far fracasso, non fracassare. La storia e' una pianta delicata, come la memoria. E un buon libro di storia deve essere uno strumento ben temperato, se vuole non solo narrarti storie ma risuonarti nell'animo, esserti d'alimento in quel convivio del pane degli angeli.

*

Quando alcuni anni fa un suo saggio propose al dibattito pubblico la questione della violenza nei movimenti degli anni Sessanta e Settanta fu finalmente una ventata di aria fresca nel tanfo di tante opposte ma convergenti ipocrisie; e quando in quel medesimo saggio propose una riflessione morale laica e nonviolenta sull'aborto fu ancora una parola di verita' di contro al frastuono della propaganda e al macchinismo dell'astratto che aliena e deumanizza. E quanto sarebbe stato necessario che a partire da li' si svolgesse una riflessione nella cultura democratica e nella sinistra dell'impegno civile che facesse proprie le piste di ricerca aperte dal sentire antifascista ed antirazzista, femminista ed ecologista, nonviolento. Ho pensato piu' volte che se si fosse aperta nella sinistra politica e sociale italiana una discussione pubblica muovendo da quel saggio apparso su "Genesis" forse certi tragici errori di machiavellismo degli stenterelli commessi in questi ultimi anni dalle oligarchie ad un tempo corrotte e totalitarie delle rappresentanze istituzionali della sinistra - massime nel biennio del secondo governo Prodi - si sarebbe potuto dal basso impedirli, ed oggi non ci troveremmo nella situazione in cui siamo, con il governo del paese di nuovo nelle mani del comitato d'affari del blocco sociale e ideologico anomico e razzista e incivile, mafioso e nazista.

*

In questo suo piu' recente libro ritrovo quella finezza e quella saggezza, quell'etica della verita' e della responsabilita' che gia' mi appassionarono e persuasero in tante altre sue opere e tanti altri suoi interventi - sulla Shoah, sulla Resistenza, sulla storia e le lotte delle donne, sulla nonviolenza concretamente agita nei grandi conflitti; e dal profondo del cuore gliene sono grato.

 

12. SE

 

Se una persona lascia la sua casa, il suo paese, la sua famiglia, e si affida a passatori assassini, e fa un lungo viaggio per terra e per mare, e senza piu' possedere nulla di nulla di tutto essendo stato spogliato, e rischiando la sua stessa vita che e' l'unico bene che gli resta, giunge infine qui, proprio qui, proprio adesso: dobbiamo aiutarlo o no, dobbiamo accoglierlo o no, dobbiamo salvarlo o no?

*

Vi e' una sola umanita', mi dico, ricordalo.

 

13. FERMARE LA GUERRA

 

Fermare la guerra, salvare le vite. E' la richiesta da fare subito dinanzi a quanto sta accadendo in Ossezia del Sud e in Georgia.

Chiedere alle istituzioni internazionali, ed ai governi, un impegno per l'immediata interruzione delle ostilita', per l'immediato avvio di negoziati di pace, per l'immediato invio di aiuti umanitari alle popolazioni delle aree colpite dal conflitto.

Fermare la guerra, salvare le vite.

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E naturalmente questa richiesta vale non solo per quella guerra, ma per tutte le altre. Ed in primo luogo per la guerra terrorista e stragista in corso in Afghanistan, in cui il nostro paese e' direttamente coinvolto. Fermare la guerra, salvare le vite.

*

Solo la pace promuove i diritti umani.

Nell'attuale distretta dell'umanita' deve cessare ogni conflitto armato, minaccia terribile all'umanita' intera.

Nell'attuale distretta dell'umanita' e' necessaria una decisa smilitarizzazione, un deciso disarmo, una decisa gestione civile, nonarmata e nonviolenta delle controversie internazionali, una decisa  gestione civile, nonarmata e nonviolenta di ogni conflitto.

Nell'attuale distretta dell'umanita' e' necessario un deciso impegno di cooperazione e di solidarieta' internazionale che riconosca e affermi tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

14. MAHMOUD DARWISH

 

In Mahmoud Darwish tu trovi la poesia come resistenza all'inumano, come prassi di liberazione, come lingua che salva, e salva riconoscendo umanita', riconoscendo dignita' e diritti ad ogni essere umano, con ogni essere umano instaurando un dialogo fondato sulla comprensione e sulla giustizia, sulla verita' e sulla misericordia.

Cosi' la poesia si fa modalita' di azione nonviolenta: come lotta per l'umanita' di tutti. Come fermezza in cio' che e' giusto. Come contrario della vilta' e della menzogna.

Mahmoud Darwish non e' stato solo il poeta della resistenza palestinese: e' stato, e resta, il poeta dell'umanita' resistente tutta.

 

15. CONTRO LA GUERRA, E SENZA IPOCRISIE

 

Occorre opporsi alla guerra nel Caucaso. Occorre opporsi a tutte le guerre.

E chi si impegna anche per salvare una sola vita, e chi si impegna anche contro una sola violazione dei diritti umani, gia' per questo merita di essere elogiato. Per questo. Ma non basta.

*

Dall'Italia levare la voce contro la guerra del Caucaso (o contro il regime birmano, o contro l'occupazione del Tibet o dei Territori palestinesi, o contro i fascismi in Colombia o in Iran, o contro l'imperialismo di Bush o di Putin, o contro i terrorismi fondamentalisti e le mafie transnazionali e gli stati-mafia) e' possibile farlo credibilmente solo a condizione di opporsi anche alla guerra in Afghanistan cui l'Italia sta partecipando, solo a condizione di opporsi anche al dispiegarsi della violenza razzista e assassina nel nostro paese, solo a condizione di opporsi ai poteri criminali e all'eversione dall'alto in Italia: altrimenti e' un predicar bene e razzolar male.

*

E forse varra' la pena aggiungere ancora due parole.

La prima: ogni giorno dall'Afghanistan giungono notizie di efferati massacri di persone inermi. Ogni giorno. Ma evidentemente la nostra sensibilita' non ne e' toccata. Forse non ne e' toccata perche' tra i responsabili di quei massacri ci siamo anche noi italiani.

La guerra terrorista e stragista in Afghanistan: che viola la legalita' costituzionale e il diritto internazionale. La guerra in Afghanistan, che e' l'epicentro del maggior conflitto geopolitico del XXI secolo.

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Come e' possibile che il sempiternamente petulantissimo sedicente pacifismo italiano su tutto sproloqui e su questo taccia?

Diciamolo, dunque.

E' accaduto che coloro che furono eletti in parlamento nel 2006 con i voti del movimento democratico e pacifista (che era ancora all'epoca un sentimento maggioritario nell'opinione pubblica di questo paese, e fu decisivo per la vittoria della coalizione che si opponeva a Berlusconi) poi legiferarono ripetutamente la prosecuzione della partecipazione militare italiana alla guerra afgana, l'intensificazione del riarmo, gli interventi armati come elemento-chiave della politica estera del nostro paese. Questi fedifraghi, che oggi in grandissima parte non sono piu' in parlamento, ma ancora pretendono di essere dirigenti di coloro che hanno tradito quando scelsero di diventare assassini, e ancora riescono a spacciarsi per rappresentanti di una sinistra che hanno prima devastato e giugulato e poi di fatto abbandonato per sempre, non possono oggi dir chiaro questa semplice verita': che gli assassini sono loro. Avessero l'onesta' di dirlo, dovrebbero trarne la conseguenza morale ineludibile: l'abbandono per sempre di ogni pubblico ufficio e di ogni rappresentanza; la rinuncia per sempre a prender la parola quando dei pubblici affari si discute.

E coloro che dall'arcipelago pretesamente pacifista e sedicente nonviolento provenendo nel biennio del governo Prodi sostennero quella politica di guerra e di stragi, facendo una dissennata propaganda a favore di essa nelle forme piu' subdole e piu' infami, prostituendo la propria storia e il proprio nome, non possono oggi dir chiaro questa semplice verita': che per due anni si sono prestati a fiancheggiare gli assassini.

E coloro che mentre l'Italia era in guerra, in una guerra terrorista e stragista alla quale occorreva opporsi con ogni energia, andavano col cappello in mano dalla sottosegretaria di turno a combinare affari, non possono oggi dir chiaro questa semplice verita': che invece di opporsi alla guerra andavano dai signori della guerra a pietire trenta denari.

E coloro che mentre la guerra infuriava promuovevano campagne dereistiche a fini di mera confusione, e cosi' contribuivano a distrarre l'attenzione da cio' che veramente contava, e lo facevano per rendere un buon servigio ai partiti che in parlamento votavano la guerra e le stragi ed avevano bisogno di poter distogliere l'attenzione da questo crimine facendo proporre da chi si prestava le piu' inverosimili mirabilia e i piu' grotteschi diversivi, anche costoro non possono oggi dir chiaro questa semplice verita': che degli assassini sono stati malvagi o stupidi complici.

Non possono dirlo. Ma lo sanno.

E' questa la forza del male compiuto: che ti corrompe per sempre. Per sempre.

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Non vi e' dunque nulla da fare? Al contrario, c'e' da fare tutto.

E in primo luogo promuovere la rinascita nel nostro paese di un movimento contro la guerra e contro il razzismo, antimilitarista e disarmista, contro l'eversione e contro le mafie, per la legalita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Ma in questo movimento alcune cose devono essere chiare.

Che esso o sara' nonviolento o non sara'. Poiche' la nonviolenza e' l'unica proposta politica adeguata ai compiti dell'ora.

E quando diciamo nonviolenza diciamo la proposta politica gandhiana, diciamo la teoria critica di Leopardi e di Marx, diciamo la tradizione storica e teorica del femminismo, diciamo il patrimonio di lotte e di pensieri delle oppresse e degli oppressi, diciamo la prospettiva socialista e libertaria, diciamo il principio responsabilita', diciamo il movimento antimafia e la coscienza ecologista, diciamo l'internazionale futura umanita', diciamo Hannah Arendt e Vandana Shiva, Virginia Woolf e Franca Ongaro Basaglia, diciamo - in un solo nome - Luce Fabbri.

E ancora questo chiaro deve essere: che nessuna ambiguita' e' piu' ammissibile.

I diritti umani: o li si difende per tutti gli esseri umani, o sono nulla.

La nonviolenza: o tutta o niente.

La pace: che si sostanzia nel disarmo e nella smilitarizzazione, nella costruzione di relazioni di giustizia e di solidarieta', nella lotta contro ogni oppressione; oppure non e' pace, ma guerra mascherata.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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Questo nostro foglio quotidiano e' in Italia - nell'Italia in guerra - il solo, a nostra conoscenza, che anche in questi ultimi anni abbia saputo costantemente mantenere e proporre una posizione e un'azione rigorosamente contro la guerra e rigorosamente nonviolenta - e le due cose per noi sono una sola.

Giorno dopo giorno, mentre tanti cedevano, noi abbiamo tenuto fermo questo principio, questa posizione, che e' la posizione, il principio, che Aldo Capitini voleva caratterizzasse il movimento nonviolento e ne fosse fondamentale direttrice d'azione: "l'opposizione integrale alla guerra; la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione".

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Detto questo, si promuovano ovunque possibile iniziative per la pace e di pace, favorendo la piu' ampia partecipazione; ma senza ipocrisie, senza menzogne, senza confusioni, senza cedimenti.

 

16. DELL'UNICA POLITICA POSSIBILE NELL'ETA' APERTA DA AUSCHWITZ E DA HIROSHIMA

 

La nonviolenza e' oggi l'unica politica possibile.

Essa non solo e' lotta politica e teoria politica, ma e' anche gia' programma politico, programma di governo dei conflitti e dei piu' drammatici problemi di un pianeta ormai unificato.

Ma e' anche programma amministrativo, capace di governare adeguatamente al livello locale oltre che a quello globale.

E perche' valga il vero, basteranno due soli esempi: nel campo della gestione delle risorse e della tutela della biosfera ad esempio nelle opere di Vandana Shiva o di Marinella Correggia tu trovi indicazioni dalle piu' ampie alle piu' minute; nel campo specifico apparentemente piu' ostico dell'amministrazione della giustizia e della legislazione penale tu trovi nell'esperienza della Commissione per la verita' e la riconciliazione sudafricana un riferimento storico fondamentale. Ed analoghi esempi e' possibile fare per tutti i campi dell'agire pubblico e della pubblica amministrazione.

La nonviolenza e' matura per inverare con politiche adeguate i valori e gli impegni scritti nei monumenti del costituzionalismo moderno. La nonviolenza e' matura per inverare con politiche adeguate quei diritti e quei doveri sociali che la tradizione liberale e quella socialista hanno indicato come obiettivi dell'azione collettiva di liberazione e di solidarieta' e come fondamenti della civile convivenza.

La nonviolenza e' matura per porsi come criterio e programma del movimento dell'umanita' per affermare tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, per affermare il rispetto e la difesa della biosfera, per costruire quell'etica della cura e della responsabilita' per il vivente che nell'epoca della tecnica e' impegno indispensabile per evitare la catastrofe.

La nonviolenza e' matura perche' e' ricca della tradizione di esperienze e riflessioni del movimento socialista e libertario, del movimento femminista, dell'ecologia, delle lotte di liberazione delle oppresse e degli oppressi, contro le mafie e i razzismi, contro le menzogne e le uccisioni, contro ogni schiavitu' comunque mascherata.

La nonviolenza e' gia' oggi l'unico movimento reale di solidarieta' e di liberazione, di responsabilita' e di condivisione, adeguato a fronteggiare la crisi presente.

La nonviolenza e' gia' oggi la sinistra reale.

Essa vive nelle lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani senza eccezione, nella costruzione della pace con mezzi di pace, nella difesa dell'unica casa comune che abbiamo; essa vive nel riconoscimento di umanita' che tutte e tutti raggiunge e convoca; essa vive nelle mille e mille esperienze che difendono il bene di tutti e contrastano la violenza lungo un fronte di lotta che comprende il mondo intero.

Non solo: essa vive in un patrimonio di idee e programmi cosi' ampio e cosi' articolato che a volerlo enunciare tutto ci sarebbe da scrivere una enciclopedia.

Essa e' rivoluzione aperta, legalita' degnificante, lotta intransigente contro tutte le menzogne e le oppressioni. Invito alla coerenza e all'onesta'. Conflitto e gestione del conflitto capace di comprensione, ricomposizione e riconciliazione tra gli esseri umani e il mondo. Coscienza e scienza della complessita', consapevole pratica fallibilista.

Essa e' politica, l'unica politica oggi possibile, oggi necessaria.

E su questo Gandhi non ebbe mai dubbi: sempre si seppe organizzatore politico, dirigente politico, combattente politico.

E che la politica sia il banco di prova, l'impegno decisivo, nessuno puo' nasconderselo. Per questo Hannah Arendt e' una delle nostre maestre piu' grandi.

E che oggi in Italia o si costruisce il movimento politico della nonviolenza politica o nulla fermera' la barbarie, ebbene, questa e' ormai convinzione comune di un numero sempre crescente di persone di volonta' buona. Ed e' vero a tal punto che anche coloro che pur senza conoscere la nonviolenza cercano una via di resistenza alla barbarie, inconsapevolmente verso la nonviolenza muovono (tra errori e fraintendimenti profondi, va da se': purtroppo l'ignoranza affetta cosi' tante persone che anche illustri intellettuali in questo ambito balbettano e proferiscono sesquipedali sciocchezze).

Ma per la chiarezza: per nonviolenza intendendo la nonviolenza nitida e intransigente, non le nicchie di tanti che ne fanno altisonante professura finche' si ciancia a vuoto, salvo poi esser pronti a prostituirsi quando il politicante di turno ne vellica la vanita' con la piu' misera delle prebende.

*

Nel programma della politica della nonviolenza, della nonviolenza politica, nel programma politico della nonviolenza in cammino, c'e' hic et nunc ad esempio l'inveramento dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana: come l'accoglienza e il riconoscimento dei diritti umani di tutti i migranti che qui giungono in fuga da dittature, guerre, fame, poiche' una sola e' l'umanita' e una sola e' la nostra casa comune; come il ripudio della guerra che nella situazione presente per essere autentico implica ormai e per sempre il ripudio degli eserciti e delle armi, e la costruzione della Difesa popolare nonviolenta e dei Corpi civili di pace.

 

17. E ADESSO, POVER'UOMO?

 

Forse per una giornata i mass-media spenderanno qualche parola sui massacri della guerra afgana. Accade quando muoiono degli occidentali e si puo' far abominevole uso delle loro morti per additare gli afgani come un'orda di selvaggi assassini, per predicare la bonta' dell'occidente che stermina solo a fin di bene, da Auschwitz a Hiroshima.

Il pubblico occidentale trangugia, applaude, e tutto prosegue come prima, peggio di prima.

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Forse per una giornata qui in Italia la legione dei sedicenti pacifisti, umanitari e chi puo' ne ha piu' ne metta, si spremera' un'arida lacrimuccia e pronuncera' circospetta quella formula tabu': la guerra afgana; poi svelta svelta tornera' a parlar d'altro, del nulla per cui e' stipendiata dai macellai di carne umana che hanno bisogno di qualcuno che faccia rumore ingente di tonante chiacchiera in salotto per coprire le urla delle vittime negli scantinati tratte al raffio di Abu Graib, di Guantanamo, delle infinite lubianke, dei gulag e dei lager che maculano, impestano, divorano il mondo. Per una giornata, di fretta e sottovoce, diranno i signori pacifisti di sua maesta' l'imperatore e i signori nonviolenti al servizio del ministero della guerra quella formula tabu': la guerra afgana; poi torneranno bel belli e buoni buoni alle loro basse opere, quanto piu' basse tanto piu' ben retribuite. Poiche' in Afghanistan e' in corso una guerra, la nostra guerra, la nostra guerra sporca, la nostra guerra criminale, la nostra guerra razzista e imperialista, la nostra guerra terrorista e stragista. La guerra, la carneficina per cui i governi succedutisi nel nostro paese in questo inizio di millennio si sono comprati la complicita' di tanti che una volta si dicevano della guerra oppositori.

Io che scrivo queste righe ne provo un orrore e uno sdegno per cui non ho piu' parole.

*

Si', ci verra' chiesto conto di tutto cio'. Le generazioni future - se generazioni future vi saranno, e se saranno ancora in condizioni materiali tali da consentir loro di avere nozione del passato e di esprimere un adeguato livello di civilta', ci chiederanno conto di tutto cio'. Di questo vile e protervo cedimento al male, di questa infame vilta', di questa pusillanime e abietta complicita' con le stragi, di questo onnicidio, di questa corruzione che all'onnicidio consente.

*

Se questo foglio potesse essere, come vuole essere, voce che invita a riflettere e voce che chiama alla lotta, ancora una volta questo direbbe, ed in effetti dice: la guerra e' nemica dell'umanita'. Tu opponiti alla guerra. Cessi la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan. La pace si costruisce solo con la pace. Smilitarizzare i conflitti occorre, disarmare tutti, cessare di produrre le armi assassine, abolire gli eserciti.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

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Numero 95 del 31 gennaio 2013

 

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