Archivi. 86
- Subject: Archivi. 86
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- Date: Tue, 22 Jan 2013 06:51:15 +0100 (CET)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Numero 86 del 22 gennaio 2013
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di aprile 2008 (parte prima)
2. Io e il signor conte
3. Le stragi
4. La salute, l'ambiente, la democrazia
5. Votare
6. Leggendo un appello
7. Il sangue degli afgani
8. Il diritto contro l'abuso
9. La sfera di cristallo
10. Domenica e lunedi'
11. Il ricatto al mittente
12. Come volevasi dimostrare
13. Una fotografia
14. In un mondo fatto cenere
15. Ricominciare dal femminismo, a Bologna il 19 aprile
16. Per la sinistra della nonviolenza
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2008 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2008.
2. IO E IL SIGNOR CONTE
Giunge anche a me l'invito a un cocktail (quando si dice l'americanismo...) organizzato da tal "Sinistra arcobaleno" con tanto di sottosegretario uscente. Ci deve essere un errore, e' l'llustrissimo signor conte Dracula che beve certa roba, io no.
*
Io non voto per il superpartito della guerra. Io non voto per il superpartito della violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale. Io non brindo con il sangue degli afgani. Io voto a sinistra della ex-sinistra. E sono pure astemio.
3. LE STRAGI
Continuano le stragi in Afghanistan.
Continua l'illegale e criminale partecipazione militare italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.
Continua la nostra indifferenza mentre l'orrore e' in corso, la guerra terrorista si estende, la legge fondamentale del nostro paese e' ridotta a carta straccia, l'eversione dall'alto che si da' anche in Italia sta contribuendo a una barbarie ed una sciagura che puo' travolgere l'intera civilta' umana.
*
In Italia si vota fra una settimana per rinnovare il parlamento, e quindi per il nuovo governo cui quel parlamento conferira' la maggioranza dei consensi necessaria ad esercitare il potere esecutivo. E di questo innanzitutto si dovrebbe parlare: della necessita' di far cessare la guerra nemica dell'umanita' intera; della necessita' di far cessare ogni violazione della Costituzione della Repubblica Italiana; della necessita' di ripristinare la legalita' e la democrazia nel nostro paese; della necessita' di far cessare le stragi e il razzismo, l'eversione dall'alto e il regime della corruzione.
Di questo si dovrebbe parlare, su questo si dovrebbe decidere per chi votare. Ed invece e' un plumbeo silenzio. Il silenzio degli assassini, e il silenzio vile e complice di coloro che al potere degli assassini si sono arresi.
*
Non un voto ai partiti che hanno votato per la guerra e per il razzismo.
Non un voto ai partiti che hanno violato la legalita' costituzionale e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Votare occorre.
Votare a sinistra della ex-sinistra corrotta e arlecchina che ha votato per la guerra e le stragi di cui la guerra consiste.
Votare solo quelle liste, a sinistra della ex-sinistra, i cui candidati in testa di lista anche in questi ultimi due anni si siano costantemente opposti alla guerra e alle stragi, al razzismo e all'anomia, alla violenza assassina. Se ve ne sono.
Votare occorre: per la pace e la democrazia, per la legalita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
4. LA SALUTE, L'AMBIENTE, LA DEMOCRAZIA
E' in crescita in tutta Italia il movimento dei comitati che si oppongono alla dissennata espansione del trasporto aereo, cosi' fortemente inquinante, cosi' fortemente distruttivo, cosi' fortemente legato a interessi e logiche che denegano il diritto alla salute, devastano la biosfera, aggrediscono la democrazia e riproducono strutturali ingiustizie e violenze.
E' un movimento complesso e plurale, radicato nella concretezza della difesa di diritti umani fondamentali, per se' e per l'umanita' intera, per l'oggi e per le generazioni future. E' un movimento informato e colto, intellettualmente ricco del meglio della riflessione scientifica e della riflessione morale contemporanea, che mette in pratica il "principio responsabilita'" tematizzato da Hans Jonas, la riflessione politica di Hannah Arendt, la prospettiva indicata dall'elaborazione e dalla prassi della nonviolenza, le acquisizioni dell'ecologia e della bioetica. E' un movimento di donne e di uomini di volonta' buona che ha a cuore la qualita' della vita' di ciascuno e di tutti, la civilta' umana che e' tutta la nostra storia e il nostro orizzonte comune, la biosfera che e' l'unica casa comune che abbiamo.
E' un movimento consapevole dei nessi tra modelli di mobilita' e modello di sviluppo, tra economia ed ecologia, tra ambiente e politica, tra scelte odierne e futuro.
E' un movimento che afferma che primo dovere e' riconoscere e difendere tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, e che non vi sara' umanita' futura se non vi sara' un mondo abitabile.
E' un movimento cresciuto alla scuola del femminismo, dell'ecologia, della nonviolenza. Delle lotte delle classi oppresse per affermare l'eguaglianza di diritti di ogni essere umano, per affermare la cura comune dei beni comuni, per una societa' sobria e giusta, del benesserre condiviso possibile e desiderabile.
E' un movimento che sa che deve lottare contro i nuovi attila e i vampiri di sempre.
E' un movimento che sa che la sua lotta e' coerente e connessa con la lotta dell'umanita' per la giustizia e la condivisione, per la solidarieta' che la liberta' comune fonda.
E' un movimento che sa che deve vincere.
5. VOTARE
Grande e' il pericolo, e grande l'orrore.
Votare si deve. Contro la guerra e contro il razzismo.
Per la Costituzione e per l'umanita'.
*
Grande e' il pericolo, e grande l'orrore.
Votare si deve. Per quella sinistra che contro la guerra e contro il razzismo non ha cessato di battersi.
Per quella sinistra che si colloca a sinistra della ex-sinistra corrotta e arlecchina.
Per quella sinistra che non ha governato assassinando gli afgani, deportando i migranti.
Per quella sinistra che non ha governato per conto dei poteri onnicidi.
Per quella sinistra che si presenta minima e dispersa in queste elezioni in due o tre liste misere quant'altre mai, e confuse e cialtrone non meno delle altre, ma almeno non sporche di sangue, ma almeno non del tutto complici della guerra e del razzismo, ma almeno scandalizzate dei crimini commessi dal governo e dal parlamento in questi ultimi anni.
Per quella sinistra a sinistra della ex-sinistra vota chi scrive queste righe, pur vedendo delle due o tre liste elettorali cosi' collocate i limiti e le ambiguita', le insufficienze e le sciocchezze, le ipocrisie profonde, le reticenze squallide e i molti gravi errori.
Ma non altro offre la scheda elettorale. E votare occorre. Turandosi il naso, tappandosi le orecchie.
*
Grande e' il pericolo, e grande l'orrore.
Votare si deve. A sinistra della ex-sinistra.
E poi costruire la sinistra che ancora non c'e', la sinistra che occorre, la sinistra della nonviolenza - che erediti e inveri la storia e le lotte delle persone e delle classi e dei popoli oppressi, che erediti e inveri la corrente calda del movimento socialista e libertario, del femminismo, dell'ecologia, della rivendicazione nitida e intransigente della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
6. LEGGENDO UN APPELLO
Leggo un appello di Pietro Ingrao
e di tanti altri illustri signori
che chiedono di votare
per gli assassini della guerra afgana.
Miei vecchi amici, miei maestri antichi
cosa siete diventati
sotto questa pioggia di sangue e di fuoco
sotto questa pioggia di menzogna e vilta'.
7. IL SANGUE DEGLI AFGANI
Il sangue degli afgani e' troppo scolorito
perche' si muova un dito
a che le stragi cessino.
Le grida degli afgani, e troppo son lontane
perche' le ascolti un cane
e ne provi pieta'.
Le vite degli afgani non sono nell'agenda
di chi per la prebenda
la madre venderebbe.
Ma il voto agli assassini
lo diano gli assassini.
Noi poveri meschini
piangiamo i nostri morti.
8. IL DIRITTO CONTRO L'ABUSO
Non altro che uno scandaloso abuso sarebbe la realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma.
Un abuso che implicherebbe la distruzione di rilevanti beni ambientali, storici, culturali, terapeutici, economici, sociali.
Un abuso che implicherebbe un grave danno alla salute dei cittadini, con l'enorme inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che provocherebbe.
Un abuso che implicherebe un immenso sperpero di soldi pubblici per realizzare un gravissimo danno alla popolazione, al territorio, all'economia e alla comunita' locale.
Un abuso che viola la vigente legislazione.
Un abuso che viola i diritti democratici.
Un abuso.
*
E' in difesa di fondamentali diritti che e' sorta e si e' sempre piu' diffusa a Viterbo una persuasa opposizione al devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma.
Una opposizione in nome del diritto di tutti alla salute, al benessere, alla sicurezza.
Una opposizione in nome del diritto di tutti a un ambiente vivibile.
Una opposizione in nome del diritto di tutti a difendere e valorizzare i beni comuni.
Una opposizione in nome della legalita' e della democrazia.
9. LA SFERA DI CRISTALLO
"Johnny Platone: Cosi' finisci per restare senza un amico. Ma chi te lo fa fare?
Philip Marlowe: L'orrore e il disgusto che provo per ogni omicidio"
(Cinque minuti a mezzanotte, atto terzo, scena terza)
"Non disse piu' nulla. Si ritiro' in un angolo,
si sedette su uno strumento innominabile e stette,
come Mario sulle rovine di Cartagine,
a meditare sulle proprie illusioni perdute"
(Antonio Gramsci, Lettera a Tania del 19 febbraio 1927)
Mi sembra molto meno interessante considerare l'estemporanea esternazione di un generale (che dice cio' che tutti sappiamo la generalita' dei generali generalmente pensano) che non la politica concretamente compiuta dal governo e dal suo blocco di potere negli ultimi due anni.
E questa politica e' stata assassina e razzista, antidemocratica e incostituzionale.
La politica che serve per riportare al potere Berlusconi. La politica che serve a favoreggiare la crescita e la vittoria dell'eversione dall'alto dei golpisti e dei razzisti, dei mafiosi e dei neofascisti.
La politica che non solo non ha abolito i campi di concentramento per i migranti, ma anzi ne ha intensificato la persecuzione razzista, la riduzione in schiavitu', le deportazioni e le uccisioni.
La politica che non solo non e' tornata nell'alveo dell'articolo 11 della Costituzione, ma anzi ha proseguito e prosegue la guerra e il riarmo, ha proseguito e prosegue le stragi in Afghanistan. Le stragi in Afghanistan. Le stragi in Afghanistan.
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Faccio dal 2000 questo notiziario. Si occupa di nonviolenza. Se si occupasse di cinegetica o di filatelia, nel redigerlo non me la prenderei tanto a cuore, tanto a male, per i massacri della guerra, per la persecuzione dei migranti, per il fascismo che vince. Ma di questo si occupa questo foglio.
So bene che tanti ex-pacifisti si sono prostituiti alla guerra: quelli che or non e' guari sedevano al governo o in parlamento l'hanno pressoche' totalmente, totalitariamente votata; e non pochi di quelli che non sedevano al governo o in parlamento ma che pur erano e sono in qualche modo e misura prominenti l'hanno appoggiata in tutti i modi, i piu' arroganti e i piu' viscidi. Anche persone che abbiamo lungamente ospitato su questo foglio, anche persone che talvolta ospitiamo tuttora. Mi fanno una pena infinita.
Non ho bisogno della sfera di cristallo per sapere che tra dieci o cent'anni quando altri esseri umani - se vi saranno ancora esseri umani - si chiederanno come e' potuto accadere che tante gia' brave persone si siano prostituite alla guerra e al razzismo, si diranno di primo acchito che questi gentili signori certo dovevano aver perso la brocca, per usare di questa squisita metafora (ma temo che useranno espressioni un po' meno concettiste o culterane); e non ho bisogno della sfera di cristallo per sapere che quei futuri storici andranno poi a spulciare negli archivi chi si faceva pagare le trasferte dal sottosegretario, chi prendeva i finanziamenti pubblici per l'onlus e l'ong, chi aspirava all'incarico, alla consulenza, al progetto, chi doveva pagare quel vecchio debituccio al partito e all'assessore... E si diranno allora sorridendo quegli storici futuri: "Ecco, ecco", lieti di scoprire ancora una volta che a questo mondo tutto ha una spiegazione razionale. Son cose misere, son cose che noi vecchi barbogi sappiamo.
Mi piace pensare che quegli storici futuri troveranno anche che ci furono persone che alla guerra e al razzismo non si prostituirono. Che alla guerra e al razzismo si opposero. Io voglio essere tra loro.
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Io non voto per gli assassini.
Io sono contro la guerra e il razzismo.
Ed anche se non c'e' la lista elettorale che sarebbe necessaria, la lista della sinistra della nonviolenza, votero' per una delle liste a sinistra della ex-sinistra i cui candidati non abbiano mai votato a favore della guerra, delle stragi, del razzismo, della violazione della legalita' costituzionale, non abbiano mai sostenuto il superpartito della guerra. Forse una o due ve ne sono. Meglio di niente.
Almeno non sara' una delega agli assassini. Almeno non saro' loro complice.
10. DOMENICA E LUNEDI'
Si vota domenica e lunedi' per le elezioni politiche in cui ancora una volta le camarille della ex-sinistra corrotta consegneranno il potere nelle mani dell'eversione berlusconiana. Ed e' la terza volta che certi geniali strateghi e statisti fanno questo bel regalo ai razzisti, ai golpisti e ai mafiosi.
Si vota domenica e lunedi' e ancora una volta sulla scheda elettorale manca una lista della sinistra che abbia fatto la scelta della nonviolenza, la scelta necessaria ed urgente per affrontare i compiti dell'ora.
Si vota domenica e lunedi' dopo due anni di governo Prodi, e i partiti che tuttora lo compongono hanno fatto di tutto per farlo dimenticare, tanta e' la vergogna che provano per la prova che di se' hanno dato in questo biennio di governo caratterizzato dalla scelta delle guerra, dalla scelta del razzismo: scelte criminali, scelte omicide.
Si vota domenica e lunedi' mentre l'Italia sta partecipando ai massacri di cui consiste la guerra terrorista e stragista in Afghanistan. Mentre i migranti che giungono in Italia trovano schiavitu' e deportazione e morte. Mentre continua nell'indifferenza generale la violazione della legalita' costituzionale. Mentre prosegue una politica economica che sta distruggendo la biosfera e radicalmente denega i diritti umani della gran parte dell'umanita'.
Si vota domenica e lunedi', e sembra una beffa o un incubo.
*
Uno dei privilegi, o dei crucci, dell'eta', e' che in questi giorni molti vecchi o giovani amici chiedono a chi scrive queste righe se votera' e per chi. Certo che votero', rispondo: ho dedicato i quattro quinti della mia vita alla lotta politica nel movimento di lotta degli oppressi e se appena ho la possibilita' di esprimere un voto non intendo rinunciarvi (se appena ne ho la possibilita': non sempre l'ho avuta). Ma e' dal secolo scorso che riesco a votare solo contro, e non piu' a favore. Sara' cosi' anche in questa occasione. Votero' per una di quelle residue liste di sinistra che esplicitamente si oppongono alla guerra e al razzismo. Sapendo che anch'esse sono tutt'altro che limpide. E votero' tappandomi le orecchie, perche' ogni volta che sento i portavoce di queste liste parlare mi chiedo come si possa essere ad un tempo tanto ipocriti e tanto protervi, tanto ignoranti e tanto sbruffoni, tanto irresponsabili e tanto pieni di se'.
E a chi mi chiede a quale di queste liste daro' il voto rispondo che ancora non lo so, che se vivessi a Venezia voterei per la lista che presenta Michele Boato capolista alla Camera. Ma vivendo qui nel Lazio ancora sono incerto per quale delle liste a sinistra del superpartito della guerra alla fine turandomi il naso votero': nessuna di esse rappresenta cio' che penso, qualificati esponenti di tutte hanno fatto dichiarazioni che trovo semplicemente ripugnanti, ma tutto il resto mi sembra essere di gran lunga peggiore e quindi per una di esse gettero' il mio voto. Sperando che sia l'ultima volta che debba votare cosi'. Sperando che dalle prossime elezioni ci sia finalmente una lista della sinistra della nonviolenza.
11. IL RICATTO AL MITTENTE
Prima hanno governato il paese e le citta' facendo la politica della guerra e del razzismo, poi pretendono di estorcere il voto di chi quella politica assassina non condivide. Non vi e' limite alla tracotanza di chi e' stato accecato dall'esercizio del potere.
La decisione di far vincere le elezioni politiche a Berlusconi e alla cricca eversiva dal cavaliere capitanata l'hanno presa Veltroni e Bertinotti decidendo di rompere la coalizione antiberlusconiana, e decidendolo d'intesa (non si pretenda di offendere la nostra intelligenza con il solito teatrino "e' stato lui; no, lui...", certe operazioni hanno la coda lunga e si fanno di comune accordo); si capisce anche perche': dopo il disastro dei due anni di governo Prodi, Bibi' e Bibo' hanno pensato di non potersi ripresentare alle elezioni se non sotto mentite spoglie, e cosi' hanno inventato Pd e Sa (sigla funesta quant'altre mai: possibile che nessuno glielo abbia ricordato?) e deciso di andare al voto divisi, dando per scontata la vittoria berlusconiana. Punto. E il resto sono chiacchiere per i gonzi.
*
E' ovvio che, sic stantibus rebus, se qualcuno ha lo stomaco per votare ancora Bibi' o Bibo', dovrebbe votare Bibi', poiche' se vi fosse anche solo una possibilita' su cento di prendere alla Camera piu' voti del blocco berlusconiano, questa possibilita' l'ha solo il Pd. Ma cosa volete che gliene freghi a Bibo' e alla sua corte? Non sarebbe la prima capriola del loro eterno trasformismo, e qualche pollo o compare disposto a dargli il voto lo troveranno comunque. Ma noi non votiamo ne' per Bibo' ne' per Bibi', noi non votiamo chi ha fatto la politica effettuale della guerra e del razzismo.
*
Noi non voteremo per nessun partito che abbia violato la Costituzione.
Noi non voteremo per nessun partito che abbia votato per la guerra.
Noi non voteremo per nessun partito che abbia adottato e mantenuto politiche razziste.
Perche'? Perche' noi non votiamo per gli assassini. Punto. Perche' noi non votiamo per i golpisti. Punto. Perche' noi non votiamo per chi ha deciso di far vincere Berlusconi. Punto.
*
E per chi votiamo allora?
Ahinoi, quale ardua domanda.
Per quel che puo' valere un'opinione personale: per una delle liste a sinistra della ex-sinistra che si dichiarano contro la guerra e contro il razzismo. In molte circoscrizioni ve ne sono piu' d'una (che poi siano sincere e credibili, e' un altro paio di maniche - stendiamo un pietoso velo). E ciascuno s'arrangi come riesce.
12. COME VOLEVASI DIMOSTRARE
1. Una ex-sinistra che nei due anni in cui ha governato ha violato la Costituzione e fatto una politica guerriera e razzista, una politica anomica e assassina, ovviamente ha portato alla vittoria la destra eversiva, razzista, mafiosa.
*
2. Lungo questi due anni occorreva opporsi alla politica guerriera e razzista del governo. Questo foglio si e' opposto. Tutti coloro che invece alla guerra e al razzismo hanno ceduto misurino ora gli esiti pratici della loro complicita'.
*
3. A queste elezioni era indispensabile che vi fosse la possibilita' di votare per liste della sinistra della nonviolenza. Questo foglio si e' lungamente battuto perche' esse vi fossero. Inascoltato. Resta a futura memoria.
*
4. Ora occorre costruire subito la sinistra della nonviolenza: ma essa puo' nascere solo da una rottura necessaria e urgente: la rottura di ogni subalternita', la fine di ogni rassegnazione e pusillanimita', la cessazione di ogni complicita' nei confronti della ex-sinistra ministeriale bombardiera e razzista come nei confronti della pseudo-sinistra (ed effettuale destra anch'essa) totalitaria degli squadristi e degli irresponsabili.
13. UNA FOTOGRAFIA
"Ecco gli elmi dei vinti, abbandonati
in piedi, di traverso o capovolti.
E il giorno amaro in cui voi siete stati
vinti non e' quando ve li hanno tolti,
ma fu quel primo giorno in cui ve li
siete infilati senza altri commenti,
quando vi siete messi sull'attenti
e avete cominciato a dire si'"
(Bertolt Brecht, naturalmente)
Il risultato elettorale del 13-14 aprile 2008 segna la sconfitta non della sinistra, ma delle camarille - e dei complici loro - che abusivamente pretendevano di rappresentarla, e forti del loro potere nel palazzo avevano attuato una politica di guerra e razzista, una politica che di sinistra nulla piu' aveva.
Di quelle camarille il risultato elettorale segna la sconfitta, e di quanti ad esse lungo questi ultimi due anni si sono prostituiti, fino a quei grotteschi sedicenti "nonviolenti" che si sono fatti sostenitori del massacro degli afgani e dei migranti purche' certi partiti e certi politicanti amici e/o benefattori loro potessero restare aggrinfiati a qualche scranno parlamentare, a qualche poltrona di ministro e di sottosegretario (e di li' - aggiungiamolo - elargire un po' di fondi pubblici a mo' di clientela, favorire qualche carriera nepotista). E cosi' via - direbbe Kilgore Trout.
La sinistra, invece, era stata sconfitta prima: quando i gruppi dirigenti di quel che restava delle sue storiche organizzazioni politiche italiane avevano scelto la guerra e il razzismo, e la piu' gran parte delle persone oppresse e oneste, che la sinistra sono, avevano lasciato fare, per corruzione, per rassegnazione, per pusillanimita'.
*
Ma era quella di palazzo la sola sinistra?
Io credo di no, c'era anche un'altra sinistra, la nostra. Dico di piu': quella era solo la ex-sinistra corrotta e quindi arresa, o arresa e quindi corrotta. La sua catastrofe non e' la catastrofe della nostra sinistra, che in questa tremenda situazione resta l'unica resistenza nitida e intransigente a partire da cui ricostruire il fronte della lotta per la democrazia.
E questa nostra sinistra, che e' stata la nuova sinistra negli anni '70, che ha creato la nuova ecologia, che si e' messa alla scuola del femminismo, che ha animato la lotta antimafia, che non ha mai avuto esitazioni nel collocarsi dalla parte delle oppresse e degli oppressi, da decenni e' consapevole che un passaggio decisivo si pone alla sinistra per il suo presente e per il suo futuro: la scelta della nonviolenza.
*
E quando dico la scelta della nonviolenza intendo non la rigatteria museale o cattedratica di certi personaggi che in questo biennio si sono da se stessi squalificati per sempre; e neppure quel coacervo di banalita' e piccinerie che viene abusivamente chiamato educazione alla nonviolenza, formazione alla nonviolenza, et similia, e che novantanove volte su cento maschera la piu' profonda ignoranza di intere epoche e tradizioni della cultura umana; e neanche i soliti cialtroni che senza mai un minuto di esame di coscienza passano di slogan in slogan tutti consumisticamente trangugiandoli e risputandoli ogni cosa che toccano corrompendo. No.
Dico la scelta della nonviolenza presa sul serio, come politica, come lotta politica, come proposta politica, come progetto politico, come movimento politico; poiche' questo furono Gandhi, King e tante e tanti altri come loro: organizzatori politici di movimenti politici per lotte politiche con obiettivi politici: non meri operatori sociali, non meri predicatori compassionevoli, ma militanti politici, militanti rivoluzionari di quell'unica rivoluzione che invera la promessa scritta nei codici giuridici e nelle aspirazioni morali e materiali dell'umanita' intera che i potenti ogni giorno violano: la rivoluzione nonviolenta.
*
Questa scelta della nonviolenza e' oggi dirimente: non si da' piu' una sinistra senza scelta della nonviolenza, e non si da' piu' azione nonviolenta se non come concreta lotta politica che alla violenza cristallizzata e occulta come alla violenza flagrante e dispiegata parimenti si oppone, in difesa e a promozione dei diritti e della dignita' di tutti gli esseri umani.
Ne sono talmente convinto che da antico dirigente della sinistra, da pubblico amministratore del secolo scorso, da militante politico che all'impegno politico tutto se stesso ha dedicato, ebbene, ho gettato in questa prospettiva per intero gli ultimi dieci anni della mia vita, rinunciando a molte altre cose che pure mi appassionavano, per fare questo foglio che mi divora tutto il tempo che altri dedica alla vita, ed il cui unico significato e' questo: contribuire a costruire una politica della nonviolenza, far uscire la nonviolenza in Italia dallo stato di minorita' ad una piena autocoscienza, promuovere l'incontro e il riconoscimento tra le grandi tradizioni politiche con la scelta della nonviolenza componibili e che vi possono agevolmente convergere ma che sovente si ignorano e mistificano reciprocamente per ignoranza e paura e vilta'; ed a tal fine raccogliere e proporre una cultura politica adeguata alla bisogna: questo foglio dall'estate del 2000 ad oggi lungo oltre duemila fascicoli e' stato anche la costruzione di un'enciclopedia della nonviolenza come cultura politica complessa, plurale, aperta.
Che ne valesse la pena e ve ne fosse l'urgenza ne sono talmente convinto che vi ho bruciato dieci anni di vita (che per chi e' giunto alla mia eta' sono una cosa enorme: i ventenni, i trentenni, i quarantenni, pensano di avere di fronte a loro un tempo infinito, io so di essere a un punto della vita in cui personalmente non si puo' piu' far conto su un cospicuo tempo futuro). E sapendo che questa scelta avrebbe implicato dover tornare a perdere tempo ancora una volta con una infinita' di presuntuosi e di imbecilli, quando non di mascalzoni, che sono legione ovunque, e tra essi tanti dei nomi insensatamente riveriti da chi delle lotte politiche e sociali in Italia, e della cultura politica - della preziosa e gloriosa cultura politica - della sinistra italiana ed internazionale, conosce solo le idiozie e le infamie dell'oggi, ed i laidi buffoni che compaiono in televisione - e tutti coloro che compaiono oggi in televisione, per come la televisione e' oggi fatta in Italia, per questo stesso fatto accettano di fare i buffoni.
*
Ho sempre avuto chiaro che occorreva portare la tradizione del movimento operaio all'incontro con il femminismo e con la nuova ecologia, e questi tre filoni decisivi per una teoria e una prassi della liberazione recarli all'incontro con la tradizione liberale di lotta per le liberta' civili e politiche e della codificazione giuridica dello stato di diritto e del diritto internazionale; con la tradizione delle istituzioni democratiche, del costituzionalismo moderno, del pensiero etico e giuridico contemporaneo. E fare di tutti questi filoni storici ed esperienze teoriche e pratiche sostanza della scelta nonviolenta, appunto la scelta nonviolenta intendendo non come un'alterita' ma come un illimpidimento ed approfondimento dialogico e dialettico, complesso ed aperto, di prassi politiche storicamente vive e vitali, un illimpidimento ed approfondimento che valorizzi e intrecci tanta preziosa ricchezza di lotte e di pensiero per la liberazione umana, per l'umana solidarieta', per difendere e promuovere la civilta' umana, la difesa della biosfera, l'internazionale futura umanita'.
*
Detto in breve, e' tutto qui. E adesso al lavoro. Che c'e' da sgombrare le macerie, organizzare la resistenza, costruire la sinistra necessaria. La sinistra della nonviolenza.
L'incontro del 19 aprile a Bologna, se non sara' la solita pagliacciata esibizionista, piagnona e reducista (il rischio infatti vi e' sempre), ma sapra' essere coerente con l'ispirazione dell'appello emerso dall'incontro bolognese del 2 marzo scorso promosso da Michele Boato, Maria G. Di Rienzo e Mao Valpiana, potrebbe dare un segnale in questa direzione. Vorrei sperarlo. Ma indipendentemente dagli esiti di quello o di altri analoghi prossimi consessi, ciascuno faccia la sua parte, che ve ne e' davvero bisogno.
14. IN UN MONDO FATTO CENERE
E crudelmente il sangue degli afgani
spargeste a piene mani, e speravate
di farvi cosi' accetti cortigiani
dell'ultimo vassallo delle armate
onnivore imperiali, che di brani
di carne umana nutre scatenate
le torme dei suoi lupi e dei suoi cani
e il mondo fa deserto, e le stellate
notti colme dei fuochi delle bombe
e fracassando va le carni tenere
e dove erano case ora son tombe
e tutto ha Marte, e nulla piu' e' di Venere.
Ed ecco del giudizio gia' le trombe
risuonano in un mondo fatto cenere.
15. RICOMINCIARE DAL FEMMINISMO, A BOLOGNA IL 19 APRILE
Le persone che sabato 19 aprile si incontreranno a Bologna dalle ore 10 alle ore 17 presso la sala sindacale della stazione ferroviaria (di fronte alla mensa dei ferrovieri, sulla sinistra del piazzale esterno) per dare seguito alla proposta formulata dall'assemblea del 2 marzo scorso di costruire una "rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza", muovono dalla consapevolezza che la difesa della democrazia e la ricostruzione del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita', per una umanita' di persone libere ed eguali in diritti, solidali e responsabili, per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera, ha il femminismo come suo centro, come suo cuore pulsante, come sua corrente calda.
E' una consapevolezza decisiva. Buon lavoro.
16. PER LA SINISTRA DELLA NONVIOLENZA
1. Non come sommatoria dei delusi e degli scontenti, ma come illimpidimento ed approfondimento delle ragioni delle oppresse e degli oppressi, delle ragioni della giustizia e della liberta', della responsabilita' che riconosce e libera.
Non come cartello intergruppi o fuga in avanti o come presunzione avanguardistica, ma come consapevolezza sincera dei compiti dell'ora, e del valore e insieme delle insufficienze delle esperienze passate.
Come rottura e come eredita'. Rottura delle subalternita' e fuoriuscita dalle ambiguita'. Eredita' delle lotte e delle riflessioni delle correnti calde del movimento socialista e libertario, femminista, ecologista, antirazzista e antimafia.
*
2. Il femminismo e' il centro e il cuore della sinistra che si schiude alla nonviolenza e fa della nonviolenza la scelta e il criterio che costituiscono la "conditio sine qua non" della politica necessaria.
Il femminismo e' la scelta decisiva su cui la sinistra della nonviolenza nasce.
O sara' consapevole delle parzialita' e del limite, della cura e dell'alterita', o non vi sara' la sinistra della nonviolenza.
O sara' plurale e complessa perche' riconosce che l'umanita' e' di due generi, o non vi sara' la sinistra della nonviolenza.
O sara' antipatriarcale, e quindi antimilitarista, antiautoritaria, antitotalitaria, o non vi sara' la sinistra della nonviolenza.
Il femminismo e' il centro e il cuore della sinistra della nonviolenza.
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3. Fermare la guerra e' la prima urgenza.
Ma per contrastare la guerra e' necessaria la scelta del disarmo, dell'antimilitarismo, la scelta della nonviolenza.
La sinistra della nonviolenza nasce per opporsi alla guerra, alle sue radici, alle sue logiche, alle sue strutture.
La sinistra della nonviolenza o chiama ad opporsi alla guerra che sempre consiste dell'uccisione di esseri umani, o non esiste.
La sinistra della nonviolenza e' l'antitesi della barbarie della guerra.
E cosi' come la guerra porta l'autoritarismo, la sinistra della nonviolenza e' radicalmente democratica ed egualitaria; cosi' come la guerra porta la distruzione delle relazioni e della natura, la sinistra della nonviolenza costruisce relazioni e difende la natura; cosi' come la guerra uccide e umilia, la sinistra della nonviolenza salva e degnifica.
L'opposizione alla guerra e a tutte le strutture ad essa connesse (e tra esse: le dittature, i terrorismi, le organizzazioni criminali, cio' che e' inteso a opprimere, ricattare, assassinare) e' il primo impegno della sinistra della nonviolenza.
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4. Ma oltre l'impegno contro la guerra urgente e decisivo e' l'impegno contro la devastazione della biosfera.
E poiche' la devastazione della biosfera e' in corso a ritmi sempre piu' accelerati e con esiti sempre piu' catastrofici, e' indispensabile che la sinistra della nonviolenza faccia dell'impegno ecologista il terreno decisivo del suo agire quotidiano.
La sinistra della nonviolenza o e' ecologista o non e'.
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5. Ma la sinistra della nonviolenza e' innanzitutto sinistra, la sinistra adeguata alla sfida di questo inizio di millennio.
E' quindi erede e inveratrice delle lotte delle oppresse e degli oppressi per il riconoscimento dell'eguagianza di dignita' e diritti di ogni essere umano.
Non scrive i menu per i ristoranti dell'avvenire, ma e' il movimento reale che contrasta l'orrore presente, difende l'umanita' e la casa comune, si sforza di preservare la civilta' dalla barbarie, ha a cuore la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano. Chiama per questo le oppresse e gli oppressi alla lotta, chiama alla lotta ogni persona di volonta' buona.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
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Numero 86 del 22 gennaio 2013
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