Archivi. 85



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 85 del 21 gennaio 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di marzo 2008 (parte terza e conclusiva)

2. Mohandas Gandhi, Rosa Luxemburg e la guerra

3. Mentre proseguono le stragi

4. Due penose assai follie e la solita concione

5. Il pagliaccio e l'assassino

6. Di Anna Bravo ascoltando le parole

7. Da una lettera di Margite a un amico e maestro suo colendissimo

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MARZO 2008 (PARTE TERZA E CONCLUSIVA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di marzo 2008.

 

2. MOHANDAS GANDHI, ROSA LUXEMBURG E LA GUERRA

 

Che tristezza quei signori parlamentari uscenti che hanno votato e votato e votato per la guerra e le stragi, e adesso in campagna elettorale - le mani ancora sporche di sangue - pretendono di dirsi persone amiche della nonviolenza e addirittura seguaci di Rosa Luxemburg.

La quale Rosa Luxemburg, quando il partito socialdemocratico tedesco votava i crediti di guerra, organizzzava l'opposizione alla guerra (e per questo finiva in galera).

E Mohandas Gandhi nella maturita' si penti' finanche di aver fatto il barelliere durante la guerra anglo-boera, tanto radicale era diventata la sua opposizione alla guerra da ritenere complicita' con essa anche il servizio di soccorso ai feriti che de facto implicava della guerra l'accettazione.

*

Ma e' proprio vero che gli dei accecano coloro che vogliono perdere.

Cosi' i partiti e i parlamentari responsabili della guerra, e delle stragi di cui essa consiste, e della violazione infame da essa implicata tanto del diritto internazionale quanto della legalita' costituzionale, non si vergognano di dar prova di tanto protervo mentire.

E cosa volete che sia? Chi ha ripetutamente votato per far uccidere degli esseri umani non ha piu' vergogna di nulla.

*

Non un voto ai partiti degli assassini. Non un voto ai parlamentari assassini.

Alla guerra opporsi occorre, alle stragi opporsi occorre, al golpe assassino opporsi occorre.

Votare certo occorre, ma solo per quelle liste che non siano state complici della guerra e del razzismo, e che abbiano in testa di lista persone che non siano state complici della guerra e del razzismo. Votare certo occorre: contro la guerra, contro il razzismo, per la legalita' costituzionale, per salvare le vite, per difendere la democrazia.

 

3. MENTRE PROSEGUONO LE STRAGI

 

Mentre proseguono le stragi in Afghanistan, i corresponsabili italiani di esse chiedono ai cittadini italiani un voto per poter continuare a provocare la morte di tanti innocenti.

Evidentemente per i signori che dalla destra nazista giungono alla ex-sinistra arlecchina l'Italia e' una repubblica fondata sull'assassinio.

*

Non un voto ai partiti della guerra e del razzismo.

Non un voto ai partiti della partecipazione militare italiana alla guerra terrorista e stragista, alla guerra imperialista e razzista, alla guerra nemica dell'umanita', violatrice del diritto internazionale e della legalita' costituzionale.

Non un voto al superpartito degli assassini che raccoglie il mucchio selvaggio che va dalla destra nazista alla ex-sinistra arlecchina.

*

Votare occorre per quelle liste che si oppongono alla guerra e al razzismo.

Votare occorre per quelle liste che difendono i diritti umani, il diritto internazionale, la legalita' costituzionale, la civilta' giuridica e la democrazia.

Votare occorre. Contro la guerra. Contro il razzismo.

Votare occorre. Per salvare le vite.

 

4. DUE PENOSE ASSAI FOLLIE E LA SOLITA CONCIONE

 

La prima assai penosa follia sarebbe non votare alle prossime elezioni politiche.

Perche' non votare vuol dire lasciare che a fare le leggi, e ad amministrare la cosa pubblica e le ingenti pubbliche risorse, ci vadano solo gli adepti del superpartito della guerra che comprende tutto l'arco anticostituzionale dalla destra nazista alla ex-sinistra arlecchina.

Ovvero: non votare vuol dire consentire che le stragi degli afgani e dei migranti continuino con il nostro consenso - poiche' l'astenersi dal voto (o pagliacciate che hanno lo stesso effetto pratico) qui e adesso equivale ad essere comunque complici col superpartito degli assassini e dei razzisti, col superpartito di chi nell'ultimo decennio ha governato violando la Costituzione nei suoi principi fondamentali.

No, grazie. In questo tremendo frangente, mentre la guerra terrorista e stragista e' in corso, mentre la persecuzione dei migranti e' in corso, mentre la sempre piu' accelerata devastazione della biosfera e' in corso, chi non vota (a meno che non abbia solidi motivi di principio: come le sorelle e i fratelli anarchici; o altri motivi di rilevanza equivalente) si fa complice del sistema di potere del regime della corruzione, si fa complice del superpartito della guerra e del razzismo e dell'ecocidio. Si fa complice, e sia pure solo per omissione di soccorso alle vittime, sia pure solo per stupidita' e astrattezza, pusillanimita' o frivolezza che gli narcotizza l'animo e gli ottunde la mente. Si fa complice.

No, grazie.

E dunque: votare occorre.

*

Ma votare per cosa?

Contro la guerra, il razzismo, l'ecocidio.

Quindi contro il superpartito che dalla destra nazista alla ex-sinistra arlecchina nell'ultimo decennio ha governato attuando politiche di guerra, razzismo, ecocidio.

Coloro che dicono che occorre votare per gli assassini con la casacca di un colore per timore degli assassini con la casacca di un altro non sanno (ovvero fingono di non sapere) che stanno ripetendo le parole di un personaggio che da sempre l'umanita' disprezza: il collaborazionista, il manutengolo, quello che con la scusa che c'e' sempre di peggio, si fa complice del male.

Molto ci addolora che anche vecchi amici, preda di un sillogizzare sempre piu' astratto e dereistico, siano caduti in questa trappola che da se medesimi a se stessi hanno ordito, e da due anni si siano messi al servizio della guerra terrorista e stragista, al servizio del governo della persecuzione dei migranti, al servizio dei potenti onnidevastatori e onnicidi.

La nonviolenza o e' concreta opposizione a tutte le violenze, o non e' nulla. La nonviolenza o e' effettuale lotta contro tutti i poteri violenti, o non e' nulla.

Chi propone di votare per gli assassini, chi arriva al delirio di sostenere l'opportunita' di "votare per Mussolini contro Hitler" ha semplicemente perso il senno, e col suo dire insensato e sciagurato, con simili ignobili metafore, offende tutte le vittime del nazifascismo, e tutte le vittime della guerra in corso in Afghanistan, tutte le vittime della persecuzione dei migranti. Vorremmo che rinsavisse al piu' presto. Vorremmo che rinsavisse. Al piu' presto. Al piu' presto, che rinsavisse, vorremmo.

Non un voto al superpartito della guerra e del razzismo. Non un voto a chi ha votato per le stragi. Non un voto al programma politico dell'omicidio e dell'onnicidio. Non un voto ai golpisti.

E dunque: votare occorre, votare per quelle liste e per quelle persone candidate che alla guerra e al razzismo e all'ecocidio si sono opposte ieri, si oppongono oggi e quindi e' ragionevolmente sperabile che si opporranno anche domani.

*

Ma ci sono queste liste, questi candidati?

Avremmo voluto che ci fossero liste di una sinistra che avesse consapevolmente scelto la nonviolenza. E nei limiti delle nostre scarse forze per questo si e' battuto questo foglio negli scorsi mesi. Non siamo riusciti a persuaderne un numero sufficiente di interlocutori. E questo e' ormai il passato. Per il futuro forse si riuscira' (ed a tal fine benemerito e' stato l'appello promosso da Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana che ha messo capo al manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza"). Ma per quanto riguarda questo cruciale attuale momento e' andata cosi'. Male. Amen.

Ma poiche' non vogliamo votare per il superpartito della guerra e del razzismo, ed anzi vogliamo votare per contrastarlo, dobbiamo trovare tra le liste effettualmente presenti nelle schede elettorali delle politiche dell'aprile 2008 almeno una lista votabile. Ve ne sono?

Alcune liste che dichiarano piu' o meno esplicitamente (ovvero piu' o meno esplicitamente pretendono) di essere contro la guerra e il razzismo, contro l'ecocidio e il patriarcato, per la democrazia e la legalita' costituzionale, vi sono. Lo sono poi davvero? In certi casi - e forse in tutti o quasi - e' lecito dubitarne.

Ma anche dubitandone, non vi sono alternative ulteriori: per una di esse votare occorre.

E l'ulteriore elemento dirimente per una valutazione adeguata e' verificare quali persone verrebbero eventualmente elette qualora una di esse liste superasse la soglia dei voti necessari a portare in parlamento una sia pur esigua rappresentanza: ovvero verificare la storia, le posizioni e quindi l'affidabilita' della persona "candidata a premier" e delle persone collegio per collegio capolista per il Senato e capolista per la Camera (giacche' si vota su liste bloccate, senza voto di preferenza).

*

Vorrei fermarmi qui. Ma forse e' preferibile vuotare il sacco. E allora, orsu', vuotiamolo.

Muovo da due premesse.

La prima: va da se' che ci sono brave persone in molte liste, anche in quelle dei partiti della guerra, del razzismo, dell'ecocidio e del patriarcato. E tra esse non pochi cari amici del reprobo che queste righe stende. Mi duole per loro: candidandosi in quelle liste si sono prostituiti alla guerra, al razzismo, all'ecocidio, alla violazione della legalita' costituzionale. E non c'e' altro da aggiungere, se non che continueremo naturalmente a voler loro bene, ma la stima che avemmo per loro ne restera' per sempre lesa. Come ci sono brave persone nelle liste del superpartito della guerra e del razzismo, ve ne sono anche nelle liste che alla guerra e al razzismo si oppongono, ci mancherebbe altro, e per fortuna. Ma nelle une e nelle altre vi potrebbero essere - ed in molti casi palesemente vi sono - anche persone che brave non sono affatto, anzi. E quindi non basta inalberare una bandiera o un motto, conta anche con chi ci si accompagna.

La seconda: esprimere un voto significa esprimere una speranza, e una promessa. E chiedere un voto significa fare una promessa e una speranza suscitare.

Il primo criterio di valutazione delle liste elettorali e' naturalmente verificare se si concorda col loro programma: e con chi proclama di opporsi alla guerra, al razzismo, all'ecocidio e al patriarcato, una base comune d'intesa o almeno di fiducia - sia pur solo a parole, poiche' un programma di mere parole consiste - dovrebbe pur darsi.

Ma detto questo, e posto che si concordi sui fondamenti almeno del programma (dico solo sui fondamenti, i dettagli in questo caso contano ben poco, poiche' parliamo di liste che ben difficilmente giungeranno in parlamento, e se vi giungeranno i loro rappresentanti dovrebbero prevedibilmente acconciarsi a una rigida opposizione su molte cose essenziali), l'unico certo elemento di giudizio su cui fondare un gesto che impegna per il futuro e' la verifica della condotta nel passato. Si tratta quindi di verificare e valutare cosa abbiano fatto in passato quelle liste che proclamano di opporsi alla guerra, al razzismo, all'ecocidio e al patriarcato (ovvero le forze politiche che a quelle liste abbiano dato vita; ovvero le persone candidate in testa di lista in esse ed eventualmente concretamente eleggibili).

Ed allora, il modesto parere di chi scrive queste righe, ridotto ai suoi minimi termini e' il seguente:

1. liste populiste e candidati che abbiano ammiccato al razzismo, o all'illegalitarismo e/o al violentismo, o a pulsioni ed atteggiamenti autoritari, liberticidi ed antidemocratici, non sono votabili. Punto. E purtroppo anche liste che pur si proclamano oggi a sinistra della ex-sinistra, e che pur si proclamano oggi per la legalita' e la democrazia, in verita' non hanno esitato ad accogliere (e in alcuni casi sono state addirittura fondate e sono de facto capeggiate da) personaggi che non possono essere votati da chi si oppone al razzismo e alla violenza, alla collusione con ideologie e prassi oppressive e inammissibili dal nostro punto di vista di persone amiche della nonviolenza.

2. Ne' possono essere votate liste inventate in quattro e quattr'otto da personaggi e gruppi che fino a pochi mesi fa erano parte dei partiti che compongono il superpartito della guerra e del razzismo. Beninteso: chiunque ha il diritto di cambiare opinione, ma certo non e' credibile chi ancora poche settimane fa era stipendiato da un partito guerriero e razzista, chi ancora poche settimane fa con la sua tessera e la sua militanza e finanche la sua retribuzione ipso facto propagandava la bonta' dell'assassinare gli afgani e i migranti (che era il cuore della politica internazionale del governo in carica).

3. Resta ben poco; e quel poco esprime sovente posizioni talmente ingenue, confuse, stupide e non di rado deliranti, che certo io non voterei per far governare dai personaggi che hanno dato vita a quelle liste (e propalato quelle esternazioni) neppure il condominio del palazzo dove abito. Ma in effetti non si vota per mandarle al governo, se mai all'opposizione. E vi sono anche delle eccezioni, per fortuna.

4. Di tutte le persone candidate in testa di lista nelle liste a sinistra della ex-sinistra, tra quelle che personalmente conosco e di cui mi sono peritato di leggere le dichiarazioni, mi sentirei di dire che tra quante su due piedi mi vengono in mente solo Michele Boato, capolista in Veneto della lista "Per il bene comune" per la Camera dei deputati, e' persona di cui posso ragionevolmente pensare con ragionevole certezza che continuerebbe ad opporsi alla guerra, al razzismo, all'ecocidio e al patriarcato. Col che non voglio dire che tutti gli altri candidati eccetera (anche perche' la grandissima maggioranza di loro non conosco abbastanza o non conosco affatto), dico semplicemente che per quel che ne so (nella mia ignoranza) e ne penso (con i miei pregiudizi) mi sembra qui e adesso che sia cosi'.

E' ben poco. Ma e' gia' qualcosa.

E' qualcosa. Ma certo e' ben poco.

Meglio di niente.

Se altri candidati vi fossero, in testa di lista delle liste a sinistra della ex-sinistra, che potessero dimostrare di essersi costantemente in passato opposti alla guerra, al razzismo, all'ecocidio e al patriarcato, e di intendere continuare a farlo, io ne sarei la persona piu' felice del mondo. Non dubito che ve ne siano, ed anzi ne ho viva speranza. Se poi ve ne fossero anche nel Lazio, che e' la regione in cui voto, mi renderebbero ancor piu' facile votare.

Ma anche se non ve ne fossero voterei comunque. Voterei comunque per una lista a sinistra della ex-sinistra; una lista che almeno programmaticamente esprimesse una nitida e intransigente opposizione alla guerra, al razzismo, all'ecocidio e al patriarcato.

Poi non mi faccio illusioni. E la lotta naturalmente continua.

*

Una postilla infine.

Questo foglio non ha la pretesa di esprimere altro che le opinioni di chi lo redige, e quelle opinioni impegnano quindi solo chi le firma.

E non ha neppure la pretesa di essere rappresentativo di altro che di se stesso.

E chi di tutto cio' che vi appare si assume la corresponsabilita' firmandolo con la locuzione di "direttore responsabile" non ha mai preteso di essere nulla di piu' che una persona amica della nonviolenza, ovvero persuasa della necessita' pratica di assumere la scelta della nonviolenza come indispensabile fondamento per un'azione politica di affermazione della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, di liberazione dell'umanita' dalle molteplici oppressioni di cui e' vittima, di difesa della biosfera.

E se i giudizi che in questo foglio si esprimono in termini non diplomatici avessero a dispiacere a qualcuno, del che non dubitiamo affatto, compatiscano lorsignori, che non lo si fa per cattiveria ma per cercar di far opera - ahinoi - di verita', e di contribuire a salvare qualche misera umana vita, e di contrastare le ideologie e le pratiche che quotidianamente fanno scempio di concrete umane esistenze, e dell'unico mondo che abbiamo.

 

5. IL PAGLIACCIO E L'ASSASSINO

 

Mentre la guerra infuria e stronca vite, una campagna elettorale frivola e ridanciana, smorfiosa e grottesca, narcotica e demente. Mentre la guerra infuria e stronca vite.

*

I nudi fatti.

1. La Costituzione della Repubblica Italiana ripudia la guerra.

2. L'Italia sta partecipando a una guerra terrorista e stragista per responsabilita' dapprima del governo Berlusconi, poi del governo Prodi, e con il voto favorevole di tutti i partiti politici dell'arco incostituzionale che va dalla destra neonazista alla ex-sinistra arlecchina.

3. Gli stessi partiti corresponsabili della morte in Afghanistan di afgani e italiani e persone di altri paesi, gli stessi partiti che hanno violato e violato e violato la legalita' costituzionale e il diritto internazionale, stanno conducendo ora una campagna elettorale in cui si tace di cio' che piu' conta: l'illegalita', la barbarie, la criminalita' assoluta della guerra; l'orrore delle stragi di innocenti; la violazione della legalita' costituzionale. Peggio ancora: non e' mancato chi (il leader dalla ex-sinistra arlecchina) ha dichiarato la politica estera del governo Prodi essere stata la parte migliore della legislatura (complimenti vivissimi per l'esibizione di cinismo; a quando l'elogio dell'omicidio come una delle belle arti?).

I nudi fatti.

Ma quasi nessuno vuole vederli. Quasi nessuno vuole parlarne. E cosi' vince la menzogna, l'irresponsabilita', il crimine, l'orrore.

*

Poche liste vi sono a sinistra del superpartito della guerra.

Liste che ben difficilmente potranno ottenere dei seggi in parlamento.

Ma solo per esse e' possibile votare senza sporcarsi le mani di sangue.

Solo per esse votare e' necessario.

*

Chi oggi non difende la legalita' costituzionale abdica alla propria dignita' di cittadino, favoreggia l'illegalitarismo dei potenti, si fa complice della violenza dei potenti, spalleggia l'eversione dall'alto, avalla l'abbattimento dello stato di diritto e della repubblica democratica.

Chi oggi non si oppone alla guerra e alle stragi rinuncia alla sua propria umanita', contribuisce all'uccisione di altri esseri umani.

*

Per opporsi alla guerra, alle stragi, al razzismo, alla violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale, occorre votare. Votare per una delle liste a sinistra della ex-sinistra che al superpartito della guerra e del golpe si oppongono. Votare per una delle liste a sinistra della ex-sinistra che si impegnino in difesa della Costituzione, della civilta' giuridica e della democrazia politica, del diritto alla vita di ogni essere umano.

Votare occorre, poiche' non votare equivale ad esprimere un passivo consenso per il superpartito della guerra e del razzismo, per il superpartito del golpe e delle stragi; non votare equivale a votare per il superpartito dell'illegalita' al potere, il superpartito degli assassini, il superpartito della barbarie.

*

Non era il maggiordomo l'assassino, ma il pagliaccio.

 

6. DI ANNA BRAVO ASCOLTANDO LE PAROLE

 

E improvviso un raggio di luce

rompe talora queste grevi tenebre.

 

Come la voce di Anna Bravo, un'oasi

senza di cui non altro che deserto.

 

Come la voce di Anna Bravo, specchio

che splendida riflette intera integra

l'umanita'.

 

7. DA UNA LETTERA DI MARGITE A UN AMICO E MAESTRO SUO COLENDISSIMO

 

... Quanto alle mie opinioni sulla guerra afgana e sui responsabili della partecipazione militare italiana ad essa, provo a compendiarle nelle righe che seguono.

Non pretendo affatto che si sia tutti amici della nonviolenza.

Chiedo soltanto che chi governa in forza della Costituzione ed avendo ad essa giurata fedelta' rispetti il giuramento fatto, rispetti la legge in forza di cui governa.

Ovvero: chiedo che avendo il potere di fare le leggi si legiferi per salvare le vite anziche' per sopprimerle. Ovvero si rispetti la legge che proibisce l'omicidio.

Ed aver reiteratamente deliberato in Consiglio dei Ministri e in Parlamento la partecipazione ovvero la prosecuzione della partecipazione militare italiana alla guerra afgana in violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale, ebbene, mi sembra che costituisca uno scandalo e un crimine inaccettabili sia de jure che de facto.

Chiedo solo che chi e' investito dell'esercizio di pubblici poteri adempia al suo compito nel rispetto delle leggi e nel rispetto di quel basilare diritto umano che ad ogni essere umano inerisce e tutti gli altri diritti fonda: il diritto a non essere uccisi.

Non mi sembra di chiedere la luna.

Quanto al definire assassino chi con la sua consapevole azione direttamente contribuisce a far morire delle persone trovo che la cosa orribile sia far morire delle persone, non constatare e denunciare il crimine usando il termine che ad esso crimine si attaglia.

Tutto qui. Ovviamente e' solo il mio punto di vista. Ma e' davvero il mio punto di vista. Meditato, addolorato, e quindi anche indignato, certo.

 

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

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Numero 85 del 21 gennaio 2013

 

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