Archivi. 80
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- Date: Wed, 16 Jan 2013 07:12:33 +0100 (CET)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
Numero 80 del 16 gennaio 2013
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di giugno 2007
2. La festa della Repubblica e la sfilata di Mussolini
3. Il decisionista
4. Ancora una primavera hitleriana
5. Parla adesso il generale
6. Il ministro parla adesso
7. Arrivederci Roma
8. Paul Watzlawick
9. Dice solenne il ministro
10. Di alcuni correnti equivoci
11. Aprire gli occhi
12. E con l'ascia in selva ingente
13. Rahmatullah Hanefi, o dell'umanita'
14. Quale sinistra. Tre tesi
15. La guerra preventiva
16. Una cosa che servirebbe oggi in parlamento
17. Dona ferentes
18. Pitocco Debusconi: A Sua Eccellenza il Presidente del Consiglio
19. Carogno Mozzarecchi: Una delazione
20. Due obiezioni
21. I morti libanesi
22. Due forme della rassegnazione
23. Ancora per la critica dell'economia politica
24. Desmoulins
25. Un'opinione di Annibale Stroligone
26. Da un cantare del presunto talebano (progetto per un peana della coalizione di centrodestrasinistra)
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GIUGNO 2007
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di giugno 2007.
2. LA FESTA DELLA REPUBBLICA E LA SFILATA DI MUSSOLINI
Oggi a Roma si festeggia la Repubblica nata dalla Resistenza, la Repubblica fondata sulla Costituzione che ripudia la guerra, la Repubblica cosa di tutte e tutti, che ad ogni essere umano riconosce piena dignita' umana.
Si festeggia a Ponte Sant'Angelo e si festeggia a Piazza Navona.
*
Tristi figuri evidentemente nostalgici delle guerre del duce - che in Iraq, in Afghanistan si reduplicano -, si incontrano invece ai Fori imperiali per certi loro lugubri riti di sciagurati ancora non sazi di sangue innocente.
Costoro non festeggiano la Repubblica italiana, ma quella di Salo'.
3. IL DECISIONISTA
Guerra fino allo sterminio
degli afgani rozzi e brutti.
E' gia' deciso.
Armi fino a averne ingombri
piazze, case e giardinetti.
E' gia' deciso.
Nuove basi militari
dei padroni d'oltremare.
E' gia' deciso.
Scudo utile a assestare
primo il colpo nucleare.
E' gia' deciso.
*
Ma se tutto e' gia' deciso
la democrazia a che serve?
4. ANCORA UNA PRIMAVERA HITLERIANA
"Da poco sul corso e' passato a volo un messo infernale"
(Eugenio Montale, La primavera hitleriana, v. 8)
Sabato 9 giugno sara' a Roma il presidente degli Stati Uniti d'America. Stringera' mani, dispensera' sorrisi, dira' parole di circostanza, incontrera' chi deve, forse visitera' qualche monumento. Un esimio turista.
*
Ma il presidente degli Stati Uniti d'America e' anche - per suo e nostro disdoro - il capo della folle guerra mondiale contro l'ambiente di vita dell'umanita', e quindi contro l'umanita'; e' anche il capo del terrorismo internazionale, che terrorismo e morti semina e miete, che terroristi guida e suscita; e' anche il potentissimo imperatore che sta trascinando nel baratro tutti. Non solo un esimio turista.
*
E' quindi giusto e necessario che sabato a Roma risuoni anche la voce di chi si oppone alla sua politica onnicida, di chi vuole difendere l'umanita' e la biosfera. E' l'unico mondo che abbiamo.
Ma questa protesta deve essere rigorosamente nonviolenta.
Deve essere limpidamente nonviolenta.
Deve essere intransigentemente nonviolenta.
La nonviolenza dei forti.
La nonviolenza di chi resiste e si oppone a tutte le uccisioni e le devastazioni.
La nonviolenza che ogni fascismo contrasta.
*
Deve essere la protesta dell'umanita' contro la devastazione dell'ambiente, contro la guerra e il terrorismo, contro i fascismi comunque si travestano.
Deve essere la protesta e la proposta di un'umanita' di persone libere ed eguali, che affermano la dignita' di ogni essere umano, che si battono perche' tutti i diritti umani siano riconosciuti a tutti gli esseri umani.
*
Deve essere corale e dialogica una parola, fraterno e sororale un gesto di verita', deve essere la forza della verita', che Gandhi chiamava satyagraha.
Deve essere la forza dell'innocenza che si oppone al male, quella forza dell'amore, quel fronte della coscienza, quell'innocenza combattiva che Gandhi chiamava ahimsa.
*
E non puo' limitarsi a dire il ripudio degli orrori commessi da Bush, essa deve dire altresi' il ripudio degli orrori commessi dai suoi complici tutti, e tra essi il governo italiano.
E svolgendosi a Roma deve porre obiettivi politici concretamente praticabili, e necessari, ed urgenti, qui e adesso: che l'Italia cessi di partecipare alla guerra terrorista in Afghanistan; che l'Italia cessi di ospitare armamenti atomici; che l'Italia inizi subito il disarmo e la smilitarizzazione; che l'Italia inizi subito a praticare l'alternativa concreta ed efficace della difesa popolare nonviolenta e dei corpi civili di pace; che l'Italia scelga la pace e la costruzione della pace nell'unico modo possibile: con la scelta politica e giuriscostituente della nonviolenza; che l'Italia realizzi il legato grande e irrevocabile scritto col sangue dei martiri della Resistenza ed inciso nell'articolo 11 della Costituzione.
*
E questa protesta, questa proposta, deve collegarsi alla protesta e alla proposta nonviolenta delle donne e degli uomini degli infiniti sud del mondo in lotta per il diritto alla vita e alla dignita'; deve collegarsi alla protesta e alla proposta nonviolenta dei veterani e dei familiari delle vittime che negli stessi Stati Uniti d'America si oppongono a Bush, alla guerra, ad ogni terrorismo, alla devastazione dell'ambiente e della vita.
*
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
5. PARLA ADESSO IL GENERALE
Noi non uccidiamo i civili.
Guardateli quei pezzenti
vestiti di stracci, famelici,
e' evidente che sono incivili.
6. IL MINISTRO PARLA ADESSO
Scendo in piazza a protestare
contro i perfidi decreti
del consiglio dei ministri.
Poi di corsa, il fiato grosso,
vo' al consiglio dei ministri
a votare quei decreti.
7. ARRIVEDERCI ROMA
Incontrandolo per caso in un'osteria trasteverina in cui ambedue s'avvinazzavano, il nostro vecchio amico Cencio Sputarospi cosi' apostrofava il Signor Presidente, che da parte sua non capiva una parola di quanto Cencio gli diceva, e continuava a stonare Dixieland e spargere saliva.
Egregio presidente,
lei certo capira'
che tante vite spente
non sono una bonta'.
Egregio presidente,
di certo le dispiace
il motto impertinente:
la guerra non e' pace.
Egregio presidente,
per una volta ascolti
la voce della gente
la voce dei sepolti.
Egregio presidente,
di sangue ha sparso un mare
la guerra permanente
per sempre ha da cessare.
Poi si abbracciavano emettendo sconci rumori, si facevano un'altra fojetta, e ad una voce intonavano La societa' dei magnaccioni. Altro che L'Internazionale.
8. PAUL WATZLAWICK
Watzlawick resta per me innanzitutto il coautore di quella Pragmatica della comunicazione umana che leggemmo forse trent'anni fa e che subito ci innamoro'.
Poi ovviamente leggemmo avidamente le altre opere di Bateson - della cui riflessione soprattutto il libro e' uno dei frutti, anche se altri lo hanno scritto e non lui; e naturalmente leggemmo poi anche altri lavori della scuola di Palo Alto e di altre autrici ed altri autori che a quelle idee facevano e fanno riferimento nelle loro ricerche, teorie, pratiche.
Ma quel libro, e la prima lettura di quel libro, resta nella mia memoria come una commozione profonda e luminosa, e ancora oggi lo suggerisco ai giovani e agli studenti con cui lavoro, come il Chisciotte e Moby Dick, la Grammatica della fantasia di Rodari e la seconda critica kantiana, Kafka e Leopardi, Qohelet e le Tre ghinee, Fontamara e I sommersi e i salvati.
9. DICE SOLENNE IL MINISTRO
Dice solenne il ministro:
"contro i violenti tolleranza zero"
e batte il pugno sulla scrivania.
Anch'io avrei fatto arrestare
George Bush, il governo italiano,
chiunque fa guerre e fa stragi.
10. DI ALCUNI CORRENTI EQUIVOCI
La nonviolenza non e' un mero repertorio di tecniche che chiunque puo' usare a qualunque fine.
La nonviolenza e' un progetto di liberazione.
*
La nonviolenza non e' acquiescenza alla violenza altrui, ma la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro ogni violenza, contro ogni oppressione, contro ogni ingiustizia, per la liberazione comune.
*
La nonviolenza gandhiana e capitiniana e' la proposta di una rivoluzione socialista che difenda ed inveri tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.
E' l'adempimento degli impegni dichiarati nelle linee portanti dei grandi monumenti giuridici della contemporaneita'.
*
La nonviolenza gandhiana e capitiniana estende i diritti non solo all'umanita' intera, vivente, passata e ventura, ma anche a tutti i viventi, alla biosfera tutta, in un rapporto tra umanita' e natura di cura e responsabilita'.
*
La nonviolenza non e' un'ideologia, ma una guida per l'azione, un appello alla lotta, un'eredita' e una guarigione.
*
La nonviolenza e' scienza e coscienza del conflitto, sapienza dunque, dialettica e dialogica.
La nonviolenza e' riconoscimento di umanita', salvare le vite, e preferire infine - come dice Socrate nel Gorgia - subire il male anziche' commetterlo.
11. APRIRE GLI OCCHI
Cos'altro occorre che accada per rendersi conto che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'?
12. E CON L'ASCIA IN SELVA INGENTE
Me lo ricordo come fosse ieri. Eravamo con Orfeo e Terranova al bar di Bozzella, e certo dovevamo aver alzato un po' il gomito - voi m'intendete - quando Annibale Scarpante stufo di perdere a quartiglio ricomincio' a strepitare.
*
Basta, di grazia, con la retorica totalitaria del "tutti insieme appassionatamente"; basto con la complicita' con i bombardieri dello pseudopacifismo ministeriale e militarista, razzista e belligerante; e basta con la complicita' con gli squadristi dello pseudopacifismo picchiatore e vandalico, della societa' dello spettacolo e della clientela.
E basta, di grazia, con la retorica idiota ed infame del sostegno alle cosiddette "resistenze antimperialiste" delle ideologie e delle organizzazioni fasciste, terroriste e stragiste (non meno dell'imperialismo dominante degli stati e dei regimi), dei corpi bomba e delle decollazioni.
E basta con la contemplazione del proprio ombelico: la catastrofe del movimento per la pace in italia e' sotto gli occhi di tutti; non sara' il caso di farla finita di gridare alla resurrezione epocale solo perche' si fa una passeggiatina e un concertino nella capitale un sabato a stagione? non sara' il caso di cominciare a fare i conti su chi siamo e cosa vogliamo, o almeno - mi perdoni Montale - "cio' che non siamo, cio' che non vogliamo"?
E basta con la stupidaggine della grottesca servile dicotomia "tu politica, noi societa' civile", "tu istituzioni, noi movimento", ed altre amenita' del genere che ad ogni pie' sospinto ci propinano per stolta e tracotante cecita' persone tanto bennate e benintenzionate quanto ingenue e confuse (non solo, non tutte: ci sono anche di quelle - persone ed organizzazioni - che sotto il velame della retorica del "volontariato e' bello", e del labirintico siglario di onlus e ong, son dedite al nepotistico consensuale saccheggio del pubblico erario). Come se non fosse del tutto evidente che e' funzione-chiave di lotta ideologica dei potenti persuadere gli oppressi a rinunciare alla lotta politica e alla presenza istituzionale per la democrazia formale e sostanziale e per il potere legittimo e legale, con la scusa che "governare e' troppo difficile per l'uomo comune" (per dirla col vetriolo di Brecht) e che quindi la politica e' cosa loro, che le istituzioni sono cosa loro, e chi non ci sta "e' l'antipolitica". Ma noi, miei cari, cos'altro siamo se non militanti politici? Cos'altro e' la lotta per la pace se non la politica prima, ed essenzialissima? Cos'altro e' la nonviolenza se non un'azione politica, un movimento politico, una proposta politica? Dire omnicrazia - potere di tutti - e' dire rivoluzione socialista che tutte e tutti raggiunga, riconosca, salvi, liberi.
*
Un movimento per la pace adeguato alle sfide cruciali dell'oggi, adeguato ai compiti dell'ora, o sceglie la nonviolenza, o non e'.
Ed anche su questo sara' da fare chiarezza: occorre la nonviolenza senza "nonviolenzismi" astratti ergo alienanti. Ed occorre la scelta della nonviolenza senza la presunzione che esistano "i nonviolenti": possono esistere, ed a fatica, le persone amiche della nonviolenza; chi autobeatificandosi si proclama "nonviolento" tout court, o e' un nevrotico o un totalitario, o un cialtrone o un ingenuo che non sa quel che si dice.
*
Rompere occorre ogni collateralismo con i fautori della violenza che e' sempre assassina.
Uscire occorre dalla subalternita', dalle ambiguita', dalla rassegnazione vile e complice.
Contrastare occorre tutte le guerre e tutti i terrorismi. Opporsi occorre a tutte le armi, gli eserciti, i militarismi.
Occorre la scelta della nonviolenza, conflittuale e giuriscostituente. Nonviolenza che e' lotta e chiarificazione, riconoscimento di umanita' e costruzione della giustizia.
*
Cosi' Annibalaccio eruttava. Finche' pure quella notte arrivo' il 118.
E anche oggi ci siamo fatti qualche amico.
13. RAHMATULLAH HANEFI, O DELL'UMANITA'
[Rahmatullah Hanefi (Rahmat per le persone amiche), manager dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, artefice fondamentale della salvezza della vita di Gabriele Torsello e di Daniele Mastrogiacomo, e' stato sequestrato dai servizi segreti afgani il 20 marzo 2007]
Emergency comunica che Rahmatullah Hanefi e' stato prosciolto da tutte le accuse che proditoriamente gli erano state rivolte, e' attualmente ricoverato in ospedale e presto tornera' libero.
Salvare le vite e' un diritto e un dovere.
E' un crimine la guerra, e' un crimine il terrorismo, e' un crimine uccidere gli esseri umani.
14. QUALE SINISTRA. TRE TESI
1. Una "sinistra" ministeriale che fa la guerra e se ne vanta, che viola la Costituzione e se ne vanta, che riarma e nuove guerre e nuovo terrorismo prepara, che in tutto cio' che e' sostanziale e' subalterna all'eversione berlusconiana, ebbene, non solo e' una "sinistra" destinata alla sconfitta, semplicemente non e' piu' una sinistra. E del resto da oligarchie corrotte o totalitarie (e talvolta sia corrotte che totalitarie) cosa ci si puo' aspettare?
Altro oggi occorre, e urgentemente.
Cosi' come una "sinistra" ambigua e parassitaria, frivola e irresponsabile, cialtrona e funzionalmente asservita ai media della societa' dello spettacolo, che ammette lo squadrismo e ammira il fascismo - tanto quello stalinista quanto quello fondamentalista -, e' una "sinistra" che serve solo alla destra eversiva, al sovversivismo dall'alto, al regime dei vampiri, al disordine costituito.
Altro oggi occorre, e urgentemente.
*
2. Se, come a noi sembra, la questione decisiva e' quella della pace e della guerra, ovvero della salvezza dell'umanita' dall'onnicidio (e dicendo questo intendiamo ad un tempo i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera, la socializzazione dei mezzi di produzione e l'affermazione di un'umanita' di persone libere, eguali e responsabili) si pone qui e adesso la necessita' della costruzione di una sinistra che s'incardini sulla scelta della nonviolenza come principio fondamentale del proprio pensare ed agire politico.
*
3. La nonviolenza che e' stata il cuore pulsante della tradizione del movimento operaio; la nonviolenza che e' stata la chiave di volta delle lotte antirazziste ed antimperialiste; la nonviolenza che e' il nucleo e la matrice dell'ecologia politica; la nonviolenza che e' il primo motore della resistenza antifascista e dei movimenti antimafia; la nonviolenza di cui le esperienze e le riflessioni del movimento delle donne sono la corrente calda, l'inveramento storico maggiore. La nonviolenza come teoria e pratica della liberazione, come concrezione agente del principio responsabilita'.
E non le ripugnanti pagliacciate di quei tre partiti politici che siedono in parlamento e al governo avallando la guerra, il razzismo e lo sfruttamento, e che oscenamente si proclamano "nonviolenti" senza neppure accorgersi di quanto grottesco sia questo loro mentire, ed infame.
E non le grottesche furbizie di chi usa l'etichetta "nonviolenza" per far mercato di quattro trucchi o salire qualche gradino in penose carriere di asservimento proprio ed altrui.
Ben altro e' la nonviolenza: la nonviolenza come idea e prassi - proposta e lotta concreta e dialettica, dialogica e contestuale - cui consentono persone diverse con motivazioni diverse che tutte convengono sul principio comune che vi e' una sola umanita' e che a tutti gli esseri umani tutti i diritti umani riconosciuti vanno.
La scelta della nonviolenza, cosi' come Aldo Capitini la definiva nella sua "carta ideologico-programmatica del Movimento Nonviolento" che in ogni numero di questo foglio nuovamente riproduciamo.
La nonviolenza in cammino.
15. LA GUERRA PREVENTIVA
Dice la televisione che un raid aereo
della coalizione di buona volonta'
ha colpito una scuola in Afghanistan
assassinando sette bambini.
Ammazzarli da piccoli e' l'essenza
della guerra preventiva. Sara' lieto
di tanta lungimiranza il colto pubblico.
16. UNA COSA CHE SERVIREBBE OGGI IN PARLAMENTO
Eravamo all'osteria da Iaiotto iersera, e con Bruce, Pacchiano e Pellegro si disputava delle solite cose - se veramente l'uomo-cavallo corresse piu' svelto del treno, se il piu' grande giocatore di quintiglio di tutti i tempi fosse il sor Vincenzo, cos'altro occorreva oltre l'elettrificazione piu' i soviet, e cosi' via - quand'ecco che scuotendosi dal vinoso torpore Annibale Carpaccio, sapete com'e' fatto, ricomincia a concionare.
*
Servirebbe un gruppo, anche minimo, di parlamentari che fossero persone amiche della nonviolenza (lo so che ci sono ben tre partiti che si dichiarano tali, ma io intendo persone che diano un valore alle parole che dicono e la cui parola abbia un valore - di macchi, pappi e bucchi nell'italica commedia ne abbiamo avuti fin troppi), e che possano essere strumento di rappresentanza e punto di riferimento nell'organo legislativo e per cosi' dire minima una struttura di servizio e di collegamento della sinistra diffusa che si oppone alla guerra e al terrorismo. Ovviamente non possono essere vecchi biscazzieri gia' complici degli squadristi e dei terroristi di stato o di setta, e gia' rotti ad ogni complicita' col totalitarismo e col regime della corruzione, col patriarcato e col militarismo. Basterebbe forse anche una sola persona nell'intero parlamento che scegliesse e dichiarasse di mettersi al servizio della sinistra che vuole una politica nonviolenta, che e' l'unica politica possibile per opporsi all'onnicidio planetario in corso. Speravamo che alcune donne elette nell'aprile 2006 potessero svolgere questa funzione: cosi' finora non e' stato, ma chissa'.
Il problema si pone, e con urgenza: la sinistra in Italia - e con essa le liberta' fondamentali - verra' travolta dal berlusconismo se fin dalle prossime tornate elettorali amministrative o politiche non si costruira' - anche attraverso l'assai utile contributo di un referente parlamentare che con umilta' si metta al servizio di tale fine - un'aggregazione di sinistra rigorosamente nonviolenta, autonoma e definita, che possa portare in modo limpido e intransigente la voce e il volto e la proposta e l'azione della nonviolenza nelle istituzioni rappresentative - e ve ne e' un'urgenza estrema; una presenza elettorale ed istituzionale nonviolenta che certo poi possa anche allearsi con il cosiddetto centrosinistra (a seconda delle norme elettorali e dei concreti contesti potrebbe essere indispensabile) ma su posizioni nitide in materia di politica della pace e dei diritti umani, di difesa della biosfera e dell'umanita' che ne fa parte: facendo, qualora occorresse, buoni compromessi, giacche' siamo nel campo del possibile; ma giammai facendo quei compromessi non buoni il cui esito e' l'uccisione di esseri umani (ed e' uccisione di esseri umani la guerra afgana, e' uccisione di esseri umani il sostegno alla politica militare dell'attuale governo statunitense, e' uccisione di esseri umani l'attuale legislazione sull'immigrazione che ogni giorno fa morire nel mare nostrum carrettate di poveri cristi, e' uccisione di esseri umani ogni scelta di riarmo e ogni politica di potenza).
Non e' esigenza che interessi solo noi naufraghi di antiche procelle perennemente corrucciati dell'oggi e del domani, ma l'intero spettro di cio' che resta della sinistra degli oppressi in Italia, anche quegli altri segmenti non inonesti di essa che ancora non hanno saputo fare la scelta della nonviolenza perche' ancora non hanno saputo leggerla nelle prassi maggiori e aggettanti della storia del movimento delle classi sfruttate e dei popoli oppressi.
Se non cominciamo a lavorarci adesso, forse domani non ve ne sara' piu' il tempo.
Cosi' Annibale Carraccione tartagliava, e tracannava intanto e - more solito - bestemmiava il governo, ogni governo.
*
C'era quella sera anche Gagliano, voi ve lo ricordate. Che di tanto cicalare in posa da gran bacalare non ne poteva proprio piu', e allora ci mise il carico da undici.
E lo dici proprio tu che ormai e' dal secolo scorso che hai rinunciato a fare il tuo dovere, e hai sperperato tutti i tuoi talenti, vil renitente, fossile biffe, rudere incartapecorito? Di cosa parli, se non della vergogna tua?
Si', lo dico proprio io, furente allora Annibale insorgeva, tremanti le guance rubizze di vene traslucide e di pelame candenti, acquosi e affocati gli occhi. Proprio perche' sono un vecchio dirigente di partito, un vecchio funzionario di partito, un vecchio agitatore e suscitatore e animatore di movimenti e lotte, e infine un vecchio e basta, lo dico proprio io. Perche' mi sembra del tutto chiaro che la casa brucia, e se non altri almeno io lo vedo, e il debbo adunque dire. C'e' gia', seppur tuttora priva di rappresentanze, una sinistra che ha fatto la scelta della nonviolenza, diffusa; e certo ancora sovente confusa, ancora sovente ingenua (e alla merce' di ogni sorta di ciarlatani), ma c'e': occorre che essa trovi la forza di riconoscersi, ed a questo forse potrebbe soprattutto oggi servire il Movimento Nonviolento di Capitini, a convocare all'incontro su basi programmatiche rigorose (quelle di quella carta che Capitini scrisse e che ancora ci persuade). Ma occorre anche che essa sinistra diffusa nonviolenta trovi uno strumento di lavoro che gli dia immediata effettuale presenza fin nell'organo legislativo dell'ordinamento giuridico italiano, e che gli metta altresi' a disposizione quelle risorse di servizio e finanziarie di cui chi cola' siede pur dispone - e se vuole, in pro del pubblico bene; come ad esempio a suo tempo dal parlamento europeo sapeva fare Alexander Langer. Occorre non un partito un piu', che il cielo ce ne scampi, ma neppure una rete di clientele e comparaggi; occorrerebbe io credo icche ette nunche non piu' che un referente di servizio in parlamento, e il resto ce lo sapremmo costruire da noi, ogni persona mettendoci del suo. Mi si dira': si puo' ben fare a meno di una voce e un'interfaccia in parlamento; ben sicuro, rispondo, ma farebbe tuttavia assai comodo, anzi assaissimo. Ma queste cose io le dico gia' sapendo che non sortira' questa voce da questa mescita, ed io stesso gia' sento il sopore, o il rimbambimento, che mi riafferra.
Al che Gagliano, perfido di luciferina intelligenza, col triplice cachinno replicava, non altrimenti che col triplice cachinno; dopo di che piu' nulla di decente o di serioso aggiugnere si puote. Nessuno sa assestare certe stoccate meglio di Gagliano.
*
Cosi' passiamo le serate da Iaiotto, finche' l'alcole fa l'effetto suo (frase che puo' significare una cosa e il suo contrario, poiche' tutto e' dialettico in questo basso mondo, e sempre l'uno si divide in due). Non so. E' da tanto che sono confuso. E stracco. E stralinco.
17. DONA FERENTES
La coalizione militare di cui l'Italia fa parte una nuova ha commesso strage di civili in Afghanistan.
I parlamentari italiani che hanno votato la guerra di tanta efficienza saranno contenti.
A ciascuno di essi in premio e in ricordo si rechi, ancora caldo e sanguinolento, un pezzettino di cadavere.
18. PITOCCO DEBUSCONI: A SUA ECCELLENZA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
[Il nostro buon amico Pitocco Debusconi, che parla solo il greve suo dialetto del basso viterbese - tra la Botte e Mazzocchio -, e che in tal sdrucita lingua ha la pretesa d'illustrare l'alta politica al colto e all'inclita, difficilmente vincera' un concorso per un posto al ministero, o alla televisione, mannaggia a li pescetti]
Ha ddetto Busce che tocca fa' lo scontro
de civirta'.
E ssi cce moreno 'na munchia de ciovili
che cce vo' fa'?
Quanno la Cia comanna d'anna' 'n guerra
ce s'ha d'anna'.
Tanto a mmori' so' que' negri afficani
che nun cianno diritto de campa'.
Si ppoi je serve p'ammazzalle mejo
che je damo Vicenza
che ce ne frega a nnoi che stamo a Rroma?
prima la panza, e doppo la coscenza.
*
Signora Sua Eccellenza Presidente
der Consijo
io si' cche vve capiscio e ve rispetto
e spero mo' de nun parevve gretto
a favve 'na domanna bell'e schietta
che llei me po' risponne senza fretta
(e fatti sarvi i conti dell'erario):
mica che ce sarebbe 'n posto libbero
nun dico de sottosegretario
magara de cocchiere, o de famijo.
Io pure cio' ffamija, e ttanta fame.
19. CAROGNO MOZZARECCHI: UNA DELAZIONE
[Ringraziamo il nostro buon amico Carogno Mozzarecchi per averci messo a disposizione copia della seguente sua lettera-esposto a varie autorita']
Gentile comandante della guerra
umanitaria, e lei signor ministro
e lei gentile signor direttore
della televisione, con gli ossequi
piu' deferenti alle eccellenze vostre
qui elenco altri presunti talebbani,
e li segnalo alle signorie loro
per i provvedimenti competenti.
Mi pare sia un presunto talebbano
il mio vicino che di notte fa rumore
(pregasi tuttavia non bombardare
l'appartamento, ma colpirlo mentre e' in auto).
Mi pare sia un presunto talebbano
tutto l'attacco del Real, l'intera
squadra del Chelsea (lo si noti bene:
giocano in Spagna e in Gran Bretagna, e' chiaro
che c'e' un rapporto con quegli attentati).
Mi pare sia un presunto talebbano
mio cugino che mi chiede sempre un prestito
(Goffredo, non Corrado che e' un brav'omo
e non mi ha mai negato alcun favore).
Infine - ma se voi saprete agire
come si deve, da uomini veri,
di certo altri vi mandero' elenchi -
mi pare sia un presunto talebbano
quel Littel Tony Bler, quel Giorgio Busce,
e visto che ce so', pure Billade.
Gradiscano i saluti piu' distinti
e se ci fosse possibilita'
di comparire alla televisione
io sono sempre disponibile, anche
per qualche gioco a premi, e so cantare
e ballo il tango e il tuiste e gioco a bocce.
20. DUE OBIEZIONI
Ci perdonera' un maestro illustre ed amatissimo come Raniero La Valle se ci permettiamo di esprimere il nostro dissenso su due punti dell'intervento sopra riportato.
*
Nel merito della vicenda vicentina una sola obiezione al ragionamento di un maestro come La Valle, ma e' un'obiezione capitale: il governo italiano poteva e doveva, puo' e deve opporsi alla decisione americana di fare di Vicenza una cruciale servitu' militare che avra' un ruolo strategico decisivo nelle guerre - anche nucleari - che la follia dei signori della Casa Bianca e del Pentagono vanno preparando a distruzione dell'umanita'.
Il governo italiano poteva e doveva, puo' e deve opporsi.
De jure, in forza della stessa Costituzione della Repubblica Italiana: poiche' - come nitidamente La Valle argomenta - la decisione americana su e contro Vicenza e' una decisione ordinata alla guerra (e alla guerra atomica), l'Italia, che - giusta il dettato costituzionale - "ripudia la guerra", a tale decisione non puo' esprimere alcun consenso, anzi ad essa deve assolutamente opporsi.
E de facto, poiche' e' veramente grottesco stare a questionare se un governo di un ordinamento giuridico democratico puo' accettare di cooperare allo sterminio dell'umanita'.
E quindi le dichiarazioni di Prodi e dei ministri suoi sono solo sofismi e tracotanza, sofismi e tracotanza di complici degli stragisti, dei terroristi di stato e di regime, sofismi e tracotanza indegni di essere discussi. Sofismi e tracotanza le dichiarazioni, crimine scellerato la decisione imposta come fatto compiuto. Infame decisione che e' giusto e necessario rovesciare.
*
Una seconda obiezione sull'analisi della situazione in Palestina: finche' si continuera' a non affermare con chiarezza che come la popolazione palestinese anche la popolazione di Israele ha diritto alla vita ed al proprio ordinamento giuridico statuale, non si fara' un passo avanti; finche' si continuera' ad addossare all'intera popolazione israeliana le certo gravissime responsabilita' del governo del loro stato, non si fara' un passo avanti; finche' si continuera' a sottovalutare la concretezza della minaccia - tanto di non pochi regimi arabi e islamici del Medio Oriente quanto di tutti i movimenti fondamentalisti islamici in armi - di distruggere Israele e la sua popolazione, non si fara' un passo avanti. So bene che Raniero La Valle non commette questi errori, ma sarebbe di grande utilita' se ogni volta che parla della tragedia palestinese ricordasse anche questi aspetti della questione, proprio perche' la sua voce e' autorevole e ci sono cose che occorre ripetere sempre. Soprattutto devono essere sempre ripetute dagli europei, consapevoli che in Europa qualche decina di anni fa e' stata realizzata la Shoah: e che coloro che minacciano la distruzione di Israele e della sua popolazione alla scuola di Hitler - e dell'Europa romana e cristiana e razzista della bimillenaria persecuzione antiebraica - si sono messi.
Hic et nunc l'unica solidarieta' reale, coerente ed efficace col popolo palestinese e' quella che solidarizza altresi' col popolo israeliano; hic et nunc l'unica solidarieta' reale, coerente ed efficace col popolo palestinese e' quella che sostiene le forze della pace e del dialogo dei due popoli palestinese ed israeliano, e che si batte per il diritto all'esistenza, alla sicurezza e al benessere dei due popoli palestinese e israeliano in due stati liberi e indipendenti.
21. I MORTI LIBANESI
Tu
produci e vendi armi
cooperi affinche' con la violenza
sia retto e rotto il mondo e oppressi i popoli
mandi eserciti dove servirebbero case e scuole e ospedali
aiuti gli assassini
e ti stupisci
che gli assassini uccidano.
22. DUE FORME DELLA RASSEGNAZIONE
Il muselmann che cede, il denudato
che il cekista porta al plotone, il torturato
che recita a richiesta il calendario.
E quello che accettando il fascismo
ha fatto carriera ed e' oggi ministro.
23. ANCORA PER LA CRITICA DELL'ECONOMIA POLITICA
Tutti coloro che in piena coscienza ritennero che come Parigi val bene una messa l'inclusione in una maggioranza di governo (e la marea di prebende al seguito, ça va sans dire) valeva la prosecuzione dello scannamento degli afgani, non dicano oggi piu' sozze, ipocrite, assassine parole. Deliberi piuttosto il parlamento la cessazione della partecipazione italiana a quel crimine.
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Tu dici la brutta parola. E una persona muore.
Tu spingi il bottone brillante. E una persona muore.
Tu alzi distratto il ditino. E una persona muore.
Possibile che non ne provi orrore?
24. DESMOULINS
Ogni Desmoulins prima o poi prova orrore di aver scritto la sua Storia dei brissottini.
25. UN'OPINIONE DI ANNIBALE STROLIGONE
Nei giorni di luna buona, o forse in quelli di piu' profonda disperazione - ruminava allora tra se' Annibale Stroligone - mi sembra che tutto cio' che non e' crimine e stupidita' sia gia' - per quanto minimo, per quanto lento, per quanto remoto - un accostamento alla nonviolenza, che e' il pieno dispiegarsi della civilta' umana, il pieno fiorire della persona umana nella trama di relazioni intersoggettive che chiamiamo societa', storia, natura, mondo.
Ma sono gia' le quattro di mattina, tiriamoci su' che a quest'ora il bar del Bersagliere dovrebbe essere gia' aperto.
26. DA UN CANTARE DEL PRESUNTO TALEBANO (PROGETTO PER UN PEANA DELLA COALIZIONE DI CENTRODESTRASINISTRA)
Il presunto talebano
e' dovunque, e' ubiquo, e' immenso:
per disinfestarne il mondo
prima il napalm, poi l'incenso.
Il presunto talebano
e' feroce come un orco:
lo mitraglio da lontano
poi cadavere lo afforco.
Il presunto talebano
e' scorretto e indisponente:
tu lo ammazzi e quando muore
si traveste da innocente.
Il presunto talebano
e' un vigliacco sopraffino:
lo bombardi, e fatto a pezzi
si traveste da bambino.
Il presunto talebano
e' piu' furbo di un serpente:
tu gli spari una granata
e lui si dissolve in niente.
Il presunto talebano
e' dovunque, e' un'onda, e' un mare:
per disinfestarne il mondo
l'ora e' ormai del nucleare.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)
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Numero 80 del 16 gennaio 2013
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