Archivi. 77



 

==================================

ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

==================================

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 77 del 13 gennaio 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di aprile 2007 (parte prima)

2. "Contractors" cioe' mercenari. Un commento

3. Ecolalio Mezzasoma: La nonviolenza presa sul serio (una rozza perorazione)

4. Sui campi di Farsaglia stride Erittone

5. Senza perifrasi ne' arabeschi un'opinione sulla rappresentanza nelle pubbliche assemblee elettive

6. Contro la pena di morte (e per la correzione fraterna)

7. Una proposta di civilta'

8. Afghanistan

9. A proposito di riforma elettorale

10. Terroristi

11. La democrazia paritaria cuore di una  riforma elettorale democratica

12. Primo Levi, vent'anni dopo

13. Il calcio dell'asino

14. La convitata. Di pietra

15. Kurt Vonnegut

16. La pena di morte al dettaglio e all'ingrosso

17. Una parabola di Annibale Scarpante

18. Solo

19. Semplici inferenze

20. Democrazia paritaria e duale

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2007 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2007.

 

2. "CONTRACTORS" CIOE' MERCENARI. UN COMMENTO

 

Non solo l'Italia non e' fuori neppure dalla guerra irachena, ma prosegue e traveste la sua presenza e complicita' in essa finanziando organizzazioni di mercenari.

Anche in questo il decreto che rifinanzia l'immorale e criminale politica bellicista, militarista, razzista e imperialista italiana all'estero (di cui la scellerata prosecuzione della partecipazione militare diretta alla guerra terrorista e stragista in corso in Afghanistan e' solo la parte emersa dell'iceberg) rivela come dietro le belle parole di pace si nasconda l'oscena realta' della guerra e della complicita' col terrorismo planetario dei potenti di cui il planetario terrorismo dei disperati e' solo altra faccia della medesima medaglia.

Questa non e' una politica: questa e' mera epifania della barbarie. Una barbarie la cui escalation onnicida e' sotto gli occhi di tutti.

Occorre il disarmo.

Occorre la smilitarizzazione dei conflitti.

Occorre la politica della solidarieta' e della liberazione delle oppresse e degli oppressi realizzabile solo attraverso la scelta della nonviolenza.

La nonviolenza come inveramento del diritto alla vita e alla dignita' inerente ad ogni essere umano, la nonviolenza come lotta contro tutte le uccisioni, la nonviolenza come conflitto civile e civilizzatore, la nonviolenza come resistenza ad ogni oppressione. La nonviolenza come principio responsabilita'. La nonviolenza come consapevolezza che vi e' una sola umanita'. La nonviolenza come combattimento contro la violenza. Sempre e ovunque. Qui e adesso.

 

3. ECOLALIO MEZZASOMA: LA NONVIOLENZA PRESA SUL SERIO (UNA ROZZA PERORAZIONE)

 

- Ancora hai voglia di chiacchierare?

- Poca o niente, ma visto che siamo qui qualcosa dovremo pur dirci, mentre ci guardiamo perplessi negli occhi.

-E allora avanti, almeno io e' giocoforza che ti ascolti, per quanto noiose mi siano oramai queste lugubri e pedestri tue concioni.

*

In un tempo in cui ben tre partiti presenti in parlamento si dichiarano sostenitori della nonviolenza e insieme votano per fare la guerra, per commettere stragi, per ammazzare esseri umani. In questo tempo siamo.

In un tempo in cui anche molte, molte persone in passato lucidamente impegnate contro la guerra hanno di schianto fragorosamente alla guerra ceduto, fino a farsene casuidici apologeti e protervi propagandisti, fino all'infamia di sostenere che si possa giustificare il militarismo imperialista, la guerra onnicida, le stragi razziste, in nome di una presunta "nonviolenza politica" intendendo con cio' ben accetta alla corte dei trucidatori (una siffatta "nonviolenza politica" complice e caudataria degli assassini e' invero la bestemmia piu' sconcia e la piu' scellerata); e quanto e' triste che questo accada, sia che accada per corruzione esterna (le cariche, le carriere, i finanziamenti, o anche solo l'ammissione nel salotto buono in cui si amministra il pane degli angeli mentre al piano di sotto del medesimo palazzo carne umana si squarta), sia che accada per intimo obnubilamento morale e intellettuale, per non riuscire piu' a distinguere il bene dal male, non riuscire piu' a ricordare che uccidere e' il male. In questo tempo siamo.

In un tempo in cui le lingue si confondono, le menti si ottundono, l'accumulo di orrori desensibilizza e pietrifica, la ferocia sterminatrice si dispiega, e poche persone sono rimaste a contrastare. E in questo tempo siamo.

In questo tempo, in questa tempesta, in questo abisso, il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini ci sembra che sia saldo un punto di riferimento per chiunque non abbia abdicato all'uso della ragione, per chiunque non abbia rinunciato alla difesa della dignita' propria e altrui, per chiunque si oppone ai massacri, per chiunque si batte per la verita' e la giustizia, per la misericordia e la vita, per l'umanita'.

*

Il Movimento Nonviolento non ha ceduto alla barbara menzogna della "guerra umanitaria".

Il Movimento Nonviolento non ha ceduto alla sanguinaria fola del fine che giustifica i mezzi.

Il Movimento Nonviolento non ha ceduto al machiavellismo degli stenterelli e alla macelleria in abito di gala.

Il Movimento Nonviolento ha tenuto fermo quel principio scritto nella sua carta programmatica che cosi' recita: "Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione (...)".

*

Chi redige questo foglio a chi questo foglio legge una richiesta rivolge qui e adesso: di sostenere il Movimento Nonviolento.

Di sostenerlo ad esso accostandosi: innanzitutto per conoscerlo, ad esempio visitandone il sito: www.nonviolenti.org; ad esempio leggendo e sostenendo la sua rivista mensile "Azione nonviolenta" (redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 - da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19 -, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org; per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona; e' possibile richiedere una copia omaggio inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'"; tutti i numeri arretrati degli ultimi anni sono anche disponibili on line nel sito citato).

Di sostenerlo alle sue iniziative partecipando: e nel sito www.nonviolenti.org e nella rivista "Azione nonviolenta" (e se le cose piccole e' lecito affiancare alla grandi, sovente anche su questo volatile foglio elettronico quotidiano) di varie di esse si trova notizia.

Di sostenerlo ad esso iscrivendosi (per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) ed inviando un contributo sul conto corrente postale n. 10250363 intestato a "Movimento Nonviolento", via Spagna 8, 37123 Verona, o con bonifico bancario sul conto corrente n. 18745455 presso BancoPosta, succursale 7, agenzia piazza Bacanal, Verona, Abi 07601, Cab 11700, intestato a Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona.

Di sostenerlo infine finanziariamente: sia inviando un libero contributo, una tantum o periodico, nelle modalita' appena sopra descritte; sia destinando ad esso il 5 per mille della dichiarazione dei redditi (si puo' destinare la quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, relativa al periodo di imposta 2006, apponendo la firma nell'apposito spazio destinato a "sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilita' sociale" e indicando il codice fiscale del Movimento Nonviolento: 93100500235; coloro che si fanno compilare la dichiarazione dei redditi dal commercialista, o dal Caf, o da qualsiasi altro ente preposto - sindacato, patronato, Cud, ecc. - devono dire esplicitamente che intendono destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento, e fornirne il codice fiscale, poi il modulo va consegnato in banca o alla posta).

*

Sapendo che la nonviolenza e' cosa complessa e difficile (come ogni cosa semplice, e' difficile a farsi), impegno di lunga lena ed esigente, lotta faticosa e lunga, lungo e faticoso cammino, ne' vi sono scorciatoie (e del resto e' degno, appassionante cammino).

Ma sapendo altresi' che la scelta della nonviolenza e' necessaria e urgente, se impedire la catastrofe della civilta' umana vogliamo.

Molte sono le vie per le quali si perviene alla persuasione della necessita' della scelta della nonviolenza, e molti sono i modi di accostarsi ad essa, e molti sono i modi di interpretarla, e di metterla in pratica. Ma certo la nonviolenza questo ti chiede: di opporti alla menzogna e alla violenza, di lottare contro il male, di difendere la vita e la dignita' di ogni essere umano e dell'umanita' intera, di difendere l'unico mondo che abbiamo, di essere tu quel cambiamento che vorresti vedere nel mondo, di fare la cosa buona e giusta.

Sostenere il Movimento Nonviolento e' un modo di porsi sulla buona via. Molti altri ve ne sono, certo, ma questo e' uno.

*

- Ma tu, tu che predichi cosi', tu queste cose le fai poi davvero?

- In verita' temo proprio di no, ma io sono solo la voce del volto che dallo specchio volta a volta sbigottito e affranto, beffardo e intenerito, ti fa le smorfie e piange le tue lacrime.

 

4. SUI CAMPI DI FARSAGLIA STRIDE ERITTONE

 

Riassumo.

Crescente militarizzazione delle relazioni internazionali.

Attiva complicita' con regimi violatori dei diritti umani, terroristi, stragisti.

La prosecuzione ed intensificazione della partecipazione alla guerra in Afghanistan.

Il finanziamento di mercenari in Iraq.

I morti per l'esposizione all'uranio impoverito.

L'acquisto di nuovi aerei da attacco.

Il raddoppio della base militare americana a Vicenza.

Il silenzio sulle atomiche Usa illegalmente in territorio italiano (presenza di cui vi e' ormai ragionevole certezza).

L'accordo segreto con gli Usa per un sistema d'arma pretesamente difensivo ma che  in realta' consente il primo colpo atomico (ergo: lo scatenamento della guerra nucleare).

L'aumento delle spese militari.

E i campi di concentramento, e la schiavitu', e la riconsegna agli aguzzini, per gli esseri umani che giungono in italia in fuga da guerre, dittature, fame.

E certo ho dimenticato molto.

*

Occorre altro?

Questa politica internazionale dell'attuale governo sostenuta da un consenso totalitario in parlamento, e' una politica criminale, palesemente incostituzionale, inequivocabilmente fuorilegge. E' una politica terrorista, che pratica, sostiene, promuove il terrorismo.

Chi sostiene questa politica assassina e' criminale come chi la realizza.

Opporsi a questa politica scellerata e' un diritto e un dovere di ogni persona ragionevole.

*

So bene che la coalizione berlusconiana e' ancor piu' eversiva di quella prodiana. Ma chi pretende che vengano tollerati i crimini presenti perche' commessi dalla coalizione di centrosinistra e' gia' un fascista. Come chi faceva l'elogio dei gulag perche' quando si disboscano foreste deve pur volare qualche scheggia. Chi accetta una politica i cui esiti sono la tortura e la morte di esseri umani e' un fascista.

*

Chi non si oppone alla guerra e alle stragi ha gia' tradito l'umanita'.

Chi non si oppone al riarmo e alle uccisioni ha gia' tradito l'umanita'.

Chi non si oppone al terrorismo planetario degli eserciti e delle milizie ha gia' tradito l'umanita'.

Chi non si oppone al crimine se ne fa complice.

Chi non salva le vite sopprime le vite.

Non c'e' bisogno di essere persone amiche della nonviolenza per capirlo.

 

5. SENZA PERIFRASI NE' ARABESCHI UN'OPINIONE SULLA RAPPRESENTANZA NELLE PUBBLICHE ASSEMBLEE ELETTIVE

 

Ritengo che la realizzazione di un equilibrio della rappresentanza dei generi femminile e maschile nelle istituzioni democratiche sia una necessita' storica, una urgente necessita'.

Penso che almeno in via transitoria - finche' non sara' sconfitta e superata almeno nelle sue espressioni piu' feroci e piu' flagranti la violenta dominazione maschilista che dimidia e opprime l'umanita' intera (e la cosa potrebbe richiedere sul piano sociale e culturale un lungo, lunghissimo lasso di tempo) occorra porre e realizzare l'obiettivo che sia disposta con adeguati provvedimenti in via normativa - legislativa e regolamentare - la rappresentanza al 50% di donne e uomini in tutte le istituzioni democratiche elettive, ed almeno nei consigli comunali, provinciali, regionali ed in parlamento - e nei rispettivi organi di governo.

So benissimo che un provvedimento normativo che imponga rigidamente tale vincolo si presta a numerose obiezioni non solo capziose, ma credo che si tratti hic et nunc di un provvedimento d'urgenza in stato di necessita': verranno poi forse tempi in cui anche di cio' non vi sara' piu' bisogno alcuno, e forse allora anche di questo potremo sorridere.

Qui e adesso l'obiettivo della democrazia paritaria - della rappresentanza paritetica dei due sessi nelle istituzioni - pare anche a me un'esigenza minima ed irrinunciabile.

In questa direzione muovono e invitano alcune rilevanti esperienze e riflessioni, la proposta di legge e la campagna "50 e 50" promossa dall'Unione donne in Italia (cfr. il sito www.50e50.it), l'iniziativa di "Usciamo dal silenzio" (cfr. il sito www.usciamodalsilenzio.org) che anche a quella campagna ha espresso adesione, esperienze e riflessioni cui mi sembra indispensabile esprimere un sostegno, come si dice, attivo e operante.

 

6. CONTRO LA PENA DI MORTE (E PER LA CORREZIONE FRATERNA)

 

"Anche il carnefice non lesinava

il di' di festa la sua lacrimuccia"

(Triboletto Senzaveri, Cose inaudite ed altre strambe ancora, I, 1)

 

Perdoni il colto pubblico e l'inclita guarnigione a questo povero miscredente le veramente eretiche proposizioni che qui seguono.

- E tu speri che questo ti eviti una querela per diffamazione o vilipendio?

- Spererei proprio di si'.

- Relapso e recidivo come sei, te le vai proprio a cercare. E per cosa poi? per niente...

*

Una marcia contro la pena di morte nel giorno della pasqua cristiana. Bene. Ogni giorno dovrebbe proseguire.

E che ad essa partecipino anche quei tronfi sanguinari governanti che ordinano la guerra e fanno uccidere altri esseri umani. Ebbene, ogni giorno dovrebbero marciare da penitenti contro la pena di morte, e smetterla di assassinare.

Vi e' una sola umanita'. Tu non uccidere.

Si marci dunque, e si agisca, contro la pena di morte, e contro i suoi strumenti e i suoi apparati; contro la guerra, contro le armi, contro gli eserciti e le milizie, contro ogni terrorismo, contro ogni uccisione; per salvare la vita e la dignita' di ogni essere umano, dell'umanita' intera.

*

- E anche oggi ci siamo fatti qualche nuovo amico.

- Amicus Plato e quel che segue, caro. Del resto non ho mica chiesto che i carabinieri intervenissero per arrestare sul posto quei ministri fedifraghi per eversione e strage: forse perche' nella mia miseria e pena ed evanescenza riesco per avventura un po' piu' mite, o piu' stanco, di loro; giacche' so che tutti abbiamo i nostri limiti - terribili limiti - e le nostre tristizie e tristezze, e questo e' il bello e il doloroso della nostra umanita', e cio' per cui ogni persona mi sembra infine meritevole di compassione e aiuto. E vorrei, tapino, che anche la giustizia fosse misericordiosa.

- Sara', comunque vado a telefonare all'avvocato.

 

7. UNA PROPOSTA DI CIVILTA'

 

Che le istituzioni democratiche non siano piu' dimidiate, ovvero luoghi in cui ha voce pressoche' solo la meta' maschile dell'umanita', quella meta' responsabile di una lunghissima e perdurante feroce oppressione nei confronti dell'altra meta' e quindi dell'umanita' intera.

Che le istituzioni democratiche divengano quindi effettualmente democratiche, ovvero pienamente rappresentative dell'umanita' tutta, pienamente impegnate contro la violenza che diritti e dignita' umana denega.

Perche' le istituzioni democratiche divengano tali, occorre equilibrare la presenza in esse di donne e uomini.

Occorre che almeno finche' non sia cessata l'oppressione maschilista nella societa' almeno le istituzioni pubbliche elettive siano composte paritariamente di donne e di uomini.

In questa direzione muovono da tempo esperienze e riflessioni sempre piu' condivise.

Qui di seguito presentiamo una proposta a questo fine intesa, formulata dall'Unione donne in Italia, cui esprimiamo anche il nostro sostegno.

 

8. AFGHANISTAN

 

Quanti ancora morire ne dovranno

finche' cessi per sempre la guerra?

 

9. A PROPOSITO DI RIFORMA ELETTORALE

 

A proposito di rifoma elettorale su questo vorremmo che si ponesse attenzione: che occorre finalmente inverare nelle istituzioni pubbliche elettive la democrazia, fin qui tragicamente dimidiata; che occorre qui e adesso che finalmente vi sia una pari presenza di donne e di uomini.

Istituzioni in cui sono presenti quasi solo maschi, non sono istituzioni realmente rappresentative di un'umanita' che si compone di due generi. Istituzioni occupate da maschi in una societa' maschilista non sono democratiche, ma corrive alla violenza che si concretizza nell'oppressione di genere.

In una societa' in cui cosi' feroce e pervasiva e' la violenza maschilista, ebbene, le istituzioni democratiche, gli ordinamenti giuridici, quella violenza devono contrastare: ed a tal fine questo passo occorre qui e adesso, una pari presenza di donne e di uomini nelle pubbliche assemblee elettive tutte: dal consiglio comunale al parlamento europeo.

*

Riflessioni e proposte assai utili sono formulate negli appelli e nelle iniziative di "50 e 50" (la campagna dell'Unione donne in Italia - la storica Udi - per la democrazia paritaria, si veda il sito www.50e50.it) e di "Usciamo dal silenzio" (l'appello e il movimento di donne che ha suscitato una viva mobilitazione contro la violenza di genere nel nostro paese, si veda il sito www.usciamodalsilenzio.org). Un dibattito sulla riforma elettorale che non tenga conto della voce e delle proposte - dell'esistenza, infine - delle donne e' un dibattito interno a una cultura e a un potere oppressivi e antidemocratici; e una democrazia rappresentativa che e' rappresentativa solo a meta' non e' una democrazia, ma un'altra cosa.

 

10. TERRORISTI

 

Terroristi di stato deplorano i crimini commessi da altri terroristi (oggi miliziani, ieri anch'essi regime, e quindi terroristi di stato anch'essi). Continuando a commetterne e a provocarne, in una spirale sempre piu' abissale e satanica.

*

Cessare di fare la guerra. Questo occorre.

Cessare di praticare la tortura. Questo occorre.

Cessare di uccidere. Questo occorre.

Occorre il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti, una politica internazionale fondata sulla solidarieta' e sul riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

*

Solo la pace, il diritto e la misericordia possono sconfiggere il terrorismo.

Occorre scegliere la nonviolenza: non vi e' altra politica che possa salvare l'umanita'.

 

11. LA DEMOCRAZIA PARITARIA CUORE DI UNA RIFORMA ELETTORALE DEMOCRATICA

 

La proposta formulata dall'"Unione donne in Italia" (la storica Udi che tanti meriti ha nella vicenda democratica dell'Italia nonvecentesca) e da altre esperienze del movimento delle donne di una democrazia paritaria (ovvero di una pari presenza di donne e di uomini nelle istituzioni pubbliche elettive) ci sembra che debba essere il cuore della riforma elettorale di cui si discute in queste settimane.

Ad essa anche questo foglio esprime un esplicito persuaso sostegno.

Per ulteriori informazioni e utili materiali di documentazione e di riflessione cfr. i siti: www.50e50.it e www.usciamodalsilenzio.org

 

12. PRIMO LEVI, VENT'ANNI DOPO

 

Sono passati vent'anni.

E non c'e' stato giorno in cui non abbiamo pensato con gratitudine alla persona sua luminosa, agli insegnamenti suoi nitidi ed alti.

Primo Levi non ci ha mai lasciato: ovunque una persona lotta contro menzogna e oppressione, ovunque una persona reca soccorso, ovunque una persona la dignita' umana di tutti e di ciascuno difende, ovunque una persona resiste alla violenza assassina, li' resiste, difende, reca soccorso, lotta Primo Levi.

 

13. IL CALCIO DELL'ASINO

 

Per dirla in breve

Dopo aver utilizzato Emergency per liberare Daniele Mastrogiacomo il Palazzo italiano non trova di meglio che coprire Gino Strada e la sua organizzazione umanitaria di sconci, irresponsabili e deliranti insulti; non trova di meglio che abbandonare il mediatore che ha salvato Mastrogiacomo, Rahmatullah Hanefi, alla vendetta e alla tortura; non trova di meglio che ridurre una tragica vicenda in cui due persone sono state atrocemente assassinate al solito squallido, osceno, cinico teatrino di politicanti senza scrupoli.

*

Della differenza tra uccidere e salvare le vite

Il governo Prodi, come gia' il governo Berlusconi, e' responsabile della criminale partecipazione militare italiana alla guerra in corso in Afghanistan, una guerra che perdura di fatto dall'invasione dell'Armata rossa nel secolo scorso, una guerra che ha provocato orrori infiniti, ed infinite vittime. Prima che gli americani invadessero l'Afghanistan questo ceto politico se ne infischiava della tragedia afgana; poi, al seguito e al servizio degli americani, hanno mandato anche i soldati italiani a partecipare alla guerra terrorista e stragista, una partecipazione che viola flagrantemente la legge fondamentale dello stato italiano; una partecipazione doppiamente criminale, e folle. Questo i governi (e le maggioranze parlamentari) delle due ultime legislature.

Invece Emergency con i suoi ospedali e' li' in Afghanistan da molti anni, da quando i talebani erano al governo e l'Alleanza del nord li combatteva; Emergency e' li' che cura e salva le vite di tutti gli esseri umani che presso i suoi ospedali si presentano, senza chiedere loro di quale schieramento o di quale gruppo della popolazione facciano parte; allora come oggi negli ospedali di Emergency si curano degli esseri umani, si salvano le vite di esseri umani. Esseri umani, nient'altro che esseri umani. Prendendo sul serio il giuramento di Ippocrate, e quella regola aurea che dice tu non uccidere, tu salva le vite.

*

Noi paesani

Per non saper ne' leggere ne' scrivere - come si dice tra noi paesani - sappiamo che assassinare e' male; curare i feriti e salvare le vite e' bene. Il governante che decide e il parlamento che vota per la guerra, per le armi con cui si fa la guerra, per le stragi di cui la guerra consiste, per il terrorismo di cui la guerra e' espressione somma, sono assassini. Invece il medico, che cura e salva le vite, no. Questo sappiamo, pur non sapendo ne' leggere ne' scrivere.

*

Certi fantasmi

I signori del Palazzo che oggi aggrediscono Emergency (e con cio' stesso mettono in pericolo gli operatori delle sue strutture sanitarie), che oggi danno il calcio dell'asino a chi ha salvato la vita di Daniele Mastrogiacomo, non meritano considerazione.

Tornino piuttosto al rispetto della Costituzione cui pure hanno giurato fedelta', cessino di fare la guerra, cessino di essere complici del terrorismo del governo americano e quindi dei terrorismi ad esso speculari.

*

Per concludere, o per cominciare

La guerra e' nemica dell'umanita'.

La guerra e i suoi strumenti - le armi, gli eserciti, le milizie - devono essere aboliti.

Non c'e' altra via alla pace che la pace.

La democrazia si difende con la democrazia.

Vi e' una sola umanita'.

La nonviolenza e' la politica necessaria.

Ad Emergency, a Gino Strada, a quanti operano per salvare le vite, va la nostra solidarieta'.

 

14. LA CONVITATA. DI PIETRA

 

Nel dibattito sulla riforma elettorale che si svolge nel Palazzo (e che dagli acquari televisivi vien riversato, ridotto a infantilismo ed astrusita', nelle case dei sudditi) vi e' flagrante una rimozione, una censura, che pretende di occultare ed invece rivela un tratto segregazionista, una caratteristica totalitaria: la tronfia violenza dell'oppressione di genere, la violenza maschilista che pretende disconoscere che l'umanita' e' di due sessi, e che meta' dell'umanita', la meta' fatta di donne, ancora non e' adeguatamente riconosciuta, presente e rappresentata neppure nelle istituzioni democratiche elettive; e non lo e' perche' e' di fatto esclusa dal protrarsi di un'oppressione, di una violenza, di un potere che ha un nome preciso: patriarcato - cultura dello stupro e del possesso di esseri umani -, una sopraffazione che si prolunga da cosi' lungo tempo che talora si ha l'impressione, giusta una celebre formula, che l'umanita' ancora non sia uscita dalla sua preistoria e che la storia, la storia civile, la storia della liberta', debba ancora incominciare, ovvero sia appena incominciata nelle lotte di tante e tanti che ad ogni segregazione, ad ogni sfruttamento, ad ogni oppressione, ad ogni devastazione e ad ogni uccisione resistono, per costruire una societa' di persone finalmente tutte responsabili e solidali, libere ed eguali.

Nel dibattito sulla riforma elettorale che si svolge nel Palazzo, e dagli acquari sgocciola nelle nostre case, c'e' un convitato di pietra, anzi, una convitata: la proposta di legge "50 e 50 ovunque si decide" per una democrazia che finalmente faccia cessare la dittatura patriarcale almeno nelle istituzioni elettive in cui vale il principio "una persona, un voto". La proposta, che nel disegno di legge dell'"Unione donne in Italia" ha trovato una prima emersione in forma di indicazione giuridica (certo perfettibile), che almeno finche' non cessi la furia totalitaria della violenza di genere, ebbene, almeno nelle istituzioni pubbliche elettive degli ordinamenti giuridici democratici, siano parimenti rappresentati, in egual misura, donne ed uomini.

Se ancora una volta il Palazzo eludera' questo tema, ancora una volta la nostra democrazia restera' dimidiata, ancora una volta fin l'ultimo fascista machista si sentira' sostenuto dalla complicita' finanche del ceto politico ed istituzionale pressoche' tutto.

Ma il Palazzo, la Corte, il Castello, questo tema certo eludera'. A meno che.

A meno che un movimento di massa, e per cosi' dire un'insurrezione intellettuale e morale delle intelligenze e delle coscienze, non lo imponga.

A meno che, intendiamo dire, la partecipazione democratica di tante e tanti, quella partecipazione che della democrazia e' il sale, non ne faccia una bandiera, una speranza, una prospettiva, un fatto politico nuovo e grande tale che discutere ed accogliere questa ragionevole proposta divenga ineludibile anche per chi risiede nel Palazzo (o nella Corte, o nel Castello) ove si deliberano le leggi.

"50 e 50 ovunque si decide": una democrazia paritaria, una democrazia di esseri umani: donne ed uomini.

 

15. KURT VONNEGUT

 

Una persona buona ci ha lasciato.

 

16. LA PENA DI MORTE AL DETTAGLIO E ALL'INGROSSO

 

Il governo e il parlamento italiano ripetutamente si sono dichiarati contrari all'uccisione di un singolo essere umano da parte di uno stato qualsiasi. Ed e' retta opinione.

Il governo e il parlamento italiano ripetutamente hanno deliberato a favore dell'uccisione di molti esseri umani da parte dello stato italiano e degli stati suoi alleati, ad esempio finanziando la partecipazione italiana alla guerra afgana che tuttora perdura, finanziando tuttora mercenari in Iraq, finanziando la produzione e quindi l'uso di armi onnicide, consentendo la produzione e la vendita di armi dall'Italia a regimi e potentati assassini, e cosi' via. Ed e' agire criminale.

Il governo e il parlamento italiano sembrano quindi essere contro la pena di morte al dettaglio ed a favore della pena di morte all'ingrosso.

Cosi' si invera una volta di piu' quell'antica constatazione: che in carcere trovi talora chi ha ucciso una persona, e quasi sempre al governo chi ne ha uccise molte.

 

17. UNA PARABOLA DI ANNIBALE SCARPANTE

 

Se fossimo nella Spagna del Seicento la storia di seguito raccontata sarebbe ambientata in Polonia, se fossimo in Inghilterra sarebbe ambientata in Danimarca o in Italia. Ma noi non siamo ne' in Spagna ne' in Inghilterra, e non siamo neppure nel Seicento.

*

Fu chiesto al buon Margite di esprimere il suo parere di antico dubbio eroe che non ne azzeccava una, e il buon Margite allora volle dire:

"Gli spudorati assassini che hanno reiteratamente deliberato la partecipazione militare alla guerra afgana e che poi dicono che vogliono anch'essi - ohibo' - salvare le vite, ebbene, prendiamoli in parola: salvate le vite, dunque cessate di fare la guerra.

Cessate di fare la guerra, tornate in parlamento e deliberate la cessazione immediata della partecipazione militare alla guerra afgana; e convertite quei fondi stanziati per uccidere, convertite quei fondi stanziati per il riarmo, convertite quei fondi destinati alla politica militare e alla macchina omicida, convertiteli in opere di pace: e se non sapete come fare - giacche' di opere di pace sembra ve ne intendiate poco, se chiamate 'missione di pace' le guerre terroriste e stragiste -, dateli a Emergency, perche' ne facciano ospedali, cura delle persone ferite, salvezza di umane vite.

Fate insomma per una volta una cosa buona".

*

Ed aggiungeva ancora il buon Margite:

"Fate per una volta una cosa buona. E poi dimettetevi - tutti quelli che avete votato per la guerra - dalle cariche pubbliche in cui avete dato si' pessima prova, e ritiratevi in penitenza a vita di vagabondaggio e di elemosina.

Accettate il fatto che dopo aver commesso un si' orrendo crimine come aver deliberato la partecipazione alla guerra in violazione della legalita' costituzionale, in violazione del diritto internazionale, in violazione di ogni umano sentimento, non altro vi resta da fare che allontanarvi per sempre dal governo della cosa pubblica".

*

Cosi' diceva Margite, che forse non e' mai esistito e che comunque pare non ne azzeccasse una. Questo mi raccontava il vecchio Annibale Scarpante l'altra sera all'osteria di Auerbach.

E a me che gli chiedevo: ma t'illudi forse che lo faranno mai - fosse pure uno solo di essi? Rispondeva Annibale serafico: Di quel che faranno loro alla coscienza loro risponderanno (e alle leggi dello stato quando si trovera' un magistrato disposto ad incriminarli per attentato alla Costituzione e complicita' in stragi e terrorismo); ma noi, noi questo dobbiamo dirlo, e non stancarci mai di dirlo, ed agire affinche' essi provati assassini cessino di avere il potere di continuare ad assassinare, e ad assassinare usurpando la rappresentanza della volonta' del popolo di questo paese che se fossimo nella Spagna nel Seicento eccetera.

*

Ma tu, interloquiva allora un altro ubriacone li' vicino, ma tu allora non li perdoneresti se riconoscessero di aver sbagliato? No, rispondeva il vecchio Annibale Scarpante, poiche' il perdono e' una prerogativa della vittima del torto: ma le vittime della guerra sono state uccise, esse non possono piu' perdonare l'offensore, e poiche' non vi e' piu' chi puo' perdonare quel crimine, gli autori di quel crimine non possono piu' essere perdonati da nessuno. Del resto, mi sembra di essere ben piu' mite di loro corrotti e stragisti, poiche' io chiedo soltanto che si dimettano per sempre dal governo e da ogni pubblico ufficio, loro ad altri esseri umani hanno contribuito a strappare la vita.

 

18. SOLO

 

Solo la pace ferma la guerra.

Solo la democrazia sconfigge il terrorismo.

Solo il disarmo riduce le uccisioni.

Solo la nonviolenza contrasta la violenza.

Solo la giustizia invera la liberta'.

Solo il dialogo riconosce umanita'.

Solo la misericordia fonda la convivenza.

 

19. SEMPLICI INFERENZE

 

Impegnarsi per la pace implica opporsi alla guerra.

Salvare le vite implica opporsi alle uccisioni.

Per riempire i granai - amava ripetere quel vecchio partigiano - occorre svuotare gli arsenali: solo con la scelta del disarmo e della smilitarizzazione si puo' agire per difendere e promuovere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.

 

20. DEMOCRAZIA PARITARIA E DUALE

 

Nella discussione in corso sulla riforma elettorale, di quanto segue vorremmo si tenesse conto.

Che l'umanita' e' fatta di donne e di uomini, e che fin qui quasi sempre quasi solo gli uomini hanno deciso per tutte e tutti. Con gli esiti che vediamo: i gulag e i lager, Auschwitz e Hiroshima; la cultura e la pratica della guerra, dello stupro, della schiavitu'; la tracotanza che tutto travolge e devasta ed annienta.

Sarebbe ora, pare a chi scrive queste righe, di provare a cambiare rotta. E personalmente credo - e lo dico in tutta sincerita' - che dopo migliaia d'anni di dominazione maschile sarebbe una buona idea sperimentare almeno per qualche decina d'anni un governo di sole donne. Ma supponendo che una simile buone idea potrebbe parere a molti troppo audace o troppo ragionevole, concordo anch'io sull'ipotesi di sperimentare almeno per un congruo lasso di tempo che almeno nelle istituzioni pubbliche democratiche elettive si realizzi una rappresentanza numericamente pari di donne e di uomini, nella prospettiva che con una formula forse troppo sintetica (e degna di discussione, e comunque appassionante) e' stata definita di una "democrazia paritaria e duale". E riterrei sensato, anzi: necessario, che questa scelta fosse sostenuta non da un candido invito rivolto alla buona volonta' di prominenti e macchine politiche della cui buona volonta' - diciamo cosi' - e' lecito dubitare, ma da un vincolo normativo cogente.

Sono un vecchio dirigente politico, un vecchio pubblico amministratore e una persona che - ahime' - di questioni elettorali (e negli aspetti tecnici, amministrativi, giuridici, organizzativi) si e' dovuta occupare molto piu' di quanto avrebbe voluto; e so bene quindi quante e quali difficolta' sia di ordine teorico che di ordine pratico si possono opporre a questa proposta e a questa prospettiva, ma mi sembra che tutte cadano di fronte al dato di fatto seguente: che occorre contrastare la violenza patriarcale e maschilista prima che essa distrugga tutto. Ed io - confessiamolo dunque - sono uno di quelli che pensano che vi sia un nesso palese tra ideologie e prassi del maschilismo, dello sfruttamento, dell'inquinamento e della guerra (un nesso non meccanicistico, e' ovvio; ma un nesso v'e', flagrante). E se contrastare tale violenza occorre, e con la massima urgenza, uno dei modi e' quello di far cessare la complicita' delle istituzioni con la violenza maschilista, depatriarcalizzare le assemblee elettive, realizzare una presenza quantitativamente equilibrata di donne e di uomini ove si decide della cosa pubblica. Tutto qui.

La proposta di legge "50e 50 ovunque si decide" promossa dall'Unione donne in Italia (cfr. nel sito www.50e50.it esaurienti documenti ed informazioni) naturalmente non e' una panacea, ma uno strumento di lavoro e un appello ineludibile. Ci sembra necessario sostenerla.

 

==================================

ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

==================================

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 77 del 13 gennaio 2013

 

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

 

Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

 

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

 

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it