Una lettera dell'associazione "Respirare" ai Ministri della Salute e dell'Ambiente



 

Al Ministro della Salute

al Ministro dell'Ambiente

 

e per opportuna conoscenza:

 

ai Presidenti delle Commissioni "Ambiente, territorio e lavori pubblici" e "Affari sociali" della Camera dei Deputati

ai Presidenti delle Commissioni "Igiene e sanita'" e "Territorio, ambiente, beni ambientali" del Senato della Repubblica

al Presidente della Commissione "Ambiente, sanita' pubblica e sicurezza alimentare" del Parlamento Europeo

 

al Commissario Europeo all'Ambiente

al Commissario Europeo alla Salute

al Commissario Europeo all'Industria e all'Imprenditoria

 

Oggetto: L'associazione "Respirare" di Viterbo richiede la revoca dello schema di decreto interministeriale che propone l'introduzione di alcune modifiche al Decreto Legislativo 31/2001 relativamente ai requisiti di potabilita' delle acque; richiesta di revoca formulata in considerazione sia della palese illegittimita' dello schema di decreto interministeriale in quanto in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia della palese inammissibilita' del medesimo in quanto in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione.

 

Egregi Ministri,

egregi Presidenti,

egregi Commissari,

 

lo schema di decreto interministeriale d'iniziativa dei Ministeri della Salute e dell'Ambiente attualmente all'esame della Commissione Europea identificato presso la stessa con notification number 2012/0534/I - C50A e l'oggetto "Schema di decreto interministeriale per l'introduzione, nell'allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro Microcistina-LR e relativo valore di parametro" sebbene pretenda di presentarsi come mero emendamento integrativo al d. lgs. 31/2001 ha invece come effettuale, concreto e tragico esito di rendere ammissibile l'erogazione per consumo umano di acqua inquinata da agenti gravemente patogeni, cosi' perpetrando un grave nocumento e violando le norme italiane ed europee attualmente vigenti a tutela della salute.

 

Giustamente e persuasivamente nelle sue Osservazioni inviate il 20 novembre 2012 al responsabile del procedimento presso la Commissione Europea la prestigiosa Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) afferma e dimostra che tale schema di decreto interministeriale deve essere immediatamente revocato sia per palese illegittimita' in quanto in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia per palese inammissibilita' in quanto in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e le inequivocabili indicazioni dello Iarc, dell'Oms e dell'Usepa, e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione.

 

Per aver chiara nozione e piena contezza dell'illiceita' ed inammissibilita' dello schema di decreto interministeriale summenzionato sara' sufficiente citare alcuni passaggi del documento recante le Osservazioni dell'Associazione italiana medici per l'ambiente.

 

"L'approvazione del decreto renderebbe de facto lecita l'erogazione di acque destinate a consumo umano anche in presenza di contaminazione da cianobatteri e loro microcistine; e' evidente che la legislazione vigente proibisce tale erogazione: ne consegue che lo schema di decreto interministeriale ipso facto si configura contra legem, e va quindi rigettato in quanto lungi dall'emendare il Decreto legislativo 31/2001 inequivocabilmente lo viola nei suoi stessi fondamenti (...)

 

"E' acclarata senza possibilita' di equivoco la gravita' del problema dell'eutrofizzazione e il pericolo per la salute umana determinato della presenza di cianobatteri e microcistine in corpi idrici utilizzati per l'erogazione di acque potabili; e' inoltre acclarata la grande, e in parte ancora sconosciuta, potenzialita' tossica dei cianobatteri; e vi e' chiara nozione della potenziale pericolosita' della loro mutevole ed imprevedibile risposta a diverse condizioni climatiche ed ambientali; delle azioni tossiche, epigenetiche, genotossiche ed oncogene di tanti e vari tipi di microcistine da essi prodotte; delle documentate e croniche difficolta' in Italia di una potabilizzazione efficace, sicura e costante delle acque che presentano queste criticita'; della mancanza di un reale e diffuso sistema di sorveglianza, allarme e gestione di questi fenomeni su tutto il territorio nazionale italiano; ed infine e soprattutto del documentato e concreto rischio per la salute umana e quindi della necessita' di tutelare e preservare le caratteristiche di qualita' delle acque come disposto dalla Direttiva 98/83; ne consegue che lo schema di decreto interministeriale citato si configura altresi' come atto in contrasto con l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale (...)

 

"Le proposte di emendazione a leggi nazionali possono riguardare l'adozione di termini piu' stringenti, in ossequio al principio europeo di prevenzione, non termini piu' laschi; questo schema di decreto ammette invece ed effettualmente favoreggia la presenza di una classe di tossici ora non prevista ne' tollerata dalla legge europea e italiana (...)

 

"(Una) sottolineatura merita l'esplicita ammissione che "L'analisi di impatto non e' disponibile al momento della notifica", e basterebbe questo solo dato a motivare il rigetto dello schema di decreto (...)

 

"Il decreto, nel suo esito che effettualmente consente e favoreggia l'erogazione per consumo umano di acqua contaminata, si pone in aperto contrasto con la necessita' di contrastare ogni forma di inquinamento e degrado delle acque anche in considerazione degli obiettivi europei in tema di qualita' delle acque previsti per l'anno 2015".

 

Ed a tutto cio' si aggiunga quanto evidenziato nella approfondita relazione tecnica allegata alle Osservazioni dell'Associazione italiana medici per l'ambiente, relazione tecnica che ne costituisce parte integrante e sostanziale, sostenuta da una vasta e rigorosa bibliografia scientifica.

 

Si evince pertanto inconfutabilmente che per incontrovertibili ragioni giuridiche e scientifiche, cui si aggiungono anche inoppugnabili ragioni di metodo, procedimentali, deontologiche, di congruita' e coerenza, lo schema di decreto interministeriale de quo va ritirato.

 

Ergo, per tutto quanto precede, l'associazione "Respirare" di Viterbo richiede la revoca dello schema di decreto interministeriale sopra citato.

 

Restando in attesa di un cortese riscontro, vogliate gradire distinti saluti.

 

L'associazione "Respirare" di Viterbo

 

Viterbo, 5 dicembre 2012

 

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente. Per informazioni e contatti: c/o Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: info at coipiediperterra.org , centropacevt at gmail.com e nbawac at tin.it, siti: www.coipiediperterra.org e http://lists.peacelink.it/nonviolenza/