Coi piedi per terra. 709
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- Date: Sat, 6 Oct 2012 06:59:18 +0200 (CEST)
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 709 del 6 ottobre 2012
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di settembre 2012 (parte seconda e conclusiva)
2. Lettera aperta al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
3. Lettera aperta al Ministro dell'Ambiente: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
4. Lettera aperta al Ministro dell'Istruzione: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
5. Lettera aperta al Ministro dei Beni e delle Attivita' Culturali: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
6. Mi sembra dolorosamente evidente
7. Non un giorno di piu'. Cessi l'Italia di partecipare alla guerra in Afghanistan
8. Un colpo di coda degli unni volanti
9. Associazione "Respirare": Il Comune di Viterbo receda da ogni accordo sottoscritto con Enac e Selex
10. La guerra afgana, non un giorno di piu'
11. Cominci l'Italia a costruire la pace. Tre iniziative nonviolente
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI SETTEMBRE 2012 (PARTE SECONDA E CONCLUSIVA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di settembre 2012.
2. LETTERA APERTA AL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA
Signor Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali,
le chiediamo un impegno affinche' l'Italia cessi immediatamente di partecipare alla guerra afgana e conseguentemente si impegni per la pace che salva le vite.
*
Consideri che la partecipazione italiana alla guerra e' palesemente illegale alla luce della Costituzione e segnatamente dell'articolo 11.
Consideri che la guerra consiste di uccisioni e devastazioni, essa e' quindi crimine che ogni altro crimine assomma e supera.
Consideri che i pubblici denari sperperati per la guerra sono sottratti al loro naturale utilizzo: il benessere delle persone che nell'ordinamento giuridico statuale dovrebbero trovare protezione ai loro diritti, primo dei quali la vita; ed invece quei pubblici denari, perversione delle perversioni, sono da dieci anni usati per la guerra, ovvero per togliere la vita a degli esseri umani - poiche' la guerra, ripetiamolo ancora una volta, di questo consiste: dell'uccisione di esseri umani.
Consideri infine che quelle immense risorse finanziarie gettate nell'attivita' assassina e devastatrice della guerra appartengono al popolo italiano - all'intero popolo italiano sovrano, non ad una casta dominata da comitati d'affari o a un mero organo esecutivo -, e dovrebbero pertanto essere utilizzate a beneficio del popolo italiano e dell'umanita'.
E non c'e' bisogno di ricordarle che quelle ingentissime risorse potrebbero essere assai utilmente valorizzate per sostenere il diritto al lavoro e le politiche sociali.
*
Lei tutte queste cose ben le comprende.
Si adoperi quindi per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
La partecipazione italiana alla guerra non continui un solo giorno di piu'.
Solo la pace salva le vite.
*
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 16 settembre 2012
3. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'AMBIENTE: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA
Signor Ministro dell'Ambiente,
e' a lei ben noto che difendere l'ambiente richiede un approccio globale, consapevole dell'interdipendenza degli ecosistemi, dell'unita' della biosfera, del profondo impatto delle attivita' antropiche sull'habitat naturale, unica casa comune dell'umanita' intera.
Ebbene, la guerra e' sempre insieme distruzione di vite umane e devastazione ambientale.
La guerra e' sempre il piu' grande dei crimini contro l'umanita' e contro la biosfera.
Primo compito di un ordinamento giuridico democratico, di uno stato di diritto, e' difendere la vita e promuovere il benessere dell'umanita' e tutelare la casa comune di essa.
Primo compito di ogni civile ordinamento e' quindi impedire la guerra; impedire le uccisioni; impedire la devastazione della biosfera.
*
Lo stato italiano da oltre un decennio sta follemente e criminalmente partecipando alla guerra afgana.
Una guerra terrorista e stragista, una guerra onnidistruttiva. Una guerra che occorre far cessare al piu' presto.
E la prima azione da compiere per farla cessare e' cessare di parteciparvi.
Cessi quindi immediata la partecipazione italiana alla guerra afgana; e s'impegni finalmente l'Italia per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Signor Ministro dell'Ambiente,
anche sulla base del suo specifico incarico e quindi delle sue specifiche competenze si impegni - d'intesa con gli altri suoi colleghi ministri - per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana: lo faccia per fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana - cui ha prestato giuramento all'atto di assumere il suo incarico - che all'articolo 11 esplicitamente proibisce al nostro paese di prender parte a una guerra come quella in corso in Afghanistan; lo faccia per salvare le vite umane che la guerra scelleratamente distrugge; lo faccia per difendere la biosfera che la guerra scelleratamente devasta; lo faccia per rispetto dell'umanita'.
*
Signor Ministro dell'Ambiente,
si adoperi affinche' l'orrore e l'infamia della partecipazione italiana alla guerra onnidistruttiva non continui un sol giorno di piu'.
Cessi immediata la partecipazione italiana alla guerra afgana.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la pace salva le vite.
*
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 17 settembre 2012
4. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA
Signor Ministro dell'Istruzione,
la guerra e' barbarie, distruzione di vite e negazione della dignita' umana.
L'educazione al contrario e' fondamento della civilta', ergo della convivenza umana.
*
Da oltre dieci anni l'Italia partecipa alla guerra afgana, una guerra insensata e illegale, terrorista e stragista.
La Costituzione della Repubblica Italiana all'articolo 11 proibisce esplicitamente ed inequivocabilmente al nostro paese di prender parte a quella guerra: da un decennio siamo quindi in presenza di una flagrante violazione della legalita' costituzionale, di un crimine golpista che ha contribuito a provocare innumerevoli morti ed innumerevoli devastazioni.
In questi dieci anni a causa della guerra innumerevoli esseri umani sono stati uccisi, innumerevoli mutilati, innumerevoli feriti, innumerevoli privati di tutti i loro beni, innumerevoli ridotti in condizioni di estrema oppressione e sofferenza.
Questo crimine contro l'umanita' deve cessare.
La guerra deve cessare.
L'Italia puo' e deve adoperarsi per la fine della guerra: ed il primo passo indispensabile a tal fine e' cessare di prendervi parte.
Chiediamo pertanto che l'Italia cessi immediatamente di partecipare alla guerra afgana, e cosi' inizi ad impegnarsi concretamente, coerentemente, autenticamente, per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Questa richiesta abbiamo gia' rivolto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato. La rivolgiamo anche a lei proprio in considerazione dell'incarico che ricopre: l'educazione deve essere impegno contro le uccisioni, o non e' nulla; l'educazione deve essere impegno per la pace, o non e' nulla; l'educazione deve essere impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, o non e' nulla.
*
Sollecitiamo pertanto anche il suo impegno affinche' il governo e il parlamento deliberino l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra afgana. Non si attenda un solo giorno di piu'.
Solo la pace salva le vite.
Solo cessando di uccidere comincia la civilta'.
*
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 18 settembre 2012
5. LETTERA APERTA AL MINISTRO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA
Signor Ministro dei Beni e delle Attivita' Culturali,
vi e' una radicale opposizione tra guerra e cultura: la guerra uccide e distrugge; la cultura da' vita, alimenta, sostiene, preserva, tramanda.
Che ingenti risorse finanziarie dello stato italiano siano follemente sperperate nella guerra afgana e' un triplice insensato delitto, un triplice scellerato oltraggio:
- poiche' i pubblici denari sono criminalmente usati per un'attivita', la guerra, che consiste di uccisioni e devastazioni;
- poiche' quelle pubbliche risorse sono sottratte alla loro legittima destinazione, sono sottratte alla civilta' umana, ed usate perversamente per l'esatto opposto, a fini di barbarie e annientamento;
- si aggiunga infine la considerazione della flagrante illiceita' della partecipazione italiana alla guerra afgana alla luce dell'articolo 11 della nostra Costituzione.
*
Abbiamo gia' scritto, fin qui senza trovare adeguato ascolto, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato, per chiedere loro un impegno per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana, e quindi un impegno reale e coerente del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ci rivolgiamo ora anche a lei, che dovrebbe tutelare e promuovere i beni e le attivita' culturali, impegno che implica l'opposizione piu' radicale alla guerra che consiste invece di pratiche barbare, assassine, distruttrici di beni, tradizioni e legami, esistenze.
Si adoperi affinche' cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana, e l'Italia si adoperi finalmente per la pace e i diritti umani, primo fra tutti il diritto a non essere uccisi.
*
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 19 settembre 2012
6. MI SEMBRA DOLOROSAMENTE EVIDENTE
Tutte le iniziative per la pace e per il disarmo - anche le piu' generiche ed astratte - sono benedette; ma l'indifferenza complice di fronte alla guerra assassina condotta dal proprio paese non e' mai ammissibile.
Mi sembra evidente, dolorosamente evidente, che se in Italia non nasce un movimento democratico di massa che si opponga alla criminale partecipazione italiana alla guerra afgana, qualunque iniziativa popolare italiana contro le guerre degli altri e' a dir poco priva di reale credibilita', e viene recepita da interlocutori e controparti come esercizio retorico, ipocrisia o peggio.
"Cominciate voi a smetterla di essere complici dei massacri", e' la facile obiezione a chi si impanca a far la morale agli altri mentre l'esercito del suo paese ne occupa un altro e di quel paese la popolazione contribuisce a massacrare in una guerra terrorista e stragista, coloniale e imperialista, razzista e mafiosa, totalitaria ed onnidistruttiva come quella afgana.
E dunque il primo impegno di ogni persona o associazione o istituzione italiana che voglia agire per la pace sia un impegno, un impegno nonviolento, per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Tutte le iniziative per la pace e per il disarmo - anche le piu' generiche ed astratte - sono benedette; ma l'indifferenza complice di fronte alla guerra assassina condotta dal proprio paese non e' mai ammissibile.
7. NON UN GIORNO DI PIU'. CESSI L'ITALIA DI PARTECIPARE ALLA GUERRA IN AFGHANISTAN
Come altre esperienze d'impegno civile, la redazione del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" e' impegnata nella campagna nonviolenta "Non un giorno di piu'" per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Di tutti i crimini la guerra e' l'estremo, poiche' essa specificamente consiste nell'uccisione massiva di esseri umani.
Opporsi alla guerra e alle uccisioni e' il primo diritto e il primo dovere di ogni essere umano, dell'umanita' intera.
Si impegni l'Italia per la pace e il diritto di ogni essere umano a non essere ucciso; ed il primo indispensabile passo da compiere e' la cessazione immediata della partecipazione alla guerra.
Torni l'Italia al rispetto della sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana che esplicitamente ed inequivocabilmente "riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" (art. 2) e "ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" (art. 11).
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la pace salva le vite.
Solo cessando di uccidere comincia la civilta'.
8. UN COLPO DI CODA DEGLI UNNI VOLANTI
Fallita miseramente l'operazione illecita e insensata del mega-aeroporto nocivo e distruttivo che avrebbe devastato irreversibilmente la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame e danneggiato enormemente la salute e i diritti della popolazione viterbese, la lobby speculativa e devastatrice degli attila con le ali sembra non voler demordere, ed anzi torna alla carica con un'altra operazione.
Riferiscono i mezzi d'informazione locali che il Comune di Viterbo avrebbe sottoscritto un accordo con Enac e Selex Sistemi Integrati (azienda di Finmeccanica) "per valutare la possibilita' di realizzare... un centro dimostrativo sperimentale in cui collocare apparati elettronici per la gestione del traffico aereo da mostrare e far testare alla clientela internazionale", centro che andrebbe a impattare sulla stessa preziosa area naturalistica, archeologica e termale di Viterbo, e che nelle intenzioni dei promotori sarebbe a supporto della scellerata ripresa di manovre affaristiche in pro del mega-aeroporto nocivo e distruttivo.
Un'amministrazione comunale berlusconiana in profonda crisi, del tutto screditata, preda di fameliche lotte di potere intestine, e destinata in ogni caso a concludere il suo mandato tra poco tempo, vorrebbe imporre d'autorita' a una citta' ignara un'altra decisione inaccettabile.
La "Selex Sistemi Integrati" e' l'impresa finita agli onori delle cronache mesi addietro per una gravissima vicenda (nota come lo scandalo delle tangenti di Finmeccanica) su cui e' dovuta intervenire la magistratura penale.
Per non dire delle altre gravi vicende che coinvolgono l'Enac.
In questa situazione l'amministrazione comunale di Viterbo bene farebbe ad astenersi dal prendere iniziative all'insaputa - e ai danni - della popolazione.
*
Chiediamo quindi:
1. che il Comune receda immediatamente da qualunque accordo abbia definito con Enac e Selex;
2. che su questa vicenda si proceda alle necessarie verifiche e che si apra una discussione pubblica, democratica e adeguatamente informata in consiglio comunale e tra la cittadinanza.
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Basta con le operazioni avventurose e le manovre non trasparenti.
Basta con le decisioni insipienti ed irresponsabili.
Basta con le opere nocive e distruttive.
Basta con le provocazioni e le incursioni della lobby speculativa e devastatrice del mega-aeroporto insensato e illegale.
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Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 21 settembre 2012
9. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": IL COMUNE DI VITERBO RECEDA DA OGNI ACCORDO SOTTOSCRITTO CON ENAC E SELEX
La notizia che il Comune di Viterbo avrebbe sottoscritto giorni fa un accordo con Enac e Selex (del gruppo Finmeccanica) per realizzare nel cuore della preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame opere intese a favoreggiare la realizzazione di un mega-aeroporto nocivo e distruttivo (mega-aeroporto che lo stesso Ministero dei Trasporti ha dichiarato non realizzabile e che costituirebbe uno sperpero insensato e criminale di fondi pubblici oltre a provocare danni enormi ed irreversibili ad ambiente, beni culturali ed economia viterbese, nonche' alla salute dei cittadini) colma di sdegno ogni persona ragionevole e sollecita del pubblico bene.
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Un sindaco dimissionario non puo' e non deve sottoscrivere accordi all'insaputa della popolazione; e soprattutto non puo' e non deve perseverare nella volonta' di realizzare opere insensate, nocive e distruttive.
Si aggiunga a questo che l'Enac da anni e' scossa da scandali che hanno minato ogni residua credibilita' dei suoi vertici, e che nella squallida vicenda dell'operazione speculativa del mega-aeroporto ha avuto un ruolo a dir poco scandaloso.
Si aggiunga anche che la Selex e' nota per essere stata al centro di un'inchiesta giudiziaria relativa a uno scandalo di tangenti che anni addietro ebbe grande visibilita' sui media (anche per il coinvolgimento di un personaggio che procurava accompagnatrici - le cosiddette "escort" - all'allora presidente del consiglio dei ministri).
*
L'associazione "Respirare" si associa pertanto alla richiesta formulata dal "comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti":
1. che il Comune di Viterbo receda immediatamente da qualunque accordo abbia definito con Enac e Selex;
2. che su questa vicenda si proceda alle necessarie verifiche e che si apra una discussione pubblica, democratica e adeguatamente informata in consiglio comunale e tra la cittadinanza.
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L'associazione "Respirare"
Viterbo, 24 settembre 2012
10. LA GUERRA AFGANA, NON UN GIORNO DI PIU'
Da tutta Italia sono numerose le adesioni all'appello "Non un giorno di piu'. Una campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana".
Da tutta Italia persone e associazioni, movimenti e mezzi d'informazione si fanno promotori dell'iniziativa popolare per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Governo e parlamento ascoltino questo appello corale, e deliberino finalmente la cessazione immediata della illegale e insensata partecipazione italiana alla guerra, e l'inizio di un impegno nonviolento concreto e coerente dell'Italia per la pace che salva le vite e rispetta e promuove i diritti di tutti gli esseri umani.
*
L'Italia smetta di fare la guerra e cominci a costruire la pace.
Da tutta Italia rinasca un movimento per la pace che indichi e inveri la politica necessaria ed urgente: opposizione integrale alla guerra, agli eserciti, alle armi; difesa nitida e intransigente della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
La guerra non continui un solo giorno di piu'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
11. COMINCI L'ITALIA A COSTRUIRE LA PACE. TRE INIZIATIVE NONVIOLENTE
Si e' svolto mercoledi' 26 settembre 2012 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema "Cominci l'Italia a costruire la pace".
Nell'incontro si e' evidenziato come sempre piu' necessario ed urgente sia contrastare la guerra e costruire la pace.
I partecipanti hanno espresso adesione e sostegno:
1. alla campagna nonviolenta "Non un giorno di piu'" per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana;
2. all'iniziativa per il disarmo, ed in particolare contro i cacciabombardieri F-35, promossa dal Movimento Nonviolento e dalla Rete Italiana per il Disarmo in occasione del 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza (indetta dall'Onu nel giorno anniversario della nascita di Gandhi);
3. all'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" affinche' il 4 novembre "si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell''inutile strage' della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni".
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Numero 709 del 6 ottobre 2012
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