Coi piedi per terra. 685
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- Date: Wed, 12 Sep 2012 08:21:53 +0200 (CEST)
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 685 del 12 settembre 2012
In questo numero:
1. Solo cessando di uccidere comincia la civilta'. Adesione alla campagna nonviolenta "Non un giorno di piu'" per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
2. Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri. Non un giorno di piu'
3. Lettera aperta al Presidente della Repubblica: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
4. Proposta di mozione per gli enti locali: "Non un giorno di piu'". Una mozione per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
5. Una lettera aperta al Presidente del Senato della Repubblica: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
6. Al Presidente della Camera dei Deputati, una lettera aperta: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
7. Ai capigruppo parlamentari della Camera e del Senato: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
8. Tre cose da fare per promuovere la campagna nonviolenta "Non un giorno di piu'"
9. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
1. REPETITA IUVANT. SOLO CESSANDO DI UCCIDERE COMINCIA LA CIVILTA'. ADESIONE ALLA CAMPAGNA NONVIOLENTA "NON UN GIORNO DI PIU'" PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA
[Riproponiamo il seguente testo]
Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti esprime il suo sostegno alla campagna nonviolenta "Non un giorno di piu'" per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
La guerra e' nemica dell'umanita'.
Solo cessando di uccidere comincia la civilta'.
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Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 9 settembre 2012
2. MATERIALI. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI. NON UN GIORNO DI PIU'
[Riproponiamo il seguente testo]
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
la guerra afgana e' un crimine orrendo.
La partecipazione italiana alla guerra e' doppiamente inammissibile: perche' corresponsabile della guerra e degli eccidi di cui essa consiste, e perche' fuorilegge non solo dal punto di vista del diritto internazionale ma anche dal punto di vista della legalita' costituzionale.
Questo orribile crimine e' durato troppo a lungo. Che non continui un giorno di piu'.
Torni l'Italia al rispetto delle leggi e al rispetto della vita umana.
Chiediamo la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele. La guerra e' nemica dell'umanita'. La partecipazione italiana alla guerra afgana non continui un giorno di piu'.
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 31 agosto 2012
3. MATERIALI. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA
[Riproponiamo il seguente testo]
Signor Presidente della Repubblica,
si sara' sicuramente interrogato anche lei sul tragico protrarsi della guerra afgana e sulle innumerevoli sue vittime.
E si sara' sentito anche lei turbato per la flagrante contraddizione tra la partecipazione italiana a quella guerra, a quelle stragi, e il dettato dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, che inequivocabilmente vieta all'Italia di partecipare a quel crimine.
Perche' ha abdicato al suo dovere di difendere la vigenza della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra?
Perche' non ha negato il suo consenso alla partecipazione italiana a quella guerra, a quei massacri?
Faccia ora quello che avrebbe dovuto fare fin dal suo insediamento alla Presidenza della Repubblica: denunci l'illegalita' di quella guerra e chiami Governo e Parlamento a deliberare l'immediata cessazione della partecipazione italiana ad essa.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi.
Non attenda un giorno di piu' per decidersi ad agire nell'ambito dei suoi poteri e dei suoi doveri per ripristinare il rispetto della Costituzione, ovvero per salvare le vite umane che giorno dopo giorno la guerra sbrana.
Cessando di partecipare alla guerra l'Italia puo' cominciare ad impegnarsi per la pace che salva le vite.
Questo chiediamo: cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ascolti la nostra voce.
Ascolti la voce della sua stessa coscienza.
Ascolti la lettera e lo spirito della Costituzione della Repubblica Italiana.
Solo la pace salva le vite.
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 2 settembre 2012
4. MATERIALI. PROPOSTA DI MOZIONE PER GLI ENTI LOCALI: "NON UN GIORNO DI PIU'". UNA MOZIONE PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA
[Riproponiamo il seguente testo]
Al Sindaco di ...
Al Presidente del Consiglio Comunale di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente del Consiglio Provinciale di ...
Al Presidente della Regione di ...
Al Presidente del Consiglio Regionale di ...
Oggetto: Mozione "Non un giorno di piu'", per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
Il Consiglio Comunale/Provinciale/Regionale di ...
premesso che dopo oltre dieci anni la guerra afgana e' piu' virulenta che mai, e lungi dall'avviarsi a rapida conclusione essa continua a mietere innumerevoli vittime, a provocare devastazioni ed imbarbarimento sempre crescenti e ad estendersi oltre i confini di quel paese destabilizzando gravemente una vasta area territoriale e le stesse relazioni internazionali;
considerato che la foglia di fico di certe ipocrite finzioni verbali come "operazione di polizia internazionale" o "missione di pace" e' ormai definitivamente caduta e che nessuno puo' piu' ingannarsi sulla realta' della situazione sul terreno: si tratta di guerra, nient'altro che guerra, una guerra terrorista e stragista;
considerato che la Costituzione della Repubblica Italiana proibisce esplicitamente allo stato italiano di prendere parte a una guerra come quella in corso in Afghanistan;
dichiara la propria convinzione che sia diritto e dovere di ogni cittadino e di ogni istituzione democratica di impegnarsi per i seguenti fini: cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Richiede pertanto al Governo ed al Parlamento di tornare nell'alveo della legalita' costituzionale e quindi di legiferare la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra;
richiede altresi' al Governo ed al Parlamento di impegnarsi fattivamente per la pace, impegno possibile e credibile a condizione di cominciare dando il buon esempio: cessando di partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste; e quindi promuovendo pace, disarmo e smilitarizzazione; recando aiuti umanitari in modalita' inequivocabilmente nonviolente ed operando per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il testo di questa mozione verra' inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati; e verra' altresi' reso pubblico attraverso affissione all'albo pretorio dell'ente, pubblicazione sul proprio sito internet e sui propri altri strumenti di comunicazione, affissione di manifesti ed invio ai mezzi d'informazione.
*
Bozza di mozione predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 3 settembre 2012
5. MATERIALI. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA
[Riproponiamo il seguente testo]
Signor Presidente del Senato della Repubblica,
nei giorni scorsi abbiamo scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Presidente della Repubblica per chiedere la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana, e conseguentemente un concreto, autentico impegno del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Anche a lei rivolgiamo il medesimo appello chiedendole di farsene interprete presso il Senato della Repubblica.
Non e' chi non veda che in Afghanistan e' in corso una guerra, una guerra terrorista e stragista, una guerra che tutto devasta ed imbarbarisce, una guerra che del suo male non solo affligge un intero popolo martoriato e quanti altri vi sono coinvolti, ma contagia altresi' l'intero pianeta, l'umanita' tutta.
La Costituzione della Repubblica Italiana e' nitida ed intransigente nel proibire la partecipazione del nostro paese a una guerra come quella.
Se forse in passato vi fu chi credette che non di guerra si trattasse ma di "operazione di polizia internazionale", di "missione di pace", o altre non meno ingenue o callide formulazioni, da lungo tempo nessuno puo' piu' ingannare se stesso: di guerra si tratta, che consiste di innumerevoli omicidi, di abominevoli stragi.
La guerra e' sempre nemica dell'umanita'.
La guerra e' il contrario della civile convivenza.
La guerra e' la negazione del diritto, del fondamento stesso di ogni diritto: il diritto di ogni essere umano a non essere ucciso.
Il Parlamento italiano puo' e deve tornare alla legalita': legiferando la fine immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana.
Le chiediamo, signor Presidente del Senato della Repubblica, di adoperarsi affinche' il Senato compia questo atto di legalita', di civilta', di umanita': deliberando la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; e conseguentemente l'impegno del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 7 settembre 2012
6. MATERIALI. AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, UNA LETTERA APERTA: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA
[Riproponiamo il seguente testo]
Signor Presidente della Camera dei Deputati,
come abbiamo gia' scritto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Presidente del Senato, anche a lei scriviamo per chiedere la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana, e conseguentemente l'impegno del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Anche a lei rivolgiamo il medesimo appello chiedendole di farsene interprete presso la Camera dei Deputati.
Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 8 settembre 2012
7. MATERIALI. AI CAPIGRUPPO PARLAMENTARI DELLA CAMERA E DEL SENATO: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA
[Riproponiamo il seguente testo]
Signori capigruppo parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,
vi scriviamo per chiedere a voi, e tramite voi anche a tutti gli altri vostri colleghi senatori e deputati, di prendere una decisione che la realta' effettuale e un ponderato giudizio morale, giuridico e politico rendono ineludibile, necessaria, urgente: la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; ed attraverso questo preliminare e sostanziale atto di civilta' avviare finalmente, credibilmente, adeguatamente un impegno concreto e coerente del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani; un impegno umanitario che per essere tale deve essere rigorosamente non armato e nonviolento.
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La cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' richiesta dalla realta' effettuale: oltre dieci anni di eccidi e devastazioni dimostrano che li' e' in corso una guerra, una guerra terrorista e stragista, una guerra illegale e criminale sotto ogni profilo; una guerra che l'umanita' deve far cessare al piu' presto, gia' troppi esseri umani sono stati uccisi.
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La cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' richiesta da un ponderato giudizio morale: la guerra sempre e solo consiste nell'uccisione di esseri umani; primo dovere di ogni essere umano cosi' come di ogni ordinamento giuridico e' salvare le vite umane: ne consegue il dovere di opporsi alle uccisioni e alle guerre, il dovere di operare per la pace e il rispetto dei diritti umani - primo dei quali e' il diritto a non essere uccisi.
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La cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' richiesta da un ponderato giudizio giuridico: l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, letto nella sua integralita', nella sua articolazione, nella sua coerenza e' assolutamente inequivocabile nel proibire al nostro paese di partecipare a una guerra come quella afgana.
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La cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' richiesta da un ponderato giudizio politico: e' primario interesse, bisogno, diritto dell'umanita' abolire le guerre, ed e' quindi primario compito dell'azione politica adempiere tale esigenza, ed e' pertanto primario dovere di un ordinamento giuridico democratico, di uno stato di diritto, opporsi alla guerra assassina.
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La cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' oggi l'atto legislativo piu' importante e piu' indispensabile. Deliberare la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana e' la richiesta che vi rivolgiamo in nome di tutte le vittime della guerra, in nome dell'umanita' intera che la guerra minaccia di distruzione.
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Distinti saluti,
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 10 settembre 2012
8. MATERIALI. TRE COSE DA FARE PER PROMUOVERE LA CAMPAGNA NONVIOLENTA "NON UN GIORNO DI PIU'"
[Riproponiamo il seguente testo]
Proponiamo a tutte le persone, i gruppi e le esperienze collettive interessati a promuovere una campagna nonviolenta per l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan, di intraprendere le seguenti iniziative:
1. iniziative locali (dal comunicato ai mezzi d'informazione agli incontri pubblici di informazione e sensibilizzazione);
2. richiedere ad altri soggetti sia individuali (in particolare personalita' autorevoli) che associativi che istituzionali - e soprattutto agli enti locali - di prendere posizione per la cessazione della partecipazione alla guerra;
3. scrivere in tal senso al Governo, al Parlamento ed al Presidente della Repubblica.
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Proponiamo che il programma fondamentale che unifichi tutte le iniziative della campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana sia: "Cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani".
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Proponiamo che il ragionamento alla base dell'iniziativa sia quello dell'appello del 30 agosto che di seguito riportiamo:
Non un giorno di piu'. Una campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana
Occorre far cessare la guerra in Afghanistan.
Ed a tal fine la prima e decisiva azione che come cittadini italiani possiamo e dobbiamo svolgere consiste nell'ottenere che l'Italia cessi di partecipare alla guerra.
Perche' l'Italia a quella guerra non avrebbe mai e poi mai dovuto prendere parte, proibendoglielo esplicitamente il dettato della sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana.
Occorre quindi costringere governo e parlamento italiani a tornare nella sfera della legalita', a desistere dal crimine: occorre costringere lo Stato italiano a cessare di prendere parte alla guerra e alle stragi di cui essa consiste.
Oltre un decennio di eccidi e barbarie dovrebbe aver aperto gli occhi a chiunque; e del resto ogni persona ragionevole sente e sa che la guerra e' nemica dell'umanita', che solo la pace salva le vite.
Occorre far cessare la guerra in Afghanistan, cominciando con la cessazione della partecipazione italiana.
Dobbiamo far crescere dal basso una vera e propria insurrezione nonviolenta contro la guerra e contro le uccisioni, per la legalita' costituzionale e per il primario diritto di ogni essere umano a non essere ucciso.
Dobbiamo imporre al potere esecutivo e al potere legislativo del nostro paese l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra.
E dobbiamo farlo con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della dignita' e della solidarieta' umana, con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza; dobbiamo farlo con una campagna nonviolenta di massa che faccia rinascere in Italia un movimento per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Una campagna nonviolenta per salvare le vite umane: che nasca dal basso in ogni citta' e in ogni paese, e che abbia questa semplice e chiara finalita': "cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani".
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Proponiamo di non costituire coordinamenti nazionali, portavoce et similia, ma che ogni persona ed ogni gruppo ed ogni esperienza collettiva si impegni sulla base delle proprie convinzioni senza deleghe di rappresentanza e senza burocratismi, favorendo la piu' ampia partecipazione nel rispetto delle differenti opinioni e collocazioni di ciascuno, mantenendo quindi le caratteristiche fondamentali della campagna nonviolenta: iniziativa dal basso, partecipazione su base locale, pluralita' ed apertura.
Chiediamo soltanto che quanti si vogliono impegnare in questa iniziativa utilizzandone la denominazione proposta ("Non un giorno di piu'. Una campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana") si attengano rigorosamente al metodo nonviolento cosi' come definito da Aldo Capitini: "metodo nonviolento: che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica".
9. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO
Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Numero 685 del 12 settembre 2012
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