Telegrammi. 981



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 981 del 13 luglio 2012

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Si e' svolto l'11 luglio 2012 a Viterbo un incontro di studio su "Una urgente necessita': la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza"

2. L'alternativa

3. L'appello dei giuristi in difesa della Costituzione

4. Segnalazioni librarie

5. La "Carta" del Movimento Nonviolento

6. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. SI E' SVOLTO L'11 LUGLIO 2012 A VITERBO UN INCONTRO DI STUDIO SU "UNA URGENTE NECESSITA': LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA"

 

Si e' svolto mercoledi' 11 luglio 2012 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Una urgente necessita': la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza".

Nel corso dell'incontro e' stato prospettato il rilancio dell'iniziativa avviata nel 2001 affinche' le forze di polizia siano formate alla conoscenza e all'uso della nonviolenza con corsi specifici inseriti organicamente nei curricoli formativi e di aggiornamento.

Il responsabile della struttura pacifista viterbese ha ricostruito le ragioni e gli obiettivi dell'iniziativa e come essa possa concretamente estrinsecarsi.

Nelle prossime settimane si verifichera' se e' possibile costruire nuovamente le condizioni per giungere alla ripresentazione in Parlamento di una proposta di legge ad hoc con un ampio sostegno in ambedue le Camere. Nel 2001 decine di parlamentari di diverse forze politiche aderirono all'iniziativa, sottoscrissero e presentarono una proposta di legge che purtroppo successivamente non fu mai "calendarizzata" e discussa.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo intende riprendere l'iniziativa ancora una volta, nella speranza di trovare interlocuzioni e collaborazioni per raggiungere un esito positivo.

 

2. EDITORIALE. L'ALTERNATIVA

 

1. L'Italia sta illegalmente ed assurdamente partecipando alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan, una guerra assassina come tutte le guerre.

L'Italia sta sperperando risorse pubbliche immani per l'acquisto di armi.

Per risanare il pubblico erario e per restituire decenza morale al governo della cosa pubblica la prima cosa da fare e' cessare di partecipare alla guerra, cessare di acquistare armi assassine, cessare di spendere ingenti quantita' di soldi pubblici per far morire le persone.

*

2. E' semplicemente insensata e palesemente criminale la politica governativa dei tagli ai servizi sanitari ed assistenziali pubblici: quei tagli significano provocare piu' morti e piu' sofferenze.

*

3. E' tutto cosi' semplice e chiaro: i pubblici denari devono essere utilizzati non per uccidere le persone ma per farle vivere: occorre tagliare le spese militari, non quelle sociali.

E' tutto cosi' semplice e chiaro: la politica necessaria e' quella che abolisce le guerre e le armi, e potenzia invece i servizi assistenziali e sanitari.

L'esatto contrario di cio' che sta facendo il governo.

*

4. Un'alternativa e' possibile e necessaria: un'alternativa nonviolenta. Fondata sull'opposizione alla guerra, alle armi e alle uccisioni; fondata sulla difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Un'alternativa e' possibile e necessaria, ed urgente: un'alternativa nonviolenta, di pace e di solidarieta'.

 

3. REPETITA IUVANT. L'APPELLO DEI GIURISTI IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE

[Riproponiamo ancora il seguente appello]

 

Con una inammissibile precipitazione il Senato ha approvato in commissione un disegno di legge di riforma costituzionale che s'intende portare in aula gia' martedi' prossimo. Ma la Costituzione non puo' essere profondamente mutata senza una vera discussione pubblica, senza che i cittadini adeguatamente informati possano far sentire la loro voce. E' inaccettabile che la richiesta di partecipazione, cosi' forte ed evidente proprio in questo momento, venga ignorata proprio quando si vuole addirittura modificare l'intero edificio costituzionale. I cittadini, che negli ultimi tempi sono tornati a guardare con fiducia alla Costituzione, non possono essere messi di fronte a fatti compiuti.

Offrendo ad una opinione pubblica offesa da prevaricazioni e prepotenze un'esigua riduzione del numero dei parlamentari, che passerebbero da 630 a 508 alla Camera e da 315 a 254 al Senato, si vuol cogliere l'occasione per alterare pericolosamente l'assetto dei poteri istituzionali (la riduzione dei parlamentari puo' essere affidata ad una legge costituzionale a se' stante, senza stravolgere la Costituzione). Viene attribuita una posizione assolutamente centrale al Presidente del Consiglio, mortificando il Parlamento e ridimensionando in maniera radicale la funzione di garanzia del Presidente della Repubblica. Il Parlamento e' conculcato nelle sue stesse funzioni e nella sua liberta', fino a poter essere sciolto dallo stesso Presidente del Consiglio, nel caso votasse contro una sua legge sulla quale fosse stata posta e negata la fiducia. L'intreccio tra sfiducia costruttiva e potere del Presidente del Consiglio di chiedere lo scioglimento delle Camere attribuisce a quest'ultimo un improprio strumento di pressione e rende marginale il ruolo del Presidente della Repubblica. I problemi del bicameralismo vengono aggravati, il procedimento legislativo complicato. Gli equilibri costituzionali sono profondamente alterati, cancellando garanzie e bilanciamenti propri di un sistema democratico. E ora si propone di passare da una repubblica parlamentare ad una presidenziale, di mutare dunque la stessa forma di governo, addirittura con un emendamento che sara' presentato in aula all'ultimo momento.

I firmatari di questo documento denunciano all'opinione pubblica la gravita' di questa iniziativa per i pregiudizi che puo' arrecare alle istituzioni della repubblica e si rivolgono a tutti i parlamentari perche' rinuncino a portare avanti una modifica tanto pericolosa del sistema costituzionale.

*

Umberto Allegretti, Gaetano Azzariti, Lorenza Carlassare, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Domenico Gallo, Ferdinando Imposimato, Raniero La Valle, Alessandro Pace, Alessandro Pizzorusso, Eligio Resta, Stefano Rodota', Gustavo Zagrebelsky

 

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Giuliano Crifo' (a cura di), Diritto, Feltrinelli, Milano 1972, 2 voll. per complessive pp. 682.

- Cesare Donati (a cura di), Dizionario critico del diritto, Savelli, Roma 1980, pp. 416.

- Gary Minda, Teorie postmoderne del diritto, Il Mulino, Bologna 2001, pp. XX + 432.

 

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

6. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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