Telegrammi. 969
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- Date: Sat, 30 Jun 2012 22:35:08 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 969 del primo luglio 2012
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: La strana citta' dei bevitori di veleno
2. L'appello dei giuristi in difesa della Costituzione
3. Segnalazioni librarie
4. La "Carta" del Movimento Nonviolento
5. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA STRANA CITTA' DEI BEVITORI DI VELENO
In quest'antica citta' di Viterbo da anni ed anni la popolazione e' avvelenata dall'arsenico presente nell'acqua che viene erogata nelle case dai pubblici acquedotti, arsenico presente in quantita' enormemente superiori al limite massimo ammesso dall'Unione Europea (limite massimo che oltretutto e' il doppio di quello stabilito dall'Organizzazione Mondiale della Sanita'). E la popolazione paga salate bollette per il veleno che riceve al posto dell'acqua potabile.
E poiche' il Comune si rifiuta ostinatamente di realizzare i dearsenificatori necessari per restituire alla popolazione il diritto all'acqua potabile - un diritto semplicemente vitale -, ebbene, chi puo' compra l'acqua minerale, chi puo' si rifornisce ad alcune poche fontanelle di acqua dichiarata dearsenificata, e chi non puo' si avvelena. Si avvelena. E, ripetiamolo, si avvelena perche' le istituzioni locali non realizzano i dearsenificatori necessari.
Si dira': forse il Comune non dispone di fondi. Ma il Comune da anni annuncia e promuove progetti faraonici per grandi opere assai discutibili o assolutamente folli; il Comune sostiene largamente attivita' di ogni sorta tra futili e superflue (per non dir peggio); il Comune sperpera senza ritegno il pubblico denaro. E la gestione del servizio idrico e' scandalosamente affidata a un carrozzone - la Talete spa - la cui abolizione sarebbe il primo dovere di una pubblica amministrazione decente.
La verita' e' che i fondi per realizzare i dearsenificatori sarebbero reperibili con una adeguata ricognizione del bilancio, con interventi impegnativi persuasi e appropriati (e nei mesi scorsi abbiamo anche formulato delle proposte operative al riguardo), con scelte di rigore e trasparenza nitide e intransigenti orientate al pubblico bene, ai bisogni primari di tutta la popolazione. Ma chi governa il Comune - e non solo - resta sordo, dando flagrante prova di insipienza ed irresponsabilita' (ed usiamo un eufemismo).
Cosi', tra clientes e circenses, l'avvelenamento continua, in quest'antica citta' di Viterbo.
*
Lo ripetiamo una volta ancora - come facciamo ormai da due anni a questa parte -:
a) le istituzioni locali devono prendere atto della drammatica realta' e dire finalmente la triste verita' ai cittadini: ovvero che da anni vengono avvelenati, che l'acqua che ricevono nelle case e per la quale pagano salate bollette e' semplicemente avvelenata;
b) le istituzioni locali devono realizzare subito dearsenificatori alla fonte impegnando per questo fondi del proprio bilancio, salvo successivamente rivalersi sulla Regione Lazio e su altri eventuali soggetti gestionali ed istituzionali inadempienti.
*
L'accesso all'acqua potabile e' un fondamentale dirittto umano.
Una pubblica amministrazione che non si impegna con tutte le sue risorse per garantire alla popolazione l'accesso all'acqua potabile e' semplicemente criminale.
Dearsenificare e rendere potabile l'acqua a Viterbo e' possibile e necessario: occorre quindi farlo subito.
Cessi finalmente l'avvelenamento della popolazione.
2. REPETITA IUVANT. L'APPELLO DEI GIURISTI IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE
[Riproponiamo ancora il seguente appello]
Con una inammissibile precipitazione il Senato ha approvato in commissione un disegno di legge di riforma costituzionale che s'intende portare in aula gia' martedi' prossimo. Ma la Costituzione non puo' essere profondamente mutata senza una vera discussione pubblica, senza che i cittadini adeguatamente informati possano far sentire la loro voce. E' inaccettabile che la richiesta di partecipazione, cosi' forte ed evidente proprio in questo momento, venga ignorata proprio quando si vuole addirittura modificare l'intero edificio costituzionale. I cittadini, che negli ultimi tempi sono tornati a guardare con fiducia alla Costituzione, non possono essere messi di fronte a fatti compiuti.
Offrendo ad una opinione pubblica offesa da prevaricazioni e prepotenze un'esigua riduzione del numero dei parlamentari, che passerebbero da 630 a 508 alla Camera e da 315 a 254 al Senato, si vuol cogliere l'occasione per alterare pericolosamente l'assetto dei poteri istituzionali (la riduzione dei parlamentari puo' essere affidata ad una legge costituzionale a se' stante, senza stravolgere la Costituzione). Viene attribuita una posizione assolutamente centrale al Presidente del Consiglio, mortificando il Parlamento e ridimensionando in maniera radicale la funzione di garanzia del Presidente della Repubblica. Il Parlamento e' conculcato nelle sue stesse funzioni e nella sua liberta', fino a poter essere sciolto dallo stesso Presidente del Consiglio, nel caso votasse contro una sua legge sulla quale fosse stata posta e negata la fiducia. L'intreccio tra sfiducia costruttiva e potere del Presidente del Consiglio di chiedere lo scioglimento delle Camere attribuisce a quest'ultimo un improprio strumento di pressione e rende marginale il ruolo del Presidente della Repubblica. I problemi del bicameralismo vengono aggravati, il procedimento legislativo complicato. Gli equilibri costituzionali sono profondamente alterati, cancellando garanzie e bilanciamenti propri di un sistema democratico. E ora si propone di passare da una repubblica parlamentare ad una presidenziale, di mutare dunque la stessa forma di governo, addirittura con un emendamento che sara' presentato in aula all'ultimo momento.
I firmatari di questo documento denunciano all'opinione pubblica la gravita' di questa iniziativa per i pregiudizi che puo' arrecare alle istituzioni della repubblica e si rivolgono a tutti i parlamentari perche' rinuncino a portare avanti una modifica tanto pericolosa del sistema costituzionale.
*
Umberto Allegretti, Gaetano Azzariti, Lorenza Carlassare, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Domenico Gallo, Ferdinando Imposimato, Raniero La Valle, Alessandro Pace, Alessandro Pizzorusso, Eligio Resta, Stefano Rodota', Gustavo Zagrebelsky
3. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Gregory Hanlon, Storia dell'Italia moderna 1550-1800, Il Mulino, Bologna 2002, Mondadori, MIlano 2012, pp. II + 578, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
- Costantino Porcu (a cura di), De Chirico, Skira'-Rcs, Milano 2004, 2012, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Anne Tyler, Moto ondoso stabile e altri racconti, Il sole 24 ore, Milano 2012, pp. 7, euro 2 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").
4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
5. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 969 del primo luglio 2012
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