Quello che offende. (Quasi una lettera aperta alla ministra dell'Interno)



 

QUELLO CHE OFFENDE. (QUASI UNA LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DELL'INTERNO)

Gentilissima Ministra dell'Interno,

Lei dice bene: offende che a degli esseri umani sia impedito di parlare sigillando la loro bocca con del nastro adesivo.

Ma offende anche che lo stato italiano deporti degli esseri umani. Deporti degli esseri umani.

Lei dice bene: offende che degli esseri umani siano maltrattati.

Ma offende anche che lo stato italiano dal 1998 abbia riaperto i campi di concentramento in cui i migranti sono detenuti. Abbia riaperto i campi di concentramento in cui i migranti sono detenuti.

Lei dice bene: offende che taluni adottino comportamenti che violano la dignita' delle persone.

Ma offende anche che lo stato italiano nel corso degli anni abbia imposto un cumulo di scellerate misure razziste che favoreggiano la schiavizzazione, la persecuzione e fin la morte di esseri umani che in Italia speravano di trovare invece accoglienza, aiuto, rispetto. Abbia imposto un cumulo di scellerate misure razziste che favoreggiano la schiavizzazione, la persecuzione e fin la morte di esseri umani che in Italia speravano di trovare invece accoglienza, aiuto, rispetto.

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Gentilissima Ministra dell'Interno,

faccia quindi una cosa buona e giusta: presenti in Consiglio dei Ministri un decreto per abolire immediatamente tutte le misure razziste introdotte nella legislazione italiana dalla fine del secolo scorso ad oggi.

Una cosa buona e giusta: abrogare il razzismo di stato in Italia e ripristinare la vigenza della Costituzione repubblicana, dello stato di diritto, della civilta'. Della civilta' umana.

Una cosa buona e giusta: abrogare il razzismo di stato in Italia e ripristinare il rispetto della dignita' umana nel nostro paese. Per tutti gli esseri umani.

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Distinti saluti,

 

Peppe Sini,

responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, che molti molti anni fa coordino' in Italia la campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano (poi anche in Italia criminali governi golpisti e razzisti imposero le misure hitleriane e il regime di apartheid che con questa lettera si chiede ancora una volta di abrogare)

 

Viterbo, 20 aprile 2012

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac at tin.it , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/