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Telegrammi. 727
- Subject: Telegrammi. 727
- From: Giacomo Alessandroni <g.alessandroni at peacelink.it>
- Date: Wed, 2 Nov 2011 15:31:24 +0100
- Sender: g.alessandroni at gmail.com
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 727 del 2 novembre 2011 Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Il diritto e il dovere di ogni essere umano di opporsi alla guerra e alla violenza 2. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele 3. Il primo novembre si e' svolto a Viterbo un incontro di testimonianza contro la guerra 4. Michele Boato: "Cimiteri della gioventu'" 5. Pilar Castel: Addio alle armi, con le parole di Ungaretti 6. Alfonso Liguori: Sulla guerra 7. Giuseppe Lumia: La pace e' un valore universale 8. Alessandro Marescotti: Ripudiare la guerra e la sua dannosa retorica 9. Carla Mariani: Non per amor di patria, ma per amor di umanita' 10. Pierluigi Vito: "La voce del sangue di tuo fratello" 11. Segnalazioni librarie 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento 13. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. IL DIRITTO E IL DOVERE DI OGNI ESSERE UMANO DI OPPORSI ALLA GUERRA E ALLA VIOLENZA Solo le persone amiche della nonviolenza degnamente ricordano e onorano le vittime delle guerre, non i poteri assassini che quelle vittime uccisero. E le persone amiche della nonviolenza ricordano e onorano le vittime delle guerre con l'impegno nonviolento contro la guerra, contro gli eserciti, contro le armi; con l'impegno nonviolento contro tutte le uccisioni e le persecuzioni; con l'impegno nonviolento in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani. Per questo il 4 novembre e' giusto e necessario organizzare iniziative nonviolente di commemorazione delle vittime, e non partecipare in alcun modo alle manifestazioni dei poteri assassini. E' assolutamente necessario non partecipare in alcun modo alle manifestazioni dei poteri assassini che celebrano se stessi e di nuovo offendono le loro vittime. E' assolutamente necessario promuovere commemorazioni nonviolente in cui con il semplice silenzioso ricordo ed omaggio alle vittime si afferma il diritto e il dovere di ogni essere umano di opporsi alla guerra e alla violenza. Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. 2. INIZIATIVE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DELL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE [Riproponiamo il seguente appello] Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele". Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni. * Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani. * A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni. Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani. Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. * Movimento Nonviolento per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Associazione per la pace per contatti: tel. (+39) 348392146, e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org Peacelink per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it Centro di ricerca per la pace di Viterbo per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ 3. INCONTRI. IL PRIMO NOVEMBRE SI E' SVOLTO A VITERBO UN INCONTRO DI TESTIMONIANZA CONTRO LA GUERRA Il primo novembre 2011 si e' svolto a Viterbo per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace" un incontro di testimonianza contro la guerra. Sono state ascoltate le testimonianze di persone che hanno vissuto il secondo conflitto mondiale e che hanno rievocato altresi' la memoria della prima guerra mondiale cosi' come era tramandata nella loro famiglia dalle persone della generazione precedente. L'incontro faceva parte della settimana di iniziative al cui centro vi sara' la commemorazione nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" che si svolgera' il 4 novembre. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ringrazia le persone anziane che sono state generosamente disponibili a narrare ad ascoltatori piu' giovani le memorie proprie e dei loro defunti genitori relative alle dolorose vicende belliche del Novecento. Dalle testimonianze degli anziani, dalla loro luminosa saggezza e profonda pieta', ancora piu' forte si leva l'imperativo morale e civile: mai piu' la guerra. 4. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. MICHELE BOATO: "CIMITERI DELLA GIOVENTU'" [Ringraziamo Michele Boato (per contatti: micheleboato at tin.it) per questo intervento. Michele Boato e' nato nel 1947, docente di economia, impegnato contro la nocivita' dell'industria chimica dalla fine degli anni '60, e' impegnato da sempre nei movimenti pacifisti, ecologisti, nonviolenti. Animatore di numerose esperienze didattiche e di impegno civile, direttore della storica rivista "Smog e dintorni", impegnato nell'Ecoistituto del Veneto "Alexander Langer", animatore del bellissimo periodico "Gaia" e del foglio locale "Tera e Aqua". Ha promosso la prima Universita' Verde in Italia. Parlamentare nel 1987 (e dimessosi per rotazione un anno dopo), ha promosso e fatto votare importanti leggi contro l'inquinamento. Con significative campagne nonviolente ottiene la pedonalizzazione del centro storico di Mestre, contrasta i fanghi industriali di Marghera. E' impegnato nella campagna "Meno rifiuti". E' stato anche presidente della FederConsumatori. Gia' apprezzato assessore regionale del Veneto. Con Mao Valpiana e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E' una delle figure piu' significative dell'impegno ecopacifista e nonviolento, che ha saputo unire ampiezza di analisi e concretezza di risultati, ed un costante atteggiamento di attenzione alle persone rispettandone e valorizzandone dignita' e sensibilita'. Tra le opere di Michele Boato: ha curato diverse pubblicazioni soprattutto in forma di strumenti di lavoro; cfr. ad esempio: Conserva la carta, puoi salvare un albero (con Mario Breda); Ecologia a scuola; Dopo Chernobyl (con Angelo Fodde); Adriatico, una catastrofe annunciata; tutti nei "libri verdi", Mestre; nella collana "tam tam libri" ha curato: Invece della tv rinverdire la scuola (con Marco Scacchetti); Erre magica: riparare riusare riciclare (con Angelo Favalli); In laguna (con Marina Stevenato); Verdi tra governo e opposizione (con Giovanna Ricoveri). Un'ampia intervista a Michele Boato curata da Diana Napoli e' apparsa nei nn. 157-158 di "Voci e volti della nonviolenza", un'altra a cura di Paolo Arena e Marco Graziotti e' apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 299] La retorica del "milite ignoto" non riesce a farci dimenticare che il fiume Piave, il monte Grappa, la citta' di Gorizia non sono stati luoghi di gloria, ma, come risuona ancora nelle canzoni di quella guerra, luoghi maledetti, "cimiteri della gioventu'". L'inutile strage, ben spiegata nella Lettera ai cappellani militari di don Milani, resta sulla coscienza di ufficiali assassini, come il generale Cadorna (il cui nome incredibilmente sta ancora ad indicare le strade di moltissime citta'), monarchi e politici conniventi (dai Savoia ai Mussolini, fino ai liberali e socialisti interventisti), industriali e agrari sempre a caccia di nuovi affari con le commesse dell'esercito e intellettuali folli alla Marinetti. Ai morti il nostro commosso ricordo, agli speculatori la condanna e il disprezzo della storia. 5. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. PILAR CASTEL: ADDIO ALLE ARMI, CON LE PAROLE DI UNGARETTI [Ringraziamo Pilar Castel (per contatti: pilarcastel at hotmail.it) per questo intervento. Pilar Castel e' autrice, attrice, artista multimediale, formatrice e docente, da sempre impegnata per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani] Giovedi' 3 novembre: Addio alle armi! Mettiamo alla finestra o sul balcone la bandiera della pace e una bandiera bianca con su scritto "Basta guerre!". * Laboratorio permanente di pace, creato da Pilar Castel, a Trevignano Romano. Letture poesia arte incontri seminari teatro musica danza video artigianato eventi feste per la ricerca e l'affermazione della cultura della nonviolenza. Ogni giovedi' dalle ore 20 presso la Sala Fontana (lungolago cinema Palma). * Giuseppe Ungaretti: Veglia Cima Quattro il 23 dicembre 1915 Un'intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore Non sono mai stato tanto attaccato alla vita 6. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. ALFONSO LIGUORI: SULLA GUERRA [Ringraziamo Alfonso Liguori (per contatti: alfonso.liguori at alice.it) per questo intervento. Su Alfonso Liguori dal sito "Jura gentium" riprendiamo la seguente scheda: "Alfonso Liguori (Mercato San Severino, 1973) si e' laureato in Giurisprudenza presso l'Universita' degli Studi di Salerno (2001). Si perfeziona, presso l'ateneo salernitano, in "Diritto e management della new economy" (2002). Consegue il titolo di dottore di ricerca in "Etica e filosofia politico-giuridica", con una tesi sul filosofo Juergen Habermas (Universita' di Salerno, 2006). Esercita, dal 2007, la professione di avvocato. E' autore di vari articoli di filosofia politica e del diritto, recensioni e saggi. Tra le sue pubblicazioni, sul 'Bollettino telematico di filosofia politica': La societa' civile postnazionale; Realismo politico, democrazia, modernita'. Il principato democratico di Danilo Zolo undici anni dopo; Teoria critica, capitalismo, democrazia. Note su Habermas. Su 'Jura Gentium': La teoria dei diritti fondamentali di Luigi Ferrajoli. Considerazioni epistemologiche e politiche. I suoi interessi vertono su temi di filosofia politica e del diritto"] Nella ricorrenza della prima guerra mondiale - l'inutile strage, come ebbe a definirla papa Benedetto XV nel 1917 - si ricordano, certo, le virtu' di coloro che combatterono pro patria e per un'idea di liberta' dallo "straniero"; ma dovremmo ricordare, soprattutto, la catastrofe seguita a quella guerra ed allo stesso secondo conflitto mondiale. Milioni di vittime, anche innocenti, ed immani distruzioni sconvolsero l'Europa, e non solo. Ed oggi, a molta distanza temporale, dagli studi storici sappiamo che non solo il nazionalismo e, poi, le ideologie totalitarie spinsero i Paesi al conflitto, ma anche gli imponenti interessi economici delle industrie belliche e del capitalismo "espansivo". Forse oggi, piu' di prima, emerge non solo l'inutilita' ma anche la pericolosita' etica della guerra; nell'attuale periodo tardo-moderno (o postmoderno) il conflitto militare perde ogni caratteristica presuntivamente ideale ovvero, storicamente, di conquista: si spoglia dei suoi aspetti tradizionali per assumere, violentemente, un carattere ideologico e di legittimazione del capitalismo globale. Si pensi alle cosiddette "guerre giuste" combattute - supremo paradosso - nel nome dei "diritti umani" e per l'esportazione della liberta' e della democrazia. E si pensi, altresi', alla "war on terrorism", globale e ideologica per definizione, seguita agli attentati dell'11 settembre 2001, su cui ancora oggi stenta a definirsi la verita'. Annoveriamo, cosi', la prima guerra del Golfo; l'intervento militare nella ex-Jugoslavia; le guerre di Afghanistan e di Iraq motivate, assurdamente, dalla provocazione terroristica e dalle fantomatiche "armi di distruzione di massa" dei dittatori musulmani. Conflitti illeciti, secondo ogni diritto internazionale e civilta' giuridica degna di tale nome. Le menzogne del potere rivelano, ormai, il carattere globale e profondamente ideologico della guerra attuale; guerra solitamente violenta e distruttrice, ma utile e funzionale al potere: al potere neo-imperiale del capitalismo globale, agli interessi geo-economici delle grandi potenze (soprattutto d'Occidente) e delle corporations industriali e delle grandi banche. Nessuna virtu' nella guerra del potere, che arruola persino mercenari e gente bisognosa di "lavoro"; ma solo espressione del carattere violento del capitale post-moderno. A quella violenza va opposta la democrazia dei cittadini liberi, delle moltitudini; di quelle moltitudini che oggi, seppure ancora soggette al capitalismo predatorio, potrebbero, in prospettiva, dar luogo ad una battaglia pacifica, ma decisa e conflittuale, per una possibile "societa' umanistica", per la prevalenza dei migliori ideali antropologici ed etici del genere umano. 7. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. GIUSEPPE LUMIA: LA PACE E' UN VALORE UNIVERSALE [Ringraziamo Giuseppe Lumia (per contatti: ufficiostampa at giuseppelumia.it) per questo intervento. Giuseppe Lumia, senatore, e' una delle figure di riferimento del movimento antimafia. Dal sito www.giuseppelumia.it riprendiamo la seguente scheda: "Giuseppe Lumia e' nato a Termini Imerese il 28 giugno 1960. Consulente di piccole e medie imprese, formatore manager d'impresa, ha iniziato il suo impegno sociale con l'Azione Cattolica Italiana dove ha ricoperto vari incarichi: responsabile del Movimento Studenti della diocesi di Palermo, consigliere diocesano del settore giovani, vice Presidente nazionale della Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). E' stato responsabile nazionale del settore Cooperative sociali del Centro nazionale per lo sviluppo della cooperazione e dell'autogestione (Cenasca nazionale), nonche' consulente Formez per le politiche sociali del volontariato e per i soggetti sociali non profit del Mezzogiorno. Per diversi anni ha ricoperto l'incarico di Presidente nazionale del Movi (Movimento di Volontariato Italiano), con il risultato di federare piu' di mille gruppi di volontariato in Italia. E' tra i promotori del Terzo Settore Sociale, che raccoglie in tutta Italia esponenti del volontariato, dell'associazionismo, del lavoro e delle imprese: per coniugare legalita' e sviluppo, contro la mafia e l'individualismo, per una cultura di giustizia sociale, di pace, di salvaguardia dell'ambiente. Ha promosso, inoltre, la 'Costituente della Strada' ed il Movimento politico 'Agire solidale'. Nel 1990 partecipa da indipendente alla fondazione del Partito Democratico della Sinistra, divenendo componente del primo Comitato nazionale. Aderisce in seguito ai Democratici di Sinistra, entrando a far parte della Direzione nazionale. Il 13 aprile 2008 e' eletto Presidente dell'Assemblea costituente del Pd siciliano. Attualmente e' senatore della Repubblica. Membro della V Commissione permanente (Bilancio) e componente della Commissione Parlamentare Antimafia, fa parte del gruppo del Partito Democratico. Oltre alla lotta alla mafia, si e' occupato in particolare della chiusura dei residui manicomiali (relatore dell'indagine conoscitiva sulla chiusura degli ospedali psichiatrici), della Croce Rossa (relatore dell'indagine conoscitiva sulla Croce Rossa Italiana), della riforma dell'assistenza e del settore delle tossicodipendenze, argomento di cui si occupa da diversi anni (relatore della legge 45 del 9 febbraio 1999 sulle tossicodipendenze). Numerose le iniziative intraprese e le proposte di legge presentate come primo firmatario e cofirmatario in materia di: promozione della piccola e media impresa nel settore dell'agricoltura, dell'artigianato, del commercio, della pesca, dell'industria e del turismo; assistenza dei servizi sociali a favore del singolo e del nucleo familiare; innalzamento del limite d'eta' per l'accesso alla Pubblica Amministrazione; interventi di prevenzione delle condizioni di disagio e di poverta'; assistenza farmaceutica e sanita'; razionalizzazione della finanza pubblica; disposizioni per l'attuazione del testo unico sulle tossicodipendenze; misure per il risanamento e l'occupazione nelle aree depresse"] Quasi un secolo fa, il 4 novembre 1918, si pose finalmente fine alla cosiddetta Grande guerra: una follia imperialista degli Stati nazionali, pagata da milioni di vittime e da immani distruzioni. I decenni di pace che si sono susseguiti dalla seconda meta' del '900 fino ai giorni nostri hanno consentito all'Occidente di prosperare. Eppure ancora oggi in molte parti del mondo si combattono guerre per le quali continuano a morire milioni di persone e ad essere devastati territori e citta'. Le cause sono sempre le stesse: gli interessi economici delle grandi potenze e dei comitati di affari internazionali proprio di quella parte del pianeta che vive nella pace e nel benessere. Basta un pretesto, un casus belli, oppure una vera emergenza umanitaria per giustificare l'intervento militare della "comunita' internazionale", attenta e pronta ad agire in difesa della democrazia guarda caso sempre nei confronti di quei Paesi ricchi di petrolio e materie prime. Accanto a queste guerre dichiarate, enfatizzate dai media, ci sono tanti altri conflitti dimenticati, soprattutto in Africa, dove i Paesi industrializzati e le multinazionali giocano ruoli sporchi e ambigui, per la posta in gioco. In definitiva il cammino verso la pace e' ancora molto lungo e pieno di insidie, soprattutto per gli inganni perpetrati nei confronti dell'opinione pubbblica e le responsabilita' dell'Occidente. Ecco perche' c'e' bisogno di un grande lavoro di controinformazione e di educazione alla nonviolenza per promuovere una coscienza dei diritti e delle liberta', capace di mobilitare un fronte civile per la pace. L'anniversario della fine della prima guerra mondiale rappresenta un'occasione per fare memoria di una tragedia che ha colpito il mondo intero e imparare dalla storia che la pace e' un valore universale da perseguire attraverso la giustizia e lo sviluppo in ogni angolo del pianeta. 8. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. ALESSANDRO MARESCOTTI: RIPUDIARE LA GUERRA E LA SUA DANNOSA RETORICA [Ringraziamo Alessandro Marescotti (per contatti: a.marescotti at peacelink.it) per questo intervento. Alessandro Marescotti e' nato nel 1958 e si e' laureato in Filosofia nel 1980. Insegna Italiano e Storia nelle scuole medie superiori. Nel 1991 e' stato fra i fondatori di PeaceLink, rete telematica per la pace, di cui e' attualmente presidente. Con Carlo Gubitosa ed Enrico Marcandalli ha scritto "Telematica per la pace" (Apogeo, 1996). La propria esperienza scolastica e' raccontata nel libro "Apri una finestra sul mondo: telematica e scuola, un'esperienza di solidarieta' con l'Africa" (Multimage, 1997). Ha inoltre scritto "Storia della pace e dei diritti umani" (www.peacelink.it/storia/a/2707.html) e "Diario di rete" (www.peacelink.it/peacelink/a/27503.html) entrambi scaricabili sito di PeaceLink in formato elettronico. E' impegnato anche sulle questioni ambientali e in particolare ha denunciato alla magistratura l'inquinamento da diossina a Taranto] La "festa" del 4 novembre fu una ricorrenza istituita dal fascismo per trasformare le vittime di una spietata guerra - non voluta dalla gran maggioranza degli italiani e che oggi non sarebbe consentita in quanto non era difensiva - in eroi coraggiosi che si immolavano per la Patria. Furono costruiti monumenti ai caduti e agli insegnanti fu chiesto di celebrare le forze armate. Questa eredita' non e' stata sufficientemente sottoposta a critica con l'avvento della Repubblica. Ecco perche' un sano esercizio civile e' quello di riappropriarsi, ai sensi dell'articolo 11 della Costituzione, della storia nazionale per ripudiare la guerra e la sua dannosa retorica. Per il 4 novembre chiunque puo' fare alcune cose semplici ed efficaci. Ne segnalo quattro. La prima e' semplicissima: esporre la bandiera della pace durante la cerimonia ufficiale. E' stato gia' fatto e non e' rischioso. Basta portarsi in tasca un foglietto con tutte le norme e dimostrare che non si sta violando nessuna legge esponendo la bandiera arcobaleno. Le norme si possono scaricare da PeaceLink cliccando su www.peacelink.it/pace/a/2011.html L'importante e' esporre la bandiera della pace in silenzio, senza recare alcun disturbo in modo da non violare l'articolo 654 del Codice Penale: Art. 654 Grida e manifestazioni sediziose: "Chiunque, in una riunione che non sia da considerare privata a norma del n. 3 dell'art. 266, ovvero in un luogo pubblico, aperto o esposto al pubblico, compie manifestazioni o emette grida sediziose e' punito, se il fatto non costituisce un piu' grave reato, con l'arresto fino a un anno". La seconda cosa da fare e' quella di documentare l'azione nonviolenta. Durante il gesto simbolico e' infatti importante essere filmati e fotografati in modo da mettere sul web le immagini. Se si dispone di uno smartphone le immagini possono finire in tempo reale su Facebook. La terza cosa si scarica facilmente dal web e consiste nella distribuzione di un volantino di informazione. Questo per diffondere una corretta informazione storica. Chiunque puo' costruirsi un volantino o un dossier cercandosi le informazioni ma se non si ha tempo per confezionare un testo ve ne e' gia' uno pronto sul web, ben impaginato e lo si trova a questo indirizzo: www.peacelink.it/dossier/4novembre/4nov.pdf Nel volantino vi sono le straordinarie parole di un soldato che, con linguaggio sgrammaticato ma efficace, scrive al re esordendo cosi': "Maesta' inviamo a V.M. questa lettera per dirvi che finite questo macello inutile. Avete ben da dire voi, che e' glorioso il morire per la Patria. E a noi sembra invece che siccome voi e i vostri porchi ministri che avete voluto la guerra che in prima linea potevate andarci voi e loro. Ma invece voi e i vostri mascalzoni ministri, restate indietro e ci mandate avanti noi poveri diavoli...". Infine la quarta cosa: organizzare a scuola un momento di riflessione sulla guerra. Possibilmente all'interno di un percorso complessivo di educazione alla pace. Ed e' quello che faro'. Su PeaceLink e' disponibile una "Storia della pace" a questo indirizzo www.peacelink.it/storia nella quale e' dedicato ampio spazio a quanto e' accaduto durante la prima guerra mondiale. Per i 150 anni di Italia unita un po' di controinformazione storica non guasta. 9. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. CARLA MARIANI: NON PER AMOR DI PATRIA, MA PER AMOR DI UMANITA' [Ringraziamo Carla Mariani (per contatti: carla.mariani1 at virgilio.it) per questo intervento. Da un'ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonvioenza in cammino" n. 312 del 13 settembre 2010 riprendiamo la seguente notizia autobiografica: "Sono Carla Mariani, ho 58 anni, sono madre e nonna. Sono in pensione dal lavoro retribuito. Penso di essere un'artigiana della pace, cosi' come i miei compagni e compagne che in Colombia stanno costruendo processi di pace e di resistenza civile nonviolenta. Mi sento palestinese, curda, rom, sinta, zingara, indigena, ebrea, musulmana, cristiana, omosessuale, povera, spero che tutti i popoli che stanno lottando per la loro autodeterminazione e per l'affermazione della vita sulla morte mi considerino loro compagna. Sono comunista. Ho cercato di portare il mio contributo alla causa del popolo palestinese e alla lotta di liberazione dei popoli indigeni, contadini e afrodiscendenti della Colombia, ho cercato di conoscere la dimensione dei difensori dei diritti umani attraverso l'esperienza nella Rete Italiana di Solidarieta' Colombia Vive! ed il mio lavoro presso l'Ufficio per la pace del Comune di Narni, che ho fortemente voluto. Faccio parte dell'Associazione per l'educazione permanente alla giustizia e alla pace, di Narni per la Pace e della Rete italiana di solidarieta' con le comunita' di pace e in resistenza civile colombiane Colombia Vive! Onlus. Sono stata due volte in Palestina e due volte in Colombia. Mi sento in cammino verso la nonviolenza. Ho collaborato alla cura del libro Seminando vita e dignita'. La comunita' di pace di San Jose' de Apartado': dieci anni di resistenza nonviolenta alla guerra, pubblicato dalla casa editrice Gandhi Edizioni di Pisa come n 13 dei "Quaderni Satyagraha", 2007(edizione bilingue spagnolo-italiano); ho interamente curato la pubblicazione Fischia il vento: Narni 8 settembre 1943 - 13 giugno 1944, edito dal Comune di Narni, giugno 2008"] Conficcati ancora dentro l'ennesima guerra di aggressione - illegale, illegittima, vergognosa, quella della Libia che rappresenta il nuovo modello di colonizzazione -, ci troviamo impegnati a riflettere sul concetto di guerra e di morte all'avvicinarsi del 4 novembre, giorno in cui, nel 1918, si concluse la prima guerra mondiale: 650.000 morti italiani. Ancora oggi ci troviamo a contrastare la linea di indirizzo delle celebrazioni ufficiali di questa giornata che scelleratamente continuano nel presentare la magnificenza delle Forze Armate, invece di rendere il giusto omaggio di pietas e di amore fraterno alle vittime. Tutto cio', nonostante la morte dei nostri cari a causa delle guerre sia presente oggi nelle nostre vite con una ricorrenza quasi quotidiana. Invece di opporci alla guerra siamo diventati indifferenti alla guerra. Probabilmente i messaggi forti e subdoli che ci arrivano dai mezzi di comunicazione di massa ce la fanno accogliere come necessaria e indispensabile per garantire il nostro standard di vita, facendoci accettare un mondo rovesciato, dove impera il capitale e l'uomo e' considerato un esubero. Dice Eduardo Galeano che oggi quello che avanza "sobra" sono gli uomini, e quindi il sistema non potendo moltiplicare i pani sopprime i commensali. Sette miliardi di persone, troppe, troppe. Tra le manifestazioni ufficiali organizzate dal Governo, Ministero della Difesa in testa, mi ha colpito con grande amarezza e dolore quella della presentazione di un libro avvenuta a Roma il 27 ottobre 2011 presso Palazzo Barberini, Sala del Trono. Il libro in questione si intitola Il vento negli occhi - Un libro sulle donne militari. E' un libro fotografico sulle donne militari nato dalla collaborazione con il periodico dello Stato Maggiore della Difesa "Informazioni della Difesa". Non ho visto il libro, ne' letto, ne' sfogliato, so che racconta delle donne soldato italiane impegnate in Afghanistan. Le foto saranno oggetto di una mostra che sara' allestita al Circo Massimo in occasione della Giornata delle Forze Armate il 4 novembre. Noi donne utilizzate dal regime, ancora una volta, strumento leggero, soave per ingentilire la guerra. Quello che mi ha colpito sono le parole del ministro della Difesa durante la presentazione del libro: "Le donne rappresentano un'opportunita' di crescita per le Forze Armate, anche perche' per determinati compiti sono piu' adatte degli uomini. Purtroppo, pero', sono ancora troppo poche". Quindi una donna, che di solito e' fonte di vita per il fatto di partorire figli e figlie, diventa piu' adatta degli uomini per uccidere! Questi uomini che vogliono lasciare alle donne i compiti piu' ingrati! E poi lo stupore mi ha gelato quando ho letto nel comunicato del Ministero della Difesa che "nel libro appare evidente un comune denominatore: la passione e l'amore per la Patria che... e' divenuto un sentimento forte, preponderante e radicato". Per favore, basta con l'Amor di Patria! Basta! La patria non e' un valore da difendere, non si difende la patria, dobbiamo difendere l'Umanita'. Diffido dei concetti di patria e nazione perche' troppo imbevuti di sangue. E' l'Umanita' che ha bisogno di essere difesa in questo preciso momento storico perche' e' essa che continuamente viene vituperata, offesa, colpita, violata, uccisa. Dobbiamo lottare per difendere le nostre coscienze dall'inaridimento, restiamo umani! Non posso fare a meno a questo punto di ricordare le provvidenziali, divinatrici parole di Virginia Woolf: "in quanto donna non ho patria, in quanto donna non voglio patria alcuna, in quanto donna la mia patria e' il mondo intero". Condivido in pieno questa critica energica alla societa' patriarcale basata sul militarismo, il dominio e lo sterminio dell'altro, come Virginia rifiuto di sentirmi radicata in un territorio, per non trovare un giorno giustificazione all'ennesimo sterminio. Restiamo umani! 10. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. PIERLUIGI VITO: "LA VOCE DEL SANGUE DI TUO FRATELLO" [Ringraziamo Pierluigi Vito (per contatti: vito at tv2000.it) per questo intervento. Pierluigi Vito (Viterbo, 1974), amico della nonviolenza, giornalista televisivo, gia' obiettore di coscienza, e' impegnato nell'Azione cattolica, ed e' persona di squisita gentilezza e straordinaria generosita'. Giornalista professionista, e' redattore dell'area cultura di TV2000 (ex Sat2000) impegnato in particolare nelle trasmissioni "La compagnia del libro" e "Nel cuore dei giorni"; laureato in scienze politiche alla Sapienza di Roma, e' stato allievo degli storici Pietro Scoppola ed Emilio Gentile; ha diretto dal 1999 al 2002 il mensile nazionale dei giovani di Azione Cattolica "Graffiti". Tra le opere di Pierluigi Vito: Antenna proibita, Zona 2009. Il suo blog e' su http://pierluigivito.altervista.org] Caino alzo' la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: "Dov'e' Abele, tuo fratello?". Egli rispose: "Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?". Riprese: "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!" (Gn 4, 8-10). Dov'e' tuo fratello? Quando tacciono le armi, le grida e il frastuono della battaglia, la domanda risuona su un campo di cadaveri, sulle macerie del mondo. Eccolo tuo fratello, straziato, fucilato, decapitato, dilaniato. Puoi voltargli le spalle, ma e' li' che urla la sua presenza. L'altra domanda e' ancora piu' terribile: Che hai fatto? Chi ha il coraggio di rispondere? Chi ha il coraggio di ammettere di aver ucciso un uomo uguale a se'? Di aver posto fine ai suoi respiri, ai suoi sogni, ai suoi amori, alle sue speranze, ai suoi desideri, alle sue risate, alle sue lacrime, ai suoi affetti, alle sue parole, ai suoi sguardi, in tutto identici al di qua e al di la' del mirino. Non era compito mio custodirlo, dici. E sbagli. Perche' nella fragilita' dell'esistenza, giorno per giorno, ci scopriamo bisognosi gli uni degli altri. Affidati gli uni agli altri. Desiderosi gli uni degli altri. Necessari gli uni per gli altri. E a cosa e' servito uccidere tuo fratello, se non a renderti piu' povero e piu' solo, piu' impaurito e piu' tormentato? Se non a innalzare, piu' forte a ogni colpo, quella voce del sangue che ti insegue - che ci insegue - e che i millenni non riescono a spegnere? 11. SEGNALAZIONI LIBRARIE Riletture - A. Virgilio Savona, Michele L. Straniero, Canti della Resistenza italiana, Rizzoli, Milano 1985, pp. 558. * Riedizioni - Sigmund Freud, Sessualita' e vita amorosa, Newton Compton, Roma 1989, 2011, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 312, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore"). - Silvia Vegetti Finzi, Quando i genitori si dividono. Le emozioni dei figli, Mondadori, Milano 2005, Rcs, Milano 2011, pp. XXVIII + 376, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). 12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 13. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 727 del 2 novembre 2011 Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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