Telegrammi. 725



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 725 del 31 ottobre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

2. Luigi Sandri: "Solo la pace e' giusta"

3. Bob Dylan

4. Bob Dylan: Soffia nel vento

5. Bob Dylan: Padroni della guerra

6. Bob Dylan: Una dura pioggia cadra'

7. Bob Dylan: I tempi stanno cambiando

8. Bob Dylan: Con Dio dalla nostra parte

9. Il 30 ottobre a Viterbo si e' svolta una lettura di lettere di vittime della guerra

10. Anna Bravo presenta "Non e' da tutti" di Luisa Muraro

11. Segnalazioni librarie

12. La "Carta" del Movimento Nonviolento

13. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DELL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Associazione per la pace

per contatti: tel. (+39) 348392146, e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

2. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. LUIGI SANDRI: "SOLO LA PACE E' GIUSTA"

[Ringraziamo Luigi Sandri (per contatti: luidav at tin.it) per questo intervento.

Luigi Sandri, giornalista e scrittore, nato a Tuenno, in Val di Non, nel 1939, gia' corrispondente dell'Ansa da Mosca e Tel Aviv, vaticanista dell'"Ecumenical News International" di Ginevra, de "L'Adige" di Trento e de "Il Mattino di Bolzano", redattore di "Confronti", esperto della questione mediorientale, autorevole commentatore e collaboratore di vari quotidiani e riviste, partecipe dei movimenti che si impegnano per una profonda riforma della Chiesa cattolica nella direzione indicata dal Concilio Vaticano II, e' da sempre impegnato per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani. Tra le opere di Luigi Sandri: Dio in Piazza Rossa. Il ruolo dei cristiani nell'Urss della perestrojka, 1991; L'ultimo papa re. Wojtyla, breve storia di un pontificato controverso, Datanews, Roma 1996; Citta' santa e lacerata. Gerusalemme per ebrei, cristiani, musulmani. Editrice Monti, Saronno 2001; Cronache dal futuro, Gabrielli, San Pietro in Cariano (Vr) 2008]

 

Il 4 novembre ricorda lo stesso giorno del 1918 quando per l'Italia termino' vittoriosamente la prima guerra mondiale. Tuttavia, per chi voglia riflettere, questa data non rimanda ad un particolare evento bellico ma, piuttosto, invita a riflettere sulla guerra in se'. E', essa, strumento per risolvere i problemi che inevitabilmente nascono tra le nazioni o, piuttosto, invece che portare soluzioni e' matrice di altre future guerre? La domanda non e' retorica: e anche (anche) per le "ingiuste paci" che conclusero il primo conflitto mondiale si avviarono quei movimenti e quelle rivendicazioni che portarono poi alla ancora piu' devastante seconda guerra mondiale.

Il dopo-guerra non e' stato funestato, per fortuna, da una terza guerra mondiale: ma quante sono state le guerre "limitate", eppure violentissime? Decine e decine. A tutt'oggi il pianeta vede il Medio Oriente, l'Africa del Nord, l'Afghanistan e il Pakistan gravati da conflitti, dichiarati o meno, che provocano infiniti lutti.

L'idea che non sia la guerra, che non siano le armi la chiave per risolvere i conflitti, fa fatica ad imporsi. Ancora minoranza sono, nel mondo, le persone che ritengono necessario abolire la guerra dall'agenda dell'umanita'. Impresa asperrima, certo, anche perche' rimane sempre aperto il problema di come difendere Abele dalla prepotenza di Caino.

Nel maggio scorso si e' svolta a Kingston, in Giamaica, una Convocazione ecumenica internazionale sulla pace, organizzata dal Consiglio ecumenico delle Chiese. La' un migliaio di delegati provenienti da molte Chiese del mondo hanno proclamato che non la guerra, ma "solo la pace e' giusta". E la strada per raggiungere la pace e' quella della nonviolenza.

Non solo minoranze cristiane, naturalmente, ma anche donne e uomini di altre fedi e religioni, credenti, diversamente credenti, e anche atei o agnostici si interrogano, con grande preoccupazione, sul futuro possibile del pianeta. Nessuno ha in mano una ricetta risolutiva; ma, tutti insieme, determinati a proclamare e fare giustizia, pace e impegno per salvaguardare la terra e il creato, possono dare un contributo formidabile per salvare l'umanita' e l'ecosistema. Se le enormi risorse che oggi vengono consumate per gli armamenti venissero "deviate" per sradicare fame, malattie e poverta', certamente il mondo sarebbe piu' sicuro e la convivenza internazionale piu' garantita.

Entrare nell'idea che l'idea stessa della guerra debba essere bandita non e' un processo facile, anche perche' chi si arricchisce con le armi certo si opporra' a questa presa di coscienza. Ma come e' ormai crescente, e in molti paesi di dominio comune nella mentalita' della gente, che la pena di morte non sia il prezzo necessario per salvaguardare l'ordine pubblico e punire i malfattori (la permanenza della pena di morte, nei paesi in cui vige, viene ogni giorno piu' contestata), cosi' non e' un sogno romantico pensare che possa diventare elemento costitutivo della mentalita' della gente l'opposizione di principio alla guerra. Una "conversione" che non verra' da un momento all'altro, ne' senza ritardi e contraddizioni; ma verra', se chi gia' ha maturato tale consapevolezza si dimostrera' testimone credibile quando affermera' che "solo la pace e' giusta".

 

3. AUTORI. BOB DYLAN

 

Non occorre presentare Bob Dylan, ne' queste canzoni: non c'e' persona impegnata per la pace e i diritti umani che non le abbia, se non cantate, almeno ascoltate.

Blowin' in the wind, Masters of war e A hard rain's a-gonna fall sono nell'album "The freewheelin' Bob Dylan" (1963); The times they are a-changin' e With God on our side sono nell'album "The times they are a-changin'" (1964). Le traduzioni che proponiamo sono quelle di Stefano Rizzo in Bob Dylan, Blues, ballate e canzoni, Newton Compton, Roma 1972.

 

4. TESTI. BOB DYLAN: SOFFIA NEL VENTO

 

Quante strade deve percorrere un uomo

prima di poterlo chiamare un uomo

e quanti mari deve navigare una bianca colomba

prima di dormire sulla sabbia

e quante volte debbono volare le palle di cannone

prima di essere proibite per sempre

la risposta amico soffia nel vento

la risposta soffia nel vento

 

E quanti anni puo' una montagna esistere

prima di essere spazzata verso il mare

e quanti anni possono gli uomini esistere

prima di essere lasciati liberi

e quante volte puo' un uomo volgere il capo

e fare finta di non vedere

la risposta amico soffia nel vento

a risposta soffia nel vento

 

E quante volte deve un uomo guardare in alto

prima di poter vedere il cielo

e quanti orecchi deve un uomo avere

prima di poter sentire gli altri che piangono

e quanti morti ci vorranno prima che lui sappia

che troppi sono morti

la risposta amico soffia nel vento

la risposta soffia nel vento

 

5. TESTI. BOB DYLAN: PADRONI DELLA GUERRA

 

Venite padroni della guerra

voi che costruite i grossi cannoni

voi che costruite gli aeroplani di morte

voi che costruite tutte le bombe

voi che vi nascondete dietro i muri

voi che vi nascondete dietro le scrivanie

voglio solo che sappiate

che posso vedere attraverso le vostre maschere

 

Voi che non avete mai fatto nulla

se non costruire per distruggere

voi giocate con il mio mondo

come se fosse il vostro piccolo giocattolo

voi mettete un fucile nella mia mano

e vi nascondete dai miei occhi

e vi voltate e correte lontano

quando volano le veloci pallottole

 

Come Giuda dei tempi antichi

voi mentite ed ingannate

una guerra mondiale puo' essere vinta

voi volete che io creda

ma io vedo attraverso i vostri occhi

e vedo attraverso il vostro cervello

come vedo attraverso l'acqua

che scorre giu' nella fogna

 

Voi caricate le armi

che altri dovranno sparare

e poi vi sedete e guardate

mentre il conto dei morti sale

voi vi nascondete nei vostri palazzi

mentre il sangue dei giovani

scorre dai loro corpi

e viene sepolto nel fango

 

Avete causato la peggior paura

che mai possa spargersi

paura di portare figli

in questo mondo

poiche' minacciate il mio bambino

non nato e senza nome

voi non valete il sangue

che scorre nelle vostre vene

 

Che cosa so io

per parlare quando non e' il mio turno

direte che sono giovane

direte che non so abbastanza

ma c'e' una cosa che so

anche se sono piu' giovane di voi

che perfino Gesu' non perdonerebbe

quello che fate

 

Voglio farvi una domanda

il vostro denaro vale cosi' tanto

vi comprera' il perdono

pensate che potrebbe

io penso che scoprirete

quando la morte esigera' il pedaggio

che tutti i soldi che avete accumulato

non serviranno a ricomprarvi l'anima

 

E spero che moriate

e che la vostra morte venga presto

seguiro' la vostra bara

un pallido pomeriggio

e guardero' mentre vi calano

giu' nella fossa

e staro' sulla vostra tomba

finche' non saro' sicuro che siete morti

 

6. TESTI. BOB DYLAN: UNA DURA PIOGGIA CADRA'

 

E dove sei stato

figlio dagli occhi azzurri

dove sei stato

dolce mio figlio

ho inciampato nel fianco

di dodici montagne nebbiose

ho camminato e strisciato

su sei strade contorte

ho camminato nel mezzo

di sette tristi foreste

sono stato davanti

dodici oceani morti

sono stato diecimila miglia

nella bocca di un cimitero

e una dura dura

dura pioggia cadra'

 

E cosa hai visto

figlio dagli occhi azzurri

cosa hai visto

dolce mio figlio

ho visto un neonato

e bianchi lupi lo circondavano

ho visto una strada di diamanti

e nessuno vi camminava

ho visto un ramo nero

e il sangue ne gocciolava

ho visto una stanza piena di uomini

e i loro martelli sanguinavano

ho visto una scala bianca

tutta coperta di acqua

ho visto diecimila che parlavano

e le loro parole erano un balbettio

ho visto fucili e spade affilate

nelle mani di bambini

e una dura dura

dura pioggia cadra'

 

E cosa hai sentito

figlio dagli occhi azzurri

cosa hai sentito

dolce mio figlio

ho sentito il fragore di un tuono

e il suo rombo era un avvertimento

ho sentito il fragore di un'onda

che potrebbe sommergere tutto il mondo

ho sentito cento tamburini

e le loro mani erano in fiamme

ho sentito diecimila bisbigliare

e nessuno ascoltare

ho sentito un uomo morire di fame

ho sentito molti altri che ridevano

ho sentito la canzone di un poeta

che e' morto nella strada

ho sentito il suono di un pagliaccio

che piangeva nel cortile

e una dura dura

dura pioggia cadra'

 

E cosa hai incontrato

figlio dagli occhi azzurri

chi hai incontrato

dolce mio figlio

ho incontrato un bambino

vicino a un cavallino morto

ho incontrato un uomo bianco

che camminava con un cane nero

ho incontrato una giovane donna

il suo corpo era in fiamme

ho incontrato una bambina

mi ha dato un arcobaleno

ho incontrato un uomo

che era ferito in amore

ho incontrato un altro uomo

che era ferito in odio

e una dura dura

dura pioggia cadra'

 

E cosa farai adesso

figlio dagli occhi azzurri

cosa farai adesso

dolce mio figlio

tornero' la' fuori

prima che la pioggia cominci a cadere

camminero' nel profondo

della piu' profonda nera foresta

dove molti sono gli uomini

e vuote sono le loro mani

dove pallottole di veleno

contaminano le loro acque

dove la casa nella valle

e' una sporca e fredda prigione

e la faccia del boia

e' sempre ben nascosta

dove la fame e' brutta

dove le anime sono dimenticate

dove nero e' il colore

dove zero e' il numero

e lo diro' e lo ripetero'

e lo pensero' e lo respirero'

e riflettero' dalle montagne

cosi' che tutte le anime lo vedano

poi staro' in piedi sull'oceano

fino a quando comincero' ad affondare

ma sapro' la mia canzone bene

prima di cominciare a cantare

e una dura dura

dura pioggia cadra'

 

7. TESTI. BOB DYLAN: I TEMPI STANNO CAMBIANDO

 

Venite intorno a me voi tutti

ovunque vagate

e ammettete che le acque

intorno a voi sono salite

e accettate che presto

sarete inzuppati fino all'osso

se per voi il tempo

ha qualche valore

allora e' tempo di cominciare a nuotare

o affonderete come pietre

perche' i tempi stanno cambiando

 

Venite scrittori e critici

che profetizzate con le vostre penne

e tenete gli occhi bene aperti

non vi sara' data un'altra scelta

e non parlate troppo presto

perche' la ruota sta ancora girando

e nessuno puo' dire

chi sara' designato

il perdente di adesso

sara' domani il vincente

perche' i tempi stanno cambiando

 

Venite senatori e deputati

ascoltate vi prego il richiamo

non vi fermate sulla soglia

non bloccate l'ingresso

perche' colui ci rimettera'

che ha cercato di rallentare

c'e' una battaglia

fuori che infuria

e presto scuotera' le vostre finestre

e fara' tremare i vostri muri

perche' i tempi stanno cambiando

 

Venite madri e padri

da tutto il paese

e non criticate

quello che non potete capire

i vostri figli e le vostre figlie

non li potete comandare

la vostra vecchia strada

sta rapidamente invecchiando

andatevene vi prego dalla nuova

se non potete anche voi dare una mano

perche' i tempi stanno cambiando

 

La linea e' tracciata

la maledizione scagliata

l'uomo lento di adesso

sara' il piu' veloce domani

cosi' il presente di adesso

sara' passato domani

l'ordine sta rapidamente

scomparendo

e il primo di adesso

sara' l'ultimo domani

perche' i tempi stanno cambiando

 

8. TESTI. BOB DYLAN: CON DIO DALLA NOSTRA PARTE

 

Il mio nome non conta

e la mia eta' nemmeno

il paese da cui vengo

e' chiamato il midwest

la' sono cresciuto e ho imparato

a obbedire alle leggi

e che il paese in cui vivo

ha Dio dalla sua parte

 

I libri di storia lo dicono

e lo dicono cosi' bene

la cavalleria caricava

e gli indiani cadevano

la cavalleria caricava

e gli indiani morivano

perche' il paese era giovane

con Dio dalla sua parte

 

La guerra ispano-americana

ha fatto il suo tempo

e anche la guerra civile

fu presto messa da parte

e i nomi degli eroi

li ho imparati a memoria

con i fucili in mano

e Dio dalla loro parte

 

La prima guerra mondiale

e' venuta ed e' andata

i motivi per combattere

non li ho mai capiti

ma ho imparato ad accettarla

ad accettarla con fierezza

perche' non si contano i morti quando

hai Dio dalla tua parte

 

La seconda guerra mondiale

finalmente fini'

abbiamo perdonato i tedeschi

e poi siamo diventati amici

anche se hanno assassinato sei milioni

nei forni li hanno bruciati

anche i tedeschi adesso hanno

Dio dalla loro parte

 

Ho imparato a odiare i russi

per tutta la mia vita

se un'altra guerra viene

e' loro che dobbiamo combattere

odiarli e temerli

correre a nasconderci

e accettare tutto coraggiosamente

con Dio dalla mia parte

 

ma ora abbiamo armi

di polvere chimica

se siamo costretti a usarle

allora usarle dovremo

qualcuno premera' il bottone

e il mondo intero saltera'

ma non bisogna mai fare domande

quando si ha Dio dalla propria parte

 

Per molte tristi ore

ho pensato a questo

che Gesu' Cristo fu

tradito da un bacio

ma io non posso pensare per voi

e voi soli dovrete giudicare

se Giuda iscariota

aveva Dio dalla sua parte

 

Adesso me ne debbo andare

sono stanco sfinito

la confusione che provo

non c'e' lingua che la possa dire

le parole mi riempiono la testa

e cadono sul pavimento

se Dio e' dalla nostra parte

impedira' la prossima guerra

 

9. INCONTRI. IL 30 OTTOBRE A VITERBO SI E' SVOLTA UNA LETTURA DI LETTERE DI VITTIME DELLA GUERRA

 

Domenica 30 ottobre 2011 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" si e' svolta una lettura di lettere di vittime della prima e seconda guerra mondiale, della Shoah, dell'atomica, dei totalitarismi, del razzismo e delle guerre che si prolungano fino ad oggi.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

10. LIBRI. ANNA BRAVO PRESENTA "NON E' DA TUTTI" DI LUISA MURARO

[Ringraziamo Anna Bravo (per contatti: anna.bravo at iol.it) per averci messo a disposizione questa sua recensione del recente libro di Luisa Muraro, Non e' da tutti. L'indicibile fortuna di nascere donna, Carocci, Roma 2011, recensione originariamente apparsa sulla rivista "L'indice" di ottobre 2011.

Anna Bravo e' stata professore associato di Storia sociale all'Universita' di Torino e ha lasciato l'insegnamento anticipatamente. Vive e lavora a Torino.  Si è occupara di resistenza armata e non armata, deportazione, genocidio, e di movimenti sociali. Collabora a varie riviste, fra cui "Lo straniero" e "La nonviolenza e' in cammino". Attualmente sta lavorando sulla nonviolenza. Fra le sue pubblicazioni 2000-2011, tiene a segnalare: Intervista, in Alberto Leiss, Liberta' e conflitti nella citta'-mondo. A dieci anni dal G8 di Genova, Ed. Sagep, 2011; Intervista a Primo Levi ex deportato (a cura di, con Federico Cereja) Einaudi 2011; Sulla zona grigia, al sito Primolevi.it; Un equilibre fragile: les femmes, entre liberte' et violence, in Marc Lazar et Marie-Anne Matard-Bonucci (eds.), L'Italie des annees de plomb - Le terrorisme entre histoire et memoire, Autrement, 2010. Ora anche in Il libro degli anni di piombo.Storia e memoria del terrorismo italiano, Rizzoli 2010; Sulla storia patria (con Guido Crainz), ne "Lo straniero", aprile 2010, n. 118; Fra maternita' ed emancipazione: Sibilla Aleramo e Maria Montessori, in "Pedagogika", n. 2, anno XIV, 2010; Introduzione a Marisa Ombra, La Bella Politica, Seb 2010; Lottare insieme, pensare individualmente, ne "Lo straniero", luglio 2010, n. 121; A colpi di cuore. Storie del sessantotto, Laterza 2008; Storie da scoprire, storie da ripensare, in "Parolechiave. Nonviolenza", 2008/40; Un nuovo ordine del discorso, in "Primapersona. Percorsi autobiografici", n. 19, 2008; Prefazione a Anna Gasco (a cura di), Guerra alla guerra: storie di donne a Torino e in Piemonte tra il 1940 e il 1945, Seb 2007; Il corpo e la memoria, in D. Meghnagi (a cura di), Primo Levi. Scrittura e testimonianza, Firenze, Libriliberi, 2006; Armed and unarmed: struggles without weapons in Europe and in Italy, in "Journal of Modern Italian Studies", 4, dec. 2005; La resistenza senza armi, in Ottosettembre 1943, a cura di Alberto Melloni, Reggio Emilia, Diabasis 2005; The rescued and the rescuers in private and public memories, in J. Zimmerman (ed.), The Jews of Italy under Fascist and Nazi Rule: 1922-1945, Cambridge University Press, 2005; Presentazione a Giuliana Tedeschi, Questo povero corpo, ed. dell'Orso 2005; La resistenza civile delle donne, in Francesca Pelini, Le radici della resistenza. Donne e guerra, donne in guerra, ed. Plus, Pisa  2005; Noi e la violenza. Trent'anni per pensarci, "Genesis", 1, 2004 (2005). Introduzione al numero, con Giovanna Fiume; La resistance civile des femmes pendant la Seconde Guerre Mondiale et la communaute' des historiens, in  C. Veauvy (ed.), Les femmes dans l'espace public. Itineraires francais et italiens, Parigi, Ed. de la Maison des sciences de l'homme 2004; Presentazione di A.M. Bruzzone - R. Farina, La resistenza taciuta, Torino, Bollati Boringhieri 2003; Fragili e ostinate. Memorie in conflitto intorno alle stragi naziste, "Genesis", I/1, 2003; Voce "I Giusti" in Enciclopedia dell'Olocausto (ed. italiana a cura di Alberto Cavaglion) Torino, Einaudi 2003; La Resistenza e la Cura. Uno sguardo su donne e uomini nelle guerre contro i civili, "Una citta'", n. 103, aprile 2002 (disponibile anche nel sito: www.unacitta.it); Il fotoromanzo, Bologna, Il Mulino 2003; Introduzione a D. Ofer - L.Weitzmann, Donne nell'Olocausto, Firenze, le Lettere 2001; Storia sociale delle donne in Italia, Bari-Roma, Laterza  2001 (con M. Pelaja, S. Pescarolo, L. Scaraffia); La resistenza civile, in E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi ed., Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi 2000; I fili della memoria. Donne e uomini nella storia (con A. Foa, L. Scaraffia), manuale di storia per le scuole superiori, Roma-Bari, Laterza 2000; Social Perception of the Shoah in Italy, in B. D. Cooperman and B. Garvin ed., The Jews of Italy. Memory and Identity, Bethesda, University Press of Maryland, 2000; Gli archivi dell'Aned piemontese e la loro importanza per la didattica, in L. Monaco ( a cura di), La deportazione nei lager nazisti. Didattica e ricerca storiografica, Franco Angeli 2000.

Luisa Muraro, una delle piu' influenti pensatrici femministe, ha insegnato all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica femminile di "Diotima"; dal sito delle sue "Lezioni sul femminismo" riportiamo la seguente scheda biobibliografica: "Luisa Muraro, sesta di undici figli, sei sorelle e cinque fratelli, e' nata nel 1940 a Montecchio Maggiore (Vicenza), in una regione allora povera. Si e' laureata in filosofia all'Universita' Cattolica di Milano e la', su invito di Gustavo Bontadini, ha iniziato una carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Passata ad insegnare nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora nel dipartimento di filosofia dell'Universita' di Verona. Ha partecipato al progetto conosciuto come Erba Voglio, di Elvio Fachinelli. Poco dopo coinvolta nel movimento femminista dal gruppo "Demau" di Lia Cigarini e Daniela Pellegrini e' rimasta fedele al femminismo delle origini, che poi sara' chiamato femminismo della differenza, al quale si ispira buona parte della sua produzione successiva: La Signora del gioco (Feltrinelli, Milano 1976), Maglia o uncinetto (1981, ristampato nel 1998 dalla Manifestolibri), Guglielma e Maifreda (La Tartaruga, Milano 1985), L'ordine simbolico della madre (Editori Riuniti, Roma 1991), Lingua materna scienza divina (D'Auria, Napoli 1995), La folla nel cuore (Pratiche, Milano 2000). Con altre, ha dato vita alla Libreria delle Donne di Milano (1975), che pubblica la rivista trimestrale "Via Dogana" e il foglio "Sottosopra", ed alla comunita' filosofica Diotima (1984), di cui sono finora usciti sei volumi collettanei (da Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, a Il profumo della maestra, Liguori, Napoli 1999). E' diventata madre nel 1966 e nonna nel 1997". Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo la seguente breve notizia biobibliografica aggiornata "Luisa Muraro, profonda conoscitrice del femminismo delle origini, e' tra le fondatrici della Libreria delle Donne di Milano (1975) e nel 1984 della Comunita' filosofica Diotima. Ha lavorato al concetto della differenza, favorendone la divulgazione e contribuendo a renderlo imprescindibile anche nel dibattito politico e filosofico italiano. Autrice di molte monografie, ha pubblicato numerosi saggi e articoli, ospitati in riviste accademiche, ma anche in quotidiani e riviste indirizzate al grande pubblico. Tra le sue pubblicazioni: La signora del gioco. Episodi della caccia alle streghe, Milano, Feltrinelli, 1976; Maglia o uncinetto. Racconto linguistico-politico sulla inimicizia tra metafora e metonimia, Milano, Feltrinelli, 1981; L'ordine simbolico della madre, Roma, Editori Riuniti, 1991; Lingua materna, scienza divina. Scritti sulla filosofia mistica di Margherita Porete, Napoli, D'Auria, 1995; Le amiche di Dio, Napoli, D'Auria, 2001; Il Dio delle donne, Milano, Mondadori, 2003; Guglielma e Maifreda, Milano, La Tartaruga, 1985, 2003; Al mercato della felicita'. La forza irrinunciabile del desiderio, Milano, Mondadori, 2009; Hipatia de Alejandria, Sabina Editorial, 2010", , Non e' da tutti. L'indicibile fortuna di nascere donna, Carocci, Roma 2011. Per un accostamento all'opera di Luisa Muraro segnaliamo l'utile saggio bibliografico a cura di Clara Jourdan, con la collaborazione di Franca Cleis, Luisa Muraro. Bibliografia degli anni 1963-2009, Libreria delle donne di Milano, 2010 (richiedibile gratuitamente a: info at libreriadelledonne.it)]

 

Questo libro sfugge energicamente a vecchie e nuove classificazioni. Volendo dare un'idea a chi legge, la forma e' quella di un libero racconto, che combina esperienze dirette e indirette, riflessioni politiche, cronaca, miti, frammenti di storie mariane e molto altro. La scrittura e' amichevole, mai gergale. Tante le persone e i personaggi - dall'operaia Irina Petrescu, cui si deve il titolo, a un bambino sensibile all'ingiustizia, da Franco Fortini a Paolina Leopardi a Bill Viola - che Muraro fa giostrare intorno a una dichiarazione di intenti: mostrare la difficolta' e insieme la grandezza e la fortuna di essere donna, per il mondo, per noi stesse - due fortune non necesssariamente in contrasto.

Il risultato e' un gran bel libro, alle cui pagine chiunque puo' affacciarsi e nessuno torna a mani vuote. A patto di non tenerle strette a pugno - le idee di Muraro di rado sono autoevidenti, vanno pensate, a volte pungono certe confortevoli nicchie mentali.

Per apprezzare la grandezza di cui si parla in Non e' da tutti, e' utile metterla in prospettiva, nominando di sfuggita le accezioni che il termine ha avuto e che ha oggi - qualcuna, almeno. L'eccellenza delle donne e' stata un ingrediente classico della retorica politica, specie in tempi di guerre e crisi: virtu' femminili sbandierate, ricatto morale implicito, che' a nessuna venisse in mente di sottrarsi al lavoro di cura e di riduzione del danno; c'e' una tendenza simile anche negli anni della ricostruzione. Con il risultato di gettare su quei comportamenti e valori l'ombra della resa ai desideri altrui.

Il libro va oltre e per quell'oltre c'e' bisogno di uno scarto, di una "schivata". Intanto perche' il pensiero va subito all'oppressione e all'ingiustizia. Muraro non le nega, scrive di espropriazione, di sofferenze, cita la poesia di Wislawa Szymborska in cui una donna che ha accolto in se' la proiezione immaginaria costruita dall'amato, finisce per sentirsi davvero "immaginaria fino al midollo". Ma e' diverso lo sguardo.

Ormai siamo abituati a riservare ascolto e compassione principalmente a chi incarna la figura della vittima, mentre per le donne si e' fatta strada la posizione "falsamente femminista di considerare il sesso femminile come la grande vittima di una grande ingiustizia maschile". Una semplificazione che, oltre a spingere verso il ripiegamente o la contrapposizione, riproduce nel binomio offensore/offeso - lo ha scritto esemplarmente Tamar Pitch - la dicotomia bellicista amico/nemico. Non da ultimo, tante donne sentono estranea la categoria di vittima, e non c'entrano la modernita' e l'urbanizzazione - la pensavano cosi' anche le vecchissime contadine che ho intervistato decenni fa.

Rigettare questa etichetta significa subire? Proprio no. Significa decidere di farsi giustizia in prima persona. Come le ragazze che negli anni Sessanta hanno abbandonato i gruppi politici misti "per andare altrove, a parlare come piaceva loro, di quello che piaceva loro". Nessuno prima si era regalato un esodo altrettanto lussuoso, libero da modelli e strategie. I Padri pellegrini o gli uomini della Pallacorda erano progettisti di costituzioni, quelle giovani donne seguivano un desiderio, cosi' urgente da far loro dimenticare il vecchio vizio femminile di mediare con se stesse prima ancora di arrivare alla mediazione con gli altri. Ne sono nati conflitti durissimi, "ma senza sangue", senza vincitori e vinti, senza la rissa intorno alla spartizione delle spoglie. Questa si' e' stata grandezza (condivisa con la nonviolenza e con la sua regola del win-win), frutto di uno scarto dalle logiche politiche di allora, che ha richiesto uno scarto corrispondente per essere capito. Lungo il libro si incontra spesso questo doppio movimento.

Resta il fatto che riconoscere la grandezza chiede un impegno robusto, da svolgere in uno spazio trafficato, dove, esaurito il registro oblativo/sacrificale, altri modelli si candidano a rappresentarla. E, in particolari momenti, forse un solo modello, sia pure molto sventagliato - lo suggerisce la cronaca italiana. Oggi le immagini femminili sulla scena sociale e mediatica svariano dalle miss alle guerriere alle leader, dalle donne che perdonano chi ha ucciso il loro figlio, alle madri argentina, cilene, cinesi, russe, iniziatrici di una resistenza fondata sui ruoli familiari. Eppure da noi si e' parlato per mesi di veline come fossero la questione principe, e talmente grave che per contrastarla abbiamo rischiato di ridividerci in donne per bene e donne per male; grandezza era la buona condotta.

Superato questo infortunio, si e' commentata con preoccupazione un'inchiesta sulle donne di 21 paesi, in cui le italiane risultavano le piu' numerose a sostenere che il lavoro e' importante, ma non viene per primo; che le donne sono piu' adatte ad occuparsi dei figli, gli uomini del lavoro fuori casa e della politica; che prendendosi cura della famiglia, di se stesse, di chi ha bisogno, ci si puo' sentire in un buon posto e a proprio agio. Queste italiane, sempre a corto di autostima, sempre le piu' arretrate!

Ma rispetto a cosa? gia' il concetto di arretratezza e' discutibile, visto che presenta le differenze come deviazioni da una norma. In questo caso, poi, il ritardo e' valutato su quel modello paritario/emulativo che negli anni Sessanta spingeva Hannah Arendt a chiedersi cosa perdiamo mentre guadagnamo la parita'.

Muraro scrive invece che se la grandezza di una donna viene assunta e agita, cattedra e cucina fanno poca differenza. Ecco il varco attraverso cui si puo' scoprire che le cose sono piu' complicate. Forse le italiane dell'inchiesta, pur desiderando lavorare e contare, non considerano (piu'?) dirimente o prioritario competere con gli uomini in campi tuttora a misura degli uomini, specie in politica: non solo perche' si scontrano con quote maschili esorbitanti, ma perche' hanno anche altro,"di meglio da fare". Per esempio seguire i figli, un compito oggi universalmente giudicato cosi' difficile e cosi' vitale che stupisce vederlo associato da alcune commentatrici a un difetto di autostima - a un eccesso, se mai, e un po' troppo esclusivista; qualche uomo sa farlo bene.

Qui il discorso sulla grandezza si precisa. Quell'"altro" puo' essere molte cose magari lontanissime fra loro, ma ha sempre a che fare con l'attitudine a "stare dalla parte del vivente e a pagarsi con l'amore". Un'attitudine che nasce nel continuum mente/corpo e nel continuum donna/donna - l'immagine del filo che unisce le generazioni femminili e' piu' di una metafora.

A fare differenza e' il rapporto con la madre. Anni fa Muraro aveva indicato nella gratitudine per il riconoscimento da parte di lei la condizione per riconoscerci a nostra volta; alla parola madre aveva aggiunto "o chi per essa", ma la tesi rimaneva scoraggiante per chi di quell'accoglienza si sentiva orfana. Ora scrive che in fondo anche la fuga dal rapporto con la madre va bene, se sbocca nella pratica di alimentare la fiducia tra donne (fiducia e' una parola cruciale in questo libro). Possono nascerne storie singolari, a saperle raccontare.

Muraro ha ragione quando imputa alla storiografia di aver ignorato i corpi; ne ha meno quando denuncia il suo rifiuto di tenere insieme fatti ed esperienze soggettive (qualcuna/o ci ha provato). Ha di nuovo tutte le ragioni quando la accusa di aver rimpicciolito le imprese delle donne. Mentre lavoravo sulla seconda guerra mondiale, ne ho conosciuto alcune talmente sorprendenti che morirei dalla voglia di raccontarle anche qui, sebbene di molte protagoniste non sia riuscita a scoprire il nome. Le genealogie femminili sono bucherellate; ma - a parte il dispiacere per il torto fatto alle donne rimaste anonime - averne di cosi' belle non e' da tutti.

 

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- "Micromega", n. 7, 2011, Il programma dell'AltraItalia, pp. 272, euro 14.

*

- Riletture

- Leopoldo Alas "Clarin", La Regenta, Bruguera, Barcelona 1983, pp. 798.

- Miguel de Unamuno, Abel Sanchez. Una historia de pasion, Espasa Calpe, Madrid 1940, 1990, pp. 212.

- Luis Martin-Santos, Tiempo de silencio, Seix Barral, Barcelona 1961, 1987, pp. 298.

*

Riedizioni

- Ernesto Ferrero, N., Einaudi, Torino 2000, 2006, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. XVIII + 392, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

 

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

13. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 725 del 31 ottobre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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