Telegrammi. 719



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 719 del 25 ottobre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Il 4 novembre la nonviolenza contro la guerra

2. Un appello del Movimento Nonviolento, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

3. Basilio Rizzo: Anche i Comuni promuovano la nonviolenza

4. Maria G. Di Rienzo (a cura di): Manuale per l'azione diretta nonviolenta (parte terza)

5. Segnalazioni librarie

6. La "Carta" del Movimento Nonviolento

7. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: IL 4 NOVEMBRE LA NONVIOLENZA CONTRO LA GUERRA

[Riprendiamo il seguente articolo apparso su "Adista segni nuovi" n. 79 del 24 ottobre 2011col titolo "Ricordare le vittime, non la 'vittoria'" (sito: www.adistaonline.it)]

 

Il 4 novembre 1918 per l'Italia fini' la prima guerra mondiale, quell'immensa carneficina che nella storiografia e nella memoria di ogni persona cosciente resta fissata nella lapidaria definizione che ne diede Benedetto XV: una "inutile strage".

Ma per i poteri dominanti in Italia il 4 novembre divenne la festa della vittoria guerriera, della patria in armi, delle forze armate, e come tale e' stata lungamente utilizzata a fini di consenso e di propaganda, delle innocenti vittime facendo ancora uso per nuove vittime innocenti provocare. Ripugnante uso.

Come sempre hanno saputo coloro che in guerra vengono mandati a morire per gli altrui vergognosi interessi, la guerra e' un crimine contro l'umanita'; e il 4 novembre e' quindi non un giorno di festa ma un giorno di lutto, il lutto per tutti gli assassinati dalla Grande guerra, per tutti gli assassinati da tutte le guerre. "4 novembre, non festa ma lutto" e' l'incipit di uno storico manifesto del Movimento Nonviolento che da decenni ha chiarito la situazione e i compiti di ogni persona decente: l'unico modo di ricordare e onorare le vittime delle guerre e' battersi contro le guerre; e battersi contro le guerre implica anche in primo luogo l'impegno per la smilitarizzazione e per il disarmo. Il disarmo vero e immediato: unilaterale; la smilitarizzazione vera, reale: abolendo gli eserciti, cominciando noi, qui, adesso.

E' una proposta concreta, che implica ovviamente altresi' la costruzione degli strumenti adeguati ad una modalita' alternativa di gestione e risoluzione dei conflitti internazionali: e questa alternativa e' costituita, oltre che dalle modalita' consuete del diritto internazionale e della diplomazia, oltre all'espansione pacifica e solidale della democrazia e del rispetto dei diritti umani, oltre alla cooperazione internazionale nella consapevolezza che una e' l'umanita' e una la casa comune di essa - la biosfera -, soprattutto da specifici strumenti e forme organizzative e d'intervento peculiarmente e coerentemente nonviolenti: come i Corpi civili di pace (li propose molti anni fa Alexander Langer al Parlamento Europeo, ma l'Unione Europea ha fin qui disatteso quella profetica indicazione); come la Difesa popolare nonviolenta (presente da anni nella legislazione italiana, ma ancora pressoche' del tutto inapplicata dalle istituzioni anche a livello di mera sperimentazione). Molte esperienze concrete si sono ormai date di gestione e risoluzione nonviolenta dei conflitti, esperienze scaturite perlopiu' dall'azione della societa' civile: occorre che finalmente la nonviolenza diventi legge e la guerra diventi fuorilegge.

Il prossimo 4 novembre la nonviolenza in Italia sfidera' la menzogna e la violenza dominante, l'ideologia e le pratiche del sistema militarista e razzista, per fare del giorno che ricorda le vittime dell'"inutile strage" un giorno di lotta contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni: e' l'unico modo per rendere autentico omaggio alle vittime. Grida il sangue degli uccisi. Le persone amiche della nonviolenza intendono raccogliere quel grido e fare del 4 novembre un giorno di lutto e di lotta.

Dopo la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre, dopo la giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre, il prossimo 4 novembre in Italia la nonviolenza sfida la guerra promuovendo in molte citta' - e se vi riusciremo, in tutte le citta' italiane - l'iniziatva "Ogni vittima ha il volto di Abele" (riprendendo questa formula di Heinrich Boll). Poiche' "ogni vittima ha il volto di Abele" adoperiamoci per far cessare tutte le guerre, subito.

E mentre mostruosamente lo stato italiano sta partecipando a due scellerate guerre e sta praticando una scellerata persecuzione razzista nei confronti di migranti e viaggianti, sia il 4 novembre un giorno di lotta nonviolenta contro questi due crimini, un giorno di lotta nonviolenta che nel ricordo delle vittime passate impedisca che si continui a mietere nuove vittime.

Un 4 novembre di azione nonviolenta con obiettivi politici precisi e concreti, che per dirlo in poche essenziali parole sono semplicemente questi: che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia; che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti; che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista; che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi; che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni; che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

 

2. INIZIATIVE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

3. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. BASILIO RIZZO: ANCHE I COMUNI PROMUOVANO LA NONVIOLENZA

[Ringraziamo Basilio Rizzo (per contatti: Basilio.Rizzo at comune.milano.it) per questo intervento.

Basilio Rizzo e' Presidente del Consiglio Comunale di Milano. "Sono nato nel milanesissimo quartiere del Giambellino nel novembre del 1946. Ma nella mia famiglia il dialetto era il calabrese: i miei genitori appena sposati ed a guerra appena finita sono venuti al nord per sfuggire alla fame e alla disoccupazione. Nell'immediato dopoguerra, lo dico come curiosita', i piu' poveri abitavano nelle case danneggiate dai bombardamenti cosi' alla mia famiglia e' toccato abitare in via San Paolo e a me frequentare l'asilo di via della Spiga, naturalmente con la ricostruzione ritornammo in periferia. Il boom economico, il non risparmiarsi nel lavoro, lo spirito di sacrificio permetterono ai miei genitori di assecondare i miei buoni risultati scolastici e cosi' entrai nella seconda meta' degli anni sessanta all'Universita'. E' li' che inizio' nel mitico '68, l'impegno politico. Laurea in fisica indirizzo nucleare, scelta legata al sogno di una energia "democratica" a basso prezzo ed in grado di garantire alle nazioni in via di sviluppo una crescita economica adeguata con conseguente progresso sociale. Nel frattempo picchetti di solidarieta' ai cancelli davanti alle fabbriche ed i primi comitati unitari studenti-lavoratori. Le lotte studentesche a Citta' Studi ebbero un orientamento molto pragmatico: conquistammo i corsi serali per i lavoratori studenti, ed una didattica centrata sui gruppi di studio e non sull'"autoritaria" lezione ex-cathedra. Partecipai alla nascita delle prime formazioni dette "extraparlamentari" ed al loro progressivo cammino verso le istituzioni. Avanguardia Operaia formo' con il Pdup Democrazia Proletaria che conquisto' una presenza parlamentare. Giunsi anch'io in una istituzione. Nel 1983 entro a Palazzo Marino e vengo confermato in tutte le elezioni successive fino ad oggi. L'impegno politico e sociale ipotizzava in quegli anni una totale dedizione; soprattutto per quelli cui venivano riconosciute capacita', qualita' e dunque ruoli di direzione. Il mio testardo modo di pensare mi consenti', tuttavia, di resistere alle forti richieste di fare politica a tempo pieno. Non diventai mai un funzionario di partito; volli sempre fortissimamente un lavoro "normale" fonte di certezza economica ed in grado quindi di consentirmi indipendenza di pensiero. L'unica concessione che feci fu quella di rinunciare al lavoro in azienda e di scegliere l'insegnamento per il maggior tempo libero che lasciava. Dal 1973 dunque sono insegnante di elettrotecnica all'Itis "Ettore Conti" dove tuttora opero. D'altra parte il fisico che sognava anche per l'Italia la nascita di una industria nucleare, aveva ormai lasciato il posto al conferenziere che nell'ambito del nascente movimento ambientalista girava per convegni ed assemblee propagandando il "Nucleare? No, Grazie!". L'ingresso nel Consiglio Comunale mi obbligo' ad una conversione nel campo di attivita'. Era l'ambito amministrativo che assorbiva ormai il mio impegno. E poiche' sono sempre stato in gruppi consiliari minuscoli, a volte addirittura solo, dovevo occuparmi un po' di tutto. Mi trovai, uomo di sinistra, a fare opposizione a giunte descritte come "giunte rosse". Non e' stato ne' facile , ne' gratificante, ma gli anni di tangentopoli dimostrarono che avevo visto giusto. Con Emilio Molinari ed Elio Veltri in Regione, molto osteggiati dalla politica ufficiale, ma con l'aiuto di un giornalismo un po' piu' coraggioso e libero di oggi, smascherammo l'intreccio tra politica ed affari che prosperava in un sistema che aveva elevato il consociativismo anche a modello di governo della citta' (anche se, per questo, sia chiaro, non credo di aver fatto cose straordinarie - l'onesta' non e' un merito, ma un dovere - ma solo scelsi di non chiudere gli occhi e di non fare sconti a nessuno). Se mi e' permesso dirlo la Magistratura e Mani Pulite sono arrivate solo qualche anno dopo. In quegli anni la cosa piu' importante cui credo contribuii fu quella di far diventare oggetto di attenzione a livello, potremmo dire, di massa il complesso delle scelte urbanistiche. La resistibile ascesa di Ligresti, l'urbanistica contrattata, il piano Casa, le aree d'oro non erano piu' argomenti per addetti ai lavori, ma se ne discuteva in assemblee affollate, in convegni, nei quartieri. Alla stagione di tangentopoli segui' il governo leghista. Di quel periodo ricordo con soddisfazione la mia elezione a Presidente della Commissione Urbanistica: con il voto di alcuni dissidenti leghisti divenni il primo membro dell'opposizione a guidare la piu' importante Commissione Consiliare. Mi dimisi all'indomani dell'affermazione, nella Lega, di una netta impostazione secessionista che a mio avviso rendeva impossibile anche una benche' minima forma di collaborazione istituzionale. Sconfitta la Lega giunse l'era Albertini. Divento' ancora piu' deciso il mio impegno di oppositore (mentre per la verita' qualcuno tra noi dell'opposizione sembrava volergli aprire - ahime', quanto sbagliando! - una "linea di credito" considerando la sua pretesa "impoliticita'" un elemento di diversita' dal centrodestra e da Berlusconi). Ho combattuto in particolare privatizzazioni, esternalizzazioni e vendite del patrimonio pubblico che mi paiono essere state, malgrado i molti fallimenti, il tratto caratteristico del governo di Milano di questi anni. Ma sulle ultime vicende, per la loro vicinanza nel tempo, credo sia maggiore la memoria di chi legge, ed in ogni caso le questioni piu' rilevanti sono ritrovabili nel mio sito. Resta, come chiusa finale, da dire che il tempo dedicato alla politica lo sottraggo, non senza sensi di colpa, ad una splendida famiglia: Marta mia moglie, anch'essa insegnante e Lorenzo e Cecilia i miei figli, "berchettiano" il primo e prossima "manzoniana" la seconda. Funge il ricordarli come piccolo ringraziamento per la molta pazienza con cui mi sopportano"]

 

Il 4 novembre, anniversario della fine della prima guerra mondiale, dovrebbe essere il giorno in cui si ricordano le vittime di tutte le guerre. Giorno in cui meditare sulle "inutili stragi", sulla follia della guerra.

Dovrebbe essere il giorno in cui ci impegniamo a fare scelte di vita e non di morte, in cui contestiamo la guerra e il sistema politico ed economico che l'alimenta. Invece assisteremo ancora alle commemorazioni con sfilate ed esibizione di armi.

Per onorare degnamente i caduti delle guerre, si dovrebbero eliminare gli strumenti che preparano la guerra, quindi diminuire sempre piu' la spesa in armamenti, e non stancarsi mai di cercare di risolvere le contese tra gli Stati (e all'interno degli stati) con la diplomazia, i negoziati, gli accordi.

Ma questo puo' avvenire se ovunque si promuove la cultura della pace, della nonviolenza, della cooperazione tra le persone, del dialogo tra i popoli.

Ci dobbiamo impegnare a tutti i livelli a fare questo, anche il Consiglio Comunale di Milano di cui ho l'onore di esserne il Presidente.

Nel programma della coalizione del sindaco Giuliano Pisapia con il quale sono stato eletto, vi e' una voce dedicata agli "stili di azione di un comune responsabile, sostenibile, etico, solidale". Vi si propone la costituzione di una Commissione che promuova e pratichi la finanza etica, il consumo critico e responsabile, la diminuzione dell'impronta ecologica. Si impegna il Comune ad essere motore dei Distretti di Economia Solidale, ad essere sostegno ai mercati dei piccoli agricoltori locali e biologici, ai Gruppi di Acquisto solidale, alle banche del tempo, a promuovere la cooperazione decentrata, il commercio equo, il turismo responsabile. Infine il Comune si impegna a favorire pratiche di pace: conoscenza delle varie culture, convivenza fra i popoli.

Come Presidente del Consiglio Comunale mi attivero' perche' Milano diventi una citta' sostenibile, solidale, aperta all'accoglienza.

 

4. STRUMENTI. MARIA G. DI RIENZO (A CURA DI): MANUALE PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA (PARTE TERZA)

[Riproduciamo questo manuale curato da Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) che ha avuto ampia circolazione nello scorso decennio nei movimenti ecologisti, femministi, nonviolenti.

Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005; (a cura di), Voci dalla rete. Come le donne stanno cambiando il mondo, Forum, Udine 2011. Cfr. il suo blog lunanuvola.wordpress.com Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425]

 

Inizi: come organizzare l'evento

Avete deciso di pianificare un'iniziativa riguardante un'istanza qualsiasi. Un buon inizio e' riflettere sul tipo di coinvolgimento che potete raccogliere attorno ad essa, ovvero sull'ammontare di tempo ed energie che avete da dedicarvi.

Tempo

Organizzare un evento efficace necessita veramente tempo ed energia. Riflettete onestamente su cos'altro, in questo momento, sta prendendo il vostro tempo, e su quanto potete essere coinvolte/i nel progetto. Commisuratelo a seconda dei risultati: se al progetto lavora una sola persona che puo' dedicare ad esso 10 ore in un mese, o venti persone che possono dedicarvi ognuna 20 ore la settimana, cio' determinera' comunque che tipo di progetto riuscirete a realizzare.

Risorse disponibili

Quando avete riflettuto sul tempo a disposizione, pensate a che risorse avete o a che risorse potete facilmente ottenere per il vostro progetto. Per esempio, conoscete gia' persone disposte ad aiutarvi? Avete gia' contatti nei media locali? Ci sono i soldi necessari per portare avanti il progetto? Siete in grado di raccogliere quelli eventualmente mancanti facilmente? Avete un luogo in cui riunirvi e l'equipaggiamento necessario (computer, tavoli, telefoni)? Di seguito vi forniro' qualche idea su come raccogliere denaro e trovare volontari. Per il momento, riflettete anche su come gli eventuali gruppi a cui gia' appartenete e le persone che conoscete potrebbero aiutarvi.

Analizzate le possibilita'

Il resto del lavoro consiste nel correlare le risorse disponibili all'ottenimento di un progetto efficace:

- se fate parte di un organizzazione, potete proporle il progetto;

- se il gruppo e' gia' coinvolto nel progetto, ma il vostro intento e' collegarvi con altri per rafforzarlo, potete formare una "coalizione";

- chiedete un appoggio (e datelo in cambio) ad altre organizzazioni che stanno pianificando eventi relativi alla vostra stessa istanza (ambiente, immigrazione, ecc.);

- formate un gruppo specifico che ruoti esclusivamente attorno al progetto.

Proporre un progetto

Ciascuna/o di noi e' coinvolto in gruppi di un qualche tipo. Provate a pensare creativamente ai gruppi a cui appartenete, ai modi in cui potrebbero essere coinvolti nel progetto. Forse siete membri di un gruppo religioso, scolastico, di volontariato; forse lavorate con colleghe/i sensibili alle tematiche di cui intendete occuparvi. Un buon modo per dare energia al progetto e' parlare con questi gruppi e chiedere loro se sono disponibili a dare una mano (spesso il sostegno offerto e l'entusiasmo vi sorprenderanno!). Proponete loro due o tre spunti specifici riguardo all'iniziativa che intendete organizzare e chiedete suggerimenti ed impressioni. Preparatevi a rispondere a domande inerenti le risorse necessarie per portare avanti il progetto e siate pronte/i ad accettare modifiche al progetto originario. Siate flessibili. Se non c'e' molto interesse per la vostra proposta, non "spingetela": e' molto piu' facile organizzare un nuovo gruppo attorno ad essa, piuttosto che tentare di forzare le persone a far cose che non vogliono fare.

Dar vita ad un'organizzazione

Se non riuscite a trovare un gruppo gia' esistente che sostenga il vostro progetto, potreste considerare l'ipotesi di formarne uno nuovo. Di seguito gli ingredienti perche' la ricetta abbia successo:

Scopo ("mission") e messaggio - Perche' il nuovo gruppo funzioni e' importante essere molto chiari su cosa si sta facendo e perche'. Il gruppo dovrebbe concentrarsi su due/tre concetti base relativi agli scopi che tentera' di ottenere tramite l'organizzazione. Per esempio: se il concetto base che sta a fondamento della nascita del gruppo e' il ritenere che la comunita' abbia informazioni accurate sull'ambiente, cio' che organizzerete saranno eventi "educativi" a questo scopo.

Qualunque sia l'azione che decidete di intraprendere, accertatevi che l'opinione pubblica possa capire la vostra posizione. Ciascun membro del gruppo dev'essere in grado di dire con precisione che cosa il gruppo sta facendo e perche'. Questo aiuta a far giungere il vostro messaggio all'esterno senza distorsioni.

Conoscere la materia che avete scelto - Una volta che vi siate dedicate/i ad un concetto, istruitevi sulle istanze che lo riguardano: libri, articoli, riviste, internet, sono tutte ottime risorse per ottenere informazioni. Cercate fatti interessanti, spiegazioni semplici e indagate i retroscena delle notizie. Assicuratevi che l'intero gruppo condivida almeno un senso di "base" rispetto al problema su cui avete deciso di lavorare, da dove esso proviene, e cosa e' necessario per risolverlo. Ogni volta che trovate buone informazioni, sentitevi libere/i di diffonderle in ogni materiale che producete per trasmetterle ad altre/i (assicuratevi di citare le fonti che usate).

Sviluppare una strategia - Identificate i vostri scopi ed obiettivi come gruppo. Cio' significa raffigurare con chiarezza cio' che volete ottenere. Quando le vostre intenzioni sono chiare, siete pronte/i a considerare i progetti che possono aiutarvi ad ottenere i vostri scopi.

Trovare/essere volontari

Ci possono essere altri gruppi, nella vostra comunita', che stanno pianificando progetti sulle vostre stesse istanze. Approfondite le vostre ricerche in questo senso, prima di fondare un nuovo gruppo.

Quando avete sufficienti informazioni, riflettete su cosa per voi ha piu' senso: se decidete di unirvi ad un gruppo esistente, assicuratevi di avere abbastanza entusiasmo per lavorarci e di sentirvi in sintonia con i messaggi e scopi che il gruppo propaga.

Trovare fondi per le vostre iniziative

Partite dal presupposto (fondato o meno che sia) che ci sia gente che apprezza il vostro lavoro e vorrebbe aiutarvi finanziariamente: il vostro compito e' trovare modi per cui questa gente possa farlo e tradurre il loro aiuto in opportunita' creative, messa in luce della vostra organizzazione, ecc. Suggerite ai potenziali donatori di lavorare insieme, chiedendo loro di partecipare alla pianificazione dell'evento che magari sponsorizzeranno o sosterranno a livello finanziario.

In primo luogo, fate una stima esatta di quello che vi serve: poi iniziate a lavorare per rendere reale la vostra visione. Identificate cio' di cui avete bisogno e chiedetelo, senza mai scoraggiarvi. Man mano che altra gente si unira' a voi per rendere reale quella specifica visione le risorse necessarie appariranno (e spesso proprio nell'esatto momento in cui vi servono). La cosa piu' importante e' che restiate concentrate/i su cio' che state facendo per costruire l'iniziativa. C'e' una bella differenza nel dire ad un potenziale donatore che voi state facendo qualcosa piuttosto che dire che vorreste fare qualcosa. E' importante anche che stiliate un budget realistico, basandovi sui costi effettivi che sostenete: puo' sembrarvi una fatica in piu', ma ne vale la pena perche' vi aiuta ad analizzare esattamente quello che vi serve. Per molte cose il denaro non vi servira', molte risorse le avrete in dono, molte in prestito. Di seguito trovate un'ipotetica lista per aiutarvi a sistematizzare le cose in questo modo.

Lista operativa

- Sistema di amplificazione (microfoni, ecc.): in affitto? Qualcuno puo' prestarvelo?

- Acquisizione e montaggio palco: chi lo fa? Chi tiene il mixer?

- Tende (gazebi) per proteggere le persone in caso di tempo inclemente;

- Tavoli e sedie (chi mette in mostra o vende libri ecc. ne ha bisogno);

- Mostre (sostegni per i pannelli, coperture in plastica);

- Adesivi, segni distintivi in stoffa o carta, ecc. per i partecipanti (ricordare l'evento) e per i volontari (distintivi speciali, berretti, magliette che permettano di identificarli subito);

- Sicurezza: l'evento potrebbe essere disturbato? Avete provveduto ad un sistema di auto-tutela o "filtro" per i possibili disturbatori? Se il Comune o altri Enti pubblici hanno patrocinato la vostra iniziativa potrebbe esserci la polizia a controllare, ma non e' detto;

- Assicurazioni, tasse, permessi;

- Sacchetti per la spazzatura;

- Pubblicita': programmi, volantini, manifesti murali (francobolli per quello che mandate per posta);

- Comunicati stampa, "media kit";

- Fotografie: documentare la vostra iniziativa puo' servire in futuro per proporre un servizio ai giornali sulla vostra attivita' (il che puo' poi piu' facilmente tradursi in raccolta fondi);

- Spese amministrative: fax, telefono, ecc.

Provate a chiedere a stampatori ed altri fornitori d'opera di donare parte del lavoro che faranno per voi, o di praticarvi un prezzo minore: specificate che sara' un vantaggio per loro, che verranno nominati come donatori nelle centinaia di volantini che distribuirete ecc. Naturalmente non chiederete ad una compagnia di inquinatori di sponsorizzare l'evento ecologico che avete in programma, questo lo chiederete ad un negozio di cibi biologici ecc.

Invitate i governi locali, ove sia possibile, a patrocinare la vostra manifestazione. Spiegate loro chiaramente i vostri intenti: voi volete che loro vi diano il patrocinio, perche' includerli in questo modo nelle vostre attivita' mostra che l'istanza di cui vi state occupando e' largamente condivisa, e' un'istanza della comunita' in cui vivete. La presenza dei membri del governo locale all'iniziativa significhera' maggiore opportunita' che i media "coprano" l'evento.

Fondazioni private: alcune potrebbero esservi d'aiuto. Hanno criteri specifici per offrire il loro supporto finanziario, di cui voi dovete essere a conoscenza prima di far loro delle proposte in questo senso. Quando ne avete identificata una che ha fra i propri scopi l'istanza di cui vi occupate, scrivetele per proporle di partecipare all'iniziativa.

A chiunque vi rivolgiate per ottenere fondi, potete differenziare i tipi di supporto richiesti e il ritorno che il donatore ne avra': qualcuno potrebbe sponsorizzare il palco, qualcun altro avere il proprio nome nel programma, essere incluso nei comunicati stampa, ecc. Se qualcuno si dice disposto a sostenervi ma non con denaro, chiedete un "favore" (fotocopie gratuite, pubblicita', ecc.).

Raccolta fondi tramite progetti di visibilita'

Oggetti da vendere, come le magliette con il vostro simbolo, possono essere una grande risorsa. I concorsi (scrittura, poesia, pittura, torte, ecc.) sono un'altra grande idea, perche' oltre a portarvi introiti generano interesse ed attesa attorno all'iniziativa. Potete anche provare a contattare un gruppo musicale e chiedere loro di fare un concerto di beneficenza per la vostra attivita'. Vendere cibo e bevande, ricordate, funziona sempre...

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Idee per il vostro evento

Coalizioni

Se per realizzare l'iniziativa formate una "coalizione" con altri gruppi e con singoli/e volontari/e, organizzate incontri pubblici per parlarne. Cominciate ogni incontro dando il benvenuto a chi partecipa e mettendo tutti/e al corrente di come le cose stanno procedendo. Fornite sempre una rapida presentazione del vostro gruppo (chi viene per la prima volta potrebbe semplicemente avervi sentito nominare e non sapere chi siete). Chiedete a chi viene per la prima volta di presentarsi brevemente (chi sei, cosa fai nella vita, svolgi gia' attivita' di volontariato, fai parte di qualche organizzazione). Assicuratevi di venire a sapere come queste persone hanno saputo del meeting (annunci via media, passaparola, ecc.: vi servira' per identificare i metodi piu' efficaci per trovare volontari). La parte successiva dell'incontro dipende dal punto in cui vi trovate nella pianificazione: se state formulando ipotesi potete incoraggiare il "brainstorming", ovvero il flusso di idee e intuizioni. Assicuratevi di avere il consenso dell'intero gruppo sulle idee che vengono scelte.

Durante l'incontro, chiedete spesso ai partecipanti se hanno domande e aspettate (5-10 secondi) per dar loro il tempo di formulare mentalmente tali domande ed alzare la mano.

Ricordatevi di chiedere a ciascun presente, se non l'ha gia' fatto, di riempire un modulo che predisporrete allo scopo e in cui verranno contenute informazioni quali: nome, recapiti, eventuale gruppo di riferimento, abilita' e/o risorse specifiche che - importante! - esse/i abbiano voglia di mettere a disposizione (Tizia e' una giornalista? Quali contatti puo' fornirvi? Caio e' falegname per hobby? Potrebbe costruire i pannelli che vi servono?). Potete anche appendere al muro un foglio con segnate le abilita'/risorse necessarie e lasciando spazio perche' chi vuole apponga il proprio nome accanto a quelle che preferisce. Ricordate che uno dei modi migliori per perdere i/le volontari/e e' suscitare il loro entusiasmo attorno ad un progetto e poi non avere alcun compito specifico da assegnare loro (puo' essere semplicemente dare una mano alla pianificazione, ma dev'essere chiaro!). Chi si offre di partecipare al vostro progetto vuole sapere di fare la differenza, di essere coinvolto/a in qualcosa di piu' grande di se stesso/a: il modo migliore di mantenere i/le volontari/e e' il riconoscimento. Riconoscete il loro contributo, la loro generosita' nell'offrire tempo ed energie al progetto. Condividete con loro la visione originaria, lasciate che vi apportino le loro idee (nessuno vuol giocare in una squadra di calcio in cui deve stare tutto il tempo in panchina). Trovate modi per incorporarle nel progetto. Assicuratevi comunque che siano in grado di svolgere i compiti che si sono scelti e che abbiano il desiderio di svolgerli: se qualcuno si carica (o viene caricato) di troppi compiti o se ne assume alcuni sotto pressione il lavoro non avra' buoni risultati. Permettete quindi che durante l'assegnazione dei compiti ci sia la possibilita' per ciascuno/a di dare o non dare disponibilita' sul tema specifico: il senso di colpa non e' un grande motivatore di entusiasmo... Formare sottogruppi per ciascuna istanza e' il modo piu' produttivo e divertente di lavorare; prevedete per ognuno di essi almeno una persona che sia responsabile di seguire lo svolgimento del progetto e di riferirlo agli altri sottogruppi (attenzione: questo non significa che tale persona deve fare anche il lavoro degli altri, ma solo che si incarica di verificare che il lavoro venga svolto). Siate responsabili di quello che fate, e pretendete che ogni volontario/a lo sia; la linea di pensiero per cui i volontari non devono rispondere di come fanno cio' fanno, perche' non vengono pagati, e' la ricetta sicura per il disastro. Assicuratevi che ciascuno sappia con chiarezza cosa deve fare, come e in che tempi.

Fiere e feste

Le feste sono uno degli eventi pubblici che portano maggior successo: perche' si tengono all'aperto e perche' avete la possibilita' di invitare gli espositori che vi interessano e che sono correlati all'istanza (nel caso ambientale: potete invitare i locali gruppi di Legambiente, Greenpeace, Wwf ecc.), di tenere spettacoli a basso costo, ecc. Il grosso problema di eventi di questo tipo e' il tempo atmosferico: avete la possibilita', in caso di brutto tempo, di tenere la manifestazione al coperto?

Dichiarazioni

Predisponete grandi pannelli in cui la gente possa scrivere il proprio proposito concernente l'istanza di cui vi state occupando. Serve a far capire che cambiare i propri comportamenti personali e' il primo e necessario passo per cambiare quelli collettivi. Esempi: "Comincero' a riciclare piu' oggetti", "Indirizzero' i miei consumi in maniera ecologica", "Trattero' i bambini con maggior rispetto", "Mi impegnero' contro le discriminazioni e le violenze", ecc.

Sottoscrizioni di documenti

Un sistema abbastanza efficace per ottenere attenzione e' la richiesta che personaggi "ufficiali" (governatori locali, artisti, ecc.) firmino un vostro documento. Mandateglielo per tempo, e leggete poi queste firme durante l'evento pubblico. Chiedete loro di partecipare in prima persona alla manifestazione.

Petizioni/lettere

Qualsiasi sia l'evento pubblico che avete in programma, disponete sempre un tavolino su cui vi siano l'eventuale petizione da firmare, fac-simili o originali di lettere/cartoline da inviare ai politici, ecc. Potete anche predisporre la petizione su grandi fogli, con qualche disegno ben visibile che illustri la situazione, come per le dichiarazioni che abbiamo visto prima.

Borsette per la spesa

Acquistate un buon numero di borse di carta riciclata, stampatevi sopra una breve frase correlata all'evento ("Giorno della Terra 2002", "8 marzo 2002") e chiedete agli studenti delle scuole elementari e medie di dipingerle con un soggetto a loro scelta che riguardi l'istanza di cui vi occupate (bene se vogliono scriverci sopra il loro nome proprio, non il cognome, e il nome della loro scuola). Dopo di che passate per i negozi ad offrirle almeno quattro/cinque giorni prima dell'evento. Potete eventualmente chiedere un contributo.

Festival del cibo

Un festival del cibo organico, biologico, ecc. puo' servire da esca per portare luce sulle istanze correlate al cibo stesso (gli effetti individuali e globali delle abitudini alimentari) e vi da' la possibilita' di coinvolgere erboristerie, gruppi che si occupano di nutrizione, botteghe del commercio equo.

Concorsi

Stimolate la creativita' della comunita' a cui vi rivolgete indicendo un concorso (poesia, saggio, slogan, dipinto, fotografia, ecc.) sul tema di cui vi state occupando. Avrete bisogno di un recapito per le opere e di fare una buona pubblicita'. Ricordate di mandare il vostro bando di concorso alle scuole e ai gruppi giovanili. Il vostro annuncio deve contenere chiaramente il tema del concorso, l'ammontare della "tassa" per parteciparvi, i termini di scadenza, i "premi" che offrirete ai vincitori. Tenete la premiazione al culmine dell'iniziativa che state preparando.

Labirinto

Se la vostra iniziativa si tiene all'aperto, in uno spazio ampio, costruire una mostra-labirinto puo' essere un'idea. Ponete dei cartelli con delle scelte alle intersezioni: la scelta sbagliata condurra' in uno dei vicoli ciechi del labirinto, ove un altro cartello spieghera' le ragioni dell'errore.

Conferite "diplomi" di benemerenza

Una pergamena, e magari una pianta in dono, basteranno. Dichiarate "Eroe/Eroina" del rispetto dell'ambiente, della cultura delle differenze, della pace, ecc. qualcuno/a che si sia distinto nella vostra citta' (o altrove) per la propria azione in questi campi. Sollecitate "nominations" da parte dei vostri concittadini. Questo serve a mostrare che l'impegno personale fa una grossa differenza quando si agisce in maniera positiva senza attendere che sia qualcun altro a farlo per noi.

Chiamate ad un "consiglio"

Forma di teatro di strada. Per l'ambiente, per esempio, chiederete ai partecipanti di impersonare un animale o una pianta e di parlare a loro nome. Questo si chiamera' "Consiglio di tutti i viventi". Darete loro maschere di carta che rappresentino cio' che hanno scelto. Una volta formato il cerchio, ognuna/o si alzera' e parlera' in difesa e celebrazione del "personaggio". Potete tenere un "Consiglio di tutte le donne del mondo", un "Consiglio dei pacifisti/delle pacifiste", ecc. Potete fornire ai partecipanti delle brevi note preparate da voi, ma se la cosa e' spiegata bene potete anche lasciare alla loro creativita' cosa dire. Spiegate a chi parla di includere nel proprio intervento il contributo del personaggio (alla vita sulla Terra, al mantenimento della pace, ecc.). Se fate parte del "Consiglio di tutti i viventi", e avete scelto di impersonare un verme, ergetevi e parlate di come contribuite alla vita del pianeta decomponendo la materia ed arricchendo il terreno di modo che nuova vita possa crescere; di come vi offenda che essere un verme sia considerato un insulto; di come pensate che al vostro lavoro non sia dato il rispetto che merita...

(parte terza - segue)

 

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Tommaso Casini, Le forme metriche italiane. Notizia ad uso delle scuole classiche, Sansoni, Firenze 1911 seconda edizione rifatta e migliorata (nuova tiratura), pp. VIII + 112.

- Rocco Murari, Ritmica e metrica razionale italiana, Hoepli, Milano 1909, Cisalpino-Goliardica, 1977, pp. XVI + 230.

- Giovanni Poli, Nozioni di stilistica corredate di esempi, di riassunti delle epopee nazionali e di quadri sinottici della storia letteraria. Vademecum ad uso degli istituti d'istruzione tecnica, magistrale e ginnasiale superiore, Paravia, Torino 1940, ottava edizione, seconda ristampa, pp. 88, con 10 tavole riassuntive della storia letteraria.

- Angelo Marchese, Dizionario di retorica e di stilistica, Mondadori, Milano 1978, pp. 312.

- Bice Mortara Garavelli, Manuale di retorica, Bompiani Milano 1988, 1997, pp. 380

*

Riedizioni

- Francis Scott Fitzgerald, Il diamante grosso come il Ritz. Tarquinio di Cheapside, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 80, euro 2 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

 

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

7. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 719 del 25 ottobre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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