Telegrammi. 714



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 714 del 20 ottobre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Per farla finita con le ingenuita' e le ipocrisie

2. Un appello del Movimento Nonviolento, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

3. Eleonora Bellini: Verso il 4 novembre

4. Maria D'Asaro: Per la guerra ne' soldi, ne' figli di madre

5. Duccio Demetrio: Morti per nulla

6. Beppe Pavan: Che la guerra finisca

7. Clotilde Pontecorvo: Un incontro con Aldo Capitini

8. Annamaria Rivera: Un giorno di lutto

9. Bruno Segre: "Si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai"

10. Il 18 ottobre si e' svolto a Viterbo un incontro di riflessione

11. Segnalazioni librarie

12. La "Carta" del Movimento Nonviolento

13. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: PER FARLA FINITA CON LE INGENUITA' E LE IPOCRISIE

 

In Italia oggi due sono le vere questioni cruciali: il crimine della guerra e il crimine del razzismo, due crimini che lo stato italiano sta commettendo provocando la morte, la concreta morte, l'irreversibile morte, di innumerevoli esseri umani. Ed ogni persona decente dovrebbe innanzitutto indignarsi di questo, contro questi massacri dovrebbe innanzitutto lottare. Invece questi crimini godono di un consenso di massa da parte della popolazione nativa italiana, anche in assenza di una effettuale coercizione che a quel consenso la obblighi (come avviene nei regimi totalitari e terroristici nei confronti dell'intera popolazione).

Tutte le azioni politiche che eludono questi due nodi sono effettualmente complici di questi crimini: della guerra assassina, della persecuzione razzista.

Non si difende la democrazia se non ci si batte contro la guerra e il razzismo, se non ci si oppone alla persecuzione e all'uccisione degli esseri umani.

Non si contrasta la violenza del regime della corruzione se non ci si batte contro la guerra e il razzismo, se non ci si oppone alla persecuzione e all'uccisione degli esseri umani.

Non ci si oppone alla violenza strutturale del modo di produzione dominante se non ci si batte contro la guerra e il razzismo, se non ci si oppone alla persecuzione e all'uccisione degli esseri umani.

Non si lotta per la liberazione dell'umanita' se non ci si batte contro la guerra e il razzismo, se non ci si oppone alla persecuzione e all'uccisione degli esseri umani.

*

Che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia.

Che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti.

Che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista.

Che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi.

Che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni.

Che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. INIZIATIVE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

3. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. ELEONORA BELLINI: VERSO IL 4 NOVEMBRE

[Ringraziamo Eleonora Bellini (per contatti: eleonora.bellini at libero.it) per questa intervista.

Eleonora Bellini e' nata a Belgirate (Vb), ha insegnato per alcuni anni nella scuola secondaria e da trentuno anni e' direttrice di una biblioteca pubblica. Di quest'ultima cura anche le pubblicazioni e le attivita' rivolte agli utenti piu' giovani, dai bambini agli studenti delle superiori, con particolare riguardo ai valori della pace e dell'intercultura, dal "Calendario 1994 per un anno di pace" ai "Chicchi di caffe'", piccola collana di testimonianze di giovani di Paesi lontani (1998-2000), a "Specchiarsi" (2010), laboratorio di poesia interculturale, sul riconoscimento reciproco e la tolleranza. Ha pubblicato raccolte di poesia, tra cui Note a Margine, Seledizioni 1980 (Premio Albisola Giovani); Tracce, con prefazione di Vico Faggi, Sabatelli - Quaderni di Resine 1993; Agenda feriale, Rhegium Julii 1997; I nemici svegli. Voci di gente sulla via della croce, con nota di Ariodante Marianni, ArtEuropa 2004; Il rumore dei treni, Book Editore, 2007 e Le ceneri del poeta, Edizioni Orizzonti Meridionali, appena uscito. Ha inoltre pubblicato opere di narrativa e si e' occupata di traduzione (tra le altre: J. Danielou, Diari spirituali, Piemme 1998; A. de Lamartine, Ditemi il vostro segreto. Carteggio con Giulia di Barolo, San Paolo 2000; L. Basset, Il desiderio di voltare pagina, San Paolo 2008; Demone di malinconia. L'accidia in un'antologia di autori dal IV al XIV secolo, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2010). Ninna nanna per una pecorella (Edizioni Topipittori 2009) e' un suo testo poetico per bambini piccoli dal recente successo: una pecorella smarrita incontra nella notte gli occhi infuocati di un lupo, la sua paura e' vera e tangibile, ma il finale e' inatteso. Dal maggio 2006 al maggio 2011 e' stata assessore alla cultura di un piccolo borgo della provincia di Novara, e qui ha cercato di promuovere la crescita di un'identita' comune in un paese in pericolo di divenire solo dormitorio ed assediato da una smisurata crescita di traffico e di centri commerciali. Una sintesi di questa sua attivita' si puo' trovare nel blog da lei curato in quel periodo: http://culturalborgo.splinder.com/ Cfr. anche l'ampia intervista in "Coi piedi per terra" n. 294]

 

- Ah, lei e' per la pace?

Ora, nella voce del generale, v'erano sorpresa e sdegno.

- Per la pace! Come una donnetta qualsiasi, consacrata alla casa, alla cucina, all'alcova, ai fiori, ai suoi fiori, ai suoi fiorellini! Cosi', signor tenente?

-  No, signor generale.

- E quale pace desidera mai, lei?

- Una pace...

E l'ispirazione mi venne in aiuto.

- Una pace vittoriosa.

*

Cosi' narra Emilio Lussu, partito volontario nella prima guerra mondiale, nel suo libro Un anno sull'altipiano, testimonianza ancora viva del mutato pensiero dell'autore circa quella "inutile strage", dopo che egli ebbe fatto esperienza dei reticolati e delle trincee. E lo stesso escamotage che il giovane tenente trova per salvarsi dagli interrogativi pressanti di un superiore crudele e fanatico, si muta spontaneamente nell'affermazione di una concreta via da perseguire, l'unica possibile: l'espressione "pace vittoriosa" svela che la pace, come assolutamente altro da ogni guerresca "vittoria", (sempre provvisoria - quest'ultima - e sempre passibile di rivincita e di vendetta, spirale infinita di violenza) e' la sola a poter vincere veramente.

Rovesciare il punto di vista, dunque: casa, cucina, alcova, fiori come simboli dell'umile quotidiano dei piu'. Vita da proteggere e da salvaguardare nella pace. Perche', come avrebbe poi scritto Brecht ("Fra i vinti la povera gente / faceva la fame. Fra i vincitori / faceva la fame la povera gente egualmente"), la pace nasce dal basso ed e' la condizione indispensabile della vita di un popolo.

Solo se si salvaguarda il valore della pace come strada da percorrere e, insieme, come obiettivo da raggiungere, si possono degnamente commemorare il 4 novembre i caduti di quella guerra e di tutte le guerre. Anche, e soprattutto, delle guerre che ancora i nostri governi finanziano e alimentano, sottraendo uomini e mezzi all'educazione, alla solidarieta', alla salvaguardia della cultura e della natura. Se i governi del nostro ventunesimo secolo, che gia' ha esordito grondando sangue, ascoltassero qualche volta le "donnette", anziche' i capitalisti, i petrolieri, i banchieri, credo che i passi sulla via della pace sarebbero piu' numerosi, piu' spediti e piu' saldi.

 

4. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. MARIA D'ASARO: PER LA GUERRA NE SOLDI, NE' FIGLI DI MADRE

[Ringraziamo Maria D'Asaro (per contatti: maridasaro at libero.it) per questo intervento.

"Vivo a Palermo, dove svolgo la professione di insegnante e psicopedagogista in una scuola secondaria di primo grado. Mi riconosco pienamente nell'affermazione di Terenzio: Homo sum: nihil humani alienum a me puto. Mi interesso, come cittadina e come docente, di scienze umane, di filosofia, di politica, di letteratura. Sono socia di Phronesis, Associazione italiana per la Consulenza filosofica. Amo leggere e scrivere. Collaboro con la rivista mensile "Segno" e con il settimanale regionale siciliano "Centonove". Curo un blog: http://maridasolcare.blogspot.com/ che dedica una sezione alla nonviolenza. Guardo con simpatia alla nonviolenta Comunita' dell'Arca, fondata da Lanza del Vasto. Mi impegno, nel mio ambito, perche' la prospettiva nonviolenta, ecologicamente orientata, sia orizzonte possibile per gli esseri umani". Cfr. anche l'intervista apparsa su "Coi piedi per terra" n. 327]

 

Da bambina ho conosciuto la prima guerra mondiale dai toccanti racconti di nonno Turiddu che, da quel macello, ebbe la fortuna di tornare vivo. Al contrario dei suoi compagni, periti in un'imboscata mentre lui era ricoverato in un ospedaletto da campo per una granata che gli aveva squarciato la pancia.

Non c'e' strada, piazzetta o municipio dei paesi siciliani che non abbia dedicato un angolo ai caduti della cosiddetta grande guerra. Spesso con un monumento, voluto dal regime fascista, inneggiante alla retorica nazionalistico-patriottica. Poiche' amo le Dolomiti, ho visto anche le steli che ricordano i caduti della prima guerra a Brunik/Brunico, Sterzing/Vipiteno, a Dobbiaco/Innichen: li' si ricordano i morti dell'altro fronte...

La Storia, col senno di poi, ci ha fatto capire che quella era una guerra evitabile. Come del resto lo sono - e dovrebbero esserlo - tutte le guerre.

Il prossimo quattro novembre esprimero' un desiderio: che, prima o poi, l'umanita' sia capace di una splendida mutazione antropologica e consideri la guerra un tabu'. Alla stregua del cannibalismo o l'incesto.

Perche' la guerra e' uno spreco tremendo. Di risorse, di tempo. Soprattutto di esseri umani: "Not one more mother's child" implorava Cindy Sheehan, dopo la morte del figlio Casey in Iraq. Allora: per la guerra, ne' risorse, ne' altri figli di madre.

 

5. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. DUCCIO DEMETRIO: MORTI PER NULLA

[Ringraziamo Duccio Demetrio (per contatti: duccio.demetrio at unimib.it) per questo intervento.

Duccio Demetrio, illustre pedagogista, e' docente di Filosofia dell'educazione all'Universita' degli studi di Milano-Bicocca; ha fondato e dirige la rivista "Adultita'" e la Libera Universita' dell'autobiografia di Anghiari. Tra le opere di Duccio Demetrio: Educatori di professione. Pedagogia e didattiche del cambiamento nei servizi extra-scolastici, 1990, La Nuova Italia; La ricerca qualitativa in educazione, 1992, La Nuova Italia;  (con Fabbri Montesano Donata; Gherardi Silvia), Apprendere nelle organizzazioni. Proposte per la crescita cognitiva in eta' adulta, 1994, Carocci; (con Favaro Graziella), Immigrazione e pedagogia interculturale. Bambini, adulti, comunita' nel percorso di integrazione, 1995, La Nuova Italia; L'educazione nella vita adulta. Per una teoria fenomenologica dei vissuti e delle origini, 1995, Carocci; Raccontarsi. L'autobiografia come cura di se', 1996, Cortina; Educazione degli adulti: gli eventi e i simboli, 1996, Cuem; (con Corna Pellegrini Giacomo), Viaggio e racconti di viaggio. Nell'esperienza di giovani e adulti, 1997, Cuem; (con Favaro Graziella), Bambini stranieri a scuola. Accoglienza e didattica interculturale nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare, 1997, La Nuova Italia; Agenda interculturale. Quotidianita' e immigrazione a scuola. Idee per chi inizia, 1997, Meltemi; Tornare a crescere. L'eta' adulta tra persistenze e cambiamenti, 1998, Guerini e Associati; Pedagogia della memoria. Per se stessi, con gli altri, 1998, Meltemi; Elogio dell'immaturita'. Poetica dell'eta' irraggiungibile, 1998, Cortina; Il gioco della vita. Kit autobiografico. Trenta proposte per il piacere di raccontarsi, 1999, Guerini e Associati; (con Bella Sonia), Una nuova identita' docente. Come eravamo, come siamo, 2000, Mursia; L'educazione interiore. Introduzione alla pedagogia introspettiva, 2000, La Nuova Italia; Di che giardino sei? Conoscersi attraverso un simbolo, 2000, Meltemi; (con Giusti Mariangela), Preparare e scrivere la tesi in Scienze dell'Educazione 2001, Sansoni; (con Alberici Aureliana), Istituzioni di educazione degli adulti. Vol. 1: Il metodo autobiografico, 2002, Guerini Scientifica; (con Alberici Aureliana), Istituzioni di educazione degli adulti, 2002, Guerini e Associati; Album di famiglia. Scrivere i ricordi di casa, 2002, Meltemi; Scritture erranti. Dall'autobiografia all'autoanalisi, 2003, Edup; Ricordare a scuola. Fare memoria e didattica autobiografica, 2003, Laterza; Manuale di educazione degli adulti, 2003, Laterza; Filosofia dell'educazione ed eta' adulta. Simbologie, miti e immagini di se', 2003, Utet; L'eta' adulta. Teorie dell'identita' e pedagogie dello sviluppo, 2003, Carocci; Autoanalisi per non pazienti. Inquietudine e scrittura di se', 2003, Cortina; (con Alberici Aureliana), Istituzioni di educazione degli adulti. Vol. 2: Saperi, competenze e apprendimento permanente, 2004, Guerini Scientifica; Didattica interculturale. Nuovi sguardi, competenze, percorsi Favaro Graziella, 2004, Franco Angeli; In eta' adulta. Le mutevoli fisionomie, 2005, Guerini e Associati; Filosofia del camminare. Esercizi di meditazione mediterranea, 2005, Cortina; La vita schiva. Il sentimento e le virtu' della timidezza, 2007, Cortina; La scrittura clinica. Consulenza autobiografica e fragilita' esistenziali, 2008, Cortina; L'educazione non e' finita. Idee per difenderla, 2009, Cortina; Ascetismo metropolitano. L'inquieta religiosita' dei non credenti, 2009, Ponte alle Grazie]

 

La memoria delle guerre e' sempre lontana per chi non ne ha vissuto la violenza, lo scempio inutile. La memoria della violenza non si accontenta dei libri di scuola, dei film, delle fotografie, dei romanzi. Ha voglia di essere ascoltata attraverso i segni dei dimenticati.

La memoria di chi racconta appartiene a chi racconta, a chi ha vissuto. Eppure, ogniqualvolta mi accada di attraversare una piazza, anche del piu' piccolo borgo d'Italia o d'Europa, quelle liste infinite di nomi di soldati apposte sotto una statua di bronzo, non sempre, sono i morti per nulla ancora del mio presente. Sono lo spreco di generazioni decimate da massacri che non hanno nemmeno il pudore di tacere.

La memoria loro non e' la mia, ma l'emozione, le parole mancate per dirla, e' come se lo diventasse.

Quei nomi, i nomi di ogni morto per nulla, straziato dalla guerra, divorato anche dall'oblio, diventano la mia ribellione e il nostro silenzio.

A quel punto, evocando volti sconosciuti, possibili biografie, diari di trincea, parole di prigionia, lettere mai arrivate, la scrittura mi avvicina, almeno, a tanta incompiutezza. Al senso del non senso.

 

6. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. BEPPE PAVAN: CHE LA GUERRA FINISCA

[Ringraziamo Beppe Pavan (per contatti: carlaebeppe at libero.it) per questo intervento.

Beppe Pavan e' impegnato nella bellissima esperienza nonviolenta della comunita' di base e del "gruppo uomini" di Pinerolo (preziosa esperienza di un gruppo di uomini messisi all'ascolto del femminismo con quella virtu' dell'"attenzione" di cui ci parlava Simone Weil), ed in tante altre esperienze di pace, di nonviolenza, di solidarieta'; cura la newsletter "Uomini in cammino" ed e' tra i promotori dell'associazione "Maschile plurale"]

 

Mi ha colpito quanto i notiziari hanno riferito raccontando la liberazione del caporale israeliano Shalit. Durante i lunghi anni di prigionia ha maturato la speranza che la guerra finisca e che non si ricorra piu' alla guerra per gestire i conflitti.

Evidentemente la riflessione matura nel silenzio e nel vuoto di "azione" dopante. E credo che gli sara' stata di grande supporto la vicinanza alle popolazioni vittime della guerra: "vorrei che tutti i prigionieri palestinesi potessero tornare a casa!" ha detto in televisione.

Purtroppo "Mai piu' guerre!" e' diventato un ricordo museale. Io vorrei che, invece, votassimo solo per donne e uomini che ne fanno il proprio impegno di vita. E che la nonviolenza in tutte le sue forme fosse l'impegno di vita di ogni uomo e ogni donna.

 

7. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. CLOTILDE PONTECORVO: UN INCONTRO CON ALDO CAPITINI

[Ringraziamo Clotilde Pontecorvo (per contatti: clotilde.pontecorvo at gmail.com) per questo intervento.

Per un breve profilo di Clotilde Pontecorvo riproponiamo nuovamente questo testo di alcuni anni fa: "Clotilde Pontecorvo e' docente all'Universita' "La Sapienza" di Roma. Tra le opere di Clotilde Pontecorvo: Una scuola per i bambini, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1990; (a cura di), La condivisione della conoscenza, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1993; (a cura di), Un curricolo per la continuita' educativa dai quattro agli otto anni, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1989, 1990; (a cura di), Writing development. An interdisciplinary view, John Benjamins, Amsterdam 1997; con Anna Maria Ajello, Cristina Zucchermaglio, Discutendo si impara, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1991, Carocci, Roma 1999; con Maurizio Pontecorvo, Psicologia dell'educazione. Conoscere a scuola, Il Mulino, Bologna 1986; con Luigia Fuse' (a cura di), Il curricolo: prospettive teoriche e problemi operativi, Loescher, Torino 1981, 1990; con Gastone Tassinari, Luigia Camaioni (a cura di), Continuita' educativa dai quattro agli otto anni, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1990; con Anna Maria Ajello, Cristina Zucchermaglio (a cura di), I contesti sociali dell'apprendimento. Acquisire conoscenze a scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana, Led Edizioni, Milano 1995; con Margherita Orsolini, B. Burge, L. Resnick (eds), Children's early text construction, Hillsdale, NJ 1996; con E. Ferreiro, N. Moreira, I. Garcia Hidalgo, Cappuccetto Rosso impara a scrivere. Studi comparativi in tre lingue romanze, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; (a cura di) Writing Development. An interdisciplinary view, John Benjamins Publishinh Company, Amsterdam 1997; con A. Fasulo, Come si dice? Linguaggio e apprendimento in famiglia e a scuola, Carocci editore, Roma 1999; (a cura di), Manuale di psicologia dell'educazione, Il Mulino, Bologna 1999". Tra le pubblicazioni e riedizioni recenti: Discorso e apprendimento, Infantiae.Org, 2005; con Francesco Arcidiacono, Famiglie all'italiana. Parlare a tavola, Raffaello Cortina Editore, Milano 2007;  con Cristina Zucchermaglio e Anna Maria Ajello, Discutendo si impara, Carocci, Roma 2007; con Raimonda Morani e Franca Rossi, Altro che storie! Pratiche di lettura a scuola, Infantiae.Org, 2009; con  M. Beatrice Ligorio, La scuola come contesto. Prospettive psicologico-culturali, Carocci, Roma 2010.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

Suggerirei agli insegnanti e ai ragazzi dalla scuola media in su, di leggere, per il 4 novembre, meglio in gruppo, due bellissimi libri: Un anno sull'altopiano, di Emilio Lussu edito da Einaudi; e All'ovest niente di nuovo, di Erich Maria Remarque edito da Mondadori.

Auguri per la pace a tutti voi.

E vi regalo il mio ricordo di Aldo Capitini poco dopo il 1961. Lo visitai in un modesto ufficetto collocato in una mansarda al Magistero di Roma, mi pare. E lui si accorse di un ragno leggero che era entrato dalla finestrina sul tetto: lo prese delicatamente con due dita e lo fece uscire sul tetto: deve essere stato d'estate.

 

8. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. ANNAMARIA RIVERA: UN GIORNO DI LUTTO

[Ringraziamo Annamaria Rivera (per contatti: annamariarivera at libero.it) per questo intervento.

Annamaria Rivera, antropologa, vive a Roma e insegna etnologia all'Universita' di Bari. Fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ha sempre cercato di coniugare lo studio e la ricerca con l'impegno sociale e politico. Attiva nei movimenti femminista, antirazzista e per la pace, si occupa, anche professionalmente, di temi attinenti. Al centro della sua ricerca, infatti, sono l'analisi delle molteplici forme di razzismo, l'indagine sui nodi e i problemi della societa' pluriculturale, la ricerca di modelli, strategie e pratiche di concittadinanza e convivenza fra eguali e diversi. Fra le opere di Annamaria Rivera piu' recenti: (con Gallissot e Kilani), L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave, Dedalo, Bari 2001; (a cura di), L'inquietudine dell'Islam, Dedalo, Bari 2002; Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, DeriveApprodi, Roma 2003; La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'alterita', Dedalo, Bari 2005; Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo, Dedalo, Bari 2009; La Bella, la Bestia e l'Umano. Sessismo e razzismo senza escludere lo specismo, Ediesse, Roma 2010]

 

Se proprio si vuole celebrare, e' giorno di lutto il quattro novembre. Se proprio qualcosa si vuol ricordare, si tenda bene le orecchie a cogliere l'eco del grido tremendo del milite, ignoto tuttora, sepolto nel fango delle trincee fra i monti del Carso. Se proprio si vuol rammemorare, giusto quel giorno, si evochino nomi come Adamello, Isonzo, Gorizia, Caporetto... Poi si faccia uno sforzo d'immaginazione: si provi a intravedere la turba immensa dei soldati ancora ragazzi - affamati, assetati, malati di trincea - mandati al massacro e decimati dai plotoni di esecuzione.

Se proprio quel giorno si vuol meditare, si pensi dunque alla Grande guerra: grande per questo, perche' dieci milioni di giovani furono mandati a morire, un'intera generazione fu cancellata per sempre.

Se proprio si vuol citare l'esercito italiano, si pensi anche alle feroci imprese coloniali, alle deportazioni, ai campi di concentramento, agli stermini di massa, compiuti con l'uso di fosgene, iprite, arsina: un primato assoluto del nostro paese. E non si ometta la "naturale alleanza" (Giorgio Rochat) fra i generali e il fascismo, la carneficina della seconda guerra mondiale, i quasi centomila soldati italiani mandati a morire sul fronte russo.

Se proprio non si puo' fare a meno di menzionare le forze armate, si citi anche la Folgore e con essa Restore Hope, Somalia, 1993: cioe' le sevizie inflitte dai militari italiani ai civili somali, la donna stuprata con un razzo illuminante, il prigioniero torturato con elettrodi applicati ai genitali...

E per parlare di fatti recenti, si pensi agli interventi e alle invasioni militari in altri Stati, che si chiamino pudicamente "missioni" o, con un orrendo ossimoro d'origine hitleriana, "guerre umanitarie": in Kosovo, in Afghanistan, in Iraq, in Libia... Guerre fallimentari che esasperano e cronicizzano i conflitti; guerre cruentissime che uccidono moltitudini di civili e non risparmiano gli stessi militari.

Questa violenza feroce, che le fiere non conoscono, non puo' celebrarsi con una festa, nazionale perfino. L'anniversario della vana carneficina della prima guerra mondiale sia spunto per riflettere e ribadire il ripudio del militarismo e della guerra, comunque si chiami, e per ricordarne sobriamente le vittime: compresi i non umani, partecipi involontari degli orrori della nostra storia, anch'essi sacrificati nel mattatoio smisurato e indifferenziato che si chiama guerra.

 

9. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. BRUNO SEGRE: "SI SVUOTINO GLI ARSENALI, SI RIEMPIANO I GRANAI"

[Ringraziamo Bruno Segre (per contatti: bsegre at yahoo.it) per questo intervento.

Bruno Segre, storico e saggista, e' nato a Lucerna nel 1930, ha studiato filosofia alla scuola di Antonio Banfi; si e' occupato di sociologia della cooperazione e di educazione degli adulti nell'ambito del movimento Comunita' fondato da Adriano Olivetti; ha insegnato in Svizzera dal 1964 al 1969; per oltre dieci anni ha fatto parte del Consiglio del "Centro di documentazione ebraica contemporanea" di Milano; per molti anni ha presieduto l'associazione italiana "Amici di Neve Shalom Wahat as-Salam"; nel quadro di un'intensa attivita' pubblicistica, ha dedicato contributi a vari aspetti e momenti della cultura e della storia degli ebrei; dirige la prestigiosa rivista di vita e cultura ebraica "Keshet" (sito: www.keshet.it). Tra le opere di Bruno Segre: Gli ebrei in Italia, Giuntina, Firenze 2001; Shoah, Il Saggiatore, Milano 1998, 2003]

 

In un messaggio memorabile il compianto presidente Pertini raccomando': "Si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai".

Credo che questo debba essere uno degli slogan per il nostro 4 novembre, ma non soltanto: alla guerra, a quell'insolenza contro la vita umana che e' rappresentata dalla produzione e dal commercio delle armi (uno dei business piu' lucrosi, insieme con quello della droga), occorre che rispondiamo mobilitandoci tutti, sempre, ogni giorno dell'anno, per esigere che si svuotino, appunto, gli arsenali e si riempiano i granai.

In questi mesi i cittadini, soprattutto giovani, di centinaia di citta' di ogni Paese si stanno mobilitando per chiedere una diversa governance del mondo. Mossi da una crisi globale di una gravita' senza precedenti, cio' che rivendicano e' la prospettiva di un futuro per l'umanita' (che proprio in questi giorni ha varcato la soglia dei 7 miliardi), ma soprattutto la garanzia di una vita decente per le generazioni che verranno.

Si svuotino gli arsenali, dunque, e si riempiano i granai.

 

10. INCONTRI. IL 18 OTTOBRE SI E' SVOLTO A VITERBO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE

 

Martedi' 18 ottobre 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di riflessione sul tema: "La nonviolenza in Italia oggi".

Fulcro della riflessione le proposte nonviolente dinanzi alla crisi economica, politica e sociale.

Nel corso dell'incontro sono stati anche esaminati i recenti fatti di cronaca.

Una parte dell'incontro e' stata dedicata alla preparazione dell'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" che si svolgera' il 4 novembre.

 

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Andre' Chouraqui, I dieci Comandamenti. I doveri dell'uomo nelle tre religioni di Abramo, Mondadori, Milano 2001, 2002, pp. IV + 274.

*

Testi di riferimento

- Augustinus Merk S. J., Novum Testamentum graece et latinae, Editrice pontificio istituto biblico, Roma 1933, 1992 (editio undecima), pp. 48 + 880 (di cui le pp. 2-852 doppie, con testo greco e latino a fronte).

- Nestle-Aland, Nuovo Testamento greco-italiano, a cura di Bruno Corsani e Carlo Buzzetti, prefazione di C. M. Martini e B. Aland, Societa' biblica britannica & forestiera, Roma 1996, pp. XII + 51 + 840 (di cui le pp. 1-680 doppie, con testo greco e italiano a fronte). Il testo greco e' quello della XXVII edizione dell'opera di Eberhard ed Erwin Nestle a cura di Barbara e Kurt Aland, Johannes Karavidopoulos, Carlo M. Martini, Bruce M. Metzger, in collaborazione con l'Istituto per la ricerca testuale del Nuovo Testamento di Muenster, Westfalia; il testo italiano e' quello della versione della Conferenza episcopale italiana; il testo delle note italiane e' tratto dall'edizione italiana della Traduction Oecumenique de la Bible. E' l'edizione manuale diglotta dell'edizione critica Nestle-Aland del Nuovo Testamento.

- La Bible traduite et presentee par Andre' Chouraqui, Desclee de Brouwer, Paris 1974-1979, Geneve 2003, 2007, pp. 2432.

 

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

13. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 714 del 20 ottobre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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