Telegrammi. 703



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 703 del 9 ottobre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Le stragi libiche, le stragi afgane, le stragi dei migranti in mare e in terra

2. Un appello a tutte le persone di retto sentire e di volonta' buona per un 4 novembre dalla parte di Abele

3. Mao Valpiana: 4 novembre (2008)

4. Il 7 ottobre si e' svolto un incontro di riflessione a Viterbo

5. Si e' svolto l'8 ottobre a Viterbo un incontro di studio

6. Giulio Vittorangeli: Un pezzo di pane e un libro

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. LE STRAGI LIBICHE, LE STRAGI AFGANE, LE STRAGI DEI MIGRANTI IN MARE E IN TERRA

 

Le stragi libiche, le stragi afgane, le stragi dei migranti in mare e in terra.

Tu falle cessare.

Alla guerra e al razzismo tu opponiti.

*

La Costituzione della Repubblica Italiana proibisce che l'Italia partecipi a quei massacri, proibisce che l'Italia perseguiti i migranti.

Battiti tu affinche' sia rispettata la legge che salva le vite.

*

Cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia.

Cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti.

Siano abrogate immediatamente le misure anomiche e disumane del colpo di stato razzista.

Cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi.

Si dimetta il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. REPETITA IUVANT. UN APPELLO A TUTTE LE PERSONE DI RETTO SENTIRE E DI VOLONTA' BUONA PER UN 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Intendiamo riproporre quest'anno in tutta Italia per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele", iniziativa che a Viterbo realizziamo dal 2002 e che gia' negli scorsi anni si e' diffusa in alcune altre citta'.

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

3. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: 4 NOVEMBRE (2008)

[Riproponiamo questo intervento di Mao Valpiana apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza" n. 623 del 29 ottobre 2008.

Mao (Massimo) Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

La "festa" militarista del 4 novembre e' stata voluta ed istituita dal fascismo. Ed ora che gli eredi culturali del ventennio sono arrivati al potere, quella festa vogliono rilanciare. Non solo caserme aperte, esposizione pubblica di carri armati, parate in divisa, ma anche militari nelle scuole a raccontare ai giovani l'epopea della "grande guerra". Alla festa per la vittoria si e' aggiunta quella per l'unita' nazionale ed anche la Giornata della Forze Armate. Ogni anno, in ogni citta', le autorita' civili, militari, religiose, si ritrovano tutte unite per legittimare eserciti e guerre. Stiamo assistendo ad un arretramento culturale. Le parole perdono il loro significato. Non si dice piu' "carneficina di esseri umani", ma "intervento militare per portare la pace". La guerra ormai e' entrata nelle coscienze di molti, per annullarle. Ed ora si vuole persino riscrivere la storia!

Alle iniziative militariste del Ministro della Difesa, dobbiamo rispondere con una campagna culturale che ristabilisca la verita' storica, che valorizzi il dettato costituzionale che recita: "l'Italia ripudia la guerra".

Il Movimento Nonviolento, i Beati i costruttori di pace e Peacelink propongono quest'anno di trasformare il 4 novembre in una giornata di studio e di memoria, in una giornata di ripudio della guerra.

Nei prossimi giorni diffonderemo un volantino telematico, invitando ogni persona di buona volonta' e di buon senso (soprattutto gli insegnanti onesti) a dire pubblicamente la verita' storica. Invitiamo i cittadini ad esporre dai loro balconi le bandiere della pace e della nonviolenza, ad esprimere pubblicamente lutto per le vittime ed opposizione alla guerra (la Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero: facciamolo correttamente, con educazione e civilta', ma facciamolo).

E soprattutto nelle scuole, ad esempio, gli insegnanti:

- leggano agli studenti le strazianti poesie di Giuseppe Ungaretti scritte in trincea;

- facciano leggere il Giornale di guerra e di prigionia di Carlo Emilio Gadda in cui emerge l'ottusita' di ufficiali arroganti e l'insipienza criminale degli alti comandi;

- facciano leggere Addio alle armi di Ernest Hemingway e Un anno sull'altopiano di Emilio Lussu, grandi testimonianze del fanatismo di quella guerra;

- diffondano le lettere dei soldati che mandavano al diavolo la guerra e il re. Furono censurate. Perche' censurarle oggi nelle cerimonie ufficiali e non farne mai la minima menzione?

- facciano vedere ai ragazzi i capolavori cinematografici La grande guerra di Mario Monicelli del 1959, Uomini contro di Francesco Rosi del 1970, e il film Tu ne tueras pas di Autant-Lara ("Non uccidere" nella versione italiana) che fu denunciato per vilipendio e proiettato pubblicamente nel 1961 dal sindaco di Firenze Giorgio La Pira, con un coraggioso gesto di disobbedienza civile.

Bisogna diffondere la voce di chi ha maledetto la guerra.

La realta' storica ci dice che i costi umani di quella guerra furono tragici: per l'Italia, 680.071 morti; 1.050.000 feriti di cui 675.000 mutilati; per l'Austria-Ungheria, 1.200.000 morti; 3.620.000 feriti (i morti di tutti i paesi coinvolti furono quasi 10 milioni), per conquistare all'Italia terre che si potevano ottenere per via diplomatica, come voleva Giolitti.

Queste le conseguenze di una folle decisione voluta dal re e dal governo contro la volonta' del Parlamento (450 su 508 deputati erano contrari). Bisogna ricordare che chi non combatteva veniva fucilato dai carabinieri italiani. Il sentimento di pace degli italiani venne violentato da un militarismo spietato, che avrebbe poi aperto le porte al fascismo.

Noi ricordiamo con rispetto e con pena profonda le vittime civili e militari di tutte le guerre. Piangiamo tutti i morti della prima e della seconda guerra mondiale, ed oggi delle guerre in Iraq, in Afghanistan, in Libano, in Israele, in Palestina, in Cecenia, in Africa, in Asia, siano essi civili o militari, uomini o donne, italiani o di qualsiasi altra nazionalita'. Rende vero onore alle vittime soltanto chi lavora tenacemente per far cessare ogni guerra ed escluderla dai mezzi della politica, per sciogliere gli eserciti ed istituire i corpi civili di pace per una polizia internazionale sotto egida dell'Onu.

Il 4 novembre deve diventare giornata di memoria e di impegno per la pace.

 

4. INCONTRI. IL 7 OTTOBRE SI E' SVOLTO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Venerdi' 7 ottobre 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di riflessione sul tema: "La nonviolenza contro la guerra: il 4 novembre realizziamo in tutte le citta' d'Italia l'iniziativa 'Ogni vittima ha il volto di Abele' di memoria di tutte le vittime e di impegno contro tutte le guerre e le uccisioni".

 

5. INCONTRI. SI E' SVOLTO L'8 OTTOBRE A VITERBO UN INCONTRO DI STUDIO

 

Sabato 8 ottobre 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di studio su "Dinanzi alla crisi attuale ed alla crescente barbarie onnidistruttiva, la nonviolenza si propone come alternativa morale, culturale, sociale, economica, politica per difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per difendere la biosfera, per sostenere e costruire la civile convivenza, la democrazia e la legalita' che salva le vite, la civilta' responsabile e solidale".

Nel corso dell'incontro e' stato commentato lo straordinario esito della marcia Perugia-Assisi del 25 settembre e della Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre, ed e' stata presentata l'iniziativa del 4 novembre "Ogni vittima ha il volto di Abele".

 

6. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: UN PEZZO DI PANE E UN LIBRO

[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento.

Giulio Vittorangeli, nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Donne in America latina, Celleno, luglio 1997; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; La cultura del nuovo impero: l'uomo a dimensione di merce, Celleno, luglio 2002; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003; America Latina: l'alternativa al neoliberismo, Viterbo, aprile 2004; Mulukuku: un progetto di salute mentale in Nicaragua, Viterbo, novembre 2010. Ha coordinando il Gruppo di approfondimento "Vivere nel nord  impegnati nel sud", all'interno del Convegno "Vivere e amare attraverso le contraddizioni", promosso dall'Associazione Ore Undici, e svolto a Trevi nell'Umbria (Pg), 25-30 agosto 2001. Ha partecipato alla trasmissione di "Rai Utile", del 24 gennaio 2006, dal titolo "America Latina e' sviluppo". Ha contribuito alla realizzazione, stesura, pubblicazione e presentazione di tre libri: Que linda Nicaragua!, Associazione Italia Nicaragua, Fratelli Frilli editori, Genova 2005; Nicaraguita, la utopia de la ternura, Terra Nuova, Managua, Nicaragua, 2007; Nicaragua. Noi donne le invisibili, Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, Davide Ghaleb editore, Vetralla 2009. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Attualmente cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"]

 

Nella attuale situazione italiana c'e' un intreccio di crisi politica e crisi economica, l'una alimenta l'altra, con la prospettiva di una "uscita" rappresentata da una ulteriore deriva a destra. Il tutto ha portato, unitamente alla desolidarizzazione, alla ulteriore provincializzazione, come se guardare al resto del mondo fosse diventato un lusso. L'orizzonte e' quello minuscolo di una Italietta perfino piu' ristretta dei propri confini, attraversati da donne e uomini alla ricerca di una disperata sopravvivenza; una collettivita' che sembra tornata alla sudditanza, disposta a sperimentare le peggiori schiavitu' del nostro mondo "libero".

Bisogna, inevitabilmente, costruire un'alternativa sociale, politica e culturale, creando innanzitutto strutture conoscitive e didattiche.

C'e' in questo senso un bellissimo testo, conosciuto come il "Discorso al paese di Fuente Vaqueros", che il poeta Federico Garcia Lorca lesse a voce alta, davanti ai propri concittadini, in occasione dell'inaugurazione della biblioteca comunale nel settembre 1931, in cui unitamente al pezzo di pane rivendica anche la necessita' del libro.

"E' bene che tutti gli uomini mangino, ma anche che tutti gli uomini conoscano... Un uomo affamato puo' facilmente soddisfare la propria fame con un pezzo di pane o qualche frutto; ma un uomo che ha sete di conoscenza e non puo' permettersela, soffre una terribile agonia... l'agonia fisica, biologica, naturale, di un corpo che ha fame, sete o freddo, dura poco, molto poco, ma l'agonia dell'anima insoddisfatta dura una vita... Che la biblioteca, in questo bellissimo paese dove ho avuto l'onore di nascere, serva a far regnare la pace, la ricerca spirituale e l'allegria".

Questa richiesta di "un pezzo di pane e un libro", della cultura come grande cambiamento sociale, era presente anche nella societa' italiana, ed ha attraversato intere generazioni che hanno creduto nella cultura come grande cambiamento sociale, il piu' delle volte con uno sguardo internazionale e internazionalista.

Nei nefasti anni '80 inizia l'incubo, che perdura ancor oggi, in cui il massacro culturale assume forme ancora piu' mostruose, e il potere e' macroscopicamente pornografico, nel vero senso della parola.

Ma gli anni '80 sono stati anche gli anni in cui si guardava con grande fiducia ed ottimismo alla rivoluzione sandinista che nel 1979 aveva trionfato in Nicaragua. E' estremamente evidente, in quel processo rivoluzionario, il nesso tra pane e cultura.

Scrive Ernesto Cardenal (poeta e sacerdote, ministro della Cultura del governo rivoluzionario del Nicaragua) in Oraculo sobre Managua: "I versi alla rosa non sono borghesi e non sono borghesi le rose, anche la rivoluzione le coltivera', si tratta, certo, di redistribuire le rose e la poesia".

Giulio Girardi, nel libro Le rose non sono borghesi... Popolo e cultura nel nuovo Nicaragua (Borla, 1986) sostiene che: "L'aspetto piu' profondo e caratterizzante di questa rivoluzione e' la sua dimensione culturale, l'emergere del popolo come soggetto di cultura, il progetto di un uomo nuovo e di un popolo nuovo. Una rivoluzione nella quale e' effettivamente messa al potere l'immaginazione politica, religiosa e poetica".

Tutto questo puo' apparire oggi decisamente retro', anche se di retro' non ha nulla.

Anni, difficili, cruciali ed emozionali; un'esplosione rivoluzionaria ininterrotta durata un decennio che continua a parlare al presente piu' che mai.

Anni grandi, che se non visti con la testa girata verso il passato, ci dicono che ci sono nodi ancora da sciogliere, lotte che non hanno mai smesso di esistere e che, anzi, possono diventare una memoria viva per chi voglia sfidare le nuove avversita' della messa in discussione dello stato di cose presenti.

Esiste una strada che oggi noi possiamo solo intravedere, o forse sognare aguzzando la vista verso l'orizzonte, e cominciare pero' a decidere se e quali passi ci portano davvero insieme verso il futuro.

Tutto questo lo definiamo come solidarieta' "tenerezza dei popoli", che non significa acritica adesione a idee astratte, ma fedelta' a una visione del mondo e del suo futuro che renda, nella liberta' e nei diritti, uguali le persone.

Perche' il momento e' adesso e non si puo' rimandare.

 

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Fjodor Dostojevskij, Il villaggio di Stepancikovo, Sellerio, Palermo 1981, 2000, pp. 324.

- Ian Watt, Le origini del romanzo borghese. Studi su Defoe, Richardson e Fielding, Bompiani, Milano 1976, 1994, pp. 360.

*

Riedizioni

- Vittorino Andreoli, L'uomo di vetro. La forza della fragilita', Rcs, Milano 2008, 2011, pp. X + 150, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Enzo Collotti, Storia delle due Germanie. 1945-1968, Einaudi, Torino 1968, Mondadori, Milano 2011, 2 voll. per complessive pp. XXVI + XII + 1122, euro 12,90 + 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).

- Platone, Simposio, Boringhieri, Torino 1960, Adelphi, Milano 1979,  2010, pp. 114, euro 9. A cura di Giorgio Colli.

- Mario Vargas Llosa, I capi, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 96, euro 2 (in supplemento al quotidiano"Il sole 24 ore).

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 703 del 9 ottobre 2011

 

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