Telegrammi. 701



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 701 del 7 ottobre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Cessino i massacri in Afghanistan e in Libia, cessi la partecipazione italiana alla guerra assassina e si adoperi l'Italia per la pace che salva le vite

2. Un appello a tutte le persone di retto sentire e di volonta' buona per un 4 novembre dalla parte di Abele

3. Augusto Cavadi: Una mentalita' nuova che si lasci alle spalle l'epoca delle guerre

4. Paolo D'Arpini: Il mio auspicio

5. Associazione per la pace: Capodanno a Gerusalemme

6. Segnalazioni librarie

7. La "Carta" del Movimento Nonviolento

8. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. CESSINO I MASSACRI IN AFGHANISTAN E IN LIBIA, CESSI LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA ASSASSINA E SI ADOPERI L'ITALIA PER LA PACE CHE SALVA LE VITE

 

Questo e' il nostro primo pensiero ogni giorno: che cessino i massacri in Afghanistan e in Libia, che cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra assassina e che si adoperi l'Italia finalmente per la pace che salva le vite. Che cessi immediatamente la persecuzione dei migranti da parte dello stato italiano, che siano abrogate tutte le scellerate misure del colpo di stato razzista nel nostro paese e che si adoperi finalmente l'Italia per garantire accoglienza ed assistenza a tutti gli esseri umani in fuga da guerre, dittature, persecuzioni, devastazioni e fame. Questo e' il nostro primo pensiero ogni giorno.

 

2. INIZIATIVE. UN APPELLO A TUTTE LE PERSONE DI RETTO SENTIRE E DI VOLONTA' BUONA PER UN 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DI ABELE

 

Intendiamo riproporre quest'anno in tutta Italia per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele", iniziativa che a Viterbo realizziamo dal 2002 e che gia' negli scorsi anni si e' diffusa in alcune altre citta'.

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

3. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. AUGUSTO CAVADI: UNA MENTALITA' NUOVA CHE SI LASCI ALLE SPALLE L'EPOCA DELLE GUERRE

[Ringraziamo Augusto Cavadi (per contatti: acavadi at alice.it) per questo intervento.

Augusto Cavadi, prestigioso intellettuale ed educatore, collaboratore del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo, e' impegnato nel movimento antimafia e nelle esperienze di risanamento a Palermo, collabora a varie qualificate riviste che si occupano di problematiche educative e che partecipano dell'impegno contro la mafia. Opere di Augusto Cavadi: Per meditare. Itinerari alla ricerca della consapevolezza, Gribaudi, Torino 1988; Con occhi nuovi. Risposte possibili a questioni inevitabili, Augustinus, Palermo 1989; Fare teologia a Palermo, Augustinus, Palermo 1990; Pregare senza confini, Paoline, Milano 1990; trad. portoghese 1999; Ciascuno nella sua lingua. Tracce per un'altra preghiera, Augustinus, Palermo 1991; Pregare con il cosmo, Paoline, Milano 1992, trad. portoghese 1999; Le nuove frontiere dell'impegno sociale, politico, ecclesiale, Paoline, Milano 1992; Liberarsi dal dominio mafioso. Che cosa puo' fare ciascuno di noi qui e subito, Dehoniane, Bologna 1993, nuova edizione aggiornata e ampliata Dehoniane, Bologna 2003; Il vangelo e la lupara. Materiali su chiese e mafia, 2 voll., Dehoniane, Bologna 1994; A scuola di antimafia. Materiali di studio, criteri educativi, esperienze didattiche, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994, D G editore, Trapani 2006; Essere profeti oggi. La dimensione profetica dell'esperienza cristiana, Dehoniane, Bologna 1997; trad. spagnola 1999; Jacques Maritain fra moderno e post-moderno, Edisco, Torino 1998; Volontari a Palermo. Indicazioni per chi fa o vuol fare l'operatore sociale, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1998, seconda ed.; voce "Pedagogia" nel cd- rom di AA. VV., La mafia. 150 anni di storia e storie, Cliomedia Officina, Torino 1998, ed. inglese 1999; Ripartire dalle radici. Naufragio della politica e indicazioni dall'etica, Cittadella, Assisi, 2000; Le ideologie del Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2001; Volontariato in crisi? Diagnosi e terapia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2003; Gente bella, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2004; Strappare una generazione alla mafia, DG Editore, Trapani 2005; E, per passione, la filosofia, DG Editore, Trapani 2006; La mafia spiegata ai turisti, Di Girolamo Editore, Trapani 2008; E, per passione, la filosofia. Breve introduzione alla piu' inutile di tutte le scienze, Di Girolamo, Trapani 2008; Chiedete e non vi sara' dato. Per una filosofia pratica dell'amore, Petite Plaisance, Pistoia 2008; In verita' ci disse altro. Oltre i fondamentalismi cristiani, Falzea, Reggio Calabria 2008; Il Dio dei mafiosi, San Paolo, Milano 2009; Come posso fare di mio figlio un vero uomo d'onore? Coppola, Trapani 2008; L'amore e' cieco ma la mafia ci vede benissimo, Coppola, Trapani 2009; Filosofia di strada. Il filosofare-in-pratica e le sue pratiche, Di Girolamo, Trapani 2010; Non lasciate che i bambini vadano a loro, Falzea, Reggio Calabria 2010. Vari suoi contributi sono apparsi sulle migliori riviste antimafia di Palermo e siciliane. Segnaliamo il sito: www.augustocavadi.eu (con bibliografia completa). Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 420]

 

Davvero, come sostiene Hillmann, la guerra esercita un forte fascino per l'umanita'? A giudicare dalla frequenza con cui la si pratica - e, nelle pause fra una guerra e l'altra, la si mima nei giochi, nelle danze, negli spettacoli e nelle liturgie - si direbbe di si'. In realta' essa si radica su un "istinto" tanto naturale quanto prezioso per la sopravvivenza del singolo, della tribu', della specie: l'autodifesa. Ma sappiamo che la psicologia contemporanea tende a circoscrivere con piu' virgolette il vocabolo istinto quando si tratta dell'essere umano dal momento che, a differenza degli altri animali (o, meglio, in misura piu' marcata rispetto agli altri animali), in lui l'istintivita' genetica, biologica, e' - sin dal primo vagito, anzi sin dai nove mesi di formazione nel grembo materno - plasmata sociologicamente, culturalmente. Nell'essere umano si preferisce dunque parlare di impulsi, tendenze, propensioni e abitudini.

Ecco perche', dopo alcuni milioni di anni sul pianeta, le guerre non sono certo attuazione pura e semplice di un istinto, ma qualcosa di molto piu' complesso: sono progetti elaborati a tavolino, soppesati alla bilancia degli interessi economici, che solo ideologicamente (intendendo qui l'avverbio nel senso deteriore del termine) vengono spacciati per risposte naturali a sfide inevitabili. Naturale e' infatti difendersi: non altrettanto difendersi esclusivamente con mezzi violenti ne', ancor meno, difendersi attaccando preventivamente il possibile nemico. Le due grandi guerre mondiali a cui l'Italia ha preso parte sono state un esempio tragicamente illuminante di quanto poco necessarie - e di quanto molto autolesioniste - siano in genere le guerre: o non ottengono nulla di cio' che si propongono (vedi risultati della seconda guerra mondiale al fianco, anzi a servizio, della follia nazista) o l'ottengono parzialmente e a costi spaventosamente maggiori (vedi la "vittoria mutilata", a conclusione della prima guerra mondiale, premessa della sconfitta integrale a cui siamo andati incontro ventidue anni dopo, per non aver capito che al peggio non c'e' fine).

Il 4 novembre festeggeremo le Forze armate? Ogni cittadino italiano a modo suo. Personalmente cerchero' di non cadere nella trappola di chi mi vuole indurre a identificare le istituzioni militari con i concittadini che - per convinzione, piu' spesso per mancanza di alternative di lavoro - vi dedicano la parte piu' significativa delle breve esistenza terrena. Lungi dall'accettare il ricatto di tutto prendere o tutto lasciare, distinguero' le Forze armate dai militari: nei tempi, nei luoghi e nei modi piu' opportuni - come persona umana e come educatore - professero' tutto il mio atterrito rifiuto delle strutture organizzate e l'augurio piu' sincero ai miei concittadini in armi che proprio essi, portatori di esperienza diretta e annosa, diventino gradualmente nella societa' civile i promotori di una mentalita' nuova che si lasci alle spalle l'epoca delle guerre come ci siamo lasciati (almeno in linea di principio) l'epoca dei sacrifici umani in onore degli dei o della schiavitu' perenne in conseguenza di una sconfitta in battaglia. Diventino i promotori di una nuova societa' in l'aggressivita' "naturale" venga canalizzata su altre guerre, contro altri nemici e con altre armi: le guerre contro la fame, le malattie, le leggi ingiuste, le politiche ipocrite, in difesa degli umani inermi, degli animali e dell'ambiente.

 

4. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. PAOLO D'ARPINI: IL MIO AUSPICIO

[Ringraziamo Paolo D'Arpini (per contatti: circolovegetariano at gmail.com) per questo intervento.

Paolo D'Arpini e' presidente del Circolo vegetariano di Calcata (in provincia di Viterbo), referente della Rete Bioregionale Italiana, e animatore di rilevanti esperienze ecologiste, di spiritualita', di solidarieta', di incontro tra le persone, le culture, con la natura vivente; "scrittore bioregionale, esperto di erbe selvatiche, dinamizzatore di eventi culturali ed ecologisti", un suo profilo autobiografico e' nel sito www.circolovegetarianocalcata.it]

 

Il mio auspicio e' che l'omaggio floreale, da depositare ai sacrari il 4 novembre, sia composto di piantine vive e da mantenere in vita, almeno in vaso se non e' possibile trapiantarle in piena terra. Poiche' il commercio di fiori recisi non e' ecologista e nemmeno spiritualista. I fiori sono espressione della natura e vivi nella natura debbono restare.

 

5. INCONTRI. ASSOCIAZIONE PER LA PACE: CAPODANNO A GERUSALEMME

[Da Luisa Morgantini a nome dell'Associazione per la pace (per contatti: e-mail: lmorgantiniassopace at gmail.com, sito: www.assopace.org) riceviamo e diffondiamo.

Luisa Morgantini, gia' parlamentare europea (e per anni vicepresidente del Parlamento Europeo e presidente della delegazione del Parlamento Europeo al Consiglio legislativo palestinese), fa parte delle Donne in nero, dell'Associazione per la pace, ed e' coordinatrice della Rete internazionale per la resistenza popolare nonviolenta; e' una delle figure piu' note e piu' vive dei movimenti per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani. Lei stessa cosi' si descrive (in un breve profilo disponibile anche nel suo sito www.luisamorgantini.net): "La guerra l'ho sentita nella pancia di mia madre. Sono nata alla fine del '40 nella Val d'Ossola, al confine svizzero e prima repubblica nata dalla Resistenza. Mio padre ha fatto il partigiano. Di fronte alla mia ammirazione diceva: 'Mai piu' la guerra'. Per anni non ho capito, pensavo che di fronte alle oppressioni, alle ingiustizie la risposta anche armata fosse una strada percorribile. Oggi penso, insieme a tante donne e uomini che la strada sia quella della nonviolenza, della trasformazione delle coscienze, del riconoscimento del diritto di ogni donna ed ogni uomo alla liberta', alla giustizia sociale, al lavoro, alla casa, alla salute. Penso al diritto della terra, dell'aria, dell'acqua, del cielo, degli animali, di ogni essere vivente a non essere ferito, umiliato, usato ai fini del profitto invece che del benessere per tutte e tutti. Certo, nel riconoscimento delle differenze, sessuali, religiose e politiche, il 'mai piu' guerra' e' diventato per me un impegno per il quale ha senso la mia esistenza. Non sono ingenua, so come e' difficile agire per interrompere la spirale guerra-terrorismo. Lo misuro ogni giorno nei luoghi di conflitto, dove da ormai molti anni mi misuro cercando di costruire relazioni tra le parti in conflitto, dalla Palestina-Israele all'Afghanistan, all'Iraq, alla Bosnia, al Kosovo, in Kurdistan-Turchia, e tanti tanti altri paesi. Sembra impossibile, quando ti dicono che la guerra e' sempre stata e sempre sara'. Eppure vale la pena provare a percorrere un'altra strada, quella di riconoscere i conflitti senza negarli e cercare di superarli, partendo dal riconoscimento dell'altra/o per una convivenza civile, quella di assumersi la responsabilita' di costruire un mondo, un'Italia, un'Europa dove ciascuna/o sia di aiuto all'altra/o. Sogni, utopie? Forse, ma sono il principio per cambiare e agire e dire con milioni di persone che un altro mondo, un mondo migliore, si puo' costruire". Il seguente piu' ampio profilo di Luisa Morgantini (che abbiamo in un punto aggiornato) abbiamo ripreso alcuni anni fa sempre dal sito www.luisamorgantini.net: "Luisa Morgantini e' nata a Villadossola (No) il 5 novembre 1940. Dal 1960 al 1966 ha lavorato presso l'istituto Nazionale di Assistenza a Bologna occupandosi di servizi sociali e previdenziali. Dal 1967 al 1968 ha frequentato in Inghilterra il Ruskin College di Oxford dove ha studiato sociologia, relazioni industriali ed economia. Dal 1969 al 1971 ha lavorato presso la societa' Umanitaria di Milano nel settore dell'educazione degli adulti. Dal 1970 e fino al 1999 ha fatto la sindacalista nei metalmeccanici nel sindacato unitario della Flm. Eletta nella segreteria di Milano - prima donna nella storia del sindacato metalmeccanico - ha seguito la formazione sindacale e la contrattazione per il settore delle telecomunicazioni, impiegati e tecnici. Dal 1986 e' stata responsabile del dipartimento relazioni internazionali del sindacato metalmeccanico Flm - Fim Cisl, ha rappresentato il sindacato italiano nell'esecutivo della Federazione europea dei metalmeccanici (Fem) e nel Consiglio della Federazione sindacale mondiale dei metalmeccanici (Fism). Dal novembre del 1980 al settembre del 1981, in seguito al terremoto in Irpinia, in rappresentanza del sindacato, ha vissuto a Teora contribuendo alla ricostruzione del tessuto sociale. Ha fondato con un gruppo di donne di Teora una cooperativa di produzione, "La meta' del cielo", che e' tuttora esistente. Dal 1979 ha seguito molti progetti di solidarieta' e cooperazione non governativa con vari paesi, tra cui Nicaragua, Brasile, Sud Africa, Mozambico, Eritrea, Palestina, Afghanistan, Algeria, Peru'. Si e' misurata in luoghi di conflitto entro e oltre i confini, praticando in ogni luogo anche la specificita' dell' essere donna, nel riconoscimento dei diritti di ciascun essere umano: nelle rivendicazioni sindacali, con le donne contro la mafia, contro l'apartheid in Sud Africa, con uomini e donne palestinesi e israeliane per il diritto dei palestinesi ad un loro stato in coesistenza con lo stato israeliano, con il popolo kurdo, nella ex Yugoslavia, contro la guerra e i bombardamenti della Nato, per i diritti degli albanesi del Kosovo all'autonomia, per la cura e l'accoglienza a tutte le vittime della guerra. Attiva nel campo dei diritti umani, si e' battuta per il loro rispetto in Cina, Vietnam e Siria, e per l'abolizione della pena di morte. Dal 1982 si occupa di questioni riguardanti il Medio Oriente ed in modo specifico del conflitto Palestina-Israele. Dal 1988 ha contribuito alla ricostruzione di relazioni e networks tra pacifisti israeliani e palestinesi. In particolare con associazioni di donne israeliane e palestinesi e dei paesi del bacino del Mediterraneo (ex Yugoslavia, Albania, Algeria, Marocco, Tunisia). Nel dicembre 1995 ha ricevuto il Premio per la pace dalle Donne per la pace e dalle Donne in nero israeliane. Attiva nel movimento per la pace e la nonviolenza e' stata portavoce dell'Associazione per la pace. E' tra le fondatrici delle Donne in nero italiane e delle rete internazionale di Donne contro la guerra. E' stata deputata al Parlamento Europeo... In Italia continua la sua opera assieme alle Donne in nero e all'Associazione per la pace". Opere di Luisa Morgantini: Oltre la danza macabra, Nutrimenti, Roma 2004. Si veda anche la recente intervista apparsa in "Coi piedi per terra" n. 393]

 

Capodanno a Gerusalemme: vieni anche tu in Palestina e Israele dal 28 dicembre al 5 gennaio accompagnati da Luisa Morgantini, gia' Vicepresidente del Parlamento Europeo.

E' dal 1988 che l'Associazione per la Pace organizza viaggi di conoscenza e solidarieta' in Palestina e Israele, un "andare e tornare" per contribuire a tenere aperta la strada per la liberta' e l'indipendenza del popolo palestinese, per una pacifica coesistenza tra i due popoli.

Anche questa volta il viaggio vuole dare voce all'altro volto della regione, alla forza e all'instancabilita' di uomini e donne palestinesi, israeliani e internazionali, che resistono pacificamente e quotidianamente all'occupazione, rispondendo alla forza militare con la nonviolenza e battendosi per la fine dell'occupazione ed una pace equa e giusta...

Al ritorno racconteremo cio' di cui saremo stati testimoni ed agiremo per riaffermare il diritto dei palestinesi e di tutte e tutti alla liberta', alla dignita' e all'autodeterminazione.

Per informazioni e prenotazioni: tel. 3483921465 - 3385706446 - 0668805041, e-mail: lmorgantiniassopace at gmail.com, sito: www.assopace.org

 

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Alessandro Cavalli e Alberto Martinelli, Gli studenti americani dopo Berkeley, Einaudi, Torino 1969, pp. 400.

- Carl Davidson, Tattica e strategia nella multiversita', De Donato, Bari 1969, pp. 184.

- F. W. Dupee (et alii), Rivolta alla Columbia University, De Donato, Bari 1969, pp. 176 (con una tavola fuori testo).

- Enrico Forni, Mitchel Cohen, Dennis Hale (a cura di), Gli studenti e la nuova sinistra in America, De Donato, Bari 1968, pp. XXXVI + 468.

- Herbert Marcuse, Critica della societa' repressiva, Feltrinelli, Milano 1968, pp. XXIV + 156.

- Herbert Marcuse, Eros e civilta', Einaudi, Torino 1964, 1974, pp. 288.

- Herbert Marcuse, La dimensione estetica, Mondadori, Milano 1978, pp. 108.

- Herbert Marcuse, L'autorita' e la famiglia, Einaudi, Torino 1970, 1976, pp. 138.

- Herbert Marcuse, L'uomo a una dimensione, Einaudi, Torino 1967, 1975, pp. 272.

- Herbert Marcuse, Ragione e rivoluzione, Il Mulino, Bologna 1966, 1974, pp. 484.

- Herbert Marcuse, Saggio sulla liberazione, Einaudi, Torino 1969, 1975, pp. 114.

- Charles A. Reich, La nuova America, Rizzoli, Milano 1972, pp. 384.

- Robert Paul Wolff, Barrington Moore jr, Herbert Marcuse, Critica della tolleranza, Einaudi, Torino 1968, 1974, pp. 110

 

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

8. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 701 del 7 ottobre 2011

 

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