Telegrammi. 692



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 692 del 28 settembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Dal 25 settembre al 2 ottobre, portiamo la nonviolenza in tutte le piazze d'Italia

2. La mozione finale della Marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011

3. La "Carta" del Movimento Nonviolento

4. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DAL 25 SETTEMBRE AL 2 OTTOBRE, PORTIAMO LA NONVIOLENZA IN TUTTE LE PIAZZE D'ITALIA

 

Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, e' la Giornata internazionale della nonviolenza indetta dall'Onu.

Il 2 ottobre portiamo in tutte le piazze d'Italia il senso e i fini della marcia Perugia-Assisi che si e' svolta il 25 settembre.

Ovunque possibile organizziamo occasioni pubbliche di incontro per la nonviolenza, per la pace e la fratellanza dei popoli.

E che queste occasioni pubbliche di incontro rendano concreta e condivisa l'azione politica della nonviolenza oggi necessaria:

- per l'immediata cessazione della partecipazione dello stato italiano alle guerre terroriste e stragiste in Afghanistan e in Libia;

- per l'immediata abrogazione delle misure in cui si e' concretizzato il criminale colpo di stato razzista nel nostro paese;

- per l'immediato stop a tutte le cosiddette "grandi opere" nocive e distruttive;

- per il disarmo subito;

- per una politica economica dalla parte delle classi sociali sfruttate ed oppresse;

- per la cura dei beni comuni e la difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera;

- contro la violenza maschilista e patriarcale;

- contro i poteri criminali e il regime della corruzione;

- per le dimissioni immediate del governo della guerra e del razzismo;

- per il ritorno alla legalita' che salva le vite, alla democrazia che tutti gli esseri umani riconosce e accoglie, alla civilta' che unisce - in giustizia e liberta', responsabilita' e solidarieta' - l'umanita' intera.

La nonviolenza e' in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. DOCUMENTAZIONE. LA MOZIONE FINALE DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI DEL 25 SETTEMBRE 2011

[Riceviamo e diffondiamo]

 

A conclusione della Perugia-Assisi, che abbiamo convocato a cinquant'anni dalla prima Marcia organizzata il 24 settembre 1961 da Aldo Capitini, vogliamo lanciare un nuovo appello per la pace e la fratellanza dei popoli.

Lo facciamo richiamando il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che proclama: "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita' e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".

La fratellanza dei popoli si basa sulla dignita', sugli eguali diritti fondamentali e sulla cittadinanza universale delle persone che compongono i popoli. I diritti umani sono il nome dei bisogni vitali di cui e' portatrice ogni persona. Essi interpellano l'agenda della politica la quale deve farsi carico di azioni concrete per assicurare "tutti i diritti umani per tutti" a livello nazionale e internazionale. La sfida e' tradurre in pratica il principio dell'interdipendenza e indivisibilita' dei diritti umani - civili, politici, economici, sociali e culturali - e ridefinire la cittadinanza nel segno dell'inclusione. L'agenda politica dei diritti umani comporta che nei programmi dei partiti e dei governi ciascun diritto umano deve costituire il capoverso di un capitolo articolato concretamente in politiche pubbliche e misure positive.

Il nostro appello per la pace e la fratellanza dei popoli contiene alcuni principi, proposte e impegni.

*

Principi

Primo. Il mondo sta diventando sempre piu' insicuro. Se continuiamo a spendere 1.6 trilioni di dollari all'anno per fare la guerra non riusciremo a risolvere nessuno dei grandi problemi del nostro tempo: la miseria e la morte per fame, il cambio climatico, la disoccupazione, le mafie, la criminalita' organizzata e la corruzione. Se vogliamo uscire dalla crisi dobbiamo smettere di fare la guerra e passare dalla sicurezza militare alla sicurezza umana, dalla sicurezza nazionale alla sicurezza comune.

Secondo. Se vogliamo la pace dobbiamo rovesciare le priorita' della politica e dell'economia. Dobbiamo mettere al centro le persone e i popoli con la loro dignita', responsabilita' e diritti.

Terzo. La nonviolenza e' per l'Italia, per l'Europa e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, metodo e stile di vita, strumento di liberazione, strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia e costruire persone, societa' e realta' migliori.

Quarto. Se vogliamo la pace dobbiamo investire sulla solidarieta' e sulla cooperazione a tutti i livelli, a livello personale, nelle nostre comunita' come nelle relazioni tra i popoli e gli stati. La logica perversa dei cosiddetti "interessi nazionali", del mercato, del profitto e della competizione globale sta impoverendo e distruggendo il mondo. La solidarieta' tra le persone, i popoli e le generazioni, se prima era auspicabile, oggi e' diventata indispensabile.

Quinto. Non c'e' pace senza una politica di pace e di giustizia. L'Italia, l'Europa e il mondo hanno bisogno urgente di una politica nuova e di una nuova cultura politica nonviolenta fondata sui diritti umani. Quanto piu' si aggrava la crisi della politica, tanto piu' e' necessario sviluppare la consapevolezza delle responsabilita' condivise. Serve un nuovo coraggio civico e politico.

Sesto. Se davvero vogliamo la pace dobbiamo costruire e diffondere la cultura della pace positiva. Una cultura che rimetta al centro della nostra vita i valori della nostra Costituzione e che sappia generare comportamenti personali e politiche pubbliche coerenti. Per questo, prima di tutto, e' necessario educare alla pace. Educare alla pace e' responsabilita' di tutti ma la scuola ha una responsabilita' e un compito speciali.

*

Proposte e impegni

1. Garantire a tutti il diritto al cibo e all'acqua

E' intollerabile che ancora oggi piu' di un miliardo di persone sia privato del cibo e dell'acqua necessaria per sopravvivere mentre abbiamo tutte le risorse per evitarlo. Ed e' ancora piu' intollerabile che queste atroci sofferenze siano aumentate dalla speculazione finanziaria sul cibo, dall'accaparramento delle terre fertili, dalla devastazione dell'agricoltura e dalla privatizzazione dell'acqua.

2. Promuovere un lavoro dignitoso per tutti

Un miliardo e duecento milioni di persone lavorano in condizioni di sfruttamento. Altri 250 milioni non hanno un lavoro. 200 milioni devono emigrare per cercarne uno. Oltre 12 milioni sono vittime della criminalita' e sono costrette a lavorare in condizioni disumane. 158 milioni di bambine e di bambini sono costretti a lavorare. Occorre ridare dignita' al lavoro e ai lavoratori, giovani e anziani, di tutto il mondo.

3. Investire sui giovani, sull'educazione e la cultura

Un paese che non investe, non valorizza e non da' spazio ai giovani e' un paese senza futuro. La lotta alla disoccupazione giovanile deve diventare una priorita' nazionale. Investire sulla scuola, sull'universita', sulla ricerca e sulla cultura vuol dire investire sulla crescita sociale, politica ed economica del proprio paese.

4. Disarmare la finanza e costruire un'economia di giustizia

La finanza, priva di ogni controllo internazionale, sta mettendo in crisi l'Europa politica e provoca un drammatico aumento della poverta'. Bisogna togliere alla finanza il potere che ha acquisito e ripristinare il primato della politica sulla finanza. Occorre tassare le transazioni finanziarie, lottare contro la corruzione e l'evasione fiscale e ridistribuire la ricchezza per ridurre le disuguaglianze sociali.

5. Ripudiare la guerra, tagliare le spese militari

La guerra e' sempre un'inutile strage e va messa al bando come abbiamo fatto con la schiavitu'. Anche quando la chiamiamo con un altro nome e' incapace di risolvere i problemi che dice di voler risolvere e finisce per moltiplicarli. Promuovere e difendere sistematicamente i diritti umani, investire sulla prevenzione dei conflitti e sulla loro soluzione nonviolenta, promuovere il disarmo, contrastare i traffici e il commercio delle armi, tagliare le spese militari e riconvertire l'industria bellica e' il miglior modo per aumentare la nostra sicurezza.

6. Difendere i beni comuni e il pianeta

Se non impariamo a difendere e gestire correttamente i beni comuni globali di cui disponiamo, beni come l'aria, l'acqua, l'energia e la terra, non ci sara' ne' pace ne' sicurezza per nessuno. Nessuno si deve piu' appropriare di questi beni che devono essere tutelati e condivisi con tutti. Urgono istituzioni, politiche nazionali e internazionali democratiche capaci di operare in tal senso. Occorre ridurre la dipendenza dai fossili, introdurre nuove tecnologie verdi e nuovi stili di vita non piu' basati sull'individualismo, la mercificazione e il consumismo.

7. Promuovere il diritto a un'informazione libera e pluralista

Un'informazione obiettiva, completa, imparziale, plurale che mette al centro la vita delle persone e dei popoli e' condizione indispensabile per la liberta' e la democrazia. Sollecita la partecipazione alla vita e alle scelte della collettivita'; favorisce la comprensione dei fenomeni piu' complessi che attraversano il nostro tempo, promuove il dialogo e il confronto, costruisce ponti fra le civilta', avvicina culture diverse, diffonde e consolida la cultura della pace e dei diritti umani.

8. Fare dell'Onu la casa comune dell'umanita'

Tutti nelle Nazioni Unite, le Nazioni Unite per tutti. Se vogliamo costruire un argine al disordine internazionale, i governi devono accettare di democratizzare e rafforzare le Nazioni Unite mettendo in comune le risorse e le conoscenze per fronteggiare le grandi emergenze sociali e ambientali mondiali.

9. Investire sulla societa' civile e sullo sviluppo della democrazia partecipativa

Senza una societa' civile attiva e responsabile e lo sviluppo della cooperazione tra la societa' civile e le istituzioni a tutti i livelli non sara' possibile risolvere nessuno dei grandi problemi del nostro tempo. Rafforzare la societa' civile responsabile e promuovere la democrazia partecipativa e' uno dei modi piu' concreti per superare la crisi della politica, della democrazia e delle istituzioni.

10. Costruire societa' aperte e inclusive

Il futuro non e' nella chiusura in comunita' sempre piu' piccole, isolate e intolleranti che perseguono ciecamente i propri interessi ma nell'apertura all'incontro con gli altri e nella costruzione di relazioni improntate ai principi dell'uguaglianza e alla promozione del bene comune. Praticare il rispetto e il dialogo tra le fedi e le culture arricchisce e accresce la coesione delle nostre comunita'. I rifugiati e i migranti sono persone e come tali devono vedere riconosciuti e rispettati i diritti fondamentali.

*

Queste priorita' devono essere portate avanti da ogni persona, a livello locale, nazionale e globale, in Europa come nel Mediterraneo.

Per realizzarle abbiamo innanzitutto bisogno di agire insieme con una strategia comune e la consapevolezza di avere un obiettivo comune.

Per realizzarle abbiamo bisogno di dare all'Italia un governo di pace e una nuova politica, coerente in ogni ambito, e di investire con grande determinazione sulla costruzione di un'Europa dei cittadini, federale e democratica, aperta, solidale e nonviolenta e di una Comunita' del Mediterraneo che, raccogliendo la straordinaria domanda di liberta' e di giustizia della primavera araba, trasformi finalmente quest'area di grandi crisi e tensioni in un mare di pace e benessere per tutti.

 

3. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

4. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 692 del 28 settembre 2011

 

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