Telegrammi. 688



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 688 del 24 settembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Mao Valpiana: 50 anni di Marcia Perugia-Assisi, 50 buone ragioni per partecipare

2. L'appello del Movimento Nonviolento per la Marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011 per la pace e la fratellanza dei popoli

3. Sette domande a Farid Adly

4. Sette domande a Santina Arena e Chiara Platania

5. Sette domande a Marco Bani

6. Sette domande a Marie Claude Pace

7. Un intervento di Nichi Vendola

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. MAO VALPIANA. 50 ANNI DI MARCIA PERUGIA-ASSISI, 50 BUONE RAGIONI PER PARTECIPARE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

1. E' impegnativo partecipare alla Marcia Perugia-Assisi. Non per i venticinque chilometri da percorrere, che sono niente al confronto con le distanze affrontate da chi fugge dalla guerra e cerca salvezza, ma per l'assunzione di responsabilita' che cio' comporta. Significa mettersi in cammino "per la pace e la fratellanza dei popoli". E' l'impegno di una vita.

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2. Se si e' da soli si cammina, o si corre. Solo se lo si fa con altri si puo' marciare. Bisogna prepararsi bene per marciare insieme; e' necessario avere la stessa meta, obiettivi comuni, e spirito di condivisione. Farlo per la pace e la fratellanza dei popoli, significa marciare per il futuro dell'umanita'.

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3. La Marcia Perugia-Assisi, diceva Aldo Capitini, e' un'assemblea itinerante. Prima di partecipare ad un'assemblea ci si prepara adeguatamente, studiandone bene la lettera di convocazione e l'ordine del giorno. Ogni marciatore che vuole partecipare alla Marcia in piena consapevolezza dovrebbe quindi leggere il documento del Movimento Nonviolento "Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione".

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4. Nello zainetto che ogni partecipante prepara per marciare lungo il percorso della Perugia-Assisi ci metterei, insieme ad un panino ed una bottiglietta d'acqua, il Quaderno di Azione nonviolenta con lo scritto di Aldo Capitini "Teoria della nonviolenza", e poi inviterei tutti i marciatori ad imparare a memoria il primo punto della Carta programmatica del Movimento Nonviolento: "opposizione integrale alla guerra".

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5. Muoiono nel Mediterraneo i migranti. I loro corpi vengono gettati nel mare, senza degna sepoltura. Sono vittime innocenti della guerra e del razzismo. Quando marceremo da Perugia ad Assisi "per la pace e la fratellanza dei popoli" sentiremo la loro compresenza. Sara' la testimonianza piu' vera e piu' dura che la guerra e' un crimine contro l'umanita'.

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6. Tutti sono invitati a partecipare alla Marcia Perugia-Assisi. La Marcia e' di tutti e per tutti. Nel cammino ideato da Aldo Capitini il plurale di "tu" e' "tutti". Saremo tutti uniti a marciare contro la guerra. Tutti in cammino verso l'orizzonte della nonviolenza, che e' il varco attuale della storia.

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7. Marciare per la pace, significa marciare contro la guerra.

Marciare contro la guerra, significa marciare per abolire gli eserciti.

Marciare per abolire gli eserciti, significa marciare contro le spese militari.

Marciare contro le spese militari, significa marciare per il disarmo.

Marciare per il disarmo, significa iniziare a disarmare se stessi.

Se vuoi marciare per la pace, prepara il tuo disarmo unilaterale.

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8. Perugia, simbolo della laicita'. Assisi, simbolo della religiosita'. Il cammino da Perugia ad Assisi unisce laici e religiosi. Li unisce nella ricerca comune della nonviolenza, cosi' come la nonviolenza unisce oriente ed occidente. Storie e culture diverse si incontrano e si mescolano nella strada che dai Giardini del Frontone porta alla Rocca di Assisi. E' accaduto nel 1961, accadra' nuovamente nel 2011.

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9. La Marcia Perugia-Assisi non e' una semplice manifestazione. Non e' un qualsiasi corteo. Non e' una protesta. Non e' una ricerca di "visibilita'". Non la si fa per "bucare il video". Non e' un fatto "mediatico". Non e' una tradizione, non e' una ritualita'. La Marcia Perugia-Assisi e' un'assemblea itinerante, e' il popolo della pace che si convoca e si mette in cammino, e' un'azione nonviolenta che si rinnova ed ha un valore in se'.

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10. Approfondire la conoscenza del pensiero, delle iniziative e della figura di Aldo Capitini, e' il modo migliore per prepararsi alla Marcia Perugia-Assisi. Ad un giovane che volesse farlo, consiglierei di iniziare con la lettura di un bel testo autobiografico di Capitini: "Attraverso due terzi di secolo".

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11. Il cammino non e' solo un susseguirsi di passi. E' anche un orizzonte, un panorama che cambia ad ogni curva, terra sotto i piedi e cielo sopra la testa. Quando Capitini ideo' il percorso da Perugia ad Assisi presto' molta attenzione al paesaggio umbro, lo stesso che vedevano gli occhi di Francesco, il santo della nonviolenza, nel suo peregrinare. Per questo ci accosteremo umilmente, con rispetto e con "sacralita'" al tragitto della marcia Perugia-Assisi.

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12. La marcia Perugia-Assisi del 1961 fu anche una festa, una celebrazione, una liturgia. Tra i partecipanti c'erano familiarita' e tensione ideale. I contadini e gli operai indossarono "il vestito della festa", con la giacca ed il cappello. Mogli e madri portavano ancora il lutto per il marito o il figlio persi nella guerra terminata da solo sedici anni. Cinquant'anni dopo dobbiamo prepararci a marciare con la stessa compostezza di quegli uomini e quelle donne che ci hanno preceduto sulle strade della Perugia-Assisi.

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13. La marcia Perugia-Assisi, ideata da Aldo Capitini, si inserisce nella tradizione delle marce nonviolente, a partire dalla "marcia del sale" promossa da Gandhi al culmine della campagna di disobbedienza civile per la liberazione dell'India. Sarebbe bello, e giusto, che ogni partecipante alla marcia del 25 settembre 2011 dedicasse un pensiero, durante il cammino, al Mahatma Gandhi.

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14. Molte persone, pur desiderandolo, non potranno partecipare alla marcia Perugia-Assisi, perche' malate, perche' anziane, perche' detenute, perche' indigenti, perche' dedite a compiti non rinviabili. Marceremo anche per loro.

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15. Dalla marcia Perugia-Assisi si levera' una richiesta corale, rivolta al governo e al Parlamento: non tagliate i salari ma le spese militari. Porre al primo punto dell'agenda politica la riduzione del bilancio del Ministero della Difesa, sara' uno dei compiti della marcia.

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16. Tra le dissennate misure "anti crisi" varate dal governo, vi e' la soppressione delle festivita' civili "non concordatarie" e il loro spostamento alla domenica piu' vicina. Cio' significa cancellare le feste del 25 aprile, del primo maggio e del 2 giugno. La marcia Perugia-Assisi dovra' schierarsi a difesa della memoria e rivendicare le tre feste laiche fondamentali: quella antifascista, quella dei lavoratori e quella repubblicana.

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17. Il popolo della pace si mettera' in cammino, sulle orme di Aldo Capitini. Ci saranno anche bambine e bambini, e pure gli animali accompagneranno questo popolo. La "liberazione" nonviolenta, nel pensiero capitiniano, riguarda adulti e fanciulli, ed ogni essere vivente. Tutti marceranno insieme.

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18. Il Presidente della Repubblica e' il garante della Costituzione. Quando ha approvato la guerra in Libia, quando ha giustificato l'intervento militare in Afghanistan, quando ha promulgato leggi che prevedono spese belliche, ha tradito il proprio ruolo. L'articolo 11 della Costituzione italiana ripudia la guerra e il Presidente deve vigilare che cosi' sia. Se il Presidente della Repubblica, come gia' in passato e' avvenuto, intende mandare un messaggio ai marciatori della Perugia-Assisi, ne tenga conto.

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19. Ogni singola persona che decidera' di partecipare alla marcia Perugia-Assisi, sara' un'aggiunta preziosa. La marcia e' un patrimonio collettivo, costituito dai marciatori tutti, che ne sono i responsabili. Ogni singolo cartello, ogni striscione, ogni slogan, ha un'importanza decisiva, perche' andra' a costruire il messaggio complessivo che la marcia offrira' alla pubblica opinione. Per questo tutto deve essere orientato ad un rigoroso spirito nonviolento, come voleva Aldo Capitini.

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20. La marcia Perugia-Assisi esprime una grande attenzione alla natura e all'ambiente. Sara' buona cosa produrre minor inquinamento possibile per recarsi a Perugia: privilegiare il treno rispetto ai mezzi privati, utilizzare la bicicletta quando possibile, riempire alla massima capienza pullman e automobili. Cercheremo anche di evitare ogni inutile inquinamento acustico e rumori molesti. Ogni singolo marciatore dovra' fare attenzione a non disperdere nessun rifiuto, non lasciar cadere carte e volantini per terra, non utilizzare bottigliette di plastica, ed eventualmente riportarle via con se'. Saremo ospiti della splendida terra umbra, e dovremo lasciare il percorso da Perugia ad Assisi migliore di come lo avremo trovato.

Un semplice accorgimento: portiamoci un sacchetto apposito, e se vediamo qualche rifiuto a terra lasciato da un marciatore distratto, raccogliamolo.

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21. "Per la pace e la fratellanza dei popoli" (1961), "Mille idee contro la guerra" (1978), "Contro la guerra ad ognuno di fare qualcosa" (1981), "Contro il riarmo blocchiamo le spese militari" (1985), "Mai piu' eserciti e guerra" (2000).  Sono questi i titoli, e gli obiettivi politici, delle precedenti marce che il Movimento Nonviolento vuole rinnovare e riproporre il 25 settembre 2011.

Nel cinquantesimo anniversario della prima marcia di Aldo Capitini, marceremo dunque per la pace e la fratellanza dei popoli, per raccogliere mille idee contro la guerra, per chiedere ad ognuno di fare qualcosa contro la guerra, per ottenere il blocco delle spese militari e per riaffermare che se non vogliamo piu' guerre dobbiamo abolire gli eserciti.

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22. Sarebbe bello se ogni marciatore che partecipera' alla marcia, portasse appeso al collo un cartello, anche solo un foglio di quaderno, con scritto il proprio personale impegno contro la guerra, firmato con nome e cognome.

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23. La guerra e' il piu' grande crimine contro l'umanita'. Ogni guerra, per qualsiasi motivo. Sia essa di attacco o di difesa, chirurgica o umanitaria, per il petrolio o per la democrazia, la guerra e' sempre un crimine, in Libia o in Afghanistan. Questo dira' la marcia Perugia-Assisi.

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24. La nonviolenza e' il varco attuale della storia, diceva Aldo Capitini. Ancor oggi la marcia Perugia-Assisi cammina sui sentieri della storia e cerca il varco.

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25. La Perugia-Assisi e' democratica. Quando saremo in marcia ognuno di noi sara' il centro dell'iniziativa. Ogni singolo marciatore esprimera' l'idea collettiva. Non ci saranno capi, portavoce, rappresentanti. La marcia e' composta da tutti i marciatori, che hanno un uguale valore in se'.

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26. La vera marcia iniziera' la sera del 25 settembre, quando dalla Rocca di Assisi sara' proclamata la conclusione. E' da li' che muovera' i primi passi la marcia per la pace, quando ogni marciatore tornera' alla propria casa con l'impegno di realizzare l'obiettivo comune: opporsi integralmente alla guerra.

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27. La marcia Perugia-Assisi dovra' dire parole chiare sulla politica internazionale e sulla politica interna: non vogliamo piu' partecipare a nessuna guerra, non vogliamo piu' pagare per le spese militari.

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28. La marcia Perugia-Assisi e' aperta a tutti, ai persuasi e ai perplessi. Raccoglie le idee di tutti, ma deve dare un orientamento preciso verso la nonviolenza. Se questo non avvenisse, sarebbe solo un'inutile marcia.

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29. Accade spesso che gli abitanti lungo il percorso della marcia offrano acqua e generi di conforto ai marciatori piu' affaticati. E' un gesto di accoglienza, di ospitalita', di condivisione, che commuove.

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30. La musica e' un'arte che unisce, che crea emozioni, che parla ai sentimenti. La colonna sonora della prima marcia fu affidata ad un giovane cantautore con la chitarra. Chi sa suonare qualche strumento lo porti alla marcia del 25 settembre 2011, e chi sa cantare non abbia timore a farlo in coro con gli altri marciatori. La musica e le canzoni ci accompagneranno da Perugia ad Assisi.

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31. La marcia Perugia-Assisi condanna le guerre del passato, si dissocia dalle guerre del presente e cerca di prevenire le guerre del futuro.

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32. Nessuno venga alla marcia per ostentare la propria bandiera di parte, lo striscione della propria organizzazione, il nome di uno specifico movimento. Bandiere, striscioni e movimenti devono contribuire a far prevalere l'obiettivo comune per cui marceremo insieme: il bene supremo della pace.

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33. Il 25 settembre ripercorreremo la strada indicata da Aldo Capitini; il titolo della marcia sara' lo stesso dato da Capitini "per la pace e la fratellanza dei popoli"; concluderemo alla Rocca di Assisi, la' dove Capitini lesse la "mozione del popolo della pace". Dobbiamo essere consapevoli della grandezza di cio' che faremo insieme.

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34. Quando si marcia, si guarda in avanti. Il valore profondo della Perugia-Assisi non e' solo nella forza delle sue radici che affondano nel passato, ma soprattutto nella capacita' di indicarci la strada da percorrere da domani.

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35. Marceremo non per smania di protagonismo, o per sfogare indignazione o rancori, e nemmeno per rivendicare diritti negati o torti subiti; marceremo per dialogare con tutti coloro che marciano insieme a noi e con tutti coloro che ci staranno ad osservare dai bordi della strada, dalle loro case, dalla televisione e tramite i giornali. La marcia e' un metodo nonviolento per comunicare con gli altri. Dobbiamo spiegarci bene e farci capire. Il messaggio e' quello della nonviolenza.

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36. Con Aldo Capitini, saranno in molti ad accompagnarci e darci forza durante la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre: Lorenzo Milani, Danilo Dolci, Tonino Bello, Ernesto Balducci, Alexander Langer, Davide Melodia, Gaetano Latmiral, Rocco Campanella, Birgitta Pinna Ottoson, Emma Thomas, Gervasia Asioli, Piergiorgio Acquistapace, Marco Baleani, e tantissime altre amiche ed amici della nonviolenza che qui tutti non possiamo nominare, ma che ognuno di noi porta nel cuore. Sara' la marcia della compresenza dei morti e dei viventi.

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37. C'e' un compito da assolvere per chi si prepara a partecipare alla marcia Perugia-Assisi: chiedere al proprio Comune, al Sindaco, ad un consigliere comunale, al Presidente della Provincia, ad un consigliere provinciale, ad un deputato o un senatore, ad un consigliere di quartiere o di circoscrizione, che si conosce o che si e' votato, di partecipare alla marcia in rappresentanza dell'istituzione di cui fanno parte. Gli enti locali, le istituzioni democratiche rappresentative, sono chiamate a fare la propria parte per la costruzione della pace.

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38. Camminare per la pace da Perugia ad Assisi e' anche una forma di meditazione. "Ogni passo e' vita, ogni passo e' guarigione, ogni passo e' gioia, ogni passo e' liberta'" dice una preghiera buddhista.

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39. Sarebbe bello che alcuni tratti della marcia da Perugia ad Assisi fossero percorsi da tutti i marciatori in perfetto silenzio. Un silenzio per concentrarsi sulle vittime delle guerre; un silenzio da opporre al fragore dei bombardamenti.

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40. Il rovesciamento del motto olimpico pensato da Alexander Langer ("lentius, profundius, suavius" anziche' "citius, altius, fortius") ben si adatta alla marcia Perugia-Assisi: piu' lentamente, piu' profondamente, piu' dolcemente. Questi devono essere i tre caratteri di una marcia per la pace.

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41. Saremo in tanti alla marcia per la pace. Ma quello che conta di piu' sara' essere in tanti dal giorno dopo a dire di no alla preparazione della prossima guerra.

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42. Il disarmo. Questo e' l'obiettivo politico di una marcia per la pace. Lo sapeva gia' Francesco d'Assisi che chiedeva l'indulgenza per coloro che prima di entrare alla Porziuncola abbandonavano le armi.

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43. La marcia Perugia-Assisi e' per la pace e la fratellanza dei popoli, e dunque e' antimilitarista, antifascista, antirazzista.

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44. La Costituzione italiana ripudia la guerra. Chi partecipa alla marcia Perugia-Assisi mette in atto la Costituzione.

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45. La guerra e' portatrice di morte. Le donne generano la vita. Il movimento femminista rappresenta l'anima profonda della marcia per la pace.

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46. La marcia Perugia-Assisi raccoglie il meglio di cio' che ha saputo esprimere l'Italia negli ultimi cinquant'anni. Nonviolenti, obiettori di coscienza, pacifisti, femministe, ecologisti, referendari, scout, parrocchie, comitati, comunita' di base, movimenti per i diritti civili, per i beni comuni, per la giustizia, per la democrazia, si danno obiettivi comuni: la pace e la fratellanza dei popoli.

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47. La Perugia-Assisi e' la marcia dell'obiezione alla cultura bellica, dell'obiezione alla politica di guerra, dell'obiezione alle spese militari, dell'obiezione di coscienza alle armi e agli eserciti.

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48. "La marcia non e' fine a se stessa. Crea onde che vanno lontano". Cosi' diceva Aldo Capitini nel 1961. Le onde della nonviolenza sono giunte fino a noi, oggi.

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49. Ogni passo che i nostri piedi faranno da Perugia ad Assisi, deve corrispondere ad un fucile che le nostri mani spezzano.

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50. Partecipare alla marcia Perugia-Assisi e' un grande privilegio. Seguiamo le orme del santo Francesco, del mahatma Gandhi, del pastore Martin Luther King, del professor Aldo Capitini. Camminiamo sulle vie della nonviolenza.

 

2. REPETITA IUVANT. L'APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO PER LA MARCIA PERUGIA-ASSISI DEL 25 SETTEMBRE 2011 PER LA PACE E LA FRATELLANZA DEI POPOLI

[Riproponiamo l'ultimo appello del Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per la partecipazione alla marcia Perugia-Assisi]

 

Finalmente ci siamo. Mancano pochi giorni alla "Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli" che il 25 settembre vedra' sfilare migliaia e migliaia di persone da Perugia ad Assisi.

E' il popolo della pace che si mette in cammino per smobilitare la guerra di oggi, attraverso il ritiro dell'esercito dall'Afghanistan e dalla Libia, e quella di domani, attraverso il disarmo e il taglio drastico delle spese militari. Cio' potra' cominciare solo se ciascun marciatore di pace assumera' questa esigenza come impegno personale.

Il Movimento Nonviolento ha convocato questa Marcia nel cinquantesimo anniversario della prima, voluta ed organizzata da Aldo Capitini nel 1961, come risposta popolare alla folle corsa agli armamenti in un'Europa divisa fra Est ed Ovest. Nei cinquant'anni che ci separano da quella Marcia, pur con la conclusione della "guerra fredda", le spese per gli armamenti sono incredibilmente lievitate a livelli astronomici, portando gli investimenti militari a diventare, di gran lunga, il primo spreco pubblico nel bilancio di uno Stato che, invece, sottrae continuamente risorse alle "spese di pace" (sanita', scuola, cultura, servizi sociali, ricerca, servizio civile, ecc.).

I governanti, da vent'anni, impegnano costantemente il nostro Paese in "guerre calde" in giro per il mondo, che uccidono in nome del popolo italiano. La nostra Costituzione repubblicana che "ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" e' ripetutamente, a sua volta, ripudiata!

Ci sono, oggi, ancora piu' ragioni di cinquant'anni fa per marciare in maniera consapevole e determinata affinche', percorrendo i 24 chilometri che da Perugia portano ad Assisi, il popolo della pace torni ad essere un soggetto autonomo ed indipendente per aiutare il Paese ad uscire dalla grave crisi sociale, politica, economica, morale nella quale e' precipitato.

La Marcia della pace non e' un rito, e' un impegno. Non e' una passeggiata, e' un'azione politica. E' un'azione nonviolenta. Questo era chiaro ad Aldo Capitini quando nel 1961 dalla Rocca di Assisi disse: "la pace e' troppo importante perche' possa essere lasciata nelle mani dei soli governanti".

Dunque, mettiamoci in marcia per ripudiare le guerre di domani avviando da oggi la politica del disarmo.

L'appuntamento e' ai Giardini del Frontone di Perugia, alle ore 9, o lungo il percorso fino alla Rocca di Assisi, dietro al grande striscione "Nonviolenza".

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Il Movimento Nonviolento

Verona, 19 settembre 2011

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A FARID ADLY

[Ringraziamo Farid Adly (per contatti: anbamed at katamail.com) per questa intervista.

Farid Adly, autorevole giornalista (apprezzato collaboratore del "Corriere della sera", "Il manifesto", Radio popolare di Milano, ed altre notissime testate) e prestigioso militante per i diritti umani, e' direttore dell'agenzia-stampa "Anbamed. Notizie dal Mediterraneo" e presidente dell'associazione culturale Mediterraneo; anni fa nel centro siciliano in cui vive e lavora (Acquedolci, in provincia di Messina) ha subito una grave intimidazione mafiosa: e' stato minacciato di morte per impedirgli di svolgere il suo lavoro di inchiesta, documentazione e denuncia, con particolar riferimento alla sua concreta azione in difesa dell'ambiente, della legalita', dei diritti di tutti; e' impegnato nella promozione a livello nazionale di una iniziativa culturale finalizzata a una campagna di raccolta di fondi per adozioni a distanza di bambini palestinesi. Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 344]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Farid Adly: I cinquant'anni dalla prima marcia della Pace Perugia-Assisi sono la testimonianza viva della necessita' della lotta per un mondo diverso. Per me, il significato piu' rilevante della marcia e' stato quello di aver unito tante correnti di pensiero, politiche, sociali e generazionali, nel solco della lotta contro il ricorso alle armi e contro ogni forma di oppressione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Farid Adly: La marcia assume quest'anno, secondo me, un ruolo polivalente che abbraccia tematiche diverse tra di loro e che al primo impatto non sembrano collegate al tema della pace, come l'ambiente e la disoccupazione. La scelta di mobilitare i giovani in un grande laboratorio seminariale ha dato i suoi frutti e al posto dei mille previsti hanno aderito oltre quattromila giovani provenienti da tutto il mondo. Il tema che si imporra' all'attenzione di tutti e' quella della questione mediterranea e le Primavere arabe: come coniugare la lotta contro le tirannie con il mantenimento della pace nel mondo. Un tema di non facile soluzione, come ha dimostrato in passato la questione tibetana.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Farid Adly: La nonviolenza in Italia rimane un movimento minoritario e purtroppo non e' stato possibile rendere egemone il pensiero gandhiano, probabilmente per le strumentalizzazioni "ideologiche", all'interno stesso dei movimenti pacifisti e dell'opposizione alle guerre. Ci sarebbe da riflettere sul linguaggio "di fuoco" che e' stato utilizzato contro chi dissente dalle posizioni prevalenti e contro di chi pone tematiche che partono da punti di visuale diverse. Questa condizione di minoranza viene rimarcata ulteriormente nella realta' sociale, anche a causa dell'acuirsi della crisi economia e dei suoi effetti di disperazione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Farid Adly: I movimenti della nonviolenza hanno di fronte a loro un compito molto arduo: quello dell'educazione delle generazioni future ad un percorso alternativo a quanto propone la societa' capitalistica dei consumi. E' una strada ardua, ma l'unica capace di dare frutti duratori. Un percorso permanente e non sporadico, per non dipendere dalla cronaca e dai condizionamenti dell'attualita'. Una proposta di riflessione sul metodo e sulle sue applicazioni, dal personale al collettivo e fino alla gestione dei conflitti sociali e tra nazioni, che vada al di la' della contingenza e dei suoi particolarismi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Farid Adly: Credo che i fatti piu' significativi siano stati i movimenti di protesta nei paesi arabi, partiti dal villaggio tunisino di Sidi Buaziz e poi divampati in tutto il Nord Africa e il Medio Oriente. Il suicidio di Mohammed Buazizi, un giovane laureato in legge e disoccupato, e' stato un atto di nonviolenza estrema non rassegnata, malgrado che l'apparenza dica il contrario. La caduta del velo della paura ha ispirato milioni di manifestanti nelle tante piazze Tahrir. Tranne che nel mio paese, la Libia, questi movimenti hanno mantenuto la loro caratterstica pacifica e pacifista, malgrado il tallone di ferro usato dalle dittature di paesi come Bahrein, Siria e Yemen.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Farid Adly: I temi che il movimento dovrebbe privilegiare nei prossimi tempi credo che siano, in Italia, la lotta contro le mafie e contro le spese militari. Sulla situazione internazionale, credo che un impegno per una maggiore conoscenza e legame con i paesi del Mediterraneo del Sud sia una priorita' notevole.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Farid Adly: Le direi: la nonviolenza non e' la rassegnazione alla prepotenza e alla repressione, ma e' un alzare la testa, tenendo le mani sui fianchi e camminando a schiena dritta. Per accostarsi alla nonviolenza basta osservare le nefandezze della armi, dalle cifre sul numero delle vittime alle immagini dell'esercito di mutilati; conoscere i numeri della corruzione causata dalla prevaricazione delle mafie; toccare con mano la condizione di poverta' vissuta da quattro quinti dell'umanita' e i danni all'ambiente provocati dal predominio del profitto capitalistico.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A SANTINA ARENA E CHIARA PLATANIA

[Ringraziamo Santina Arena e Chiara Platania (per contatti: chiara.platania at libero.it) per questa intervista.

"Santina Arena e Chiara Platania sono saggiste e blogger, hanno iniziato il loro percorso politico a meta' degli anni '80 nella Fgci e nei movimenti studenteschi, animalisti e per la pace, per proseguire, negli ultimi vent'anni, con l'impegno nel movimento Lgbt e nel Partito della Rifondazione Comunista. Vivono a Catania, cercando di intrecciare felicemente yoga e comunismo"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Santina Arena e Chiara Platania: La marcia Perugia-Assisi e' stata e continua ad essere l'unico appuntamento che, senza soluzione di continuita', fa incontrare esperienze e pratiche politiche differenti, a partire dal comune obiettivo di rifiutare ogni forma di violenza e tutte le guerre, comprese quelle cosiddette "umanitarie" (che coinvolgono e sconvolgono tutti gli esseri viventi, umani, animali e natura, che non hanno voce per opporsi).

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Santina Arena e Chiara Platania: Crediamo che la marcia di quest'anno debba essere caratterizzata dal ripudio della guerra sancito dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, un ripudio che va riaffermato ancor piu' mentre, a cento anni dalla drammatica guerra coloniale di Libia, l'Italia ritorna in quelle terre con la stessa pretesa bellica e colonialista.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Santina Arena e Chiara Platania: Il movimento nonviolento ha bisogno di ritrovare un nuovo slancio e nuovi terreni di confronto, a partire dall'incontro con altre culture ed altri pensieri critici, innanzitutto l'antispecismo, poiche' solo la consapevolezza di quanto il dominio dell'umano sugli animali possa essere violento puo' mettere in discussione l'antropocentrismo, il maschilismo ed il razzismo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Santina Arena e Chiara Platania: Il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini si e' assunto in cinquanta anni la responsabilita' di tenere insieme tante aggregazioni nonviolente e di costruire percorsi di pace anche nei momenti piu' difficili. Siamo fiduciose che, con la partecipazione ed il contributo di quanti credono fermamente nella nonviolenza, sia possibile diffondere una cultura differente da quella dominante e piantare il seme della nonviolenza tra le giovani generazioni.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Santina Arena e Chiara Platania: In un momento drammatico come quello attuale, in cui la violenza, insieme alla paura dell'altro, e' sempre piu' diffusa, fino a divenire "norma", sia per il senso comune che attraverso le vergognose leggi che colpiscono sempre di piu' le popolazioni migranti, ci sembra importante valorizzare lo spirito nonviolento dei tanti percorsi di accoglienza e solidarieta' "dal basso", che stanno sostenendo le migliaia di migranti e richiedenti asilo che subiscono la violenza di stato dei Cara e dei Cie.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Santina Arena e Chiara Platania: In un momento in cui la crisi costruita dal capitale globale provoca disperazione e disgregazione sociale, crediamo che vada costruita una mobilitazione efficace e nonviolenta, poiche' crediamo che la violenza del capitale che mercifica le vite possa essere combattuta soltanto attraverso pratiche politiche diametralmente opposte, di solidarieta' e trasformazione sociale. La nonviolenza non riguarda soltanto le mobilitazioni contro le guerre o contro il razzismo, ma va praticata, a partire dalla quotidianita', per cambiare il linguaggio ed il senso comune.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Santina Arena e Chiara Platania: La nonviolenza e' accoglienza e rispetto dell'altro da se', e' tenere insieme l'ahimsa della tradizione yogica, il non provocare in alcun modo sofferenze ad alcun essere vivente, e la capacita' di sentire nel profondo di se stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo, che, come diceva Che Guevara, "e' la qualita' piu' bella di un rivoluzionario".

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MARCO BANI

[Ringraziamo Marco Bani (per contatti: bani.marc at gmail.com) per questa intervista.

 

Marco Bani e' consigliere comunale a Pisa e ricercatore al King's College di Londra. Dal sito www.marcobani.it riprendiamo la seguente scheda: "Marco Bani, nato e residente a Pisa, 27 anni, assegnista di ricerca. Diplomato al liceo classico, ho avuto le prime esperienze di partecipazione come rappresentante degli studenti di corso, mentre conseguivo una laurea magistrale in informatica umanistica all'Universita' di Pisa. Mi sono  impegnato nell'associazionismo attraverso l'Uisp, che promuove i diritti dello sport per tutti, e Peace Games, Ong che si occupa di solidarieta' e di cooperazione internazionale. Nel 2006 ho intrapreso un anno di studio all'estero presso il King's College di Londra dove lavoro tuttora come assegnista di ricerca. Ma la maggior parte del tempo sto in Italia, lavorando con passione e dedizione alla politica. Mi sono dedicato attivamente e con passione alla nascita del Partito Democratico e per questo mi sono messo in gioco per la prima volta candidandomi alle primarie del 14 ottobre nella lista espressione della societa' civile "Cittadini in movimento".  La voglia di fare e l'amore per la citta' mi spingono a candidarmi alle elezioni amministrative del 2008, ottenendo il posto di consigliere comunale nelle file del Partito Democratico. Scelgo con passione di lavorare in III commissione, che tratta di sport, cultura, politiche giovanili, turismo e scuola. Nel partito sono membro del direttivo del circolo di  Pratale - San Francesco, il quartiere dove sono cresciuto. All'ultimo congresso ho sostenuto la mozione Marino, venendo eletto all'assemblea regionale"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Marco Bani: La marcia ha avuto il principale significato di sensibilizzare continuamente su un tema molto delicato ma tremendamente importante come la pace. Un'occasione per ritrovarsi e riflettere in modo sereno e includente.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Marco Bani: La marcia di quest'anno segnala il raggiungimento della cinquantesimo anniversario, un importante traguardo che sottolinea il successo di questa iniziativa. Inoltre il tema e' sempre quello: pace e fratellanza dei popoli. Sarebbe stato bello cambiarlo, ma in 50 anni i passi in avanti sono stati pochi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Marco Bani: Non me la sento di tracciare un profilo completo, so solo che il clima nazionale, soprattutto quello politico, alimenta rancore, odio e diffidenza. La nonviolenza sembra qualcosa del passato, troppo "sinistrese", quando invece potrebbe insegnare ancora molto.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Marco Bani: Dovrebbero svolgere tutti insieme un ruolo costruttivo, di integrazione, non solo fra di loro, ma con tutto il mondo associativo/politico che li ascolta. Solo facendo un forte gruppo, che ha come motore l'idea di cambiamento, si puo' essere incisivi e creare una maggiore mobilitazione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Marco Bani: I fatti piu' significativi sono stati sicuramente le mobilitazioni di massa, che hanno visto molte persone riscoprire le piazze, contro i diritti negati, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per il ritorno ai beni comuni. C'e' voglia di politica, quella buona, quella degli interessi collettivi, piuttosto che personali.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Marco Bani: Le continue crisi finanziarie hanno evidenziato chiaramente quali sono i difficili passi da fare nei prossimi mesi: trovare un nuovo modello di sviluppo economico non basato sul capitalismo finanziario, ma su un modello, piu' umano, piu' sociale e meno iniquo, che non alimenti le gia' troppo elevate diseguaglianze socio-economiche. Le basi ci sono, ci vuole solo volonta' politica.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Marco Bani: Per me la nonviolenza e' un approccio differente alle questioni pubbliche, basato sul confronto ragionato, intelligente e democratico, dove non viene ascoltato solo chi urla di piu' o chi e' bravo a comunicare. Chi vuole praticare la nonviolenza deve mettere da parte egoismi, sopraffazione e, ovviamente, violenza, verbale, fisica e psicologica. Chi ha un ruolo politico in questo momento deve cambiare l'idea dell'istituzione come un'arena, dove all'ordine del giorno ci sono offese e scontri. Si puo' fare, basta volerlo e premiare chi si comporta in tale modo.

 

6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MARIE CLAUDE PACE

[Ringraziamo Marie Claude Pace (per contatti: mcpace at libero.it) per questa intervista.

Marie Claude Pace e' stata attiva promotrice del gruppo nonviolento "Gubbio per la Pace" e ha fatto parte per anni di un gruppo di "Donne in Nero" nella stessa citta' di Gubbio]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Marie Claude Pace: Il significato piu' rilevante e' stato la continuita'. Malgrado lo scoraggiamento, la diffidenza, le divergenze stesse all'interno del movimento pacifista, la Marcia ha continuato ad esistere, a tornare come un appuntamento degli "uomini ( e donne) di buona volonta'".

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Marie Claude Pace: Quest'anno, oltre il cinquantenario della Marcia si festeggia il 150mo anniversario dell'unita' d'Italia, il che significa che Capitini (per caso? per volonta'?) scelse il centenario dell'unita' per proporre la prima marcia. Questi simboli non sono indifferenti in un mondo sempre piu' privo di simboli.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Marie Claude Pace: La nonviolenza oggi in Italia e' essenzialmente, purtroppo, invisibile. L'invisibilita' e' spesso la caratteristica delle cose piu' genuine, come il coraggio, la generosita', l'umilta'. La societa' ci propone sempre piu' modelli di violenza e sopraffazione, attraverso una cultura precipitosa e superficiale. La nonviolenza ha bisogno di uscire da questo anonimato, basendosi sulla fiducia che l'essere umano non e', di natura, violento e cattivo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Marie Claude Pace: I movimenti e le associazioni amici della nonviolenza come proposta e seguita da Aldo Capitini devono non perdere di vista la loro purezza di intenti e di azione. La teoria e la pratica della nonviolenza sono spesso travolte da considerazioni di ordinaria politica quotidiana che ne cambiano la natura. E' necessario, come diceva Lanza del Vasto, un "ritorno alla sorgente", senza compromessi e senza confusione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Marie Claude Pace: Non mi risultano tali fatti, e anche se risultassero a me, a noi, chi altro ne sarebbe al corrente nella popolazione in generale? C'e' sempre la mancanza di visibilita'. Sarei contenta di sentire esempi che mi sono sfuggiti, anche se conosco la resistenza alla Tav e l'esistenza di grandi raduni con dei pacifisti e resistenti del cosiddetto Terzo Mondo, organizzati per esempio dal Comitato per la cancellazione del debito del Terzo mondo, con base in Belgio. Quanti tra i nostri amici conoscono l'esistenza di quel fantastico gruppo, presieduto da Eric Toussaint?

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Marie Claude Pace: Le iniziative da sviluppare sono l'educazione alla nonviolenza con scelte di vita attente e consapevoli, con l'esempio del coraggio di andare controcorrente, e con un lavoro costante con i piu' giovani, prima di tutto all'interno del nucleo familiare. Un impegno enorme che richiede sacrifici da parte degli adulti, ma sacrifici gioiosi e non tristi!

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Marie Claude Pace: La nonviolenza e' il rendersi conto che "essere" e' meglio di "avere", e la conseguenza di questo sapere e' il favorire la tendenza naturale all'ascolto degli altri, il che conduce al dialogo, all'empatia e al desiderio di stare insieme senza competere. Per accostarsi a questo stato, di cui non si raggiunge mai l'apice, e' necessario prima di tutto essere consci che la nonviolenza e' un cammino per tutta la vita. E' anche fondamentale comunicare con tutti al livello locale, anche con quelli molto distanti da noi per affinita' e scelte, perche' sono comunque i nostri contemporanei e condividono con noi la gioia e le difficolta' di essere nati su questo pianeta.

 

7. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. UN INTERVENTO DI NICHI VENDOLA

[Ringraziamo Nichi Vendola (per contatti: gabinetto.presidente at regione.puglia.it) per averci inviato questo intervento come risposta a una richiesta di intervista.

Nichi Vendola, come e' noto, e' presidente della Regione Puglia e leader di "Sinistra Ecologia e Liberta'". Dal sito della Regione Puglia riprendiamo la seguente scheda: "Nichi Vendola e' nato a Bari il 26 agosto 1958. Laureato in lettere e filosofia, e' giornalista e autore dei volumi Prima della battaglia (Milano, 1983), Soggetti smarriti (Roma, 1991) e Il mondo capovolto (Datanews, 1994). E' tra i promotori della Lila, Lega italiana Lotta all'Aids, e dell'ArciGay. E' stato iscritto all'Azione cattolica della sua citta' di residenza, Terlizzi. Nel 1972 si iscrive alla Fgci di cui e' stato membro della segreteria nazionale dal 1985 al 1988. Nel 1990 e' entrato a far parte del Comitato centrale del Partito Comunista Italiano. Dopo lo scioglimento del Pci e' tra i fondatori del Partito della Rifondazione Comunista e diviene membro della Direzione nazionale. Eletto deputato per la terza volta nel 2001, e' stato vicepresidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari, componente della Giunta per il regolamento e componente della XIV Commissione permanente Politiche U. E. oltre che della Commissione Ambiente. Attualmente e' il portavoce nazionale di Sinistra Ecologia e Liberta'. E' stato eletto Presidente della Regione Puglia per la prima volta nelle consultazioni popolari del 3 e 4 aprile 2005. E' stato rieletto dopo le elezioni del 28 e del 29 marzo 2010". Cfr. anche il sito www.nichivendola.it]

 

A cinquant'anni dalla prima marcia organizzata da Aldo Capitini nel 1961 molte cose sono cambiate in Italia, eppure rimane ancora oggi il rumore di fondo insopportabile della guerra e dei fondamentalismi. Noi non possiamo rimanere inerti, dobbiamo interrogarci. In questo Mediterraneo, che spesso ha rappresentato un vero e proprio cimitero liquido per i poveri migranti, da questo mare tutti noi dobbiamo muovere i primi passi per la costruzione della pace.

Dalla Puglia, don Tonino Bello ci sprono' a mutare le nostre spade in aratri e le nostre lance in falci. E cioe' cambiare in radice modello di sviluppo e forma del potere: liberando la storia umana dalla sua ipoteca di oppressione e di violenza, sradicando dalle nostre lingue ogni codice di guerra. Da questo angolo di mondo la parola di questo vescovo si e' fatta azione, denuncia, ma anche annuncio, speranza, proposta di pace. Una pace mai disincarnata e immateriale, ma sempre coniugata con la giustizia, con la verita', la solidarieta', la salvaguardia dell'ambiente, la nonviolenza. Una pace mai intesa come retorica e fuga dalla politica, ma come impegno principale dell'agenda pubblica, come esercizio quotidiano dell'agire di ciascuno.

Ecco perche' e' importante partecipare alla Marcia. Sono oltre tremila gli studenti delle scuole pugliesi che hanno aderito al programma "La mia scuola per la pace" che parteciperanno alla Perugia- Assisi: e' un fatto molto rilevante, perche' crediamo che il discorso culturale, etico e spirituale di San Francesco e di Gandhi, di Capitini e di Martin Luther King, di Bertrand Russell e di don Tonino Bello, debba essere rilanciato, vissuto e testimoniato.

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 688 del 24 settembre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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