Voci e volti della nonviolenza. 424



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 424 del 15 settembre 2011

 

In questo numero:

1. Mao Valpiana: L'anima profonda

2. Sette domande a Gabriella Achilli

3. Sette domande a Massimiliano Casalini

4. Sette domande a Marco Fantini

5. Sette domande a Sabrina Sergio Gori

6. Ernesto Balducci

7. Danilo Dolci

8. Etty Hillesum

9. Rosa Luxemburg

10. Franca Ongaro Basaglia

11. Edith Stein

12. Germaine Tillion

13. Maria Zambrano

 

1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: L'ANIMA PROFONDA

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

La guerra e' portatrice di morte. Le donne generano la vita. Il movimento femminista rappresenta l'anima profonda della marcia per la pace.

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GABRIELLA ACHILLI

[Ringraziamo Gabriella Achilli (per contatti: g.achilli at provincia.milano.it) per questa intervista.

Gabriella Achilli siede nel Consiglio provinciale di Milano come capogruppo. Per quaranta anni ha svolto il proprio lavoro e il proprio impegno sociale nelle comunita' di San Giuliano Milanese, dove vive, e di San Donato Milanese, dove e' stata sindaco. Accanto all'impegno politico, si dedica da anni al volontariato, in particolare a sostegno delle persone disabili e delle loro famiglie]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Gabriella Achilli: Quello di aver dimostrato che la pace e' un obiettivo comune, che riguarda tutti. Nel corso degli anni la marcia e' diventata un appuntamento importante per famiglie, associazioni ed enti locali che testimoniano, in questo percorso fatto insieme, l'impegno per la diffusione di una cultura di pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Gabriella Achilli: Credo la riflessione e il dialogo su quanto sta accadendo in Italia e nel mondo. Occorre, in questo momento, saper trovare nuove parole per raccontare una societa' che si trova ad affrontare una crisi particolarmente pesante. E' necessario costruire un nuovo patto sociale che riesca a rispondere all'insicurezza e all'incertezza che la crisi provoca e che sappia includere le nuove generazioni, troppo spesso dimenticate. I temi all'ordine del giorno sono quelli dell'inclusione sociale e della precarieta' del lavoro, a fronte di risorse sempre piu' ridotte. E questo vale per il nostro Paese, come per tanti altri. Non dimentichiamo i conflitti in corso nel mondo, in particolare in Medio Oriente o le tragedie come quella che sta consumando la Somalia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Gabriella Achilli: Ritengo manchi ancora una comunicazione forte a tutti i livelli, dalla famiglia alla scuola, dalla politica alle istituzioni, dai giornalisti ai media. Credo che occorra lavorare ancora molto nelle scuole per diffondere tra i giovani una cultura della qualita' della parola e del confronto, ma ancor piu' servono esempi concreti a tutti i livelli della societa'. Nella quotidianita' i messaggi di violenza, riscontrabili anche nei giochi per bambini o nei video, sono sempre piu' frequenti di quelli che promuovono la nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Gabriella Achilli: Sono tutti contributi importanti, che possono dare voce ai temi spesso sotto silenzio. Posso rappresentare un pungolo per le coscienze, a volte assopite, per combattere i troppi episodi di violenza che si verificano nelle nostre citta' e l'intolleranza diffusa.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Gabriella Achilli: La sensazione e' che viviamo in tempi non facili. Le forme di protesta e di dissenso adottate dai giovani tramite l'utilizzo dei social network, nelle piazze del Medio Oriente e in quelle italiane, sono certamente il segno che qualcosa sta cambiando e che il linguaggio della nonviolenza e' in grado di rispondere efficacemente al cambiamento.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Gabriella Achilli: La Provincia di Milano sara' presente alla marcia della Pace grazie ad una mozione approvata in Consiglio provinciale a larga maggioranza. Mi sto impegnando, come consigliera, a sostenere il rispetto dei diritti dei disabili, degli emarginati, dei piu' deboli in generale; insieme ad altri colleghi, stiamo lavorando sul tema delle carceri, del lavoro e dell'inclusione sociale degli stranieri.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Gabriella Achilli: Per me la nonviolenza e' una pratica quotidiana di rispetto dell'altro, dell'ambiente e della comunita' di cui faccio parte.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MASSIMILIANO CASALINI

[Ringraziamo Massimiliano Casalini (per contatti: massieilgiornodeiregali at virgilio.it) per questa intervista.

Massimiliano Casalini, 42 anni, educatore, e' capogruppo di Sel alla Provincia di Pisa, presidente della IV Commissione affari sociali, cultura, istruzione, sport. Per dieci anni e' stato consigliere comunale a Volterra (Pisa). "Attualmente mi sto occupando: della condizione delle carceri e dei detenuti con particolare attenzione al carcere Don Bosco di Pisa; abbiamo realizzato insieme al Presidente Pieroni e alla Vicepresidente Petreri due progetti per i detenuti e le detenute di quella struttura: la rimozione dalla finestre delle celle di una copertura di plastica che in estate rendeva il caldo insopportabile e una donazione di tre pc dismessi; delle Societa' della salute della Provincia; dei progetti di agricoltura sociale e ortoterapia per persone con disagio mentale"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Massimiliano Casalini: La sua esistenza. In un Paese che dimentica molto velocemente quasi tutto.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Massimiliano Casalini: Credo la cosiddetta Primavera araba.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Massimiliano Casalini: Non buono: la societa' italiana si e' "violentizzata" in questi ultimi anni perfino nelle relazioni umane di base caratterizzate da crescente diffidenza e pregiudizio: certa politica inoltre e' portatrice di banalita', che e' a mio parere una delle forme di violenza piu' subdole e pervasive. E poi la stampa, la televisione, i talk show, l'"uso" del corpo della donna etc. Brillano al contrario le resistenze delle operaie e degli operai ricattati ogni giorno: loro oggi sono i nonviolenti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Massimiliano Casalini: Innanzitutto una campagna "di visibilita'" per farsi conoscere; poi la formazione nelle scuole per studenti e docenti, negli enti locali per gli amministratori, nelle Asl, anche nei luoghi di lavoro.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Massimiliano Casalini: L'inaspettata ribellione araba in parte nonviolenta. E gli operai italiani, i lavoratori e le lavoratrici italiane che scendono in piazza o occupano simbolicamente il tetto della fabbrica che le sta licenziando, talvolta nell'indifferenza generale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Massimiliano Casalini: Una campagna "pesante" di comunicazione per ricordare che esiste anche in Italia un movimento nonviolento.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Massimiliano Casalini: Risponderei che la nonviolenza e' in radice e primariamente "riconoscimento delle differenze", atto umano volontario che impone una messa in discussione del "se'". Il resto viene da solo. Questa tensione credo debba essere il nostro comune faro.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MARCO FANTINI

[Ringraziamo Marco Fantini (per contatti: m.fantini at mbox.provincia.re.it) per questa intervista.

Marco Fantini e' assessore alla Sicurezza sociale, Sanita', Servizi sociali e Casa della Provincia di Reggio Emilia. Nato a Reggio Emilia, il 24 febbraio 1966. Laurea in Filosofia. Dipendente dell'Azienda Usl, si e' occupato di sicurezza sul lavoro e formazione. Aderente del movimento dei Cristiano Sociali entra nei Democratici di Sinistra dove e' stato membro della Segreteria provinciale e della Direzione. Nel 2005 ha aderito all'Italia dei Valori. E' stato consigliere comunale nel Comune di Reggio Emilia dal 1999 al 2009]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Marco Fantini: Mettere al centro la pace e la cultura della nonviolenza come fattore di cambiamento.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Marco Fantini: Nel centocinquantesimo anniversario dell'Unita' d'Italia, la marcia della pace vuole porsi come un atto che ribadisce il valore dell'art. 11 della Costituzione italiana per ricordare che "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali...".

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Marco Fantini: E' una fase difficile, siamo molto lontani dagli anni della mobilitazione che porto' all'obiezione di coscienza. Ci sono giovani che il 25 di settembre marceranno da Perugia ad Assisi ma ci sono anche quelli impegnati nei giochi di guerra.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Marco Fantini: Il Movimento puo' ribadire il proprio impegno in responsabilita' e partecipazione contro l'individualismo, l'inerzia e la rassegnazione che ostacolano la diffusione di una cultura di pace e di nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Marco Fantini: Purtroppo nel mondo si assiste ad una proliferazione della violenza e della guerra, ma la speranza scaturisce dai piccoli importanti gesti di volontariato e di buon vicinato attivo, che sono i migliori esempi - pur se i piu' sconosciuti - per  costituire un tessuto resistente di nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Marco Fantini: Allargare lo sguardo, diffondere iniziative capillari per contrastare tutte le violenze, da quella delle armi a quella del denaro usato contro ogni diritto umano.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Marco Fantini: Accostarsi alla nonviolenza significa riparametrare i valori attraverso cui concepiamo oggi lo sviluppo, passando da una concezione in cui l'economia e' al centro delle persone, all'obbiettivo che vede invece "le persone come la vera ricchezza delle nazioni" (dal primo Rapporto sullo Sviluppo Umano pubblicato nel 1990).

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A SABRINA SERGIO GORI

[Ringraziamo Sabrina Sergio Gori (per contatti: sindaco at comune.quarrata.pt.it) per questa intervista.

Sabrina Sergio Gori, medico, e' sindaco del Comune di Quarrata (Pt). "Sono nata a Quarrata il 12 luglio del 1955. Vivo da sempre a Quarrata, con i miei figli, Luis e Francisco, e con mia mamma Sonia. Nel poco tempo libero mi piace cucinare, leggere e ho la passione del cinema. Mi piace il teatro e mi piace viaggiare per conoscere luoghi nuovi e culture diverse. Mi sono laureata a  Firenze e poi specializzata in endocrinologia, svolgo la professione di medico di medicina generale a Quarrata. Sono convinta che il diritto alla salute sia una delle piu' importanti conquiste della nostra democrazia, perche' non e' giusto essere curati solo se si e' ricchi, anzi, proprio nei momenti di fragilita' deve essere garantito il sostegno e la cura della persona. Attiva da sempre nel volontariato, ho coltivato profondi legami con associazioni di solidarieta', in particolare con il Brasile e l'Africa, a sostegno di progetti di sviluppo e cooperazione fra i popoli. Sono stata Presidente della Misericordia dal 1987 al 2000 e Consigliere della Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia dal gennaio 2001 fino alla mia elezione a sindaco. Nel 2002 sono state eletta per la prima volta sindaco di Quarrata: di questa esperienza porto nel cuore molti volti, molti momenti, alcuni dolorosi, altri felici. Questo e' l'aspetto piu' gratificante: essere a contatto stretto con le persone, poterci parlare, dialogare, cercare di capire, essere al loro fianco. L'aspetto piu' bello e' senza dubbio fare un viaggio tra le persone, che e' di certo il viaggio piu' bello che esista: 'il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno e' quando riconosci nell'altro il volto di tuo fratello'. Dal 2008 sono Presidente della Commissione Pari Opportunita' Ages Nazionale. Dal 2009 sono Vicepresidente vicario di Anci Toscana, l'Associazione dei Comuni della nostra regione"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Sabrina Sergio Gori: Cinquanta anni in cammino verso uno dei luoghi piu' fortemente legati alla spiritualita', alla semplicita' e all'amore rappresentano un forte richiamo ai valori della pace e della giustizia perche' senza giustizia non ci puo' essere pace fra individui e popoli, prendendo coscienza che il rispetto dei diritti umani e' il fondamento di ogni convivere sociale e che essi si realizzano solo nel momento in cui individui e nazioni si assumono la responsabilita' dei propri doveri nel pieno rispetto delle diversita'.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Sabrina Sergio Gori: La scelta di dedicare il cammino di quest'anno alla costruzione di una nuova cultura di pace, prestando la giusta attenzione al mondo della scuola ritengo che sia saggia. Le nuove generazioni hanno proposte di vita spesso basate sull'effimero, sul senso dell'avere anziche' sull'essere, e un serio impegno della societa' civile per affrontare la crisi che non e' solo economica ma anche culturale e' quantomai necessario.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Sabrina Sergio Gori: Parlare di "stato dell'arte" della nonviolenza significa guardarsi attorno e rilevare che dietro nuove crisi dei valori umani positivi (nuove xenofobie, manifestazioni di intolleranza, bullismo...) c'e' tanto impegno delle istituzioni, delle associazioni, dei cittadini per non abbassare la guardia. L'attenzione e' alta e dobbiamo operare con serieta' e costanza per ribadire con forza che la violenza non e' mai risolutiva per nessuna problematica.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Sabrina Sergio Gori: Il ruolo del movimento nonviolento e' essenzialmente educativo e di richiamo delle coscienza sul senso vero dei valori che devono caratterizzare l'operare di ogni singolo e di ogni comunita', sia istituzionale che associativa. In particolare in questo momento in cui sono aperti grandi conflitti (basta pensare  a cio' che sta accadendo in Libia) il movimento deve essere forte e presente nel ribadire la volonta' di pace e giustizia per tutti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Sabrina Sergio Gori: Il mondo oggi ha bisogno di una particolare attenzione sui potenziali conflitti che possono esplodere nei paesi che stanno vivendo profondamente gli effetti della crisi economica, che sta generando nuovi malesseri, che richiedono attenzione per una politica equa e solidale. Il Nord Africa che reclama una nuova liberta' ha visto esplodere e covare vere e proprie guerre civili, che il movimento pacifista non puo' sottovalutare.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Sabrina Sergio Gori: Personalmente, nei miei due mandati amministrativi, oltre a investire in progetti di solidarieta' internazionale, ho voluto creare momenti di riflessione e di studio, nonche' di confronto con testimoni sui valori della legalita', perche' non puo' esserci pace senza rispetto delle regole sociali. In questi giorni prendera' il via l'ormai consueto Meeting della Legalita', che ha preso avvio in questo Comune e che ora, con la collaborazione dell'Anci, vede coinvolti tanti comuni toscani, tante associazioni e tanti gruppi sociali. Abbiamo voluto anche quest'anno proporre eventi che riguardano i temi della legalita', toccando aspetti diversi e specifici della questione: dall'educazione in ambito scolastico, all'apporto educativo di famiglia, amici e gruppi associativi, dal mondo dello sport all'economia e ai costi, umani, sociali ed economici che l'illegalita' comporta. Nel programma sono previste proiezioni di video, film, incontri, dibattiti e convegni, oltre ad alcune cerimonie istituzionali, che riguardano in particolare alcune intitolazioni di aree pubbliche a memoria di chi con la propria vita ha testimoniato un impegno forte e coerente su valori irrinunciabili. In un momento cosi' difficile nel quale amministrare un comune vuol dire fare i conti con i pesanti tagli del governo, ho voluto comunque non abbassare la guardia sul ruolo educativo che ognuno deve sentire la responsabilita' di rivestire.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Sabrina Sergio Gori: Rispondo citando una frase di Gandhi: "Il genere umano puo' liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla nonviolenza. L'odio puo' essere sconfitto soltanto con l'amore. Rispondendo all'odio con l'odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondita' dell'odio stesso".

 

6. MAESTRI. ERNESTO BALDUCCI

 

Ernesto Balducci e' nato a Santa Fiora (in provincia di Grosseto) nel 1922, ed e' deceduto a seguito di un incidente stradale nel 1992. Sacerdote, insegnante, scrittore, organizzatore culturale, promotore di numerose iniziative di pace e di solidarieta'. Fondatore della rivista "Testimonianze" nel 1958 e delle Edizioni Cultura della Pace (Ecp) nel 1986. Oltre che infaticabile attivista per la pace e i diritti, e' stato un pensatore di grande vigore ed originalita', le cui riflessioni ed analisi sono decisive per un'etica della mondialita' all'altezza dei drammatici problemi dell'ora presente. Opere di Ernesto Balducci: segnaliamo particolarmente alcuni libri dell'ultimo periodo: Il terzo millennio (Bompiani); La pace. Realismo di un'utopia (Principato), in collaborazione con Lodovico Grassi; Pensieri di pace (Cittadella); L'uomo planetario (Camunia, poi Ecp); La terra del tramonto (Ecp); Montezuma scopre l'Europa (Ecp). Si vedano anche l'intervista autobiografica Il cerchio che si chiude (Marietti); la raccolta postuma di scritti autobiografici Il sogno di una cosa (Ecp); la raccolta postuma di scritti su temi educativi Educazione come liberazione (Libreria Chiari); il manuale di storia della filosofia, Storia del pensiero umano (Cremonese); ed il corso di educazione civica Cittadini del mondo (Principato), in collaborazione con Pierluigi Onorato. Opere su Ernesto Balducci: cfr. i due fondamentali volumi monografici di "Testimonianze" a lui dedicati: Ernesto Balducci, "Testimonianze" nn. 347-349, 1992; ed Ernesto Balducci e la lunga marcia dei diritti umani, "Testimonianze" nn. 373-374, 1995; un'ottima rassegna bibliografica preceduta da una precisa introduzione biografica e' il libro di Andrea Cecconi, Ernesto Balducci: cinquant'anni di attivita', Libreria Chiari, Firenze 1996; recente e' il libro di Bruna Bocchini Camaiani, Ernesto Balducci. La Chiesa e la modernita', Laterza, Roma-Bari 2002; cfr. anche almeno Enzo Mazzi, Ernesto Balducci e il dissenso creativo, Manifestolibri, Roma 2002; e AA. VV., Verso l'"uomo inedito", Fondazione Ernesto Balducci, San Domenico di Fiesole (Fi) 2004. Per contattare la Fondazione Ernesto Balducci: www.fondazionebalducci.it

 

7. MAESTRI. DANILO DOLCI

 

Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recentissimo e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo nuovo, 2006. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.org, www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com, www.cesie.org, www.nonviolenti.org, www.fondodanilodolci.it

 

8. MAESTRE. ETTY HILLESUM

 

Etty Hillesum e' nata a Middelburg nel 1914 e deceduta ad Auschwitz nel 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004; Luciana Breggia, Parole con Etty, Claudiana, Torino 2011.

 

9. MAESTRE. ROSA LUXEMBURG

 

Rosa Luxemburg, 1871-1919, e' una delle piu' limpide figure del movimento dei lavoratori e dell'impegno contro la guerra e contro l'autoritarismo. Assassinata, il suo cadavere fu gettato in un canale e ripescato solo mesi dopo; ci sono due epitaffi per lei scritti da Bertolt Brecht, che suonano cosi': Epitaffio (1919): "Ora e' sparita anche la Rosa rossa, / non si sa dov'e' sepolta. / Siccome ai poveri ha detto la verita' / i ricchi l'hanno spedita nell'aldila'"; Epitaffio per Rosa Luxemburg (1948): "Qui giace sepolta / Rosa Luxemburg / Un'ebrea polacca / Che combatte' in difesa dei lavoratori tedeschi, / Uccisa / Dagli oppressori tedeschi. Oppressi, / Seppellite la vostra discordia". Opere di Rosa Luxemburg: segnaliamo almeno due fondamentali raccolte di scritti in italiano: Scritti scelti, Einaudi, Torino 1975, 1976; Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976 (con una ampia, fondamentale introduzione di Lelio Basso). Opere su Rosa Luxemburg: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg, Mondadori, Milano 1977; Paul Froelich, Rosa Luxemburg, Rizzoli, Milano 1987; P. J. Nettl, Rosa Luxemburg, Il Saggiatore 1970; Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita' rivoluzionaria, Mursia, Milano 1974; AA. VV., Rosa Luxemburg e lo sviluppo del pensiero marxista, Mazzotta, Milano 1977.

 

10. MAESTRE. FRANCA ONGARO BASAGLIA

 

Franca Ongaro Basaglia, intellettuale italiana di straordinario impegno civile, pensatrice di profondita', finezza e acutezza straordinarie, insieme al marito Franco Basaglia e' stata tra i protagonisti del movimento di psichiatria democratica; e' deceduta nel gennaio 2005. Tra i suoi libri segnaliamo particolarmente: Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982; Manicomio perche'?, Emme Edizioni, Milano 1982; Una voce: riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982; Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo, Editori Riuniti, Roma 1987; in collaborazione con Franco Basaglia ha scritto La maggioranza deviante, Crimini di pace, Morire di classe, tutti presso Einaudi; ha collaborato anche a L'istituzione negata, Che cos'e' la psichiatria, e a molti altri volumi collettivi. Ha curato l'edizione degli Scritti di Franco Basaglia. Dalla recente antologia di scritti di Franco Basaglia, L'utopia della realta', Einaudi, Torino 2005, da Franca Ongaro Basaglia curata, riprendiamo la seguente notizia biobibliografica, redatta da Maria Grazia Giannichedda, che di entrambi fu collaboratrice: "Franca Ongaro e' nata nel 1928 a Venezia dove ha fatto studi classici. Comincia a scrivere letteratura infantile e i suoi racconti escono sul "Corriere dei Piccoli" tra il 1959 e il 1963 insieme con una riduzione dell'Odissea, Le avventure di Ulisse, illustrata da Hugo Pratt, e del romanzo Piccole donne di Louise May Alcott. Ma sono gli anni di lavoro nell'ospedale psichiatrico di Gorizia, con il gruppo che si sta raccogliendo attorno a suo marito Franco Basaglia, a determinare la direzione dei suoi interessi e del suo impegno. Nella seconda meta' degli anni '60 scrive diversi saggi con Franco Basaglia e con altri componenti del gruppo goriziano e due suoi testi - "Commento a E. Goffman. La carriera morale del malato di mente" e "Rovesciamento istituzionale e finalita' comune" - fanno parte dei primi libri che documentano e analizzano il lavoro di apertura dell'ospedale psichiatrico di Gorizia, Che cos'e' la psichiatria (1967) e L'istituzione negata (1968). E' sua la traduzione italiana dei testi di Erving Goffman Asylums e Il comportamento in pubblico, editi da Einaudi rispettivamente nel 1969 e nel 1971 con saggi introduttivi di Franco Basaglia e Franca Ongaro, che traduce e introduce anche il lavoro di Gregorio Bermann La salute mentale in Cina (1972). Dagli anni '70 Franca Ongaro e' coautrice di gran parte dei principali testi di Franco Basaglia, da Morire di classe (1969) a La maggioranza deviante (1971), da Crimini di pace (1975) fino alle Condotte perturbate. Nel 1981 e 1982 cura per Einaudi la pubblicazione dei due volumi degli Scritti di Franco Basaglia. Franca Ongaro e' anche autrice di volumi e saggi di carattere filosofico e sociologico sulla medicina moderna e le istituzioni sanitarie, sulla bioetica, la condizione della donna, le pratiche di trasformazione delle istituzioni totali. Tra i suoi testi principali, i volumi Salute/malattia. Le parole della medicina (Einaudi, Torino 1979), raccolta delle voci di sociologia della medicina scritte per l'Enciclopedia Einaudi; Una voce. Riflessioni sulla donna (Il Saggiatore, Milano 1982) che include la voce "Donna" dell'Enciclopedia Einaudi; Manicomio perche'? (Emme Edizioni, Milano 1982); Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo (Editori Riuniti, Roma 1987). Tra i saggi, Eutanasia, in "Democrazia e Diritto", nn. 4-5 (1988); Epidemiologia dell'istituzione psichiatrica. Sul pensiero di Giulio Maccacaro, in Conoscenze scientifiche, saperi popolari e societa' umana alle soglie del Duemila. Attualita' del pensiero di Giulio Maccacaro, Cooperativa Medicina Democratica, Milano 1997; Eutanasia. Liberta' di scelta e limiti del consenso, in Roberta Dameno e Massimiliano Verga (a cura di), Finzioni e utopie. Diritto e diritti nella societa' contemporanea, Angelo Guerrini, Milano 2001. Dal 1984 al 1991 e' stata, per due legislature, senatrice della sinistra indipendente, e in questa veste e' stata leader della battaglia parlamentare e culturale per l'applicazione dei principi posti dalla riforma psichiatrica, tra l'altro come autrice del disegno di legge di attuazione della "legge 180" che diventera', negli anni successivi, testo base del primo Progetto obiettivo salute mentale (1989) e di diverse disposizioni regionali. Nel luglio 2000 ha ricevuto il premio Ives Pelicier della International Academy of Law and Mental Health, e nell'aprile 2001 l'Universita' di Sassari le ha conferito la laurea honoris causa in Scienze politiche. E' morta nella sua casa di Venezia il 13 gennaio 2005".

 

11. MAESTRE. EDITH STEIN

 

Edith Stein, filosofa tedesca, e' nata a Breslavia nel 1891 ed e' deceduta nel lager di Auschwitz nel 1942. Di famiglia ebraica, assistente di Husserl, pensatrice tra le menti piu' brillanti della scuola fenomenologica, abbraccio' il cattolicesimo e nel 1933 entro' nella vita religiosa. I nazisti la deportarono ed assassinarono. Opere di Edith Stein: le opere fondamentali sono Il problema dell'empatia, Franco Angeli (col titolo L'empatia) e Studium; Psicologia e scienze dello spirito, Citta' Nuova; Una ricerca sullo Stato, Citta' Nuova; La fenomenologia di Husserl e la filosofia di san Tommaso d'Aquino, Memorie Domenicane, poi in La ricerca della verita', Citta' Nuova; Introduzione alla filosofia, Citta' Nuova; Essere finito e Essere eterno, Citta' Nuova; Scientia crucis, Postulazione generale dei carmelitani scalzi. Cfr. anche la serie di conferenze raccolte in La donna, Citta' Nuova; e la raccolta di lettere La scelta di Dio, Citta' Nuova, Roma 1974, poi Mondadori, Milano 1997. Opere su Edith Stein: per un sintetico profilo cfr. l'"invito alla lettura" di Angela Ales Bello, Edith Stein, Edizioni S. Paolo, Cinisello Balsamo 1999 (il volumetto contiene un breve profilo, un'antologia di testi, una utile bibliografia di riferimento). Lavori sul pensiero della Stein: Carla Bettinelli, Il pensiero di Edith Stein, Vita e Pensiero, Milano 1976; Luciana Vigone, Introduzione al pensiero filosofico di Edith Stein, Citta' Nuova, Roma 1991; Angela Ales Bello, Edith Stein. La passione per la verita', Edizioni Messaggero di Padova, 1998, 2003; Angela Ales Bello, Edith Stein. Patrona d'Europa, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2000. Per la biografia: Edith Stein, Storia di una famiglia ebrea, Citta' Nuova, Roma 1994, 1999; Elio Costantini, Edith Stein. Profilo di una vita vissuta nella ricerca della verita', Libreria Editrice Vaticana, Citta' del Vaticano 1987, 1998; Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000.

 

12. MAESTRE. GERMAINE TILLION

 

Germaine Tillion (1907-2008) e' una delle piu' grandi figure morali del Novecento; allieva di Marcel Mauss, etnologa e antropologa, ricercatrice in Algeria e solidale col popolo algerino, poi animatrice in Francia della Resistenza, deportata nel lager di Ravensbrueck; antirazzista ed anticolonialista, impegnata contro tutti i totalitarismi, contro la guerra, contro la tortura, nella solidarieta' con i popoli oppressi, per i diritti delle donne, per i diritti umani; ha condotto e preso parte a iniziative di pace, di verita' e giustizia, e scritto libri fondamentali. E' ancora incredibilmente pressoche' sconosciuta in Italia. Su Germaine Tillion hanno scritto testi notevoli tra altri Jean Lacouture e Tzvetan Todorov. Cfr. anche i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 562.

 

13. MAESTRE. MARIA ZAMBRANO

 

Maria Zambrano, insigne pensatrice spagnola (1904-1991), allieva di Ortega y Gasset, antifranchista, visse a lungo in esilio. Tra le sue opere tradotte in italiano cfr. almeno: Spagna: pensiero, poesia e una citta', Vallecchi, Firenze 1964; I sogni e il tempo, De Luca, Roma 1964; Chiari del bosco, Feltrinelli, Milano 1991; I beati, Feltrinelli, Milano 1992; La tomba di Antigone. Diotima di Mantinea, La Tartaruga, Milano 1995; Verso un sapere dell'anima, Cortina, Milano 1996; La confessione come genere letterario, Bruno Mondadori, Milano 1997; All'ombra del dio sconosciuto. Antigone, Eloisa, Diotima, Nuova Pratiche Editrice, Milano 1997; Seneca, Bruno Mondadori, Milano 1998; Filosofia e poesia, Pendragon, Bologna 1998. L'agonia dell'Europa, Marsilio, Venezia 1999. Dell'aurora, Marietti, Genova 2000; Delirio e destino, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000; Persona e democrazia. La storia sacrificale, Bruno Mondadori, Milano 2000; L' uomo e il divino, Edizioni Lavoro, Roma 2001; Le parole del ritorno, Citta' Nuova, Roma 2003. Opere su Maria Zambrano: un buon punto di partenza e' il volume monografico Maria Zambrano, pensatrice in esilio, "Aut aut" n. 279, maggio-giugno 1997, e il recente libro di Annarosa Buttarelli, Una filosofa innamorata. Maria Zambrano e i suoi insegnamenti, Bruno Mondadori, Milano 2004; ci permettiamo di segnalare anche, nel nostro stesso notiziario, i testi di Elena Laurenzi e di Donatella Di Cesare riprodotti nei nn. 752, 754 e 805 de "La nonviolenza e' in cammino", "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 11 monografico su Maria Zambrano, la voce di Lucia Vantini in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 311 e quella di Tommasina Squadrito nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 601.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 424 del 15 settembre 2011

 

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