Voci e volti della nonviolenza. 418
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 418
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- Date: Thu, 8 Sep 2011 06:47:58 +0200 (CEST)
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 418 dell'8 settembre 2011
In questo numero:
1. Mao Valpiana: Ogni passo
2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Gennaro Abele Avalimi
3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Alessandro Colocolli
4. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Sebastiano Malcontenti
5. Aldo Capitini: Sono convinto che...
1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: OGNI PASSO
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]
Camminare per la pace da Perugia ad Assisi e' anche una forma di meditazione.
"Ogni passo e' vita, ogni passo e' guarigione, ogni passo e' gioia, ogni passo e' liberta'" dice una preghiera buddhista.
2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO GENNARO ABELE AVALIMI
[Riproponiamo la seguente intervista gia' apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 328. Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo. Gennaro Abele Avalimi e' un vecchio amico di questo foglio]
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Gennaro Abele Avalimi: Non mi hanno convinto generose prediche, ma lo spettacolo orribile ed infame della violenza dispiegata, contro la quale iniquita' fin da giovane decisi di impegnarmi; e la valutazione realistica degli esiti delle esperienze rivoluzionarie che avevano adottato vie militari di rottura del disordine costituito. La scelta della nonviolenza e' stata per me una conseguenza logica dell'impegno politico nella sinistra egualitaria e antitotalitaria (e con terminologia dei decenni successivi: ecopacifista ed equosolidale).
Un radicale pessimismo e materialismo e l'ineludibile consapevolezza del dovere morale di contrastare l'ingiustizia e la menzogna, di affermare l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, mi hanno portato ad accostarmi alla nonviolenza; senza fedi, senza illusioni, senza entusiasmi: come scelta razionale e dovere morale, come rigorizzazione dell'agire politico, come illimpidimento del rapporto tra sapere e potere, come gestione adeguata del conflitto necessario. Opporsi all'oppressione, dirsi la verita': il resto viene da se'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?
- Gennaro Abele Avalimi: Soprattutto il movimento delle donne, la cui teoria-prassi mi ha cambiato la testa e la vita. E' il movimento delle donne la massima esperienza storica della nonviolenza in cammino.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Gennaro Abele Avalimi: Al giovane: mi pare che L'obbedienza non e' piu' una virtu', gli atti del processo a don Milani, siano una lettura sempre efficace per iniziare, cosi' come le vignette antimilitariste di Scalarini; e insieme Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti, e Manicomio perche'? di Franca Ongaro Basaglia; una piu' distesa lettura - ed imprescindibile, direi - e' Teoria e pratica della nonviolenza, l'eccellente antologia gandhiana curata da Giuliano Pontara; sono assai suggestive anche le poesie di Danilo Dolci, ad esempio la capitale raccolta Creatura di creature. E ancora: l'antologia Le filosofie femministe, a cura di Adriana Cavarero e Franco Restaino; Il bene comune della Terra, di Vandana Shiva; I sommersi e i salvati, di Primo Levi.
Per le biblioteche scolastiche: forse la prima cosa da fare sarebbe di renderle realmente fruibili; la mia impressione e ' che raramente i libri che contengono vengano realmente messi a disposizione di tutti gli studenti.
Per le biblioteche pubbliche: si potrebbe cominciare citta' per citta', biblioteca per biblioteca, facendo una ricognizione di quanti classici della nonviolenza vi siano, e richiederne l'acquisto tramite il registro dei "desiderata", e meglio ancora comprare "motu proprio" quei libri e alla biblioteca donarli (premendo poi tenacemente affinche' vengano al piu' presto inseriti nel catalogo e quindi messi a disposizione dei fruitori tutti).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
- Gennaro Abele Avalimi: Ovunque: le iniziative in difesa dell'ambiente e dei diritti umani, particolarmente quelle promosse e guidate da donne.
In Italia: l'opposizione alla guerra e al colpo di stato razzista.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Gennaro Abele Avalimi: Ognuno dovrebbe impegnarsi laddove si trova, portare la nonviolenza nelle cose che fa e nel come le fa.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Gennaro Abele Avalimi: Il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini; tutte le esperienze femministe e di autoaiuto delle donne, e particolarmente i centri antiviolenza, le case delle donne maltrattate, le esperienze di lotta contro la schiavitu' e il traffico di esseri umani.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Gennaro Abele Avalimi: Faccio propria la definizione piu' volte riproposta su questo foglio, da ultimo nell'intervista a Osvaldo Caffianchi nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 289.
"I. Una premessa terminologica
Scriviamo la parola "nonviolenza" tutta attaccata, come ci ha insegnato Capitini, per distinguerla dalla locuzione "non violenza"; la locuzione "non violenza" significa semplicemente non fare la violenza; la parola "nonviolenza" significa combattere contro la violenza, nel modo piu' limpido e piu' intransigente.
Chiamiamo le persone che si accostano alla nonviolenza "amici della nonviolenza" e non "nonviolenti", perche' nessuno puo' dire di essere "nonviolento", siamo tutti impastati di bene e di male, di luci e di ombre, e' amica della nonviolenza la persona che rigorosamente opponendosi alla violenza cerca di muovere verso altre piu' alte contraddizioni, verso altri piu' umani conflitti, con l'intento di umanizzare l'agire, di riconoscere l'umanita' di tutti.
Con la parola "nonviolenza" traduciamo ed unifichiamo due distinti e intrecciati concetti gandhiani: "ahimsa" e "satyagraha". Sono due parole densissime che hanno un campo semantico vastissimo ed implicano una concettualizzazione ricca e preziosa.
Poiche' qui stiamo cercando di esprimerci sinteticamente diciamo che ahimsa designa l'opposizione alla violenza, e' il contrario della violenza, ovvero la lotta contro la violenza; ma e' anche la conquista dell'armonia, il fermo ristare, consistere nel vero e nel giusto; e' il non nuocere agli altri (ne' con atti ne' con omissioni), e quindi innocenza, l'in-nocenza nel senso forte dell'etimo. Ahimsa infatti si compone del prefisso "a" privativo, che nega quanto segue, e il tema "himsa" che potremmo tradurre con "violenza", ma anche con "sforzo", "squilibrio", "frattura", "rottura dell'armonia", "scissura dell'unita'"; in quanto opposizione alla lacerazione di cio' che deve restare unito, l'ahimsa e' dunque anche ricomposizione della comunita', riconciliazione.
Satyagraha e' termine ancora piu' denso e complesso: tradotto solitamente con la locuzione "forza della verita'" puo' esser tradotto altrettanto correttamente in molti altri modi: accostamento all'essere (o all'Essere, se si preferisce), fedelta' al vero e quindi al buono e al giusto, contatto con l'eterno (ovvero con cio' che non muta, che vale sempre), adesione al bene, amore come forza coesiva, ed in altri modi ancora: e' bella la definizione della nonviolenza che da' Martin Luther King, che e' anche un'eccellente traduzione di satyagraha: "la forza dell'amore"; ed e' bella la definizione di Albert Schweitzer: "rispetto per la vita", che e' anch'essa un'ottima traduzione di satyagraha. Anche satyagraha e' una parola composta: da un primo elemento, "satya", che e' a sua volta derivato dalla decisiva parola-radice "sat", e da "agraha". "Agraha" potremmo tradurla contatto, adesione, forza che unisce, armonia che da' saldezza, vicinanza; e' la forza nel senso del detto "l'unione fa la forza", e' la "forza di attrazione" (cioe' l'amore); e' cio' che unisce in contrapposizione a cio' che disgrega ed annichilisce. "Satya" viene tradotto per solito con "verita'", ed e' traduzione corretta, ma con uguale correttezza si potrebbe tradurre in modi molto diversi, poiche' satya e' sostantivazione qualificativa desunta da sat, che designa l'essere, il sommo bene, che e' quindi anche sommo vero, che e' anche (per chi aderisce a fedi religiose) l'Essere, Dio. Come si vede siamo in presenza di un concetto il cui campo di significati e' vastissimo.
Con la sola parola nonviolenza traduciamo insieme, e quindi unifichiamo, ahimsa e satyagraha. Ognun vede come si tratti di un concetto di una complessita' straordinaria, tutto l'opposto delle interpretazioni banalizzanti e caricaturali correnti sulle bocche e nelle menti di chi presume di tutto sapere solo perche' nulla desidera capire.
II. Ma cosa e' questa nonviolenza? lotta come umanizzazione
La nonviolenza e' lotta come amore, ovvero conflitto, suscitamento e gestione del conflitto, inteso sempre come comunicazione, dialogo, processo di riconoscimento di umanita'. La nonviolenza e' lotta o non e' nulla; essa vive solo nel suo incessante contrapporsi alla violenza.
Ed insieme e' quella specifica, peculiare forma di lotta che vuole non solo vincere, ma con-vincere, vincere insieme (Vinoba conio' il motto, stupendo, "vittoria al mondo"; un motto dei militanti afroamericani dice all'incirca lo stesso: "potere al popolo"); la nonviolenza e' quella specifica forma di lotta il cui fine e' il riconoscimento di umanita' di tutti gli esseri umani: e' lotta di liberazione che include tra i soggetti da liberare gli stessi oppressori contro il cui agire si solleva a combattere.
Essa e' dunque eminentemente responsabilita': rispondere all'appello dell'altro, del volto muto e sofferente dell'altro. E' la responsabilita' di ognuno per l'umanita' intera e per il mondo.
Ed essendo responsabilita' e' anche sempre nonmenzogna: amore della verita' come amore per l'altra persona la cui dignita' di essere senziente e pensante, quindi capace di comprendere, non deve essere violata (e mentire e' violare la dignita' altrui in cio' che tutti abbiamo di piu' caro: la nostra capacita' di capire).
Non e' dunque una ideologia ma un appello, non un dogma ma una prassi.
Ed essendo una prassi, ovvero un agire concreto e processuale, si da' sempre in situazioni e dinamiche dialettiche e contestuali, e giammai in astratto.
Non esiste una nonviolenza meramente teorica, poiche' la teoria nonviolenta e' sempre e solo la riflessione e l'autocoscienza della nonviolenza come prassi. La nonviolenza o e' in cammino, vale da dire lotta nel suo farsi, o semplicemente non e'.
Esistono tante visioni e interpretazioni della nonviolenza quanti sono i movimenti storici e le singole persone che si accostano ad essa e che ad essa accostandosi la fanno vivere, poiche' la nonviolenza vive solo nel conflitto e quindi nelle concrete esperienze e riflessioni delle donne e degli uomini in lotta per l'umanita'.
III. Tante visioni della nonviolenza quante sono le persone che ad essa si accostano
Ogni persona che alla nonviolenza si accosta da' alla sua tradizione un apporto originale, un contributo creativo, un inveramento nuovo e ulteriore, e cosi' ogni amica e ogni amico della nonviolenza ne da' una interpretazione propria e diversa dalle altre. Lo sapeva bene anche Mohandas Gandhi che defini' le sue esperienze come semplici "esperimenti con la verita'", non dogmi, non procedure definite e routinarie, non ricette preconfezionate, ma esperimenti: ricerca ed apertura.
IV. La nonviolenza come insieme di insiemi
Io che scrivo queste righe propendo per proporre questa definizione della nonviolenza cosi' come a me pare di intenderla e praticarla: la nonviolenza e' cosa complessa, un insieme di insiemi, aperto e inconcluso.
1. E' un insieme di concetti e scelte logico-assiologici, ovvero di criteri per l'azione: da questo punto di vista ad esempio la nonviolenza e' quell'insieme di scelte morali che potremmo condensare nella formula del "principio responsabilita'" in cui ha un ruolo cruciale la scelta della coerenza tra i mezzi e i fini (secondo la celebre metafora gandhiana: tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che c'e' tra il seme e la pianta).
2. E' un insieme di tecniche interpretative (il riconoscimento dell'altro, ergo il rifiuto del totalitarismo, della cancellazione o della sopraffazione del diverso da se'), deliberative (per prendere le decisioni senza escludere alcuno) ed operative (per l'azione di trasformazione delle relazioni: interpersonali, sociali, politiche); come esempio di tecnica deliberativa nonviolenta potremmo citare il metodo del consenso; come esempio di tecniche operative potremmo citare dallo sciopero a centinaia di altre forme di lotta cui ogni giorno qualcuna se ne aggiunge per la creativita' di chi contro la violenza ovunque si batte.
3. E' un insieme di strategie: e ad esempio una di esse risorse strategiche consiste nell'interpretazione del potere come sempre retto da due pilastri: la forza e il consenso; dal che deriva che si puo' sempre negare il consenso e cosi', attraverso la noncollaborazione, contrastare anche il potere piu' forte.
4. E' un insieme di progettualita' (di convivenza, sociali, politiche): significativo ad esempio e' il concetto capitiniano di "omnicrazia", ovvero: il potere di tutti. La nonviolenza come potere di tutti, concetto di una ricchezza e complessita' straordinarie, dalle decisive conseguenze sul nostro agire.
V. Un'insistenza
Insistiamo su questo concetto della nonviolenza come insieme di insiemi, poiche' spesso molti equivoci nascono proprio da una visione riduzionista e stereotipata; ad esempio, e' certo sempre buona cosa fare uso di tecniche nonviolente anziche' di tecniche violente, ma il mero uso di tecniche nonviolente non basta a qualificare come nonviolenta un'azione o una proposta: anche i nazisti prima della presa del potere fecero uso anche di tecniche nonviolente.
Un insieme di insiemi, complesso ed aperto.
Un agire concreto e sperimentale e non un'ideologia sistematica e astratta.
Un portare ed agire il conflitto come prassi di umanizzazione, di riconoscimento e liberazione dell'umanita' di tutti gli esseri umani; come responsabilita' verso tutte le creature.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' questo cammino. Il cammino vieppiu' autocosciente dell'umanita' sofferente in lotta per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
VI. Una grande esperienza e speranza storica
Non patrimonio di pochi, la nonviolenza si e' incarnata in grandi esperienze e speranze storiche, due sopra tutte: la Resistenza, e il movimento delle donne; ed e' il movimento delle donne, la prassi nonviolenta del movimento delle donne, la decisiva soggettivita' autocosciente portatrice di speranza e futuro qui e adesso, in un mondo sempre piu' minacciato dalla catastrofe e dall'annichilimento della civilta' umana".
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
- Gennaro Abele Avalimi: L'esperienza attualmente (e dagli anni Settanta) maggiore a mio avviso e' quella del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo. Il precedente storico specifico piu' rilevante e' naturalmente l'esperienza di Danilo Dolci. Molte cose buone fa da anni l'associazione di associazioni "Libera" promossa dal Gruppo Abele di don Luigi Ciotti.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?
- Gennaro Abele Avalimi: Una buona riflessione e' quella consegnata al volume a cura di Ernesto Balducci e Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia, che da un punto di vista concretamente nonviolento tratteggia una storia (e propone un'antologia) del pensiero pacifista dal Rinascimento al Novecento.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?
- Gennaro Abele Avalimi: La nonviolenza essendo anche una riconciliazione con se stessi ed un illimpidimento del proprio sentire e condursi, ha anche un valore psicoterapeutico; e quindi essa trova strumenti ed esempi anche nella "cassetta degli attrezzi" delle psicoterapie. Beninteso: laddove esse psicoterapie siano autenticamente ordinate al benessere delle persone e non al loro mero adattamento a una realta' che puo' realmente essere intollerabile.
Inoltre, alcune delle esperienze piu' grandi della nonviolenza proprio in questo ambito si sono date: in particolare nella lotta contro l'istituto manicomiale (lotta che ha illuminato e promosso anche altre lotte contro le altre istituzioni totali). Un riferimento imprescindibile e' Franco Basaglia e l'esperienza del movimento della psichiatria democratica.
A questo si aggiunga che molte figure del pensiero psicologico e dell'attivita' psicoterapeutica sono state anche figure della nonviolenza o comunque alla tradizione nonviolenta hanno apportato ed apportano utili strumenti teorici ed operativi, ed utili termini di confronto.
Qualche ulteriore riferimento: Binswanger, Minkowski e la tradizione della psichiatria fenomenologico-esistenziale; Bateson e la scuola di Paolo Alto; Fromm; ma si vedano anche le ricerche di Foucault; tra i libri che offrono panoramiche complessive restano assai utili la Storia della psicoanalisi di Silvia Vegetti Finzi, la Storia della psicologia del Novecento di Luciano Mecacci, la "garzantina" di Psicologia di Umberto Galimberti.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Gennaro Abele Avalimi: A mio parere sarebbe ora di promuovere un'edizione nazionale realizzata con criteri filologicamente adeguati delle opere di Aldo Capitini e di Danilo Dolci (qualche passo nella giusta direzione si e' fatto negli ultimi anni: per Capitini e' iniziata la pubblicazione dell'epistolario per impulso e sotto la direzione di Mario Martini; per Dolci si puo' partire dalla bibliografia curata da Giuseppe Barone). Mi pare che ve ne sia effettivo, urgente bisogno.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?
- Gennaro Abele Avalimi: Servirebbe un quotidiano diffuso in edicola.
3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ALESSANDRO COLOCOLLI
[Estratto da "Coi piedi per terra" n. 305. Alessandro Colocolli e' un vecchio amico di questo foglio]
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Alessandro Colocolli: Come approfondimento e rigorizzazione di cio' che gia' pensavo e gia' facevo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
- Alessandro Colocolli: Tutte quelle condotte dalle donne.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Alessandro Colocolli: Oggi qui nell'opposizione alla guerra; nella resistenza contro il colpo di stato razzista; nella lotta contro il patriarcato e il maschilismo assassini; nella difesa della biosfera casa comune.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Alessandro Colocolli: Il Movimento Nonviolento.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Alessandro Colocolli: La lotta contro la violenza, l'ascolto dell'altro, la responsabilita' e l'accudimento. La cognizione della complessita', il fallibilismo, la coerenza tra mezzi e fini, la coscienza del limite, il metodo maieutico. Volendo condensare tutto in una formula: tu non uccidere.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Alessandro Colocolli: Il femminismo e' l'esperienza di riferimento per ogni persona amica della nonviolenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Alessandro Colocolli: Sono la stessa cosa.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Alessandro Colocolli: La nonviolenza e' per l'appunto la lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
- Alessandro Colocolli: La lotta antimafia e' in Italia l'ambito specifico in cui la nonviolenza ha fatto le sue migliori prove. E non mi riferisco solo a Danilo Dolci, ma all'insieme delle esperienze di lotta, da quelle del movimento contadino ad oggi. Cos'e' l'esperienza di Peppino Impastato se non nonviolenza in atto? Cos'e' l'esperienza di Pippo Fava se non nonviolenza in atto?
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?
- Alessandro Colocolli: La gran parte delle tecniche della nonviolenza sono state inventate dal movimento operaio e contadino; e particolarmente le organizzazione sindacali del movimento operaio e contadino sono state le maggiori esperienze organizzative nonviolente. La nonviolenza e' la teoria-prassi del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
- Alessandro Colocolli: Solo quando ed in quanto scelgono la nonviolenza le lotte di liberazione dei popoli oppressi hanno una possibilita' di riuscita; altrimenti anche se sconfiggono i regimi oppressivi contro cui si sollevano ne riproducono alcuni decisivi tratti; le rivoluzioni socialiste e libertarie fondate sulla via militare cessano presto di essere pienamente socialiste e libertarie. Il militarismo porta in se' il fascismo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?
- Alessandro Colocolli: La nonviolenza e' il pacifismo giunto alla rigorizzazione logica e assiologica per cui si coglie che la pace si costruisce solo con mezzi di pace, si coglie che la pace non e' quiete ma vita attiva, e si coglie che la pace e' gestione dei conflitti adeguata, responsabile e liberatrice.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?
- Alessandro Colocolli: L'impegno contro la guerra o si traduce anche in impegno contro gli eserciti e contro le armi o non e' nulla. E se non fosse antimilitarista la nonviolenza non sarebbe anche quella proposta politica, sociale ed esistenziale che invece e': il militarismo essendo intrinsecamente autoritario, gerarchico, oppressore del debole e del fragile, distruttore del vivo fiore; ebbene, questo essendo il militarismo, la nonviolenza ne e' l'antagonista piu' netta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?
- Alessandro Colocolli: Impegno per la pace, opposizione alla guerra, antimilitarismo, implicano l'impegno per il disarmo: le armi col loro stesso esistere sono nemiche dell'umanita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?
- Alessandro Colocolli: Essendo la nonviolenza la lotta per il riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, e l'inveramento di essi nel farsi stesso di essa lotta, la relazione e' di necessaria implicazione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?
- Alessandro Colocolli: La pratica della nonviolenza e' gia' terapeutica.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?
- Alessandro Colocolli: In quanto nonmenzogna, in quanto educazione come pratica della liberta' e della responsabilita', ed in quanto comunicazione che riconosce e degnifica, ebbene, la nonviolenza e' gia' interazione conoscitiva.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?
- Alessandro Colocolli: La consapevolezza degli esiti pratici dei processi di pensiero.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?
- Alessandro Colocolli: Svolgimenti evolutivi decisivi: si veda l'esperienza della "Commissione per la verita' e la riconciliazione" in Sud Africa.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?
- Alessandro Colocolli: La consapevolezza tematizzata da Hans Jonas nel suo classico libro Il principio responsabilita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?
- Alessandro Colocolli: In primo luogo occorre uscire dalla subalternita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?
- Alessandro Colocolli: La nonviolenza deve farsi giuriscostituente.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione?
- Alessandro Colocolli: La nonviolenza e' un atto di amicizia inclusiva, di rivolgimento amoroso al "tu-tutti" (secondo la formula capitiniana).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?
- Alessandro Colocolli: La nonviolenza costituisce il criterio cruciale e la scelta indispensabile della politica del XXI secolo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?
- Alessandro Colocolli: E' in crescita la coscienza che solo la scelta della nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?
- Alessandro Colocolli: Semplicemente condurre lotte nonviolente sulle questioni decisive: l'opposizione alla guerra, l'opposizione al colpo di stato razzista...
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?
- Alessandro Colocolli: Sono una persona vecchia, e stanca. Non c'e' altro di interessante da dire.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?
- Alessandro Colocolli: Per carita'.
4. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO SEBASTIANO MALCONTENTI
[Estratto da "Coi piedi per terra" n. 396. Sebastiano Malcontenti e' un vecchio amico di questo foglio]
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Sebastiano Malcontenti: Come necessario approfondimento ed illimpidimento di una scelta di lotta contro ogni oppressione, ingiustizia, menzogna. Come impegno politico, quindi morale.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei?
- Sebastiano Malcontenti: Tra i maggiori: Giuliano Pontara, Renato Solmi. Ma ho avuto a maestri e compagni anche tante persone che sarebbero state restie a lasciarsi definire "personalita' della nonviolenza" ma che pure sono state decisive per il mio accostamento alla nonviolenza: due nomi per tutti, Franco Fortini, Dario Paccino.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Sebastiano Malcontenti: Le opere di Guenther Anders, Hannah Arendt, Giacomo Leopardi, Primo Levi, Rosa Luxemburg, Varlan Salamov, Vandana Shiva, Aleksandr Solzenicyn, Simone Weil, Virginia Woolf.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
- Sebastiano Malcontenti: Ogni iniziativa di opposizione alla guerra, agli eserciti, alle armi, ai poteri assassini e all'uccidere; ogni iniziativa di opposizione al razzismo e alla denegazione della dignita' e dei diritti di ogni essere umano; ogni iniziativa di opposizione al femminicidio, al maschilismo, al patriarcato; ogni iniziativa in difesa della biosfera.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Sebastiano Malcontenti: Qui in Italia oggi l'opposizione alla guerra e al colpo di stato razzista.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Sebastiano Malcontenti: Il Movimento Nonviolento, le esperienze e le iniziative del movimento delle donne, tutte le iniziative che concretamente si oppongono alla guerra assassina e al colpo di stato razzista, il Centro Impastato di Palermo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Sebastiano Malcontenti: La lotta contro la violenza agita nella misericordia e nella dignita'. La coscienza che una e' l'umanita', ed una la casa che abbiamo comune.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Sebastiano Malcontenti: Dico una cosa ovvia e tante volte ripetuta: il femminismo e' il maggior inveramento storico della nonviolenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Sebastiano Malcontenti: Chiamiamo ecologia il rapporto nonviolento tra umanita' e natura.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Sebastiano Malcontenti: Senza questo impegno non si da' nonviolenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
- Sebastiano Malcontenti: Dire nonviolenza e' dire antimafia. Le due cose si rispecchiano, si implicano, si necessitano, si identificano.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?
- Sebastiano Malcontenti: La scelta della nonviolenza e' "conditio sine qua non" della lotta di liberazione del movimento delle oppresse e degli oppressi; se non fa la scelta della nonviolenza esso e' condannato alla sconfitta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
- Sebastiano Malcontenti: Identica risposta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?
- Sebastiano Malcontenti: La nonviolenza e' il pacifismo preso sul serio, reso rigoroso e coerente: il fine della pace si realizza solo con mezzi di pace; la giustizia si realizza solo con la misericordia; la lotta necessaria e' necessariamente nonviolenta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?
- Sebastiano Malcontenti: Finanche i due termini si corrispondono perfettamente.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?
- Sebastiano Malcontenti: Identica risposta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?
- Sebastiano Malcontenti: Diritto alla salute e all'assistenza significa diritto alla vita e alla dignita'. La nonviolenza e' la lotta per ottenere questo per tutti gli esseri umani.
5. MAESTRI. ALDO CAPITINI: SONO CONVINTO CHE...
[Da Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, p. 217.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]
Sono convinto che i nuclei imperialistici, dittatoriali, capitalistici, che opprimono i popoli con le minacce ed il fuoco o li ingannano con un benessere senza il controllo e la direzione pubblica, saranno isolati e ridotti all'inefficienza se ci sara' un'immensa solidarieta' per imporre ai governanti di tutti i Paesi i negoziati, il disarmo, la pace, risanando cosi' gli animi e l'aria. Tutti coloro che sono persuasi delle idee nonviolente della pace sono centri aperti di un lavoro che, come le onde, si propaga lontano in un federalismo nonviolento dal basso, aperto alla salvezza di tutti.
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 418 dell'8 settembre 2011
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