Telegrammi. 667



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 667 del 3 settembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Opposizione integrale alla guerra

2. Sette domande a Eleonora Artesio

3. Sette domande a Giuseppe Barone

4. Sette domande a Gennaro Francione

5. Sette domande a Marco Graziotti

6. Sette domande a Matteo Riva

7. Sette domande a Enrico Rossi

8. Segnalazioni librarie

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. OPPOSIZIONE INTEGRALE ALLA GUERRA

 

La guerra, che consiste nell'uccisione di esseri umani, e' il piu' grave dei crimini.

La civilta', ovvero la ragionevole convivenza degli esseri umani, comincia con l'opposizione integrale alla guerra.

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A ELEONORA ARTESIO

[Ringraziamo Eleonora Artesio (per contatti: EleonoraLuigiaMargherita.Artesio at consiglioregionale.piemonte.it) per questa intervista.

Eleonora Artesio, consigliera regionale del Piemonte, e' nata il 29 luglio 1954 a Torino, insegnante elementare, e' entrata nel 1975 in Consiglio comunale a Torino con la prima Giunta Novelli, risultando tra i piu' giovani consiglieri eletti. Nel 1977 e' stata nominata consigliera delegata alla Gioventu'. Dal 1980 fino al giugno del 1985 e' stata assessore all'Istruzione nella seconda Giunta Novelli. In seguito e' stata eletta in Consiglio comunale tra i banchi dell'opposizione, dove e' rimasta fino al 1997, prima con il Pci poi con il Prc, come membro delle Commissioni consiliari Cultura, istruzione e assistenza. Nel 1997 e' stata candidata a sindaco di Torino per il Prc e, dopo il secondo turno elettorale in apparentamento, e' stata assessore nella Giunta Castellani con le deleghe alle Periferie, Decentramento e Politiche giovanili. Dal 2001 al 2006 e' stata presidente della Circoscrizione 6 di Torino. Nel 2004 e' stata nominata assessore alle Politiche di solidarieta' della Provincia di Torino. Dal 2007 al marzo 2010 e' stata assessore regionale alla Sanita'. Nel 2010 e' stata eletta per la prima volta in Consiglio regionale. Si veda anche il sito https://eleonorartesio.wordpress.com/about/]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Eleonora Artesio: La visibilita' della marcia nella sua plurale partecipazione di singoli, di organizzazioni e di istituzioni e' stata ed e' importante perche' iscrive obbligatoriamente nell'agenda pubblica il tema e lo presenta come un principio di responsabilita', oltre il moto individuale o la cultura personale, quindi lo nomina come fatto politico.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Eleonora Artesio: Questa edizione e' attraversata dall'acuirsi di drammi antichi, come la condizione di poverta' e di carestia cui non e' estraneo l'esercizio della violenza nei rapporti tra gli Stati, e da situazioni inedite, come i rischi di instabilita' dell'Occidente e del nostro Paese. Nel momento dei sacrifici il tema dei valori di riferimento con i quali si compiono le scelte diventa cruciale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Eleonora Artesio: La marcia e' significativa proprio per questo: lo stato dell'arte sembra essere un ovvio riconoscimento, come se la nonviolenza fosse la consuetudine nei rapporti tra gli individui e nelle relazioni tra le organizzazioni; oppure sembra essere una disposizione contemplativa di alcuni, per sensibilita' culturale o per attitudine religiosa. Il fatto che la nonviolenza sia un principio politico, cioe' regoli o meno la scena pubblica, non e' cosi' scontato: ad esempio e' condivisibile ed essenziale il richiamo del Presidente della Repubblica alla coesione sociale, ma questa non puo' praticarsi se non con la rinuncia a rapporti di sopraffazione e con invece la disponibilita' all'ascolto e alla relazione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Eleonora Artesio: Un ruolo essenziale consiste nel rifondare pubblicamente l'attualita', la necessita' e la possibilita' della nonviolenza; il che significa ragionare sui fatti concreti della nostra comune condizione con questa ottica, esplicitandolo ma anche pragmaticamente facendo conoscere esperienze.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Eleonora Artesio: Cito due esempi di comportamenti individuali assunti pero' nell'ambito di battaglie pubbliche strutturali: il primo, nell'alveo del movimento No-Tav, il comportamento di Turi Vaccaro che a conclusione di un lungo digiuno e' salito su un albero per fermare i lavori, il secondo - rilevante sulla scena mondiale - il pacifista indiano Anna Hazare che da mesi testimonia contro la corruzione del Paese.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Eleonora Artesio: Sulla promozione di una reale politica di pace, attraverso il concorso al movimento di opinione per il ritiro delle truppe dalle missioni cosiddette "di pace" e per contrastare il costante rifinanziamento degli armamenti, a cominciare dall'obiezione all'investimento su Cameri per gli F-35.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Eleonora Artesio: La nonviolenza e' un percorso di tensione e di comportamento, ma non e' una strada che si puo' percorrere da soli perche' la dimensione in cui si esercita e' quella della relazione. Da donna comincerei dall'educazione al rispetto tra i generi.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GIUSEPPE BARONE

[Ringraziamo Giuseppe Barone (per contatti: giusbarone at gmail.com) per questa intervista.

Giuseppe Barone si occupa di nonviolenza, educazione alla pace, diritti umani, sperimentazione della maieutica reciproca. Impegnato in diversi gruppi di volontariato, milita da oltre venti anni in Amnesty International, associazione nella quale ha ricoperto diversi incarichi di responsabilita', occupandosi spesso di formazione. Collaboratore di Danilo Dolci dal 1985, e' vicepresidente dell'omonimo Centro. Ha pubblicato, tra l'altro, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo biografico di Danilo Dolci (seconda edizione ampliata, Dante & Descartes 2004), Danilo Dolci, una rivoluzione nonviolenta. La vita e l'opera di un uomo di pace (nuova edizione ampliata, Altreconomia 2010) e curato l'antologia Cio' che ho imparato e altri scritti (Mesogea 2008) e la riedizione di Racconti siciliani  (Sellerio 2009). Con Sandro Mazzi ha curato il volume Lettere 1952-1968, pubblicato da Carocci nel 2008, che raccoglie il Carteggio Capitini-Dolci. Collabora con "L'Indice". Cfr. anche l'intervista in "Coi piedi per terra" n. 405]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Giuseppe Barone: Mi pare che la Marcia abbia rappresentato nella storia civile del nostro paese uno di quei rari eventi spartiacque, uno di quei non frequenti momenti in relazione ai quali sia non solo possibile, ma quasi necessario individuare un "prima" e un "dopo". La rilevanza, la novita' rappresentata dalla marcia del '61 credo sia resa evidente anche dall'enorme numero di successive marce che hanno percorso (e continuano a percorrere) le nostre strade. Senza entrare ora nel merito delle specifiche caratteristiche delle diverse edizioni della Perugia-Assisi (di cui e' tuttavia importante tener conto) mi pare che la Marcia abbia rappresentato per migliaia, milioni di persone un punto di riferimento essenziale, ineludibile nel corso degli ultimi cinquanta anni della nostra storia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Giuseppe Barone: E' sempre un azzardo stabilire in anticipo, a priori, quale sara' la caratteristica saliente di un evento che ancora non si e' consumato. Sarebbe importante, dal mio punto di vista, realizzare un'iniziativa per un verso fedele all'idea capitiniana di apertura della marcia anche a quanti non condividono (ancora, ci auguriamo) fino in fondo il superamento di ogni idea di "violenza giusta"; peraltro credo sia quantomai necessario, anche alla luce del dilagare negli ultimi anni di conflitti armati estremamente cruenti, riaffermare con forza il rifiuto di ogni forma di violenza. La contraddizione e' solo apparente: dialogare, confrontare opinioni diverse richiede anche il coraggio di esplicitare con chiarezza i diversi punti di vista. Un conto e' ascoltare e approfondire le ragioni dell'altro, non pretendersi depositari di verita' inconfutabili; ben altro e' alimentare la confusione, il non prendere posizione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Giuseppe Barone: Non mancano, mi pare, se ci guardiamo intorno, motivi per essere pessimisti e altri per essere ottimisti. Ma la storia, nessuna storia, procede mai in modo lineare. Credo che sia radicata oggi l'esigenza in un numero non piccolo di cittadini di cercare, tentare strade diverse. Le esperienze - condotte da singole persone, gruppi, associazioni - che provano a dare concretezza all'idea di nonviolenza, pur in modo parziale, mi pare siano sempre piu' numerose. Quello che continua a mancare e' la capacita' di far dialogare e connettere tanta ricchezza. Provare a stabilire dei ponti e quindi a coordinare, nel rispetto dei vari accenti, le diverse realta' attive credo sia un impegno non facile da perseguire, ma sempre piu' urgente, necessario.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Giuseppe Barone: E' paradossale che proprio in questi anni in cui risulta palese l'insufficienza dell'attuale modello di societa' si fatichi a far sentire con vigore la proposta di un'organizzazione diversa. La crisi che stiamo vivendo rappresenta un'occasione straordinaria per cercare di segnare un'evoluzione importante nella storia dell'umanita' che miri a piu' giusti rapporti internazionali, a un piu' corretto utilizzo delle risorse disponibili, a una maggiore condivisione delle decisioni che riguardano il nostro futuro. Il rischio incombente, tuttavia, e' che il superamento dell'attuale crisi possa invece tradursi in meno democrazia, accrescimento dell'ingiustizia e delle disuguaglianze, impoverimento del tessuto civile. Un altro rischio che corriamo e' quello di assistere a un'assuefazione all'idea che la guerra rappresenti uno dei modi di risolvere le controversie, o addirittura lo strumento per esportare la giustizia e la democrazia: tutto questo di fronte all'evidenza dei disastri provocati dalle guerre negli ultimi decenni e dal generale acuirsi dei problemi che si pretendeva cosi' di risolvere. E' essenziale non sottovalutare la posta in gioco. Ma piu' ancora che sforzarsi di curare il proprio ambito specifico, credo sia importante fornire un contributo a quel lavoro di dialogo e collaborazione di cui dicevo prima.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Giuseppe Barone: In Italia e' impossibile non considerare la straordinaria vittoria di milioni di cittadini nei recenti referendum, per l'acqua di tutti, contro la morte nucleare, per l'uguaglianza di ciascuno di fronte alla legge. Anche l'esito complessivo della recente tornata elettorale amministrativa ha riaffermato con vigore il bisogno di una politica che torni a occuparsi dei grandi temi che interessano le donne e gli uomini, ben oltre gli evidenti limiti dei partiti. A livello internazionale mi pare che gli eventi piu' eccezionali siano rappresentati dalle rivoluzioni dei paesi arabi, quasi ovunque affermatesi senza l'utilizzo di mezzi violenti, e dal movimento degli indignados.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Giuseppe Barone: E' difficile fissare priorita' che possono risultare molto legate al percorso e alla sensibilita' di ciascuno. Dal mio punto di vista credo di aver gia' elencato i temi e gli ambiti che avverto piu' urgenti nelle risposte alle domande precedenti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Giuseppe Barone: Pur consapevole della difficolta' di tentare definizioni che non amo e che rischiano sempre di risultare parziali e banalizzanti, mi soffermerei su tre elementi: 1) il nesso inscindibile tra mezzi e fini: il fine non giustifica i mezzi, sovente questi lo contraddicono, lo negano; 2) la nonviolenza e' un fare, non un astenersi dall'agire; 3) il rapporto costante tra teoria e prassi: e' un nonsenso una costruzione esclusivamente teorica della nonviolenza. E' senz'altro utile, prezioso l'approfondimento dell'opera di autori come Tolstoj, Gandhi, King, Capitini, Dolci (e l'elenco, ovviamente, sarebbe molto piu' lungo), ma una nonviolenza fatta solo di parole, pur luminose, e non anche di concrete sperimentazioni, non avrebbe - non ha - alcun senso.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GENNARO FRANCIONE

[Ringraziamo Gennaro Francione (per contatti: adramelek at tin.it) per questa intervista.

Gennaro Francione, magistrato, gia' consigliere di Corte di Cassazione e giudice presso la sezione penale del Tribunale penale di Roma, membro del comitato scientifico del Centro Studi Informatica Giuridica di Firenze, e' anche scrittore, saggista, drammaturgo, artista, ricercatore. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo per stralci la seguente voce: "Gennaro Francione (Torre del Greco, 1 aprile 1950) è uno scrittore italiano. Personaggio poliedrico, ha svolto anche attivita' di attore e regista teatrale, saggista, pittore. Dal punto di vista artistico e' influenzato dalla hacker art, dall'arte neogotica e dalla cosiddetta cyber-cultura. E' stato, inoltre, consigliere di Corte di Cassazione, giudice presso la sezione penale del Tribunale penale di Roma e membro del comitato scientifico del Centro Studi Informatica Giuridica di Firenze. E' stato autore di diverse sentenze che hanno fatto molto discutere. Nel giugno 2000 ha emesso una sentenza che sollevava dubbi di costituzionalita' riguardanti il sistema processuale definito dal giudice "processo indiziario", ed a favore del "processo scientifico popperiano". Nel febbraio 2001 ha assolto quattro venditori di cd contraffatti per "stato di necessita'" dato da "bisogno alimentare non altrimenti soddisfatto", decisione che e' stata poi definita dallo stesso Francione "sentenza anticopyright"; . Il 13 aprile 2007 ha emesso la cosiddetta sentenza della "tv sferica", con l'assoluzione del "disturbatore" televisivo Gabriele Paolini per aver esercitato il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero col media televisivo ex articolo 21 della Costituzione. Francione ha proposto un progetto, chiamato Diritto 2000, che mira a sostituire quello che l'autore definisce il "medievale diritto penitenziale" (basato sulla punizione) con un neoumanistico "diritto medicinale" (cura, sanzioni e misure di sicurezza). Francione e' fondatore e presidente dell'Unione Europea dei Giudici Scrittori ed ha promosso il Movimento Utopista-Antiarte 2000. E' consulente artistico del Museo del Cinema di Roma. Gli e' stato assegnato il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri negli anni 1995, 1997, 2003, 2005". Riportiamo per stralci anche la seguente piu' ampia biografia artistica di Gennaro Francione: "Gennaro Francione e' nato a Torre del Greco (Na) e vive a Roma dove in pensione come magistrato, col grado di Consigliere di Corte di Cassazione, oggi svolge attivita' di artista, drammaturgo e animatore socio- culturale. Come scrittore ha pubblicato numerosi romanzi e saggi. Come autore, attore e regista di teatro internazionale ha rappresentato in Italia e all'estero varie sue opere teatrali. Ha insegnato scrittura drammaturgica in una Scuola di teatro popolare a cura dell'Adramelek Theater e della Corte dei Miracoli. Nel giugno 2001 l'opera in napoletano Alchimia dell'avaro e' risultata tra le vincitrici al premio Ugo Betti. Nel  2003 ha vinto il  premio teatrale "Pirandello in breve" con Doppelganger iudex: teatro da camera con sax per giudice genio e giudice idiota e il primo Concorso per commediografi "Fermento Teatrale" Ideascena con l'opera Ordalia degl'interrati. E' stato indicato dalla Fondazione Betti come il naturale erede del giudice drammaturgo Ugo Betti. Nel campo giuridico ha elaborato un sistema cognitivo emblematico, che nomina di "antropodiritto interdisciplinare", dove ricorre ai metodi interpretativi piu' disparati. Sta elaborando un progetto di Diritto 2000 che sostituisce al   medievale diritto penitenziale (basato sulla punizione) il neoumanistico diritto medicinale (cura, sanzioni e misure di sicurezza). Nel giugno 2000 ha emesso un importante ordinanza contro il processo indiziario, a favore del processo scientifico popperiano. Ha emesso nel febbraio 2001 la famosa sentenza anticopyright assolvendo 4 extracomunitari venditori di cd contraffatti per stato di necessita' (fame) in nome di una costituzionale arte libera e gratuita per tutti sul modello di internet. Il 13 aprile 2007 ha emesso la cosiddetta sentenza della tv sferica, con l'assoluzione dell'inquinatore tv Gabriele Paolini per aver esercitato il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero col media televisivo ex art. 21 della Costituzione. Per la verifica di questi innovativi progetti giuridici ha creato in rete con l'avv. Francesco Elia, il blog Le avanguardie del diritto. Membro accademico dell'Internationale Burckhardt Akademie, nata nella tradizione neorinascimentale italiana, e fondatore dell'Eugius (Unione Europea dei Giudici Scrittori), di cui e' presidente, ha ideato il Movimento Utopista - Antiarte 2000, basato sulla Fratellanza del Libero Spirito Antiartistico, cui hanno aderito anche personalita' della cultura internazionale (come Raul Karelia e Visar Zhiti). E' consulente artistico del Museo del Cinema di Roma e membro del comitato scientifico del Csig (Centro Studi Informatica Giuridica) di Firenze. Gli e' stato assegnato il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli anni 1995-1997-2003-2005. Francione ritiene che il teatro rappresenti la rivoluzione delle coscienze. Va portato ai giovani, agli emarginati, ai devianti, ai carcerati per dar lor con l'emozione (e non solo con la parola spesso arida) la speranza di una vita nuova. "La Bellezza salvera' il mondo" grida in una sua opera Dostoevskij, socialista delinquente, condannato alla Siberia e redento dal carcere del mondo attraverso l'arte". Tra le opere di Gennaro Francione: oltre a vari romanzi, testi teatrali e saggi di vario argomento segnaliamo almeno i seguenti lavori di argomento giuridico: La pirateria informatica, Edizioni D'Agostino, Roma 1995; L'usura. Diritto e Rovescio, Edizioni D'Agostino, Roma 1995; Il patteggiamento, Edizioni D'Agostino, Roma 1995; Tutela dell'intelligenza informatica, Edizioni D'Agostino, Roma; Violenza alle donne, Gee, Roma 2000; Pedofilia, analisi di un problema irrisolto, Edizioni D'Agostino, Roma; Delinquenza giovanile (con F. Scala, G. Scala), Gee, Roma 1992; L'errore del giudice, contro il processo indiziario (con interventi di Enzo Albano, Giuseppe Dante, Ferdinando Imposimato e Angelo Macri), Editrice Ianua, Roma 2002; Processo agli animali (Il bestiario del giudice), Gangemi, Roma 1996; I diritti degli animali, la responsabilita' penale con gli animali, la responsabilita' civile con gli animali (in tre volumetti), Edizioni D'Agostino, Roma 1995; Vademecum del consumatore: contro la pubblicita' ingannevole (con David Gregor De Bono), Lupetti, Milano 1995. Tra i siti in cui compaiono rilevanti contributi di Gennaro Francione: www.antiarte.it/antiarte, www.antiarte.it/adramelekteatro, www.antiarte.it/cyberomanzofrancione, www.antiarte.it/eugius, www.antiarte.it/urobornauta, www.antiarte.it/movimentoutopista, www.antiarte.it/artisti-ka, www.antiarte.it/trenodiluce]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Gennaro Francione: Le religioni, nate per creare pace e armonia tra gli uomini, hanno rappresentato nei secoli uno dei piu' virulenti e sanguinari nuclei di antagonismo tra le genti di fede diversa. Dopo l'apertura della chiesa cattolica alle altre religioni, sancita dal Concilio Vaticano II, la marcia Perugia-Assisi ha simboleggiato il viaggio, ogni anno rinnovantesi, per un reale incontro tra fedi, culture e popoli diversi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Gennaro Francione: Io credo che la marcia dovrebbe "armarsi" di una nuova utopia capace di cambiare il mondo. E' quella per cui il Sapere, l'Arte e la Cultura prevalgano finalmente sull'Economia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Gennaro Francione: In Italia e nel mondo in nome della Liberte' e dell'Egalite' si sono combattute e si combattono guerre per l'affermarsi di tirannie palesi o occulte. Oggi la pseudodemocrazia si fonda sul prevalere di principi di liberte' (capitalismo) ed egalite' (comunismo) che hanno massacrato l'uomo. Bisogna rivivificare questi principi con la Fraternite', indicando la via di Gioacchino da Fiore, quella dell'amicizia operosa e cooperativa.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Gennaro Francione: I movimenti possono diventare il faro della nuova Utopia di un mondo diverso, ma e' necessario per questo che si conquistino i media importanti, oggi in mano a poteri forti e surclassatori, per trasmettere il messaggio di pace e unione tra le genti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Gennaro Francione: La Rete ha mostrato grandi possibilita' di unione dei popoli nelle lotte contro le sopraffazioni. Si e' trattato - ahime' - spesso di  rivoluzioni cruente, ma il sistema della condivisione internettiana potra' essere usato anche nelle iniziative per rivoluzioni nonviolente, pacifiche e gandhiane per opporsi a un potere politico, economico, finanziario, massmediale barbarico e soverchiante.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Gennaro Francione: Oggi il popolo nonviolento ha in mano solo internet. La conquista dei media forti e' vitale per attuare una reale rotazione nell'apparire delle intelligenze e delle fedi. La violenza non e' solo quella fisica, ma anche morale, politica, psicologica, funzionale. Un media forte che faccia apparire sempre le stesse facce, negando l'accesso alle visioni altre, e' un media violento. In un'Italia destinata come tanti altri paesi alla multietnicita', bisogna mostrare attraverso le tv e i giornali che contano le culture straniere, le arti diverse, i pensieri piu' disparati.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Gennaro Francione: La nonviolenza e' una dimensione altra dove le vie di comunicazione con la persona di fede diversa avvengono non su via razionale, ma emotiva. Noi per trasmettere i nostri messaggi di educazione alla legalita' ci avvaliamo dell'emozione teatrale. Un paio d'anni fa col regista e coautore Francesco De Cicco abbiamo messo in scena "Suoni e luci di guerra e pace".  Una piece multimediale a collage dove artisti e ragazzi, uniti insieme, lanciano il loro urlo contro l'infamia della guerra, di qualunque guerra, auspicando un mondo diverso con un nuovo sole che riscaldi la fratellanza degli uomini finalmente accomunati dalla pace, dall'emozione e dalla creativita' comuni (www.antiarte.it/adramelekteatro/suoni_e_luci_di_guerra_e_di_pace.htm). La piece esalta la grandeur del teatro povero, francescano, fatto di pochi mezzi e di grande passione e professionalita': ben 53 tra attori, danzatori, musicisti in scena per quest'esteso affresco contro la guerra. Soprattutto fu sbalorditiva la marea di ragazzi intervenuti nel progetto, a segno che con l'emozione di un grande progetto collettivo nonviolento si riescono a coinvolgere insieme generazioni di grandi e piccini. Per chiudere noi crediamo che qualunque movimento nonviolento si debba armare del motto di Dostoevskij: "La bellezza salvera' il mondo".

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MARCO GRAZIOTTI

[Ringraziamo Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per questa intervista.

Marco Graziotti fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo; collaboratore del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, nella seconda meta' del 2010 con Paolo Arena ha condotto un'ampia inchiesta su "La nonviolenza oggi in Italia" realizzando centinaia di approfondite interviste pubblicate su questo stesso foglio]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Marco Graziotti: Non ho mai partecipato alla marcia Perugia-Assisi, spero di poterlo fare il prossimo 25 settembre. Il significato piu' rilevante, che colpisce subito una persona che ne viene a conoscenza, e' senza dubbio la capacita' che questa manifestazione ha di riunire molte persone diverse per uno scopo comune: la pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Marco Graziotti: Il segnale e' chiaro: esiste una sola umanita', siamo tutti esseri umani allo stesso modo, a tutti devono essere garantiti gli stessi diritti - formali, sostanziali e di vita -; di conseguenza devono cessare tutte le guerre e i governi di tutto il mondo devono acquisire consapevolezza del fatto che e' necessario il disarmo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Marco Graziotti: Avendo condotto assieme a Paolo Arena per "La nonviolenza e' in cammino" una serie di interviste su "La nonviolenza oggi in Italia", posso dire che in passato ci sono stati senza dubbio momenti migliori, ma e' pur vero che finche' ci sara' il forte e costante impegno dei numerosi movimenti nonviolenti italiani ci sara' speranza per un cambiamento e per una presa di coscienza generale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Marco Graziotti: Un ruolo guida, far avvicinare sempre piu' persone al movimento, e far prendere coscienza alla politica della necessita' della pace e della nonviolenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Marco Graziotti: A Washington e' stato inaugurato il monumento alla memoria di Martin Luther King. Trovo positivo il fatto che questo monumento sia collocato vicino agli altri memoriali dedicati ai presidenti americani come Roosevelt, Jefferson, Washington; credo sia un bel messaggio di pace. Spero, vista la sua collocazione, che possa servire a far riflettere le persone che si recano a visitarlo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Marco Graziotti: Continua il dramma dei migranti in fuga da fame, guerre, dittature, anche se televisione e giornali ne parlano solo quando accadono fatti di cronaca nera o quando il presidente del Consiglio dei Ministri fa visita a Lampedusa; resta il dovere della difesa dei diritti umani, dell'accoglienza e dell'assistenza; e' necessario sensibilizzare gli italiani e far cessare la demonizzazione della figura del migrante. E' inoltre necessaria una chiara e forte opposizione a tutte le guerre.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Marco Graziotti: Ad una persona che si avvicina per la prima volta alla nonviolenza consiglierei delle letture e di entrare in contatto con una delle associazioni del movimento nonviolento. Tra le letture, oltre le opere ormai classiche di Hannah Arendt, Mohandas K. Gandhi, Martin Luther King, Aldo Capitini, Danilo Dolci, Giuliano Pontara... suggerirei anche almeno un'antologia di scritti di Norberto Bobbio, Elementi di politica, Einaudi, Torino 2010, curata da Pietro Polito, perche' trovo sia una buona riflessione sull'argomento, e credo possa essere interessante anche per chi per la prima volta sente parlare di nonviolenza in vista della marcia Perugia-Assisi.

 

6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MATTEO RIVA

[Ringraziamo Matteo Riva (per contatti: matteo_riva at libero.it) per questa intervista.

Matteo Riva e' consigliere regionale dell'Emilia-Romagna per l'Italia dei Valori. "Nato a Reggio Emilia, dove risiede, nel 1969. Dirigente di azienda. Ha una significativa esperienza politica-amministrativa: consigliere comunale (1996-2001) nel Comune di Casina (Re), consigliere con funzioni di capogruppo alla Circoscrizione Centro Storico del Comune di Reggio Emilia (1999 - 2004). Dirigente, con funzione di addetto relazioni esterne e istituzionali, di Presidente di gruppo parlamentare al Senato della Repubblica - Roma (1994 - 1998). Dirigente con funzioni di capo della segreteria del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma (1998-2000). Dipendente del Consiglio Regionale della Regione Emilia Romagna  (2000-2001). Consigliere comunale, con funzioni di capogruppo, del Comune di Reggio Emilia, dal 2004 ad oggi. Membro (dal 1997 al 2001) del Consiglio direttivo Irrsae (Istituto Regionale di Ricerca Sperimentazione e Aggiornamento Educativi) Emilia Romagna di Bologna. E' tra i soci fondatori di Reggio Children s.r.l. di Reggio Emilia (1992). E' stato membro del Distretto scolastico di Reggio Emilia (dal 1996 al 2000) e del Consiglio scolastico provinciale (dal 1998 al 2000) di Reggio Emilia. Dal luglio 2001 al giugno 2005 e' stato membro del consiglio d'amministrazione dell'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Bologna (Arstud). Dal giugno 2002 al luglio 2005 e' stato membro del Consiglio direttivo dell'Istituto Regionale per i Beni Artistici Culturali e Naturali dell'Emilia Romagna (Ibacn) di Bologna. E' componente effettivo, dal 2005, della commissione paritetica Comune-Fism del Comune di Reggio Emilia. Autore di numerose pubblicazioni (tra cui, nel 1998, una vasta e completa biografia del costituente reggiano Pasquale Marconi che ha ricevuto la prefazione del Capo dello Stato e l'Alto Patrocinio del Senato della Repubblica), e' stato segnalato a molti premi nazionali di letteratura e saggistica. Ha vinto il Premio Nazionale per la Cultura nel 2000 della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dal giugno 2007 e' insignito del titolo di Cavaliere all'ordine al merito della Repubblica Italiana con nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Matteo Riva: Il valore sta prima di tutto nel convocarsi in tanti, tutti quelli che hanno a cuore la convivenza e il bene comune. Farlo con un'intenzione politica in senso proprio giacche' la vocazione della politica e' la pace, ossia la capacita' di far vivere gli uomini insieme. C'e' bisogno di verita', liberta', giustizia nei rapporti tra gli uomini. Su questo si costruisce e si difende la pace. Cosi' e' stato all'uscita dalla guerra; cosi' deve tornare ad essere in un impegno con quanti nella societa' lavorano ogni giorno a questo scopo. Credo che i tanti comitati, assemblee e tavole rotonde nate nelle diverse citta' d'Italia siano il segno piu' tangibile della volonta' di pace della gente. In secondo luogo, la marcia e' difesa della Costituzione nell'affermare il ripudio concreto della guerra che colpisce per primi i poveri, gli umiliati e gli offesi della Terra non certo chi dichiara le guerre.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Matteo Riva: I tanti giovani che saranno presenti, speranza per un futuro migliore gia' oggi. Il loro futuro e' la nostra piu' grande responsabilita'. Non ci e' consentito lasciar loro soltanto piaghe di guerre dimenticate, di reattori nucleari impazziti e un modello economico che non ha retto l'impatto con la storia. La presenza di questi giovani ci deve far prendere piu' coscienza del nostro compito istituzionale; ci interroga sul nostro lavoro di politici; ci obbliga ad affiancarci alle loro istanze.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Matteo Riva: Ci sono tante associazioni che operano in tal senso a contatto con gli immigrati, le minoranze emarginate, i "relitti" della societa', gli anziani, i giovani senza lavoro. Personalmente faccio parte dell'associazione "Pane Pace Lavoro" (con la quale, tra l'altro, partecipai anni fa quando ancora ero giovanissimo alla mia prima marcia Perugia-Assisi) che da anni ha fatto di queste tre parole il suo impegno in ogni campo della vita civile. Non eì vero che i giovani non hanno valori o che i movimenti pacifisti emergono solo quando ci sono conflitti eclatanti, si tratta solo di cosa i media vogliono far emergere.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Matteo Riva: E' tempo di combattere l'idea di nemico con la quale si sono affrontate tante emergenze sociali e le sfide culturali della globalizzazione. Questi gruppi devono innanzitutto essere di monito per chi e' al governo. Le associazioni di base, le liste civiche, il fiorire di iniziative popolari ricordano a una politica sempre piu' scollata dai problemi reali della gente quali siano i veri bisogni e le istanze irrinunciabili: la pace, il pane e, con esso, il lavoro.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Matteo Riva: Purtroppo l'unica iniziativa negli ultimi mesi mi sembra sia stata la proposta di conferire il Nobel alle donne africane lanciata dal Cipsi e raccolta da molte istituzioni. Invece non solo si e' deciso di rifinanziare le missioni di guerra internazionali, ma si e' voluto intraprendere anche la nuova guerra in Libia.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Matteo Riva: L'impegno per la pace deve svilupparsi soprattutto nella formazione, nell'istruzione. E' la cultura la vera "arma" contro la violenza; uomini con una formazione critica sono certamente meno manovrabili da un'informazione servile e da una mentalita' violenta e menzognera.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Matteo Riva: La nonviolenza e' cercare al fondo delle persone quegli stessi desideri e bisogni che tutti gli uomini hanno in comune, capire che incontrarsi e riconoscersi e' piu' utile che aggredirsi e aver paura dell'altro.

 

7. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A ENRICO ROSSI

[Ringraziamo Enrico Rossi (per contatti: enrico.rossi at regione.toscana.it) per questa intervista.

Enrico Rossi e' Presidente della Regione Toscana. Nato a Bientina (Pisa) il 25 agosto 1958, dopo la laurea in filosofia, conseguita presso l'Universita' di Pisa, inizia una breve attivita' giornalistica nella redazione del "Tirreno" di Pontedera. Nel 1985 decide di dedicarsi a tempo pieno alla politica e assume l'incarico di assessore e vicesindaco al Comune di Pontedera. Dal 1990 inizia il mandato di sindaco, che dura per nove anni. Nel 1999 lavora al dipartimento delle politiche economiche dei Ds, su incarico della segreteria nazionale. Alle consultazioni regionali del 16 aprile 2000 viene eletto nella circoscrizione di Pisa e assume l'incarico di assessore al diritto alla salute, che mantiene anche nella legislatura successiva. Viene eletto presidente della Regione Toscana nelle consultazioni del marzo 2010]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Enrico Rossi: Dalla marcia di pochi questa manifestazione e' diventata la marcia di molti. Il senso di questa riflessione non e', ovviamente, di natura quantitativa. La marcia e' diventata l'appuntamento piu' importante del movimento pacifista e nonviolento italiano, che con tutte le sue contraddizioni e tutte le sue risorse, si e' confrontato con coraggio con tutti i grandi conflitti, dal Mediterraneo all'Africa, dal Medio Oriente all'Afghanistan. Ma e' anche un modo per mostrare che la nonviolenza e' uscita dalla sfera dell'utopia ed e' entrata nella dimensione del realismo. Al contrario la cultura della guerra e della istituzionalizzazione della violenza ha dimostrato di essere incapace di garantire sicurezza e stabilita' al pianeta, come siamo costretti a constatare oggi nel decennale dell'attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York, al quale sono seguite guerre e distruzioni che non hanno certo garantito pace e sicurezza a nessuno.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Enrico Rossi: Ovviamente le tematiche piu' vicine, la questione libica in primo luogo, dagli esiti cosi' incerti e cosi' legata a potenti interessi economici, e piu' in generale la vicenda del Nord Africa e del bacino del Mediterraneo, come possibile bacino di dialogo fra popoli e culture. E ancora, a dieci anni dall'attentato alla Torri Gemelle, si potra' manifestare per sottolineare la sconfitta politica del terrorismo e della sua cultura.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Enrico Rossi: Ci sono piu' anime nel movimento pacifista e nonviolento italiano. E ancora oggi resta per tutte loro aperto il problema di come prevenire e di come uscire dai conflitti. La vicenda della Libia ha dimostrato che, per quanto le strategie di intervento aprano problemi - oltre che a risolverne - in certi momenti sembrano necessarie per difendere i cittadini inermi, sempre piu' le uniche vittime dei conflitti. Ma abbiamo visto che la via dell'intervento militare, anche quando coperto da autorizzazione Onu, non e' in grado di mantenere cio' che promette: protezione dei civili, tutela dei diritti umani, interventi chirurgici e indolori, stabilizzazione dei processi di peacekeeping. Quindi occorre promuovere interventi pacifici e nonviolenti, accanto ai mezzi diplomatici, per prevenire e gestire i conflitti. E qui la cultura e l'esperienza del pacifismo possono essere di grande aiuto.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Enrico Rossi: Penso che il movimento pacifista stia attraversando un momento di crisi culturale. Le sue varie componenti devono riuscire a tirare fuori e a mettere a disposizione di tutti, anche della politica, il patrimonio di relazioni con le organizzazione della societa' civile costruite negli anni in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Enrico Rossi: Direi senz'altro la liberazione della signora Aung San Suu Kyi, il premio Nobel birmano per la pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Enrico Rossi: La "primavera araba", i giovani che hanno dato vita a questo straordinario movimento per la liberta' e i diritti civili hanno un bisogno vitale di sostegno. Penso che costruire ponti con societa' civili giovani e assetate di democrazia sia un punto prioritario.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Enrico Rossi: Cercherei di dirgli della forza della nonviolenza che puo' cambiare la storia (ad esempio, il Mahatma Gandhi), della persistenza dell'idea della nonviolenza nella storia del Novecento e della sua capacita' di farvi sgorgare le maggiori conquiste civili del nostro tempo. Infatti non si potrebbe capire l'abolizione dei regimi segregazionisti e di apartheid senza le scelte nonviolente di Martin Luther King e di Nelson Mandela. Non si potrebbe percepire la portata rivoluzionaria della Dichiarazione Unversale dei Diritti dell'Uomo e di tutta la giurisprudenza che ne e' seguita, senza l'apporto dei pensatori nonviolenti. Come si sarebbe potuti giungere, non senza contraddizioni, al disarmo nucleare senza la critica della strategia Mad (Mutual Assured Destruction) da parte della cultura della nonviolenza, che in Toscana ha avuto personalita' cosi' importanti come La Pira, Ernesto Balducci, o don Lorenzo Milani? Insomma, la nonviolenza e' l'utopia che si fa realta' e si incarna nella tragedia del Novecento e si propone come una idea forte per il nuovo secolo che si e' aperto.

 

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- AA. VV., Almanacco del cinema, volume monografico di "Micromega", n. 6, 2011, pp. 256, euro 14.

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Riletture

- Ralph Waldo Emerson, Antologia degli scritti politici, Il Mulino, Bologna 1962, pp. 208.

- Ralph Waldo Emerson, Natura e altri saggi, Rizzoli, Milano 1990, pp. 256.

- Nathaniel Hawthorne, Blithedale. Il romanzo di Valgioiosa, Feltrinelli, Milano 1983, pp. 288.

- Nathaniel Hawthorne, I capolavori (La lettera scarlatta, La casa dei sette tetti, Il fauno di marmo, Racconti), Mursia, Milano 1968, pp. XX + 820.

- Nathaniel Hawthorne, Racconti neri e fantastici, Newton Compton, Roma 1994, pp. 98.

- Nathaniel Hawthorne, Wakefield e altri racconti, Bompiani, Milano 1947, 1979, pp. XXVI + 246.

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Riedizioni

- Paul Bercherie, La metapsicologia di Freud. Storia e struttura, Einaudi, Torino 2003, Fabbri-Rcs, Milano 2007, 2011, pp. XXXII + 326, euro 9,90.

- Erich Fromm, Anatomia della distruttivita' umana, Mondadori, Milano 1975, Rcs, Milano 2011, pp. XXVI + 614, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 667 del 3 settembre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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